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PEREZ VINCE A SINGAPORE. FORSE.

Ad attendere il ritorno della Formula 1 a Singapore dopo 3 anni, ci sono ben due tempeste. Una meteorologica e l’altra regolamentare. Della seconda parleremo alla fine, la prima invece inizia a colpire il sabato, portando alla prima sessione di qualifica bagnata nella storia del GP. 

A guadagnarsi la pole è Leclerc, per pochi millesimi davanti a Perez e Hamilton, mentre Verstappen rinuncia stranamente a due giri che gli sarebbero valsa la pole, l’ultimo dei quali a poche curve dalla fine: il suo box lo richiama perchè la benzina rimasta non è sufficiente a completare il giro di rientro, con conseguenze partenza dal fondo. Per lui un posto in quarta fila, non il massimo su questo circuito.

La domenica, due ore prima della partenza, il meteo colpisce un’altra volta, e la pista si allaga. Start rinviato di oltre un’ora, per quella che sarà la seconda gara in notturna corsa con pista bagnata. La prima fu nel 2017, in pole c’era una Ferrari e ci ricordiamo bene come andò a finire.

Tutte le vetture si schierano con gomme intermedie e allo spegnimento dei semafori Perez brucia Leclerc e si prende la prima posizione. Anche Sainz supera Hamilton mentre Verstappen perde quattro posizioni e si ritrova dodicesimo. 

All’ottavo giro, Latifi manda contro il muro Zhou, il quale parcheggia l’auto in una via di fuga e, inevitabilmente, esce la Safety Car, Nessuno ne approfitta per cambiare le gomme perchè la gara è ancora lunga e la pista non si sta asciugando.

La neutralizzazione dura solo due giri, e alla ripartenza Verstappen ne approfitta per superare Vettel e portarsi in ottava posizione. Poche curve dopo, passa anche Gasly, che si fa rispettosamente da parte. Cosa che non fa l’avversario successivo che trova sulla sua strada, un tal Fernando Alonso al suo 350o gran premio. Lo spagnolo si tiene dietro Max per oltre una decina di giri, facendogli perdere una vita rispetto ai primi. 

Ma al giro 21 il motore Renault abbandona Nando, che è costretto al ritiro. Viene attivata la Virtual Safety Car, e l’unico a rientrare è Russell, che stava navigando in un’anonima 16a posizione. Gli vengono montate gomme slick a mescola media, e tutti gli occhi sono ora puntati su di lui per vedere come si comporterà la gomma da asciutto in queste condizioni. Come prevedibile, è troppo presto e i primi giri sono per lui un calvario, girando molti secondi più lentamente degli avversari.

La gara riparte al giro 23, e Leclerc ha già accumulato un distacco di 3 secondi da Perez. Verstappen ha raggiunto Norris, quinto, mentre Albon pianta la sua ala contro il muro, e viene attivata ancora una volta la Virtual Safety Car, che dura un solo giro, per poi essere riattivata immediatamente perchè anche il motore Renault di Ocon lo lascia a piedi.

Nessuno approfitta di queste neutralizzazione per cambiare le gomme. Nonostante siano già stati percorsi 29 giri, le gomme intermedie sembrano ancora in perfette condizioni, e la pista è ancora troppo bagnata. 

Quando la gara riparte, Hamilton, che stava attaccando Sainz, finisce contro il muro, e riparte infilandosi fra Norris e Verstappen. L’inglese ha l’ala rotta, ma si tiene dietro il rivale olandese. Nel frattempo, le gomme slick iniziano a funzionare sulla macchina di Russell, e la Ferrari ferma subito Leclerc per montare gomma a mescola media. Ma Charles arriva lungo alla piazzola e il pit-stop è molto lento. 

Al giro successivo rientrano anche Perez, Sainz e Verstappen. Ma proprio in quel momento Tsunoda va a sbattere, ed esce nuovamente la Safety Car. 

La gara riparte quando mancano 35 minuti alla bandiera a scacchi, e Verstappen attacca immediatamente Norris ma arriva lungo bloccando tutte e quattro le gomme ed è costretto a fermarsi al box. Leclerc si fa minaccioso con Perez, e Norris con Sainz.

Nonostante la disponibilità del DRS, Charles non riesce ad attaccare Perez. Dopo qualche giro attaccato agli scarichi dell’avversario, un errore del ferrarista consente al messicano di prendere un vantaggio rassicurante.

