F1 2024-GP DEL BELGIO SPA FRANCORCHAMPS

Si arriva all’ultima gara prima della consueta, ormai, pausa estiva.

Spa-Francorchamps resta ad oggi la pista più bella dell’intero giro annuale. Ci si arriva con il settimo vincitore diverso in questa prima parte di stagione. Hanno vinto tutti i piloti dei 4 teams più importanti tranne uno: Sergio Perez. Il messicano, guarda caso, è compagno di chi è in testa al campionato e che ha vinto più di tutti gli altri. In RBR si stanno ponendo delle domande gia da un pezzo. Eppure sono stati loro a rinnovargli il contratto per il prossimo futuro in maniera precoce. Sarebbe comincino anche a darsi le risposte: il Checo di oggi è davvero l’ombra del pilota che fu.  A Zandvoort potrebbe presentarsi qualcun altro al fianco del Campione del mondo in carica.

I valori in campo saranno quelli che già conosciamo. La frequenza con la quale si corre ci da delle ragionevoli certezze.

La miglior monoposto in pista da Miami in avanti è la McLaren, pertanto è d’obbligo ritenere che sia la favorita per il weekend belga. Nonostante la superiorità del mezzo sono riusciti a pasticciare “meglio” di chiunque altri, portando a casa solo due vittorie da quando è stato fatto smontare quel terzo elemento a gas dalla sospensione delle RB20.

Senza tornare sulle polemiche dell’Ungheria, Norris dovrà mettere i puntini sulle “i” (e pure su tutte le altre vocali) se vorrà sentirsi in corsa con quel pescecane di Max Verstappen.

Chi scrive pensa che in condizioni normali la gara sia una faccenda privata tra i due sopracitati perchè le “rinascenti” AMG staranno si nei dintorni, ma con un ruolo da comprimarie.

Per il “gambero rosso” della nostra Scuderia nazionale sarà un altro fine settimana di esperimenti per comprendere quale combinazione di Spec possa funzionare meglio. Sarà durissima.

Non c’è molto da aggiungere visto che la frequenza delle gare e dei commenti alle stesse esaurisce gli argomenti “nuovi” con una velocità che in passato era inimmaginabile. Questa settimana abbiamo avuto l’incarico a capo di Audi del tanto vituperato Binotto che ha preso posto sui 4 anelli dai quali è scivolato il tanto lodato Seidl. Onestamente non ci capisco più molto…

Altra notizia della settimana è l’ingaggio di Ocon in Haas. Evidentemente al team piacciono particolarmente i piloti “fallosi” come Grosjean, Magnussen e lo stesso Mick Schumacher…Contenti loro….

Prima di lasciarvi però vi lancio qualche sprazzo di storia della pista più affascinante del giro, la pista che ha visto nell’era moderna 3 veri padroni assoluti delle proprie epoche nelle Ardenne: Senna, Schumacher, Raikkonen. Spa era il loro giardino di casa.

Ed anche momenti epici

Buon divertimento

 

PS. Vogliate perdonare l’ignobile sostituzione al volo del titolare dell’appuntamento. Tornerà presto ma aveva diritto anche lui ad una Vacanza. Grazie Ale.

SV

 

Immagini tratte da X

Immagine di copertina tratta dal sito mavment.com

 

 

 

BASTIAN CONTRARIO- CHI SI ACCONTENTA GODE

CHI SI ACCONTENTA GODE

Godiamocelo davvero questo mondiale, o per meglio dire, questa fase regolamentare che sta andando a finire perché nel 2026 faremo tutti un balzo indietro di dodici anni e ritorneremo, quasi sicuramente, al 2014. Che poi sia di nuovo la Mercedes a dominare questo non è dato sapere e, solo che ci penso, mi viene la depressione. I capoccia della F1 dovrebbero tutti impazzire di botto per arrivare alla scelta di rimandare il nuovo regolamento di un altro paio d’anni: come ho sempre scritto su questa rubrica, la forza spettacolare di questo mondiale, sta proprio nella curva di appiattimento dell’attuale regolamento in luogo del quale, tutte le squadre hanno letteralmente cavato sangue dalle rape, raggiungendo cosi l’apice prestazionale ricavabile dalle attuali regole (naturalmente sta poi ad ogni singola squadra capirne le potenzialità… ed infatti proprio per questo motivo Ferrari sta messa male, per non dire altro!) e, paradossalmente, è stata proprio la dominante Red Bull di Verstappen ad indicarne la via. Dopo un 2022 parzialmente combattuto, Horner e soci hanno letteralmente annichilito tutta la concorrenza proprio perché avevano meglio interpretato (grazie a Newey o a Wachè? Dopo quanto visto in Ungheria il dubbio viene) le regole, solo che gli altri non stavano a guardare, ed infatti la McLaren del duo Brown – Stella, ha preferito sacrificare metà 2023 per arrivare preparati all’attuale mondiale per raccoglierne i meritati frutti.

