F1 2025 – GRAN PREMIO D’AUSTRALIA

Sembra finita ieri eppure è già arrivato l’inizio della nuova stagione di F1, anno 2025, l’ultimo prima dell’ennesimo cambio di regolamenti e di una (molto) teorica rivoluzione dei valori in campo.

Si riparte come da tradizione dal circuito dell’Albert Park di Melbourne, con orari di partenza che rimandano ad altri tempi in cui forse ci si divertiva di più anche se non ne sarei così sicuro.

Si riparte da cosa? E soprattutto con quale spirito (inteso quello di chi guarda le gare)? La risposta alla prima domanda è facile facile, per la seconda forse un pò meno, ma andiamo con ordine.

immagine da it.motorsport.com

Volendo guardare alla parte finale della stagione 2024 e ai test pre stagionali, troppo facile dire che la McLaren sembra la Red Bull dei mondiali 2 e 3 di Verstappen: veloce sul giro secco, devastante nel passo gara, detentori del titolo costruttori quindi non si può dire che non abbiano imparato a vincere. Ok, quindi tutto finito? Ovviamente no perchè poi le gare riservano sorprese e valori mutevoli in base alle condizioni del momento per cui possiamo dire che il padrone c’è ma ci sarà (si spera) anche lotta. E poi, onestamente, mi sta più sulle palle la McLaren e i suoi piloti che tutti gli altri team messi insieme per cui spero che perdano un mondiale che molti reputano già in tasca.

Si parlava di lotta e chi sembra essersi estraniato da essa è proprio il team del quattro volte campione Verstappen. Le (grosse) avvisaglie c’erano già state l’anno scorso e i test 2025 hanno confermato questo andazzo, con un Verstappen piuttosto contrariato. Ci sarà da limitare i danni nella prima parte di stagione per cercare di recuperare pian piano una rinnovata competitività ma quest’anno c’è un Newey in meno, un Horner che rischia di pagare ancora il suo essere “horny” e un Marko che parla come fosse al bar sport. E soprattutto un olandese in cerca di altri lidi…

immagine da f1sport.auto.cz

Ed eccoci arrivati alla beneamata Scuderia Ferrari che, come ogni anno rinvigorisce nello spirito e nel gradimento finchè le bocce sono ancora ferme. Progetto valido nel 2024 ma azzoppato dal solito sviluppo a gambero e da una serie di azioni autolesionistiche non banali, si ripresenta con una macchina evoluzione della 2024, forse anche troppo. Nuova geometria delle sospensioni anteriori che sembra abbia bisogno di una certa curva di apprendimento che i tecnici sperano sia veloce. Al momento si potrebbe dire bene ma non benissimo ma non mi preoccuperei più di tanto, anche perchè vale sempre lo stesso concetto: se non puoi vincere cerca almeno di non fare cazzate e i mondiali si vincono con gli sviluppi. Ecco appunto, non mi preoccuperei finchè questi non si palesano.

Mercedes quest’anno dovrebbe farsi preferire un pò di più anche solo per il fatto di aver messo in macchina un giovane pilota italiano di cui si parla molto bene. Chissà che dopo anni non si torni a vincere una gara proprio grazie ad Antonelli. La cosa fastidiosa è che sembra che al momento Ferrari e Mercedes siano più o meno sullo stesso livello. Si vedrà anche se riaffora già quella sgradevole sensazione di deja vù, sensazione che ricompare ogni volta inquadrano Wolff e Russell, due che proprio non mi vanno giù.

immagine da racingnews.365.com

Finite le fantastiche quattro è il momento dei wannabe e forse in cima quest’anno c’è la Williams, forte di una struttura tecnica finalmente adeguata e di un Sainz che ha lasciato tanti estimatori a Maranello.

Aston Martin è nell’ennesima stagione di transizione anche perchè tutti aspettano i frutti del lavoro del genio Newey già immortalato al lavoro col suo fidato tecnigrafo. Quindi ok il 2025 ma gli sforzi maggiori sono rivolti al 2026, stagione in cui Alonso ne farà 44. Incredibile come una persona intelligente come lui non abbia ancora trovato cosa fare da grande. Piccola considerazione personale: ma dopo venti e passa anni di professionismo non ti sei ancora rotto le palle di tutto il carrozzone?

Tra gli altri curiosità per quanto riguarda la Sauber ormai Audi che guarda al 2025 come trampolino per il 2026. Il nuovo Dt Binotto anche detto ditino sta lavorando per costruire un team vincente, sperando per i tedeschi che non voglia decidere anche i turni di pulizia dei locali di Inwil.

Menzione di demerito per Haas solo per il fatto di aver ingaggiato Ocon e mentre per Alpine solo applausi per averlo mandato via. Poi vabbè Alpine ritorna sul fondo della classifica del gradimento quando vedi chi la gestisce, l’ex bannato Briatore. Da queste cose si vede come il concetto di inclusività in F1 ha fatto passi da gigante, anche troppo.

Per quanto riguarda i piloti, si notano tante facce nuove tutte da verificare in quanto a capacità in pista. Se su Bearman e Lawson possiamo avere già delle certezze seppur parziali, i vari Hadjar, Bortoleto, Dohann e Antonelli, con i dovuti distinguo, sono tutti da scoprire. Mentre Antonelli sembra già un predestinato (quanta sfiga che porta questo appellativo), si parla benissimo di Bortoleto, mentre Hadjar e Dohann sembrano quelli più debolucci per motivi diversi: il primo verrà giudicato da Marko, il secondo ha già la spada di Damocle di Briatore e Colapinto sulla testa. Ottimo modo di cominciare la carriera in F1.

Sulla prima gara di stagione i luoghi comuni e il maniavantismo si sprecano, così come tutto e il contrario di tutto: Albert Park circuito atipico, andrà bene McLaren perchè è la macchina migliore, no saranno tutti vicini perchè il tracciato non è selettivo, il risultato finale dirà poco dei valori in campo ecc ecc ecc.

