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MIT’S CORNER: LE NON-PAGELLE DI ABU DHABI

Si conclude finalmente questa lunghissima stagione di Formula 1 con un altro Gran Premio molto interessante nei suoi contenuti e che ci prepara ad un 2024 che speriamo essere molto più combattuto nelle posizioni di vertice.

Già, perché dietro al solito Max si è scatenata l’ennesima bagarre che, se non fosse stato per il cannibale, avrebbe reso questa stagione memorabile. Avremo modo di parlarne.

Bagarre, strategie, sorpassi, mosse inaspettate, sorrisi e delusioni si sono alternate ancora una volta in questa strana temporada che a vedere i numeri sembrerebbe la più noiosa di sempre e invece?

E invece no! Tutti i piloti tranne i due RBR avevano motivazioni importanti per fare bene e non hanno lesinato sforzi per portare a casa gli obiettivi. Mercedes e Ferrari si giocavano il secondo posto nel costruttori. Sempre nel costruttori le ultime quattro posizioni erano tutte matematicamente contendibili anche se realisticamente erano in lotta solo Williams e Alpha Tauri per il 7° posto. Ben quattro piloti si giocavano il 4° posto nel mondiale e la lotta casalinga tra i furetti Gasly e Ocon non era ancora decisa.

Nessuna di queste lotte era banale perché in palio, oltre all’orgoglio, c’erano anche tanti soldini. Quindi antenne alzate al massimo, divano ben posizionato e blocco per gli appunti a portata di mano.

Il week end è stato estremamente lineare, una volta tanto, con il botto del venerdì da parte di Sainz e la penalità a Perez a movimentare gli aspetti extra-tecnici del GP il quale, caso più unico che raro nella stagione 2023, non ha avuto né VSC né SC né, menchemeno, bandiere rosse.

Sicché non c’è altro commento più generale da fare e mi accingo a commentare il lavoro dei piloti.

VERSTAPPEN

Il cannibale continua a fare il cannibale. Dopo qualche difficoltà di assetto nelle prove del venerdì trova la quadra giusto in tempo per far sue Q1, Q2 e Q3 e per preparare adeguatamente la sua solita gara perfetta. Il grande Leclerc di questo periodo è l’unico a tenere il suo passo in qualifica e gli arriva ad un soffio. La partenza è di quelle memorabili con Leclerc che parte di una virgola meglio ma Max, con la consueta cattiveria agonistica che lo contraddistingue, chiude bene alla prima curva. Il primo giro è spettacolare con i tentativi di sorpasso di Charles ai quali Max si oppone con straordinaria maestria, lasciando scorrere la vettura sull’esterno delle curve decisive per avere velocità sufficiente ad impedire l’affondo di Charles. Rintuzzati gli attacchi prova poi ad andarsene ma, come a Las Vegas, Leclerc con le gialle tiene molto bene il passo e Max deve stare attento a non commettere errori: con questa pressione è costretto ad un ritmo probabilmente più intenso di quanto avrebbe voluto. E di errori non ne commette. Con le gomme bianche è un altro andare e costruisce il vantaggio decisivo per la vittoria. Diversamente dall’ultimo GP stavolta gli altri non riescono a tenere il suo ritmo per il resto del GP e può gestire con più comodità fino in fondo. Perfetto come sempre in questa sua straordinaria stagione mette il suo sigillo anche sull’epilogo. Mondiale!

LECLERC

Charles rideva assai nel dopo-gara di Las Vegas e sembra che da allora non abbia più smesso. La sua qualifica è, al solito, strepitosa ma non sufficiente per strappare la pole dalle mani di Max. Altrettanto strepitoso è il suo primo giro in cui cerca di contendere a Max il primo posto. La sensazione è che sia in partenza sia negli attacchi del primo giro non abbia voluto affondare il colpo con la massima decisione possibile. Certo, le risposte di Max sono state altrettanto strepitose ma probabilmente la necessità di non far pasticci con il secondo posto nel mondiale costruttori ancora in ballo ha frenato Charles quel tanto che bastava per non fargli prendere troppi rischi. Ad ogni modo con le gialle la Ferrari va benissimo e quando si arriva al primo pit scopriamo che non è mai stato lontano più di 2 secondi dal cannibale. Dopo è stato tutto un altro ritmo rispetto sia a Max sia a Checo, che però arrivava dalle retrovie e non sembrava essere un contender. Sembrava Russell, oggi molto in palla, la sua vera preoccupazione ma dopo qualche giro in cui il distacco minimo pareva preoccupante si è tutto stabilizzato e ha protetto con comodità e controllo fino in fondo la sua seconda posizione. Quest’ultima cosa non è affatto banale per com’è andata la stagione ed è il segno ulteriore, dopo le ultime buone gare, che forse Ferrari ha cominciato a capire anche come meglio gestire gli assetti. Bello il siparietto finale con il suo ingegnere a cercare mosse tattiche per favorire il rientro del pur penalizzato Perez. Purtroppo, la mossa di farlo passare per fargli guadagnare 5 secondi su Russell non è andata a buon fine ma è comunque il segno del controllo assoluto che Charles aveva in quel momento. Eccellente!

RUSSELL

Giorgino si è risvegliato nelle ultime gare? A vedere la splendida prestazione di Abu Dhabi verrebbe da rispondere di sì. Temo però per lui che il suo buon finale di stagione sia molto relativo nel senso che è relativo all’anonima guida di Lewis, di cui dirò dopo. Fatto sta che tra l’ottima qualifica ed una gara condotta in modo molto lineare sfruttando ogni bullone della W14 ha portato a casa l’obiettivo di giornata, cioè quel secondo posto nel costruttori che ad inizio anno sembrava un miraggio. Bravo in particolare proprio nel finale quando l’arrembante Checo avrebbe potuto rovinargli i piani ma dopo aver subito il sorpasso non si è perso d’animo e si attaccato con i denti ad ogni decimo che aveva a disposizione per non perdere la posizione. Sappiamo quanto sia difficile gestire il cronometro in casi come questo e Giorgino ci è riuscito. Da segnalare il bel duello con Piastri dal 9 all’11° giro in cui dopo essere stato magistralmente stoppato dal rookie australiano (peraltro con la stessa tecnica di Max!) capisce il giusto approccio (fintare l’interno, affiancare all’esterno, togliere scorrevolezza a Piastri e poi tenere all’esterno) e dopo vari tentativi riesce infine a sopravanzarlo. Redivivo!

