LA FERRARI DOMINA AD AUSTIN. PUNTO.

Dopo la pausa autunnale, la F1 riprende dal Texas, ed è subito polemica. Qualcuno (la McLaren) ha spifferato alla FIA che la rivale per il titolo utilizza un trucchetto per cambiare l’altezza del vassoio in parco chiuso, cosa vietatissima dal regolamento e dal suo spirito.

Il delegato FIA e il suo tirocinante, in diretta mondovisione controllano e sigillano la brugola relativa. Questo trick doveva permettere alla Red Bull di andare bene sia in qualifica che in gara. E, infatti, Max fa la pole della garetta, e la vince pure, e poi manca la pole della gara vera solo perchè Russell decide di distruggere gli upgrade contro le barriere.

Garetta che ci offre un gusto duello fra i due ferraristi e una totalmente inutile prova di forza di Sainz ai danni del compagno. I due ferraristi si ritroveranno poi a partire appaiati in seconda fila.

Si spengono i semafori e i primi quattro scattano tutti benissimo. Ma c’è uno più furbo degli altri, e si chiama Charles. Verstappen attacca Norris, che gli ha lasciato un portone aperto, e lo porta largo. Leclerc, che probabilmente aveva già capito in anticipo cosa sarebbe successo, si infila indisturbato portandosi al comando. Max deve poi difendersi anche da uno scatenato Sainz, portatosi al terzo posto. Al terzo giro, quando Leclerc è ampiamente al sicuro dal DRS, Hamilton finisce ingloriosamente la sua gara nella ghiaia, e viene fatta uscire la safety car.

Si riparte al giro 5, con Max molto aggressivo, ma Leclerc ne ha di più e si mette a distanza di sicurezza. 

Sainz prova a stare vicino a Max, ma la sua macchina ha un problema e il distacco sale ad 1.5 sec. Per fortuna dello spagnolo, le cose si sistemano, ma ormai l’olandese è fuori portata.

Al giro 13, Charles ha già  5 secondi di vantaggio su Verstappen, con Sainz a 1.7 e Norris a ben 3 secondi dallo spagnolo.

Al giro 22 la Ferrari fa rientrare Sainz. Verstappen non si difende dall’undercut, e, ovviamente, nemmeno Leclerc lo fa, dall’alto degli ormai 10 secondi di vantaggio.

Al giro 26, Max rientra ai box, e ne esce ampiamente dietro a Carlos. Al giro successivo, si ferma anche Leclerc.

Le due McLaren non si fermano e, anzi, iniziano a girare più veloci di quelli che si sono fermati. Al giro 31, Leclerc raggiunge Piastri che non oppone resistenza. Contemporaneamente, si ferma Norris, che rientra in pista molto lontano da Verstappen. Al giro successivo è il turno di Oscar.

Con gomme nuove Lando e Oscar viaggiano 1 secondo al giro più veloce rispetto a Verstappen e Leclerc. Poi si calmano, e torna in cattedra la Ferrari, con i due piloti che, al giro 40, sono i più veloci in pista.

Al giro 44, Norris raggiunge Verstappen, e il duello inizia al giro 47.   Al giro 52 Lando tenta all’esterno di curva 12 e sorpassa Max passando per la via di fuga. L’olandese, che a sua volta è uscito dalla pista, vuole la posizione indietro, e l’inglese non gliela dà. L’incidente viene investigato, e il pilota delle McLaren si becca 5 secondi di penalità.

Finisce così con una splendida doppietta Ferrari, 18 anni dopo l’ultima negli USA. Seguono Verstappen, Norris, Piastri, Russell, Perez, Hulkenberg, Lawson, subito a punti al ritorno, e un grande Colapinto.

Tolta l’ala flessibile alla McLaren, tolto il trick alla Red Bull, la Ferrari domina. E’ sicuramente un caso. Vedremo in Messico, fra una settimana.

P.S. A Norris mancano solo i baffetti, e poi il clone del Leone è completo. 

P.S. 2 Le strategie della McLaren le fanno Topolino e Paperino.

P.S. 3 La Ferrari non porterà a casa nessun titolo quest’anno, ma la responsabilità non sarà, per una volta, della macchina.

