BASTIAN CONTRARIO: CORNUTI E MAZZIATI

Tutto ciò che ha un inizio ha anche una fine, citava l’oracolo in Matrix e, Dio ti ringrazio, il lungo (non lunghissimo visto che l’anno prossimo il nuovo mondiale avrà un GP in più… sigh) mondiale 2023 è terminato per davvero. Abu Dhabi è la cornice che fa da sfondo alla conclusione di questi mondiali alternati nel monopolio tra AMG e Red Bull e, col tempo, ne ho imparato ad apprezzare le qualità. Forse sto scrivendo un’eresia, qualcuno potrebbe dire addirittura che sto bestemmiando, eppure mi sono reso conto che, per andare forte su questa pista, devi essere al top. Non sarà un caso dunque che Ferrari non ci abbia mai vinto e non è un caso, che poiché è l’ultimo GP dell’anno, (le monoposto ci arrivano con dei semplici adattamenti visto che gli sviluppi sono terminati già da tempo… a meno che non ci si debba giocare il mondiale proprio su quella pista, si capisce) su quella pista o ci arrivi che la monoposto è già forte oppure sarà un continuo remare (chiedere ad Alonso cosa accadde nel 2010). Proprio per questo, tale circuito di “cornuti e mazziati” ne ha fatti tanti nella sua storia e, di certo, le aspettative non sono state disattese nemmeno domenica scorsa.

La carrellata inizia proprio dalla strabiliante McLaren di Zac Brown & Andrea Stella che, da dopo l’estate, è stata un continuo crescendo e che solo la sua tardiva ripresa, unito alla coriacea insistenza del duo AMG Ferrari nel lottare per il mondiale marche, gli ha impedito di raggiungere il clamoroso traguardo di seconda forza. La casa di Woking si è presentata nel week end di gara coi favori del pronostico, immediatamente dopo Red Bull si capisce, solo che sia in qualifica (dove ci si aspettava addirittura una pole) sia in gara, deludono non poco. Ho letto giudizi molto positivi nei loro riguardi e, non si discute sul loro operato, tuttavia il risultato ottenuto va stretto come una scarpa più piccola di una taglia. Norris viene beffato al sabato da “San Charles” per poi, sia lui che il compagno, venire surclassati dallo stesso ferrarista, Russell e Perez che partiva addirittura nono, quando il passo gara doveva essere il loro forte… “cornuti e mazziati” appunto. Come ho detto già di recente (il GP del Giappone e di Austin sono stati rivelatori), la McLaren, se davvero avrà la possibilità di giocarsi il titolo contro la Red Bull di Verstappen, dovrà dare molto di più di quanto ha mostrato in questa ultima parte di campionato. Con la conclusione del GP di Abu Dhabi, gli si può e si deve lasciare il beneficio del dubbio, visto che sono esplosi come una supernova solo da poco. Vero è che per il 2024 dovranno concretizzare il loro potenziale, perché c’è da specificare che la squadra di Milton Keynes, non è forte solo perché ha una super vettura, bensì è tutta la squadra che è praticamente perfetta (i pit stop della Red Bull sono un incanto… ormai sembra che la monoposto nemmeno si fermi!). Sia Norris che Piastri, sono giovani talentuosi, solo che quanto mostrato sino ad ora, soprattutto Lando in Texas, lascia non pochi interrogativi. Ovvio che se McLaren dovesse essere davvero competitiva, tutti, nessuno escluso, dovranno tirare fuori gli attributi per poter fronteggiare Verstappen e la sua Scuderia.

