NORRIS VINCE A CASA SUA. INCREDIBILE HULKENBERG.

“Sotto la pioggia”, cantava un cantautore romano una quarantina di anni fa. E’ il 6 luglio e dopo un periodo di temperature molto alte, esattamente come in Italia anche in Inghilterra la domenica si rovesciano catinelle d’acqua.

Acqua che risparmia le qualifiche, nelle quali Verstappen fa la solita magia, davanti alle due McLaren, mentre le Ferrari, candidate alla prima fila, si accontentano della terza grazie agli errori dei piloti, puntualmente sottolineati dal team principal francese.

Al momento del via c’è il sole, ma la.pista è bagnata.
Intermedie per tutti e giro di formazione dietro la SC.
La traiettoria è asciutta, ma si prevede pioggia forte al giro 15.
Leclerc e Russell si fermano per le slick. Ma il terzo settore è troppo bagnato.

Allo spegnimento dei semafori non auccede niente di particolare,  ma dopo solo 2 giri viene attivata la VSC causa fermata di Lawson urtato da Ocon. Anche Antonelli si ferma per montare le slick, mentre gli altri continuano.

Al giro 4 ai riparte e quelli con le slick perdono 10 secondi al giro. Al giro 6 di nuovo VSC per Bortoleto che si ferma in pista dopo avere sbattuto. Si riparte al giro 7 e Piastri attacca e supera Verstappen che fatica a tenere in strada una macchina molto scarica.

Le slick ora funzionano meglio delle intermedie, di circa 8 secondi.
Ma ricomincia a piovere, e la Mercedes fa fermare subito Antonelli per rimontare le intermedie. La pioggia aumenta ancora e pure Leclerc viene fatto fermare subito.

Verstappen va lungo e Norris lo passa, ed entrambi entrano ai box, seguiti da Hamilton. Il pit-stop è lungo e Lando perde la posizione su Max.

La pioggia é ora talmente forte che viene fatta uscire la SC.
Che arriva provvidenziale per le due Ferrari, che stanno letteralmente annaspando.

La gara riparte al giro 17. Hadjar disintegra subito la sua Toro Rosso tamponando Antonelli, ed esce di nuovo la SC. Si riparte al giro 22, con Piastri che, quando la macchina di sicurezza spegne le luci, pesta sul freno a Verstappen lo supera, protestando. L’australiano viene investigato per questa manovra, ma l’olandese perde la macchina ancora prima di passare il traguardo, sprofondando nelle retrovie.

Arrivano i 10 secondi di penalitá per Piastri, che ora ha 3 secondi di vantaggio su Norris.

Al giro 34 le due McLaren hanno fatto il vuoto a colpi di 2 secondi al giro. La lotta per il terzo posto é fra Stroll, Hulkenberg e Hamilton, Non appena la direzione gara abilita il DRS, Il canadese viene passato facilmente dagli altri due.

La pista si sta asciugando e Alonso al giro 38 azzarda il montaggio delle slick, imitato dl giro dopo da Russell. Ma é troppo presto, e George si esibisce in una bella piroetta.  Dopo 3 giri é il momento giusto, e rientrano Hamilton e Verstappen.

Anche Hulkenberg si ferma, e riesce a tenere la terza posizione su Lewis, autore di due lunghi.

Al giro 44 Piastri si ferma e sconta la penalitá, e al giro successivo ai ferma Norris. Il distacco fra i due ora é di 5 secondi e tale rimarrà fino alla fine.

Hamilton prova ad andare a prendersi il podio, ma Hulkenberg riesce a tenerlo a distanza.

E finisce così con Norris che vince a casa sua davanti a Piastri, all’incredibile Hulk che conquista il suo primo podio in 239 gare partendo 19o. Poi Hamilton, Verstappen, Gasly, Stroll, Albon, Alonso e Russell.

Fra due settimane si correrà a Spa, dove la pioggia è di casa. Ma oggi abbiamo visto che l’ordine non cambia. Siamo tornati nel 1984 (o 1988, fate voi). Con la differenza che Norris e Piastri non assomigliano neanche lontanamente a Lauda, Prost e Senna.