PEREZ

Male, anzi malissimo, in qualifica. Dopo alcune gare in cui era riuscito a limitare i distacchi da Max qui è tornato a distanze siderali: 7 decimi nella formula 1 moderna sono un’eternità. Raggiunge comunque il Q3 che per buona parte della stagione sembrava un miraggio. La gara che mette in piedi è però assai gagliarda e spiazza corvi e cornacchie portando a termine un recupero eccellente. Recupero fatto a suon di sorpassi, duelli e ritmo (nel terzo centrale della gara era più veloce anche di Max). Belli i suoi sorpassi su Hamilton, Gasly, Alonso e Piastri. Quest’ultimo sorpasso, in particolare, avvenuto al 28° giro, è stato interessante perché prodromo del fattaccio nel finale. Esce all’ultimo dalla scia di Piastri ed entra in staccata cercando l’interno. Lì per lì sembra che non possa farcela ma molla i freni e affianca Piastri quel tanto che basta per costringerlo a non curvare subito e a quel punto il gioco è fatto. Raggiunto il secondo posto sembra che ne abbia per arrivare fino in fondo ma RBR decide di pittare entrambi i piloti intorno al 43° giro per evitare rischi. Così Checo deve ricostruire. Quando arriva a Norris il fattaccio, o presunto tale… Adotta la stessa tecnica usata con Piastri, cioè uscita all’ultimo dagli specchietti e molla i freni per una frazione di secondo verso l’interno della curva. Solo che stavolta Norris, invece di desistere com’era stato costretto a fare il suo compagno di squadra, decide di andargli addosso dandogli una sportellata! Come la vedete voi? Io dico che è stato un sorpasso magnifico. I commissari invece non sono d’accordo e gli comminano una inspiegabile penalità di 5 secondi. Inspiegabile per diverse ragioni la principale delle quali è che il buon Checo ha condotto la curva in modo perfetto: non è andato verso l’esterno portando fuori l’avversario (come ha fatto Max a Las Vegas con Charles alla prima curva e si è beccato la penalità), non ha sbandato o perso il controllo, non è stato lui a cercare il contatto. Insomma, non c’è stato nulla che potesse far pensare ad un sorpasso tecnicamente scorretto, men che meno da penalità. Anzi, se c’era qualcuno che poteva prendere la penalità questi era proprio Norris che fa esattamente la stessa cosa che ha fatto Russell a Las Vegas con Max! Dire che questa penalità è assurda è dir poco! Un vero peccato per Checo che avrebbe comodamente chiuso con un podio la stagione e che invece, nonostante il lodevole quanto interessato tentativo di favorirlo da parte di CLC non riesce per 1.7 secondi a piazzarsi. Comunque bravo.

NORRIS e PIASTRI

Ci si aspettava molto di più da McLaren in questa gara e invece ha deluso non poco. Non dico che avrebbe vinto con facilità ma che questo circuito era nelle sue corde e che avrebbe potuto contendere a Max (e Charles) la vittoria o comunque farla sudare. E invece nulla di tutto ciò. Mi delude in qualifica Norris che commette un errore nel giro decisivo e perde come minimo la prima fila. In gara Norris parte perfettamente (e male invece Piastri) e dopo che i tentativi di CLC su Max non sono andati a buon fine la sensazione era che Lando potesse infilarlo e correre lui a impensierire il cannibale. Invece? Invece non ce la fa. E mi ripeto: non me l’aspettavo. Alla fine, 5° e 6° posto che in altre fasi della stagione sarebbe stati salutati quasi come una vittoria ma che in questa gara rappresentano una gran delusione. Norris in particolare, pur avendo avuto un ritmo decisamente migliore di Piastri, mi ha deluso perché ogni volta che sembra lì lì per fare il salto di qualità non ci riesce. E questa cosa potrebbe diventare un problema. Il talento e la velocità ci sono ma ora, caro Lando, se vuoi dar corpo a tutto il bene di te che si è detto nelle ultime tre stagioni bisogna che fai lo step decisivo altrimenti… Piastri ha l’attenuante di essere comunque un rookie quindi non c’è alcuna necessità di infierire (ma non ha fatto una bella gara a parte la coriacea resistenza mostrata in alcuni duelli, in primis contro Russell). Alla fine comunque bene, ci mancherebbe altro, però non benissimo.

ALONSO

Luci ed ombre nel week end di Fernando. Il circuito sembrerebbe essere nelle corde di AM ma nelle tiratissime qualifiche scopre che gli altri non sono da meno e deve sudare le proverbiali sette camicie per centrare la Q3. Il suo primo stint è frustrante: nonostante DRS non riesce a superare nessuno e decide di anticipare il pit al 13° giro. Il secondo stint va meglio ma si trova nella terra di nessuno ed è pure costretto suo malgrado a subire il ritorno di Perez. Terzo stint che comincia malissimo: subisce subito il sorpasso dal dormiente Hamilton e sembra che la gara finirà male. A quel punto però, dopo aver scaldato le gomme, improvvisamente si rianima e ritorno su Lewis ingaggiando con lui un duello spettacolare (e con brivido: per una frazione di secondo si distrae guardando gli specchietti e rischia di andare a muro!) che lo vedrà uscire vincitore. Con serbatoio scarico va decisamente meglio e verso la fine guadagna anche la posizione sul tenace Yuki. AM ha tanto da lavorare.

TSUNODA

MVP del week end. Bravo Yuki. Nelle tiratissime qualifiche trova addirittura un eccezionale 6° posto in griglia! Con in ballo la posizione nel costruttori è manna dal cielo per provarci davvero. E Yuki fa di tutto. La sua gara, considerato il mezzo a disposizione e, non dimentichiamolo, considerata la deludentissima Las Vegas chiusa con entrambe le auto nelle ultimissime posizioni, è straordinaria. Riesce a gestire un ritmo che per gli altri del centro gruppo è insostenibile. Ancora più straordinaria lo diventa se si considera che è uno dei pochi a fare un’unica sosta e che nonostante questo riesce a rimanere nelle posizioni che contano sino alla fine. Lotta con le unghie e con i denti trovandosi perfino a condurre in testa la gara per qualche giro nel rutilante bailamme dei pit stop. Il sorpasso subito da Alonso nel finale non influisce sulla delusione per Alpha Tauri di non essere riuscita a superare Williams nel costruttori quindi poco male. Se sono vere le voci che vogliono la futura Racing Bulls adottare la RBR di quest’anno per il 2024 uno Yuki così sarà uno spettacolo da vedere. Vai, vai, vai, piccolo Yuki!

HAMILTON IL DORMIENTE

Devo aggiungere qualcosa? Divertenti i siparietti con Toto che tenta di tenerlo sveglio durante il GP. Ha un sussulto nel duello con Alonso che però alla fine perde. Soddisfatto di aver battuto il compagno di squadra in classifica mondiale (peraltro con un insperato terzo posto finale) è già in vacanza da un po’.

STROLL

Vince la gara degli “altri” ma non si è visto granché.

NOTE DI MERITO

Hulk aveva centrato la Q3: con la Haas di questi tempi è tanta roba.

Gasly ha fatto una buona gara ma è stato azzoppato da una strategia errata che soprattutto nella parte centrale di gara l’ha di molto sfavorito, considerando anche il fatto che era in una buona posizione. E non ha mancato di lamentarsene via radio. Il sospetto che fosse stata fatta per provare a consentire a Ocon di raggiungerlo in classifica generale non è poi così azzardato.