Purtroppo questi frutti, non sono tutti dolci per la squadra di Woking e, l’impressione dopo quanto visto nel GP di domenica scorsa, è che la McLaren abbia deciso di “accontentarsi” del solo campionato costruttori… chi si accontenta gode evidentemente. Dico questo perché la stessa squadra papaya ed il suo pilota di punta, hanno creato una situazione esplosiva sia dal punto di vista mediatico che all’interno dello stesso team: mi riferisco all’ennesima partenza fallata di Lando prima e, a quella chiamata anticipata a favore proprio dell’inglese dopo. Lando purtroppo non si sta dimostrando all’altezza del mezzo che ha e, sebbene legga che il ragazzo è la prima volta che si trova in una situazione del genere e debba crescere, è anche vero che i cavalli di razza si vedono subito (specie in queste circostanze) e, soprattutto, il treno quante volte può passare in orario per il pilota in questione? Con la vittoria amara (altro che chi si accontenta gode, io al posto di Piastri sarei incazzato di brutto con la squadra!) del compagno, praticamente la sua posizione di leadership è stata azzerata ed anzi, considerando che Piastri è solo al suo secondo anno in McLaren rispetto allo stesso Norris, ora l’australiano si trova in una situazione di forza perché ha lo stesso numero di vittorie del compagno ottenute in un tempo minore… vuol dire che il giovane australiano è meritevole e, che in futuro (già nel 2025?), la squadra dovrà farsi bene i conti su chi puntare. McLaren con la scusa di proteggere le spalle a Norris, con quella chiamata anticipata (undercut), il pensiero su chi puntare l’aveva fatto eccome (è pur sempre un pilota inglese in una squadra inglese), ed è qui che purtroppo hanno peccato quanto meno di ingenuità: per quale motivo non sono stati chiari da subito? Come mai non hanno deciso a tavolino, dato che contro questo animale chiamato Verstappen se si vuole vincere ogni punto è preziosissimo, che la cosa più logica è puntare tutto su chi è più vicino in classifica? Addirittura lo stesso Team Principal Andrea Stella ha detto che avevano previsto una situazione del genere… allora mi chiedo come mai Norris ci abbia messo cosi tanto tempo nel farsi superare? Del resto anche lo stesso pilota inglese ha sopravvalutato la sua cattiveria agonistica: diciamocela tutta, uno come Max, non avrebbe mai ceduto la posizione con buona pace di tutto il casino che ne sarebbe seguito, mentre Lando ha prima recitato il ruolo del migliore, addirittura allungando su Piastri (sperando che la squadra lo autorizzasse a rimanere leader), per poi farlo passare in maniera eclatante alla fine del GP: nemmeno la furbizia, come ha suggerito il mio amico @Icemankr#7, di farsi superare subito in modo da avere più giri a disposizione per provare a sopravanzarlo in seguito. “Per vincere il mondiale hai bisogno del tuo compagno”, hanno chiosato in radio, ed il pilota inglese ha preferito dare ascolto alla squadra accontentandosi di godere del secondo posto, regalando nel contempo una meritata doppietta alla sua squadra… contento lui. Dio non voglia che Max vinca l’attuale mondiale per soli sette punti, altrimenti il pilota inglese avrà di che disperarsi in merito.

Di certo chi non si accontenta mai è proprio il buon Verstappen, il quale domenica scorsa ha dato fondo a tutta la sua arroganza agonistica, disputando cosi il peggior GP della sua carriera e, con una “macchina” perfetta quale è lui (no, la RB20 è lungi dall’esserlo in questo momento) dove la parola sbagliare non è contemplata, quanto abbiamo visto fargli fare tra le pieghe dell’Hungaroring stride non poco. Un Max nervoso, poco lucido e continuamente lamentoso in radio, tanto da assomigliare proprio ad Hamilton che ha dovuto fare i conti con una realtà che si chiama “non dominio”. Evidentemente questa deve essere una malattia che contagia tutti i campioni che, dopo che sono stati abituati ad avere mezzi perfetti da un secondo al giro più veloce della concorrenza, cadono inevitabilmente in disgrazia che è appunto il piangere per radio. Sia chiaro per Verstappen è ancora presto la sua “Hamiltonizzazione”, fosse solo per un fatto di età, fatto sta che domenica scorsa ha dato del suo peggio con quelle staccate al limite (altro che track limit controllati dall’intelligenza artificiale con lui!) e con quei tentativi di sorpasso di dubbia intelligenza (più che intelligenza artificiale infatti, in questo caso, dovrei dire “intelligenza caprina”), tanto da incornarsi proprio con lo stesso Hamilton, che in quanto a bastardaggine soprattutto quando gli gira bene, non è secondo a nessuno. Sembra che Max abbia fatto le tre del mattino per gareggiare virtualmente ad una delle sue tante gare on line. Mi facevano notare che anche prima di Imola si sparava questi after hours agonistici… vero! Solo che è anche vero che quando si corse in Emilia Romagna, la McLaren non era ancora la squadra che aveva recuperato otto decimi (in un anno) definitivamente sulla Red Bull. Con questo voglio dire che il campione del mondo ha bisogno di dormire di più? No, anche se il sonno fa più che bene, solo che le continue lamentele di Max, dopo tutto quello che la squadra gli ha dato (lui, che è un gran signore, ha mandato a farsi… benedire tutti coloro i quali lo hanno criticato in tal senso!), sono segno che nell’ambiente qualcosa inizia a scricchiolare e, la polemica che ne è seguita, tra chi avesse voluto i cosi detti cannoni (poi tolti sulla macchina del campione del mondo) e chi no (Newey!), ha fatto scoppiare il bubbone all’interno della squadra. Quello che stiamo vivendo, è stato ed è, un mondiale che non ti fa rilassare mai dal punto di vista degli ingaggi (a proposito, proprio mentre scrivo, Audi ha ingaggiato Binotto a capo della squadra. Citando uno degli attori/trivellatori in Armageddon: “Cazzo se ti si ammoscia quassù!”) e, se Max dovesse perdere il mondiale contro “l’eunuco” Norris (prima pretende le scuse “dall’amico”, salvo quasi fargliele lui stesso… come altro lo dovrei definire?), mentre la Mercedes di Toto cresce prestazionalmente parlando, allora non meravigliamoci che l’olandese faccia le valigie e vada a Stoccarda. Del resto chi si accontenta gode e Verstappen, nello scenario peggiore, tre titoli li ha già vinti.

A proposito di accontentarsi e godere, vi starete chiedendo come mai non parlo di Ferrari: Vasseur, alle interviste, ha detto che l’anno scorso su questo stesso circuito, avevano rimediato un distacco pari al minuto, mentre “oggi è andata bene perché eravamo solo a venti secondi”… che diavolo gli dici ad un Team Principal, della Ferrari per altro, che ti risponde cosi? Del resto da una quinta scelta, non ci si possono aspettare dichiarazioni di prima qualità quindi, accontentatevi e godete assieme a lui.

Buon GP del Belgio a tutti… li hai voglia a godere!