P.S. 4 Hamilton che si qualifica in ultima fila senza avere avuto un problema specifico, e poi la insabbia dopo 3 giri, è qualcosa che deve far riflettere. Soprattutto la Ferrari che lo ha ingaggiato pagandolo profumatamente, per mandare in Williams uno che proprio scarso non è.

P.S. 5 A proposito di Williams, Colapinto ha dimostrato che non sempre il valore di un pilota si può misurare in relazione al compagno di squadra. Dipende da quanto quest’ultimo è scarso. E lo stesso discorso lo si può fare per Lawson.

P.S. 6 La penalità data a Russell è vergognosa.

P.S. 7 Verstappen corre con un regolamento tutto suo e può fare quello che vuole (vedi la partenza). Non da ora. Gli altri no. E anche questo è vergognoso.

P.S. 8 Austin è una pista meravigliosa. Quando vince la Ferrari ancora di più.

P.S. 9 Clean air is queen.

P.S. 10 Vive la France.

P.S. 11 (serio) Questa doppietta Ferrari è stata un raggio di luce per la mia regione, in uno dei week-end più neri della sua storia. Che possa restare anche questo trionfo nella memoria di chi ha passato una notte di paura e una giornata passata a spalare il fango e a svuotare abitazioni, cantine e garage dagli oggetti rovinati dall’acqua.

L’ISOLA DI MARC – POST GP PHILLIP ISLAND

Il Caimano. Così l’ha ribattezzato Tardozzi nel post gara. Marc si è preso la vittoria davanti a Martin e Bagnaia, rifilando 10 secondi al Campione del Mondo. Anche oggi parte male, si ritrova in posizione 13 e fa partire una rimonta paurosa. Male Bastianini, scintille nel post gara tra Bezzecchi e Vinales. Martin a +20 su Bagnaia.

La vince il più forte, la vince con una condotta furba e cattiva nonostante una partenza bruttissima. Recupera dalla tredicesima posizione e pian piano se li mangia uno ad uno. Arriva dietro Martin, lo tiene lì a mollo e poi se lo cucina con cattiveria. La vince al penultimo giro. La vince con una moto che paga 10 km/h in rettilineo, la vince con la moto che usava Zarco nel 2023 e che vinse proprio qui. L’ha vinta con una moto vecchia, ma soprattutto con una moto che ha un potenziale inferiore a quella degli ufficiali…

Favolosa la gara di Martin, soprattutto intelligente. È chiaramente il favorito di un Mondiale che solo lui può perdere. Ci voleva un gran fegato a star davanti ad un Marc così, prova anche a passarlo sul rettilineo ma viene ripassato con cattiveria alla 4. Intelligente nel capire l’antifona ed a prendersi 20 punti d’oro. Guadagna ben 10 punti in questo weekend di gara su Bagnaia.

Il vero sconfitto è Bagnaia. Non tanto nel risultato bensì per come è arrivato. Si è beccato quasi 10 secondi e le ha prese sia da Martin che da Marquez soprattutto nel corpo a corpo. Riesce comunque a portarsi a casa 16 punti e non cadere nel tranello di “strafare”. Adesso ha 20 punti da recuperare contro un Martin che può perderlo soltanto lui.

Bastianini e Morbidelli non pervenuti. Enea è davvero la grossa delusione di questo weekend, mai in partita e mai in grado di stare lì davanti. Diggiannantonio sta cercando di studiare Marquez ma non trova il libro nonostante sia arrivato ai piedi del podio, Bezzecchi è impegnato nella ghiaia, cercando di trovare il bandolo di una matassa ormai persa.

DUCATI PIGLIATUTTO. 

Praticamente vincono tutti i GP dalla Sprint di Catalunya in poi (vinse Aleix Espargaro). Piazzano le proprie moto sempre sul podio ad eccezione di qualche super prestazione di Acosta. È un dominio senza precedenti, che ricorda quello avvenuto in SBK a cavallo degli anni 2000. Hanno vinto 16 gare su 17, di queste 16 ben 8 le ha vinte Bagnaia, poi 3 Martin, 3 Marquez e 2 Bastianini. Praticamente Bagnaia ha vinto quanto tutti gli altri 3 Big Ducati. Ma com’è possibile che allora sia dietro nel Mondiale!? Lui dice questo…

“Nelle condizioni normali siamo i più forti, lo sappiamo. Stanno pesando le gare in cui mi hanno buttato per terra.”