Di sicuro i 25 punti al vincitore valgono come quelli di qualsiasi altro Gp e quindi si torna a quanto detto in precedenza: se non puoi vincere allora cerca di salvare il salvabile e non fare scemenze, che poi questi sono i famigerati punti che puoi rimpiangere alla fine dell’anno (vero Ferrari?). Ah, sembra che la domenica di gara sia prevista pioggia…a proposito di errori da evitare a ogni costo.

Quindi eccoci alla partenza della circo che quest’anno conterà 24 fermate. E veniamo alla seconda domanda. Personalmente, data la lunghezza e la prospettiva di un possibile dominio McLaren sono già stufo ancor prima di cominciare. Speriamo che la Scuderia e i suoi piloti, un Antonelli o un Verstappen in versione destruction derby possano farci divertire perchè se speriamo che ci emozionino Norris e Piastri, ciao core…

Ultima domandina facile facile: meglio una stagione da protagonisti ma perdendo il mondiale sul filo di lana con Leclerc oppure vittoria del titolo con Sir Lewis Hamilton? Io non ho dubbi, in questo la penso come il Drake. Buon mondiale a tutti.

*immagine in evidenza da formulacritica.it

Rocco Alessandro

LA GUIDA F2 AL MONDIALE DI FORMULA 1 2025

Benritrovati! Quest’anno la F1 ha assorbito una quantità inusuale di piloti provenienti dalla F2 dell’immediato passato. Ho pensato quindi di scrivere un articolo per ricapitolarne le carriere che li hanno condotti in F1 e per raccontare i rookie un po’ meno noti al grande pubblico (come Hadjar o Bortoleto).

Andrea Kimi Antonelli
ANTONELLI Andrea Kimi (ita), Prema Racing, Dallara F2 2024, portrait race win celebration during the 9th round of the 2024 FIA Formula 2 Championship from July 19 to 21, 2024 on the Hungaroring, in Mogyorod, Hungary

Andrea Kimi Antonelli è la star. Se c’è un pilota nel post Verstappen ad essere un “predestinato” è proprio lui. Non per sciocche connotazioni metafisiche, “predestinato” perché tutti nel paddock lo conoscono da quando aveva meno di 10 anni e tutti erano convinti sarebbe stata solo questione di tempo prima del suo arrivo in F1. Un po’ come Norris, la sua carriera è stata pianificata e messa in atto con cura, mobilitando le risorse più adatte e con scelte intelligenti di management. Saltare il campionato di Formula 3 è stata una di quelle, visto che nel contesto della sua carriera non avrebbe aggiunto molto e ne avrebbe solo ritardato la scalata, quindi dopo aver vinto tutto quello che c’era da vincere tra F4 e Formula Regional è passato direttamente in Formula 2 con la Prema, grande protagonista degli ultimi dieci anni nonché la scuderia offre il miglior processo formativo per i piloti.

Purtroppo per la Prema, nel 2024 tutto quello che poteva andare storto andò storto. La macchina era lenta e il setup una scommessa sovente persa, così come continui sono stati i problemi tecnici (soprattutto al motore). A tutto questo aggiungiamo strategie sfortunate ed errori ai box, ed ecco confezionata una stagione che sembra essere fatta apposta per “prendere a sassate tutti i sogni ancora in volo” (cit.).

Non è stato questo l’epilogo, per fortuna. Antonelli ha spesso ottimizzato quel poco che il pacchetto offriva, soprattutto in qualifica, e dopo metà stagione il miglioramento progressivo della scuderia ha permesso a Kimi di ottenere i primi podi e le prime vittorie, tra cui quella nella feature race in Ungheria, frutto di una buona dose di fortuna ma anche di un’eccellente passo sulle gomme dure.

I risultati della stagione 2024 sono stati lontani dall’essere soddisfacenti, ma sufficienti per convincere Toto Wolff ad anticiparne il debutto in Mercedes. La logica suppongo che sia stata: “Se al posto di Hamilton metto un Kovalainen o un Bottas, sarà comunque una soluzione a breve termine, difficilmente raggiungeranno grandi risultati e quando arriverà Antonelli dovrà comunque ambientarsi. Tanto vale farlo salire subito in Mercedes; cresce più in fretta e i risultati non dovrebbero essere molto diversi da quelli dell’ipotetico placeholder”.

Olivier “Olli” Bearman
BEARMAN Oliver (gbr), Prema Racing, Dallara F2, portrait celebration victory during the 4th round of the 2023 FIA Formula 2 Championship from April 28 to 30, 2023 on the Baku City Circuit, in Baku, Azerbaijan – Photo Xavi Bonilla / DPPI

Bearman è presente sul mio taccuino da un paio d’anni, precisamente da quando ha fatto il salto da F4 (campione italiano) a F3 nel 2022 senza mostrare alcun affanno ma anzi arrivando a lottare per il titolo all’ultima gara (perdendolo solo per una surreale girandola di penalità). Giusto per far capire il salto tra F4 e F3, prendo in esame i valori delle pole position di quest’anno siglate nel circuito di Barcellona: F4: 1:41; F3: 1:28; F2: 1:24.  E’ come passare da una Panda a un Lamborghini, e il fatto che si sia subito ambientato ha confermato il talento che aveva già espresso dominando la F4 italiana e tedesca nel 2021.

Le conseguenti due stagioni disputate in Formula 2 sono state in bilico tra genio e sregolatezza. In alcuni weekend era il più veloce di tutti, per poi combinare disastri o scomparire nel gruppo l’appuntamento successivo. La performance disastrosa della Prema nel 2024, nel cui sprofondo tecnico si è destreggiato con meno cura di Antonelli, avrebbe potuto compromettere la sua carriera, ma le sue apparizioni di pregio in F1 hanno messo in secondo piano i problemi in F2, giudicati poco rilevanti dai TP nella valutazione complessiva.

Ha velocità e voglia di fare, anzi strafare. In Haas hanno già detto che non lo tratteranno come un debuttante, sta a lui mostrarsi all’altezza anche come maturità mentale.