Vito Quaranta

 

LE NON PAGELLE DI BUDAPEST 2024

Superata la boa di metà campionato, Budapest ci porta in dono la conferma del trend di spettacolarità che abbiamo potuto apprezzare nelle gare da Imola ad oggi (be’, Monaco a parte). Dopo la splendida gara di Silverstone, infatti, anche Budapest ha regalato emozioni forti che hanno tenuto incollato… al divano! tutti gli appassionati. McLaren, con l’1-2 sul podio, ha finalmente capitalizzato il suo potenziale ma lo fa in modo assai confuso, dando la fatale impressione di non aver chiari gli obiettivi di campionato. In questo modo la doppietta, che in altre circostanze sarebbe stata salutata da squilli di trombe, ha quel sapore dolce-amaro tipico di quei piatti gourmet da ristorante di altissima fascia che devi per forza dire che sono buoni per non sentirti turlupinato quando arriva il momento di pagare il conto. Dal punto di vista squisitamente tecnico la doppietta (qualifica + gara) rimane una impressionante dimostrazione di forza e il primo ad accorgersene è Max Verstappen, già nervoso nelle ultime gare, che qui a Budapest implode in modo clamoroso. Gli aggiornamenti di RBR non solo non si dimostrano efficaci quanto pensava (o sperava) ma gli hanno dato anche l’impressione del passo del gambero. Impressione forse giusta visto che la gara di Perez, senza le nuove specifiche, non è stata disastrosa come ci si poteva aspettare e va considerato che a parità di strategia con Russell e a parità di partenza nelle retrovie (16 e 17 in griglia) gli è arrivato davanti. Quindi aspettiamo a dare giudizi definitivi. Mercedes con Hamilton si conferma più che competitiva e Ferrari rialza leggermente la testa ma solo in gara perché in qualifica i distacchi dai primi stanno pericolosamente aumentando.

La prima di Piastri ci porta il settimo vincitore diverso in stagione (se non vado errato non capitava dal 2012) il che non può che farci piacere e dare motivi di interesse ad un campionato che sino a qualche gara fa sembrava mestamente avviato ad una stanca replica del 2023. Il vantaggio di Max in classifica è ancora notevole ma con il trend tecnico nettamente a favore di McLaren e con una Mercedes così pimpante non può affatto dormire sonni tranquilli. Potrà permettersi ancora di giocare on line alle tre di notte?

Ma vediamo come si sono comportati i piloti.

PIASTRI

In altre circostanze avrei salutato questa vittoria con grida di giubilo. Il buon Oscar, che tanto bene ha fatto in questa sola stagione e mezza da che è in Formula 1, aveva un bel countdown al neon sul casco che scendeva ad ogni GP e segnalava quanto poco mancava alla sua prima vittoria. E tuttavia, visto il modo un po’ confuso con cui è arrivata non me la sento di esultare troppo. Va detto che il suo l’aveva fatto. In qualifica è pochi millesimi dietro il compagno di squadra ma davanti a Max. In gara parte benissimo e lì, di fatto, decide la sua vittoria perché se non ci fosse stata quell’ottima partenza il finale così confuso non l’avremmo visto. Parte meglio di Norris, non si fa intimidire dal tentativo di chiusura e poi con molta malizia allarga un poco alla prima curva costringendo tanto Norris quanto Max a fare i miracoli per rimanere in pista. Il primo stint è semplicemente perfetto perché non consente a Norris di avvicinarsi e, anzi, lo stacca leggermente portando il distacco sui 3-4 secondi che gli consentono un primo pit di tutta tranquillità. Da notare che il primo pit è appannaggio di Norris sebbene in questo caso la copertura su Hamilton e Verstappen era davvero un buon motivo per farlo. Nel secondo e terzo stint invece balbetta un poco. Da metà gara in poi, in particolare, non è parso lucidissimo. Commette un errore, una pericolosa escursione fuori pista, proprio a metà gara che consente a Norris di andargli sotto e far vedere al team che ha ritmo migliore. Poi, in occasione del secondo pit, subisce il controverso undercut del compagno di squadra. Da lì in avanti, al di là delle polemiche interne al team di cui accenneremo dopo, non mi è parso brillante al punto da togliere i dubbi che stavano attanagliando il team. Nonostante i suoi sforzi, perché si stava sforzando, eccome!, ha un ritmo decisamente più lento di quello di Norris che lo porta a quasi 7 secondi di distacco da Lando in soli dieci giri. Era il caso, se fosse stato possibile, mantenere un distacco stabile per mandare il chiaro messaggio che lo swap non solo era giusto ma era inevitabile. Con questa incertezza, invece e nonostante i messaggi dei team radio di Norris, il dubbio all’interno della scuderia era grande come la proverbiale casa. Sta di fatto che alla fine Lando decide di restituire la posizione e il modo plateale con cui l’ha fatto toglie il resto del dolce gusto che era rimasto in bocca al buon Oscar che infatti, sceso dalla vettura, non si profonde nei gesti di esultanza che ti aspetteresti. E non credo che ciò sia dovuto al fatto che è il nuovo “iceman”. La prima è comunque arrivata ed è il 115° (contando anche quelli di Indianapolis degli anni 50) vincitore di un GP di Formula 1. Se lo merita e speriamo di poter salutare altre sue vittorie con un mood decisamente più festoso.