Bagnaia se la prende con chi lo ha “buttato per terra”. Però non dice quanti errori abbia commesso anche da solo. Dallo scorso anno sembra cambiato il leitmotiv del Mondiale. Mentre nel 2023 era in controllo sembra che in questo 2024, nonostante sia ancora più forte, il controllo del Mondiale lo abbia Jorge Martin che ha fatto tesoro degli errori del 2023.

MARC AGO DELLA BILANCIA?

Sarà lago della bilancia Marc? Oggi ha tolto 5 punti importanti a Martin nella lotta al Mondiale, non si dica che l’abbia aiutato. Nei prossimi 3 GP probabilmente soltanto a Valencia, nel GP forse decisivo, potrà dire la sua visto la conformazione della pista. In Thailandia potrebbe, in Malesia dubito vista la differenza con la GP24.

CLASSIFICA MONDIALE

Appuntamento a Buriram, nel GP di Thailandia per il terzultimo round della stagione.

P.S. Questo mio tweet ha fatto parecchio discutere. Ve lo lascio qui…

https://x.com/FranckyHawk29/status/1847495488376893536?t=EhTeIKGuBSn31DR-Wx8Xcw&s=19

 

 

Francky

 

F1 2024 – GRAN PREMIO DEGLI STATI UNITI

Dopo una inusuale pausa di quasi un mese torna il mondiale di F1 sulla pista di Austin per il gran premio degli Stati Uniti.

Un weekend questo molto saturo in termini di competizioni motoristiche che vedra’ in contemporanea scendere in pista F1, il motomondiale, la superbike e il mondiale rally. Non e’ forse un po’ troppo? Magari un minimo di coordinamento in merito tra i vari organi direttivi avrebbe giovato.

In ogni caso si torna in pista per il primo di sei appuntamenti che chiuderanno il mondiale F1, su una pista piuttosto selettiva e difficile da interpretare.

Il nuovo asfalto, le previsioni meteo che prevedono molto caldo saranno un bel rebus soprattutto per la gestione gomme nella gara lunga. Diciamo gara lunga perche’ ci sara’ anche la sprint questa volta, con tutto quello che comporta a partire dal limitato tempo a disposizione per le prove libere.

Lo stato dell’arte e’ quello di un mondiale piloti che ancora non si capisce se sia un discorso ancora aperto o chiuso. Cinquantadue i punti che separano Verstappen e Norris, con il primo in evidente affanno nelle ultime gare e il secondo che si trova a guidare la monoposto piu’ completa del lotto ma forse ha raccolto meno di quanto avrebbe potuto. Diciamo che a parti invertite il mondiale sarebbe una faccenda molto aperta.

immagine da rsi.ch

In Red Bull non ci hanno capito granche’ nell’ultimo mese e mezzo di gare e la lunga pausa e’ stata positiva quanto meno per cercare di capire cosa non funziona e come porvi rimedio. Gli austriaci sembrano piuttosto convinti di aver risolto gran parte dei loro problemi e si presentano a d Austin convinti di potersela giocare. Al momento, la sensazione e’ che la loro piu’ grossa certezza sia solo Verstappen, il resto verra’ di conseguenza se la monoposto risultera’ davvero migliorata.

A Woking invece sperano fondamentalmente che una (o tutte e due) tra Ferrari e Mercedes possa infilarsi tra loro e la Red Bull. Difficile che la sosta abbia potuto far evaporare totalmente l’evidente vantaggio nei confronti degli austriaci ma per riaprire davvero il mondiale serve che Verstappen sia ricacciato indietro anche dagli altri competitor.

Competitor che arrivano con grosse speranze ma poche certezze in quanto Ferrari portera’ una nuova ala anteriore giudicata ‘estrema’ mentre il nuovo fondo dovrebbe esordire in Messico. In  generale la Scuderia sta facendo grossi sforzi nel cercare di colpare il gap gia’ in questa stagione con l’obbiettivo di travasare le modifiche valide anche sulla vettura del 2025. Vedremo cosa succedera’ ad Austin anche se Sainz ha gia’ spostato il target vittoria in Messico e Las Vegas.

immagine da quattromania.it

Per Mercedes vale un po’ lo stesso: novita’ per la W15 ma tutte da verificare in pista, per cui grandi aspettative che sperano non vengano frustrate dalla realta’ dei fatti.

