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VERSTAPPEN VINCE LA FARSA DELLE ARDENNE

Si torna a correre dopo 4 settimane di pausa. E il meteo riserva uno dei week-end più da lupi che si sia mai visto nella storia della Formula 1. Lo fa nel posto meno indicato, e cioè la cosiddetta università della F1, Spa Francorchamps. 

Che sarebbe stata durissima lo si è capito già il venerdì, con un botto incredibile all’Eau Rouge nella WSeries, e il sabato, con Norris che ha distrutto la sua McLaren nello stesso punto durante il Q3.

Ma le avverse condizioni meteo, il sabato, non hanno impedito la disputa delle qualifiche, e così Verstappen conquista una fantastica pole davanti ad un fantasmagorico Russel, e al grande rivale per il titolo, Hamilton.

La domenica il tempo è, se possibile, ancora peggiore. Piove forte, ci sono vento e nuvole basse.

Perez onora subito il rinnovo del contratto per il 2022 piantando la sua RB16B a muro durante l’ultimo dei giri di allineamento. 

Nonostante sia evidente che non ci siano le condizioni per correre, la procedura di partenza va avanti regolarmente fino al momento in cui, teoricamente, dovrebbe iniziare il giro di formazione. e, solo in quel momento, viene dato l’annuncio del rinvio della partenza. Che viene data dopo 25 minuti di inutile attesa, perchè quando le auto si muovono la pioggia è pure aumentata, e le nuvole si sono ulteriormente abbassate. E, infatti, tutti i piloti si lamentano delle condizioni inaccettabili. Tutti tranne Verstappen, ovviamente. Dopo due giri, le macchine vengono nuovamente fermate, facendole rientrare in pit-lane.

Passano 3 ore, e la pioggia rallenta solo attorno alle 18. La direzione gara, in deroga al regolamento secondo il quale non si sarebbe potuti andare oltre le 18, decide che alle 18.17 si può finalmente ripartire, per una gara la cui durata è stata fissata in un’ora e che, quindi, attribuirà solo metà punteggio.

Questo ritardo dà modo a Perez di partecipare, partendo per ultimo.

Ovviamente le condizioni non sono migliorate, i piloti protestano vivacemente (ma i loro team radio non vengono mandati in onda), e dopo 10 minuti esce la bandiera rossa. Ma il cronometro continua a correre, e scaduti i 60 minuti la gara verrà decretata conclusa e, soprattutto, valida, perchè sono stati compiuti i due giri minimi necessari. Ma Michael Masi decide di porre fine alla farsa senza aspettare.

E’ stata solo una passerella, nemmeno sufficiente per allietare il pubblico che si è sorbito una giornata al freddo in mezzo al fango. Ma, in questo modo, la gara è valida, con Verstappen che vince davanti a Russell, che così si prende in omaggio quel podio che la sfortuna (?) gli aveva tolto in Bahrain lo scorso anno. Al terzo posto Hamilton.

Il resto della classifica è quella delle qualifiche, a parte Perez. Non vale nemmeno la pena parlarne.

Sarebbe stato più logico annullare tutto. Ma in F1 non è mai successo, la domenica. E, probabilmente, questo avrebbe comportato conseguenze di vario tipo, commerciale e legale. Quindi bisogna prendere atto di quella che è a tutti gli effetti una pagliacciata, almeno da un punto di vista sportivo.

Ora si va in Olanda, sul circuito di Zandvoort, dove la Formula 1 torna dopo 36 anni. Anche se in un modo anomalo, Verstappen ha chiuso un periodo nero, ritornando alla vittoria. E c’è da credere che in casa sua vorrà dominare. 

P.S. 1 giusto per completare la pagliacciata, il contagiri ufficiale sul sito della Formula 1 dice che è stato completato 1 solo giro valido, e che i punti assegnati sono zero. Sarebbe interessante capire dal buon Michael Masi come viene effettuato il conteggio, e quale articolo del regolamento ha applicato, sempre che anche su questo non abbia agito in deroga.

P.S. 2 al di là dei modi, e delle meritate critiche alla direzione gara per come ha gestito la situazione, è stato un bene che le macchine non abbiano corso. Abbiamo già avuto un esempio sette anni fa di cosa vuol dire correre quando non ci sono le condizioni. E, oggi, le condizioni non c’erano.