Purtroppo, il vero e grande cornuto e mazziato del GP di domenica scorsa, manco a dirlo, è stata proprio la Beneamata… per la serie non ci facciamo mai mancare nulla. Il primo della Ferrari che ne esce con le ossa rotte è Sainz, il quale è stato pompato (soprattutto dalla stampa dei suoi connazionali) per tutta la settimana come pretendente di diritto al quarto posto in classifica piloti, assieme proprio al Matador Alonso. Purtroppo per Carlos, non solo non ha raggiunto l’obiettivo che comunque lascia il tempo che trova, addirittura si è visto soffiare l’agognata posizione (a pari merito con Alonso appunto) proprio dal suo compagno di squadra che in classifica era non poco attardato… “cornuto e mazziato” appunto. C’è da dire che la disfatta dello spagnolo ferrarista è figlia della politica o meglio della totale assenza di politica da parte della sua stessa squadra. Ciò che gli è successo a Las Vegas è da annoverare negli annali della sfiga motoristica (su venti piloti, chi si porta via il tombino?), vero è che, ciò che ne è seguito dopo, è da annoverare nella vergogna delle azioni politiche che una squadra possa muovere. Mi sono già espresso in merito, nel mio ultimo Bastian contrario, di cosa accaduto nel Nevada eppure il totale silenzio di Ferrari in merito ha fatto si che quella falla di punti persi a Las Vegas si siano sommati a quanto successo domenica scorsa e, purtroppo, il totale è pari a zero. Il buon Carlos è venuto meno (sportivamente parlando) proprio nell’ultimo appuntamento, proprio nel momento del bisogno e la sua assenza, sia in gara che in classifica, ha purtroppo fatto la differenza… esigua aggiungerei, dato che AMG ha surclassato la Rossa per solo tre miseri punti. Che beffa! Proprio per questo il risultato ottenuto fa ancora più male. Su queste righe non faccio che ripetermi e, purtroppo, non mi sbaglio a riguardo: l’azione di Wolff in Nevada ha portato i suoi frutti dimostrando ancora una volta, caso mai ce ne fosse bisogno, cosa significa comandare e chi, tra AMG e Ferrari (Red Bull è un altro animale!),  comanda sul serio. Toto  voleva a tutti i costi quel secondo posto, a scapito di sacrificare qualche ora in galleria del vento (ri sigh!), perché quel risultato, soldi a parte, salva almeno la faccia di una delle squadre più dominante di sempre, da una stagione da zero vittorie e, quindi, pressoché disastrosa. Missione compiuta dunque e quindi ci si può affacciare al 2024 con maggiore fiducia. Quella stessa fiducia (mal riposta a mio dire) che sprizzava da tutti i pori Vasseur alle interviste, visto che asseriva che ci siamo giocati la vittoria contro la RB19 di Max.

Ad essere sinceri, non so quale film il buon Frederic abbia visto dagli schermi del muretto, dato che il tri campione del mondo si è limitato a passeggiare tra le curve disegnate nel deserto di Abu Dhabi e, ammesso e non concesso che fosse vero quello che abbia affermato, “San Charles” è arrivato al traguardo con un ritardo di quasi diciannove secondi. A mio dire c’è molto da riflettere su quanto accaduto e poco di cui rallegrarsi, perché se è vero sembra che la Ferrari apparentemente abbia concluso in crescendo, lo è altrettanto che il risultato disatteso del secondo posto nei costruttori gridi innanzitutto vendetta, sia per come lo abbiamo perso (strategia adottata per Carlos quanto meno fantasiosa) e sia perché la Ferrari è stata l’unica squadra, a parte Red Bull, a vincere un GP sui ventitré disputati… più cornuti e mazziati di così penso che si muoia, come si suol dire. Usando una battuta caustica, dato che la rossa non è riuscita a conquistare nuovamente il secondo posto nei costruttori, penso che la tifoseria sia d’accordo nel dire che questa è la monoposto della passata stagione, salvo dire che sarebbe stata figlia degli sviluppi del nuovo Team Principal caso mai fossero riusciti nell’intento prefissato. Come ho detto all’inizio di questo scritto, Dio ti ringrazio il mondiale è finito e con esso anche le scuse alle quale aggrapparsi. Vasseur ha completato il suo tirocinio, dato che ha vissuto un anno lungo ed intenso, ergo, ormai è completamente addentro la GeS e sa bene cosa vuole, come e dove intervenire. Dall’anno prossimo, monoposto e risultati saranno solo figli del suo operato ed io, in primis, da ferrarista quale sono, gli auguro di riuscire a risollevare le sorti della Rossa. Mi permetto di dare un piccolo consiglio al TP e alla gestione Ferrari tutta: evitiamo, per favore, dichiarazioni clamorose e sensazionalistiche, così che se le cose dovessero andare male, almeno, eviteremo brutte figure… e di essere “cornuti e mazziati”, appunto!

