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F2 MONTECARLO 2023 – AND THEN THERE WERE THREE (MAYBE)

Anche per la Formula 2 il weekend di Montecarlo è uno dei più attesi e affascinanti di tutta la stagione. Le ultime edizioni sono state a loro modo memorabili: nel 2021 Theo Pourchaire (ART) si è presentato al mondo con pole e vittoria a soli 17 anni, mentre l’anno scorso Felipe Drugovich blindò la sua leadership in classifica, anche lui con pole e vittoria. L’edizione di quest’anno a suo modo rappresenta uno spartiacque nella stagione, ma procediamo con ordine.

Prove Libere

Come ampiamente previsto, le prove libere sono state ricche di interruzioni. Alla fine sono svettati Ayumu Iwasa (DAMS) e Victor Martins (ART), separati da appena 46 millesimi, seguiti da Richard Verschoor (VAR) a un decimo. Più attardati Frederick Vesti (Prema) e Theo Pourchaire (ART), ai margini della top ten.

Tra gli incidentati va segnalato Olivier Bearman, il dominatore del fine settimana di Baku. Il rookie inglese va a sbattere all’inizio e finisce per saltare tutta la sessione. Non l’ideale per un pilota che non aveva mai corso su questo tracciato.

Qualifiche

Anche nella serie cadetta le qualifiche sono fondamentali. A causa della natura stretta e tortuosa del tracciato, le qualifiche sono separate in due tranche. Metà dei piloti disputerà le qualifiche nel Gruppo A, l’altra metà nel Gruppo B. Un gruppo stabilirà le posizioni nelle caselle pari dello schieramento, l’altro nelle dispari. Il pilota più veloce in assoluto partirà dalla pole (e stabilirà anche chi partirà dalle posizioni pari e chi dalle dispari).

Come l’anno scorso, le qualifiche sono cadenzate dalle bandiere rosse.

Nel gruppo A si assiste alla lotta tra Kush Maini (Campos) e Jack Doohan (Virtuosi) prima che la sessione venisse interrotta a causa dell’incidente di Arthur Leclerc (DAMS). Alla ripresa Maini non riesce a confermarsi a causa del traffico trovato nel proprio giro, mentre Doohan riesce a issarsi alla testa del Gruppo A, prima di venir scalzato da Victor Martins (ART). Jehan Daruvala (MP) va a muro nei secondi finali e cristallizza la classifica.

Il Gruppo B ha una sessione appena più lineare. Dopo un transitorio iniziale la lotta si restringe tra Frederik Vesti (Prema) e Theo Pourchaire (ART). Il giovane talento di casa Mercedes è riuscito a superare Pourchaire di appena 52 millesimi, e il suo tempo di 1:21:053 risulta anche il più basso in assoluto, cosa che gli assicura la pole position. Dopo una serie di weekend in cui era stato messo in ombra dal suo teammate, finalmente il danese della Prema si conferma e rilancia le sue quotazioni in ottica campionato.

Denis Hauger (MP) era in realtà in netto miglioramento nel giro finale, ma la bandiera rossa, esposta dopo che Clement Novalak (Trident) ha assaggiato le barriere del Portier, gli nega la possibilità di migliorare e lo condanna alla nona posizione nel Gruppo B, 17° in generale. Il campionato di Hauger sta prendendo una brutta piega.

Sommando quindi i risultati dei due gruppi, la prima fila vedrà Vesti e Martins davanti a Pourchaire e Doohan, mentre Zane Maloney (Carlin) e Doohan costituiscono la terza fila.

Oltre al già citato Hauger, deludono anche Ayumu Iwasa (DAMS), Olivier Bearman (Prema) e Arthur Leclerc (DAMS), in teoria tutti pretendenti al titolo. Iwasa ha dovuto lottare per tutta la sessione con lo sterzo storto, danneggiato dopo un contatto con le barriere interne della Nouvelle Chicane ma alla fine è riuscito a rimediare il 9° posto, che lo mette in condizione di conseguire un buon piazzamento in gara-1. Bearman ha invece pagato l’incidente che gli ha impedito di disputare le FP ed è solo sedicesimo, ben lontano anche dalla zona della reverse grid. Peggio ancora è andata a Leclerc, che con il botto di inizio sessione ha concluso davanti solo a Roman Stanek (Trident), che però ha scontato una penalità di 3 posizioni per aver causato un incidente nelle prove libere.

Sprint Race
MONTE-CARLO, MONACO – MAY 25: Spectators watch on as a reflection of Enzo Fittipaldi of Brazil and Rodin Carlin (4) driving on track is seen in a windowduring practice ahead of Round 6:Monte Carlo of the Formula 2 Championship at Circuit de Monaco on May 25, 2023 in Monte-Carlo, Monaco. (Photo by Bryn Lennon – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

L’inversione della griglia arride a Isaak Hadjar (Hitech), che partirà dalla pole, e a Iwasa, che si ritrova secondo. In seconda fila troviamo invece Daruvala e Jak Crawford sull’altra Hitech.

La Sprint Race è sonnacchiosa e vede le emozioni concentrate nei primi giri. Se l’avvio in sé è regolare, un lungo di Clement Novalak alla Nouvelle Chicane manda in testacoda Maini, che a sua volta causa un ingorgo alle sue spalle.

Nissany e Boschung si devono ritirare, mentre Hauger, Leclerc jr e Novalak vanno ai box per le riparazioni. Il ritardo viene subito appianato dalla SC, necessaria per permettere il recupero delle vetture incidentate.

Al sesto giro la gara riprende nella sua valenza agonistica ed ecco subito il secondo colpo di scena: Hadjar, leader della corsa, perde potenza già sul rettilineo dei box e viene presto sfilato dal resto del gruppo. Immagino che poche cose facciano più male che ritirarsi a Montecarlo, mentre sei in testa, per un problema al motore. Curiosamente è il secondo anno di fila che accade, nella Sprint Race (mentre l’anno prima accadde al secondo sulla griglia, all’epoca Christian Lundgaard)

A questo punto la gara è la consueta guerra di oscillazione che si vede a Montecarlo. Ovvero: le posizioni sono sempre quelle ma all’interno dello schema i distacchi variano di giro in giro, e piloti che prima incalzano chi li precede diventano le prede di chi gli sta dietro. Ma alla fine nulla cambia.

L’unico altro momento di azione avviene a metà gara, quando Fittipaldi supera Cordeel in curva 1. Il belga forse aveva qualche problema tecnico, giacché nello stesso giro subisce anche l’attacco di Correa al Mirabeau. La manovra non riesce pulita e la Virtuosi viene scagliata contro le barriere. Bearman ne approfitta e sorpassa tutti e due mentre pochi secondi dopo esce la SC.

La ripartenza non vede però cambiamenti, con l’eccezione di  Bearman, che urta un muro e deve rientrare ai box con una sospensione piegata. Daruvala in seconda posizione soffre di vetrificazione dei freni, ma nessuno azzarda nulla.