P.S. Dal divano, si vedeva benissimo che il terzo settore era bagnato. E, probabilmente, si vedeva anche dal remote garage e dalla pista. E in Ferrari hanno deciso, per la prima volta, di ascoltare il pilota. Ovviamente sbagliando.

P.S. 2 Dopo avere dato ai piloti una monoposto inguardabile, grazie (pare) al licenziamento del DT nel pieno del progetto, il nostro prode francese non perde occasione per sottolineare gli errori dei piloti, smentendoli pure platealmente nelle interviste. I quali piloti, a quanto pare, gli vogliono talmente bene da mettersi in affari con lui (Leclerc) o da dire che non sarebbe mai arrivato se non fosse stato per lui (Hamilton). Contenti loro…

P.S. 3 In quanti dopo la gara di oggi diranno che Leclerc ha fatto una marea di errori. Vero, ma l’altro non è riuscito ad andare a prendere il podio ad Hulkenberg (!), commettendo svariati errori nel finale, quando viaggiava in aria pulita e sull’asciutto.

P.S. 4 Curiosa la chiamata di Piastri che rivoleva la posizione a compensazione della penalità. E ancora più curioso che Andrea Stella abbia ammesso che era già in programma, in caso di SC, di fare in modo di ridargliela, la posizione. Io francamente non ho capito perchè a suo dire questa manovra compensativa sarebbe stata necessaria. 

P.S. 5 Abbiamo giá capito che Binotto si aggiungerà alla lunga lista di quelli che si sono formati sotto la gestione Todt e che hanno poi contribuito a far vincere le altre squadre. Per la cronaca, il podio di oggi é formato da squadre il cui comando è nelle mani di questi ex.

P.S. 6 La resurrezione della Sauber e di Hulkenberg ricorda molto quella quella della APXGP e di Sonny Hayes, narrata nel film F1 – The movie. 

P.S. 7 E, infine, una parola per Nico, uno dei piloti più sottovalutati della storia della F1. Oggi è stato ricordato più volte che in molti casi non ha saputo essere all’altezza dei compagni di squadra. Ma nella seconda parte della sua carriera, quando ha dovuto sostituire qualcuno su qualche carriola, ha sempre fatto meglio e in diversi casi la carriola l’ha portata a punti. L’Audi non poteva scegliere pilota migliore per costruire la squadra, speriamo solo che gli dia il tempo di cogliere qualche soddisfazione prima di sostituirlo con un top driver.

* immagine in evidenza dal sito www.formula1.com

F1 2025 – GRAN PREMIO DI GRAN BRETAGNA

Doveva rappresentare la riscossa Red Bull, è andata a finire con una disfatta clamorosa. Questo è il verdetto del Gp d’Austria che ci accompagna verso Silverstone con un mondiale piloti che è ormai una questione interna McLaren, con quello costruttori che in pratica potrebbe già essere assegnato.

Basti pensare che è più vicino Leclerc a Verstappen di quanto quest’ultimo non lo sia da Norris che è secondo a 15 punti da Piastri. Alla fine è anche giusto così, la McLaren ha la miglior monoposto e Verstappen non può sempre mettere una pezza alle mancanza della sua Red Bull.

immagine da motoremotion.it

Quindi cosa ci aspettiamo dal Gp di Gran Bretagna? So che a molti di voi non importerà molto ma è il primo Gp corso in casa per Hamilton da pilota Ferrari. Vedremo molte più bandiere rosse in tribuna dopo che per anni il colore predominante era il grigio scuro? Considerando la simpatia che gli albionici hanno per la Rossa dubito fortemente ma chissà che questo non risvegli l’etpa dal suo torpore.

Per la SF-15 si tratterà di un’altra gara in cui cercare di sfruttare il nuovo fondo visto in Austria, in attesa della nuova sospensione posteriore prevista in Belgio. Si lavora ancora per il 2025 quindi, mentre Hamilton già vorrebbe concentrarsi sul 2026. Al solito a Maranello molte voci e chissà quale direzione è stata presa, sperando di non aver compromesso già qualcosa in vista del prossimo anno.

La Mercedes arriva in pratica alla gara di casa sempre con un pilota inglese, veloce  ma molto meno titolato e a cui non è stato ancora rinnovato il contratto. Sembra ci sia lo zampino del 33 olandese che Wolff sta cercando insistentemente per l’anno prossimo.

