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PEREZ VINCE, VERSTAPPEN RIMONTA. LA RED BULL DOMINA ANCORA IN ARABIA SAUDITA

Che per la Ferrari il mondiale 2023 non fosse iniziato bene si era già capito. Ma che potesse proseguire di male in peggio non era, forse, tanto prevedibile. Forse. Prima le dimissioni di Sanchez, poi le voci di un Vasseur “depotenziato” e di un passaggio di Leclerc in Mercedes, prontamente smentite, manco a dirlo, dalla televisione ufficiale della squadra di Maranello.

Le voci sono voci, i fatti sono i fatti. E questi ultimi dicono che le 2 centraline disponibili per Leclerc per il 2023 sono già andate in fumo, e che su entrambe le auto hanno dovuto “per misura precauzionale” montare power unit nuove. Ma, ancora peggio, che la SF-23 si becca 6-7 decimi da Verstappen. E, quando quest’ultimo ha “problemi, problemi, problemi”, se ne becca 2 da Perez, nonostante un giro mostruoso di Leclerc. E sta dietro pure ad Alonso.

C’è poco da stare allegri, dunque. Con Leclerc dodicesimo e Verstappen quindicesimo, si spengono i semafori e Nando parte a fionda presentandosi primo alla prima curva, ma si becca immediatamente una penalità per avere posizionato la sua Aston Martin troppo a sinistra.

Al giro 4 Perez si porta in testa senza troppa difficoltà, mentre dietro Stroll si porta in quarta posizione superando Sainz, Leclerc è salito in nona posizione e Verstappen in undicesima. 

Sorprendentemente, Perez non riesce a staccare Alonso, il quale sembra farsi rimorchiare approfittando del DRS. E la strategia funziona, perchè Russell, terzo, è già oltre i 5 secondi.

Chi se la passa malissimo è Hamilton, cui sono state montate le gomme più dure che sembrano non funzionare. L’inglese si lamenta via radio, ed è costretto a farsi sverniciare prima da Leclerc e poi da Verstappen.

Al giro 14 viene Sainz, bloccato dietro a Stroll, viene richiamato ai box per finta. L’Aston Martin ci casca e ferma il canadese, lasciando via libera allo spagnolo che prosegue per altri due giri e riesce a guadagnare la posizione.

Nel frattempo, Perez ha messo 5 secondi fra sè e Alonso, il quale si lamenta del degrado delle gomme. Il suo vantaggio su Russell è di 7 secondi.

Al giro 17 a Stroll viene detto di fermare la macchina in pista. La sua Aston Martin è posizionata in corrispondenza di un varco, ma la direzione gara decide di usare una Safety Car anzichè una Virtual. Questo consente al suo compagno di squadra di effettuare il cambio gomme in tutta tranquillità scontando la penalità e rimanendo in seconda posizione davanti a Russell. Anche Hamilton ne approfitta, e riesce a fare il cambio gomme riguadagnando la posizione su Leclerc.

Va ancora meglio a Verstappen, che ora si trova in quarta posizione a ridosso dei primi,. 

Si riparte al giro 20 con Perez che se ne va comodamente, e Russell che impensierisce per qualche curva Alonso, e poi deve preoccuparsi di Verstappen. Hamilton, l’unico con gomma a mescola media, passa Sainz.

Tempo due giri, e Verstappen fa fuori con facilità prima Russell e poi Alonso, e si porta all’inseguimento del compagno di squadra.

Inizia una battaglia a suon di giri veloci, con il distacco fra i due che si stabilizza attorno ai 5 secondi, fino a quando, al giro 39, Verstappen comunica di sentire uno strano rumore al posteriore, che gli ricorda il problema al semiasse avuto durante le qualifiche. Perez, invece, si lamenta del pedale del freno diventato lungo. Fatto sta che i due hanno quasi 15 secondi di vantaggio sul terzo..

A Max viene detto di lasciar perdere l’inseguimento al compagno e di girare un secondo più lento, cosa che non fa. A Perez viene ugualmente detto di rallentare, e il messicano ovviamente non ci sta. Così, entrambi continuano a tirare come matti.