Alla fine Iwasa vince la gara e si rilancia in campionato, mentre, alle spalle di Daruvala, Crawford completa il podio dopo aver resistito alla pressione di Richard Verschoor (VAR). Quinto posto per Zane Maloney davanti a Jack Doohan, sesto ed autore del giro più veloce della gara, con i due piloti della ART Martins e Pourchaire a completare la zona punti della Sprint Race in settima ed ottava posizione.

Feature Race

Tutti i piloti di testa partono con le dure in modo da essere liberi di fermarsi quando si verificano le condizioni più idonee, anziché essere vincolati dal consumo. Il primo sulla griglia a montare le morbide (che in questo caso sarebbero le ultra soft) è Jak Crawford in 8a posizione.

Anche qui in Feature Race la partenza è tranquilla, e stavolta si mantiene tale anche nei chilometri successivi. Va segnalata la manovra aggressiva di Martins, che all’avvio va a stringere sulle barriere il suo compagno di squadra Pourchaire.

L’eroe del primo giro è Bearman, che raggiunge la 12a posizione dopo aver sorpassato Novalak al Loews e Cordeel al Tabaccaio. Il belga ha dei problemi, tanto che perde varie posizioni fino a ritirarsi al giro quattro. Poco dopo si ritirerà Leclerc jr per problemi ai freni, e, più avanti, Fittipaldi jr per esplosione del motore.

All’ottavo giro iniziano ad andare ai box quei piloti che avevano scelto di montare al via le ultrasoft. Tra questi, Bearman allunga lo stint di qualche giro e rientra davanti a Iwasa e Hadjar, quindi in piena zona punti (virtuale). Il giapponese sfrutta però le proprie coperture già in temperatura per infilarlo al Mirabeau, manovra che invece non riesce ad Hadjar.

La loro strategia viene però rovinata da Doohan, che si abbatte contro le barriere al Massenet. Poco prima aveva danneggiato la macchina in uscita dalle Piscine e l’alettone ha ceduto mentre era impegnato nel Beau Rivage. La macchina impatta con il posteriore e quasi si ferma sul posto. Maloney, che lo seguiva a poca distanza, si vede passare la vita davanti ma lo schiva per pochi centimetri.

La Safety Car iniziale viene convertita in una bandiera rossa dopo che si osserva che: l’incidente è avvenuto in una curva veloce, cieca, stretta; la macchina è trasversale rispetto alla pista, i detriti sono ovunque, la schiuma degli estintori ha imbrattato il tracciato e per finire bisogna verificare le sicurezza delle barriere.  Il direttore di gara ha operato la scelta corretta.

Un pilota che invece ha sottovalutato le circostanze è Martins, che, malgrado la doppia bandiera gialla, arriva sul luogo dell’incidente quasi a velocità da bandiera verde. Schiva i commissari per un pelo ma la frittata è fatta; alla ripartenza dovrà scontare un drive through. E’ anche poco come punizione, alla fine ha aver messo in pericolo le vite di altre persone per una disattenzione.

La bandiera rossa permette a tutti i piloti di effettuare una sosta gratis. Ne beneficiano soprattutto Hauger, Maini e Stanek, che riescono a scavalcare tutti i piloti partiti su option e si vanno a collocare tra la sesta e la ottava posizione. Per dare l’idea del beneficio, Hauger partiva 17° e Stanek addirittura 22° e ultimo. Crawford scala in nona posizione, seguito da Iwasa e Bearman, che viene ricacciato fuori dalla zona punti dopo che si era faticosamente arrampicato nei primi dieci.

La ripartenza avviene al giro 26. Non ho capito perché, ma tutti i piloti dall’ottava posizione in giù sono considerati doppiati. La SC permette loro di sdoppiarsi ma la gara viene fatta ripartire prima che abbiano avuto modo di raggiungere il resto del gruppo, quindi si assiste a una gara divisa in due tronconi. In ogni caso riprende la consueta guerra d’oscillazione. Gli unici che se le danno per davvero sono Nissany, Novalak e Benavides, ma siamo intorno alla quattordicesima posizione.

Martins sconta il DT e riemerge in ottava posizione. In pochi giri si fa sotto a Stanek e nei giri finali esercita una grande pressione ma il pilota della Trident resiste.

Dopo 39 giri, la Feature Race di F2 viene vinta da Vesti, partito dalla pole, davanti a Pourchaire e Maloney, che beneficia dei casini di Doohan e Martins per tornare sul podio per la prima volta dal season opener del Bahrain. Verschoor è quarto e si conferma come uno dei piloti più consistenti in gara, mentre a seguire c’è il terzetto dei salvati: Hauger (partiva 17°), Maini (12°) e Stanek (addirittura ultimo!). La pressione di Martins è stata vana e di conseguenza il francese si deve accontentare dell’ottava posizione, con il giro più veloce come premio di consolazione. Crawford e Iwasa completano la zona punti, il giapponese abile a reggere la pressione che Bearman ha applicato per l’ultimo stint di gara.

Weekend senza punti per il giovane talento di casa Ferrari, che a causa delle qualifiche disastrose non è riuscito a continuare la crescita mostrata nei precedenti GP. Il campionato è ancora lungo e potrà rifarsi ma le occasioni sprecate iniziano a diventare tante. Discorso simile per Hauger, che più tempo passa e più mi ricorda il Vips dell’anno scorso – sfortunato quando è veloce, lento o falloso quando la malasorte concede una tregua.

In classifica si è visto prima Iwasa strappare a Pourchaire la leadership, dopo la vittoria al Sabato, e poi Vesti staccare tutti e due dopo la gara di Domenica. L’incidente di Doohan, la sventatezza di Martins, la sfortuna di Leclerc e Hauger e l’inesperienza di Bearman fanno sì che tutti loro restano a secco di punti o quasi.

La lotta per il titolo inizia ad assumere una fisionomia ben definita. Vesti, Pourchaire e Iwasa sono i più completi e costanti, gli unici reali pretendenti al titolo, mentre i vari Martins, Bearman, Hauger etc sono separati dall’eccellenza per la minore consistenza. Vedremo se i prossimi appuntamenti  confermeranno o ribalteranno questo andamento.

La classifica in tal senso è chiara: Vesti comanda con 89, Pourchaire insegue a 84 e Iwasa, più staccato, a 69. Dopo un solco di 20 punti troviamo Maini a 49 punti, seguito da Maloney, Hauger, Verschoor, Bearman, Daruvala. Maini è insieme a Bearman una delle sorprese di questo campionato, non mi aspettavo che fosse in grado di andare a punti con costanza e soprattutto di reggere il confronto con Ralph Boschung, compagno di squadra e anche gatekeeper della serie.

Battute finali. Il weekend ha confermato che la maledizione per Charles Leclerc sul tracciato di Monaco è di natura genetica: suo fratello Arthur ha iniziato il weekend con un botto nelle qualifiche e si è costretto a partire dal fondo. Nella sprint race è rimasto imbottigliato nell’ingorgo di Maini mentre nella Feature si è ritirato per problemi ai freni dopo neanche dieci giri Anche quest’anno nessun Leclerc ha trovato la gloria sulle stradine di Montecarlo.