Vito Quaranta

BAGNAIA III – LA CONSACRAZIONE. VALENCIA MOTOGP 2023

A Valencia Pecco Bagnaia si conferma Campione del Mondo bissando il titolo dell’anno precedente, vincendo la gara davanti a Zarco e Binder. Disastro in gara di Martin, dopo la splendida vittoria della Sprint.

Se vincere è sempre difficile, confermarsi è ancora più difficile. Francesco Bagnaia c’è riuscito bissando il Titolo 2022 e sedendosi in un stratta cerchia di Piloti che nell’era MotoGP vede soltanto Marc Marquez e Valentino Rossi come unici nel bissare il Titolo dell’anno precedente (loro due per ben due volte).

E se il Titolo 2022 era arrivato contro “nessuno” perché la Yamaha di Quartararo era tutto fuorché una moto quest’anno ha battuto un avversario fortissimo, più veloce nella seconda metà di campionato, che guidava la sua stessa identica moto con le stesse gomme soprattutto. Vero è che si trovava in una condizione di sicurezza non indifferente ma dopo la sprint di ieri, in cui Martin aveva vinto la gara riducendo il gap a soli 14 punti serviva del sangue freddo.

Faccio storcere il naso a molti quando dico Jorge Martin è stato il più veloce nella seconda parte di Mondiale, ma per tutto il Mondiale non è stato il più sereno mentalmente. Ha commesso degli errori di eccessiva sicurezza in India ed in Australia e negli ultimi due GP era molto più nervoso in ogni sessione rispetto a Bagnaia. C’è da dire che nelle gare di domenica Bagnaia è sempre stato forte e soprattutto all’altezza di Martin, mentre il sabato pagava sempre qualcosa rispetto al Pilota del Team Pramac.

In gara domenica ha dimostrato di essere IL Campione  Mondo in carica, nonostante avesse davanti un Pilota che durante il weekend ha “tentato” di innervosire Bagnaia, riuscendoci malamente. Nelle prime fasi della gara i contendenti al titolo si sono portati davanti, poi Martin è stato “risucchiato” dalla scia probabilmente perché ha frenato un pelino in avanti. È dovuto ripartire  davanti ad Espargaro e tentare la risalita. Il passo lo aveva ma è successo qualcosa durante il sorpasso con Vinales. Non ha gradito la “risposta” con il controsorpasso di Maverick ed ha scosso il capo. Da lì in poi non c’ha capito nulla. Sbaglia la staccata con Marquez e lo prende in pieno. Gara finita e mondiale a Bagnaia.

CHE MONDIALE ABBIAMO VISTO!?

Abbiamo visto un gran Mondiale, non ce ne vogliano gli amanti della F1 o della SBK ma quest’anno in MotoGP, nonostante il monomarca, abbiamo assistito ad un gran Mondiale come nel 2009 o nel 2010 con le due Yamaha Ufficiali che lottavano tra loro. I Mondiali sono noiosi quando non ci sono rivali o quando le moto sono davvero “sbilanciate” tra loro, penso ai primi anni 2000, al 2014 o allo scorso anno. La mancanza di rivali uccide il Motorsport e lo rende “soporifero”.