NOTE DI DEMERITO

Ricciardo non è riuscito a pareggiare i crono di Tsunoda in qualifica ed è finito fuori dalla Q3 con un mesto 15° posto in griglia. In gara non è nemmeno andato male ma non è riuscito a entrare nei punti, sia pur di poco. Non era facile ma ci si aspettava da lui maggior contributo.

Sainz pessimo su tutti i fronti. “Cannare” così la gara non è da lui. Al di là della strategia, forse da rivedere, non ha nemmeno mostrato un ritmo paragonabile a quello del team mate.

Bottas e Magnussen decisamente pessimi.

NOTE DI ANONIMATO

Anonime le Williams, con un Albon ancora una volta deludente in gara.

 

Ci vediamo al riassunto finale!

 

Metrodoro il Teorematico

BASTIAN CONTRARIO: CORNUTI E MAZZIATI

Tutto ciò che ha un inizio ha anche una fine, citava l’oracolo in Matrix e, Dio ti ringrazio, il lungo (non lunghissimo visto che l’anno prossimo il nuovo mondiale avrà un GP in più… sigh) mondiale 2023 è terminato per davvero. Abu Dhabi è la cornice che fa da sfondo alla conclusione di questi mondiali alternati nel monopolio tra AMG e Red Bull e, col tempo, ne ho imparato ad apprezzare le qualità. Forse sto scrivendo un’eresia, qualcuno potrebbe dire addirittura che sto bestemmiando, eppure mi sono reso conto che, per andare forte su questa pista, devi essere al top. Non sarà un caso dunque che Ferrari non ci abbia mai vinto e non è un caso, che poiché è l’ultimo GP dell’anno, (le monoposto ci arrivano con dei semplici adattamenti visto che gli sviluppi sono terminati già da tempo… a meno che non ci si debba giocare il mondiale proprio su quella pista, si capisce) su quella pista o ci arrivi che la monoposto è già forte oppure sarà un continuo remare (chiedere ad Alonso cosa accadde nel 2010). Proprio per questo, tale circuito di “cornuti e mazziati” ne ha fatti tanti nella sua storia e, di certo, le aspettative non sono state disattese nemmeno domenica scorsa.

La carrellata inizia proprio dalla strabiliante McLaren di Zac Brown & Andrea Stella che, da dopo l’estate, è stata un continuo crescendo e che solo la sua tardiva ripresa, unito alla coriacea insistenza del duo AMG Ferrari nel lottare per il mondiale marche, gli ha impedito di raggiungere il clamoroso traguardo di seconda forza. La casa di Woking si è presentata nel week end di gara coi favori del pronostico, immediatamente dopo Red Bull si capisce, solo che sia in qualifica (dove ci si aspettava addirittura una pole) sia in gara, deludono non poco. Ho letto giudizi molto positivi nei loro riguardi e, non si discute sul loro operato, tuttavia il risultato ottenuto va stretto come una scarpa più piccola di una taglia. Norris viene beffato al sabato da “San Charles” per poi, sia lui che il compagno, venire surclassati dallo stesso ferrarista, Russell e Perez che partiva addirittura nono, quando il passo gara doveva essere il loro forte… “cornuti e mazziati” appunto. Come ho detto già di recente (il GP del Giappone e di Austin sono stati rivelatori), la McLaren, se davvero avrà la possibilità di giocarsi il titolo contro la Red Bull di Verstappen, dovrà dare molto di più di quanto ha mostrato in questa ultima parte di campionato. Con la conclusione del GP di Abu Dhabi, gli si può e si deve lasciare il beneficio del dubbio, visto che sono esplosi come una supernova solo da poco. Vero è che per il 2024 dovranno concretizzare il loro potenziale, perché c’è da specificare che la squadra di Milton Keynes, non è forte solo perché ha una super vettura, bensì è tutta la squadra che è praticamente perfetta (i pit stop della Red Bull sono un incanto… ormai sembra che la monoposto nemmeno si fermi!). Sia Norris che Piastri, sono giovani talentuosi, solo che quanto mostrato sino ad ora, soprattutto Lando in Texas, lascia non pochi interrogativi. Ovvio che se McLaren dovesse essere davvero competitiva, tutti, nessuno escluso, dovranno tirare fuori gli attributi per poter fronteggiare Verstappen e la sua Scuderia.

Purtroppo, il vero e grande cornuto e mazziato del GP di domenica scorsa, manco a dirlo, è stata proprio la Beneamata… per la serie non ci facciamo mai mancare nulla. Il primo della Ferrari che ne esce con le ossa rotte è Sainz, il quale è stato pompato (soprattutto dalla stampa dei suoi connazionali) per tutta la settimana come pretendente di diritto al quarto posto in classifica piloti, assieme proprio al Matador Alonso. Purtroppo per Carlos, non solo non ha raggiunto l’obiettivo che comunque lascia il tempo che trova, addirittura si è visto soffiare l’agognata posizione (a pari merito con Alonso appunto) proprio dal suo compagno di squadra che in classifica era non poco attardato… “cornuto e mazziato” appunto. C’è da dire che la disfatta dello spagnolo ferrarista è figlia della politica o meglio della totale assenza di politica da parte della sua stessa squadra. Ciò che gli è successo a Las Vegas è da annoverare negli annali della sfiga motoristica (su venti piloti, chi si porta via il tombino?), vero è che, ciò che ne è seguito dopo, è da annoverare nella vergogna delle azioni politiche che una squadra possa muovere. Mi sono già espresso in merito, nel mio ultimo Bastian contrario, di cosa accaduto nel Nevada eppure il totale silenzio di Ferrari in merito ha fatto si che quella falla di punti persi a Las Vegas si siano sommati a quanto successo domenica scorsa e, purtroppo, il totale è pari a zero. Il buon Carlos è venuto meno (sportivamente parlando) proprio nell’ultimo appuntamento, proprio nel momento del bisogno e la sua assenza, sia in gara che in classifica, ha purtroppo fatto la differenza… esigua aggiungerei, dato che AMG ha surclassato la Rossa per solo tre miseri punti. Che beffa! Proprio per questo il risultato ottenuto fa ancora più male. Su queste righe non faccio che ripetermi e, purtroppo, non mi sbaglio a riguardo: l’azione di Wolff in Nevada ha portato i suoi frutti dimostrando ancora una volta, caso mai ce ne fosse bisogno, cosa significa comandare e chi, tra AMG e Ferrari (Red Bull è un altro animale!),  comanda sul serio. Toto  voleva a tutti i costi quel secondo posto, a scapito di sacrificare qualche ora in galleria del vento (ri sigh!), perché quel risultato, soldi a parte, salva almeno la faccia di una delle squadre più dominante di sempre, da una stagione da zero vittorie e, quindi, pressoché disastrosa. Missione compiuta dunque e quindi ci si può affacciare al 2024 con maggiore fiducia. Quella stessa fiducia (mal riposta a mio dire) che sprizzava da tutti i pori Vasseur alle interviste, visto che asseriva che ci siamo giocati la vittoria contro la RB19 di Max.