NORRIS

Il buon Lando, con questo secondo posto di Budapest, vanta il non glorioso titolo di pilota con più delusioni della stagione. Naturalmente sono delusioni molto relative visti i risultati e il fatto che è secondo nel mondiale. Ma certamente lui per primo non può ignorare che da Miami ad oggi ha lasciato parecchi punti per strada. In qualifica fa il suo conquistando la pole ma poi la partenza in gara è assai deludente, soprattutto considerando che aveva il team mate al fianco e che avrebbe potuto giocarsela decisamente meglio. In un’intervista post-gara lui stesso si lamentava delle sue pessime partenze citando il fatto che ogni volta il motivo è diverso: non è un bel segnale. Fosse un problema nel gestire la frizione o comunque un problema solo ci sarebbero motivi per sperare di superarlo ma così non va bene: una volta è la frizione, un’altra si impunta, un’altra ancora sceglie la traiettoria sbagliata, altre volte si fa intimidire. Mah! Nella prima metà di gara non ne ha abbastanza per impensierire Oscar ma poi, come gli capita spesso prende il volo e sfodera un ritmo straordinario. La confusione di cui ho più volte parlato, però, è colpa del team. Infatti la decisione di pittarlo prima di Oscar è tutta del team. In quel momento, al 45° giro, Hamilton era ben distante e con un margine netto di ben 10 secondi si poteva tranquillamente pittare prima Oscar e poi Lando con rischi praticamente zero di venire recuperati dal campione di Stevenage. Invece il team, con questa assurda e assolutamente non necessaria chiamata, si mette nei guai da solo. Ovviamente nessuno crederà mai alla difesa dal ritorno di Hamilton sicché non si può concludere altro che l’undercut su Piastri è stato deciso appositamente per metterlo in testa alla gara. Decisione, peraltro, che avrebbe avuto una sua logica data la classifica mondiale e che si è vista tante volte nella storia (chiedere a Schumy, Alonso, Vettel, Hamilton o persino a Max nel difficile 2021). In pochi, a parte Oscar, avrebbero avuto da ridire. Ma poi? Perché tutta quella indecisione? Il pit è stato deciso autonomamente e poi si sono imposti dall’alto? Oppure hanno cambiato idea? Perché? Non sappiamo cosa è passato nella mente dei responsabili del team in quei lunghi 25 giri che mancavano alla fine della gara. Fatto sta che la confusione è stata massima  e che con il suo perpetuarsi è solo una fortuna che non abbia portato a distrazioni decisive dei piloti. In tutto questo Lando ancora una volta non ha brillato, certo non tanto quanto lo straordinario ritmo che ha tenuto e che ha spinto fino a 7 secondi il compagno di squadra. La decisione di farlo passare a tre giri dalla fine, in modo plateale, è stata decisamente tardiva. Leggo molte cose in giro per il web legate al fatto che personaggi come Senna, Schumacher, e gli stessi Hamilton e Verstappen non avrebbero mai ceduto al team order. Credo però che ogni caso faccia storia a sé e per quanto cinicamente logico sarebbe stato il tenere la posizione, in un contesto di questo tipo non avrebbe avuto senso farlo senza un minimo di imprimatur da parte del team. Sorprende, piuttosto, che nel momento di confusione nessuno abbia suggerito a Lando di far passare subito Oscar e poi di dare un “free to race” per vedere venti giri in cui molto probabilmente, visto che ne aveva di più, la vittoria sarebbe arrivata. Sorprende che nemmeno lui ci abbia pensato il che lo rende corresponsabile della confusione che c’è stata. Insomma, il dolce-amaro di cui parlavo all’inizio diventa sempre più intenso. Alla fine, tuttavia, il dominio tecnico dimostrato da McLaren e il contestuale nervosismo di Verstappen dà molta fiducia per il prosieguo e per le possibilità mondiali a patto, però, che la condotta di gara diventi più chiara. Sarà che essendo Lando uno dei nostri beniamini tendiamo ad essere più severi nella speranza di vederlo sempre più competitivo ma non c’è alcun dubbio: rimandato!

HAMILTON

Ancora un podio per il vecchio leone. E che podio! All’ottima partenza, il buon Lewis, fa seguire una gara eccellente con undercut come se piovesse e, soprattutto nella seconda metà, tanta grinta e tanta lucidità. Le McLaren non erano alla sua portata ma tutto il resto sì. E il buon Lewis non si è fatto pregare. La sua gara si decide nel lungo duello (in due parti) con il Max furioso che si è visto a Budapest ed è stato spettacolare. Al contrario di Max, Lewis si è mostrato lucidissimo nei momenti più decisivi: non sarà più il mostro di velocità che era nei suoi anni migliori ma quel che ha perso in decimi l’ha evidentemente guadagnato in esperienza. Non avendo ambizioni da mondiale il suo comportamento in gara contro Max è assolutamente perfetto e sfodera il campionario del… campione. Lo porta a spasso due volte in curva 1, con difesa splendida (Russell prenda appunti) a fine rettilineo. In un’altra occasione si impone duramente all’interno di curva 2 quando il sorpasso all’esterno sembrava cosa fatta costringendo Max ad allungare la frenata di curva 2 che lo porta fuori pista. Nella seconda parte del duello, intorno al 60 giro, Max viene “portato a scuola” un altro paio di volte a fine rettilineo fino a che, frustratissimo, decide poi di fare quella mossaccia al giro 63 che Lewis, consapevole, lo ribadisco, di non essere in lotta per il mondiale, punisce in modo esemplare decidendo di non farsi da parte: se dev’esserci scontro che ci sia! Fortuna vuole che non abbia accusato danni così che la lezione impartita a Max è di quelle che rimarranno nella storia del campionato. Podio meritatissimo e alla via così!