* immagine in evidenza dal profilo twitter @redbullracing

F1 2021 – GRAN PREMIO DEL BELGIO

Terminata la pausa estiva, la F1 ritorna su un circuito iconico, Spa-Francorchamps.

Un tracciato che una volta era definito da “pelo sullo stomaco”, quando le monoposto di F1 erano un pelo più imprevedibili e le palle di chi le guidava dovevano per forza essere un pò più grosse di quelle degli attuali piloti. Insomma, un tracciato che separava i bambini dagli uomini.

Pur rimanendo una sfida lunga 7 chilometri, il tracciato ha perso molto della sua epicità, che risputa fuori in caso di mutevoli condizioni climatiche e di partenze caotiche.

Ecco, a tal proposito probabilmente Marko e soci stanno già facendo gli scongiuri, considerando la carambola al via al Hungaroring. Tanti punti persi da Verstappen e dalla squadra che si ritrova ad inseguire la Mercedes dopo essere stati in netto vantaggio fino al Gp di Gran Bretagna.

immagine da motorbox.com

Serve una netta inversione di tendenza per ritrovare un pò di fiducia e, pensando a Verstappen, sfatare una maledizione che vuole il pilota olandese mai in testa al Gp del Belgio fino ad oggi.

Mercedes invece arriva a Spa con la consapevolezza che da quì alla fine sarà una questione di differenze minime, episodi e trovarsi al posto giusto al momento giusto. E nel caso far entrare in azione Bottas…

Scherzi a parte, la W12 si è rimessa decisamente in carreggiata e complice un RB16B in affanno, tutte le gare si giocheranno sulla capacità di ogni team di trovare quel frazione di velocità in più nel momento buono.

A bocce ferme, indicare un favorito tra i due top team è un esercizio di stile inutile, di sicuro sarà avvantaggiato chi riuscirà a mantenere la lucidità durante tutto l’arco del weekend.

Fattore che servirà anche al binomio Ferrari-McLaren, gemelli diversi in caccia del terzo posto nel mondiale costruttori.

Posto il fatto che entrambi i team hanno tirato i remi in barca in quanto ad aggiornamenti sulla monoposto 2021, anche in questa lotta la differenza la farà l’adattabilità delle due monoposto alle mutevoli condizioni del tracciato belga.

immagine da zazoom.it

Al momento la fortuna non gira molto bene dalle parti di Maranello, già sicura di dover scontare una penalità per l’introduzione di una quarta PU sulla vettura di Leclerc incidentata da Stroll in Ungheria. Leclerc monterà a Spa la terza PU endotermica in versione standard, senza gli aggiornamenti previsti per il GP di Monza.

Le simulazioni non danno buone prospettive ai rossi, ma considerando che anche Silverstone doveva essere una caporetto, aspettiamo il responso della pista.

Ben più a suo agio dovrebbe essere la McLaren, su cui rimane sempre accesa la spia Ricciardo, a conti fatti vero e unico grosso problema di quest’annata.

Alpine arriva dopo aver vinto in Ungheria e con una monoposto in crescita. Magari con un’altra carambola al via riusciranno a spuntare un altro piazzamento nobile ma se c’è un pilota che preferirebbe evitare è Alonso, che nel 2012 di fatto ci ha perso un mondiale in un crash in partenza.

Aston Martin invece fa e disfa come la famosa Penelope, sia per se stessa, vedi squalifica di Vettel per essere arrivati a secco al traguardo in Ungheria, sia per le altre squadre, vedi Stroll in versione palla da bowling. SI giocano ancora il quinto posto nel costruttori e tanta credibilità dopo il disastro ungherese.

immagine da motorbox.com

I due piloti Alpha Tauri invece, sono riusciti ad uscire indenni e con un ottimo risultato dal gp più caotico dell’anno, se non è una stranezza questa…

A Spa li attende, al solito, un weekend impegnativo in cui i peggiori nemici sono proprio loro stessi. Azzeccare un altro weekend “pulito” su una pista tanto impegnativa certificherebbe un salto di qualità notevole.

La coda del gruppo è più che altro felice di aver scavallato la metà della stagione, in attesa del 2022. Quello più arzillo resta sempre Russell, ormai costantemente a cavallo tra Williams, Mercedes e chi sa quali altre scuderie.

Raikkonen ritorna sulla pista di cui è un Re senza corona. A lui siamo sicuri che non interesserà granchè ma fa sempre un certo effetto vederlo ancora passare, a 40 anni e passa,  all’Eau Rouge in pieno.