La FIA comunica di una investigazione a carico di Perez per non avere mantenuto la corretta distanza dalla Safety Car all’ultima ripartenza. Ma l’esito verrà comunicato dopo la fine della gara. E così a Leclerc viene chiesto di stare entro i 5 secondi da Perez, nel caso venisse penalizzato. Ma il ferrarista ora fatica notevolmente a mantenere il passo.

E la gara finisce con Perez meritatamente trionfante, davanti a Leclerc staccato di più di 5 secondi, e con più di una ragione per recriminare. Terzo Sainz, per tutto il week-end lontanissimo dal compagno di squadra, quarto Norris, quinto Ricciardo, anch’esso molto staccato dal compagno. Sesto un ottimo Stroll, davanti a  Verstappen, Vettel, Hamilton e Gasly.

Prossima tappa fra una sola settimana in Giappone, dove ci sarà un altro match-point per Verstappen. Ma prima, mercoledì, conosceremo i bilanci 2021 dei vari team.

P.S. e veniamo alla tempesta regolamentare. Pare, e sottolineo pare, che la Red Bull abbia sforato il budget cap di una decina di milioni di euro. Chissà perchè, non sono sorpreso. Ho sempre ritenuto, non so se a ragione o a torto, quella anglo-austriaca una squadra di furbacchioni (invito a leggere l’autobiografia del loro direttore tecnico per capire perchè). Probabilmente hanno studiato nei minimi particolari un regolamento complesso e comprensibilmente pieno di scappatoie difficili da controllare, che loro hanno sfruttato sapientemente come hanno sempre fatto. Ora, però, gli avversari, che sono stati più ligi, anche perchè faceva molto comodo a tutti spendere di meno visto il periodo, sono giustamente imbufaliti. C’è da sperare che, se verrà accertata l’infrazione e questa sarà dimostrabile, la FIA intervenga in modo deciso, come ha fatto due anni fa con la Ferrari sebbene, in quel caso, l’infrazione non fosse stata accertata nè resa pubblica. Due trattamenti diversi sarebbero del tutto inaccettabili e comprometterebbero (definitivamente?) la credibilità della Formula 1, già minata dai fatti di Abu Dhabi. Anche se, va detto, Verstappen vincitore nel 2021 e 2022 ha portato e porterà alle casse del baraccone (e quindi di tutti quelli che vi lavorano) molti più soldi rispetto all’avere Max secondo e/o squalificato. Quindi probabilmente finirà tutto a tarallucci e vino.

F1 2022 – GRAN PREMIO DI SINGAPORE

Il mondiale 2022 arriva nella sua fase finale e torna su un circuito anomalo per definizione, il circuito stradale di Singapore.

Un circuito in cui l’unica vera insidia sono i muretti che scorrono veloci a pochi centimetri da ruote e sospensioni ma che in realtà non ha veri punti tecnici o rettilinei in cui fare una gran differenza.

Questo potrebbe essere un punto a favore per Ferrari e Mercedes, che potrebbero sfruttare il layout del circuito per mitigare le lacune dalle proprie monoposto e avvicinarsi alle(a) RBR18.

Ferrari dal canto suo continua a sviluppare la SF75, anche se ormai i tori sono ampiamente scappati dalle stalle, soprattutto in previsione 2023. Che sia una bufala o meno (e dai con questi bovini…) per i rossi c’è da capire e risolvere i problemi conseguenti all’introduzione del nuovo fondo portato in Francia e gli effetti della TD39 che hanno minato le prestazioni della rossa.

immagine da ilmessaggero.it

Si era parlato di un nuovo fondo da provare ma sembra che tutto sia stato rimandato al Gp del Giappone, pista più probante per verificare l’efficacia di un fondo studiato per avere più downforce e meno drag.

Ma la notizia bomba dell’ultim’ora e che si lega al nuovo fondo Ferrari “rinviato” è quella che vede  due team, Red Bull e Aston Martin, in odore di sforamento del budget cap nel 2021. E che di conseguenza Ferrari, al limite con il budget cap per il 2022, abbia tirato per il momento i remi in barca in attesa degli sviluppi di un caso che potrebbe avere pesanti conseguenze sportive.

Se l’irregolarità fosse confermata, i due suddetti team rischierebbero una sanzione “minore” nel caso di uno sforamento entro il 5%, di una sanzione sportiva tipo una detrazione di punti o  retrocessione nella classifica mondiale se so sforamento eccedesse il 5%.