Lo scarso tempo a disposizione per le prove libere sara’ un problema un po’ per tutti, ma forse meno per la McLaren che si presentera’ con una monoposto meno sperimentale e meno criptica rispetto ai suoi avversari.

In pratica tutti i team si presenteranno con novita’ sulle loro monoposto e per tutte ci sara’ il problema di trovare in fretta la quadra dato il poco tempo a disposizione. A meno che la gara sprint non venga utilizzata come un lunga sessione di test per trovare l’assetto giusto da utilizzare poi nella gara di domenica.

Questo di Austin potrebbe essere un vero spartiacque nella lotta al campionato, sia per quanto riguarda i tanti punti in palio sia dal punto di vista delle prestazioni. Il tracciato texano e’ uno di quelli dove tutti gli aspetti della monoposto vengono messe alla prova e andare bene sul COTA potrebbe rappresentare una garanzia di competitivita’ anche per gli ultimi appuntamenti del mondiale.

immagine da automagazine.pt

Per chiudere, salutiamo per sempre, almeno al volante di una F1, Daniel Ricciardo che sara’ sostituito da Lawson sulla Racing Bulls. L’australiano sembrava appartenere al cesto di quelli buoni, magari non fenomenali ma molto buoni, poi un paio di sliding doors, tipo l’aver rifiutato la Ferrari per accettare i soldi della Renault, hanno un po’ annacquato una ottima carriera. Si e’ garantito una agiatissima pensione anticipata e chissa’ se, potendo scegliere, non cambierebbe qualcosa di quanto fatto.

Un augurio anche a Lawson che avra’ l’ingrato compito, in pratica, di guadagnarsi il posto in Racing Bulls nel 2025 nelle restanti sei gare del mondiale. Cosa non facile quando chi decide se resti e’ il dott. Marko.

*immagine in evidenza da sportspromedia.com

Rocco Alessandro

IL PUNTO DELLA REDAZIONE

La lunga pausa, che è durata un intero mese, è dunque giunta al termine ed ora ci aspettano gli ultimi sei GP che decideranno chi sarà campione del mondo in questo lunghissimo 2024, sia per quanto riguarda il titolo piloti che costruttori. Sebbene uno dei due trofei apparentemente sia già assegnato, è anche vero che fine a quando la matematica non decreta il suo insindacabile verdetto, è meglio andarci coi piedi di piombo nello sputare sentenze. Sono del parere che è meglio parlare di probabilità, almeno in questo modo si usa la logica e ci si scotta di meno. Del resto dagli aerei atterrati in Texas non scenderanno solo uomini, bensì anche gli ultimi aggiornamenti della stagione che permetteranno alle squadre (le top four, perché tanto da Aston Martin in giù c’è ben poco da fare), di finire il campionato con diverse finalità: infatti c’è chi cercherà di raddrizzare un’annata andata storta, chi dovrà capire e chi si giocherà il tutto per tutto per portare l’agognato risultato a casa.

Chi di sicuro deve salvare l’ennesima stagione è la Mercedes di Toto Wolff la quale, da quando è entrato in vigore questo regolamento, non è azzeccata nessuna (anche se ho il sospetto che si riprenderà tutto con gli interessi con l’entrata in vigore di quello nuovo!) e di fatto non ha mai rappresentato una reale minaccia per gli atri top team. C’è da sottolineare il fatto che la casa con le stelle a tre punte era arrivata alla pausa estiva non dico come prima forza, di sicuro se la giocava tranquillamente con la McLaren (unico dei top team ad essere sempre costante dal punto di vista prestazionale) e questo aveva non solo rinfoltito i ranghi tra le file di Brackley, addirittura aveva aggiunto ulteriore pepe ad una situazione agonistica già pregna di emozioni, perché di fatto si andava ad inserire un nuovo potenziale concorrente che poteva ambire al gradino più alto del podio di ogni GP. Evidentemente le vacanze a quelli di Stoccarda gli hanno fatto male, perché infatti dopo la fine della suddetta pausa estiva, Toto&Co. si sono ritrovati alle prese con i problemi che avevano già avuto in tarda primavera e per ciò, che questo ultimo scorcio di mondiale unito al fatto che avranno con se gli ultimi aggiornamenti della stagione, servirà a salvare un campionato che è stato avaro di risultati ed ha avuto come conseguenza la perdita del loro personale campione del mondo.