Ad essere sinceri, non so quale film il buon Frederic abbia visto dagli schermi del muretto, dato che il tri campione del mondo si è limitato a passeggiare tra le curve disegnate nel deserto di Abu Dhabi e, ammesso e non concesso che fosse vero quello che abbia affermato, “San Charles” è arrivato al traguardo con un ritardo di quasi diciannove secondi. A mio dire c’è molto da riflettere su quanto accaduto e poco di cui rallegrarsi, perché se è vero sembra che la Ferrari apparentemente abbia concluso in crescendo, lo è altrettanto che il risultato disatteso del secondo posto nei costruttori gridi innanzitutto vendetta, sia per come lo abbiamo perso (strategia adottata per Carlos quanto meno fantasiosa) e sia perché la Ferrari è stata l’unica squadra, a parte Red Bull, a vincere un GP sui ventitré disputati… più cornuti e mazziati di così penso che si muoia, come si suol dire. Usando una battuta caustica, dato che la rossa non è riuscita a conquistare nuovamente il secondo posto nei costruttori, penso che la tifoseria sia d’accordo nel dire che questa è la monoposto della passata stagione, salvo dire che sarebbe stata figlia degli sviluppi del nuovo Team Principal caso mai fossero riusciti nell’intento prefissato. Come ho detto all’inizio di questo scritto, Dio ti ringrazio il mondiale è finito e con esso anche le scuse alle quale aggrapparsi. Vasseur ha completato il suo tirocinio, dato che ha vissuto un anno lungo ed intenso, ergo, ormai è completamente addentro la GeS e sa bene cosa vuole, come e dove intervenire. Dall’anno prossimo, monoposto e risultati saranno solo figli del suo operato ed io, in primis, da ferrarista quale sono, gli auguro di riuscire a risollevare le sorti della Rossa. Mi permetto di dare un piccolo consiglio al TP e alla gestione Ferrari tutta: evitiamo, per favore, dichiarazioni clamorose e sensazionalistiche, così che se le cose dovessero andare male, almeno, eviteremo brutte figure… e di essere “cornuti e mazziati”, appunto!

Vito Quaranta

VERSTAPPEN VINCE L’INUTILE GP DI ABU DHABI

Una stagione a senso unico si chiude con un gran premio inutile su un circuito altrettanto inutile, almeno stando a quanto si è visto nelle 13 edizioni precedenti. Se si eccettua il 2021, il cui esito è stato definito artificialmente, ad Abu Dhabi non abbiamo mai visto gare entusiasmanti. Tutto troppo piatto, troppo perfetto, non ci possono essere sorprese.

E l’ultimo GP del 2023 non ha fatto eccezione. Verstappen in pole, Verstappen vince, e sono 19 gare per lui, 2 per Perez e una sola agli altri.

La partenza non riserva sorprese, con Verstappen solo leggermente infastidito da Leclerc, che poi si accoda in buon ordine seguito dalle due McLaren.

Dopo 12 giri, il ferrarista è ancora incollato all’olandese, con la McLaren di Norris a distanza di sicurezza.

Al giro 13 si ferma Alonso per un pit-stop anticipato (vi ricorda qualcosa?). Per lo spagnolo, l’obiettivo di oggi è guadagnare la quarta posizione in campionato. Al giro successivo si ferma anche Piastri, che esce proprio davanti a Nando. 

Al giro 15 si fermano anche Norris e Russell, quarto al momento. Lando è vittima di una sosta un po’ più lunga, e George gli passa davanti.

Verstappen si ferma al giro 17, con Leclerc che lo imita al giro successivo. Il monegasco si ritrova Russell attaccato agli scarichi.

In testa alla gara ora c’è Tsunoda, autore di un’ottima qualifica. Il suo box lo fa fermare al giro 23, molti giri dopo tutti gli altri, e il giapponese rientra in undicesima posizione.

Al giro 32 il distacco di Verstappen su Leclerc è aumentato fino a 7 secondi, a dimostrazione del fatto che con le gomme più dure la Red Bull è nettamente superiore non solo alla Ferrari, ma a tutti gli avversari.

Al giro 34, Norris apre la serie delle seconde soste. A ruota, nei giri successivi lo seguono Russell e Leclerc. Le posizioni non cambiano, anche se i tre si ritrovano molto vicini. 

Verstappen effettua la sua sosta molto tardi, al 43° giro. 

Le ultime tornate vivono solo grazie alla sfida fra Mercedes e Ferrari per il secondo posto nel mondiale costruttori. Decisiva è la lotta per la nona posizione fra Hamilton e Sainz, con l’inglese che passa davanti a 8 giri dalla fine, riportando la sua squadra al secondo posto. Ci pensa Perez a mettere in difficoltà gli anglo-tedeschi, superando Russell e prendendosi il terzo posto. Ma una discutibile penalità di 5 secondi per una collisione con Norris lo riporta quarto. Contento Toto, contenti tutti.

L’ultima gara della stagione finisce come altre 18, con Verstappen vincitore indisturbato, davanti ad un ottimo Leclerc e a Russell. Seguono Perez, Norris, Piastri, Alonso,  Tsunoda, Hamilton e Stroll.

Per il 2023 è tutto, appuntamento a febbraio 2024 sperando che l’off-season porti consiglio.

P.S. La stagione 2023 passerà alla storia come quella meno combattuta, ed è stato un peccato perchè ciò che ha mostrato Verstappen in certe occasioni è stato notevole, a livello delle imprese di altri grandissimi campioni. E non è corretto dire che la RB19 è un’astronave, la realtà, probabilmente, è che lui l’ha sfruttata bene a tal punto da risultare invincibile.

P.S. 2 Ieri Vasseur ha avuto l’ardire di affermare che dopo i primi test al simulatore con la SF-23, Leclerc era letteralmente scioccato. E allora tutti i proclami che arrivavano da Maranello prima dei test in Bahrain chi li metteva in giro? Gli ex fedelissimi di Binotto, che, stando a quanto ha dichiarato Elkann in settimana, non si era fatto amare molto? Ad ogni modo, visto l’inizio, la seconda parte della stagione ferrarista è stata molto migliore di quanto si potesse immaginare. Il secondo posto in campionato sarebbe stato più che meritato. E lo si sarebbe ottenuto facilmente, senza il tombino di Las Vegas e l’assurda penalità comminata a Sainz grazie all’opposizione di Toto.

P.S. 3 Se in Mercedes sapevano che la W13 era una carriola, perchè l’hanno riproposta anzichè dimenticarsela, come ora vogliono fare con la W14 che ne ha ereditato i concetti? Forse il defenestrato Elliot aveva tenuto nascosto a tutti i progetti della macchina per il 2023?