Jack Doohan
ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 04: Felipe Drugovich of Brazil and MP Motorsport (11) leads Jack Doohan of Australia and Virtuosi Racing (3) during the Round 12:Zandvoort Feature race of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 04, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Clive Mason/Getty Images)

Se per Bearman ho un debole, Doohan al contrario non mi ha mai impressionato. Le buone prestazioni si possono ascrivere a una esperienza maggiore dei suoi colleghi e (in base a quanto riportato da un insider) dalla capacità di effettuare più test degli altri. E la velocità è stata convertita a fatica in risultati apprezzabili, di solito per la sommatoria di piccoli imprevisti e piccole sfortune, spesso imputabili a una cattiva gestione del weekend.

Non sento di dover aggiungere molto su di lui, né sul suo debutto frettoloso ad Abu Dhabi l’anno scorso. La sensazione è che sia un pilota a scadenza, che Briatore vuole far fuori il prima possibile pur di lasciar spazio a…

Franco Colapinto

[Dutch Photo Agency]

Alonso lo segue dal 2019, di lui scrivevo già a inizio 2021 ed è  sul taccuino Williams da fine 2022. Va detto che malgrado sia uno “dei miei”, condivido fino a un certo punto l’hype che gli si è sviluppato intorno.

A differenza di tutti gli altri piloti di queste colonne, ha sempre sofferto di importanti limitazioni di budget che ne hanno rallentato la carriera oppure lo hanno costretto a scelte subottimali (come correre con VAR in F3 nel 2022) oppure poco coerenti (come l’ELMS e una comparsata a Le Mans nelle LMP2). Anche solo per essersi destreggiato tra queste difficoltà merita un riconoscimento particolare.

Dopo quindi un lungo apprendistato, in F3 ha lottato per il titolo nel 2023, perdendolo nel finale contro Bortoleto. Molto costante, sia in qualifica che in gara, forse è stata la velocità ad essere in difetto (anche se il secondo posto in classifica gli è stato scippato dall’usuale caos che si sviluppa a Monza in F3).

L’esordio in F2 invece è stato complicato, ma i test inter-stagione a Barcellona gli hanno permesso di recuperare il giusto feeling con le monoposto di F2 e da Imola  in poi ha ingranato, un po’ come Bortoleto. I risultati non sono passati inosservati e a metà stagione la Williams gli ha proposto la proverbiale offerta che non si può rifiutare. Il resto della sua carriera si è svolto sotto i riflettori, anche se all’atto pratico nessun team gli ha offerto un sedile per il 2025.

Al momento è solo terzo pilota Alpine, ma la sensazione è che Briatore, stia solo aspettando il giusto casus belli per far fuori Doohan e insediare Colapinto in Alpine, stile Marko-Kvyat 2016

Liam Lawson

[MOTORSPORT.COM]

Il terzo “non rookie” è probabilmente il pilota con la carriera meno lineare di quelli presentati qui.

Nel dopo Tsunoda è stato il prodotto di punta del vivaio Red Bull (insieme a Juri Vips, ma questa è un’altra storia) tuttavia la sua carriera si scontrò con i risultati altalenanti conseguiti in F2 nel biennio 2021/2022. La fiducia che il management Red Bull aveva posto in lui qui si incrinò, tanto che per sostituire Gasly in Alpha Tauri preferirono riesumare prima Nick de Vries e poi Daniel Ricciardo.

La riscossa per Liam Lawson è avvenuta lontana dalla F2.

Nel 2021 stava per diventare il più giovane titolato di sempre in DTM (con la Ferrari!) prima che la manovra kamikaze di Van Der Linde, e il gioco di squadra spudorato in casa Mercedes lo scippassero di un titolo che sembrava già vinto. Incidentalmente il suo compagno di squadra era Alex Albon, che però chiuse solo sesto in classifica.

[AUTOSPORT.COM]

Nel 2023 invece va in Giappone a correre in Super Formula e diventa il primo occidentale a vincere una gara al debutto. La lotta per il titolo prosegue ad alti livelli ma un incidente a Motegi complica la rincorsa, che si conclude quindi alle spalle del campione Ritomo Miyata. Arrivano anche le prime gare in F1 per sostituire Ricciardo, infortunatosi al polso in Olanda, dove conquista i primi punti a Singapore e mostra di reggere il confronto con Tsunoda, soprattutto in gara (la qualifica è sempre stata il suo punto debole).

Infine nel 2024 viene richiamato in F1 prima per sostituire Ricciardo, stavolta in pianta stabile, e poi a sorpresa per prendere il posto di Perez in Red Bull. Se dovessi interrogarmi sulle ragioni che hanno portato il management Red Bull a scegliere lui al posto di Tsunoda, indicherei la maturazione avuta in questi anni, la lucidità mentale (che non gli è mai mancata, a differenza di Tsunoda) coniugata con l’aggressività e l’assenza di timore reverenziale mostrato nei duelli con Perez e Hamilton nel finale di stagione. Tutte qualità già presenti, che però in F2 avevano faticato a emergere.

Isack Hadjar
Isack Hadjar #10 Hitech GP, during round thirteen of the FIA Formula 2 Championship at Autodromo di Monza, on September 1-3, 2023.

Il licenziamento di Perez ha dato modo ad Hadjar di rientrare nel giro della F1 con la VCARB, dopo che la vittoria beffarda di Bortoleto in Formula 2 sembrava avergli tarpato le ali.

Se si esclude il 2023, dove il debutto in F2 con la Hitech è stato disastroso, in carriera ha sempre mostrato una buona velocità, a scapito però della lucidità nei momenti clou.

In F3 era arrivato nel finale di Monza secondo in campionato, ma si autoeliminò dalla lotta sbattendo in qualifica. L’anno scorso in F2 invece ha perso il titolo pur vincendo 4 Feature Race (un record, almeno dal rebranding della serie). E’ significativo anche un altro dato: ha segnato punti solo in metà degli appuntamenti, 15 su 28. Con questi numeri, non c’è velocità che ti salva.