Chi di sicuro dovrà capire tante cose è proprio la Rossa, la quale a differenza di Mercedes, dopo l’estate si è rinvigorita in quanto a Maranello hanno capito i casini che hanno combinato in Spagna, ed inevitabilmente si sono dovuti prendere tutta l’estate per poter correre ai ripari. I risultati si sono visti immediatamente dopo la ripresa estiva già in Olanda e, la vittoria a Monza, ne è stato il degno premio di questo duro lavoro. Purtroppo (c’è sempre il trucco!) la pista brianzola è atipica e ciò, fu detto già all’epoca che bisognava aspettare una pista vera per poter decretare la bontà degli aggiornamenti portati e, quindi capire se la strada presa da Maranello fosse stata quella giusta. Baku e Singapore, anche loro, sono state altre due piste poco indicative e nonostante questo c’è da avere buone speranze, perché se non l’abbiamo sfangata anche in questi due atipici circuiti, è stato solo per i soliti errori strategici o di comprensione degli assetti. Alla fine Austin è giunta, ormai manca poco, ed in una pista come quella texana con il suo famoso “snake”, avremo modo tutti di capire se la Rossa ha preso la direzione giusta e magari metterci il pensiero sul secondo posto nei costruttori, che sarebbe comunque magra consolazione vero, almeno darebbe buoni segnali per l’anno successivo. Anche se a tal proposito di illazioni, proprio a riguardo della prossima stagione appunto, ce ne sono state a bizzeffe e l’ultima di questa, è l’acquisto di motoristi da parte della disastrata Renault che andrebbero ad avvantaggiare proprio Ferrari  e, ad indebolire la concorrenza! Come si fa a scrivere e di conseguenza a credere a robe del genere non lo capirò mai: sono d’accordo sul prelevare e quindi rinforzare un qualunque reparto solo che da qui a dire enormità del genere ce ne passa e, di tutto il ricambio che è avvenuto all’interno del reparto corse (non solo ad opera di Vasseur dato che alcuni “nomi” sono andati via di propria iniziativa!), proprio quello motori è rimasto inalterato al vertice. Questo ultimo scorcio di mondiale sarà molto importante per Ferrari perché dirà soprattutto a Serra dove intervenire, in termini di correttivi (la “F2025” è ormai già in forno), per la vettura dell’anno prossimo.

Infine Red Bull e McLaren viaggiano all’unisono perché sono queste due squadre che si stanno giocando il titolo e, sebbene le probabilità dicano che il mondiale costruttori abbia già preso la strada di Woking, per quello piloti le suddette probabilità danno ancora favorito l’olandese. Andiamo per gradi: Red Bull è chiamata ad una reazione a dir poco clamorosa e, con gli aggiornamenti che dovrebbe portare in Texas, deve riuscire ad arginare l’armata papaya. Certo fa quasi impressione usare il termine “arginare” considerando la sfrontata superiorità tecnica che i bibitari hanno sempre sfoggiato, eppure mai come quest’anno nulla è scontato specialmente per l team di Horner. La Red Bull oltretutto si trova in una situazione spinosa, perché caso mai Verstappen perdesse il mondiale per una manciata di punti, rischierebbe seriamente di perdere il campione del mondo per pascoli evidentemente più verdi. Già allo stato attuale la situazione è incandescente e, se apparentemente tutto sembra calmo, è solo perché in questo momento in squadra c’è una pace armata e (si dia a Cesare quel che è di Cesare), sia perché i bibitari sono pur sempre i campioni del mondo e di sicuro se c’è una cosa che il 2021 gli ha insegnato, è stato quello di gestire la pressione. In tutto questo l’aria di casa si fa sentire molto di più per Perez (i suoi sostenitori saranno già tanti li a Austin) ed il messicano è chiamato alla ripresa definitiva, anche e soprattutto per aiutare il compagno e naturalmente il team per la (improbabile) riconquista del primo posto in classifica costruttori. Paradossalmente la vera rogna è solo per i bibitari in quanto in McLaren il pensiero, per quanto riguarda il titolo piloti, non è mai stato la loro priorità e solo ora che hanno raggiunto la vetta iniziano a preoccuparsene. In questo contesto si incastrano le famose “papaya rules”, dove necessariamente dovranno cambiare e quindi Piastri dovrà fare la sua parte, visto e considerato che in termini di comportamento da parte della sua squadra, non ha nulla di cui potersi lamentare. Inutile dire che tutto è nelle mani di Lando, perché il mezzo che ha a disposizione è quello più costante e performante, di fatto la MCL38 è quella più prevedibile e che gioca meno scherzi in termini di assetti sballati. Sarà indubbiamente un finale di stagione teso e sicuramente ricco di polemiche, cosa della quale ne sono personalmente felice, perché sempre meglio avere un mondiale imprevedibile che un monologo come quello dell’anno scorso e che quasi sicuramente ricomincerà dal 2026.