Non è chiaro se la sanzione sarà riferita al campionato 2021 o a quello in corso ma scommettiamo che tutto finirà in una bolla di sapone. Immaginiamo già i commenti di una Red Bull a cui viene tolto il titolo piloti 2021 o quello di quest’anno a vantaggio di un Hamilton o della Ferrari, del tipo “abbiamo vinto sul campo ecc ecc” (dove l’abbiamo già sentita questa cosa in Italia?)  e lo spirito con cui una Ferrari accetterebbe un titolo ” a tavolino”.

Forse l’unico contento sarebbe Hamilton, che raggiungerebbe il suo tatno agognato ottavo titolo (“si ma io non guardo i numeri e le statistiche…” e Toto Wolff che avrebbe la sua vendetta dopo ABD 2021 nel modo più doloroso possibile, a suon di carte bollate.

Tornando al GP, per tutti comunque sarà un’incognita dato che non si corre in pratica da tre anni. Nel mezzo sono cambiate le monoposto, è stato rifatto l’asfalto e ci sono le gomme da 18, in pratica un vero rebus per le squadre che avranno a disposizione in pratica solo i dati dei simulatori. Potrebbero esserci sorprese ma di solito, in queste condizioni, le monoposti più “prevedibili” sono quelle che meglio riescono a risolvere i problemi.

Per Verstappen questa parte finale di campionato assomiglia molto ad una luna di miele verso il suo secondo titolo iridato. Vantaggio abissale in classifica e una simbiosi al 100% con la sua RBR18 ne fanno il favorito per le restanti 6 gare di campionato, nettamente meritato in quanto non ricordiamo un singolo vero errore in questo 2022.

Per gli altri si tratta di raccogliere quello che si può e cercare di arrivare con il morale alto alla sfida dell’anno prossimo. Questo vale soprattutto per Leclerc che pensava fosse amore con la sua SF75 e invece era un calesse e ha dovuto fare i conti con qualche errore di troppo dovuto più che altro alla frustrazione di non essere dove avrebbe voluto.

Tutta esperienza per il giovane monegasco che ha l’imperativo di ridurre a livelli “verstappiani” il tasso di errore in questo finale di campionato e in vista del 2023.

Mercedes continua il suo 2022 di apprendistato e di trash talking/acting. Sembra che i dati al simulatore diano le frecce d’argento piuttosto in forma. Personalmente spero che facciano schifo ma al di là di questo sarà interessante sarà scoprire chi tra i due alfieri Mercedes sarà più competitivo. Se davvero Hamilton punta all’ottavo titolo nel 2023 come da lui stesso dichiarato deve cominciare seriamente a tenersi dietro il suo giovane compagno di squadra, altrimenti anche l’ombrellina Wolff sarà insufficiente a proteggerlo dal fango che gli arriverà addosso.

immagine da tuttomotoriweb.it

Per gli altri, scusate la franchezza, si parla essenzialmente di mercato piloti e di arrivare alla fine del 2022 senza fare grossi danni. Piastri è ormai definitivamente un pilota McLaren per il 2023, mentre Norris non si tira indietro nel tiro a Ricciardo affermando che “l’attuale monoposto ha le caratteristiche più affini allo stile di Ricciardo”. Verrebbe da esclamare “marrano!! Tu uccidi un uomo morto!!”

Non osiamo immaginare l’atmosfera in casa Alpine dopo la mossa “kansas-city” di Alonso. Probabile che il tutto si possa risolvere con l’utilizzo del solito strumento: la proverbiale faccia di tolla che lo spagnolo sa tirar fuori nei momenti delicati. Intanto sta già marcando il territorio della sua futura squadra esprimendo il desiderio di girare una scena in macchina in uno dei prossimi film di James Bond. Cosa farebbe il circus senza Alonso…

Alpine intanto sta invitando ai test per cercare il nuovo pilota praticamente qualsiasi persona si presenti con autocertificazione di aver guidato qualcosa che avesse quattro ruote. Al momento i papabili per il sedile del 2023 sono De Vries, Gasly, Ricciardo, Giovinazzi, Dohaan, insomma un bel pò di gente, senza dimenticare Mick Schumacher nel caso dovesse essere appiedato da Haas.

Immagine da gpblog.com

Uno che invece sarà molto rilassato in questo finale di stagione è Zhou che ha appena ricevuto la conferma per il 2023. Un bel colpo per il cinese che, onestamente, si aspettavano in pochi a inizio stagione.