Certo è che gli anglo-teutonici non possono permettersi un’altra figura come quella rimediata al Red Bull Ring, cosa che ha permesso addirittura alla Ferrari di sopravanzarli in classifica costruttori. L’aria di casa forse farà bene ma ormai anche loro stanno pensando più al 2026 che alla stagione in corso e stanno pensando di arrivarci con il pilota più forte del lotto.

La tentazione in Mclaren dopo la doppietta in Austria sarebbe quella di parafrasare la battuta di un noto film di Tarantino in merito a pratiche sessuali vicendevolmente offerte ma, al di là di ogni eccesso di confidenza, la realtà dice che ormai il titolo piloti è una mera questione interna. Silverstone sarà l’ennesima lotta di nervi tra Piastri e Norris, il team dovrà “solo” cercare che i due non commettano sciocchezze.

Silverstone è un circuito in cui non è semplice trovare un buon bilanciamento. In linea del tutto teorica è una pista in cui la McLaren potrebbe incontrare qualche difficoltà in più mentre Red Bull, o almeno, la Red Bull n°33 dovrebbe trovarsi meglio rispetto al Red Bull Ring.

immagine da deccanherald.com

Classico trappolone dopo una domenica trionfale? Considerando le prestazioni di questo 2025 difficile che la McLaren incappi in un weekend tanto sciagurato ma sarà meglio per loro tenere l’attenzione ben alta per non dare nuova linfa alle speranzo di Verstappen.

Potrebbero essere della partita anche Mercedes e Ferrari anche se, condierando sempre quello visto fino ad ora, sarà difficile che possano inserirsi nella lotta per la vittoria. La temperature basse (Mercedes) e i curvoni veloci (Ferrari) dovrebbero favorirle rispetto alle due sopra citate ma al solito sarà la pista a emettere i suoi verdetti.

In ogni caso, un aspetto positivo da considerare nel vedere Hamilton in Ferrari sarà vedere l’imbarazzo degli inglesi a tifare il proprio beniamino vestito di rosso. Lo so, ci si accontenta di poco ma tant’è…

*immagine in evidenza da 51gt3.com

Rocco Alessandro

 

LE NON PAGELLE DI AUSTRIA 2025

Spielberg, patria del Red Bull Ring, è uno di quei circuiti che sembrano semplici ma che in realtà nascondono insidie da manuale. Con le sue curve a gomito e i rettilinei spezzati, è un tracciato che premia la potenza e la trazione, ma punisce chi non ha nervi saldi. Nato come Österreichring negli anni ’70, ha visto trionfare leggende come Ickx, Siffert, Fittipaldi, Peterson, Reutemann, Alan Jones, Laffitte, il compianto De Angelis, il Lauda del mitico titolo del 1984 per mezzo punto su Prost, a sua volta vincitore di diverse edizioni. Rinato come A1-Ring e poi Red Bull Ring, è stato dapprima timbrato a dovere da Hakkinen e Schumacher e poi è diventato il feudo di Verstappen. La sua collocazione in fondo valle porta spesso importanti variazioni di temperatura che spesso rendono la gestione gomme un rebus. L’edizione 2025 non ha fatto eccezione

NORRIS voto 10

Inattesa tenuta psicologica per Landino nostro, che finalmente dimostra di saper reggere la pressione. Perfetto in qualifica, chirurgico in gara, non sbaglia nulla (nonostante un danno all’ala anteriore) e si prende una vittoria che odora di bello. Contento.

PIASTRI voto 7

Ha mostrato un po’ di affanno, forse dettato dalla consapevolezza che forse non aveva la stessa velocità di Norris, il che ha reso spettacolari le prime fasi della corsa. Poi decide di non pungere più e porta a casa un secondo posto preziosissimo. Meno brillante del solito, ma sempre solidissimo.

LECLERC voto 8

Discreta prova grazie agli aggiornamenti vettura. Parte bene, gestisce meglio, e nel finale si prende il podio con una certa classe. Ferrari sembra aver trovato qualcosa, e Charles lo sfrutta al meglio.