[Tutte le immagini sono tratte dal sito ufficiale fiaformula2.com oppure dal suo account twitter]

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

 

F2 AZERBAIJAN 2023 – NEL SEGNO DI BEARMAN

La Formula 2 a Baku ha visto Bearman vincere entrambe le gare del weekend e si rilancia in classifica piloti dopo tre primi round avari di soddisfazione. Male Iwasa, autore di due zeri e che perde la leadership del campionato a favore di Pourchaire. Ma procediamo con ordine.

Prove Libere

Le prove libere sono appannaggio dei rookie. La sessione vive dello scontro tra Isaak Hadjar (Hitech, storicamente forti a Baku) e Olivier Bearman (Prema), che si risolve a favore di quest’ultimo. Il podio virtuale è completato da Kush Maini (Campos), anch’egli un deb.

Qualifiche

Le qualifiche sono state sonnacchiose fino agli ultimi dove tutti i piloti si sono lanciati nello stesso momento causando una raffica di giri veloci e capovolgimenti di situazione.

 

All’inizio Frederik Vesti (Prema), Theo Pourchaire (ART) e Denis Hauger (MP) si scambiano la testa della gara, poi sono scavalcati da Enzo Fittipaldi (Carlin) e infine da Bearman, che conquista la pole con appena 12 millesimi (!!) sul brasiliano. Pourchaire e Vesti si devono accontentare della seconda fila ma il distacco è minimo: i primi quattro sono racchiusi in 71 millesimi (!!). Hauger è il primo degli altri, quinto a due decimi, e precede il proprio compagno di squadra Jehan Daruvala.

Tra i delusi di giornata figurano Victor Martins (ART), che non fa meglio dell’ottava posizione dopo una qualifica passata sul fondo, e soprattutto il leader di campionato Ayumu Iwasa (DAMS), addirittura diciassettesimo. Poca gloria anche per il suo compagno di squadra, Arthur Leclerc,

Inizia a fare meno notizia Jack Doohan (Virtuosi), che non va oltre la sedicesima posizione. L’australiano aveva iniziato il campionato come contendente al titolo, ma finora ha rimediato solo qualifiche orribili e poco altro.

Hadjar, protagonista della mattinata, rompe una sospensione e conclude solo diciottesimo. Sorte in qualche modo condivisa dallo stesso Bearman; nel giro finale infatti finisce largo in uscita di curva 2 e picchia sul muro. La sospensione rimane integra ma lo sterzo si torce, sicché alla fine ha fatto quasi tutto il giro della pole con il volante che pendeva a destra (!!!).

Fare la pole, a Baku, alla quarta gara in F2, con la macchina danneggiata e lo sterzo che tira da un lato, sono il genere di cose che faceva Leclerc l’anno in cui ha vinto la F2. Il ragazzo pare promettente…

Sprint Race

 

Accadono tante cose in pochi metri: nella breve accelerazione che porta a curva 1, Martins prova a infilarsi tra i primi tue e pizzica la posteriore dx di Zane Maloney (Hitech), il poleman, che rimedia una foratura. Pochi metri dopo Richard Verschoor (VAR) finisce lungo e quasi si gira in uscita dalla prima curva. Evita il testacoda, ma l’ala è danneggiata. Martins eredita la prima posizione

Quando Ralph Boschung (Campos) rompe la sospensione anteriore contro uno dei tanti muretti del circuito, entra la SC, e alla ripartenza Hauger infila il francese e si avvia a vincere.

Nel frattempo le due Prema si fanno largo nel gruppo, fino a raggiungere la terza (Vesti) e la quarta (Bearman) posizione.

Tutto regolare fino a questo momento. Giro 15 su 21: Roy Nissany va a muro ed entra la SC. La gara finora era stata normale, ma la ripartenza è allucinante.

Quando arriva la frenata in curva 1 i due leader della gara, Hauger e Martins, sottosterzano e colpiscono il muro, con il francese che in più viene centrato da Daruvala, che stava sorpassando all’esterno Bearman. Anche Leclerc e Pourchaire vanno lunghi; si fermano a pochi centrimetri dalle barriere, ma i motori stallano e addio gara anche per loro. Doohan invece finisce in testacoda per conto suo nelle retrovie e anche lui va a ingrossare le fila dei DNF.

In testa si ritrovano quindi le due Prema, Vesti davanti a Bearman, il quale ingaggia battaglia e sfrutta un’indecisione per superare il compagno di squadra in curva 5 (!). Pochi secondi dopo la gara viene neutralizzata con la SC.

 

 

La vettura di sicurezza cristallizza la vittoria di Bearman, malgrado partisse nono a causa dell’inversione della griglia, e il secondo posto di Vesti. Jak Crawford (Hitech) completa il podio, mentre anche il giro più veloce è nelle mani dell’inglese. Il leader del campionato Iwasa si è ritirato nelle prime fasi.

“Laocoonte”, Dallara F2 su muro. Baku, Azerbaijan.

Feature Race

Partenza regolare anche qui. Hauger perde un paio di posizioni.

Pourchaire fa la voce grossa nei primi chilometri, sorpassando sia Fittipaldi che Bearman per prendere la leadership. L’offensiva di Pourchaire esaurisce il momentum in fretta e Bearman riesce a riprendersi la testa della gara al terzo giro. Alle sue spalle le posizione restano stabili.

Vesti e Hauger perdono tempo in occasione della prima sosta, soprattutto il primo. Dei due però è il danese della Prema a riuscire a recuperare qualche posizione, mentre Hauger resta bloccato dietro a Maini.

Pourchaire mette pressione a Bearman per larghi tratti del secondo stint, ma nel finale alza il ritmo e anzi subisce il ritorno di Fittipaldi. Il francese pensa al campionato e non offre troppa resistenza al brasiliano, che lo sorpassa a sei giri dalla fine in curva 4 (all’esterno, bella manovra).

Il podio va quindi a completarsi, sebbene Martins abbia provato a insidiare il caposquadra negli ultimi chilometri. La rimonta di Vesti si conclude in un decente quinto posto, davanti a Maini e Hauger. La zona punti è completata da Hadjar, che recupera una decina di posizioni grazie alla strategia alternativa, e Verschoor. Anche Iwasa ha provato a partire con le dure per montare le morbide nel finale, ma a differenza di Hadjar non va oltre la tredicesima posizione.

Nelle verifiche post gara la macchina di Martins risulta avere il fondo troppo basso rispetto al piano di riferimento e di conseguenza gli viene revocato il quarto posto. Entra nella zona punti Leclerc, anche lui protagonista di una gara scialba.

 

Bearman ha effettuato IL weekend perfetto. Non solo ha fatto un “double” (vittoria sia nella sprint che nella feature race), evento raro che ha visto in Giovinazzi e Drugovich gli ultimi due piloti capaci di eseguirne, ma ha anche conquistato la pole e ha concluso le prove libere in prima posizione. Questo significa che l’inglese al comando OGNI SESSIONE del weekend (!!!). Non era mai capitato nella storia di Gp2 e F2. L’unica cosa che gli è mancata è stato il giro più veloce nella Feature Race, frutto della rimonta di Hadjar con gomme nuove.