LECLERC

La confusione tecnica di Ferrari negli ultimi GP sembrava domata dal solo Sainz, con il buon Charles ad annaspare tentando di volta in volta soluzioni di assetto estreme, strategie disperate o guidando sopra le righe con i conseguenti inevitabili errori. Il risultato è che dopo la vittoria di Montecarlo ha raccolto briciole e Sainz stava per raggiungerlo in classifica mondiale. Anche Budapest è cominciata in questo trend: le sue qualifiche sono costellate di errori ed errorini che lo piazzano cronometricamente ben distante non solo dalle McLaren e Max ma anche dallo stesso Sainz. La gara, invece, è finalmente tutt’altro andare e se la strategia (ci risiamo!) non l’avesse fortemente penalizzato non mi sorprenderei se fossi qui a commentare un bel podio anziché un quarto posto. La partenza è eccellente e si trova a lottare per le prime posizioni nelle prime curve. Tiene poi il ritmo di Verstappen e Hamilton che gli sono davanti per tutto il primo stint in cui cede al massimo 3 secondi. Poi arriva il primo errore strategico. Hamilton, infatti, aveva pittato al 16° giro e lui e Max decidono di rimanere fuori puntando, evidentemente, su gomme migliori nel finale di gara. Max pitta al 22° giro e ti aspetti che Leclerc faccia la stessa cosa. E invece no, decidono di tenerlo fuori. A questo punto il distacco virtuale aumenta ma come strategia ci può stare. Poi inspiegabilmente lo pittano dopo solo due giri, al 24°: tanto valeva continuare altri cinque o sei  giri visto che il ritmo era comunque buono. Forse avevano paura che una volta pittato e finito dietro a Tsunoda avrebbe avuto difficoltà a superarlo. Seriously?! Tsunoda con gomme di 30 giri?! Mah! Mette le bianche e il monitor dei tempi si illumina di rosso: Leclerc da lì in avanti è il più veloce in pista. E non di poco! Infatti, si riporta sotto ad Hamilton, impegnato nel primo duello con Max. Quando quest’ultimo pitta al 40° giro vediamo inspiegabilmente CLC pittare dietro di lui. Una decisione ai limiti dell’assurdo perché le bianche andavano benissimo e avevano solo 15 giri! Dovevano assolutamente proseguire per almeno altri dieci giri e a quel punto, con gomme gialle nuove, avrebbe avuto uno stint finale da favola. Doppio Mah! Purtroppo, la decisione di anticipare così tanto il pit si rivela fatale per le sue ambizioni. Va benissimo per un po’, ma non riesce a sopravanzare Hamilton ma Max, che invece aveva fatto la strategia giusta (checché ne dicesse via radio) e aveva messo gialle al 49° giro, cioè quando avrebbe dovuto pittare anche CLC, va come un treno. Lo supera di slancio e va a prendere Hamilton. L’incidente tra i due gli consente di arrivare a tiro di Hamilton ma ormai le gomme sono finite e non può più ambire al podio. Al di là della strategia assai discutibile è emerso un Leclerc finalmente tornato solido e veloce. Certo, le McLaren sembrano fuori portata ma Mercedes e il Max visto a Budapest non sono affatto lontani. Speriamo, per lui, che Budapest non sia la proverbiale eccezione che conferma la regola. Speranzoso!

VERSTAPPEN

La gara peggiore dell’anno… per il momento! Già, perché se già si era visto nervoso negli ultimi GP, l’Ungheria gli ha tirato fuori il peggio e tutto lascia pensare che nei prossimi GP non cambierà di molto. Un tale impietoso giudizio non è dovuto tanto al risultato, che tutto sommato è eccellente per come si erano messe le cose, quanto per il modo in cui è arrivato. La ragione, l’abbiamo già accennato, sta forse nel fatto che gli importanti aggiornamenti portati qui da RBR, peraltro solo sulla sua vettura e non su quella di Perez, non gli hanno dato l’impressione di essere efficaci. In qualifica, nonostante il giro monstre che, al solito, riesce a fare in Q3 si ritrova alle spalle di entrambe le McLaren. Non ne è felice. Lo dimostra con una partenza che dopo un pur eccellente scatto pretende troppo alla prima curva con quella veloce (nel senso letterale) escursione all’esterno della curva 1 in cui ha dato la netta impressione che sia stata fatta apposta. Non il massimo della correttezza, diciamo. Comincia lì il suo balletto nervoso di team radio che durerà tutta la gara. Dopo aver ridato la posizione a Lando non riesce a tenere il ritmo delle due McLaren e si stacca leggermente. Allunga il primo stint facendosi superare dall’undercut di Hamilton ma recupera bene e si impegna in duello. Purtroppo per lui l’Hamilton di Budapest è in versione professore e viene portato a scuola di difesa in diverse occasioni. Strafà al 35° giro tentando un sorpasso all’esterno della 2 in cui non calcola bene la frenata ed è costretto all’escursione fuori pista. Già scrivere di Max non calcola bene la frenata fa capire che oggi è in giornata storta. Nuovo undercut di Lewis (e quello inspiegabile di CLC) e si lamenta per la strategia. Dopo il secondo pit il balletto via radio con Lambiase prosegue: “well, gentle introduction” gli dice sarcasticamente e lui risponde con una sequela di improperi lamentandosi degli undercut ricevuti. Non so cosa ne pensate voi ma a differenza di Max credo che la sua strategia sia stata decisamente migliore di quella di Hamilton e di Leclerc tant’è che supera facilmente quest’ultimo e si ritrova negli scarichi di Lewis quando ancora mancano 12-13 giri alla fine e con gomme più fresche ed essendo… be’, essendo Max non ti aspetti che possa aver difficoltà a trovare il modo per superarlo. Invece il nuovo duello con Hamilton torna ad essere la lezione di difesa che già si era vista una ventina di giri prima. Tanto si innervosisce, Max, che alla fine commette un errore da principiante con una staccata profondissima e palesemente errata che finisce nel patatrac. La sua frustrazione è massima perché un Max più lucido non avrebbe mai fatto una mossa del genere. Impara a sue spese che quando non c’è in ballo il campionato (di certo Lewis non ha ambizioni in tal senso) mosse del genere si pagano caro: Lewis non si sposta di un centimetro e si scontrano. Gli va benissimo! Ancora non capisco come gomme e/o sospensioni non abbiano ceduto. Viene superato da Leclerc e per pochissimo si salva anche da Sainz. Il suo nervosismo è forse accentuato dalla reprimenda di Lambiase che per smontare le sue lamentele scomoda addirittura un “childish” che è tutto un programma. Team radio duri di Lambiase se ne sono sentiti in questi anni, segno di rapporto forte tra i due, ma questo mi è parso un poco sopra le righe anche in questa ottica. Non arrivano bei segnali dal box RBR. In Belgio, tutt’altra pista ove la maestria di Max si esalta, è chiamato assolutamente ad una gara diversa. Staremo a vedere.

SAINZ

Non molto da dire su Carlos in quel di Budapest. L’eccellente qualifica viene vanificata da una partenza scadente che gli fa perdere parecchie posizioni e, soprattutto, il treno Max-Lewis-Charles. Da lì in avanti la sua gara pare piuttosto opaca con ritmi, soprattutto nel secondo stint, non all’altezza di quelli di CLC. Peccato, perché nell’ultimo stint si sveglia ma era troppo lontano per approfittare anche lui del botto di Max.