Ducati ha garantito ad Jorge Martin il materiale Ufficiale, come da contratto e soprattutto tutto il supporto necessario per vincere il Mondiale. Ha vinto il Mondiale Costruttori, ha vinto il Mondiale team con clienti Pramac, ha piazzato sul podio 2 GP23 ed una GP22.

COSA CI ASPETTA!?

Tanta roba. Sulla moto che domina salirà il Pilota più dominante dell’era MotoGP, Marc Marquez su una Ducati “vecchia e privata”. Già sono iniziate delle piccole scaramucce, non oso immaginare il prossimo anno. Avremo Pedro  Acosta in KTM, Alex Rins sulla Yamaha Factory, Franco Morbidelli sulla GP24 di Pramac e Luca Marini sulla Honda HRC. Domani ci saranno i test a Valencia della MotoGP in cui vedremo all’opera tutti i Piloti sulle loro nuove moto, sarà molto interessante.

Mancano 102 giorni al Qatar, il Motomondiale 2024 è appena iniziato…

 

Francky

 

VERSTAPPEN VINCE L’INUTILE GP DI ABU DHABI

Una stagione a senso unico si chiude con un gran premio inutile su un circuito altrettanto inutile, almeno stando a quanto si è visto nelle 13 edizioni precedenti. Se si eccettua il 2021, il cui esito è stato definito artificialmente, ad Abu Dhabi non abbiamo mai visto gare entusiasmanti. Tutto troppo piatto, troppo perfetto, non ci possono essere sorprese.

E l’ultimo GP del 2023 non ha fatto eccezione. Verstappen in pole, Verstappen vince, e sono 19 gare per lui, 2 per Perez e una sola agli altri.

La partenza non riserva sorprese, con Verstappen solo leggermente infastidito da Leclerc, che poi si accoda in buon ordine seguito dalle due McLaren.

Dopo 12 giri, il ferrarista è ancora incollato all’olandese, con la McLaren di Norris a distanza di sicurezza.

Al giro 13 si ferma Alonso per un pit-stop anticipato (vi ricorda qualcosa?). Per lo spagnolo, l’obiettivo di oggi è guadagnare la quarta posizione in campionato. Al giro successivo si ferma anche Piastri, che esce proprio davanti a Nando. 

Al giro 15 si fermano anche Norris e Russell, quarto al momento. Lando è vittima di una sosta un po’ più lunga, e George gli passa davanti.

Verstappen si ferma al giro 17, con Leclerc che lo imita al giro successivo. Il monegasco si ritrova Russell attaccato agli scarichi.

In testa alla gara ora c’è Tsunoda, autore di un’ottima qualifica. Il suo box lo fa fermare al giro 23, molti giri dopo tutti gli altri, e il giapponese rientra in undicesima posizione.

Al giro 32 il distacco di Verstappen su Leclerc è aumentato fino a 7 secondi, a dimostrazione del fatto che con le gomme più dure la Red Bull è nettamente superiore non solo alla Ferrari, ma a tutti gli avversari.

Al giro 34, Norris apre la serie delle seconde soste. A ruota, nei giri successivi lo seguono Russell e Leclerc. Le posizioni non cambiano, anche se i tre si ritrovano molto vicini. 

Verstappen effettua la sua sosta molto tardi, al 43° giro. 

Le ultime tornate vivono solo grazie alla sfida fra Mercedes e Ferrari per il secondo posto nel mondiale costruttori. Decisiva è la lotta per la nona posizione fra Hamilton e Sainz, con l’inglese che passa davanti a 8 giri dalla fine, riportando la sua squadra al secondo posto. Ci pensa Perez a mettere in difficoltà gli anglo-tedeschi, superando Russell e prendendosi il terzo posto. Ma una discutibile penalità di 5 secondi per una collisione con Norris lo riporta quarto. Contento Toto, contenti tutti.

L’ultima gara della stagione finisce come altre 18, con Verstappen vincitore indisturbato, davanti ad un ottimo Leclerc e a Russell. Seguono Perez, Norris, Piastri, Alonso,  Tsunoda, Hamilton e Stroll.