HAMILTON voto 6.5

Anche lui beneficia degli aggiornamenti Ferrari, e si vede. Gara intelligente, sporcata da un brutto errore (un’escursione in ghiaia) che poteva costargli carissimo. Anche se alla fine ottiene un buon risultato ho avuto quella strana sensazione, di quelle del tipo, ecco, con molta titubanza, sia chiaro, e con il grande auspicio d’esser smentito ma, insomma… ex-pilota?

RUSSELL voto 7

La delusione tecnica di Mercedes si riflette sul suo volto a fine gara. Parte forte, come sempre, ma poi perde ritmo. Non è colpa sua, ma il risultato lascia l’amaro in bocca.

LAWSON voto 8.5

Mi devo ricredere rispetto a tutte le pessime occhiate che gli ho lanciato in stagione perché questa volta devo fargli i complimenti. Qualifiche eccellenti e gara solidissima che, grazie al ritiro di Max e Antonelli sfrutta alla grande portandosi a casa un bottino assai succulento. Bravo!

ALONSO voto 8

Applausi alla vecchia volpe. Non ha il mezzo nemmeno oggi, ma ci mette il solito gran mestiere e porta a casa punti con classe. Sempre più Highlander della F1.

BORTOLETO voto 9

MVP di giornata. Con una Sauber rinfrancata, fa magie in qualifica e in gara e si prende un ottavo posto che vale come una vittoria. Finalmente!

HULKENBERG voto 8

Buona gara e buona Sauber. Parte indietro ma rimonta con grinta. Sempre più affidabile.

OCON voto 7.5

Tenace come pochi in una gara complicate dal punto di vista strategico. Non ha il passo, ma non molla mai e lotta fino all’ultimo. Bravo!

NOTE DI MERITO

Nessun altro pilota ha dato segni di meritarsi un plauso. Le strategie indovinate da Lawson e Alonso hanno tolto speranze a chi sperava di giocarsela sul ritmo.

NOTE DI DEMERITO

Williams ha ‘fritto’ entrambe le vetture, un disastro tecnico e strategico. Antonelli merita una tiratina d’orecchi: troppo nervosa in partenza lo porta al classico errore da principiante che, a onor del vero, quest’anno non s’era ancora visto in queste proporzioni. Va là, che va ben li stess’ Kimi!

 

Ci vediamo a Silverstone!

BASTIAN CONTRARIO (XI) One man show

Il re è nudo ormai, il GP austriaco svoltosi domenica scorsa, ha di fatto messo in luce tutta la criticità della politica del “one man show” adottata da Red Bull. Del resto si scopre l’acqua calda, perché nel momento in cui una squadra non solo è dipendente, bensì è concentrata su unico pilota, è inevitabile che sulla distanza certe scelte si pagano; e salate anche. Red Bull è alla continua ricerca spasmodica del nuovo Verstappen, senza voler rendersi conto che un pilota come lui nasce una volta ogni generazione. Con la cieca ambizione di voler sfornare prodigi ogni decade, sono finiti dal passare da fucina di giovani talenti, a tritacarne di ottimi piloti. Perché è fuori discussione che sebbene ragazzi come Gasly, Albon, Perez ed in ultimo Lawson e Tsunoda, non siano dei talenti purosangue, è altrettanto vero che sono gentleman di tutto rispetto. Evidentemente Marko da quell’occhio buono che gli rimane proprio non ci vuole vedere, ed alla fine tutti i nodi sono venuti al pettine. Nel GP di domenica scorsa, tra le vallate austriache, abbiamo avuto l’antipasto di cosa sarà la Red Bull senza Verstappen (questo scenario, lo si voglia o meno, accadrà presto): il nulla cosmico, una squadra persa che se gli va bene potrà lottare con le scuderie del cosiddetto midfield. Red Bull ha spinto cosi tanto nel supportare il suo super talento, che alla fine si è ritrovata con un pugno di mosche in mano, perché la politica del “one man show” può andare benissimo quando hai una vettura dominante (bei tempi quello del mondiale 2023!), solo che con quel tipo di monoposto bravi tutti e nel frattempo nessuno si accorge della falla che si sta creando lentamente all’interno del sistema. Il problema nasce nel momento in cui non sei più dominante e, soprattutto gli altri iniziano a recuperare, tanto da prendere il tuo posto. La politica del “one man show” va benissimo quando in squadra hai uno che si chiama Adrian Newey, che ti permette di dormire tra due soffici guanciali, perché sai che in un modo o nell’altro ad ogni gara avrai un missile con cui attaccare la concorrenza. Non è un caso che tutte le attuali magagne siano iniziate proprio dall’anno scorso, momento in cui il genio inglese ha fatto le valigie per migliori lidi. Sebbene nel mondiale del 2024 il campione olandese abbia tenuto botta (vuoi per il vantaggio di inizio anno e, vuoi perché McLaren si è trovata un mezzo superiore allo stesso reparto corse che non è stato all’altezza di gestirlo), in questo nefasto (per Red Bull si capisce) 2025 i bibitari stanno facendo i conti con il vuoto che è stato lasciato da Newey. Wachè è un signor ingegnere e non si discute, eppure di Newey ce n’è uno solo ed infatti oggigiorno la Red Bull si trova ad inseguire, tanto che nella Stiria era addirittura terza forza dietro la Ferrari, il che è tutto dire! Nel momento in cui una squadra è costretta ad inseguire, le probabilità che ci siano casini dietro ogni angolo aumentano, cosi come aumentano le probabilità che ti possa arrembare qualcuno addosso caso mai parti dalla terza o peggio quarta fila. L’Alonso ferrarista, giusto per fare un nome a caso, ne sa qualcosa visto che ha perso due mondiali perché la prima fila proprio non riusciva a raggiungerla (di fatto Ferrari non riesce a risolvere i problemi della qualifica da un decennio almeno… sigh) e di conseguenza gli incidenti erano all’ordine del giorno.