Se c’è invece una cosa che non gli manca è la passione, e lo si vede dai team radio, sempre all’insegna delle forti emozioni. Nessuno può sapere come sarà la stagione 2025 ma su una cosa mi sbilancio: tra lui e Tsunoda, la VCARB avrà i team radio più bippati dell’anno.

Gabriel Bortoleto

[REUTERS/Jakub Porzycki]

Tutti i piloti analizzati in precedenza sono accomunati da una cosa: nessuno di loro ha vinto il titolo F3 né il titolo F2 (questo ci dice qualcosa anche sulla rilevanza di questi campionati). Tra le spiegazioni c’è anche lui, che tra 2023 e 2024 ha vinto di seguito F3 e F2, un “back to back” che in tempi recenti è riuscito solo a Leclerc, Russell e Piastri. In entrambi gli anni ha vinto conducendo meno giri in testa dei suoi diretti avversari, il che ci porta alla sua qualità principale: la concretezza.

Due anni di purgatorio in Formula Regional (dovuti anche a un motore spompato; è un tema ricorrente delle formule minori, e la mancanza di trasparenza della FIA è voluta) hanno formato il carattere e le capacità di Bortoleto, che in F3 ha condotto le operazioni dall’inizio fino alla vittoria finale.

In F2  invece ha dovuto rincorrere. Prima Paul Aron e poi Isaak Hadjar si sono trovati a gestire un importante vantaggio di punti sugli inseguitori, ma entrambi lo hanno dilapidato. Bortoleto al contrario è partito piano (compresi due weekend buttati a Jeddah e Melbourne), ma la progressione a partire da Imola è stata implacabile. Dal Santerno in poi si è sempre qualificato nei primi 6 tranne una volta (Monza, dove si qualificò ultimo ma riuscì a vincere la Domenica (!)). Nelle gare lunghe ha concluso sempre in top 6 nelle ultime 8 (tra cui 6 arrivi consecutivi in top 5 nelle ultime 6 gare tra sprint e features), di cui si distinguono 5 podi e 2 vittorie.

La qualità che lo contraddistingue è l’intelligenza. La sua velocità, comunque notevole, non esaurisce le sue capacità mentali, sicché riesce a evitare errori e a fornire sempre la risposta adeguata alle situazioni di gara. Per un team di F1, questo conta anche più della velocità in sé.

 

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

[Immagine di copertina tratta da Feederseries.net]

IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Lo show, da parte di Ferrari, avvenuto a Milano ha concluso il teatro di presentazioni, sorrisi e coriandoli che piovono da ogni dove. Fino ad ora, salvo la brevissima parentesi barhenita, si è solo giocato e nel contempo è stato fatto aumentare l’appetito a tutti gli appassionati, aspettando l’inizio del mondiale 2025. Ormai è tutto pronto e, a cominciare da questo fine settimana, scatterà il primo GP dell’anno in luogo del quale nessuno potrà più nascondersi e, gioco forza, dovrà necessariamente scoprire le carte. Inutile dire che c’è tanta carne sulla graticola che mai come quest’anno è veramente rovente. In questa ultima settimana soprattutto, si sono sprecate le potenziali classifiche che stabiliscono le probabili posizioni di forza di ogni singola squadra e, sebbene del così detto midfield frega poco a nessuno (con tutto il rispetto per le squadre che appartengono a questa cerchia), tutte le attenzioni sono concentrate sui primi quattro top team.

Di sicuro tutti sono d’accordo nell’affermare che McLaren, è la squadra da battere in virtù del passo gara che ha sfoggiato nella tre giorni di test, meno sicuri invece lo si è sulla potenziale posizione occupata dalla Rossa di Maranello. Helmut Marko, che non le manda mai a dire, reputa Ferrari terza forza (quindi dietro AMG) il che lascia riflettere non poco visto e considerato che l’eminenza grigia, in un improvviso bagno di umiltà, reputa la sua squadra addirittura dietro la stessa Rossa. Il buon Marko, da vecchia volpe che è, cerca come al solito di gettare fumo negli occhi da un lato e, mettere pressione sugli altri dall’altra parte, cercando nel contempo di proteggere il suo pupillo (lo ha definito “Il nostro numero uno”… con buona pace per Lawson) il quale a sua volta, dovrà fare gli straordinari quest’anno se vuole raggiungere “quota Fangio”. La Red Bull apparentemente è ad un bivio agonistico, visto e considerato che dall’anno prossimo tutto cambierà e, poiché il motore farà la differenza, non ci saranno affatto garanzie che il loro Ford funzioni da subito. Oltretutto la monoposto con la quale scenderanno in pista, è la prima senza alcun contributo da parte di Adrian Newey e, aleggia una strana statistica nel paddock che è quella che tutti i piloti, che sono divenuti campioni del mondo con le macchine progettate dal genio inglese, poi non sono riusciti più a ripetersi con le monoposto disegnati da altri. Suppongo che l’olandese, caso mai dovesse riuscire nell’impresa anche quest’anno, infrangerà un altro record di non poco conto. Calco la mano sui bibitari perché, come già ho scritto in questa rubrica, è da pazzi non considerare la Red Bull come squadra pretendente al titolo, soprattutto in un mondiale come quello che sta per iniziare dove sono tutti molto vicini prestazionalmente e, dove ci sono la bellezza di ben ventiquattro gare da disputare. Ad ogni modo, parafrasando le parole di Vasseur profferite durante lo spettacolo milanese, la pressione positiva a Ferrari piace e non credo dispiaccia agli uomini di Maranello essere seconda o addirittura prima forza. Nel vedere gli atteggiamenti di tutti i componenti della squadra, delle parole forti che hanno pronunciato (Charles e Lewis non si sono nascosti in merito alla lotta per ambo i mondiali), Ferrari mi da l’impressione di chi sappia il fatto suo. Premesso che nemmeno se vedo arrivare Charles e Lewis rispettivamente, settimo ed ottavo, crederò al fatto che la Rossa sia quarta forza vero è che i test del Bahrein hanno detto poco dal punto di vista della reale forza della stessa Ferrari da un lato e, dall’altro, a mio giudizio ha suggerito che a Maranello abbiano giocato a carte coperte, tanto che se domenica prossima una delle rosse dovesse vincere, nemmeno rimarrei meravigliato più del dovuto. Continuo a ripetere che Ferrari, in virtù della progressione mostrata fino a dicembre scorso, non può che confermare questo trend se non addirittura migliorarlo. A Maranello avranno a che fare con due problemi veri (di cui uno è sempre ricorrente) e cioè, sbloccare nel più breve periodo di tempo il potenziale della SF-25 e, dimostrare di saper sviluppare la macchina costantemente bene durante tutto l’anno. Partendo dal secondo punto, purtroppo lo sviluppo è stato sempre il tallone di Achille da parte della Rossa, sviluppo che solo l’anno scorso sembra essere stato imbeccato nella maniera corretta. Certo i pignoli potrebbero storcere il naso in merito a quanto affermo, visti i casini spagnoli, eppure quello che è stato per i rossi lo è stato praticamente per tutti, compresa McLaren la quale a sua volta ha addirittura rifatto la monoposto durante il 2023 per poi non sbagliare più in seguito. La forza della squadra italiana, mostrata proprio l’anno scorso, è stata quella di non perdere il bandolo della matassa riprendendosi alla grande nel finale di stagione, tanto da far risultare LeClerc il pilota con più punti conquistati rispetto a tutti i suoi colleghi. Il nodo gordiano di tutta la stagione, inutile giraci attorno sarà proprio questo, a maggior ragione che in estate tutti i top team (quelli del midfield arriveranno ad Abu Dhabi praticamente per inerzia) dovranno dividersi in due al fine di preparare la stagione 2026 ove debutterà il nuovo regolamento.