PEREZ – RUSSELL

A debita distanza da Sainz arrivano Perez e Russell, i delusi, sia pur per motivi diversi, delle qualifiche. Il loro confronto è stato interessante perché partivano nelle ultime posizioni e con strategie conservative sono comunque riusciti a portarsi nei punti con una certa facilità. L’errore di Perez in qualifica (va a muro da solo) è ben più grave di quello di Russell (errata valutazione del momento di uscita) e complica ulteriormente la sua posizione in seno al team considerato che le voci dicono che se ha più di 100 punti di distacco da Max dopo Spa verrà sostituito (da chi?!). La matematica, fosse vera la voce, lo condanna però la gara nella gara con Russell l’ha vinta e anche abbastanza bene. Bisognerà vedere come entrano i soldi dei suoi sponsor in questa equazione: io ho il sospetto che contino più dei suoi punti. Staremo a vedere. Delude ancora Russell, invece, sia per l’errore in qualifica (che però, va detto, non è stata colpa sua) che per aver perso questa garetta. Per Giorgino un piccolo campanello d’allarme: nei due GP in cui per vari motivi non ha potuto brillare il suo team mate ha fatto faville.

TSUNODA – STROLL

Per via delle emozioni là davanti si è visto poco delle retrovie sicché è difficile dare delle valutazioni. Mi limito a registrare l’ennesima gara a punti di Tsunoda e il fatto che Stroll arrivi non solo a punti ma ancora una volta davanti ad Alonso.

NOTE DI MERITO

Sargeant è alla seconda qualifica di fila che supera il Q1: se non è un record, per lui, poco ci manca.

NOTE DI DEMERITO: LE STRATEGIE e GLI STRATEGHI

Ho preso qualche appunto sulle strategie, che notoriamente in Ungheria sono importantissime data l’allergia al sorpasso che questa pista ha da sempre (e quando capita fa la storia, come quello famosissimo di Piquet a Senna nell’edizione del 1986). Ebbene, raramente come in questo GP mi è capitato di vedere un po’ tutti i muretti in grande confusione. Con il mezzo che avevano i due McLaren potevano fare qualsiasi strategia e avrebbero comunque vinto ma abbiamo visto quanto male hanno gestito il secondo pit e gli ultimi 25 giri. Hamilton ha fatto una grandissima gara ma la strategia scelta dal suo muretto non era ottimale. Un Verstappen tranquillo (e non quello nervoso e frustrato che abbiamo visto) gli avrebbe tranquillamente soffiato il podio e anche Leclerc, su una strategia corretta, l’avrebbe probabilmente superato. Verstappen, paradossalmente, è quello che tra i primi ha goduto della migliore combinazione strategica. Tuttavia, nella sua percezione la strategia scelta era pessima il che ha acuito il nervosismo che già lo pervadeva facendogli commettere il grosso errore che quasi lo escludeva dal GP. Di Leclerc abbiamo già detto ma lo rimarchiamo qui per sottolineare che più che la vettura, tanto criticata, è stata la strategia a privare CLC del podio e non altro. In Racing Bulls hanno rovinato la gara di Ricciardo pittandolo dopo soli sette giri quando con gomme gialle (e non le rosse di chi pittava insieme a lui) era comodamente in ottava posizione e con davanti il solo Stroll con le rosse che avrebbe certamente pittato prima di lui. Non contenti lo pittano già al giro 28 per non farlo uscire davanti a Tsunoda che avrebbe pittato il giro dopo e che aveva una strategia ad una sosta. Williams e Haas non hanno creduto alla possibilità di far seguire una gran gara da parte di Albon e Magnussen che hanno fatto una partenza strepitosa che non hanno potuto capitalizzare. La stessa Haas ha pittato Hulk già al secondo giro! Hanno tentato un improbabile mega-undercut ma con il pieno di benzina mosse di questo tipo non hanno veramente nessun senso. L’unica spiegazione possibile per una mossa tanto stupida è che pensavano che ci sarebbe stata una Safety Car nei primi giri. Ma a questo punto si va a scommessa, un po’ come al casinò: è professionalità questa? In Sauber pittano Zhou al settimo giro, come han fatto altri e differenziano Bottas mandandolo più lungo. Ma anche qui non vedo coerenza perché l’hanno pittato al 16° giro e non tra il 20 e il 25 come sarebbe stato più indicato vedendo lo sviluppo della gara.

Insomma, dal top team all’ultimo ho visto una gran confusione, incoerenza, azzardo ingiustificato. Tanti computer, analysis room, calcoli su calcoli e presumo anche che molti (almeno i top team) stiano anche sperimentando AI e poi vediamo questa povertà strategica profusa a piene mani. Che dire? Sarebbe interessante poter accedere a tutti i piani che i vari team preparano prima della gara e poi capire come vengono prese le decisioni. Non posso non pensare che i piani strategici “giusti” siano lì, davanti a loro, che le analisi corrette siano effettivamente state fatte, che siano stati analizzati i diversi scenari tra i quali saranno sicuramente presenti anche quelli più efficaci. Se tutto questo è vero com’è possibile assistere a questo sfacelo? Strategie giuste ma strateghi sbagliati?

Ci vediamo a Spa!

 

PIASTRI VINCE IN UNGHERIA. MAX NERVOSO.

Il circuito di Budapest in passato ha alternato gare noiosissime a gare pazze. Vista la piega che ha preso il mondiale, con il dominio Verstappen-Red Bull ormai svanito, ci sono buone speranze di diversi.

E, infatti, le qualifiche riservano una prima fila tutta McLaren, con Norris in pole e Verstappen in terza posizione, piuttosto arrabbiato, 

Si spengono i semafori e, come al solito, Norris non ha uno scatto entusiasmante. L’inglese non trova di meglio da fare che mandare contro il muro il suo compagno di squadra. Il risultato è che alla prima curva arrivano in tre, con Verstappen all’esterno che deve andare nella via di fuga perchè Lando non gli lascia spazio, mentre all’interno Piastri sfila in prima posizione.