Di mettere in croce il buon Kimi proprio non mi va, visto e considerato che è nel suo anno di apprendistato e, questo Mercedes lo ha messo in conto sin dall’inizio (uno dei tanti motivi per cui si è anticipata nel farlo sbarcare ora, prima dell’avvento del nuovo regolamento), per non parlare del fatto che proprio lo stesso Verstappen, all’inizio della sua carriera, ha rischiato di ereditare il soprannome del padre (“Versbatten”). Antonelli non era un campione in Canada, dopo aver conquistato il suo primo podio (vero) in F1, cosi come non è una pippa ora solo perché è arrivato a cannone sull’attuale campione del mondo. Tutto ciò fa parte del normale percorso di crescita del giovane pilota e, a tal proposito, Max si è comportato da campione anche in questo: forse in passato, con meno anni sulle spalle, avrebbe torto il collo al nostro connazionale ed invece non solo non si è arrabbiato addirittura è stato anche comprensivo, semplicemente perché ci è passato anche lui. Ad onor del vero la sua delusione era più verso la sua attuale condizione, perché egli è ben conscio che se fosse partito in prima fila tutto ciò non sarebbe successo. Chissà cosa avrà pensato il suo compagno, mentre sfilava la curva incidentata, in comoda ultima posizione? Di sicuro Yuki di pensieri per la testa ne ha da vendere, tant’è vero che a fine GP nel parc fermè, è rimasto a lungo seduto in macchina. Certo che è dura digerire che fino a qualche GP fa andava a punti quasi regolarmente ed ora, con una macchina in teoria più competitiva, ha totalmente disimparato a stare in pista, così come non deve essere semplice sapere che colui il quale ha sostituito, è andato a punti proprio nel GP di casa Red Bull (Lawson ndr) con la macchina che aveva prima!. La narrazione del “one man show” ci dice che le due RB-21 sono uguali e, non ho dubbi a riguardo, solo non mi si venga a raccontare che sono uguali anche i due box, gli assetti e tutto quello che serve per far stare la vettura in pista. Ormai il nervo è completamente scoperto e sarà matematico che chiunque salga al posto del giapponese (forse solo Charles e Russell si salvano) farebbe la stessa fine. Salvo miracoli, per Verstappen ora si mette veramente male, perché per recuperare questa McLaren si deve vincere con continuità e, allo stato attuale, non ce la vedo la Red Bull (di Max of curse!) che vince quattro, cinque GP di fila… è il “one man show” baby ed ora i bibitari, cosi come hanno succhiato tanto dolce, mi sa che è arrivato il momento di ingollare anche l’amaro calice.