In questo contesto, il primo punto, sarà strettamente legato a quanto detto sino ad ora. La SF-25 è una monoposto completamente nuova (il famoso “90%” di cui parlava il team principal rosso) a partire proprio dall’avantreno, il quale monta un nuovo schema sospensivo (pull rod) che in Ferrari non conoscono bene come la diretta concorrenza. La nuova nata di Maranello promette bene, solo che l’estrazione di tutto il suddetto potenziale, passa attraverso la comprensione del suo settaggio (in funzione del circuito da affrontare) e, alla ricerca continua di un equilibrio precario che balla proprio tra l’anteriore ed il posteriore ed è risaputo, quanto siano “delicate” queste monoposto ad effetto suolo in tal senso. Oltretutto non bisogna dimenticare che questo equilibrio sarà turbato dal GP della Spagna, visto e considerato che le ali anteriori saranno sottoposte a prove di flessibilità molto più severe e, già a partire da questo GP australiano, la flessibilità delle ali posteriori sarà già sotto esame. Come amano dire gli addetti ai lavori “Questo è uguale per tutti” solo che, come sempre, ci sarà sicuramente chi si è saputo preparare meglio degli altri a tale evenienza e, Ferrari da tutta l’impressione di essere in questa ristretta cerchia (per non parlare della stessa McLaren). Ormai manca davvero poco e presto ogni arcano sarà svelato a cominciare dalla nuova coppia rossa la quale deve dimostrare nei fatti che funzioni innanzitutto e, che sia davvero la migliore… che poi sia, come detto da Hamilton, la migliore di tutti i tempi questo è tutto da dimostrare.

Buon GP dell’Australia a tutti.

Vito Quaranta

Pronostici, previsioni e profezie down-under

E rieccoci qui, in un 2025 già liberatosi del buio pomeridiano, ad auspicare che il brivido inconsulto generato dalla velocità, quantomeno per interposta persona o, meglio, per interposto pilota, venga a titillare le corde del nostro folle amore per la vetta più o meno indiscussa degli sport motoristici.

“Folle” è vocabolo che trova l’etimo nel latino dell’alto medioevo, già spurio e imbastardito da coniugazioni germaniche le quali, incapaci di riconoscere il canto delle vocali, dicono Follus ciò che in bocca a Cicerone doveva essere Follis, ovvero un otre vuoto e pieno d’aria, talvolta mantice talaltra  pallone per il gioco, come quello che dolci fanciulle siculo-romane si passano con gioiosa letizia nei mosaici della Villa Romana del Casale, dalle parti di Piazza Armerina.

Un pallone pieno d’aria, dunque. E, tanto naturalmente quanto inesorabilmente, vuoto come la testa del sottoscritto ogniqualvolta si appresta a ragionare sulla incipiente stagione di Formula 1 con il solo conforto delle fantasmatiche cronometrie che gli striminziti test pre-stagionali mettono a disposizione.

Che si potrà fare in queste condizioni? Predire non è possibile, prevedere mah!, pronosticare figuriamoci.

Non rimane altro che profetizzare, certi che persino gli esiti dell’esordio down-under, in quel di Melbourne il prossimo 16 Marzo, non potranno smentire gli svarioni che ne sortiranno perché, sappiatelo!, arriveremo a Monza e continueremmo a poter dire: “La stagione è ancora lunga”

Non saprei in chi immedesimarmi in questo esercizio oracolare.

Una Pizia delfica?

No, meglio di no. In troppi, leggendo qua e là sul web e ascoltando appena di striscio cronache e reportage televisivi, si son lasciati suggestionare dagli interessatissimi desideri dei committenti ed è ben noto che prima di poter accedere al talento divinatorio delle sacerdotesse di Apollo è necessario versare un contributo concreto agli amministratori delfici. Del resto, andrà pur ben manutenuto l’òmphalos, no? E avete idea di quanto costi recuperare l’incenso e le erbe allucinatorie dai mercanti asiatici? No, cari miei, no. Io di dracme non ne ho viste e quindi da questo lapis non sortirà alcuna profezia di quel tipo.

E che dire di Tiresia allora?