Un altro che invece non ci sarà più in griglia, senza alcun rimpianto da parte di nessuno aggiungerei, è Latifi. Oggettivamente troppi errori e troppo lento il canadese che ha avuto uno dei pochissimi momenti di “gloria” nell’aver provocato il caos nel finale di ABD2021. Chissà se Marko&co lo hanno mai davvero ringraziato… Nel caso non l’abbiano fatto ecco una nuova occasione per dare il giusto merito ad un pilota che gli ha oggettivamente salvato il culo nel 2021.

Curioso il caso invece di Colton Herta, che vorrebbe approdare in F1 ma non ha la superlicenza FIA e quest’ultima ha già dichiarato che non la otterrà per il 2023. Nella forma non c’è nulla di sbagliato ma è evidente come questo sembra essere un altro sgarbo tra FIA e LM, con il presidente Sulayem che non perde occasione per rimarcare che gli aspetti sportivi della F1 sono di esclusiva competenza FIA. Anche quando, vedi TD39 o l’introduzione del doppio tirante per il Gp di Canada, di sportivo non c’è una benamata mazza se non fare un favore a Mercedes.

Dulcis in fundo le improbabili idee che Liberty Media e la Fia propongono per rendere più appetibile il “prodotto” F1. Nell’ordine: mondiale di 24 (ventiquattro!!!) GP, sprint race portate da 3 a 6, oltre a possibili futuri interventi su utilizzo DRS dal primo giro di gara, push to pass, doppia qualifica per stabilire la griglia di sprint race e gara domenicale.

immagine da scuderiafans.com

Tutto ciò per aumentare lo spettacolo. Facciamo sommessamente notare che prima dell’introduzione di quella cagata della TD39, Ferrari e Red Bull se le suonavano di santa ragione in pista a tutto vantaggio dello “spettacolo”.  Ora lo spettacolo è solo di Verstappen e le gare sono molto più noiose. Per fortuna che vige sempre l’adagio che “alla F1 serve una Ferrari vincente”. Ormai non fa più ridere neanche come barzelletta.

*immagine in evidenza da bleacherreport.com

Rocco Alessandro

VERSTAPPEN DOMINA A SPA. LA FERRARI NON SI CONFERMA MA SI CONFORMA.

Dopo 4 settimane l’università della F1 riparte con uno degli esami più difficili, la pista di Spa.

L’attesa maggiore é per capire che effetto avrà la direttiva tecnica fatta su misura per la Mercedes. E le qualifiche dicono che alla Red Bull non ha fatto nè caldo nè freddo, perchè Verstappen rifila distacchi abissali a tutti. Ma dovrà partire 14° per via del cambio del motore. Dietro di lui anche Leclerc, per lo stesso motivo. 

In pole si ritrova così Sainz, con Perez assieme a lui in prima fila, ma il distacco é notevole.

Si spengono i semafori e Sainz scatta bene, mentre Perez perde la posizione nei confronti di Alonso e delle due Mercedes. Alla fine del rettilineo del Kemmel, Hamilton attacca lo spagnolo chiudendogli la porta in faccia. Lo scontro é inevitabile, e per l’inglese é il ritiro. Al giro successivo Latifi si gira e manda Bottas nella ghiaia, provocando l’uscita della safety car. Leclerc é costretto a fermarsi per togliere una visiera a strappo infilatasi nella presa dei freni anteriore destra.

La gara riparte al giro 6, e Sainz di nuovo riesce a prendere una buona distanza su Perez, risalito in seconda posizione. A Verstappen bastano 8 giri per riportarsi in terza posizione, dietro al messicano.

Al giro 11 Max prova il primo attacco al compagno di squadra, che però non lo fa passare. Ci riesce al giro successivo, e si porta in testa alla gara, perché nel frattempo Sainz si é fermato ai box. Gli è bastato un quarto di gara per passare da 14° a primo.

Pur avendo la gomma più morbida, Verstappen riesce a girare su tempi ottimi, e chiede di estendere lo stint. Il suo compagno di squadra viene fermato prima, e rientra in pista a debita distanza da Sainz, e di poco davanti a Leclerc, che tenta di attaccarlo ma senza successo.

Al giro 15 si ferma Max e Sainz torna in testa. Ma ci resta poco perché bastano 3 giri all’olandese per sverniciarlo. E dopo 2 giri viene passato anche da Perez.

Le due Red Bull sembrano di un’altra categoria. E al giro 26 la Ferrari prova a fare qualcosa di diverso mettendo gomma dura a Sainz e richiamando Leclerc per montare gomma a mescola media con la quale dovrà percorrere gli ultimi 18 giri.