Mick Schumacher invece arriva in un altro santuario in cui il padre ha scritto la storia. Non deve essere facile per lui scrivere la sua storia in F1 con un occhio alle enciclopedie che è riuscito a scrivere il padre, soprattutto quando tutti, nel bene e nel male, te lo fanno notare.

Piccole note tecniche: Pirelli porterà le tre mescole intermedie della sua gamma, C2, C3 e C4. Saranno alzate anche le pressioni per cui vedremo come si adatteranno le monoposto, alla luce anche della querelle sulle pressioni di gonfiaggio basse che c’è stata qualche gp addietro.

Alcuni indicano nelle pressioni elevate una buona notizia per Ferrari. L’ottimismo è il profumo della vita diceva qualcuno.

Molto più impattante potrebbe essere il maltempo contemporali improvvisi previsti per tutto il weekend e temperature in ogni caso non superiori a 20 °C. Inutile dire cosa stiano facendo Marko e soci a riguardo.

Un’altra notizia, una bella notizia è il ritorno alle corse di Juan Manuel Correo, il pilota ecuadoriano protagonista due anni fa del terribile schianto in cui perse la vita Antoine Hubert.

Dopo due anni di ospedale e riabilitazione Correa torna in pista per continuare quel percorso ai piani nobili dell’automobilismo bruscamente interrotto due anni fa proprio sulla pista di Spa. Lo fa portandosi dietro il ricordo e la memoria di Hubert, con cui condivideva gli stessi sogni e per assecondare il suo istinto di pilota.

Certe cose non muoiono mai ed è giusto così. I migliori auguri a Correa e un saluto ad Hubert che lo accompagnerà in questa nuova avventura.

*immagine in evidenza da motori.it

Rocco Alessandro

OCON VINCE LA LOTTERIA MAGIARA. BOTTAS GIOCA A BOWLING.

“Basta con queste domande del cavolo”. Così un Max Verstappen, deluso per la prima fila mancata, aveva apostrofato, il sabato, il malcapitato Tom Clarkson durante le interviste post-qualifiche. E, di sicuro, il nervoso gli è aumentato ulteriormente quando gli hanno dovuto cambiare la Power Unit, ulteriore vittima della ruotata presa da Hamilton in Inghilterra.

In Ungheria la Mercedes torna davanti alla Red Bull, e guadagna comodamente la prima fila con entrambe le vetture, relegando gli odiati rivali in seconda.

Ma pochi minuti prima del via arriva la pioggia a far saltare le meticolose pianificazioni di team e piloti. E infatti…

Quando si spengono i semafori, Bottas compie un numero da dilettante, il cui risultato è talmente perfetto, per il suo team, da sembrare pianificato a tavolino (e, se anche fosse, non sarebbe di sicuro riuscito così bene). Partito malissimo, il finlandese si fa passare dalle due Red Bull e da Norris. Ma poi sbaglia la staccata, urta Norris il quale fa fuori Verstappen mentre, per completare egregiamente l’opera, il prode Valtteri butta fuori anche Perez. Quest’ultimo è costretto al ritiro, mentre Verstappen riesce a continuare, seppure con l’auto molto danneggiata.

Contemporaneamente, anche Stroll si trasforma  in un dilettante, e compie una staccata se possibile ancora più spettacolare di quella di Bottas, andando a frenare sull’erba all’interno di curva uno, e centrando in pieno Leclerc il quale a sua volta urta Ricciardo. Per il monegasco è il ritiro, e, col senno di poi, una grande occasione persa.

I troppi detriti sparsi nel primo settore costringono la direzione gara a far uscire la bandiera rossa, dando così la possibilità ai convolti negli incidenti di riparare l’auto, per quanto possibile. Purtroppo per l’auto di Norris non c’è nulla da fare, e si conclude così la striscia record di arrivi a punti dell’inglese.

Si riparte da fermo, con la pista che si sta asciugando e il sole che fa capolino. La macchina di Verstappen è stata rabberciata alla bell’e meglio. L’olandese si trova in 13a posizione. Incredibilmente, nessuno tenta l’azzardo della gomma slick, e durante il giro di formazione è chiarissimo che si tratti di un errore enorme.

E, infatti, quasi tutti rientrano ai box, tranne Hamilton, e si assiste alla partenza più surreale della storia della Formula 1, con l’inglese in pole position da solo.