Per il 2023 è tutto, appuntamento a febbraio 2024 sperando che l’off-season porti consiglio.

P.S. La stagione 2023 passerà alla storia come quella meno combattuta, ed è stato un peccato perchè ciò che ha mostrato Verstappen in certe occasioni è stato notevole, a livello delle imprese di altri grandissimi campioni. E non è corretto dire che la RB19 è un’astronave, la realtà, probabilmente, è che lui l’ha sfruttata bene a tal punto da risultare invincibile.

P.S. 2 Ieri Vasseur ha avuto l’ardire di affermare che dopo i primi test al simulatore con la SF-23, Leclerc era letteralmente scioccato. E allora tutti i proclami che arrivavano da Maranello prima dei test in Bahrain chi li metteva in giro? Gli ex fedelissimi di Binotto, che, stando a quanto ha dichiarato Elkann in settimana, non si era fatto amare molto? Ad ogni modo, visto l’inizio, la seconda parte della stagione ferrarista è stata molto migliore di quanto si potesse immaginare. Il secondo posto in campionato sarebbe stato più che meritato. E lo si sarebbe ottenuto facilmente, senza il tombino di Las Vegas e l’assurda penalità comminata a Sainz grazie all’opposizione di Toto.

P.S. 3 Se in Mercedes sapevano che la W13 era una carriola, perchè l’hanno riproposta anzichè dimenticarsela, come ora vogliono fare con la W14 che ne ha ereditato i concetti? Forse il defenestrato Elliot aveva tenuto nascosto a tutti i progetti della macchina per il 2023?

P.S. 4 Toto Wolff è un grande manager ma le sconfitte lo stanno facendo invecchiare male.

P.S. 5 Chi non è invecchiato male è Alonso, ritornato nelle posizioni alte del campionato, dopo 10 anni. La quinta posizione, per un pilota di 42 anni alla guida di una macchina non di prima fascia, è un risultato eccezionale.

P.S. 6 Simpatica l’iniziativa di Leclerc nel finale, dando la scia a Perez per cercare di fargli prendere 5 secondi su Russell mantenendo il terzo posto. La posizione finale in campionato davanti a Sainz dimostra quali devono essere le gerarchie in squadra per la fine della stagione. Con una macchina buona, è lui il vero rivale di Verstappen, senza se e senza ma. In 5 stagioni con la Ferrari, ha avuto un veicolo decente per mezza, e l’ha saputo sfruttare. Una sesta stagione mediocre sarebbe probabilmente l’ultima in rosso. E, forse, segnerebbe irrimediabilmente la fine dei suoi sogni di gloria, visti i tanti giovani rampanti (e a basso costo) che stanno arrivando.

P.S. 7 Pare che i miei P.S. vi piacciano, e ne sono onorato. Può darsi che li rivedrete anche prima del primo GP del 2024, se ci sarà qualcosa di interessante da commentare. E chissà se fra questo qualcosa continueranno ad esserci le sparate in uscita dalla GES. Oppure il sedile di Perez in bilico. Vedremo.

F1 2023 – GRAN PREMIO DI ABU DHABI

Ed eccoci, finalmente, all’ultimo atto del mondiale F1 per il 2023. Dopo 22 GP (dovevano essere 23 se non fosse stato per l’annullamento del Gp Emilia Romagna) tutti in vacanza o quasi, dato che nell’immediato post gp ci saranno i young driver test.

Si chiude una delle edizioni più monocolori di sempre, con un dominio pressochè totale della Red Bull e in particolare di Max Verstappen che va a Yas Marina in cerca della 19esima vittoria stagionale. In pratica con una sola stagione ha collezionato più vittorie che gente come Peterson, Hunt, Reutemann, Andretti, Ascari, Graham Hill, Moss non sono riusciti in una intera carriera. E’ solo una banale statistica senza contenuto ma la dice lunga su quanto sia cambiato il mondo della F1 anche solo rispetto ai tempi di Hakkinen e Schumacher, con il finlandese che in carriera di Gp ne ha vinti 20.

immagine da newsbytesapp.com

Ad essere onesti quest’ultimo appuntamento non ha molto da dire, il sentimento comune è quello di chiudere questo capitolo sperando che già l’anno prossimo si possa vedere più competizione almeno tra due team.