Perez viene fermato al giro 27 per evitare l’undercut, e anche a lui vengono montate gomme dure. Al giro 31 é il turno di Max, che monta ancora una volta gomma media.

Il finale di gara vive sul tentativo di rimonta di Russell, che arriva a 2 secondi da Sainz ma poi non riesce a raggiungerlo. Ma, soprattutto, la Ferrari riserva a Leclerc l’ormai proverbiale topica strategica: lo fermano a 2 giri dalla fine per fargli tentare il giro veloce (ci sarebbe voluto un miracolo, più che un set di gomme nuove, vista l’enorme superiorità di Verstappen), ma sbagliano i calcoli e il monegasco finisce dietro ad Alonso, che supera solo nel corso dell’ultimo giro, Punto aggiuntivo sfumato ma, soprattutto, Charles si becca una penalità per avere superato il limite di velocità all’entrata dei box, così da quinto viene retrocesso sesto, per la gioia del furbo Fernando che porta così a casa un ottimo risultato in una gara che per lui poteva finire dopo poche curve.

Sotto la bandiera a scacchi passano così nell’ordine Vertappen, Perez, Sainz, Russel, Leclerc, anzi no, Alonso, Ocon, Vettel, Gasly e Albon.

Ora si va a casa di Verstappen, a Zandvoort, dove l’olandese potrà fare il consueto bagno di folla ed essere festeggiato come ormai certo campione del mondo 2022, mentre nella gara successiva, a Monza, sarà la Ferrari a doversi meritare un bagno di folla. Molto difficile, considerando quello che si è visto oggi.

P.S. Si è molto discusso sulla direttiva TD 39 entrata in vigore proprio a Spa, citata in premessa e chiesta dalla Mercedes per ridurre il famigerato porpoising, che “può creare danni permanenti ai piloti”. Si diceva che questo avrebbe avvicinato la Mercedes stessa a Red Bull e Ferrari, le quali avrebbero perso due decimi. E invece, non inaspettatamente, la Red Bull non solo non ha perso, ma ha pure guadagnato rispetto al resto del gruppo, mentre ad averci rimesso è, abbastanza evidentemente, la Ferrari, che ora è praticamente pari a Mercedes quanto a prestazione. Si può certamente dire che una gara non è sufficiente per trarre conclusioni, ma c’è da scommettere che, purtroppo, le prossime gare non cambieranno la situazione e il rischio concreto è quello di vedere un finale di mondiale simile a quello del 2013, quando, sempre a causa di un cambio di regolamento, in quel caso riguardante le gomme, Vettel e la Red Bull vinsero le ultime 9 gare. E, guarda caso, anche allora a rimetterci fu la Ferrari, e a guadagnarci fu la Mercedes. Corsi e ricorsi storici.

P.S. 2: a proposito di topiche Ferrari, va citato anche l’errore commesso in qualifica, quando a Charles sono state montate gomme nuove per tirare la scia al compagno. Ma un errore, o due, o tre, o quattro, possono capitare, no?

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @F

F1 2022 – GRAN PREMIO DEL BELGIO

Finite le ferie riparte il mondiale F1 da quello che è il Gp per antonomasia, il GP del Belgio sul tracciato di Spa-Francorchamps.

Tracciato che quest’anno ha subito diverse modifiche delle quali la più macroscopica riguarda la curva forse più famosa del mondo del motorsport, la sequenza Eau Rouge-Radillion.

Le modifiche riguardano più le vie di fuga e la superficie che il layout vero e proprio, con lo spianamento dei dossi di cui si erano lamentati i piloti, un nuovo cordolo per la prima salita in curva più filante rispetto al passato e una via di fuga più grande.

immagine da auto.everyeye.it

All’esterno di tre curve, Bruxelles, Blanchimont e La Source,  è stata riposizionata la ghiaia, con i piloti che dovranno fare molta più attenzione ai track limits e a cercare il limite delle loro monoposto.

Vedremo se questi cambiamenti avranno ridato alla pista belga quell’alone di sfida vera per i piloti che negli ultimi anni si era decisamente persa.

Il Gp del Belgio segna anche l’inizio della direttiva 039, quella pagliacciata voluta da Mercedes in merito al porpoising e alla flessibilità del fondo piatto. Ferrari e Red Bull l’hanno da sempre osteggiata e non si dichiarano particolarmente preoccupati della eventuale perdita di prestazione. Di sicuro tutta la vicenda, gestita in maniera assolutamente irrituale in termini di regolamento e con una grancassa mediatica di dubbio gusto, fa capire come il potere politico di Mercedes sia ancora preponderante all’interno della FIA.