Per essere cieco, sono cieco perché, come detto poc’anzi, le liste cronometriche trasmesse del Bahrain assomigliano tanto ad una moneta da 3 euro. Chi è che si è nascosto? Quanta benzina c’era durante i time-attack? E perché quell’ingegnere di quel team (sì, proprio quello là, quello vestito di arancione) ha fatto l’occhiolino? E perché Charles era contento davanti ai microfoni ma nel retrobox sbuffava come una locomotiva? E come mai Verstappen ha fatto il miglior tempo che Newey se n’è ormai andato da un anno? Ma Newey è impegnato a dare a Fernando il giusto canto del cigno, no? E sarà mai possibile che Mercedes sbagli vettura per il terzo anno di fila? O non pensate che il mondo voglia vedere il favorito dei social, Landino nostro, conquistare lo stesso alloro che fu di Jim Clark, Graham Hill e Jackie Stewart? E d’altra parte non sarebbe ora di oltrepassare le veliniche pareti del mito per vedere finalmente Lewis coronare il suo sogno d’essere l’incontestabile G.O.A.T.? Si esce da Sakhir con più domande di quante ne avevamo prima di entrarci e capire cosa può riservarci l’inizio di stagione è impossibile anche per il cieco indovino.

D’altra parte, qualche “sensazione”, se così si può dire, c’è effettivamente stata.

Le retrovie, ad esempio, sembrano già definite. Sauber e Haas sembrano piuttosto indietro rispetto al resto del gruppo e Aston Martin pare abbia fatto (ancora) il passo del gambero. Ammetto di essere un po’ sorpreso da Sauber che, avendo chiuso in crescita proprio nelle ultime due gare del 24, la vedevo come una possibile sorpresa d’inizio stagione. Non mi sorprende invece Haas perché l’andamento tradizionalmente ondivago dei suoi sviluppi non si addice all’ultimo anno di questo regolamento. Naturalmente la sorpresa più grossa, in questo senso, è data da Aston Martin che, anche al netto dei risultati cronometrici, non ha dato spunti per vederla come quel possibile contender per il podio che l’arrivo di Newey poteva far pensare. C’è però da dire che Newey non è nuovo a rivoluzioni in corso d’opera e di tutte le scuderie impegnate nei test/non-test del Bahrein loro sono quelli che più ne avranno bisogno.

In positivo, invece, sorprende Williams la quale, oltre al riscontro cronometrico, ha dato la sensazione di essere già pronta per un inizio di stagione molto diverso da quello dei tristi (tristi per il blasone, ovviamente) anni passati presentando una vettura che sembra ottimamente bilanciata in tutte le condizioni e che ha dato l’impressione di rispondere estremamente bene alle diverse sollecitazioni date dai piloti. Sia Sainz (uscito con il miglior crono della tre-giorni che avrà poco significato ma intanto l’ha fatto) che Albon hanno dato la sensazione di essere in perfetto controllo in ogni fase del test. Tra l’altro il confronto tra i due piloti sarà molto interessante e anche se sappiamo benissimo che in Formula 1 la proprietà transitiva non vale, il vedere la comparazione cronometrica e di condotta gara in termini relativi tra loro due può dirla lunga sul loro rispettivo livello. Rimane il dubbio sulla capacità Williams di sviluppare la vettura nel corso della stagione quindi, se davvero partiranno bene, dovranno puntare a raccogliere quanti più punti possibili nelle prime gare.

Mercedes, tra i top team, pare quella che si sia nascosta meno. Russell, in particolare, è parso molto a suo agio in tutte le condizioni testate nei tre giorni. Giorgino ha visto i suoi crono abbassarsi considerevolmente ogni volta che ha tenuto giù il piede e lo ha fatto senza alcuna difficoltà. Mi preoccupa un po’ di più il nostro Antonelli che mi ha dato la sensazione di essere piuttosto in difficoltà in tutte le condizioni testate dove ha pagato tantissimo nei confronti di Russell, compreso il time attack ove il cronometro apparentemente simile dei due inganna perché mentre il giovane italico ha dato tutto Russell ha solo spinto un po’ di più e la sensazione è che avesse margine. La scommessa di Toto su Antonelli mi pare quindi assai azzardata (soprattutto con Sainz sul mercato a prezzi da Eurospin) e mi spiacerebbe vedere un pilota italiano, di cui si parla benissimo da anni nonostante la giovanissima età, bruciarsi l’opportunità di avere una buona, se non ottima, carriera in Formula 1 perché si crea una nomea poco lusinghiera il primo anno. Persino Max Verstappen si è fatto il suo bravo anno nel team “spalla” nel 2015 (e pure qualche gara del 2016 prima di essere promosso). Staremo a vedere.

Anche RBR mi pare si sia nascosta poco ma qui l’unica cosa che mi pare emergere con chiarezza è la difficoltà di Lawson il quale sia nei time attack che nelle simulazioni gara è parso lontanissimo da Max. Anche per RBR, come per Mercedes, non aver messo sotto contratto Sainz potrebbe tradursi in un clamoroso errore. Del resto, Lawson non aveva dato buoni segnali nel finale della scorsa stagione e ammetto di essere rimasto parecchio sorpreso dalla scelta di Horner e Marko di promuoverlo nonostante ogni evidenza contraria, quantomeno nei confronti di Tsunoda se proprio dovevano promuovere un Racing Bulls. Può essere che Marko, come sua abitudine, abbia le idee chiare sul possibile rendimento di Tsunoda e non su quello del neozelandese e voglia testarlo più a fondo. Oppure si sono lasciati attrarre dalla personalità di Liam, indubbiamente non un timidone, e vogliono verificare la sua resistenza (non mi vedrete mai scrivere la parola “resilienza”) all’interno del difficile box RBR. Tuttavia, sono dell’opinione che primum currere celeriter deinde aestimare animum, perché se il tema era avere uno “tosto” allora Perez poteva ancora dire la sua oppure bastava mettersi in casa Magnussen che in quanto a balls li mette tutti in fila. Se invece si cercava la performance e l’affidabilità allora Sainz doveva necessariamente essere la scelta più indicata. Tornando alla vettura è chiaro che, come già l’anno scorso, la magnificenza della guida di Max non consente di trarre indicazioni nette sulle sue potenzialità. Da un lato si vede Max adagiarsi senza difficoltà nella top 3 dei tempi, il che lascerebbe intuire un alto potenziale, ma dall’altro lato si vede Lawson annaspare in ogni condizione il che dovrebbe destare forti preoccupazioni a Milton Keynes se non fosse che il neozelandese, come prima indicato, è di fatto ancora un mezzo rookie con pochissimi GP all’attivo. Quindi? Quindi si torna sempre lì: avessero preso Sainz potevano avere indicazioni molto più significative sul livello della vettura senza, cioè, affidarsi ad un Max stratosferico che guida sopra i problemi e senza un quasi-rookie che non ha la minima idea di dove andare con lo sviluppo. Boh!