A tenere banco, ad essere proprio di manica larga, è la contesa per il secondo posto nel mondiale costruttori tra Ferrari e Mercedes. Contesa che , se non fosse stata per la decisione demenziale della FIA a Las Vegas in merito al famoso tombino che ha dilaniato la macchina di Sainz, sarebbe una pura formalità per Ferrari.

D’altronde si vede che il vento è cambiato dopo l’affaire Masi e tra TD39 ad minchiam e decisioni come quella di Las Vegas, i teutonici riescono a imporre molto più facilmente il loro volere. A conti fatti, un tombino rischia di far ballare molti milioni di dollari da un team all’altro. Speriamo almeno che l’astinenza alla vittoria delle frecce d’argento continui anche ad Abu Dhabi e oltre se possibile.

immagine da fanpage.it

Intanto è ancora aperta la strada ad un possibile risarcimento per i danni subito dalla numero 55 di Sainz. Si stima un danno superiore al milione di dollari, non proprio bruscolini.

Ad “allietare” l’attesa per l’inizio delle ostilità un pò di gossip da clickbait con protogonisti Hamilton e Horner che si accusano a vicenda di essersi cercati in merito ad un possibile approdo dell’inglese alla Red Bull. Sembra che l’eptacampione si sia offerto o comunque si stato al centro di trattative con i tutti i team più ambiti, cosa che Wolff da buon wolf quale è, avrà saputo sfruttare in sede di rinnovo del contratto dell’inglese mitigando le sue esagerate richieste economiche.

E notizia, seppur non ancora ufficiale che sia Leclerc che Sainz hanno rinnovato i loro contratti in Ferrari. Se per Sainz la cosa era una pura formalità, per il monegasco c’erano più incertezze ma l’assenza di un sedile libero negli altri due top team ha chiuso in anticipo qualsiasi accenno di trattativa. Speriamo solo, per Charles e per noi tifosi, che questa unione porti qualche soddisfazione in più rispetto a quelle viste negli ultimi 4 anni.

Per quest’ultimo round Pirelli porterà le gomme più morbide a disposizione. Favorito d’obbligo il solito Verstappen, da valutare la competitività di Mercedes e Ferrari con McLaren che dovrà necessariamente rifarsi dopo il weekend anonimo di Las Vegas.

Ultimo giro di giostra dunque per un intrattenimento che è diventato iperbolico, esagerato per appuntamenti e durata ma che lascia una senso di inconcludenza, poco da ricordare e per cui emozionarsi. La strada ormai già imboccata è quella di uno show sempre più veloce e dalla durata sempre più breve, vedi le garette sprint e con una spada di Damocle bella grossa anche sulla durata della gara domenicale, ritenuta sempre più troppo lunga e noiosa.

immagine da formulapassion.it

Per contro, a tutta questa voglia di cambiamento si contrappone una logica lobbistica di un mondo chiuso e autoreferenziale in merito all’entrata di nuovi team. I dieci team stanno trattando Andretti come un campagnolo che vuole imbucarsi ad un ricevimento di gala, il tutto per non “diluire” gli introiti che vengono destinati in percentuale ad ogni team. Per non parlare del conflitto costante tra Fia e F1, Domenicali e Ben Sulayem in cui spesso ci perde solo la credibilità di uno sport che di sportivo non ha più molto.