Il box Red Bull implora Max di rallentare, e quando mancano 4 giri alla fine, e un distacco ormai incolmabile, l’olandese ha l’ardire di chiedere di potere fare il giro più veloce, in quel momento in mano a Perez. Ma decide saggiamente di lasciare perdere. Anzi no, perchè lo sigla proprio all’ultimo giro.

Finisce così con un’altra doppietta Red Bull e una meritatissima vittoria di Perez, davanti a Verstappen, ad Alonso, nuovamente sul podio, e alle due Mercedes di Russell e Hamilton. La macchina più veloce della storia della Ferrari si conferma quarta forza con Sainz sesto e Leclerc settimo. Chiudono la zona punti le due Alpine di Ocon e Gasly, e Magnussen.

Si diceva che il Bahrain fosse una pista anomala, e che il vero valore delle auto lo avremmo visto a Jeddah. E, infatti, nulla è cambiato. La Red Bull vista oggi rischia veramente di vincere tutte le gare. Appuntamento fra due settimane a Melbourne.

P.S. se hanno abbandonato lo sviluppo della F1-75 a metà stagione per sfornare la SF-23, forse hanno bisogno di uno veramente bravo, per tornare a vincere, altro che Vasseur.

P.S. 2 Alonso ha conquistato il podio numero 100. Colui che 10 anni fa veniva definito come il male della Ferrari, oggi, a quasi 42 anni, ha la soddisfazione di stare comodamente davanti alla sua ex-squadra. Chi l’avrebbe mai detto…

F1 2023 – GRAN PREMIO DELL’ARABIA SAUDITA

Secondo gp stagionale e ci rendiamo conto che il mondiale è praticamente già finito.

Detta così non faccio certo un favore a me nè al blog che ci ospita nè tantomeno a chi si prenderà la briga di leggere queste poche righe. Ma la realtà sembra essere proprio questa: il 2023 inizia come è finito il 2022 con l’aggravante di una Ferrari scomparsa dai radar, una Mercedes che, incredibile anche solo a pensarlo, ha fatto la stessa cazzata ingegneristica dello scorso anno, una Mclaren che, parole loro, pensano già al 2024.

Gli unici contenti quelli della Aston Martin che hanno fatto la cosa più intelligente da fare per un team di secondo piano e con una sacco di soldi: compra i tecnici da(l)i team migliori, prendi un gran pilota e fai una copia della Red Bull 2022 leggermente riveduta. Risultato? Seconda forza del mondiale anche se ben distanziata dalla corazzata bibitara.

Quindi tutto finito? Ci teniamo liberi per i prossimi 23 weekend di gara? Forse no, considerando che nell’arco di una stagione infinita come questa tante cose possono succedere anche solo per sfinimento delle risorse umane in gioco, considerando la mole di lavoro che dovranno sobbarcarsi soprattutto le maestranze di ogni team.

immagine da planetf1.com

Intanto si va a Gedda per il gp saudita sperando che, in primis, non ci siano missili vaganti come nel 2022 e in secondo luogo le caratteristiche della pista favoriscano una maggiore lotta per le posizioni di vertice.

Se lo augurano i tifosi Ferrari, ormai più un riflesso condizionato che un esercizio volontario perchè se sei un tifoso Ferrari e considerando l’evoluzione delle ultime stagioni, allora si può tranquillamente buttare il ferro a fondo e sedersi sulla riva del fiume non per vedere di passare il nemico morente ma per fare ciao con la manina al nemico che passa con lo yacht mentre pasteggia ad aragoste e champagne.

Dopo la stagione 2022 non poteva esserci inizio peggiore per la rossa: buona in qualifica ma non come nel 2022, lenta in gara e disastrosa dal punto di vista dell’affidabilità. E non vale portare ad esempio lo zero Red Bull in Bahrain nel 2022 perchè è evidente come si parta da due basi completamente differenti, per potenzialità e approccio.

E’ la solita commedia che puntualmente si ripresenta dalle parti di Maranello, un pò come “Una poltrona per due” immancabile ogni vigilia di Natale considerando che quest’ultimo è fatta molto meglio e fa ridere ogni volta. In Ferrari invece c’è poco da ridere, o meglio, per i suoi tifosi di sicuro.