Lewis è così costretto a fermarsi dopo solo un giro, e si ritrova in fondo al gruppo, mentre il leader diventa incredibilmente Ocon. E, paradossalmente, ora si trova dietro al rivale per il titolo.

I primi due, Ocon e Vettel, mettono in fretta una decina di secondi fra sè e gli altri, perchè in terza posizione c’è Latifi che fa chiaramente da tappo.

Vetstappen impiega 10 giri a liberarsi di Mick Schumacher, al quale rifila pure una ruotata. Dietro di lui Hamilton scalpita perchè vede l’avversario andarsene. Fra i due c’è Gasly. Lewis si lamenta di non riuscire ad avvicinarsi al francese pur essendo molto più veloce, e decide di fermarsi per montare gomme dure e tentare di andare fino in fondo. In Red Bull decidono di marcarlo stretto, e fanno rientrare Verstappen al giro successivo. Ma non è sufficiente, e l’inglese non solo riesce a superare il rivale per il titolo ma passa davanti anche a Ricciardo.

In Mercedes sono convinti di avere una possibilità di vittoria, e che Sainz sia il loto avversario. Lo spagnolo viene richiamato ai box ma preferisce stare fuori. E fa bene perchè i due davanti a lui, Latifi e Tsunoda, che lo stavano bloccando, si fermano lasciandogli pista libera per consentirgli di estrarre quanto è rimasto dalle sue gomme medie.

Carlos riesce a mantenere un ritmo simile ad Hamilton, che si trova bloccato dentro Tsunoda. Quando l’inglese, con una bellissima manovra, riesce a superare quest’ultimo, la Ferrari decide di far rientrare lo spagnolo. Siamo circa a metà gara, e in questo modo si ritroverà a fine gara con gomme ben più nuove del presunto rivale per la vittoria, sul quale, una volta uscito dai box, ha un vantaggio di soli due secondi.

Al giro 37 Vettel, in quel momento 2°, si ferma ai box, per tentare un undercut su Ocon. Il quale però spinge come un matto nel giro di rientro, e riesce a stare davanti al tedesco. Nel frattempo, Alonso si ritrova in testa ad un gran premio, ma le sue gomme sono finite, ed è costretto a fermarsi subito, rientrando in quinta posizione.

Al giro 41 Verstappen, alle prese con una macchina terribile, si ferma per montare gomme medie. E Hamilton inizia a lamentarsi del degrado delle sue posteriori.  Al giro 48, quando ne mancano quindi 22 al termine, in Mercedes decidono di far rientrare Lewis per montare gomme medie e tentare la rimonta. Ma se ne troverà 4 da superare, e la vittoria sembra un’utopia. I suoi primi giri con gomme nuove sono incredibili, riesce a girare 4 secondi più veloce dei primi, e Wolff lo incita per radio dicendogli che può ancora portare a casa la gara.

Alonso diventa minaccioso per Sainz, il quale inizia a faticare con gomme ben più vecchie di quelle degli avversari. E così anche Hamilton si unisce al duello per il terzo posto. Ma Nando è Nando, e tiene dietro magistralmente l’ex compagno di squadra per un  numero di giri sufficiente a tagliarlo fuori per la vittoria finale. Un bloccaggio in curva uno consente all’inglese di passare, non dopo essersi lamentato della pericolosità di certe manovre difensive ad alta velocità fatte dal rivale spagnolo (i piloti hanno la memoria corta, si sa).

Al giro successivo non c’è scampo nemmeno per Sainz, ma è troppo tardi, perchè a 3 giri dalla fine i primi due sono a 6 secondi di distanza, troppo lontani.

E così finisce con Ocon incredibilmente primo, e Vettel secondo (**) e tanto da recriminare, e Hamilton terzo e di nuovo in testa al mondiale, riuscendo così a trarre quasi il massimo da una giornata che si era messa benissimo grazie al suo compagno di squadra, e malissimo grazie ai suoi strateghi. Ma conta il fatto che va alla pausa in testa al mondiale e coi rivali per il titolo che si leccano le ferite contando i danni che due macchine tedesche hanno provocato loro negli ultimi due gran premi (non in modo intenzionale, ovviamente).

Al quarto posto troviamo Sainz, con una Ferrari che oggi avrebbe dovuto essere pronta a cogliere l’occasione, e non è successo. Quinto Alonso, di cui abbiamo già parlato. Sesta e settima le due AlphaTauri, con Gasly e Tusnoda e, udite udite, ottava e nona le due Williams con Latifi davanti a Russel. Loro sì che sono riusciti a sfruttare l’occasione. 