Ovviamente la manovra di Max fa infuriare Norris, e dopo due giri all’olandese viene chiesto di cedere la posizione.

Piastri distanzia rapidamente il compagno di squadra, il quale a sua volta mette a distanza di sicurezza Verstappen, che è seguito da vicino da Hamilton e Leclerc.

Il primo a fermarsi al giro 17 è Hamilton, seguito al giro successivo da Norris e poi da Piastri.

Verstappen attende 5 giri ad effettuare la sua sosta, e perde la posizione su Lewis, con l’inglese ben 7 secondi davanti a lui. 

In testa alla gara c’è quindi Leclerc, che si ferma al giro 24, e ritorna in pista in quinta posizione, quella che aveva prima che iniziassero le soste.

Max recupera su Lewis e al giro 35 tenta l’attacco, passa davanti ma va largo in curva 2 e l’inglese si riprende la terza posizione. Chi, però, sta letteralmente volando è Leclerc, che al giro 38 si unisce al duo. 

Al giro 41 entrano ai box contemporaneamente Hamilton e Leclerc. In questo modo, i due passano virtualmente davanti a Max. Il quale è letteralmente furioso col suo muretto che si è evidentemente fatto fregare.

Al giro 45 la McLaren fa fermare Norris. Si tratta di un’anomalia perchè solitamente la precedenza viene data al pilota davanti. Dal box rassicurano Piastri sul fatto che la mossa serve per coprirsi da Hamilton. Oscar si ferma due giri dopo, ed è abbondantemente dietro a Lando. Al quale viene detto di rifare passare il compagno di squadra nel momento che ritiene più opportuno.

Al giro 50, Verstappen effettua la sua seconda sosta e, come previsto, rientra in quinta posizione dietro a Leclerc. 

Al giro 52, Piastri si trova a 3.5 secondi dal compagno, e la squadra lo informa che se gli arriverà vicino lo farà passare. Contemporaneamente, Norris fa finta di non sentire le comunicazioni dai box.

Al giro 54, Verstappen, ancora furioso per la strategia che gli hanno affibbiato, raggiunge Leclerc. L’olandese impiega 3 giri a passarlo, ma inesorabilmente si riprende la quarta posizione.

Nel frattempo, il box McLaren cerca di convincere Norris a ridare la posizione, preconizzando scenari catastrofici per le sue gomme e ripetendogli che sono sicuri che farà la cosa giusta. E gli ricordano anche i meeting della domenica mattina.

Al giro 63, Verstappen raggiunge Hamilton, prova una prima volta a passarlo ma l’inglese tiene giù il piede. Ci riprova al giro successivo alla staccata di curva 1, si affianca all’interno ma perde il controllo dell’auto e urta violentemente la Mercedes andando lungo. Rientra in quinta posizione dietro a Leclerc e il box lo sgrida definendo il suo “un comportamento infantile”. 

Al giro 67, a Norris viene chiesto un’altra volta di lasciare passare il compagno. Questa volta l’inglese esegue l’ordine. 

Finisce così con Piastri che coglie, a 22 anni, la sua prima meritatissima vittoria, davanti a Norris, Hamilton, al suo 200° podio, Leclerc, Verstappen, Sainz, Perez, Russell, Tsunoda e Stroll.

Fra solo una settimana si correrà a Spa. Questa volta il risultato non è scontato, e ci saranno tanti conti da regolare. Per fortuna.

P.S. Dopo avere contribuito in modo determinante a perdere gare già vinte, oggi che erano imbattibili la McLaren è riuscita comunque a mostrarsi inadeguata, facendo fermare ingiustamente Norris per primo quando non ce n’era bisogno, e costringendosi a mettere in scena uno squallido teatrino finale. La macchina c’è, la mentalità per vincere il mondiale ancora no.

P.S. 2 Norris che ritratta le accuse a Verstappen, Norris che sbaglia la partenza e mette quasi a muro il compagno facendo quasi passare Max, Norris che restituisce la posizione alla fine. Se vincerà un mondiale, lo farà solo con una macchina dominante e un compagno debole o sfavorito dalla squadra. Come Mansell.

P.S. 3 Questa notte alle tre, Max ha fatto il suo stint alla 24 ore virtuale di Spa. Gli altri probabilmente dormivano, e se non dormivano non stavano di sicuro al simulatore. Prima della gara avrei scritto che questo è il motivo per il quale lui ha vinto 7 gare e gli altri una a testa. Ma, visto il suo comportamento di oggi, credo sia invece più giusto dire che il ragazzo ha bisogno di un po’ di riposo.

P.S. 4 Oggi si sono visti palesemente gli effetti della guerra scatenata da Horner in Red Bull. La macchina non va più come prima, e fra Max e il team si sta alzando un muro. Le scaramucce di oggi in radio non erano finte come quelle dello scorso anno. Max vincerà sicuramente il mondiale, ma i rapporti andranno sempre peggiorando, e non si possono escludere scenari interessanti. Soprattutto per Leclerc.

P.S 5 in settimana si è letto che l’arrivo di Newey è stato bloccato da Vigna perchè l’inglese si era un po’ allargato, pretendendo l’arrivo di 20 ingegneri di sua fiducia, oltre ad uno stipendio faraonico e alla possibilità di lavorare da remoto. Nel frattempo, Cardile si è tutelato andandosene a prendere un sacco di soldi in Aston Martin. Si sta lavorando per il futuro, non benissimo, ma i risultati di queste azioni si stanno indubbiamente già vedendo in pista, perchè ora la Ferrari può solo raccogliere le briciole lasciate dagli altri. Ma non preoccupatevi, “si tratta solo di pochi decimi”. Terrificante.

P.S. 6 Qualcuno dovrà prendere il posto di Perez da Zandvoort. Quel qualcuno si deve preparare psicologicamente a diventare un comprimario. Ma solo fino a fine stagione.