P.S. 4 Toto Wolff è un grande manager ma le sconfitte lo stanno facendo invecchiare male.

P.S. 5 Chi non è invecchiato male è Alonso, ritornato nelle posizioni alte del campionato, dopo 10 anni. La quinta posizione, per un pilota di 42 anni alla guida di una macchina non di prima fascia, è un risultato eccezionale.

P.S. 6 Simpatica l’iniziativa di Leclerc nel finale, dando la scia a Perez per cercare di fargli prendere 5 secondi su Russell mantenendo il terzo posto. La posizione finale in campionato davanti a Sainz dimostra quali devono essere le gerarchie in squadra per la fine della stagione. Con una macchina buona, è lui il vero rivale di Verstappen, senza se e senza ma. In 5 stagioni con la Ferrari, ha avuto un veicolo decente per mezza, e l’ha saputo sfruttare. Una sesta stagione mediocre sarebbe probabilmente l’ultima in rosso. E, forse, segnerebbe irrimediabilmente la fine dei suoi sogni di gloria, visti i tanti giovani rampanti (e a basso costo) che stanno arrivando.

P.S. 7 Pare che i miei P.S. vi piacciano, e ne sono onorato. Può darsi che li rivedrete anche prima del primo GP del 2024, se ci sarà qualcosa di interessante da commentare. E chissà se fra questo qualcosa continueranno ad esserci le sparate in uscita dalla GES. Oppure il sedile di Perez in bilico. Vedremo.

F1 2023 – GRAN PREMIO DI ABU DHABI

Ed eccoci, finalmente, all’ultimo atto del mondiale F1 per il 2023. Dopo 22 GP (dovevano essere 23 se non fosse stato per l’annullamento del Gp Emilia Romagna) tutti in vacanza o quasi, dato che nell’immediato post gp ci saranno i young driver test.

Si chiude una delle edizioni più monocolori di sempre, con un dominio pressochè totale della Red Bull e in particolare di Max Verstappen che va a Yas Marina in cerca della 19esima vittoria stagionale. In pratica con una sola stagione ha collezionato più vittorie che gente come Peterson, Hunt, Reutemann, Andretti, Ascari, Graham Hill, Moss non sono riusciti in una intera carriera. E’ solo una banale statistica senza contenuto ma la dice lunga su quanto sia cambiato il mondo della F1 anche solo rispetto ai tempi di Hakkinen e Schumacher, con il finlandese che in carriera di Gp ne ha vinti 20.

immagine da newsbytesapp.com

Ad essere onesti quest’ultimo appuntamento non ha molto da dire, il sentimento comune è quello di chiudere questo capitolo sperando che già l’anno prossimo si possa vedere più competizione almeno tra due team.

A tenere banco, ad essere proprio di manica larga, è la contesa per il secondo posto nel mondiale costruttori tra Ferrari e Mercedes. Contesa che , se non fosse stata per la decisione demenziale della FIA a Las Vegas in merito al famoso tombino che ha dilaniato la macchina di Sainz, sarebbe una pura formalità per Ferrari.

D’altronde si vede che il vento è cambiato dopo l’affaire Masi e tra TD39 ad minchiam e decisioni come quella di Las Vegas, i teutonici riescono a imporre molto più facilmente il loro volere. A conti fatti, un tombino rischia di far ballare molti milioni di dollari da un team all’altro. Speriamo almeno che l’astinenza alla vittoria delle frecce d’argento continui anche ad Abu Dhabi e oltre se possibile.

immagine da fanpage.it

Intanto è ancora aperta la strada ad un possibile risarcimento per i danni subito dalla numero 55 di Sainz. Si stima un danno superiore al milione di dollari, non proprio bruscolini.

Ad “allietare” l’attesa per l’inizio delle ostilità un pò di gossip da clickbait con protogonisti Hamilton e Horner che si accusano a vicenda di essersi cercati in merito ad un possibile approdo dell’inglese alla Red Bull. Sembra che l’eptacampione si sia offerto o comunque si stato al centro di trattative con i tutti i team più ambiti, cosa che Wolff da buon wolf quale è, avrà saputo sfruttare in sede di rinnovo del contratto dell’inglese mitigando le sue esagerate richieste economiche.

E notizia, seppur non ancora ufficiale che sia Leclerc che Sainz hanno rinnovato i loro contratti in Ferrari. Se per Sainz la cosa era una pura formalità, per il monegasco c’erano più incertezze ma l’assenza di un sedile libero negli altri due top team ha chiuso in anticipo qualsiasi accenno di trattativa. Speriamo solo, per Charles e per noi tifosi, che questa unione porti qualche soddisfazione in più rispetto a quelle viste negli ultimi 4 anni.

Per quest’ultimo round Pirelli porterà le gomme più morbide a disposizione. Favorito d’obbligo il solito Verstappen, da valutare la competitività di Mercedes e Ferrari con McLaren che dovrà necessariamente rifarsi dopo il weekend anonimo di Las Vegas.

Ultimo giro di giostra dunque per un intrattenimento che è diventato iperbolico, esagerato per appuntamenti e durata ma che lascia una senso di inconcludenza, poco da ricordare e per cui emozionarsi. La strada ormai già imboccata è quella di uno show sempre più veloce e dalla durata sempre più breve, vedi le garette sprint e con una spada di Damocle bella grossa anche sulla durata della gara domenicale, ritenuta sempre più troppo lunga e noiosa.

immagine da formulapassion.it

Per contro, a tutta questa voglia di cambiamento si contrappone una logica lobbistica di un mondo chiuso e autoreferenziale in merito all’entrata di nuovi team. I dieci team stanno trattando Andretti come un campagnolo che vuole imbucarsi ad un ricevimento di gala, il tutto per non “diluire” gli introiti che vengono destinati in percentuale ad ogni team. Per non parlare del conflitto costante tra Fia e F1, Domenicali e Ben Sulayem in cui spesso ci perde solo la credibilità di uno sport che di sportivo non ha più molto.

Si pensa già al 2024 e a come rompere un dominio Red Bull che sembra inscalfibile. Difficile che gli anglo-austriaci possano autosabotarsi in stile Ferrari, c’è da sperare in un inverno particolarmente fertile di idee per uno o più degli altri tre top team. Altrimenti meglio mettersi l’animo in pace fino al cambio regolamentare del 2026, in attesa del prossimo dominatore.

*immagine da blog.abudhabicityguide.com

Rocco Alessandro

 

 

 

MIT’S CORNER: LE NON PAGELLE DI LAS VEGAS

E va in archivio anche il GP forse più atteso della stagione. Atteso non tanto per il suo significato sportivo ma per la grande curiosità che la sua organizzazione ha suscitato. Si tratta di nientepopodimeno che Las Vegas, che annovera nel suo tracciato, addirittura come rettilineo principale la celebre (o famigerata: dipende dai punti di vista…) Strip.