Decimo un depresso Verstappen.

E così, come detto, si va in pausa con la Mercedes in testa ad entrambi i campionati, e quelli della Red Bull infuriati. Avranno quattro settimana per calmarsi e pensare a come portare a casa un campionato che fino a due gare fa sembrava saldamente in mano loro, ma poi le prodezze dei due alfieri avversari hanno rimesso tutto in discussione. E quando è l’elemento umano, a fare la differenza, è tutto più bello.

(*) Vettel è stato poi squalificato in quanto il serbatoio della sua auto a fine gara non conteneva il litro previsto dal regolamento per le verifiche di conformità. A parere di chi scrive questa è l’ennesima regola stupida da aggiungere alle tante altre che sono in grado di cambiare il risultato a tavolino. Il campione si può prelevare anche prima della partenza, lasciando poi liberi i piloti di usare tutto quel (poco) che hanno nel serbatoio. Ma in fin dei conti il regolamento è stato scritto con l’approvazione degli ingegneri delle squadre, contenti loro…
Per effetto della squalifica del suo ex compagno di squadra, Raikkonen prende un punto. Ma, ancor più importante, Hamilton guadagna qualche punto ulteriore su Verstappen, e Sainz con la Ferrari sale sul podio.

P.S. 
Lo scorso anno in Renault è arrivato un amministratore delegato dalle grandi capacità, Luca De Meo. Oltre a far migliorare sensibilmente i risultati del gruppo (+27% nel primo semestre 2021, rispetto al 2020), essendo appassionato di corse ha voluto occuparsi attivamente anche nella squadra di Formula 1, cambiandone il management e chiamando a sè persone come Davide Brivio, il principale artefice del mondiale in MotoGp conquistato dalla Suzuki lo scorso anno. Il grande risultato di oggi è stato sì agevolato dalla particolare situazione che si è creata alla partenza, come ha ammesso Nando a fine gara, ma le occasioni bisogna essere pronti a coglierle, e in Alpine lo hanno saputo fare meglio degli altri. 

* immagine in evidenza da F1 TV

 

 

F1 2021 – GRAN PREMIO D’UNGHERIA

Tanto tuonò che piovve. Si sono incrociati e se la sono giurata tante volte Verstappen e Hamilton che alla fine il fatidico crash è arrivato anche per loro.

Scontro che si è risolto a favore di Hamilton: avversario KO e vittoria ottenuta in rimonta non senza una buona dose di fortuna che i campionissimi hanno sempre a bizzeffe.

Personalmente ritengo che l’ìnglese, per marcare il territorio alla Copse, si sia preso un rischio eccessivo, rischiando di finire la gara in via di fuga come Verstappen, evento che senza la bandiera rossa (sacrosanta a scanso di equivoci) sarebbe stato concreto.

Dopo 10 gare distacco di soli 8 punti tra i due Alpha dog del mondiale F1, e una rivalità che più accesa non si può.

immagine da tio.ch

Ora si va in Ungheria, ultimo GP prima della sosta estiva, pista che sembra avere proprio il layout giusto per qualche altra sportellata.

In teoria la Red Bull dovrebbe avere vita più facile rispetto a Silverstone ma arriva con un carico di tensione e rabbia che potrebbe togliergli lucidità.

Mercedes ha fatto “all in” e arriva all’Hungaroring con l’abbrivio e il morale alto di chi sà di essersi tirato fuori da una buca bella profonda.

Al di là dello scontro tra Hamilton e Verstappen, su una pista dove i sorpassi non sono così agevoli diventa fondamentale l’eventuale exploit, soprattuto in qualifica, di Bottas o Perez.

Considerando che Red Bull sembra, sulla carta,  adattarsi meglio alla pista ungherese, una prima fila Red Bull sarebbe già una serie ipoteca sulla gara di domenica.

E gli altri? Ferrari esce da Silverstone con molto ottimismo, consci di essersela giocata fino in fondo e con una monoposto ben più gentile e concreta con le gomme.

immagine da motorbox.com

Sta cercando anche di togliersi di dosso le tante aspettative di un ottimo risultato su una pista da medio carico come l’Hungaroring. Di curve veloci non ce ne sono tante ma comunque il tratto centrale ormai si percorre a velocità piuttosto sostenute che potrebbero mettere in crisi monoposto come quella di Maranello.