In McLaren proprio non ci pensano a perseguire la politica degli avversari, anzi più che “one man show”, sono per il “salviamo capra e cavoli”: consci della loro forza e, sapendo che Verstappen era fuori dai giochi, hanno avuto lo stomaco di attardare in pista lo squalo Piastri con una gomma spiattellata, pur di evitare il duello in pista (che Oscar comunque ha cercato!) e soprattutto per salvare il morale di Norris, il quale di rimando, al traguardo tutto ha fatto tranne che esultare. L’inglese papaya era ben conscio del fatto che, sebbene il suo weekend sia stato ineccepibile, sapeva benissimo che senza l’aiuto della squadra forse sarebbe stato lui a trovarsi immediatamente dopo Charles sul podio. Fino a quando McLaren potrà essere cosi sfacciata a riguardo? Già in Canada abbiamo visto che il duello è inevitabile, cosi come sappiamo benissimo chi, tra i due papaya, mentalmente sia più solido. A parità di mezzo (con McLaren ebbene si, possiamo affermarlo!) i due faranno la differenza al sabato e, se c’è una cosa che abbiamo imparato l’anno scorso proprio dall’attuale campione, primeggiare al sabato è praticamente mezzo mondiale in tasca: di fatto il “one man show” papaya è solo in qualifica che si può attuare, perché in quel frangente non c’è aiuto che tenga, in quanto devi essere più veloce del tuo compagno avversario.

Concludo spendendo una chiosa finale sul miserrimo podio Ferrari: come ho detto tempo fa, ammesso che gli aggiornamenti Ferrari funzionino, rimarrà solo un grande rammarico per via di quello che sarebbe potuto essere (se avessero azzeccato la macchina da subito) ed invece è! LeClerc, con una SF-25 con fondo nuovo, è il primo degli altri e naturalmente viene da chiedersi che “one man show” sarebbe potuto essere se avesse avuto la vettura giusta già dall’Australia. Domanda tanto ridondante ormai quanto inutile, cosi come trovo inutile tutte le aspettative che ci sono a riguardo del correttivo finale che la Rossa dovrà portare, cioè la sospensione posteriore. Ammesso che funzioni naturalmente sarà fuori tempo massimo e, ammesso che riesca a far vincere qualche GP, sarà solamente un tentativo di sbiancare una macchia che ormai è indelebile. A detta di qualche professionista del settore, concludere l’anno con almeno una vittoria, farebbe bene al morale per iniziare bene l’anno successivo. Resta da capire il morale di chi, visto che il silente quanto improduttivo Lewis, sta muovendo tutti i fili necessari per rivivere in rosso il suo personale “one man show”.

Buon British GP a tutti.

Vito Quaranta

VENI, VIDI, VICI. – MARQUEZ VINCE ANCHE AD ASSEN

Marc Marquez vince anche ad Assen. Raggiunge Giacomo Agostini nel totale delle vittorie in classe Regina (68) ed allunga nel Mondiale guadagnando ben 28 punti su Alex Marquez ed altri 16 su Bagnaia, che viene sconfitto nuovamente in una delle “sue” piste. Vince anche la Sprint ad onor di cronaca, ma ormai quella è un abitudine…

ASSEN, NETHERLANDS – JUNE 29: Marc Marquez of Spain riding the Lenovo Ducati (93) wins the Grand Prix during the MotoGP of Netherlands race at TT Circuit Assen on June 29, 2025 in Assen, Netherlands. (Photo by Gold & Goose Photography/Getty Images)

 

Oggi devo correre in difesa, Alex e Pecco vanno più forti di me su questo circuito. (M.Marquez)

 

Dopo 10 GP quel demone rosso, col numero 93, ha 307 punti. Ha vinto 9 Sprint su 10, ha vinto 6 gare su 10, in totale tra Sprint e gara su 20  disputate ne ha vinte 15 . Una media punti di 30,7/GP su 37 disponibili. Mai abbiamo visto questi numeri dall’introduzione del format con la Sprint, basti pensare che lo scorso anno dopo 10 GP Jorge Martin aveva 241 punti. Praticamente Marc ha 66 punti in più dopo soli 10 GP rispetto a quella che è la miglior stagione della storia Ducati in termini di punti.