Gli appassionati, quorum ego, guardavano a quest’appuntamento con l’occhio molto (moltissimo!) storto: sarà un’americanata di bassa lega, una pagliacciata, cosa mai faranno per cercare di adeguare il circus all’ambito stereotipato della città più viziosa del mondo?

Ebbene… sì! La pagliacciata, scusate ma non posso esimermi dall’usare altri vocaboli, effettivamente c’è stata. Tutto il contorno (pseudo-) spettacolare del GP non ha tradito le attese, anzi, i timori: luci e rumori in quantità esorbitante, personaggi celebri (celebri?) a gogo che performavano in palchi dai colori tanto sgargianti quanto confusi, presentazioni dei piloti pacchiane come non mai con tutti i piloti che non riuscivano a nascondere il loro evidente imbarazzo, si sono succedute le une alle altre come da prevedibilissimo copione a far da cornice al week end. Il tutto, peraltro, ad orari locali che Ibiza spostati.

Come se tutto ciò non bastasse l’approccio alla pista esordiva nel peggiore dei modi: non fanno in tempo a cominciare le FP1 che un tombino, un tombino?!, mal concepito faceva rischiare letteralmente la pelle a Esteban Ocon e soprattutto al povero e decisamente malcapitato Carlos Sainz che ne usciva indenne ma con una vettura da ricostruire quasi da zero. E qui si tocca il punto più basso di tutto il week end. Infatti, mentre Ocon è costretto solo, si fa per dire, alla sostituzione della cellula di sopravvivenza Sainz, oltre alla cellula di sopravvivenza (pare che il sedile si sia addirittura spaccato in due!), è anche costretto alla sostituzione del motore, del sistema recupero dell’energia e dell’unità di controllo elettronico. Di queste ultime la Ferrari di Sainz aveva già utilizzato il massimo numero consentito di volte in stagione sicché, a norma di regolamento avrebbe dovuto essere penalizzato di 10 posizioni in griglia. Circostanza decisamente improvvida che chiunque pensava non sarebbe stata applicata data la singolarità dell’episodio: di certo tale sostituzione non è stata dovuta a scelte della scuderia, da errori del pilota o comunque da circostanze strettamente inerenti l’aspetto sportivo. E invece no! Il regolamento dice che se si sostituisce quella parte si prende la penalità. Niente da fare quindi. Non riesco a pensare a nulla di più assurdo. Ve lo ricordate quel film con Bud Spencer dove il nostro borbottante eroe viene sballottato da un sportello all’altro di un ufficio statale di un esotico paese del sudamerica? Ecco: quella è stata la prima immagine che mi si è presentata alla mente quando ho saputo della decisione. È veramente difficile esprimersi in altri termini: se la preoccupazione della commissione fosse stata di creare un precedente poi difficile da gestire sarebbe stato sufficiente un bel giro di email con tutti i TP e la cosa finiva lì oppure, il che è meglio, semplicemente giustificare la decisione non in termini di deroga ma in termini di ratio della norma. Già in altri articoli in passato mi ero espresso su questo punto in modo critico constatando che gli organismi FIA preposti a questo tipo di decisioni non tengano praticamente mai in conto la ratio delle regole sulla cui osservanza sono chiamati a giudicare. In questo caso la ratio, cioè lo scopo per il quale è stata stabilita quella regola, è da vedersi nell’ambito di tutti quei provvedimenti regolamentari che girano intorno al risparmio (ok, ipotetico risparmio): in tutta la stagione puoi usare tot motori, tot cambi, tot batterie, ecc. e se ne superi il numero consentito sei penalizzato. In questo modo si vorrebbe (il condizionale è d’obbligo) limitare la spesa per la partecipazione al campionato cercando così di livellare indirettamente la differenza di budget tra team di prima e seconda fascia. Il senso di tale regole ha sempre un risvolto sportivo, dunque, e a prescindere dal fatto che siano davvero utili allo scopo è questo ciò che conta. Se, come nel caso di Sainz, la sostituzione di quelle componenti è stata dovuta a cause di forza maggiore, e comunque del tutto avulse dalla competizione sportiva, allora la penalità non si doveva applicare. La domanda che mi pongo è: se domani alla scuderia X un malefico Arsenio Lupin si intrufola nottetempo nei box e si porta via le power unit che fa la federazione? Gli commina le penalità? Si potrebbe obiettare che in casi analoghi il team possa montare le componenti “vecchie” non incorrendo così nella penalità ma potrei ribattere che re-installare vecchie componentistiche deve essere sempre una scelta e non una costrizione, oltre al banale fatto che le componenti “vecchie”, proprio perché tali, potrebbero non essere sicure o comunque che c’è un motivo per cui sono state dismesse. E continua a rimanere il fatto che la “causa di forza maggiore” totalmente avulsa dallo svolgimento sportivo deve far riflettere adeguatamente sulla cosa.

Ad ogni modo, la decisione su Sainz avrà conseguenze non banali e condizionerà anche lo svolgimento della gara.

Fortunatamente, però, dopo questo infausto episodio il corso del week end entra nel vivo rivelando, questa volta ancora più inaspettatamente, che questo tracciato ricavato tra le ben poco tortuose strade che dividono i mega-hotel del centro di Las Vegas sembra stato pensato proprio bene. Nulla a che vedere con il delirante tracciato di quarant’anni fa: tre lunghi rettilinei, sapientemente raccordati con curve aerodinamicamente poco impegnative ma non per questo facili da interpretare, formano un layout di pista estremamente veloce che ricorda più la versione outer di Sakhir (che nel 2020 vide la prima affermazione di Checo in Formula 1) che non Monza, con cui comunque condivide le altissime velocità di percorrenza. Visto il tipo di vetture che circolano nei pascoli formulaunistici di questi tempi si tratta di vera e propria manna.

E infatti i piloti, forse altrettanto sorpresi, hanno cominciato a divertirsi e non poco. L’indiscusso protagonista della stagione, il nostro valente Max, che nelle prime interviste di rito approfittava dello status di intoccabile di cui gode sparando a zero sull’evento, ha finito per auspicare il ritorno di questo GP anche per gli anni a venire!

E non ha tutti i torti. Perché ne è uscito un GP alla cui spettacolarità ha contribuito, pur del tutto casualmente, anche la bassa temperatura che tutti alla vigilia temevano. Infatti, le gomme hanno avuto un degrado piuttosto blando e comunque abbastanza uniforme per tutte le vetture, contribuendo a livellare non poco i valori tecnici in campo. Conseguentemente l’importanza delle scelte strategiche di assetto e il valore dei piloti sono stati di molto esaltati.

E come si sono comportati i nostri eroi?