Bearman si riscatta così dopo i tre primi round, in cui tra difficoltà nella gestione delle gomme e qualche errore di troppo aveva conquistato solo tre punti. Così invece si rilancia in campionato ed è quarto a 41 punti.

Come nel round precedente, il pilota entrato come capoclassifica non conquista nemmeno un punto e perde la leadership. Iwasa è stato autore di una qualifica disastrosa, che l’ha visto partire solo diciassettesimo. Ci si aspettava una rimonta, ma non ha avuto passo per tutto il weekend, e se in gara 1 si è dovuto ritirare per un guasto al DRS, rimasto aperto, alla domenica ha chiuso solo dodicesimo. A Pourchaire è bastato un weekend non brillantissimo per superarlo in classifica. Il francese  ha concluso la sprint race sul muro di curva 1, ma il podio in feature race gli permette di issarsi a 65 punti, sette in più di Iwasa.

Anche Vesti non brilla, almeno in relazione a Bearman, ma comunque mette in cascina 21 punti che lo fanno salire al secondo posto della classifica, con 58 punti.

Concludo l’analisi con Hauger: se nelle prime gare è stato oggettivamente sfortunato, qui ci si aspettava il riscatto. Ci stava riuscendo in gara 1, poi è andato clamorosamente a sbattere, e nella feature race finisce solo settimo. La velocità c’è, ma i punti persi iniziano ad essere tanti, e deve decisamente darsi una mossa se vuole rientrare in corsa per il titolo.

Stessa cosa per Martins, che non solo -anche lui- si è autoeliminato Sabato mentre era secondo, ma la squalifica di Domenica fa sì che ormai sono cinque le gare consecutive senza punti. Idem per Leclerc.

Tra i team la Prema è salita al comando a quota 101, seguita a breve distanza dalla ART a 94 e dalla DAMS a 91. Il prossimo round della Formula 2 sarà a Imola, fra tre settimane.

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

Tutte le immagini sono tratti dagli account social e dal sito ufficiale della F2.

 

F2 AUSTRALIA 2023 – CORRENTE ALTERNATA

Se neanche la F1 è stata esente dal caos, non ci si poteva aspettare che le serie inferiori fossero da meno. Quantomeno il loro disordine è stato “genuino” e non provocato dai pasticci della direzione gara – merito di un tracciato che ha costituito un banco di prova molto impegnativo per i giovin piloti.

Prove Libere

Si è capito che aria tirasse fin dalle prove libere, in cui un terzo dei 45 minuti a disposizione dei piloti sono stati occupati da bandiere rosse, chiamate da tre incidenti diversi. L’australiano Jack Doohan (Virtuosi) regala soddisfazione al suo pubblico concludendo la sessione a capo della classifica.

Qualifiche

Ad aggiungere pepe alla sfida, le qualifiche si svolgono sotto una pioggia quasi torrenziale, soprattutto a inizio sessione. Le basse temperature, la scarsa visibilità, il poco grip, il tracciato inondato d’acqua, fanno propendere il direttore gara a sospendere le qualifiche dopo quattro minuti – ma ben tre incidenti, tra cui figurano Olivier Bearman (Prema) e Arthur Leclerc (DAMS).

Dopo un interludio di 15 minuti, la sessione riparte e come spesso capita in queste situazioni, i leader di classifica vanno e vengono. Le condizioni non sono ancora idilliache, come dimostrano i testacoda di Ralph Boschung (Campos), il leader di campionato, e di nuovo Bearman (che deve ringraziare di cuore i meccanici per avergli riparato la vettura in tempo).

Victor Martins (ART) farà cessare le ostilità schiantandosi in curva 5 nei minuti finali della sessione.

Ayumu Iwasa (DAMS) conquista così la pole position con 6 decimi di vantaggio su Theo Pourchaire (ART), in grande affanno all’inizio ma capace di recuperare la giusta confidenza con la macchina, e lo stesso Martins. Dietro di loro c’è l’inseparabile coppia delle Hitech, Isaak Hadjar davanti a Zane Maloney, seguite da Bearman. Le loro posizioni si sono decise sul filo dei millesimi: appena 21 millesimi (!) coprono i tre piloti.

 

La bandiera rossa ha impedito a diversi piloti di completare il proprio giro. Il pilota che ha subito il contraccolpo peggiore è stato Doohan, che non riesce ad andare oltre la quindicesima posizione. Per la terza qualifica di fila Denis Hauger (MP) non riesce a completare il suo giro finale. Almeno stavolta è 10° e potrà partire in pole per la gara sprint.

Sprint Race

Il cielo è nuvoloso e la pista leggermente umida. Tenere le gomme in temperatura sarà un problema. Lo dimostrano Boschung e Fittipaldi, che si stampano durante il giro di schieramento.

Per queste ragioni la partenza è tranquilla. In testa Hauger mantiene la prima posizione, così come Crawford e Kush Maini (Campos) le posizioni sul podio virtuali. Bearman scavalca Leclerc ed è quarto, mentre Pourchaire scivola fuori dai primi dieci.

Bastano pochi chilometri per permettere ai piloti di osare. Lo schieramento dalla quinta alla decima posizione si apre a ventaglio in curva 11. Iwasa è quello che pesca la pagliuzza corta e rimedia una foratura, che la estrometterà dalle posizioni che contano.

 

Le basse temperature, le numerose zone DRS e un tracciato molto più fluido che in passato fanno sì che il gruppo formi un trenino compatto, quasi senza discontinuità, dove i piloti conducono tanti tentativi di sorpasso ma le posizioni restano statiche.

 

Le eccezioni sono Hauger, che in pochi giri si toglie Crawford dalla zona DRS e incrementa il vantaggio ad ogni giro, e Leclerc, che è partito con gomme morbide e quindi gode prima di un vantaggio prestazionale, poi di uno svantaggio.

La usuale azione vede un’interruzione al quindicesimo giro: nelle retrovia Doohan viene toccato da Juan Manuel Correa (VAR) e si ferma in mezzo alla pista. La SC è d’obbligo. E inizia anche a piovere.

 

Alcuni piloti, tra cui Martins (in quinta posizione) e Pourchaire, vanno a montare le gomme da bagnato. Lo scroscio di pioggia però si interrompe poco dopo la loro sosta, mentre la SC continua a girare – anche perché Brad Benavides (Trident) nel frattempo è andato a muro in completa autonomia.

La ripartenza avviene a due giri dalla fine e, data la pista asciutta, si assiste al rapido affondamento dei piloti su Wet. L’ultimo sussulto della gara lo imprime Bearman, che infila il suo teammate a quattro curve dalla fine.

Hauger si invola e conquista la prima vittoria dell’anno, condita anche dal giro più veloce. Il norvegese precede sul traguardo Crawford, bravo a non cedere nel finale a Maini, a sua volta abile a contenere  Leclerc jr durante la gara. Per entrambi i piloti si tratta del primo podio in F2.