Tornando al GP, per Ferrari si tratta  del post disastro ungherese e sarà interessante capire come si muoveranno gli uomini di Maranello. Forse la lunga pausa ha fatto bene, aiutato a calmare le acque e far riflettere sulle criticità emerse, con l’obbligo che le imbarazzanti decisioni strategiche del Gp di Ungheria non ricapitino.

immagine da motorbox.com

La Scuderia dovrà vedersela con la nuova direttiva e cercare di essere competitiva su un tracciato che in teoria dovrebbe vederla ben figurare. A complicare le cose potrebbe esserci (il condizionale è d’obbligo)  l’introduzione di una nuova ICE e un nuovo ibrido per Leclerc, in modo da avere un’altra ICE fresca per il finale di campionato e che costerebbe solo 5 posizioni di penalità in griglia, considerando che Spa è una pista dove i sorpassi non sono impossibili.

Dall’altra parte delle barricata Red Bull arriva con un corposo vantaggio in entrambe le classifiche ma non per questa molla il colpo, omologando un nuovo telaio più leggero per combattere il peso eccessivo della RB18.

Anche per loro Spa sulla carta è una pista amica e ci si aspetta una competizione serrata tra le due contendenti del mondiale 2022. Verstappen viaggia sul velluto forte dei suoi 80 punti di vantaggio, vederemo se Perez riuscirà a tornare sui livelli di inizio campionato dopo una serie di GP in cui ha fatto molta fatica.

Mercedes si aspetta molto da Spa. In primis vorrà valutare l’effetto del “avvelenamento dei pozzi” di Ferrari e Red Bull grazie alla direttiva 039 e in secondo luogo capire se gli ultimi aggiornamenti funzioneranno anche sulla pista belga. In tal caso potrebbero rientrare nella lotta per la vittoria.

McLaren e Alpine arrivano a Spa nel pieno delle manovre di mercato piloti per il prossimo anno. In realtà molto è già successo con la “fuga” di Alonso verso Aston Martin e il gran rifiuto di Piastri a prendere un sedile per il 2023 essendosi già accordato con Mclaren.

immagine da mclaren.com

Un incrocio di interessi piuttosto intricato di cui ha fatto le spese Ricciardo, che ha annunciato ufficialmente la conclusione del suo rapporto con McLaren alla fine di quest’anno, con un anno di anticipo. Al momento l’australiano non ha trovato ancora un sedile per il 2023 per cui non si esclude un suo futuro lontano dalla F1 anche se lui dichiara che ha ancora tanto da dare.

Anche Alfa Romeo vive momenti complicati con l’incombere dell’Audi a partire dal 2026. In Alfa non c’è fretta, anche perchè in Audi vogliono avere nero su bianco la certezza di una regolamento tecnico in materia di PU che sia di loro gradimento (dove l’abbiamo già vista questa cosa?) prima di ufficializzare l’ingresso in F1, ma comunque è palese che questi giorni sono molto importanti per il futuro prossimo di una scuderia che cambierà di nuovo pelle dopo Stellantis.

In casa Alpha Tauri esordio di Lawson nelle PL1 al posto di Gasly, forse prove tecniche per un possibile approdo in F1 nel 2023, dato che dove c’è Marko nessun pilota è al sicuro a meno che non si chiami Verstappen.

Anche la Haas non si fa mancare fibrillazioni di mercato in termini di piloti con il posto di Schumacher in bilico e le sirene di Steiner verso Ricciardo, così come la Williams che dovrebbe avere un nuovo pilota nel 2023 ma Latifi tiene duro, sicuro di potersi ancora giocare delle buone carte per restare.

Da evidenziare anche la scelta della Haas di concedere a Giovinazzi due turni di PL nei Gp di Monza e Austin, anche queste forse prove tecniche di line up piloti per il 2023 con uno Schumacher sempre più sottopressione.

Il tutto, nell’estate più calda di sempre, con l’incertezza meteo che a Spa è una costante. Rischio pioggia nel weekend che potrebbe scompaginare i calcoli di tutte le scuderie e far tornare le streghe nella testa degli uomini di Maranello.

Pirelli porterà le tre mescole centrali della gamma, C2 C3 e C4. Da valutare il comportamento delle gomme con i nuovi tratti riasfaltati e possibili temperature atmosferiche basse, in stile Ungheria 2022 per intenderci.