P.S. 7 Mentre il pilota cui hanno pagato la formazione vince la sua prima gara, l’Alpine sprofonda sempre di più. Vive la France.

P.S. 8 Devo fare ammenda per avere sostenuto, all’inizio dell’anno, che Verstappen avrebbe vinto tutte le gare, mettendo anche nei titoli dei resoconti un bel progressivo. Ebbene, come mi capita spesso non ci prendo, e, infatti, abbiamo avuto fino ad ora 7 vincitori diversi, e la gara di oggi è stata divertentissima. Per questo, dobbiamo ringraziare principalmente il già citato Horner.

P.S. 9: su una cosa però ci avevo preso, e cioè che oggi avrebbe vinto Piastri. La prima parte del titolo è stata scritta alle 14.37. Posso dimostrarlo…

F1 2024 – GRAN PREMIO D’UNGHERIA

Esaurito il temibile trittico di gare Spagna-Austria-Gran Bretagna si arriva al canonico appuntamento estivo dell’Hungaroring, ormai pista che si puo’ definire un vero classico del calendario F1.

Pista che evoca belle gare, grandi duelli e un caldo infernale, quindi le premesse per un bello spettacolo ci sono tutte. Quest’anno ancora di piu’ considerando il livellamento di prestazioni che i tre/quattro top team hanno dimostrato nell’ultimo mese.

Quattro diversi vincitori nelle ultime 5 gare, una Red Bull non piu’ dominante e salvata dal talento del suo pilota di punta, l’avanzare inpetuoso di McLaren e ancor piu’ Mercedes, quest’ultima davvero sorprendente, questo e’ il quadro definito alla vigilia del Gp ungherese.

immagine da newsauto.it

in tutto cio’ chi ha fatto un bel salto indietro e’, manco a dirlo e’ la Ferrari e soprattutto quello che dovrebbe essere il suo pilota di riferimento, Leclerc. Una crisi involutiva data paradossalmente da qualche aggiornamento sulla monoposto che ha innescato effetti non previsti nelle prestazioni in pista, in primis un fastidioso porpoising nelle curve veloci che limitano fortemente la competitivita’ della rossa.

In tutto cio’ il buon Leclerc si e’ afflosciato come un souffle’ riuscito male, basta dire che nelle ultime cinque gare ha messo insieme la miseria di 12 punti. Dodici. Meglio di lui Hulkenberg sulla Haas. Ripeto: Hulkenberg su una Haas. E’ risaputo che il ragazzo e’ un tantino emotivo e non e’ uno di quelli che si accontenta dei piazzamenti, soprattutto quando la macchina e’ lenta e ha una certa tendenza all’overdriving, ma questi risultati sono una spia importante di una crescente e inarrestabile frustrazione di chi, forse, comincia a rendersi conto di aver puntato sul cavall(in)o sbagliato.

immagine da oasport.it

Aggiungiamo al tutto l’incertezza nel determinare la struttura tecnica della Ges che verra’ e il quadro e’ davvero a tinte fosche, deprimenti. Cardile andra’ via, lusingato da Aston Martin e il tanto corteggiato Newey sembra che sia piu’ orientato verso McLaren e Aston Martin. Come dire, cornuti e mazziati…

Questo a tutto vantaggio di team come McLaren e Mercedes che ormai sembrano avere la Red Bull nel mirino. Solo quella di Verstappen perche’ ormai quella di Perez e’ dispersa come il suo pilota che sta rischiando moltissimo di essere appiedato a fine stagione, dato il rendimento imbarazzante e l’ancora piu’ mortificante confronto con il compagno di squadra.

Anche a Woking e Brackley pero’ non sono tutte rose e fiori. Da una parte McLaren che non ha ancora sviluppato quel killer instinct che la puo’ rendere una vincitrice seriale. In questo molto lo fanno i piloti, a mio parere neanche vicini alla ”carogna” sportiva e caratteriale di Verstappen.

Mercedes invece si gode un prepotente ritorno alla vittoria, due gare di fila vinte, ma che ancora subiscono in un certo senso la presenza ingombrante del loro epta campione del mondo ormai promesso sposo Ferrari.

Chi invece sta lavorando male in pista e benissimo in prospettiva futura e’ la Aston Martin che sta mettendo in piedi una struttura tecnica da vincitrice seriale. In tanti danno Newey praticamente gia’ accasato e se cosi’ fosse sarebbe davvero un problema per gli altri.

In questo marasma, l’unico che mantiene la rotta dritta, imperturbabile e, all’occorenza, dando qualche sportellata ”old style” e’ Verstappen. Il pilota olandese e’ riuscito , seppur sudando parecchio, ad aumentare il distacco in classifica pilota pur non avendo nell’ultimo mese la vettura piu’ veloce del lotto. Quando si poteva vincere ha vinto, quando c’era da accontentarsi lo ha fatto, quando ha dovuto marcare il territorio alla vechhia maniera ha risposto presente. Un pilota ormai maturo e pienamente consapevole di cosa bisogna fare per vincere. Chapeau.

immagine da funoanalisitecnica.com

Riguardo agli altri, vedremo se la Haas confermera’ quanto di buon fatto vedere negli ultimi Gp e chi tra Williams e Racing Bull si giochera’ i piazzamenti a punti.

Chiudiamo con le dolenti note Ferrari. La storia si ripete, aggiornamenti che non funzionano e fanno perdere la rotta, piloti frustrati, struttura tecnica incerta e ancora di piu’ guardando al futuro. Il paziente continua ad avere la stessa cronica malattia, invalidante sul lungo periodo. Tra Ungheria e Spa correranno con due pacchetti aerodiamici diversi, per la gioia dei piloti, nell’incertezza totale. Dal 2025 arrivera’ l’ennesimo presunto Messia, Hamilton ed e’ chiaro che sarebbe stato molto meglio Newey.

E i tifosi ferraristi continuano in processione al capezzale di un paziente cronicamente infermo, piu’ per abitudine che passione, in preda ad una stolida speranza.

*immagine in evidenza da driver61.com

Rocco Alessandro

 

Life is racing, all the rest is waiting