In ogni caso, se è vero che, con tutta probabilità la Ferrari ha un jolly da giocare in Ungheria, la McLaren dovrà invece cercare di difendersi su una pista dove l’unico tratto amico è proprio il settore centrale.

Fattore decisivo saranno le qualifiche e chi tra i piloti saprà metterci qualcosa in più, quindi fari puntati su Leclerc e Norris, due che hanno il piede piuttosto caldo al sabato.

Curiosità nel vedere i progressi Aston Martin e Alpine sul toboga ungherese, con Alonso e Vettel che dovranno necessariamente inventarsi qualcosa in qualifica per cercare di arrivare nella zona nobile della classifica.

immagine da scuderiaalphatauri.com

Anche per Alpha Tauri potrebbe essere un weekend da colpaccio, se Gasly e Tsunoda riusciranno a capitalizzare un’ottima qualifica. Al momento è proprio l’incostanza (e la sfortuna di Gasly) a giocare a sfavore dello junior team Red Bull.

Lasciando da parte la Haas che è davvero sempre più la “nave scuola” per Mazepin e MIck Schumacher, anche per  Williams e Alfa Romeo la lotta si giocherà soprattutto in qualifica, con Russell che cercherà un altro colpo ad effetto come di solito gli riescono al sabato, molto meno alla domenica.

Pirelli porterà le tre mescole centrali della sua gamma: C2, C3 e C4. Prevedibile che chi potrà cercherà di evitare la soft almeno per quanto riguarda il primo stint. Occhio al meteo che dà possibilità di temporali nella notte tra sabato e domenica, con conseguente pista poco gommata per la gara e pochi punti di riferimento per le squadre in merito a passo gara e degrado delle gomme.

*immagine in evidenza da kicker.de

Rocco Alessandro

 

HAMILTON VINCE, LECLERC ILLUDE, VERSTAPPEN CI CASCA

Ci sono week-end che rimangono nella storia della Formula 1. A volte per più di un motivo. E quello appena terminato a SIlverstone è uno di questi.

Il sabato ha visto il debutto della discussa “Sprint Qualifying”, tentativo un po’ ingenuo di mettere una garetta anche il sabato per far divertire soprattutto gli spettatori più giovani. Abbiamo così avuto una mega pole di Hamilton il venerdì,  che però non rimarrà negli albi d’oro. Perchè è stata vanificata nella competizione di 17 giri del sabato, che ha visto l’inglese partire malissimo e perdere la prima posizione a favore di Verstappen. Qualche emozione, il sabato, l’ha data Alonso, capace di recuperare ben 4 posizioni. Ma ciò non è stato certo sufficiente a far pensare che la suddetta garetta sia una gran trovata. Giudizio sospeso, vedremo le prossime due occasioni cosa ci riserveranno.

Si arriva quindi alla domenica con le parti invertite. Verstappen in pole, e Hamilton di fianco a lui in prima fila. Per quella che potrebbe essere una sorta di ultima spiaggia per l’inglese e per la Mercedes, reduci da cinque sconfitte consecutivi.

E così quando si spengono i semafori inizia una lotta senza quartiere, con Hamilton a cercare di passare Max, e quest’ultimo procedere a zig-zag per tenersi dietro un avversario a dir poco indiavolato. E l’ultimo di questi zig-zag gli costa caro. Sul vecchio rettilineo di partenza l’inglese lo affianca, ma lui lo stringe contro il muro. Ma non lo convince a tirare su il piede e i due entrano alla Copse affiancati. Il risultato è un contatto che spedisce Verstappen contro le barriere ad alta velocità, costringendo la direzione gara ad esporre la bandiera rossa e l’olandese ad essere portato in ospedale per controlli dopo un impatto di ben 51G.

Con la gara sospesa, iniziano le comunicazioni fra la direzione gara, Horner, ovviamente infuriato, e Wolff, sicuro che il suo pilota non abbia commesso nessun errore. Ad Hamilton vengono comunque comminati 10 secondi di penalità, come sempre molto discutibili, perchè se abbiamo imparato in Austria che bisogna lasciare spazio perfino all’esterno, a lui forse Verstappen non ne aveva lasciato abbastanza all’interno. Ma, come vedremo, quei 10 secondi saranno ininfluenti sul risultato finale.

Si riparte da fermi con Leclerc in pole, ed Hamilton che non prova ad attaccarlo. Dietro, Bottas perde ancora una volta una posizione su Norris, mentre Alonso tenta di difendersi su Ricciardo ma ha la peggio.