Ferrari si presentava a Sakhir con il favore dei media, agitatissimi dall’arrivo di Hamilton in rosso. Ed è proprio per questo che tendo a pensare che non abbiano voluto cercare tempi di rilievo. Il punto è che se si fossero buttati lancia in resta a cercare i tempi gli altri (RBR e Mercedes in primis) li avrebbero messi alla prova per portare allo scoperto la velocità della vettura. In questo senso è da leggersi il distacco tra Hamilton e Leclerc nei rispettivi time-attack. C’è anche un po’ di gioco della parti tra i piloti che evidentemente aspettano Melbourne prima di lanciarsi per davvero e toccare (finalmente!) con mano l’entità del gap che li separa: se sarà in un senso o nell’altro, lo scopriremo vivendo. Ma se sulla velocità pura il dubbio sarà sciolto solo quando si farà sul serio diverso pare il discorso sui crono di simulazione gara. E qui segnali non bellissimi si sono visti. Dal volto corrucciato di Leclerc al mero cronometro di quasi 1 secondo più lento, in media, rispetto a McLaren di domande da fare ce ne sarebbero tantissime a cominciare dalla revisione di alcune componenti che l’anno scorso non avevano dato alcun problema: le famigerate sospensioni pull-rod. Si sa che questo tipo di sospensione impone un disegno dei flussi aerodinamici estremamente preciso perché sottrae una virgola di spazio in più sull’entrata dei flussi d’aria il che un po’ sorprende visto che i musi di queste monoposto non si sono alzati rispetto all’anno scorso. M’immagino che quindi la scelta abbia poco a che vedere con l’aerodinamica quanto, forse, sul tentativo di accendere le gomme un po’ più rapidamente di quanto si riuscisse a fare l’anno scorso. Ferrari, infatti, l’anno scorso era riuscita finalmente a superare il cronico problema di surriscaldamento gomme che l’assillava da anni con il contraltare, però, di non essere più in grado di dare ai piloti una vettura performante in qualifica. Insomma: la coperta è corta e vedremo se le soluzioni introdotte, al netto della capacità performativa generale, può portare più equilibrio.

McLaren è quella che si è nascosta di più, almeno apparentemente. Il che fa pensare che possano ricominciare nella stessa posizione in cui avevano chiuso il 2024: davanti. A spingere tutti i commentatori verso questa interpretazione dei loro test sono stati i crono delle simulazioni. Ipotizzando che nessuno, nei top team, abbia spinto alla morte ma con una configurazione conservativa del motore, il divario tra McLaren e gli altri è parso sin troppo ampio per non dedurre che partiranno in netto vantaggio. Nei time-attack, poi, la sensazione che entrambi i piloti abbiano abortito tutti i giri “buoni” (evidentissimo in Piastri, ad esempio) è parsa nettissima. Rimane qualche dubbio sul setup della vettura che molti commentatori in giro per il web hanno rilevato essere adattissimo per Sakhir e che dunque spiegherebbe il divario che si è percepito. Ma questo sembra più un auspicio degli altri che un ragionamento concreto.

Alpine e Racing Bulls, in tutta onestà, non le ho analizzate al punto da poterne trarre qualche indicazione sicché mi astengo da ogni commento sulla vettura.

Ma non da quello sui piloti.

Se Gasly è parso molto a suo agio altrettanto non si può dire di Doohan che, sarà un minimo di pregiudizio o la suggestione della pessima figura rimediata quando è stato catapultato nel mondiale nell’ultima e decisiva gara del 2024, mi è parso assai incerto soprattutto nel maturare il ritmo nelle simulazioni gara. Vedremo già a Melbourne se si tratta solo di diversa programmazione nei test degli assetti rispetto a Pierre oppure se c’è davvero da preoccuparsi.

Al contrario di Doohan ho visto molto bene il rookie Hadjar su Racing Bulls che nelle rare occasioni in cui è stato inquadrato (e guardando l’andamento dei suoi tempi) mi è sembrato assolutamente in palla e ben allineato alle richieste dei suoi ingegneri. L’ho tenuto d’occhio, si fa per dire, soprattutto il primo giorno e ho avuto la sensazione che non abbia avuto alcun problema a prendere confidenza con la vettura. Tsunoda, al contrario, è parso più conservativo così che alla fine è molto difficile valutare i crono relativi dei due.

L’altro rookie, Bortoleto, anch’egli poco inquadrato non saprei giudicarlo. Nel primo giorno si vedeva nettamente che guidava con la lingua di fuori a cercare il tempo mentre non so che dire del resto dei test. Salta all’occhio che proprio il terzo giorno Hulk gli abbia rifilato mezzo secondo come a dire: ti sei sfogato, ti sei esaltato che ti sembrava di avermi messo dietro ma ora ti faccio vedere cos’è la Formula 1. Tutto un mio romanzo, per carità, ma non dovremo aspettare molto per vedere che cosa sarà in grado di fare: il confronto con Hulk sarà assai indicativo.

Tutti i piloti di punta si sono nascosti a vario titolo, a parte Sainz che ha spinto non poco per mettere alla prova il mezzo. Forse colui che più mi ha impressionato è stato Piastri, non foss’altro per il fatto che è quello in cui era più evidente l’alzata di piede ogni volta che stava per sfoderare un crono rilevante.

Di tutti mi ha divertito, si fa per dire, Ocon che ha chiaramente spinto tantissimo ma che si è sempre trovato nelle ultime posizioni: visto che siamo in tema di antica Grecia non posso non rilevare la sua espressione da Prometeo incatenato e gettato nella rupe senza fondo del Tartaro tanto era triste il suo volto in alcune inquadrature che lo vedevano attendere in vettura senza casco indosso.

Alla luce di tutte queste considerazioni fare il Tiresia è troppo comodo, troppo accondiscendente alle sue presunte capacità da veggente. Troppi se…allora, troppi if…then, costellano i suoi vaticini. Così andando, dovrei pungolarvi inutilmente con un profluvio di caveat che avranno il potere d’irritarvi.

Eccolo Tiresia: se avrai la macchina più performante allora vincerai il campionato del mondo.

Capito, Lando? Comincia a preparare capretti da sacrificare a dritta e a manca perché se sotto il sedile avrai, come sembra, il mezzo più performante allora quest’anno non avrai più scuse.

(Oscar permettendo, che di hubris, dike, ananke e altre bellissime parole greche se ne strafotterà alla grande)

Non rimane altro che Cassandra, allora. Ho preferito non immedesimarmi in questa profetessa di sventura (va a sapere…) e l’ho interrogata grazie ad un collegamento Teams molto down-under con l’Ade in un’intervista che qui di seguito trascrivo.

MIT: “buongiorno Cassandra, come sta?”

Cassandra: “ma vaff…”

MIT: “ok ok, non c’è bisogno di agitarsi, capisco che laggiù non si stia poi sto granché ma d’altra parte poteva fare a meno di…”

Cassandra: “ma vaff…”

MIT: “Ehm, davvero, guardi, cioè, non vorrei importunarla più di tanto ma sono assai curioso di come vede, lei, la stagione 2025 di Formula 1”

Cassandra: “ma vaff…”

MIT: “Suvvia, non c’è bisogno di scaldarsi tanto, già non sappiamo quanto e come si scalderanno le nuove Pirelli indossate dalla Ferrari!”

Cassandra: “ma vaff…”

MIT: “Mi sembra un’intervista un poco monotona così – visto che il suo agente mi aveva detto che era disponibile vogliamo, per favore, moderare i toni ed entrare nel tema?”

Cassandra: “ah glie l’ha detto il mio agente? Ma chi? Agamennone? Non è che mi abbia portato grandi vantaggi eh? Lo sapeva?”

MIT: “in effetti… leggendo la Gazzetta di Micene qualche sospetto mi era venuto. Ma bando alle ciance e…”

Cassandra: “ma vaff… non mi importa nulla della Formula 1!”

MIT: “e a me non importa nulla del fatto che a lei non importi nulla: ho qui un bel contrattino firmato con il suo agente che le impone di darmi la sua profezia! E ho già bonificato fior di dracme sul suo conto!”

Cassandra: “Uff… Va bene, cosa vuole sapere?”

MIT: “molto semplice: i primi tre piloti della classifica finale della stagione 2025. Chi saranno?”

Cassandra: “tutto qui? Bene eccoli: 1. Verstappen 2. Piastri 3. Leclerc – è contento adesso?”

MIT: “no, davvero? Non le credo! Lei sta dicendo nomi a caso! È proprio sicura che sarà questa la classifica? Verstappen che vince per la quinta di fila è praticamente impossibile con la macchina che si ritroverà quest’anno! e poi sta per nascergli un figlio e, come diceva Enzo Ferrari, perderà un secondo al giro, no?”

Cassandra: “E che le posso dire?! Io non so nemmeno chi siano costoro”

MIT: “Ma è sicura di aver letto bene il suo vaticinio? Magari è in difficoltà con l’alfabeto latino, magari c’è scritto qualcos’altro tipo… Leclerc primo, Norris secondo e Hamilton terzo? Non c’è scritto quello?”

Cassandra: “Se le dico che è 1. Verstappen 2. Piastri 3. Leclerc è così, punto”

MIT: “naaaaaah non le credo!”

Cassandra: “è così! Mi ascolti!”

MIT: “No, impossibile. Non le credo. Lei mi sta prendendo in giro. Basta chiudo il collegamento. Arrivederci”

Cassandra: “ma… io…. Davvero! Mi ascolti, la prego!”

MIT: “No, basta, non le credo, ho buttato via i soldi. Mi stia bene”

Mentre chiudo Teams faccio in tempo a udire l’eco della voce di Cassandra:

“… ac dona ferentes

Kalispera a tutti e ci vediamo down-under!

 

 

 

 

 

 

AL BAR DEL BRING

Buona domenica, il Bar del Bring vi ringrazia tutti nessuno escluso per queste domeniche off-season che siete riusciti a far diventare più interessanti di quanto avrebbero potuto essere. Dalla prossima settimana si torna a fare sul serio coi nostri Alle e Piero in prima linea coi loro pre e post GP. Son contento di vedere che le scelte fatte su questo ameno luogo si son dimostrate vincenti, come disse il nostro Lucx poco dopo i nostri inizi “noi i commenti non li contiamo, li pesiamo”. In tal senso non mi spiace nemmeno un pò della cancellazione da me effettuata del nostro account X, quando leggo queste pagine conto di leggere qualcosa che mi ispiri e non qualcuno così coglione da accusarmi su X di “pensare solo ai soldi che guadagnate coi vostri website” già che è per l’appunto così coglione da non essersi accorto che siamo completamente no-profit. Noi di bimbiminchia e tifosi di calcio prestati alla F1 ne facciamo volentieri a meno, siamo retrogradi e quindi tirati su bene contrariamente al liquame che per la stragrande maggioranza popola i social. Vi leggo, penso al “dimmi con chi vai e ti dirò chi sei” e mi viene molta meno voglia di bestemmiare del solito. Menzione d’onore per il Vitone Nazionale che pure quest’anno si è sobbarcato l’off-season da solo e, naturalmente, per il Talli ed i suoi capolavori.

GRAZIE A TUTTI

Life is racing, all the rest is waiting