VERSTAPPEN

Immarcescibile come sempre, altrettanto implacabile, perfetto (o quasi) come ci ha abituato in questa sua straordinaria stagione il campione del mondo non si lascia scappare l’occasione di apporre l’ennesimo timbro vincente sul suo passaporto. Ma stavolta ha dovuto sudare tantissimo. Forse come mai in stagione. Ha dovuto fare i conti con le velocissime Ferrari del sabato che, non fosse stata per l’improvvida decisione di cui sopra, l’avrebbero escluso dalla prima fila. Consapevole che questa volta Leclerc era davvero competitivo rispolvera in partenza la cazzimma cosparsa di cattiveria e sfrontatezza che tanto ha caratterizzato i suoi primi anni in Formula 1: “io vado” sembra dire Max a Charles “se poi voliamo fuori sarà perché lo vorrai tu”. E conquista con arroganza la testa del gruppo alla prima curva. Facile decisione, suppongo, visto che non aveva nulla da perdere e che, specularmente, Leclerc poteva ambire alla vittoria e aveva quindi tutto da perdere ma alla fine saggia: in quei giri davanti (considerate le successive evoluzioni e la penalità) a Charles pone le basi della vittoria finale. La penalità arriva puntuale e ad essa si aggiunge lo smacco del sorpasso subito in pista da Leclerc sicché dopo il primo pit stop riparte più indietro di quanto avrebbe voluto ma meglio di quanto sarebbe stato senza quella partenza arrogante. Ma, come sempre, è implacabile nel suo recupero. Brividi al 25° giro nel sorpasso a Russell. Giorgino diventa all’improvviso un Avenger e decide di buttar fuori Max con una manovra birichina nel punto meno pericoloso del circuito (e di cui dirò dopo). Ma Max, manco fosse Thanos, quasi nemmeno se ne accorge e continua il suo recupero. Il secondo momento vincente di Max arriva, poco dopo, con la SC del 27° giro (decisa proprio per liberare la pista dai detriti dello scontro con Russell): cambia ancora le gomme e riparte con distacco ridotto da Charles ma con gomme leggermente più fresche. Da qui in avanti è uno spettacolo: ritmo assurdo e sorpassi (non facili visto che anche gli altri andavano bene) da manuale su Ocon (in uscita dai box: regolare, dicunt, ma comunque a rischio di ulteriore penalità), Gasly e Piastri lo portano velocemente sui primi due: il redivivo Perez e un Leclerc in forma mondiale che stanno duellando per la prima posizione. Le cose si fanno più difficili e questa volta Max deve sudare assai e deve aspettare diversi giri prima di avere la meglio. Il sorpasso difficile quanto strepitoso su Leclerc arriva infine al 37° giro. Ma questa volta, diversamente da quanto abbiamo visto per quasi tutta la stagione, non riesce a scappare! Leclerc gli sta attaccato agli scarichi sino a che un errore alla curva 12 al 43° giro lo costringe a sventolare bandiera bianca. A questo punto Max capitalizza alla perfezione i 4 secondi di vantaggio e si aggiudica il GP. Era contento, lo si vedeva a occhio e ne aveva ben donde. Ho idea che si diverta di più anche lui con gare così: speriamo che il 2024 sia diverso. Ma intanto applausi!

LECLERC

Strepitoso, meraviglioso, eccezionale e che più ne ha più ne metta. Charles è tornato! Che week end! Tutte le sessioni di prove e qualifica davanti di mezzo secondo a tutti! Da quanto tempo non si vedeva? Bravo! Solo Sainz, in Q3, gli si avvicina ma gli altri no, nemmeno il mammasantissima del campionato. Con queste premesse e con una prima fila tutta rossa le aspettative eran… ah no! La improvvida decisione per la penalità di Sainz impedisce a Ferrari di gestire una partenza che con la prima curva così ravvicinata avrebbe potuto vederli entrambi davanti. Ad ogni modo il buon CLC non si scoraggia e non solo tiene il ritmo di Max ma addirittura lo supera! Ecco un bell’inedito che ci ha regalato Las Vegas. L’ulteriore inedito è il consumo di gomme che è assai blando e che consente al nostro eroe di spingere per tutto lo stint: tra basse temperature, layout del tracciato e assetto bilanciato sembra proprio che stavolta Ferrari le abbia azzeccate tutte. Purtroppo per lui la SC del 27° giro consente a Max di riavvicinarsi ma non è colpa di nessuno. Si è discusso sull’eventualità di far pittare anche lui ma le sue gomme non avevano che 5 giri e la possibilità di un’altra SC era concreta visto il tipo di tracciato quindi non mi sento di imputare qualche colpa di tipo strategico in quel frangente. Fatto sta che poco dopo viene ingaggiato in un bel duello da Perez dal quale viene sorpassato ma ancora una volta, con la tenacia che gli conosciamo e finalmente assecondato dal mezzo, lo tiene alla giusta distanza e lo fulmina con un sorpasso meraviglioso al 35° giro, peraltro pressato dall’arrembante Max. Altrettanto bello è il sorpasso di Max su di lui al 37° giro Ma ancora una volta non si scompone e si tiene nei tubi di scarico dell’olandese cercando il momento giusto per il contrattacco. Purtroppo, però al 43° giro fa un lungo alla curva 12 e deve dare addio ai sogni di gloria. A causa del lungo si ritrova anche dietro a Checo ma all’ultimo giro regala a tutti gli appassionati un sorpasso da antologia per assicurarsi la definitiva seconda posizione. A fine gara gli rideva anche il deretano: sarà per il sorpasso su Perez o perché finalmente ha avuto il mezzo per competere per la vittoria? Poiché queste sono non-pagelle non do i numeri ma in questo caso do un bel 10… meno! Il “meno” perché quel lungo è tutta farina del suo sacco e ne ha compromesso le possibilità di vittoria, che erano poche, per carità, ma che così sono definitivamente sfumate. Se vuole competere con il perfetto Max deve essere altrettanto perfetto.

PEREZ

Sorrideva tanto anche Checo, alla fine. E non per il podio, men che meno per il sorpasso subito all’ultimo giro da Charles (seconda volta a fila dopo quello subito da Alonso in Brasile) ma sorrideva perché ha blindato matematicamente il secondo posto in campionato e perché così, quantomeno questa è la mia supposizione, ha anche blindato il suo, altrimenti traballante, sedile per il 2024. Penso che questo fosse il suo obiettivo. La sua gara sembrava condizionata dai guai subiti in partenza che lo hanno costretto all’immediato pit stop ma con un ritmo gagliardo era riuscito a rimediare alla grande tanto che grazie alla seconda SC ha potuto consolidare la sua presenza sul podio. I duelli con Charles sono stati molto belli e anche se ne è uscito sconfitto (ma cosa poteva fare contro la genialata di Leclerc?) si è comunque ben battuto. A questo proposito ho letto e sentito critiche al suo comportamento dell’ultimo giro ma non sono d’accordo: se l’avversario è costretto a inventarsi un sorpasso strepitoso (nello specifico: tecnica a là Ricciardo con uscita dagli specchietti all’ultimo momento) significa che hai fatto bene il tuo mestiere. Del resto non saluteremo la mossa di Charles con tutti questi peana se non fosse stata difficile da realizzare, no? Alla fine, un’altra gara positiva di Checo che pare essersi ripreso dal periodo buio. Staremo a vedere se la supposizione sul suo sedile è corretta ma intanto, per la prima volta nella sua storia, RBR piazza in testa al mondiale entrambi i piloti.

OCON

Sapete quanto io non apprezzi questo pilota però non posso esimermi, per onestà intellettuale, dall’applaudirlo a scena aperta quando performa bene. Ed è il caso del buon Esteban di Las Vegas. Una gara che più strepitosa non si può condotta a suon di ritmo e di sorpassi e, soprattutto visto il suo vizio, senza il minimo errore o cedimento. Strepitoso il suo duello con Gasly, che pure in qualifica lo aveva letteralmente obliterato, che combatte con ostinazione e nonostante i disperati team radio del suo ingegnere che voleva congelare le posizioni lo porta vittoriosamente a termine. Disobbedisce, sì, ma lo fa a ragion veduta: dopo aver regolato il compagno di squadra (siamo intorno al 33° giro) se ne va costruendo il vantaggio che lo mette al sicuro dal ritorno di Stroll e Sainz e resistendo a Russell quanto bastava per sfruttare la penalizzazione di 5 sec di quest’ultimo e mantenere la posizione. Bravissimo!

STROLL

Altro protagonista inaspettato del GP. Dopo che per tutta la stagione è stato, giustamente, criticato per le sue scadentissime performance il buon Lance è ormai al terzo GP di fila in cui invece fa bella figura. Sarebbe stata ancora migliore se avesse gestito meglio FP e Qualifiche: nelle prime fa una stupidaggine (sorpasso in regime di bandiera gialla) che gli costa 5 posizioni in griglia e in qualifica pasticcia nel finale del Q2. Parte così 19° in griglia ma riesce ad approfittare alla grande dei vari pasticci davanti a lui. Ma non è solo fortuna il risultato finale della sua gara perché riesce a condurre una gara gagliarda con ritmo adeguato al passo della AM che guidava. Bene così.

SAINZ

Difficile esprimersi sul week end di Carlos: il problema, di cui ho dettagliatamente parlato più sopra e sul quale non ritorno, ne ha condizionato fortemente il risultato finale. C’è da togliersi il cappello sulla prestazione in qualifica perché è stato l’unico a riuscire ad avvicinarsi a Leclerc. Costretto suo malgrado a partire dalla 12esima posizione in griglia si complica la vita girandosi praticamente da solo e finendo nelle ultime posizioni. Da lì in avanti è un martello e, a differenza di CLC, è ampiamente favorito dalla seconda SC che gli assicura la posizione in zona punti. Risultato comunque di rilievo perché permette a Ferrari di presentarsi al finale di stagione con soli 4 punti di distacco da Mercedes per il secondo gradino del podio costruttori. Abu Dhabi non è Las Vegas e quindi sarà dura. Ma staremo a vedere.

HAMILTON

Se fossero pagelle in stile più consono qui dovrei mettere un bel “s.v.” perché onestamente non s’è mai visto in gara. Aggiungo un “meno” perché fuori dal Q3.

RUSSELL

Bella gara da parte del ritrovato Giorgino. Oltre a dare le piste al suo celebrato team mate in qualifica ha anche corso con lo spirito giusto che questo GP, con questo tracciato particolarmente veloce, meritava. Mi soffermo sull’episodio decisivo della gara e cioè il contatto con Max al 25° giro. Vi dico la mia: secondo me ha fatto apposta. Ha proprio tentato di buttarlo fuori: era la curva più lenta del tracciato e sapeva che non ci sarebbero state conseguenze e ci ha provato. Nelle immagini frontali si vede che guarda negli specchietti e Max è lì: dire che non l’aveva visto è veramente poco credibile. Sicché rimane l’ipotesi che l’abbia fatto apposta e cioè che abbia appositamente reso durissimo il tentativo di Max. Che l’abbia poi fatto per buttarlo fuori o “solo”, si fa per dire, per mandargli un messaggio valido per il futuro non saprei. Quel che trovo interessante è il valore simbolico di questo gesto. Tante volte in stagione si sono visti gli avversari di Max farsi “gentilmente” da parte ogni volta che, per varie circostanze, si trovava nei loro specchietti: non stiamo correndo con lui, era la scusa. E le critiche, in questo senso sia positive che negative si sono sprecate. Ecco, se la premessa che Russell l’abbia fatto apposta è vera, allora mi è piaciuto. Max è straordinario, non sbaglia mai, è sempre eccezionale e così via ma non l’abbiamo ancora visto sotto pressione da favorito (mentre da “contender” sì e si è ben comportato nel 2021): abbiamo bisogno di vederlo sudare per celebrarlo ulteriormente (o meno). Quindi a Russell, anche se la conseguente penalità gli è costata carissima in termini di punti, un bel bravo! non glie lo toglie nessuno.

ALONSO

Voto negativo stavolta per l’asturiano: il pasticcio alla prima curva è tutta colpa sua. Non ho molto da dire sulla sua gara perché non è mai stato inquadrato. Sta di fatto che comunque conquista punti nonostante tutto.

PIASTRI

Week end strano per McLaren che “toppa” clamorosamente le qualifiche ed è costretta a partire dal fondo. Fuori praticamente subito Norris per lo strano problema che ha avuto, Piastri corre in modo fantastico, nel senso che il ritmo tenuto era molto migliore da quello che si poteva immaginare dopo FP e Qualifiche. Fa la scommessa di una SC nel finale (due treni di bianche sperando, per l’appunto, di pittare in un ipotetico momento di SC verso la fine) che non va a buon fine altrimenti se la giocava con Ocon. Bravo!

NOTE DI MERITO

Magnussen è parso apprezzare molto il tracciato tant’è che ha portato Haas in Q3 e ha gareggiato sempre con il coltello tra i denti. Purtroppo non prende punti ma mi è molto piaciuto

NOTE DI DEMERITO

Williams piazza entrambi i piloti in Q3 (6° e 7° !!!!) ma poi fa una gara ridicola. Come al solito meglio Albon (ai margini della zona punti) di Sargeant ma il risultato è decisamente deludente.

Bottas aveva tirato fuori una qualifica strepitosa ma in gara è stata una delusione fortissima. Vero che il pasticcio di Alonso alla prima curva l’ha danneggiato ma per il resto della gara è stato decisamente impalpabile.

NOTE CHE NON SI CAPISCE COS’HANNO COMBINATO

Qualcuno dovrà spiegarmi cosa è successo ad Alpha Tauri che stava tranquilla nei primi 10 nelle ultime gare e a Las Vegas si è trovata praticamente ultima (di nuovo!)

Ci vediamo nel deserto!

Metrodoro il Teorematico