Riparte dunque il mondiale che, considerando i due mondiali piloti e costruttori in “ghiaccio”, sembra più una prova generale per il 2023. Una prova di forza in pista e fuori, con Ferrari che va a caccia delle vittorie di tappa e di sviluppare il più possibile la PU prima dei congelamenti previsti fino al 2025.

Mercedes la sua battaglia fuori dalla pista l’ha già vinta con la direttiva 039 e l’obbligo per il 2023 di alzare i pavimenti laterali delle monoposto di 15 mm. Vedremo quali saranno gli effetti in pista di una direttiva nata con l’esigenza di mettere una toppa al progetto W13 ampiamente fallimentare.

In ottica 2026 le propettive non sono rosee, con la Fia che pur di avere nuovi costruttori sta smantellando il regolamento tecnico sulle PU fino ad oggi adottato. ICE depotenziata, eliminazione del MGU-H e più energia da estrarre dal MGU-K senza però, per il momento, prevedere degli accumulatori più grandi di quelli attuali di 4 megajoule. E Ferrari che tanto ha investito e sta investendo nella tecnologia superfast della sua ICE che vedrà vanificati i propri sforzi a partire dal 2026.

Quello dei regolamenti è un argomento difficile da trattare ma tutto indica che, per compiacere i nuovi costruttori, si butti a mare molto di quanto già fatto. E con la Ferrari, nonostante il diritto di veto ecc ecc, a fare il vaso di coccio ancora una volta. Ci sbaglieremo sicuramente ma l’impressione è che il presente sia incerto, il futuro ancora di più.

*immagine in evidenza da rossomotori.it

Rocco Alessandro

 

 

LECLERC DOMINA, VERSTAPPEN VINCE A BARCELLONA

Si torna in Europa dopo l’americanata in quel di Miami. E si torna sul circuito più difficile, quello che permette di distinguere i progetti giusti da quelli sbagliati, senza possibilità di appello.

E la Ferrari porta il primo pacchetto di aggiornamenti, che “dovrebbe valere 2-3 decimi”, indispensabili per recuperare su una Red Bull dimostratasi molto forte dopo i problemi di affidabilità iniziali. E, dopo un venerdì non proprio brillante, con un tanti problemi di durata delle gomme, al sabato i ferraristi indovinano il setup giusto, e ritrovano il passo gara senza sacrificare il giro veloce. Leclerc, con un giro magistrale piazza la sua rossa in pole, con Verstappen a debita distanza. 

Si spengono i semafori e Leclerc mantiene la posizione senza troppi patemi. Chi invece sbaglia é Sainz che ne perde due a favore di Russell, col quale si tocca pure, e Perez.. Hamilton si scontra con Magnussen e rimedia una foratura, mentre il danese dopo una escursione nella ghiaia riesce a rientrare.

Verstappen cerca di non far scappare Charles. Mentre Alonso rimonta furiosamente dall’ultima posizione nella quale era stato relegato da una pessima qualifica, il suo connazionale Sainz finisce malamente nella ghiaia, continuando la striscia di errori che sta ormai diventando inquietante e perdendo molte posizioni.

Ma il suo errore viene ridimensionato qualche giro dopo da uno molto simile commesso da Verstappen quasi nello stesso punto. Ma l’olandese dopo un giro nella ghiaia rientra perdendo solo due posizioni proprio Perez, che lo fa passare subito. Ma, tanto per complicare ulteriormente la vita all’olandese, il DRS inizia a funzionare male.

Al giro 14 si fermano sia Russel, secondo, che Max, terzo. Al giro 18 si ferma anche Perez, liberando per Leclerc la possibilità di fermarsi  a sua volta. Ma il monegasco é ancora molto veloce, e in Ferrari aspettano. 

Verstappen, col DRS che funziona a singhiozzo, non riesce a superare Russell. Al giro 22 si ferma Charles, e con un pit-stop perfetto rientra in pista con 5 secondi di vantaggio sul due in lotta. Max é infuriato con il suo muretto, il quale gli fornisce istruzioni per cercare di fare aprire la benedetta ala mobile, che però continua a fare le bizze.  Al giro 24 l’ala si apre per un momento, e assistiamo ad un duello favoloso con Russell che riesce a ripassare Max che l’aveva superato in curva uno. Al giro dopo a Max non si apre il DRS, e Perez che ha raggiunto i due, chiede al suo team di passare il compagno, ottenendone un ovvio rifiuto.

Al giro 28, mentre viaggia tranquillo in testa alla gara, con ampio margine e in totale gestione delle gomme, la macchina di Leclerc si rompe e la sua gara finisce lì.