La prima gara, forse in maniera fin troppo evidente e quindi un pò esageratamente, ha mostrato lo sfascio attuale della Ges che si è dimostrata ancora a metà strada tra quella dell’uscente Binotto e del subentrante Vasseur, con tecnici e addetti di primo piano che hanno fatto i bagagli (tranquilli non ci metto Rosato tra questi) e fiori di responsabili che hanno abbandonato la barca dopo la prima gara seppur affermando che era una decisione pensata a lungo. E certo, uno va via, guarda caso, al termine di un GP tragicomico con l’aggravante di essere il primo GP stagionale. Mai visto gente rassegnare dimissioni a lungo meditate dopo un trionfo.

immagine da f1sport.it

Questo fa pensare a come sia gestita la GES e quale ambientino si fosse creato con le gestione Domenicali, Mattiacci, Arrivabene, Binotto e ancora prima nei secoli dei secoli… Sembra Beautiful ma c’è poco di bello. Vasseur forse non aveva compreso in pieno in che ginepraio si sia infilato o comunque gli diamo il beneficio del dubbio. Ora è difficile cercare di tappare le falle di una barca enorme con le dita, l’unico modo è di tornare a fare risultato in pista, vincere o quanto meno cercando di fare bella figura.

A questo proposito, le due rosse si presenteranno a Gedda con l’ala posteriore monopilone, sperando che sia un pò più stabile di quella vista nelle pl1 del Bahrain. Leclerc avrà sul groppone anche 10 posizioni di penalità per l’introduzione della terza centralina dopo le due saltate per aria a causa di cablaggi difettosi. Immaginiamo con quale gioia il monegasco abbia accolto la notizia…

In tutto ciò ancora non si è capito l’interesse e il ruolo di Elkaan e Vigna, per il momento eminenze grigie che poco hanno contribuito se non per affermazioni ben auguranti ma improvvide.

Tutte illazioni giornalistiche? Speriamo, anche se di solito quando questi spifferi escono dalla GES qualcosa e anche più di qualcosa di vero c’è. In ogni caso la Ferrari si è presentata in maniera totalmente inadeguata in questo inizio di 2023 e si sa che la Scuderia è sempre nell’occhio del ciclone, nel bene o nel male. Bienvenue monsieur Vasseur.

Se Maranello piange Brackley di sicuro non ride, con una W14 già bocciata dal suo pilota in cerca dell’octa e con un Wolff che ha già provveduto a mandare una lettera di scuse ai suoi tifosi, sempre con il malcelato tentativo di parlare alla moglie perchè suocera intenda, come fatto l’anno scorso con la famigerata TD39. Vedremo quest’anno quale sarà il problema fisico che affliggerà i suoi alfieri al volante. In ogni caso dal punto di vista mediatico e non, la tempesta di Brackley è poco più di un temporalone rispetto all’uragano di classe 5 che imperversa a Maranello.

Red Bull e Aston Martin invece viaggiano con il vento in poppa, cercano di mettere fieno in cascina in attesa di momenti difficili. Poco da dire, se In Red Bull hanno iniziato così bene è perchè sono bravi e magari non cambiano organigramma ogni anno o quasi. Poi ci sarebbe la piccola questione sul budget cap dello scorso anno, su quanto abbia influito per costruire l’attuale vantaggio prestazionale e sulla risibile pena inflitta da scontare quest’anno. Ma sono solo considerazioni da rosicone, alla luce anche dello sfacelo compiuto dalle più immediate concorrenti.

immagine da motorsportmagazine.com

Mr Stroll ha finalmente dato un senso ai suoi investimenti puntando sul meglio in termini di risorse umane e, probabilmente, anche nella maniera di gestirli. Vedremo quando e se la parabola della Aston ritraccerà con il proseguio della stagione oppure si tratterà di una presenza fissa dalle parti del podio. Alonso professa calma e gesso, ma figuriamoci se il primo che ci crede nel ritorno alla vittoria non è quella vecchia faina.