Si pensa già al 2024 e a come rompere un dominio Red Bull che sembra inscalfibile. Difficile che gli anglo-austriaci possano autosabotarsi in stile Ferrari, c’è da sperare in un inverno particolarmente fertile di idee per uno o più degli altri tre top team. Altrimenti meglio mettersi l’animo in pace fino al cambio regolamentare del 2026, in attesa del prossimo dominatore.

*immagine da blog.abudhabicityguide.com

Rocco Alessandro

 

 

 

THE LAST DANCE – HONDA DICE ADDIO A MARC MARQUEZ

Si chiude un era sportiva. Il pilota più vincente, della casa Motociclistica più vincente di sempre, correrà il suo ultimo GP domenica sul circuito di Valencia.

Honda Racing Corporation ha già affrontato degli addii, quello enigmatico di Freddy Spencer, quello drammatico di Doohan, quello col tradimento di Rossi. Tanti grandi addii ma nessuno paragonabile a questo, Marc Marquez chiude un era sportiva.

Marc Marquez in azione nei test di Valencia 2012.

Sembra ieri di vederlo con quella RC213V tutta bianca, il casco nero dei test. La trepidante attesa di sapere quanto fosse realmente forte. Ricordo poco meno di 30 giri quel giorno, molte cose le ho dimenticate ma non il crono di quel giorno.. 1’33″403. Credo poco più di un secondo da Daniel Pedrosa. Eppure lui su quella moto ufficiale non ci sarebbe mai salito se Stoner non avesse deciso di ritirarsi, anche perché era già pronta una RC213V del Team Monlau per fare il grande salto l’anno prima, che sfumò a causa dell’infortunio di Sepang 2011 con il titolo che fu “regalato” a Bradl.

Una storia d’amore durata 11 stagioni, dal 2013 ad oggi. In mezzo ci sono 6 Campionati del Mondo della MotoGP (il più vincente di HRC), cinque Triple Crown, 59 vittorie (Record vittorie HRc), 101 podi (record HRC) e 64 pole position (Record Pole in HRC ed in MotoGP). In mezzo c’è uno dei più gravi infortuni che la storia della MotoGP ricordi, con l’ipotesi del ritiro delle competizioni più di una volta in agguato. La favola di Marc si interruppe a Jerez 2020, proprio nella pista in cui una ventina di anni prima aveva stroncato la carriera di Mick Doohan.

Probabilmente la vittoria più bella e spettacolare della storia in MotoGP. Phillip Island 2015. Fonte MotoGP.com

La scelta di “rimettersi” in gioco è un salto nel buio, mentre tutti siamo convinti che farà benissimo da subito ci dimentichiamo quanto sia faticoso passare da una moto ad un’altra, dimostrazione fu Jorge Lorenzo nel suo passaggio a Ducati. Con queste MotoGP è ancora più difficile e Marc Marquez mette in gioco reputazione, onore e carriera facendo un salto nel buio andando a correre in un team Clienti con la moto dell’anno prima (GP23). 

In questi giorni Dall’Igna ha chiarito che Ducati non era interessata a Marquez e non lo avrebbe voluto bensì è stata una scelta in piena libertà di Gresini. Dovranno essere bravi a gestirlo, secondo lui, perché non è un Pilota normale.

Il futuro ci dirà se Marc Marquez potrà tornare ad essere ancora un Campione del Mondo della MotoGP, di sicuro quelli di martedì saranno i test di fine Mondiale più seguiti da un decennio ad oggi. Non ci resta che aspettare e goderci il finale.

“Non so da dove cominciare, non so se faccio bene o male, non so cosa succederà in futuro, non so se andrà tutto bene ma so tutto quello che abbiamo ottenuto insieme. È stata la decisione più difficile della mia vita, guidata dalla testa e dal coraggio ma non dal cuore. Perchè la mia squadra del cuore sarete sempre voi, quelli che mi avete sostenuto e che continuerete a sostenermi. Ma ho una cosa chiara in testa: voglio cercare di tornare a essere il miglior pilota del mondo e per farlo devo divertirmi sulla moto”. M.Marquez

Francky