Fino al giro 15, Leclerc tiene sorprendentemente a distanza Hamilton, poi in radio inizia a lamentarsi di problemi al motore, e l’inglese si avvicina. Ma tutto sembra risolversi, e Lewis inizia ad accusare un forte blister mentre per Charles le gomme sono perfette, e torna così un po’ di distanza fra i due.

Il primo a fermarsi del gruppo di testa è Ricciardo, al giro 21, seguito alla tornata successiva dal compagno Norris, che però è vittima di uno stop lungo 3 secondi di troppo, che gli farà perdere la posizione su Bottas, rientrato il giro dopo.

Hamilton si ferma al giro 28 e sconta i 10 secondi di penalità. Come previsto, si ritrova dietro a Norris, e ora per lui la strada per la vittoria si fa in salita. In questo momento ci sono due Ferrari in testa alla corsa, e si inizia a sperare in un’altra improbabile vittoria italiana in terra inglese.

Sainz si ferma subito per montare gomma dura, ma purtroppo un problema all’anteriore sinistra gli fa perdere un’eternità. Al giro successivo è il turno di Leclerc, per il quale tutto fila liscio. Mancano 22 giri, e ora i rivali di Charles sono Bottas che si trova a 7 secondi, e Norris a 11 secondi, con Hamilton a 2 secondi da lui. A Lewis basta un giro per sbarazzarsi del connazionale, e si mette così in caccia del compagno di squadra.

Con gomme nuove, Leclerc sembra riuscire a mantenere  costante il distacco su Bottas. Anche con la mescola più dura fra quelle a disposizione, la Ferrari va sorprendentemente bene. La conferma è Sainz, che recupera velocemente su Ricciardo e ingaggia una lotta per la quinta posizione. Ma è solo un’illusione.

A 12 giri dalla fine, Hamilton alza il ritmo. Ci sono ancora oltre 9 secondi di margine da gestire, ma la possibilità di vincere per la Mercedes è reale, e il team chiede a Bottas di far passare il compagno.

Lewis inizia a guadagnare 1 secondo al giro e a 3 giri dalla fine arriva di gran carriera dietro al ferrarista, passandolo al primo tentativo anche grazie ad un errore di Charles, che comunque non sarebbe riuscito in alcun modo a difendere la prima posizione.

Finisce così con il numerosissimo pubblico inglese in tripudio, almeno questa volta, per un raggiante Hamilton primo sul traguardo e di nuovo vicinissimo a Verstappen in campionato. Secondo un delusissimo Leclerc, e terzo il maggiordomo Bottas, autore della solita gara onesta. Quarto Norris, davanti al compagno Ricciardo e a Sainz, che ha pagato caro un incidente con Russell nella qualifica sprint. 

Settimo un fantastico Alonso, ottavo Stroll, nono Ocon e decimo Tsunoda, che zitto zitto è riuscito ad arrivare davanti al compagno di squadra Gasly, oggi undicesimo.

Pessima gara per gli esperti Perez, Verstappen e Raikkonen, autori di qualche errore di troppo in una giornata nella quale poteva esserci l’occasione per far bene.

Fra due settimane si corre in Ungheria, in quella che potrebbe essere l’unica occasione della Ferrari per portare a casa una vittoria quest’anno. Nel frattempo prepariamo i pop-corn per goderci la battaglia a suon di dichiarazioni fra due squadre, la Red Bull e la Mercedes, che sono abituate ad usare anche le parole forti contro gli avversari minacciosi. Ne sa qualcosa la Ferrari.

P.S. Il paragone fra l’incidente odierno e quello di Suzuka 1990 fra Prost e Senna, tanto caro al telecronista del fucsia, del predestinato e così via, a parere di chi scrive è totalmente fuori luogo. Quella fu una vendetta, oggi invece Hamilton ha semplicemente dato un segnale all’avversario, senza commettere alcuna scorrettezza, con una manovra dura ma dentro i limiti del regolamento (anche se il commissario di turno la pensa diversamente). D’altra parte Lewis non è mai stato come il suo idolo Senna, sa dove deve mettere le ruote affinchè il suo comportamento non sia classificato come una carognata. Come ha avuto modo di dichiarare nel dopo gara, “Max ora sa che io non mi tiro indietro”. E questo vale almeno tanto quanto i 25 punti che ha recuperato.