THE RACE –

La gara di domenica era partita con altissime aspettative di Bagnaia (“posso vincere, non è la sprint”) e con la sorpresa di un Marquez vincente nella Sprint da sfavorito dopo le due cadute rimediate al venerdì. Le qualifiche erano andate meglio per Pecco che per Marc, ma la pole l’aveva fatto quel diavolo di Quartararo su una M1 vestita con la livrea della mitica R7 di Haga. Pronti via e Bagnaia balza in testa alla corsa seguito subito da Marc Marquez, tutti si aspettano una fuga di Pecco ma in realtà il 93 dopo 5 giri passa in testa e diventa imprendibile. Bagnaia viene superato dal Bez e da Pedro Acosta ma sul finale di gara riesce a riprendersi il 3° posto a danno del pilota KTM. Alex Marquez è vittima di un infortunio alla mano a causa della caduta rimediata dopo il contatto con Pedro Acosta. Giornata nera per il Team Gresini che perde in gara anche Aldeguer, vittima di un incidente con Mir.

Marco Bezzecchi sulla RS-GP durante Assen GP. Fonte MotoGP

Aldilà della vittoria di Marc, che sorprende più per come è arrivata, il Pilota del giorno è senza dubbio Marco Bezzecchi. Ha quasi rischiato di vincerla ad Assen, arrivando addirittura davanti a Bagnaia. Un grande risultato per Aprilia visti soprattutto i tempi che corrono con la grana Martin. Molto bene anche le KTM di Acosta e Vinales chiudono la TOP5. Deludono invece le Ducati del VR46 lontane dal podio con il Diggia in P6 e Morbidelli in P7. La sensazione personale è che Franco abbia esaurito le sue chance in MotoGP e quella sella sia già prenotata da Pedro Acosta.

BAGNAIA FUORI DAL PROGETTO.

Questa moto non si adatta allo stile di Pecco. Ma quindi questa moto chi l’ha sviluppata? Solo Marc!? O invece il “limite” di Bagnaia è proprio Bagnaia stesso!? Probabilmente il miglior Bagnaia l’abbiamo visto e adesso che si è alzata l’asticella non ne ha, tecnicamente e mentalmente, per stare con Marc. Il che non sarebbe un problema visto che il 93 ha pensionato e battuto prima Pedrosa, poi Valentino ed infine Lorenzo; ma di sicuro è un problema per lui prenderle ogni domenica da Alex Marquez che guida per un Team clienti.

La cosa che lascia perplessi non sono tanto le dichiarazioni, ancora una volta piccate verso una moto che l’ha portato sul tetto del Mondo, quanto le diversità di visioni tra Bagnaia e Dall’Igna. Si avverte un netto scollamento tra le parti e Gigi ha già mostrato in passato, con altre dichiarazioni, una presa di posizione diversa da quella di Pecco.

Ad inizio campionato dissi “qualora Marquez dovesse fare il vuoto nel Mondiale, Bagnaia potrebbe guardarsi intorno”. Ed in effetti secondo me un pensierino lo sta facendo, con i motori bloccati nel 2026 potrebbe anche essere peggio di così.

CLASSIFICA MONDIALE

Marc Marquez allunga nel Mondiale proprio alle porte del GP del Sachsenring che segna il giro di boa del Mondiale. Dopo tre “All In” di fila (Aragona/Mugello/Assen) rischia di ammazzare definitivamente il campionato a metà stagione qualora dovesse dominare anche in Germania.

CRISI DUCATI DICEVANO!?

Vi ricordate dopo LeMans e Silverstone, qualcuno asseriva che la Ducati fosse in crisi. Proviamo a vedere quanto è forte questa crisi nel Team Lenovo: I podi dopo 10 GP tra Sprint e gara nel 2023 erano 15, nel 2024 erano 17, nel 2029 sono 29. 

Analizzando invece i podi per casa costruttrice tra Sprint e gara nel 2023 erano 41, nel 2024 erano  43 mentre nel 2025 sono 54!!! E nel 2025 ci sono 3 team, non 4 come gli altri anni…

Personalmente l’unica crisi la vedo nelle teste di chi non riesce a giustificare la sonora paga presa da Bagnaia. Sono in piena crisi evidentemente…

 

 

Francky

 

Life is racing, all the rest is waiting