Verstappen rientra per provare l’undercut su Russell, montando gomma rossa. Al giro 31 Perez supera Russell,  mentre Verstappen, scatenato, si prende la terza posizione su Bottas e va alla caccia dell’inglese, che raggiunge qualche giro dopo, ma non ha bisogno di superarlo perché il pilota Mercedes rientra ai box, imitato al giro successivo dal leader Perez che rientra in seconda posizione.

Nel frattempo, Sainz ha rimontato fino alla quinta posizione subito dietro un ottimo Bottas, primo dei motorizzati Ferrari.

Al giro 44 Verstappen ha 16 secondi di vantaggio su Perez e 22 su Russell. L’olandese si ferma per la sua terza e ultima sosta ed esce dietro al compagno di squadra ma davanti all’inglese. Al messicano viene ordinato di far passare Max, e la risposta é un “it’s not fair” che suona piuttosto falso, ma esegue comunque la consegna, ricevendone un sincero *thank you mate” dal compagno.

Al giro 52 Russell effettua la sua terza sosta, e rientra in quarta posizione, con Bottas che si prende il podio, che però dura poco perché l’inglese impiega meno di un giro a ripassare davanti. Anche Perez si ferma ma riesce a mantenere la seconda posizione, 

Gli ultimi giri di gara vivono sulla lotta per il quarto posto, con Sainz che raggiunge Bottas e Hamilton, autore di un’ottima rimonta e, fino a questo momento, del giro piú veloce. Il finlandese, al quale il box ha riservato una strategia errata non fermandolo, in poche curve viene passato sia dal ferrarista che dal sette volte campione del mondo. Il quale subito dopo si prende la quarta posizione.

Ma non é finita, perché ai due Mercedes viene detto di fare attenzione alla benzina, e Hamilton, vittima pure di un problema di surriscaldamento, viene ripassato al penultimo giro da Sainz. Ma Russell é molto lontano, e riesce a tenersi il posto sul podio.

Finisce così con la seconda doppietta stagionale per la Red Bull, la terza vittoria di fila di Verstappen e la conquista di entrambe le classifiche mondiali, Della serie “meglio di cosí…”. Terzo un ottimo Russell, quarto un pessimo Sainz, quinto uno sfortunato Hamilton che da un lato può recriminare per quell’incidente al primo giro e dall’altro può essere contento di “avere finalmente una vera F1 da guidare”. Sesto Bottas, con una Sauber che si conferma quarta forza, settimo Ocon, ottavo un malandato Norris con un’altrettanto malandata McLaren, nono Alonso rimontato dall’ultima posizione, e decimo Tsunoda, ancora una volta davanti al compagno Gasly.

Malissimo Ricciardo, così come le due Aston Martin che hanno presentato una copia della RB18 ma, evidentemente, non hanno fotocopiato il libretto di istruzioni.

Ora si va a Monaco, a casa di Leclerc. Il quale nelle ultime tre uscite non ha avuto molta fortuna (la terza è stata domenica scorsa quando ha sbattuto la 312 B3 di Niki Lauda, a causa di un guasto meccanico). Inutile dirlo, la vittoria è d’obbligo, per dimenticare con un trionfo la grossa delusione di oggi.

P.S. ovviamente dopo la gara di oggi c’è e ci sarà una grande discussione su Carlos Sainz, fra chi ritiene che gli si debba continuare a dare fiducia, e chi, invece, come il sottoscritto, ritiene che i bonus siano ormai terminati.
Questo il pensiero di Binotto su Carlos: “deve ancora adattarsi alla macchina, è indietro di tre decimi, dobbiamo dargli una macchina più veloce così sta davanti a tutti”. 
Il mio pensiero, che ovviamente vale nulla rispetto a quello di Mattia, è invece una semplice considerazione: quando ci si gioca il mondiale, l’apporto del secondo pilota è indispensabile nell’economia del risultato finale. Senza la difesa di Perez ad Abu Dhabi, Verstappen non sarebbe riuscito a vincere il mondiale nemmeno con l’aiuto della FIA. Nel 2010 e 2012, Alonso ha perso il mondiale anche perchè guidava praticamente da solo, e si potrebbero fare tanti altri esempi. E’ necessario che Sainz non diventi un problema per la Ferrari, perchè la Red Bull corre con due macchine, e Leclerc non porterà mai a casa il mondiale da solo. Quattro gare con errori gravi di fila sono un brutto campanello d’allarme. 

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing