Dopo la consueta tregua estiva, nella foresta delle Ardenne si riaccendono le ostilità. In Ungheria Theo Pourchaire (ART) aveva vinto e dimezzato il distacco dal leader di campionato Felipe Drugovich (MP), ormai privo dell’abbrivio di inizio stagione. Si arriva in Belgio aspettando la conferma della ART oppure la riscossa della MP. La risposta è stata netta e incontrovertibile.
Tutte le immagini sono tratte dal canale twitter della Formula 2 o dal sito ufficiale fiaformula2.com
Vale la pena menzionare che in Charouz hanno scaricato Cem Bolukbasi, il pilota con background di sim racing, per ingaggiare Tatiana Calderon, l’unica donna ad aver corso in Gp2/F2.
QUALIFICHE
A tre minuti dal termine della sessione Drugovich stacca un 1:58:232 e infligge a tutti quanti più di sette decimi di distacco, con mezzo secondo guadagnato nel solo settore centrale. L’eccezionalità del tempo è tale che il brasiliano si prende il lusso di rinunciare all’ultimo tentativo per conservare un set di Soft – e alla fine conserva ancora quattro decimi di margine. Prima pole per il brasiliano da Montecarlo.
Al contrario Pourchaire ha una qualifica anonima (come spesso gli capita quest’anno) ed è solo ottavo. Va un po’ meglio a Logan Sargeant (terzo in campionato anche ormai staccato dai primi), terzo davanti a Jack Doohan. La sorpresa di giornata è Enzo Fittipaldi, secondo con la Charouz. Gonna be honest: tanto più Fittipaldi va forte, quanto più mi sorgono dubbi sul livello di competitività della serie.
Menzione di disonore per Vips, che si gira in completa autonomia nel corso del primo tentativo. Partirà ultimo in entrambe le gare (questo format è severo con gli errori in qualifica – mi chiedo comunque perché in Mecachrome non si elabori un anti-stall decente). In termini di talento continuo a pensare che sia il migliore del campionato insieme a Sargeant, ma quante cavolate…
SPRINT RACE
La sprint race vede Boschung in pole (al ritorno dopo una lunga assenza causata da problemi al collo) e Daruvala in seconda posizione. Pourchaire è terzo, Drugovich decimo. L’indiano non sfrutterà l’ottima posizione perché nel giro di ricognizione gli cede la pompa della benzina, che lo porterà al ritiro ancor prima del via.
Partenza a razzo per Lawson che parte quinto, mette 4 ruote sull’erba per passare Pourchaire (!) e a La Source è già secondo, mentre sul Raidillon il francese incassa anche il sorpasso di Verschoor e Doohan. Al contrario del rivale, Drugovich passa due macchine al via e una a Les Combes, quindi conclude il primo settore in scia a Pourchaire – in griglia erano separati da sette posizioni.
All’inizio del secondo giro Lawson sorpassa Boschung sul Kemmel. Lo svizzero della Campos resterà in zona DRS per qualche giro ma poi molla. Verschoor viene superato da Doohan e forma un trenino fino alla decima posizione.
La corsa mantiene il carattere processionale fino a metà gara, quando Sargeant perde il controllo della Carlin a Pouhon e si schianta contro le barriere. Con la SC in pista molti piloti ne approfittano per montare gomme fresche. Drugovich è tra questi; alla bandiera verde è dodicesimo e mancano solo quattro giri ma può godere di un vantaggio sul giro di 4s (!).
Il brasiliano non spreca l’occasione e scavalca una vettura a settore. Juri Vips è l’unico in questa fase di gara a resistergli più di qualche curva. Al penultimo giro sorpassa Pourchaire, poi Verschoor per la quarta posizione ma per pochi decimi non riesce ad acciuffare il podio.
Lawson nel frattempo ricostruito il gap di 4 secondi che aveva prima dell’interruzione. Il neozelandese (gpv) ha dominato la gara, mentre Doohan all’ultimo giro sorpassa Boschung e conquista la piazza d’onore.
FEATURE RACE
L’avvio di Drugovich è perfetto e arriva in curva 1 con un paio di car length di vantaggio sul resto del gruppo. La sua partenza è stata propiziata da quella lenta di Sargeant e Fittipaldi, col risultato che alle sue spalle ora ci sono Doohan e Beckmann (VAR, il sostituto di Cordeel).
Il principale colpo di scena della gara e forse del campionato avviene all’inizio del terzo giro: Pourchaire rompe il motore e si deve ritirare, proprio quando il rivale è in testa alla gara. L’affidabilità dei motori Mecachrome è sempre stata questionabile, ma trovo ironico che a pagarne il “protetto” del boss Bruno Michel, colui che, tra le varie cose, ha imposto i Mecachrome alla F2.
Moving on, Doohan si avvicina a Drugovich mentre alle loro spalle Lawson e Fittipaldi giungono alle ruotate in varie occasioni (complice anche un pit lento per il neozelandese, che lo rimette alle spalle del brasiliano). Beckmann subisce l’undercut dei due e perde la posizione sul podio.
La lotta per la vittoria si risolve ai box. Al decimo giro Doohan rientra a cambiare le gomme mentre Drugovich allunga di un giro. L’undercut si rivela più efficace del previsto e Drugovich rientra alle spalle dell’australiano e con gomme fredde.
Dopo aver accumulato cinque secondi di svantaggio in tre giri, il brasiliano inizia ad avvicinarsi. Il traffico dei piloti partiti su prime aiuta Drugovich, che si porta in zona DRS ma non organizza nessun attacco serio.
Lawson si libera una volta per tutte di Fittipaldi, che nei giri finali va incontro al cliff delle gomme (peraltro a fine sarà inoltre penalizzato per alcune difese troppo garibaldine). Verschoor, l’unico tra le prime file ad aver optato per la strategia alternativa, si mette in luce con diversi sorpassi e una lotta prolungata con Sargeant, che non è riuscito a rimontare dopo la pessima partenza.
Da segnalare anche la rimonta di Vips, che con le option mostra il passo più veloce della gara. Nei giri finali riesce a superare Armstrong, il proprio compagno di squadra, che invece aveva trascorso il primo stint tra i primi, e alla fine conclude ottavo. Senza la scemenza in qualifica forse poteva essere uno dei protagonisti.
CONCLUSIONI
Dopo tanto penare Doohan vince la prima Feature Race. La sua gara è stata ottima (del resto ha sempre avuto un feeling speciale con Spa). Stavolta non ho nulla da questionare ma per fugare i dubbi sul suo valore dovrebbe mostrare una maggiore costanza di rendimento. O anche solo evitare incidenti futili.
Con il secondo posto (+ pole) della Feature Race Drugovich guadagna venti punti in campionato. Forse poteva anche ottenere di più, ma con Pourchaire out non c’era necessità di rischiare – anche in questo modo ha “annullato” la gara in Ungheria. Dopo anni di investimenti e grazie all’assunzione di ingegneri importanti (come Paolo Angilella e Daniele Rossi) MP si conferma come una delle scuderie più forti del campionato.
Di sicuro è quella con il “fuck up rate” più basso di tutti – non ricordo una singola sessione condizionata da problemi tecnici. 43 punti di vantaggio su Pourchaire è un margine di tutto rispetto, ma in tre gare possono ancora accadere molte cose.
Lawson conquista due podi su due (per la prima volta dal Bahrain) e rilancia le sue ambizioni per il terzo posto in campionato. Al momento è di Sargeant a quota 129 punti, ma inizia ad essere insidiato da Doohan (121) e da Lawson con (114). I tre staccano il gruppo alle loro spalle, che racchiude i piloti tra Fittipaldi (quinto) e Armstrong (undicesimo) in appena venti punti. A inizio stagione auspicavo tutt’altro campionato per il neozelandese, ma forse ne ha per raggiungere un piazzamento onorevole. Il potenziale c’è – quando non incappa in situazioni oggettivamente sfortunate e non appena si qualifica un po’ meglio della decima posizione va sistematicamente a podio.
Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya
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