Scusate la faciloneria nel parlare delle altre cenerentole invitate al ballo ma onestamente le uniche parole da spendere sono per una Williams che è riuscita a mettere in piedi una prestazione di tutto rispetto in Bahrain e punta al bis a Gedda e una Alfa Romeo Sauber Audi ecc ecc che, almeno con Bottas ha tenuto un minimo fede alle aspettative della vigilia. Le altre, a cominciare da Alpine e finendo con Haas e Alpha Tauri, dovranno rimettersi in riga altrimenti saranno volatili per diabetici, anche se non confrontabili con quelli che eventualmente voleranno dalle parti di Maranello nel caso di un malaugurato bis.

A dispetto dell’inopportunità del luogo in quanto a tradizione motoristica e rispetto dei diritti umani, si spera che questo gp edizione 2023 possa essere altrettanto spettacolare come quello 2022. Si spera che le caratteristiche del tracciato accorcino le distanze, enormi, viste tra i team in Bahrain. Si sa che la speranza è l’ultima a morire ma anche che chi visse sperando ecc ecc.

Pista con degrado basso, dovrebbe favorire una gestione del passo gara più aggressiva, con Pirelli che porterà le mescole C2, C3 e C4, quindi al riparo da usura eccessiva.

Un ultima considerazione sull’uomo del momento, Vasseur. Da uomo addentro alle vicende motoristiche da trent’anni come ha affermato esso stesso, si spera che abbia fatto un corso accellerato e proficuo di maranellismo applicato alla Ges per poter dare quell’impronta che, forse non i suoi capi, ma i tifosi si augurino possa dare alla Scuderia. Insomma deve cercare di trasformarsi nel Thomas Cromwell della Ferrari. Che lo faccia in fretta perchè al momento assomiglia più a Don Abbondio. E se è vero che anche Cromwell finì decapitato, la cosa è comune a tutti quelli che lo hanno preceduto, che cerchi almeno di arrivare al patibolo attraverso un cammino lastricato di vittorie.

*immagine in evidenza da thelastcorner.it

Rocco Alessandro

F1 2022 – GRAN PREMIO DEL GIAPPONE

Dopo Singapore è ancora tempo di grandi ritorni, ma questo è grnade per davvero, un GP che definire storico è riduttivo, il GP del Giappone sul circuito di Suzuka.

Ultima edizione disputata quella del 2019, poi i due anni di covid hanno lasciato in bianco la casella di Suzuka sul calendario del mondiale F1. Finalmente si torna a correre su un circuito che è tra i preferiti di ogni pilota che si reputi tale, per velocità, tipologia di curve e “pelo” che bisogna necessariamente avere.

Primo vero match point per Verstappen che se vince con il giro veloce non avrà bisogno di guardare ai risultati di Leclerc per potersi fregiare del secondo mondiale piloti della sua carriera.

immagine da news.verstappen.com

Abbiamo già detto come sia un titolo più che meritato, figlio di una stagione praticamente con zero errori, tante vittorie e una simbiosi perfetta con la sua RBR18. Unica pecca forse il fatto di aver lasciato il pallino delle pole position in mano a Leclerc ma alla fine i punti che contano si fanno alla domenica e su questo Verstappen ha dato lezioni a tutti.

A parte questo appunto, il tema che tiene banco nel mondo della F1 è lo “scandalo – non scandalo”  del budget cap infranto da Red Bull e Aston Martin.

Ovviamente è stato già detto tutto e il contrario di tutto, con Mercedes e Ferrari a fare la parte delle indignate e incazzate, Red Bull a proclamarsi innocente e prendendosela con la FIA per la fuga di notizie e la Fia a cercare di buttare acqua sul fuoco, rimandando al mittente ogni accusa e prendendo tempo per una decisione definitiva a Lunedì 10 Ottobre.

immagine da granprix247.com

Quindi Verstappen eventualmente ha tutta la possibilità di festeggiare con tranquillità il suo secondo titolo (se tutto andrà bene) ma non abbiamo grossi dubbi che quelli della Red Bull non passeranno la notte in bianco preoccupati dalle decisioni prese dalla FIA la mattina del 10 Ottobre. Con tutta probabilità quello che è stato sbandierato come un’infrazione grave sarà derubricata a infrazione minore con una sanzione pecuniaria e pressochè simbolica.

D’altronde come giudicare correttamente le voci di spesa di una società, la Red Bull, che è divisa in 6 differenti società e le cui voci di spesa potrebbero essere assegnate ad una società piuttosto che all’altra in teoria non legata al mondo F1? Altri artifici di questo tipo in passato sono stati fatti un pò da tutti, vedi Ferrari con lo spacchettamento dei tecnici in HAAS o anche in Alfa Romeo.

Alla fine, colmo dei colmi, l’unica “innocente” del gruppo sarà la Mercedes, cosa che da già da pensare a quanto sia diventato schifoso il mondo della F1, sempre più spettacolo e sempre meno sport.

Tornando a bomba sul GP del Giappone, sarà un weekend difficile per tanti, in primis per la concreta possibilità di pioggia nell’arco del weekend. Pioggia e Suzuka fanno venire in mente sempre brutti ricordi e l’inefficienza della direzione gara degli ultimi tempi non fa ben sperare per un weekend di gara gestito correttamente e con la dovuta imparzialità.

Pirelli porterà le gomme più dure a disposizione e proprio la gestione delle gomme in gara, se asciutta sarà, sarà la chiave del GP, date le forti sollecitazioni laterali a cui sono sottoposte e l’alto degrado che impone l’asfalto di Suzuka. Un problema per Ferrari e un vantaggio per Red Bull in termini di rendimento delle coperture, guardando quello che è successo dalla ripresa dalla pausa estiva in poi.

Dalla parte dei rossi curiosità nel provare il nuovo fondo previsto già per Singapore che potrebbe dare una mano in termini di bilanciamento e drag in rettilineo.

immagine da honda.racing

Il Gp del Giappone segna anche un “ritorno” della Honda nel mondiale F1. Detta così sembra una barzelletta dato che Honda non è mai davvero andata via concedendo a Red Bull lo sfruttamento della sua proprietà intellettuale per la PU ora targate Red Bull. Ora però tornerà nuovamente il logo sulle fiancate della RBR18 e Alpha Tauri, a suggellare l’accordo per la fornitura delle PU fino al cambio regolamentare del 2026.

Tutto già deciso o quasi in termini di lotta per il campionato, l’hype si sposta sulla FIA e su place del la Concorde, che è un pò una contraddizioni in termini o una presa per il culo se vogliamo essere meno prosaici: di concordia da quelle parti, quando c’è di mezzo la FIA, la F1 e team di F1 vari ed eventuali, se n’è sempre vista ben poca.

*immagine in evidenza da marca.com

Rocco Alessandro

 

VERSTAPPEN VINCE A MONZA. LA SAFETY CAR TORNA PROTAGONISTA.

La matematica non è un’opinione. E la matematica dice che la stagione 2022 per la Ferrari, è stata, fino ad ora, come la 2019. Anno che poteva passare alla storia come un mezzo fallimento, dopo un 2018 nel quale Vettel, ad un certo punto, era il favorito per il titolo.

Ma del 2019 abbiamo un ricordo dolce, grazie al trionfo di Leclerc a Monza. E c’è da pensare che la dirigenza Ferrari contasse, alla vigilia, di ripetere quell’exploit, in un momento della stagione nel quale la F1-75 pare avere perso la straordinaria competitività di inizio stagione, e la squadra avere perso la bussola, con continui pasticci strategici.

La storia insegna che l’aria monzese fa bene alle macchine rosse, e infatti la F1-75 si presenza all’autodromo brianzolo in piena forma, con Leclerc capace di centrare una straordinaria quanto inaspettata pole, davanti a Verstappen che, nel caos delle penalità per cambio di componenti varie ed assortite, si ritrova retrocesso in settima posizione. Pure Sainz, terzo sul campo, si ritrova spedito in fondo alla griglia per cambio completo della Power Unit. 

La Ferrari ha scelto un assetto scarico, al contrario della Red Bull, e con una Mercedes che in rettilineo non va neanche a spingerla, per Charles si spalanca l’opportunità  di mettere un bel po’ di secondi fra sè e il rivale olandese, prima che quest’ultimo riesca a farsi largo e a recuperare, forte di una macchina con un passo gara superiore.

Si spengono i semafori e Leclerc scappa via, solo minimamente impensierito da Russell. Norris rimane quasi fermo, mentre Verstappen guadagna ben 3 posizioni portandosi in quarta posizione, che diventa la terza al termine del primo giro e la seconda al termine del quarto giro.

E così, dopo soli 5 giri di gara, Verstappen si trova a soli due secondi da Leclerc, mentre dal quarto, Ricciardo, in poi, il distacco è già di 8 secondi.

Al giro 9 si ferma Perez, partito anch’egli dal fondo e in difficoltà nel rimontare. Gli viene montata gomma dura, ma il freno anteriore sinistro fuma vistosamente, e delle fiamme escono dalla parte interna del cestello. Per fortuna del messicano, il problema si risolve in pochi giri.

Nel frattempo, Sainz ha rimontato furiosamente dalla diciottesima posizione e al giro 12 è già in quinta posizione. Proprio in quella tornata, Vettel si ferma con il motore rotto, e viene attivata la Virtual Safety Car. La Ferrari fa fermare Leclerc, mentre Verstappen continua. La VSC viene disattivata proprio mentre Charles sta ripartendo, e all’uscita riesce per un niente a rimanere davanti a Ricciardo, che poco dopo viene superato da Sainz, che si porta così in quarta posizione.

La fermata ha fatto teoricamente guadagnare 7 secondi a Leclerc, ma il monegasco dovrà fare molti giri con il set di gomme che ha montato. Con le gomme nuove, il ferrarista recupera qualcosa, ma il ritmo di Verstappen continua ad essere ottimo e costante, pur con gomme soft che hanno già percorso ben 18 giri.

L’olandese si ferma esattamente a metà gara per quella che sarà la sua unica sosta, montando gomme a mescola media. Il suo svantaggio dopo la fermata è di 10 secondi, ma il rivale ferrarista ha gomme che hanno già percorso più di 10 giri. E, infatti, Max inizia a guadagnare 1 secondo al giro.

Al giro 31 si ferma Sainz per montare gomma soft. Lo spagnolo, che al momento della sosta era terzo, si ritrova ottavo alle spalle di Perez e Alonso, che la loro sosta l’hanno già fatta.

Al giro 34 la Ferrari fa fermare un’altra volta Leclerc, per montare la gomma soft. Charles ha a disposizione 18 giri per recuperare 19 secondi, impresa praticamente impossibile. Anche perchè il cronometro dice che il vantaggio di Verstappen inizialmente aumenta, anzichè diminuire.

A 5 giri dalla fine, Ricciardo si ferma in mezzo alla pista, e viene attivata la Safety Car. Verstappen e Leclerc non riescono a fermarsi subito, cosa che invece fanno Russell e Sainz. I primi due si fermano al giro successivo. Ma Max ha una gomma nuova, mentre Charles no.

I giri passano, e la Safety Car non compatta il gruppo, ma, soprattutto, la macchina di Ricciardo non viene spostata. In questo modo la gara non riesce a riprendere, e finisce con Verstappen che coglie la sua undicesima vittoria stagionale, davanti a Leclerc, Russell, Sainz, autore di un’ottima rimonta, Hamilton, Perez, Norris, Gasly, il debuttante De Vries e Zhou.

Ora il calendario prevede una pausa di ben tre settimane, per riprendere in quel di Singapore, dove si ritornerà dopo 3 anni. Chissà che una delle solite gare pazze non consenta di interrompere il dominio dell’accoppiata Verstappen-Red Bull, che sta rendendo questo campionato molto simile a quelli del dominio Mercedes con l’accoppiata Hamilton-Bottas.

P.S. 1 quando in ballo c’era un mondiale per Max, si sono sbrigati a sgombrare la pista e a fare sdoppiare quelli che serviva far sdoppiare. Oggi, invece, se la sono presa comoda. Bastava, come anche ad Abu Dhabi, una bandiera rossa. Venne fatto, qualche anno fa, a Baku, quando mancavano solo 2 giri. I fischi del pubblico sono stati meritati, e la gestione sportiva del carrozzone ha rimediato l’ennesima figura barbina. Cambiano le persone, ma non i metodi.

P.S. 2 complimenti all’organizzazione, che ha chiamato nientepopodimeno che Andrea Bocelli a cantare l’inno italiano, ma poi si è scordata di far alzare il volume del microfono. 

VERSTAPPEN 10 E LODE A ZANDVOORT. FERRARI RIMANDATA AL 2023.

Ad una sola settimana dal dominio di Spa, con annessa debacle degli avversari, Verstappen invita tutto il circus alla festa organizzata in casa sua, con la partecipazione di centinaia di migliaia di fan vestiti d’arancione, e gli altri piloti a far da comparsa. Una sorta di festa anticipata per il titolo 2022.

Dopo un venerdì in sordina, con tanto di Ferrari dominanti, Max si rifà in qualifica, centrando per pochi millesimi una straordinaria pole, davanti alle due rosse, improvvisamente in difficoltà in Q1 e Q2, con le due Mercedes ben in lotta ma fregate da un testacoda dell’opaco Perez nell’ultimo giro lanciato.

Per la gioia degli avversari, il padrone di casa si è pure tenuto un treno di gomme morbide nuove da usare in gara. 

Si spengono i semafori e i primi vanno via nell’ordine senza grandi emozioni, a parte una chiusura di Sainz su Hamilton in curva 1, con conseguente leggero contatto che non lascia strascichi.

Verstappen non riesce a scrollarsi di dosso Leclerc, mentre Sainz non riesce a tenere il passo, ed Hamilton, unico dei primi partito con gomma a mescola media, inizia ad insidiarlo, ma senza diventare mai realmente minaccioso. Perez li segue ad un secondo e mezzo, mentre Russell, autore di una partenza non brillante, tallona il messicano con uguale distacco.

Dopo 10 giri le gomme soft iniziano a dare problemi. e con essi cominciano anche le fermate ai box. Tutti montano gomme a mescola media, tranne Alonso che, al giro 12, monta la gomma a mescola più dura.

Al giro 15 entrano ai box Sainz e Perez. La Ferrari commette la topica giornaliera, dimenticandosi la gomma posteriore sinistra di Sainz, il quale perde così una marea di tempo. Nel frattempo, Leclerc perde un secondo al giro e viene fatto rientrare ai box. Stavolta le gomme ci sono tutte, e il pit-stop è regolare. 

Al giro 18 è il turno di Verstappen, il quale rientra comodamente davanti al monegasco della Ferrari. Il distacco a questo punto è di 5 secondi. Sainz è precipitato in sesta posizione, a 18 secondi dal compagno. In testa alla gara, in questo momento, ci sono le due Mercedes, che non hanno ancora effettuato la sosta.

Al giro 28 Verstappen raggiunge Russell e lo passa come se fosse fermo. La differenza di velocità a DRS aperto della Red Bull rispetto a tutti gli altri è veramente impressionante. Ad Hamilton viene invece chiesto di allungare di 3 giri il proprio stint, per cercare di effettuare una sola sosta. E, infatti, quando Lewis effettua la sua sosta, gli viene montata la gomma a mescola più dura. Stessa strategia per Russell, che si ferma 2 giri dopo.

Con le gomme dure, le due Mercedes volano, e Hamilton raggiunge Perez, ma impiega due giri per passarlo. Ma a sorpasso completato, Lewis si trova davanti Vettel appena uscito dal box, e il messicano tenta di ripassarlo, senza però riuscirci. E dopo due giri viene passato anche da Russell.

Hamilton è furibondo con Perez, che gli ha fatto perdere, apposta, molti secondi, e, ovviamente, anche con Vettel. Il box lo avvisa che sta correndo per la vittoria, e i tempi che sta facendo sembrano confermare questa possibilità.

A Verstappen viene chiesto che mescola vorrebbe per l’ultima parte di gara. La risposta è che la media non è spettacolare. Così, per togliersi qualsiasi dubbio, la Red Bull monta allo scudiero Perez la gomma più dura, per sondarne il funzionamento.

A 30 giri dalla fine, Leclerc ha soli 7 secondi di vantaggio su Hamilton, che sta rimontando velocemente. La Ferrari ferma Sainz per montare gomma dura. La stessa cosa fa Charles due giri dopo, e rientra ovviamente dietro le due Mercedes, in quarta posizione virtuale.

Nel frattempo si consuma il dramma di Tsunoda. Prima si ferma in mezzo alla pista dicendo che le gomme non sono montate correttamente. Poi gli viene detto dal box che non è vero, riparte, si ferma ai box, dove gli riallacciano le cinture, torna in pista e subito dopo si lamenta nuovamente di avere un problema. A quel punto gli viene detto di fermare la macchina, e ovviamente lo fa in un punto dove il recupero non è possibile senza Virtual Safety Car.

VSC che esce puntualmente, e questo offre a Verstappen (strano, no?) la possibilità di fare un pit-stop quasi gratis. Stranamente, anche le due Mercedes si fermano, e in questo modo consolidano il secondo il terzo posto ai danni della Ferrari, ma perdono la prima posizione.

Quando mancano 20 giri alla fine, Hamilton si trova a 12 secondi da Verstappen. Russell lo segue a 3 secondi, con Leclerc dietro a 4. La Ferrari però con le gomme dure non va, e Charles perde rapidamente terreno, mentre Sainz naviga in settima posizione.

Al giro 56 Bottas si pianta alla fine del rettilineo. La direzione gara aspetta un giro e fa uscire la Safety Car. La Red Bull fa entrare Verstappen per montare gomma soft, e l’olandese esce dietro alle due Mercedes, che non si sono fermate.  Al giro successivo, le macchine vengono fatte passare in pit-lane, e Russell ne approfitta per fare il pit-stop e montare a sua volta la gomma soft.

Si riparte al giro 60, e non c’è il tempo di godersi un duello rusticano perchè Verstappen passa Hamilton immediatamente e se ne va. Sainz supera Perez e si riporta in quinta posizione, ma su di lui pende la spada di damocle di ben due penalità, una per sorpasso con bandiera gialla su Ocon  in occasione della fermata di Bottas e l’altra per unsafe release in occasione del pit-stop conseguente.

Russell con gomma soft supera Lewis, il quale è furibondo con il suo team per la strategia che gli hanno riservato. E non è finita, perchè anche Leclerc lo passa al giro 66.

A due giri dalla fine, Perez attacca Sainz, cui la penalità di 5 secondi è confermata, ma lo spagnolo lo spinge fuori. Questo consente ad Alonso di avvicinarsi al messicano. 

Ma non succede più niente, e la gara finisce con Verstappen che coglie la decima vittoria stagionale, e la trentesima in carriera, davanti a Russell, Leclerc, Hamilton, Perez, Alonso, Norris, Sainz, Ocon e Stroll.

Tutto come da copione, quindi, compreso il fatto che la Mercedes tornasse una seria contendente per la vittoria. Questo è ciò che volevano sia loro che la FIA, quindi tutti contenti. Tranne la Ferrari, che arriva a Monza come terza forza, per la gioia dei tanti tifosi che si presenteranno all’autodromo e che, forse, quando avevano comprato il biglietto erano convinti di assistere ad un trionfo Ferrari. Non sarà così, probabilmente.

P.S. L’errore al pit-stop di Sainz è dovuto al fatto che lo spagnolo è stato chiamato all’ultimo ma i meccanici non erano pronti (parole di Binotto). Ne consegue che ancora una volta la strategia è stata fatta in modo sbagliato, in questo caso non dando le opportune comunicazioni ai meccanici i quali, evidentemente, non hanno nessuna colpa. Il totale dei punti persi per una malsana gestione delle strategie si è fatto preoccupante, e sarà interessante vedere per quanto tempo ancora si continuerà a dire che “le strategie non sono il problema”.

P.S. 2 Se nemmeno in un circuito come Zandvoort la Ferrari riesce a tenere il passo della Red Bull, e si trova a combattere con la Mercedes, si può affermare senza tema di essere smentiti che la famigerata direttiva TD 039 abbia tarpato le ali alla rossa. A questo aggiungiamo che, probabilmente, con gli sviluppi non ci hanno azzeccato, come è costantemente accaduto negli ultimi 15 anni, ed ecco che si capisce come mai Binotto stia invocando sempre più frequentemente un controllo sul budget cap. Invocazione che, come sempre, rimarrà inascoltata, e il 2022 si concluderà come il 2013, 2017 e 2018, con la Ferrari a lottare per le posizioni dalla seconda in giù, e tanti tanti rimpianti. Auguri per il 2023.