Buon GP di Austin a tutti

Vito Quaranta

IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Qual è la differenza tra questo mese di pausa che stiamo osservando e quello estivo? In estate, gioco forza, ce ne facciamo tutti una ragione senza contare che le vacanze sono per tutti e quindi, come si suol dire, le distrazioni non mancano mentre questa pausa lasciatemelo dire, sembra più una punizione dato che poi ci toccheranno tour de force molto importanti. Mi rendo conto che il calendario ha le sue esigenze per ovvi motivi, eppure un buco di un mese nel vivo del mondiale ha poco senso, a maggior ragione che in seguito le squadre dovranno affrontare back to back incessanti: 20 ottobre Texas, 27 ottobre Messico e sette giorni dopo ancora Brasile quindi, quindici giorni di pausa, per ricominciare tutto d’accapo con la tripletta finale di questo lunghissimo mondiale. Per questo parlo di punizione, non tanto per chi la racconta o la segue questa pazza F1, quanto per chi ci lavora visto e considerato che gli toccherà affrontare una smazzata finale che se la ricorderanno fino a Marzo dell’anno prossimo. Ad ogni modo in un momento apparentemente piatto dove ci sarebbe poco da dire, ci pensa Ferrari a rinfoltire i ranghi degli appassionati con le azioni e dichiarazioni da parte di chi ci lavora all’interno della Beneamata.

Alla fine il tempo è dunque giunto, mi riferisco alla presa di potere da parte di Louic Serra come nuovo direttore sportivo della Rossa, posto occupato “in pectore” da Vasseur fino a questo momento. Il nuovo uomo dei miracoli ha varcato ufficialmente i cancelli di Maranello e, gli spetta un compito non poco arduo, che poi è quello di rendere le future monoposto Ferrari (soprattutto quelle del nuovo ciclo regolamentare) vincenti, in modo da riportare il titolo piloti in Scuderia dopo quasi un ventennio. Perché tra un dominio e l’altro, dall’ultima volta che Ferrari ha vinto il titolo piloti per mano (e piede!) di Raikkonen, è passata quasi una generazione… si pensi solo che quando Kimi vinse il mondiale c’erano ancora i cellulari con i bottoni, internet non era cosi fruibile come ora e non c’erano i social network (Facebook nasceva solo l’anno prima). Il tempo corre in modo veloce e spietato e, ad essere sinceri, non avrei mai creduto di dover riaspettare nuovamente vent’anni, per rivedere un mondiale a Maranello. Per questo il compito di Serra, assieme a tutto il suo staff, non sarà semplice ed un primo assaggio delle sue idee necessariamente lo dovremo vedere già in questo 2025. Infatti sebbene l’arrivo del nuovo Direttore Tecnico coincide con il progetto dell’anno prossimo che è già definito, nulla toglie al medesimo, che non ci può “mettere mano” e quindi apportare i giusti correttivi a stagione in corso. Del resto McLaren insegna che tutto è possibile se si ha metodo (ed uomini e mezzi giusti aggiungerei) nell’indirizzare il lavoro nella dovuta direzione. Louic è specializzato nella meccanica e, nello specifico nell’interazione della vettura con gli pneumatici, cosa che a Maranello questo tipo di conoscenze servono come il pane e, con l’introduzione del pull rod all’anteriore, questo scibile sarà fondamentale. Prima del suo arrivo, circolavano voci che lo stesso Serra abbia dato dei “suggerimenti” su come approcciare alla nuova monoposto 2025. Vedremo come la Ferrari di Vasseur&Co. si presenterà ai nastri di partenza, inutile dire che il vero banco di prova, la vera sfida che spetta a Serra ed al suo staff sarà nel 2026, dove la Rossa non può permettersi di sbagliare sia perché lo stesso Presidente, mentre smantellava una squadra che era arrivata seconda nel mondiale costruttori nel 2022, diceva che l’obiettivo era il 2026 e sia perché la Ferrari di Vasseur ha ritenuto non fondamentale l’apporto conoscitivo di Newey perché “Il gruppo vale più del singolo”. Indipendentemente da chi lavora in via Abetone inferiore N°4, a LeClerc ed Hamilton servirà una monoposto vincente, altrimenti il mondiale rimarrà una chimera. Mi rendo conto di aver appena affermato una ovvietà eppure il buon Jock Clear, Direttore della Ferrari Drive Academy, questo ha detto ai microfoni del podcast F1Nations andandosi così ad uniformare all’attuale metodo comunicativo del suo Team Principal il quale, non fa altro che dire ovvietà appunto.

Clear nello specifico si è speso nei riguardi del monegasco a tutto tondo, tessendo le sue lodi nei riguardi del fatto che il numero 16 della Ferrari è uno dei migliori qualificatori di sempre e soprattutto che egli non è solo un animale da qualifica, bensì è un pilota completo dato che sa gestire gomme e quindi gara e, gli ultimi GP (Monza soprattutto), hanno corroborato ciò che Clear afferma. In assenza di azione in pista si dovrà pur parlare di qualcosa e, giusto per andare sul sicuro, tanto vale dire cose ovvie che già tutti conoscono. Che Charles sia un pilota completo ormai è chiaro e, aggiungo che proprio le vicissitudini che ha vissuto a partire dal 2022, hanno contribuito a renderlo il campione mancato che è attualmente e, che a mio giudizio gli permetterà di tenere a bada un consumato campione quale è Hamilton. La disamina di Clear non si limita a questo, infatti egli fa il paragone proprio con la Mercedes di Hamilton il quale non ha vinto solo perché aveva la macchina più forte (sigh!) e nello specifico “E’ ingiusto dire che la Mercedes ha vinto tutti i campionati solo perché aveva la macchina migliore. Era tutta la squadra ad essere migliore… cosi come Max e la Red Bull degli ultimi anni”. Ciò che mi ha veramente colpito in questo mare di ovvietà è stato comunque il seguito delle sue dichiarazioni: “Quindi, quando Charles si esibirà a quel livello, noi dovremo esibirci a quel livello con lui… Quindi, quando ci troveremo in una posizione che ci consentirà di offrire una vettura in grado di competere per il campionato, COSA CHE CREDO SIA ORMAI ALLE PORTE, Charles farà la sua parte”.

Le parole hanno un peso e, oltre al famoso “obiettivo 2026” di Elkann, ora si aggiungono quelle pesantissime di Clear che appunto afferma che manca poco per Ferrari e quindi per LeClerc, di competere per il campionato del mondo. Premesso che se Ferrari, già a partire dall’anno prossimo, avrà una monoposto competitiva sarò curioso di vedere come gestiranno la nuova coppia è anche vero che inizio ad essere stufo sia di queste ovvietà, che soprattutto di questi proclami azzardati che non fanno altro che far crescere le aspettative e aumentare la pressione su tutto il team. Per Maranello è arrivato il tempo dei fatti e non delle chiacchiere: la concorrenza, fuori dalle mura della Gestione Sportiva, è agguerritissima a cominciare da Aston Martin la stessa che gli ha soffiato proprio “il singolo” Newey per fissare (coi fatti!)l’obiettivo 2026, per non parlare di Mercedes e della mai morta Red Bull. Quindi a maggior ragione che in questo periodo tutto è fermo, è proprio il caso di dire “un bel tacere non fu mai scritto”.

Vito Quaranta

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