Quinto posto per Maloney, protagonista di alcuni dei pochi sorpassi visti in questa gara, mentre la zona punti è completata da Hadjar, Bearman e Vesti. Gare da dimenticare per Iwasa, Martins e Pourchaire, ben al di fuori della zona punti.

Con la vittoria Hauger si rilancia in campionato, la cui classifica ora è molto ristretta: dopo Boschung, ancora leader con 33 punti, troviamo Iwasa a pari punti, Pourchaire con 32, Vesti con 31 e Hauger con 30 (!).

Feature Race

Pourchaire ha un brutto scatto ma riesce a riprendersi la posizione su Martins nella prima curva. Bearman fa a sportellate con Hadjar, portandolo sulla ghiaia di curva 3. L’inglese conquista così la quinta posizione, ma rimedia anche una penalità di 5s.

 

Iwasa tenta la fuga ma non gli riesce e dopo 5 giri si ritrova Pourchaire, Martins e Maloney alle spalle – i quattro piloti sono racchiusi in appena 2 secondi. Bearman invece è staccato e deve contenere Leclerc e Hauger.

All’interno del gruppo i duelli non mancano. Tra tutte le manovre si distingue il pregevolissimo sorpasso di Vesti su Crawford, che avviene all’esterno di curva 13 (!!) – penso di non aver mai visto un sorpasso così in quel punto.

Al giro 8 scatta la soglia per i pitstop e Martins è l’unico dei primi ad approfittarne, ma nello stesso momento Crawford viene mandato a muro da Doohan e viene fatta entrare la Safety Car. Il giro seguente tutti i piloti partiti su soft sono ai box e Martins perderà un paio di posizioni.

Grande confusione ai box ma la situazione non è eccellente, soprattutto per Bearman. Per evitare di perdere parecchie posizioni decide di non scontare i 5s di penalità. Non poteva sapere che, pochi metri più avanti e alcuni secondi dopo, Hadjar viene fatto ripartire senza curarsi di chi si trovava nella fast lane. Bearman e Hadjar vanno a contatto per la seconda volta nella gara, ma stavolta l’inglese ha la peggio: la posteriore dx è forata e deve rientrare ai box per sostituirla. Oltre a ritrovarsi ultimo, la notizia pessima è che si ritrova su gomme morbide, avendo esaurito le dure a disposizione.

Dopo il valzer delle soste il gruppo è guidato dai piloti partiti su prime, che sperano in una SC nel finale per avere la speranza di conseguire un risultato decente. Vesti è pertanto il nuovo leader della corsa, seguito da Roy Nissany (DAMS), Enzo Fittipaldi (Carlin) e Kush Maini (Campos). Dopo l’indiano troviamo il leader virtuale Iwasa, seguito da Amaury Cordeel (Virtuosi), l’ultimo dei piloti su strategia alternativa, Pourchaire e Hadjar, che con le soste ha riguadagnato il terreno perduto a inizio gara.

La gara riprende la sua valenza agonistica al giro 13. A causa delle gomme dure e fredde i piloti limitano le ostilità nei primi metri, ma dopo un giro e mezzo un maldestro tentativo di sorpasso di Fittipaldi alla chicane veloce innesca un serpentone infernale.

Per mezzo giro le posizioni dalla seconda alla nona cambiano ad ogni curva ma incredibilmente non si verificano scontri. Vesti mantiene la testa della gara ma alle sue spalle ora ci sono Maini e Iwasa, mentre Pourchaire è ancora alle spalle di Fittipaldi.

Il pilota che ci ha rimesso di più è di sicuro Hadjar, che è stato spinto sull’erba da una toccata di Nissany e ora è sedicesimo.

I piloti su gomme dure usate hanno un passo comparabile ai piloti su dure nuove e quindi non si dimostrano inclini a cedere la posizione senza lottare. Anche in questa fase i duelli si sprecano; se ne avvantaggia soprattutto Vesti, che riesce a costruire in pochi giri un vantaggio di 5 secondi sul secondo.

Al 25° giro la gara aveva appena trovato un equilibrio stabile quando ecco che accade una sequenza di scemenze che ha del notevole.

Dapprima Nissany, in lotta con Daruvala, mette le ruote sull’erba nel rettilineo che conduce alla curva 3 e innesca una piroetta che lo conduce a stamparsi sulle barriere del rettilineo che porta alla curva 3. Ho già detto che l’ha mandata in testacoda in pieno rettilineo?

Entra la SC, di nuovo. Vanno ai box tutti i piloti che non lo avevano fatto. Le gomme fredde portano alcuni di questi a mancare il punto di frenata e a regolare l’erba della via di fuga di curva 1. Tra questi figura anche Fittipaldi, che nell’ordine:

  1. va lungo in curva 1
  2. si gira nel prato mentre cercava di rientrare in pista
  3. riguadagna il giusto verso di marcia ma nel farlo urta le barriere con la posteriore sx
  4. riparte ma suddetta sospensione cede quando sta raggiungendo la macchina di Nissany
  5. di conseguenza pure lui si gira in rettilineo e si schianta contro le barriere, pochi metri dopo la vettura di Nissany

E non è stato neanche il capolavoro della giornata…

Quello spetta a Martins: al trentesimo giro la gara riparte, ma lui, prima ancora che Iwasa desse lo strappo, manca il punto di frenata alla penultima curva e travolge l’incolpevole Hauger. Il norvegese aveva condotto una gara ad ottimi livelli e aveva rimontato dalla decima posizione fino al gradino più basso del podio, ma il destino aveva altri piani.

I giri finali vedono la mini-rimonta di Vesti su gomme morbide appena montate, ma dopo 33 giri piuttosto convulsi è Iwasa a vincere. Il giapponese diventa così il primo pilota a vincere due gare quest’anno. Pourchaire finisce in seconda posizione una gara in cui è riuscito a restare fuori dai guai mentre Leclerc resiste strenuamente al ritorno di Vesti e conquista il primo podio in F2.

Seguono Maloney, Daruvala, Richard Verschoor (VAR – continua la tradizione di concludere a punti dopo essersi trovato ultimo dopo pochi chilometri). Dopo le investigazioni post-gara troviamo, in ottava posizione, Doohan (nemo propheta in patria) e a seguire Maini e Correa.

Bearman era in rimonta in tredicesima posizione quando è uscito di pista alla chicane. Per miracolo ha mantenuto la Prema dritta, ma l’avvenimento lo rispedì in fondo al gruppo. Quindicesimo alla bandiera a scacchi, diciassettesimo dopo l’applicazione delle penalità.

Considerazioni finali

In F2 adesso comanda Iwasa con 58 punti, mentre Pourchaire, rialzatosi dopo l’Arabia, segue a 50. Vesti continua il suo avvicinamento ai piani alti e ora è terzo a 42.

Quarto è l’ex leader Boschung, ancora a 33 dopo aver mancato la zona punti in entrambe le gare: sapevo che non sarebbe durato a lungo in testa, ma non mi aspettavo un weekend così tragico. Con gli stessi punti troviamo il rimontante Leclerc, primo tra i rookie.Segue poi un pacchetto molto ravvicinato: Daruvala a 32, Hauger a 30, Maloney a 29, Maini a 26, Verschoor a 25 e Doohan a 24.

Bearman, malgrado essere stato protagonista in molte sessioni, ha la miseria di tre punti ed è in una terrificante diciassettesima posizione. L’inglese ha mostrato tante qualità interessanti ma anche una propensione ai casini che conviene rettificare il prima possibile. Per certi versi mi ricorda lo Tsunoda delle prime gare di F2 – anche il giapponese aveva seguito lo stesso, rapido, percorso: F4->F3->F2 in tre anni.

La F2 adesso tornerà tra tre settimane, nel weekend tra il 28 e il 30 aprile sul circuito di Baku, un round che per la serie cadetta è sempre stato pieno di colpi di scena.

[Tutte le immagini sono tratte dai social o dal sito ufficiale della Formula 2]

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

 

F2 ARABIA SAUDITA 2023 – JEDDAH PIANGERE

La Formula 2 a Jeddah ci ha mostrato tutto quello che la F1 non è riuscita a darci: duelli in tutto lo schieramento, lotta per la vittoria, rimonte entusiasmanti, errori e (pochi) incidenti.

Prove libere

Gli elementi principali del weekend sono esposti già dalle prove libere. La Prema riscatta le prestazioni opache del Bahrain e conclude le FP con Olivier Bearman davanti al compagno di squadra Frederick Vesti. La ART risponde bene con Victor Martins a meno di tre decimi mentre Theo Pourchaire, leader di campionato, è disperso in 17a posizione.

Qualifiche

La ART, che in questo periodo di campionato sembra la scuderia di riferimento, ritorna in testa in qualifica. Dopo un’interruzione dovuta al testacoda di Verschoor, Martins è stato il migliore a interpretare la pista più fredda e ha siglato la pole con ben sette decimi (!) di margine sul primo degli inseguitori, Bearman.

Pourchaire ha trascorso la qualifica nella parte alta della top ten, ma nell’ultimo tentativo è riuscito a portarsi in terza posizione, mancando la prima fila per 1 (!!!) millesimo. Alle spalle dei tre si collocano Jack Doohan (Virtuosi) e Jehan Daruvala (MP), che puntano a riscattare la pessima figura del Bahrain. Ayumu Iwasa (DAMS), sesto, e Frederick Vesti, settimo, completano la lista delle figure che verosimilmente lotteranno per podio e vittoria.

Un incidente di Arthur Leclerc (DAMS) nelle fasi finali ha impedito a molti piloti di completare l’ultimo tentativo. La vittima più illustre, oltre al francese stesso e a Vesti, è stato Dennis Hauger (MP), costretto alla quindicesima posizione.

 

Sprint Race

Per via dell’inversione della griglia, la pole della sprint race è affidata a Jak Crawford (Hitech) mentre Ralph Boschung (Campos) completa la prima fila. In seconda troviamo invece il suo compagno di squadra, Kush Maini, e Iwasa.

Crawford parte bene e conserva la prima posizione ma Iwasa parte ancora meglio e scavalca le due Campos nei pochi metri che conducono alla prima curva. Il giapponese proverà a sopravanzare lo statunitense già al tornante, ma le gomme fredde lo inducono a rinunciarci. Un altro avvio eccellente è quello di Victor Martins, che si porta dalla decima alla sesta posizione in un giro.

La leadership di Crawford però dura poco. Tempo di avere le gomme in temperatura e Iwasa lo passa in curva 1, all’inizio del secondo giro. Poco dopo Zane Maloney (Hitech), in lotta con Novalak nelle retrovie, apre il gas troppo presto in curva 2 e si gira da solo, bloccandosi in mezzo alla pista. La SC entre in pista per la prima volta nel weekend.

Le Campos sono le protagoniste della ripartenza, nel bene e nel male. Se Boschung sorpassa Crawford per prendere il comando della gara, Maini perde tre posizioni solo nel quinto giro, e da Pourchaire nel sesto. Il francese lo sorpassa con una divebomb stile “o la va o mi spacco”, manovra che cerca di ripetere sul compagno Martins il giro dopo.

Stavolta Pourchaire manca il punto di frenata così tanto che finisce per travolgere l’incolpevole Bearman, che stazionava davanti a Martins. Rientra la SC – in otto giri c’è stato un totale di due giri e mezzo di bandiera verde: un classico per la F2, in Arabia.

Anche in questa ripartenza Crawford perde posizioni, ma regala spettacolo soprattutto la lotta, protrattasi per tre giri con sorpassi e controsorpassi, tra Boschung e Daruvala. La lotta si risolve a favore dell’indiano nel 13° giro, e Martins ne approfitterà per sorpassare lo svizzero e conquistare un posto sul podio. La necessità di preservare le coperture rende questa gara una corsa “di gruppo” stile moto3.

In questo momento Martins è il pilota con il passo migliore e al 15° giro raggiunge i primi due, ma si mette in attesa degli eventi. Iwasa respinge tutti gli attacchi di Daruvala. Dopo un tentativo fallito l’indiano esce male da curva 2 e Martins ne approfitta per passarlo in trazione.

 

Ma anche il francese della ART non ha lo slancio per oltrepassare le barriere di Iwasa. Dopo qualche giro Martins inizia a mollare per non stressare troppo le coperture e dopo venti giri intensi Iwasa può tagliare il traguardo da vincitore, per la prima volta in stagione.

La classifica finale vede così Iwasa trionfatore, accompagnato sul podio da Martins (gpv) e Daruvala. Boschung, Maini, Vesti (autore di una discreta rimonta nella seconda metà di gara), Doohan e Hauger (buona rimonta anche la sua, partiva quindicesimo) completano la zona punti. Il norvegese ha privato Crawford della gioia di conquistare il suo primo punto in F2 grazie a un sorpasso in volata, all’ultimo metro disponibile.

Grazie al quarto posto Boschung prende il comando della classifica iridata, 33 punti contro i 32 di Pourchaire.

Feature Race

La manovra dilettantistica con cui ha eliminato Bearman frutta a Pourchaire due punti sulla patente e cinque posizioni di penalità sulla griglia per la Feature Race. Partirà quindi ottavo. Doohan scala terzo, gli altri a seguire. I primi montano tutti gomme morbide (supersoft), il primo a scegliere le dure (medie) è Leclerc jr.

Alla partenza Martins manda quasi in stallo il motore e viene bruciato da Bearman, sebbene riesca a difendersi da Doohan. Dietro di loro parte bene anche Vesti, che scala da sesto a quarto. Al termine del primo giro un contatto tra Amaury Cordeel (Virtuosi) e Brad Benavides (PHM, ex Charouz), in lotta per la gloriosa penultima posizione, rende necessaria l’attivazione della Virtual Safety Car per il recupero della PHM incidentata.

Alla ripartenza Bearman prova a costruire un margine sugli inseguitori e arriva ad avere fino a 2s su Martins, ma dopo pochi giri le gomme presentano il conto e quando si apre la finestra delle soste (al settimo giro, come da regolamento), il vantaggio sul francese si misura in decimi. Doohan e Vesti inseguono a pochi secondi.

L’ottimo lavoro della crew Prema permette sia a Bearman di conservare la posizione su Martins che a Vesti di scavalcare Doohan. A centro gruppo Hauger riesce a scavalcare Pourchaire, che sembra essere incappato in una di quelle gare grigie in cui affonda per tutta la durata della gara.

Il comando della corsa ora spetta ai piloti partiti su gomme dure, con Leclerc jr davanti a Fittipaldi, Hadjar, Maloney e Verschoor – questi ultimi non sembrano in grado di replicare la rimonta del Bahrain.

Come nello stint precedente, Bearman ha un momento di grazia all’inizio ma dopo pochi giri inizia una parabola discendente. Al decimo giro viene sorpassato da Martins, che però finisce lungo in curva 1 e deve rendergli la posizione. Il pilota della ART ci riprova il giro dopo e stavolta mette a segno la manovra, con Bearman che incassa pure il sorpasso di Vesti, ora secondo.

In testa ora la situazione è invertita: Vesti incalza Martins, mentre Bearman deve gestire delle gomme che non danno più grip e subisce la pressione di Doohan. Il periodo nero per l’inglese continua: al sedicesimo giro si gira in curva 23. Evita le barriere e può continuare, ma la sua gara è compromessa.

Nel frattempo Martins e Vesti raggiungono i piloti partiti su dure. La gara si decide al diciassettesimo giro: stretto tra l’incudine (Maloney) e il martello (Vesti), Martins va in testacoda in curva 4 e si deve ritirare.

Il ritiro di Martins, oltre alla rilevanza per la classifica, è anche l’ultimo evento significativo della gara. I piloti su strategia alternativa vanno a pittare tra il 18° e il 23° giro. Anche stavolta il migliore è Verschoor, che, dopo aver mostrato un passo notevole sulle dure (tanto da segnare il gpv provvisorio con 20 giri sulle coperture!), è l’unico ad azzeccare il timing della sosta e può sfruttare al meglio le supersoft.

La bandiera a scacchi saluta quindi la prima affermazione in F2 di Frederick Vesti, il riscatto di Doohan e la gara regolare di Daruvala. Giù dal podio ci sono Iwasa e Hauger, che è riuscito a rimontare dalla quindicesima posizione. Il norvegese resiste alla pressione di Verschoor, ottimo sesto con la VAR – che non solo partiva ventesimo, ma addirittura a metà gara era in odore di ultima posizione.

Fittipaldi, Leclerc e Hadjar concludono la loro rimonta nella zona punti mentre l’emorragia di posizioni di Bearman si conclude in prossimità della decima posizione. Un punto che non so quanto possa fare morale ma che almeno sblocca la sua casella.

Nessuno dei sei i piloti andati a podio in Bahrain è riuscito a ripetersi in Arabia Saudita, ma addirittura nessuno dei primi quattro in classifica è andato a punti nella Feature Race (Pourchaire tredicesimo, Boschung diciottesimo, Maini dodicesimo e Maloney diciassettesimo).

La conclusione del weekend saudita vede quindi l’impronosticabile Boschung in prima posizione a 33 punti, ma la classifica è molto stretta: a 32 c’è Pourchaire, a 31 Iwasa, a 28 Vesti (che con la vittoria scala otto posizioni!) e a 24 Daruvala, che con il doppio podio si rimette in carreggiata. Insomma, cinque piloti in dieci punti: la classifica si deve ancora stabilizzare.

Ultime parole su Pourchaire. Dopo la scorsa gara credo di aver scritto che il titolo rischia di essere una passeggiata, per lui. Avrei dovuto precisare: se ha risolto i problemi di tenuta mentale. Il weekend saudita ha dimostrato che alla fine è sempre lo stesso, capace di alti luminosi e di bassi abissali.

 

C’è a dire che i suoi colleghi hanno lo stesso problema. L’unico che forse ha dimostrato di avere una certa solidità prestazionale è Hauger, ma non è ancora riuscito ad avere un weekend esente da sfighe.

Tutte le immagini sono tratte dai canali social della F2 e dal loro sito ufficiale fiaformula2.com

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

F2 BAHRAIN 2023 – NEANCHE LE BRICIOLE

Era il protagonista annunciato, e almeno in questo primo round non ha deluso le aspettative: Theo Pourchaire (ART) ha distrutto la concorrenza. Ma la vera sorpresa del weekend è stata la scuderia Campos.

La ART continua nelle prove libere il dominio visto nei test, con Pourchaire che si prende la leadership davanti al teammate Victor Martins, all’esordio nella serie da campione di F3 in carica. Alle sue spalle la DAMS sembra la scuderia più in forma, in grado di piazzare Arthur Leclerc in terza posizione e Ayumu Iwasa in quinta. Guasti tecnici fanno fermare sul tracciato Ralph Boschung (Campos) e Enzo Fittipaldi (Carlin). Anche le Campos sono della partita, 6 e 10 con Kush Maini e Boschung – di solito sono dieci posizioni dietro.

La scuderia francese si conferma anche nelle prime prove ufficiali dell’anno. Pourchaire passa tutte le qualifiche in testa con più di mezzo secondo di vantaggio sui rivali e alla fine chiude con 751 millesimi (!!) sul solito Martins. La ART conquista la prima fila nella sua interezza per la prima volta dal 2015.

Terzo a nove decimi troviamo l’unico pilota non Art che è riuscito a dare battaglia alle monoposto francesi, Richard Verschoor sulla VAR. Fino all’anno scorso la compagine olandese sembrava un comprimario malgrado gli investimenti notevoli, staremo a vedere se c’è stato il balzo in avanti.

Quarto e quinto sono i due piloti che in teoria dovrebbero costituire il principale ostacolo per Pourchaire, il campione di F3 2021 Dennis Hauger (MP) e Frederick Vesti (Prema). Il sorprendente Maini chiude la terza fila e precede la coppia DAMS, Iwasa davanti a Leclerc.

Gli altri protagonisti annunciati sono andati malino. Jehan Daruvala (MP) è undicesimo e precede la seconda Prema di Olivier Bearman. Ma il pilota che ha fatto di peggio in relazione alle aspettative è stato Jack Doohan (Virtuosi), solo 17° senza essere competitivo neanche per sbaglio, dietro anche al suo compagno di squadra Amauary Cordeel (15°).

Per via dell’inversione della griglia, la pole per la gara sprint va a Ralph Boschung. Lo svizzero parte bene e si invola. Alle sue spalle Roman Staneck (Trident) si avvia male dalla seconda posizione e lascia strada libera alle due DAMS, con Iwasa che si porta davanti a Leclerc.

Le due ART sono in rapida rimonta e in pochi giri si portano in quarta e quinta posizione, dopo essere partite rispettivamente dall’ottava e dalla decima posizione. Al nono giro Martins arriva a portata di Iwasa per la seconda posizione e dopo qualche giro di lotta lo sopravanza.

Pourchaire prova a imitare il compagno di squadra, ma le sue gomme sono provate dalla rimonta e l’operazione non va in porto. Anzi, al 14° giro il francese deve incassare il sorpasso di Hauger ed è costretto a rinunciare al podio. Il norvegese della MP in questa fase di gara ha il passo migliore e si libera in fretta del giapponese per lanciarsi all’inseguimento di Martins. Pourchaire invece si deve guardare dalla rimonta di Daruvala – che viene regolato senza troppi problemi.

Hauger strappa la seconda posizione dalle mani di Martins al penultimo giro, ma la star della sprint race è Boschung, che vince per la prima volta dopo 96 gare di F2 (!!!), oltretutto con 10s di vantaggio sul secondo, un margine immenso per la serie. Lo svizzero dedica la vittoria alla memoria di Adrian Campos, fondatore e storico team manager del team, scomparso nel 2021. Per la scuderia spagnola è la prima vittoria dal 2019.

Chiudono la zona punti Maini, che completa la giornata della Campos con la settima posizione, e Enzo Fittipaldi. I piloti della Prema provano a inventarsi una strategia a una sosta ma finiscono lontanissimi dalla zona punti. Leclerc jr, malgrado uno stop&go di 10s, comminatogli perché i meccanici stavano ancora lavorando sulla vettura poco prima della partenza, conclude dodicesimo a meno di 10s dalla zona punti.

Al via della Feature Race, Pourchaire si invola mentre Martins cede tre posizioni, ma il primo giro si incasina per davvero quando i piloti approcciano curva 4.

Dapprima Martins tocca Vesti a duecento metri della frenata, il danese della Prema manca il punto e tampona Verschoor, due macchine davanti. Martins a sua volta tampona la Trident di Stanek, che aveva provato a sorpassare il gruppo all’esterno. Alla fine del giro sono tutti ritirati tranne Verschoor, che comunque deve passare ai box per le riparazioni. Hauger ha un problema al turbo e anche lui deve andare a trovare i meccanici. Tornerà in pista qualche giro dopo per compiere di fatto una sessione di test ridotta.

Maini, Bearman e Boschung sono i maggiori beneficiari del caos iniziale giacché vanno a occupare le posizioni alle spalle di Pourchaire (partivano 6, 12 (!) e 10 in griglia). L’inglese della Prema blocca in curva 10 e fa passare lo svizzero, che alla ripartenza dalla doverosa SC scavalca anche il suo compagno di squadra.

Boschung è l’unico pilota dei primi a calzare gomme soft (gli altri sono su hard) e incalza Pourchaire per una decina di giri. I piloti iniziano a fermarsi a partire dall’undicesimo giro – quasi tutti affronteranno due terzi di gara con il composto più morbido. Anche questa ragione gli undercut risulteranno più efficaci del solito.

L’unico rivale di Pourchaire,  Boschung, aspetta un paio di giri in più dell’avversario per cambiare gomme; tra tempo perso per il riscaldamento (ora è lui a montare le H), per l’undercut subito e per la mescola più lenta si apre un divario di 10s (!!) in due giri.

Bearman e Leclerc superano Maini grazie all’undercut, ma si trovano presto in difficoltà. Alle spalle di Bearman si accumula un serpentone di piloti, seppur riesca a respingere gli attacchi per buona parte del secondo stint. In particolare ridicolizza Iwasa, che per una dozzina di giri malgrado tutti i tentativi non riesce a scavalcare l’inglese della Prema. Leclerc invece si rende responsabile di diverse imprecisioni di guida e cede qualche posizione per errori.

Bearman andrà incontro a un crollo verticale delle coperture nei giri finali e concluderà solo quattordicesimo dopo due lunghi all’ultimo giro. Leclerc alla fine si stabilizza in sesta posizione, dopo essere stato passato da Maini e dalle due star della Feature Race: Zane Maloney (Carlin) e Richard Verschoor (VAR).

Il primo partiva diciottesimo (ma era già settimo dopo l’incidente del via), mentre l’olandese si è trovato in ultima posizione dopo essere stato mandato in testacoda dalla poco avveduta manovra di Vesti.  Entrambi hanno preservato le gomme all’inizio del secondo stint per dare luogo a una progressione all’inizio lenta ma implacabile.

Il bayan (si chiamano così gli abitanti delle Barbados) conclude terzo dopo aver sorpassato Maini a due giri dalla fine e aver fatto sfumare alla Campos l’ebbrezza di un doppio podio mentre Verschoor recupera dalla quindicesima alla quinta posizione in poco più di una dozzina di giri, malgrado il fondo danneggiato dall’incidente.

Pourchaire e Boschung hanno approfittato delle condizioni di pista libera e assenza di piloti con cui duellare per preservare le coperture nelle condizioni migliori: il francese raddoppia il vantaggio e vince con 19.6 s (!!!) sullo svizzero, a sua volta in vantaggio di 12s su Maloney. Maini, quarto, completa il weekend da sogno della Campos mentre Verschoor raddrizza una gara partita molto male.

Sesto il già citato Leclerc, seguito da Isack Hadjar (Hitech) mentre Iwasa dopo aver fallito l’assalto contro Bearman è stato assorbito dal gruppo e conclude solo ottavo. La zona punti è completata da Enzo Fittipaldi (Carlin) e da Juan Manuel Correa (VAR), che va a punti nel primo weekend utile dal ritorno nella serie.

Doohan ha fatto capolino in zona punti per qualche giro dopo un buon undercut, ma alcuni errori di guida, un crollo del passo e una penalità per unsafe release lo fanno sprofondare alla fine in 16a posizione, dietro al teammate Cordeel anche in gara. Gara simile per Daruvala, che conclude infatti alle sue spalle.

Pourchaire è il favorito e sa di esserlo. Questo sarà l’anno della verità, perché se vorrà ancora sperare di arrivare in F1 dovrà per forza vincere. In tutta onestà, guardando come si sono comportati i suoi avversari in questo primo weekend mi viene da dire che esso è un traguardo ben alla sua portata.

Il Bahrain è una pista che tutti conoscono bene e sulla quale sono a disposizione un sacco di dati dal momento che è la terra di elezione dei test di F2, quindi i rapporti di forza possono essere alterati – mi risulta veramente difficile pensare Campos e VAR sistematicamente in lotta per il podio.

Allo stesso modo le gare pesantemente influenzate dal degrado delle coperture di solito tendono a premiare in modo forse sproporzionato chi riesce a conservare le gomme più della concorrenza, altra ragione per cui non darei troppo credito alle posizioni relative emerse da questo weekend (e da gara2 in particolare).

L’ultima chiave di lettura del weekend riguarda gli ormai cronici problemi di Mecachrome. Sia in F2 che in F3 i meccanici si sono dovuti attardare sulle macchine in griglia per far ripartire le vetture, in altri casi invece le vetture sono rimaste ferme in griglia e in un paio di casi lungo il tracciato. Insomma, l’introduzione della nuova benzina non sembra avere migliorato l’affidabilità, di solito abbastanza precaria, dei Mecachrome.

Tutte le immagini sono tratte dal profilo twitter ufficiale della Formula 2

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya