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MAX RITORNA MAX E VINCE A SUZUKA. RED BULL CAMPIONE DEL MONDO.

E’ stato bello. Dopo i grandi festeggiamenti per il terzo posto di Monza, e quelli ancora più grandi per il capolavoro di Sainz a Singapore, tutto è rientrato nella norma.
Suzuka è una pista che esalta sempre i più forti, e, come previsto da tutti, o quasi, nonostante le varie direttive tecniche la Red Bull è tornata dove stava prima. Sia con Verstappen, che nelle qualifiche rifila mezzo secondo al bravissimo Piastri, sia con Perez che si becca il solito distacco abissale dal compagno di squadra, e si ritrova intruppato nelle prime file,

Allo spegnimento dei semafori, le due McLaren braccano Vestappen, con Piastri a destra e Norris a sinistra, ma l’olandese li mette subito al suo posto, mantenendo la prima posizione. Dietro di loro, si gioca all’autoscontro, con Perez che si sposta per evitare Sainz, infilatosi fra lui e Leclerc come una furia, e colpisce Hamilton, avendone la peggio. Anche nelle ultime file si verificano vari urti, con annessi pezzi di carbonio sparsi, e la gara viene neutralizzata prima ancora che finisca il primo giro.

La Safety Car rientra al giro 4, e la competizione riparte con le auto in processione dietro Verstappen, e l’unica emozione è regalata da Russell che sorpassa imperiosamente Hamilton alla chicane, per poi venire rimesso al suo posto senza tanti complimenti alla staccata di curva 1.

Al giro 13, Perez, penalizzato di 5 secondi per un errore da principiante all’uscita dai box con Safety Car attiva, colpisce Magnussen e deve fermarsi ai box per cambiare la seconda ala della giornata. Viene così attivata la Virtual Safety Car per ripulire la pista dai detriti e, proprio in quel momento, Piastri, al momento terzo, si ferma per cambiare le gomme.

La gara riparte quasi subito, e al giro 15 il distacco di Verstappen su Norris è di ben 9 secondi, con le due Ferrari che lo seguono molto da vicino. Un replay mostra l’inglese ostacolato da Perez durante il periodo di Virtual Safety car e, in effetti, il suo distacco da Max prima della neutralizzazione della gara, era di qualche secondo in meno. Il messicano è stato pure penalizzato per la seconda volta per il contatto con Magnussen, e la squadra decide che per oggi ha già fatto abbastanza danni e lo fa ritirare, salvo farlo uscire successivamente per fare un solo giro e scontare la penalità.

Al giro 17 si ferma Verstappen, che stava rischiando di perdere la prima posizione a favore di Piastri. Al giro successivo si fermano Norris e Leclerc, con quest’ultimo che perde la posizione a favore di Alonso, che si era già fermato. Ma sia l’inglese che il monegasco sono dietro ad Ocon, pure lui già fermatosi in precedenza. Con gomme nuove, l’ordine dei valori viene ristabilito in fretta.

Al giro 25, Russell è l’ultimo dei primi a fermarsi per quella che, nelle intenzioni del team, dovrebbe essere la sua unica sosta. Nel frattempo, Norris ha raggiunto Piastri e insiste affinchè il team dia l’ordine di farlo passare, cosa che avviene dopo due giri.

Al giro 35 Leclerc ed Hamilton si fermano per la loro seconda ed ultima sosta. Al giro successivo si ferma anche Piastri, che riesce a stare davanti al ferrarista. Ma tutti e tre si trovano dietro a Russell, così come Norris, che si ferma al giro 37. Ma riesce subito a superare l’inglese della Mercedes. Contemporaneamente, Verstappen si ferma per la sua ultima sosta.

Al giro 42 Piastri passa Russell e si riporta in terza posizione. Poco dopo, l’inglese deve capitolare anche nei confronti di Leclerc, che è però costretto ad inventarsi un sorpasso all’esterno in curva 1. 

Al giro 47 dietro a Russell si materializza anche la  sagoma della numero 44 del compagno di squadra, che va decisamente più forte. Ma la squadra li lascia liberi di lottare e Sainz, che ha cambiato le gomme per ultimo, li raggiunge. La squadra ordina poi a George di lasciare passare Lewis, cosa che fa immediatamente, ma non può nulla contro lo spagnolo della Ferrari, che lo supera e si porta in sesta posizione.

Finisce così con Verstappen che vince una gara dominata, davanti a Norris e al bravissimo Piastri, per la prima volta a podio in carriera. Seguono Leclerc, Hamilton, Sainz, Russell, Alonso, Ocon e Gasly.

In casa della Honda, suo partner motoristico in incognito, la Red Bull porta a casa il sesto titolo costruttori. Che, per inciso, Max avrebbe vinto anche correndo da solo.

Ora si va in Qatar, dove l’olandese potrebbe laurearsi campione del mondo già nell’inutile gara sprint. Se non accadesse, sarebbe l’unica sorpresa di una gara dal risultato scontato.

P.S. un ex-pilota, ora esperto di grafica 3D e di tecnica, che qualche anno fa sui canali nazionali ci parlava solo ed esclusivamente di sospensioni, come se fossero l’unica cosa che conta per la prestazione, la settimana scorsa si era sbilanciato parecchio attribuendo alla TD018 la pessima performance della RB19 a Singapore, arrivando anche a spiegare come la RedBull usasse inserti in gomma negli attacchi degli alettoni. Secondo lui, la FIA li ha beccati, e non sarebbero tornati più quelli di prima. Infatti…

P.S. 2 Posto che la teoria del suddetto esperto era evidentemente sbagliata, possiamo forse classificare la gara di Singapore fra quelle in cui, per motivi e con modi che non ci verranno mai raccontati, era necessario far vincere qualcun altro?

P.S. 3 continuando sul tema, va anche detto che con due Perez alla guida, definiremmo la RB 19 come una onesta monoposto e nulla più. Sempre che, anche in questo caso, ci sia qualcosa che non sappiamo. 

P.S. 4 che il team principal della McLaren si chiami Andrea Stella e che una volta lavorasse dalle nostre parti l’ho già detto?

CAPOLAVORO DI SAINZ A SINGAPORE. LA STAGIONE DELLA FERRARI E’ SALVA.

Prima o poi doveva finire. E a Singapore è finita. Parliamo della striscia vincente della Red Bull e di Verstappen, che è durata a lungo, troppo a lungo.
Ma, stranamente, è finita non per un problema tecnico inaspettato, non per un incidente, ma perchè la RB19 è improvvisamente diventata una carriola, e la Red Bull una squadra alle prime armi.

Già dal venerdì si era capito che qualcosa non funzionava. Al dominio Ferrari corrispondeva un Verstappen in difficoltà (Perez lo è quasi sempre e non fa testo). La notte non ha portato consiglio, come invece spesso è accaduto, e così il campione del mondo è rimasto fuori dalla Q3, con Sainz a prendersi la pole davanti a Russell e a Leclerc.

Allo spegnimento dei semafori, Leclerc è più lesto di Russell, e si prende la seconda posizione. Le due Ferrari guadagnano un certo vantaggio sulle due Mercedes, con Hamilton che, tagliando la prima chicane, passa davanti al compagno di squadra per poi ridargli la posizione al secondo giro. La stessa cosa dovrà poi fare con Norris per non prendersi una penalità.

Charles è partito, unico fra i primi, con la mescola più morbida. Il monegasco si incolla agli scarichi del compagno di squadra, ma il suo ingegnere gli chiede di mantenere un distacco di 3 secondi da Sainz. E così il distacco fra i due ferraristi aumenta, ma Russell si avvicina a Leclerc, e il box Mercedes ha ben compreso che la Ferrari vuole sacrificarlo per far vincere Sainz.

Al giro 19, il distacco fra la numero 55 e la numero 16 è effettivamente di 3 secondi, e a Charles viene chiesto di aumentarlo di ulteriori due secondi. Cosa molto pericolosa perchè Russell è a soli 2 secondi.

Ma al giro 20 ci pensa Latifi, pardon, Sargeant a complicare un po’ la situazione, andando a muro e danneggiando l’ala, che si porta poi in giro per il circuito seminando detriti. E, ovviamente, viene fatta uscire la Safety Car.

La Ferrari reagisce immediatamente chiamando al box entrambi i biloti. Leclerc però, purtroppo, si ritrova dietro a Russell e Norris, fermatisi anche loro. Sainz è riuscito invece a mantenere la posizione su Verstappen, che era partito con la gomma più dura e non si è quindi fermato. 

La gara riparte al giro 23, e Russell impiega un giro per superare Verstappen, in difficoltà con le gomme, e incollarsi agli scarichi di Sainz. Leclerc perde un’ulteriore posizione su Hamilton, andando lungo per non tamponare Norris che, a sua volta, stava cercando di non tamponare Perez, anch’egli ritrovatosi fra i primi non avendo effettuato la sosta.

Allo spagnolo viene detto di rallentare il gruppo, cosa che fa puntualmente e per 20 giri i primi 5  viaggiano separati da circa un secondo.

Al giro 43, l’Alpine abbandona Ocon in curva 1, e viene attivata la Virtual Safety Car. Sia Ferrari che Mercedes sono pronte per un pit-stop, che però viene effettuato a sorpresa solo dalle due Mercedes. Che si ritrovano, così, in quarta e quinta posizione. Per i tedeschi è una vera e propria scommessa. 

La gara riparte al giro 46, e Russell si trova a 13 secondi da Leclerc, con 16 giri da percorrere. L’inglese, con gomma nuova, a suon di giri veloci raggiunge Leclerc al giro 53. Servono poche curve al giovane della Mercedes per prendersi la terza posizione. Il ferrarista viene poi passato facilmente anche da Hamilton. 

Al giro 58, con Russell che incombe, Norris rompe gli indugi e si avvicina a meno di un secondo da Sainz. Ma, in realtà, è quest’ultimo che gli dà all’inglese volutamente il DRS, per tenere lontane le due Mercedes. I primi 4 sono ora racchiusi in meno di 2 secondi.

Carlos tiene sapientemente Norris in zona DRS, e la cosa funziona talmente bene che Russell, nella foga di stare il più vicino possibile al connazionale, commette un errore da principante e va a muro a poche curve dalla fine, lasciando il podio ad Hamilton.

Finisce così, con Sainz che riporta in alto la Ferrari, firmando un vero e proprio capolavoro di strategia, per la maggior parte farina del suo sacco. Completano il podio Norris ed Hamilton, quest ultimo autore di una prestazione di gran lunga migliore del suo tanto acclamato compagno di squadra. Al quarto posto, staccatissimo, Charles Leclerc, il cui morale sarà sicuramente finito sotto i tacchi. Incollato a lui sotto la bandiera a scacchi è arrivato Verstappen, autore di una rimonta dalle ultimissime posizione nelle quali era sprofondato dopo l’ultimo pit-stop. Seguono Gasly, Piastri, Perez, il giovanissimo Lawson, a punti alla terza gara, e Magnussen, 

Fra una sola settimana si correrà a Suzuka. Vedremo se la Red Bull si ripresenterà con la forma di Singapore, nel qual caso ci sarà da divertirsi.

P.S. oggi abbiamo visto quello che impedirà a Leclerc di diventare un campionissimo, nonostante il suo immenso talento. I vari Prost, Senna, Hamilton e Verstappen, sentendosi chiedere di allontanarsi dal compagno davanti a loro, avrebbero insultato l’ingegnere e sarebbero andati a prenderlo per superarlo a costo di farlo fuori e di gettare un risultato buono per la squadra. Charles invece si è messo a contrattare. Ma la cosa peggiore, per lui, è che è stato meglio così, perchè oggi era nettamente inferiore al suo compagno di squadra, di prestazione e di testa.

P.S 2. la vittoria di oggi ci permette di ricordare quella 2023 non come una stagione fallimentare, e la SF-23 non come una carriola al pari della 312-T5, della F1-86, della F92A e della SF16-H e della SF1000.

P.S 3 la mancata penalità a Verstappen per 3, e dico 3, situazioni che ad altri piloti sarebbero valse almeno altrettante posizioni in griglia, non può non far pensare che ci sia la chiara disposizione di NON sanzionare il pilota olandese. Disposizione che dura dal 2021, da quando, cioè, qualcuno ha deciso che il dominio di Hamilton e della Mercedes dovesse finire. A costo di sembrare dei pagliacci. Abu Dhabi 2021 è lì a dimostrarlo.

P.S. 4 dite alla FIA che qualunque cosa abbia fatto per rallentare la Red Bull, è meglio che lo continuino a fare. Ma penso che ci arriveranno da soli, confrontando le interazioni del dopo GP di Singapore con quelle del dopo GP di Zandvoort (o di qualunque altro di questa stagione).

MAX PASSEGGIA NEL PARCO, LA FERRARI SI ACCONTENTA

A Monza la Ferrari si risveglia. Sempre. Anche, se necessario, con l’aiutino. Nonostante la mediocre prova di Zandvoort solo una settimana fa, e a dispetto della definizione di “macchina sbagliata” che ne ha dato chi l’ha progettata, la SF-23 si rivela macchina adatta ai circuiti a basso carico, e infatti Sainz, dopo avere primeggiato in tutte le sessioni di prove libere, la piazza in pole davanti a Verstappen e ad un deluso Leclerc.

Dopo un rinvio di 20 minuti causato da Tsunoda il cui motore l’ha lasciato a piedi sul rettilineo verso la parabolica, la partenza non riserva alcuna emozione, e i primi 3 se ne vanno, con Sainz, Verstappen e Leclerc racchiusi in un secondo e mezzo.

Al giro 6 Max ci prova alla prima variante, ma Carlos tiene duro. Questo permette a Leclerc di avvicinarsi ai primi due. Il DRS a Monza non consente di fare la differenza, e questo rende i sorpassi molto difficili.

Dietro di loro, Russell cerca di tenere a bada Perez. Al giro 14 entrambi tagliano la prima variante, il messicano passa ma deve fare ripassare l’inglese.

Al giro 15 Sainz blocca alla prima variante, ed esce lentissimo dalla seconda curva. Max lo affianca al curvone e lo passa alla Roggia.
Subito dopo, Perez passa Russell.

L’ olandese dà 1 secondo al giro alle due rosse, e il suo compagno si avvicina a loro allo stesso ritmo.

Con le gomme finite, Sainz si ferma a montare la mescola più dura al giro 20. Al giro successivo entrano Verstappen e Leclerc. Charles esce di fianco a Sainz e i due iniziano a battagliare. Perez esce subito dietro di loro.

Al giro 31 Charles perde il DRS da Sainz, il messicano ci prova alla Roggia ma viene portato sull’erba. Al successivo passaggio sul traguardo non c’é però nulla da fare e il messicano guadagna la terza posizione.

Il vantaggio di Sainz sulla seconda guida Red Bull é tale da non consentirgli l’uso del DRS e Leclerc gli rimane incollato agli scarichi.

Al giro 41 però Sainz crolla, e Perez prova ripetutamente ad attaccarlo alla prima variante ma gli ci vogliono diversi giri per prendersi la seconda posizione.

Inizia poi una lotta senza quartiere fra i due ferraristi, con Leclerc che riesce a superare Sainz alla prima variante, ma ne esce molto lentamente, e i due quasi si toccano alla Roggia, con lo spagnolo che si riprende la terza posizione.

Carlos chiede di congelare le posizioni, ma Charles non ci sta. All’ultimo tentativo, il monegasco blocca tutte e 4 le gomme alla prima variante e dà addio alle speranze di podio.

Finisce così con Verstappen a prendersi tranquillamente la decima vittoria consecutiva, davanti a Perez, Sainz, Leclerc, Russell, Hamilton, un sempre ottimo Albon, Norris, Alonso, oggi in ombra con una Aston Martin inadatta ai circuiti veloci, e, a chiudere la zona punti, Bottas.

Monza chiude la stagione europea, e fra due settimane il circus riprenderà in oriente, nella notte di Singapore, per una gara che, si spera, sia un po’ più imprevedibile delle ultime che abbiamo visto.

P.S. Vasseur ha definito la pole di Sainz “una pietra miliare nella storia della Ferrari”. Se qualcuno ha capito perchè, è pregato di scriverlo nei commenti, perchè a me francamente sfugge il motivo. L’asticella del francese deve essere posta molto in basso, se si dichiara entusiasta per un terzo e quarto posto a Monza che nessuno già domani ricorderà più.

P.S. 2 in Mercedes chi ha ha coordinato il progetto di una macchina sbagliata per due anni di fila è stato cambiato di ruolo (nota bene, non licenziato) ed è stato richiamato chi precedentemente si era occupato di un progetto vincente. Se in Ferrari si dovesse fare la stessa cosa, bisognerebbe andare a cercare in quel di Varano, ovviamente senza alcuna speranza che la proposta venga accettata.

P.S. 3 10 vittorie consecutive di un pilota, 15 di una macchina. Chi ha permesso tutto questo deve riflettere a lungo, perchè se è vero che è giusto che a vincere siano i migliori, in uno sport così complesso come la F1 non è nè normale nè ammissibile che si arrivi a questo. Dominare va bene, ma monopolizzare no. E se in 14 stagioni si passa senza soluzione di continuità (a parte il 2021) da un dominio (Red Bull) ad un altro dominio (Mercedes) e, infine, ad un monopolio (di nuovo Red Bull), la cosa è ancora più inaccettabile. 

MAX VINCE IL GP DI VERSTAPPENLAND. LA FERRARI GALLEGGIA.

4 (quattro) settimane di pausa sono lunghe. Se poi la ripartenza è un GP dal risultato scontato, su un circuito che è in pratica il salotto di casa di colui che ha ucciso il mondiale, passa la voglia di ricominciare.

In una moltitudine di bandiere rosse, fra prove libere e qualifica corsa sul bagnato, l’eroe nazionale conquista la pole position ridicolizzando gli avversari e, soprattutto, il suo compagno di squadra che è sempre più l’ombra di se stesso (non che prima brillasse particolarmente). Da segnalare il brutto infortunio occorso a Ricciardo, che lo costringerà a ad uno stop di diverse gare, dando l’opportunità a Lawson (Liam, non Eddie) di debuttare in Formula 1.

Le qualifiche hanno mostrato McLaren e Alonso in gran forma, e Ferrari in grande difficoltà, con Leclerc che la mette a muro in Q3 nel disperato tentativo di strappare un buon tempo (e ci stava riuscendo).

Si spengono i semafori e immediatamente inizia a piovere forte. Alla fine del primo giro si fermano Perez e Leclerc, ma per il ferrarista le gomme non sono pronte e perde oltre 10 secondi. Due dei primi tre, Verstappen e Alonso, si fermano solo alla fine del secondo giro, quanto basta per perdere la leadership della gara, a favore di Perez. Norris e Russel aspettano un altro giro, e sprofondano nelle ultime posizioni. 

Dopo il caos iniziale, al giro 6 Perez comanda con 11 secondi di vantaggio su Zhou e 12 su Verstappen. Al giro 7 Max supera il cinese e guadagna ben 4 secondi sul compagno di squadra.

Al giro 9 la pista è già asciutta, e alcuni piloti rimontano la gomma slick. Fra i primi vi sono Alonso e Sainz al giro 10, mentre al giro 11 si ferma Verstappen seguito da Leclerc, cui viene anche sostituita l’ala danneggiata al primo giro in un contatto con Piastri.

Perez viene ovviamente fermato dopo il compagno, e perde la prima posizione a favore di Max, con Alonso terzo.

Al giro 16 Latifi, pardon, Saergant va a sbattere ed esce la Safety Car. La gara riparte dopo 5 giri, e le due Red Bull si involano senza problemi.

La gara prosegue senza grandi emozioni (a parte le rimonte di Norris ed Hamilton a suon di sorpassi) fino al giro 42, quando inizia l’ultima tornata di pit-stop. Il primo a fermarsi è Sainz, seguito al giro successivo dal compagno di squadra, che, relegato nelle ultime posizioni causa danneggiamento al fondo, non riparte. Si ferma anche Norris, che era rimontato fino all’ottava posizione, ma era rimasto inchiodato dietro Tsunoda. 

Al giro 46 è il turno di Perez e Hamilton. Il pit-stop ritardato fa perdere a Gasly la quarta posizione, a favore di Sainz. Al giro 49 si ferma Alonso, che è però vittima di un pit-stop molto lento, e Carlos sale così in terza posizione. Al giro 50 è il turno di Verstappen che chiude l’ultima serie di soste.

Al giro 52 Nando si riprende imperiosamente la posizione sul podio. La differenza di velocità fra Ferrari e Aston Martin è a dir poco imbarazzante. E poco dopo anche Gasly si riprende la quarta posizione, facendo ritornare lo spagnolo della Ferrari in quinta.

Come previsto, al giro 61 ritorna la pioggia. Ancor prima che diventi battente, si fermano ai box Perez, Sainz e Gasly. Per il messicano, lo stop è molto lento, perchè i meccanici non sono pronti. Al giro successivo di fermano Verstappen e Alonso. L’ordine dei primi non è cambiato, ma piove veramente molto forte e Perez va lungo in curva 1, perdendo la prima posizione. 

Verstappen si ferma per mettere la full wet, e contemporaneamente viene attivata la virtual safety car, perchè Zhou ha messo la macchina a muro. Si ferma anche Perez ma immediatamente viene esposta la bandiera rossa, perchè la pista è diventata impraticabile e l’uscita del cinese della Sauber ha danneggiato le barriere.

La gara viene fatta ripartire per percorrere gli ultimi 7 giri, di cui i primi due dietro Safety Car. Le posizioni però non cambiano a parte la terza, che va a Gasly grazie ad una penalità comminata a Perez per eccesso di velocità al box. 

Finisce così con Verstappen vincitore in casa per la terza volta consecutiva, e in stagione per la nona, eguagliando così Sebastian Vettel. Al secondo posto un immenso Fernando Alonso, autore anche del giro più veloce, oltre che di un sorpasso incredibile al primo giro. Terzo Gasly un altrettanto bravo Gasly, rimontato dalla dodicesima posizione. Seguono Perez, Sainz, Hamilton, Norris, Albon. autore di un ottimo week-end, Piastri e Ocon.

Prossima fermata: Monza, fra solo una settimana. Risultato: scontato.

P.S. Leclerc sabato ha detto che la SF-23 passa improvvisamente dal sottosterzo al sovrasterzo. Per avere un bilanciamento accettabile hanno dovuto montare un’ala da medio carico, quando, su un circuito come quello olandese, ci vorrebbe un’ala da alto carico. E venerdì Cardile aveva affermato che la vettura ha un problema di fondo che non si può risolvere, e che tutto il lavoro in galleria è concentrato sul 2024. Da qui a fine anno ci si dovrà, quindi, accontentare. Come, del resto, è accaduto quasi ogni stagione a partire dal 2009.

P.S. 2 il povero Elio De Angelis nel 1980 definì quello di Imola un kartodromo, per via della sede stradale stretta e dei limitati spazi di fuga. Chissà cosa avrebbe detto dello Zandvoort del 21° secolo, lui che su quello del secolo scorso ci aveva corso.

P.S. 3 Alonso, oltre che avere fatto una magnifica gara, ha stabilito il record di maggiore distanza fra il primo e l’ultimo podio. 20 anni e 5 mesi. Fra tutte le occasioni perse dalla Ferrari negli ultimi 15 anni, lui è quella più grossa. Fosse rimasto, con un’altra mentalità nella dirigenza, e un team principal come si deve, sicuramente non avremmo visto 7 anni di dominio incontrastato Mercedes.

VERSTAPPEN CONTINUA A DOMINARE A SPA, AGLI ALTRI LE BRICIOLE

In uno dei pochi momenti di originalità, il telecronista della Formula 1 (nonchè nazionale di sci, meteorologo mancato, ecc.) ha definito quello di Spa “il week-end delle tre stagioni”. Mai definizione fu più azzeccata. A partire dal venerdì si è visto di tutto: sole, pioggia, nebbia freddo, caldo.

E si è pure rivista la sprint, corsa su soli 11 giri, con 4 di formazione su full-wet, il resto su intermedie e ben 2 safety car. Tutto molto bello, ma il risultato non è cambiato, Verstappen vince. E il venerdì aveva pure fatto la pole, senonchè la domenica al palo parte Leclerc, perchè l’olandese si è beccato 5 posizioni di penalità per sostituzione del cambio.

Allo spegnimento dei semafori, la pista é asciutta, ma grossi nuvoloni incombono sul circuito. Dura tre curve a leadership di Leclerc, che viene sverniciato subito da Perez. Dietro, Sainz sbaglia la frenata e per non tamponare Hamilton stringe e manda contro il muro Piastri, costretto poi al ritiro, mentre lo spagnolo rimedia un buco nella pancia che lo costringerà a sua volta al ritiro.

Max ne ha approfittato per portarsi in quarta posizione dietro ad Hamilton, che svernicerà al giro 6. Stessa sorte per Leclerc 3 giri dopo.

Al giro 11 Hamilton é il primo dei primi a fermarsi. Al giro successivo si fermano anche Perez e Leclerc. Verstappen non é contento della situazione che avvantaggia gli avversari, e si ferma al giro dopo mantenendo la seconda posizione.  Ma su di lui l’undercut non funziona, e il distacco dal compagno, che prima del pit-stop era di 3 secondi, dopo la fermata è sceso ad un secondo, e gli ci vuole solo un giro per tornare al posto che gli spetta di diritto, quello del leader incontrastato.

Al giro 18 arriva una pioggia leggera e, nonostante un grosso rischio corso all’eau rouge, Max distanzia ulteriormente Perez e Leclerc.

Al giro 28 Hamilton effettua sua seconda sosta per montare la gomma a mescola più morbida. Questo costringe Leclerc a fermarsi per mantenere la terza posizione, poco davanti a Lewis. Anche Perez si deve fermare per evitare l’undercut. Che non deve invece temere Max che al momento ha quasi 10 sec. di vantaggio. Ma di ferma comunque, a scanso di equivoci. E, per non sapere né leggere né scrivere, piazza subito il giro veloce.

La lotta per le prime posizioni finisce qui. Al penultimo giro Hamilton, ormai sicuro del quarto posto, si ferma per montare gomme nuove e strappare il giro più veloce a Max, che, c’è da giurarlo, non era stato avvisato per evitare ulteriori discussioni con il suo ingegnere di pista.

L’ultima gara prima delle 4 settimane di pausa finisce con Verstappen che coglie la sua ottava vittoria consecutiva, e la decima in stagione, mentre per la Red Bull il conto è già di 12 consecutive. Al secondo posto Perez, e, a completare il podio, Leclerc. Seguono Hamilton, Alonso, che ha chiuso degnamente il week-end del suo 42° compleanno. A punti vanno anche Russell, Norris, Ocon, Stroll e Tsunoda.

Come detto, ora c’è una pausa di 4 settimane, poi la stagione si riaprirà in casa di Verstappen, a Zandvoort, dove Max otterrà la sua nona vittoria consecutiva, eguagliando così quanto fece Vettel esattamente 10 anni fa. L’unica cosa interessante di questa stagione sarà vedere se riuscirà a vincerle tutte fino alla fine.

Buone ferie a tutti.

P.S. Se pensiamo a dove fosse il motore Honda 3 anni fa, c’é sa chiedersi come sia stato possibile che i giapponesi abbiano effettuato un recupero così clamoroso laddove altri (Ferrari e Renault) non erano riusciti nonostante fossero partiti due anni prima. Meglio, però, non farsi troppe domande.

P.S. 2 Mai si é vista in F1 una superiorità come quella espressa da Verstappen rispetto a tutti gli altri, affiancata ad una totale assenza di errori e di guasti meccanici. Per quanto ancora sarà sopportabile, per il business della Formula 1, una cosa del genere? 

P.S. 3, come i podi ottenuti dalla Ferrari nella prima parte della stagione. interessante il fatto che siano tutti arrivati in weekend sprint. Probabilmente a Maranello sono molto bravi a prepararsi a casa, ma poi non progrediscono durante il week-end perchè la macchina non lo permette. E, quando gli altri non hanno tempo di affinare il setup, se la possono giocare, altrimenti no. Vedremo se nei prossimi 3 week-end con la sprint questa tendenza sarà confermata. C’è da scommettere che alla fine della stagione il bilancio non sarà molto migliore di 6 podi, consegnando agli albi d’oro un’altra stagione deludente.