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VERSTAPPEN 4 DI 23 IN CINA. FERRARI PREPARA LA GARA.

La Formula 1 torna in Cina dopo 5 anni, e, all’entusiasmo del pubblico non è corrisposta una gara memorabile, anzi.

Pertanto, visto che chi scrive ha di meglio da vedere, dal vivo, scusandomi con gli affezionati lettori questa volta passo direttamente ai P.S.

P.S. l’impressione è che Verstappen, se volesse, sarebbe in grado di doppiare tutti.

P.S. 2 non è solo un’impressione, è la realtà, e mi immagino che i grandi capi stiano già trattando le gare in cui è possibile dare spazio a qualcun altro. Una è già passata.

P.S. 3 urgono aggiornamenti. Urge anche spiegare ai piloti che va bene che il primo avversario è il compagno di squadra, ma, almeno, bisogna stare attenti a non far passare gli altri, di avversari.

P.S. 4 quando Toto Wolff si beava del fatto che la struttura che ha messo in piedi è in grado di gestire senza problemi il turnover, probabilmente non ci credeva nemmeno lui.

P.S. 5 la gestione della SC è stata affidata all’intelligenza artificiale.

P.S. 6 il rigido protocollo non si può rompere, tranne per i piloti cinesi che corrono in Cina, ai quali è concesso di prendersi il bagno di folla dietro ai primi tre anche se arrivano quindicesimi o giù di lì.

P.S. 7 Alpine come al solito insignificanti in F1, Alpine fuori al primo giro nel WEC, vive la France.

 

LA FESTA E’ FINITA: VERSTAPPEN VINCE IN GIAPPONE

E’ aprile. Quarta gara del mondiale. E, in nome della sostenibilità, la Formula 1 fa tappa in Giappone. A Suzuka i ciliegi sono in fiore e splende il sole. Atmosfera un po’ diversa rispetto a quella autunnale e spesso umida che caratterizza da quasi cinquant’anni il GP del Giappone.

Quello che non cambia è il la musica. O, meglio, ritorna quella solita, con le Red Bull dominanti a monopolizzare la prima fila, e le Ferrari in difficoltà in qualifica ma con un passo gara promettente (?).

Si spengono i semafori e dopo sole due curve la gara viene subito sospesa. Albon decide che anche l’unico telaio buono rimasto alla Williams merita una ripassata, e lo pianta nelle gomme di curva 2 portandosi dietro Ricciardo. 

Si riparte da fermi dopo mezz’ora, e per i primi 10 giri non succede praticamente niente, con la parte alta della classifica che sostanzialmente non cambia.

I primi a fermarsi, sono quelli della Mc Laren, che montano la gomma più dura. A chiudere il giro delle prime soste è Verstappen, ma all’appello manca Leclerc, che resiste fino al giro 28, quando commette un errore nel tentativo di tenere dietro anche Perez.

Ma l’avere allungato così tanto il primo stint consente al monegasco di pareggiare la strategia con Norris, che era terzo al momento della prima sosta, restandogli davanti dopo la sosta che l’inglese effettua contemporaneamente a lui.

Al giro 30, Verstappen ha ben 10 secondi di vantaggio su Perez, che a sua volta ha 5 secondi di vantaggio su Sainz.

Al giro 34 Perez effettua la sua seconda sosta, e perde la posizione su Leclerc e Norris, che non si dovranno più fermare. Al giro successivo, si ferma anche Verstappen.

Perez si riprende subito la posizione su Norris, e si porta alla caccia di Leclerc, che riesce a superare senza tante difficoltà al giro successivo.

L’ultimo a fermarsi, al giro 36, è Sainz, che, da leader provvisorio, sprofonda in settima posizione. Che diventa subito la quinta superando Hamilton in pista e Rrussell che si è fermato ai box. Per prendersi il  podio, lo spagnolo deve ora passare Norris e Leclerc. Impresa che gli riesce senza troppe difficoltà.

Gli ultimi giri  vivono nel duello per la sesta posizione fra Alonso, Piastri e Russell. Ovviamente la spunta il vecchio marpione, al quale basta lasciare battagliare i due giovani dietro di lui.

Finisce così con Verstappen dominante, davanti a Perez, Sainz, Leclerc, Norris, Alonso, Piastri, Russell, Hamilton e Tsunoda.

Fra due settimane si corre in Cina, dove ci sarà anche la prima garetta. Come detto all’inizio, la musica è tornata la solita, ci sarà poco da divertirsi.

P.S. La regia che ci mostra solo i primi due tagliare il traguardo, e poi si sofferma sui folkoristici tifosi giapponesi è a dir poco scandalosa

P.S 2. Pare che in Williams volessero far ripartire Albon con la macchina di Sargeant. Ci fosse ancora il regolamento del 1984, l’avrebbero sicuramente fatto.

P.S. 3 Se Hamilton ha deciso di scappare dalla Mercedes c’è un motivo.

P.S. 4 Se Alonso ha lasciato l’Alpine c’è ugualmente un motivo

P.S. 5 Sistemata la statistica a Melbourne, e risolte le questioni interne, ora Verstappen le vincerà tutte fino alla fine.

P.S. 6 Leclerc deve iniziare a farsi delle domande, perchè il suo compagno licenziato gli sta costantemente davanti, e i suoi proverbiali errorini si stanno facendo sempre più frequenti. Ma, stavolta, non c’è più la scusa del cavare il sangue dalle rape. 

SAINZ RIENTRA E DOMINA IN AUSTRALIA. VERSTAPPEN FRENATO.

C’era un tempo in cui svegliarsi all’alba per vedere il GP d’Australia significava iniziare bene la domenica.

Accadeva quando la Red Bull faceva solo lattine, e la Mercedes solo motori. Poi le cose sono un po’ cambiate, ma l’aria australiana ha sempre fatto bene alle monoposto rosse.

Dopo avere dominato tutte le sessioni di prove libere, nonchè Q1 e Q2, la Ferrari si ritrova con Sainz, al rientro dopo l’operazione di appendicite, secondo e Leclerc quinto, poi promosso quarto, e il solito Verstappen in pole.

Partenza senza grandi emozioni, ma già al secondo giro Sainz si scatena e passa davanti a Verstappen, che si lamenta della macchina instabile. E al quinto giro il colpo di scena: esattamente 2 anni dopo l’ultimo ritiro, proprio in Australia, l’olandese è costretto ad abbandonare la gara con un freno in fiamme.

Al giro 9 iniziano i pit-stop, con Hamilton che rientra seguito al giro dopo da Russell. Al giro 12 è il turno di Leclerc e Norris. Nel frattempo, Sainz continua a macinare giri veloci, e il vantaggio sull’inglese della McLaren, secondo, sale a diversi secondi. Quando Lando si ferma, al giro 16, si ritrova dietro sia al monegasco della Ferrari che al compagno di squadra.

Al giro 17 è il turno del leader, che, però, si ritrova dietro ad Alonso. Contemporaneamente, Hamilton si ritira, e viene attivata la Virtual Safety Car. Nando ne approfitta così per fare il suo pit-stop e Sainz ritorna primo.

La Ferrari si ritrova così con le macchine nelle prime due posizioni, seguite dalle due McLaren. L’altra Red Bull di Perez naviga in un’anonima settima posizione.

A Leclerc viene detto di non attaccare Sainz, che comunque si cautela a suon di giri veloci. Al giro 29 il suo vantaggio è di ben 6 secondi, mentre dietro di loro la McLaren chiede a Piastri di fare passare Norris, che ha gomme di 6 giri più fresche rispetto a Charles.

Il monegasco si ferma al giro 35 per la sua seconda sosta, e si ritrova di pochissimo davanti a Perez e Alonso in lotta fra loro. Ma gli bastano due curve per metterli a distanza di sicurezza. Le due McLaren ancora non si fermano,

La sosta per Piastri arriva al giro 40, dopo un lungo che gli ha fatto perdere diversi secondi, e dare l’addio al podio in casa sua. Al giro successivo si ferma anche Norris, che rientra con 4 secondi di svantaggio da Leclerc. 

Per Sainz l’ultima sosta arriva al giro 41. Il suo vantaggio sul compagno di squadra scende da 10 a 5 secondi. 

Gli ultimi giri vivono del tentativo di Norris di avvicinarsi a Leclerc. Che non riesce, e la gara si conclude con il botto di Russell all’ultimo giro, che congela le posizioni.

Sainz vince così un GP dominato fin dalle prove libere, davanti a Leclerc che può recriminare sull’errore di ieri in qualifica. Norris completa il podio, seguito da Piastri, Perez a più di un minuto, Alonso, Stroll, Tsunoda, Hulkenberg e Magnussen.

Prossima tappa a Suzuka, circuito che non mente sulle qualità della monoposto. La SF-24 in Australia era più forte della RB20. Vedremo se saprà confermarsi in Giappone. 

P.S. C’è quasi un anno per cambiare idea. 

P.S. 2 Per una squadra che gestisce con Excel la distinta base della monoposto è normale non riuscire a produrre in tempo un terzo telaio. Quello che non è normale è appiedare un pilota perchè il compagno ha distrutto la propria auto. Perchè poi a punti non ci arriva nemmeno lui.

P.S. 3 Se, come dice Hamilton, la W15 ha molto potenziale, lo stanno nascondendo molto bene. E buttarla a muro non serve a tirarlo fuori.

P.S. 4 Steiner fa le interviste e le sue ex macchine arrivano entrambe a punti come non succedeva quando c’era lui. Giusto dare la precedenza all’aspetto ingegneristico anzichè a Netflix.

P.S. 5 Vive la France

P.S. 6 Non facciamoci troppe illusioni guardando la classifica del mondiale

VERSTAPPEN 2 DI 24 IN ARABIA SAUDITA

Quello che si è presentato in Arabia Saudita più che il set di Drive to Survive sembrava il set di Beautiful.
A tenere banco, ancora le storiacce Red Bull, fra amanti contese, nonni estromessi, manager rampanti osteggiati, e così via.

Ma il risultato non cambia. Max in pole e Charles di fianco a lui.
In tutto questo, Sainz si becca l’appendicite e al suo posto viene messo un diciottenne quasi sconosciuto e dal cognome la cui traduzione in italiano risulta piuttosto buffa. Per non parlare del soprannome. Ma dietro al volante evidentemente ci sa fare, visto che dopo una sola sessione di prove con la SF-24, riesce a piazzarla in undicesima posizione, subito dietro al sette volte campione del mondo, che lo estromette dal Q3 per un soffio.

Partenza senza grandi emozioni, a parte la difesa strenua della seconda posizione da parte di Leclerc, partito peggio di Perez. Strenua quanto inutile, perchè dopo 4 giri il messicano lo passa senza tanta fatica.

Nel frattempo, Max sta già guidando col braccio di fuori.

Al giro 7, Stroll si dimentica di un muretto e pianta la macchina nelle barriere. Inevitabile l’uscita della Safety Car, e tutti rientrano ai box, tranne Norris ed Hamilton. 

Si riparte al giro 10, e servono pochi giri a Max per riprendersi la prima posizione ai danni di Norris. Nel frattempo, Perez si prende 5 secondi di penalità per una plateale ostruzione ad Alonso in occasione del pit-stop.

A metà gara, Verstappen ha 7 secondi di vantaggio su Perez, che a sua volta ne ha altri sette su Norris, braccato da Leclerc. 

Al giro 36 si fermano finalmente anche Norris e Hamilton, per la loro unica sosta. Entrambi rientrano dietro al debuttante Bearman. 

L’ultima parte di gara non riserva emozioni, e il GP dell’Arabia Saudita si chiude con una scontata doppietta Red Bull, con Leclerc terzo, autore del giro più veloce proprio all’ultima tornata. Seguono Piastri, Alonso, Russell, un fantastico Bearman, Norris, Hamilton e un inaspettato Hulkenberg a chiudere la zona punti.

Fra due settimane si andrà in Australia. Se volete, vi dico chi vince.

P.S. All good things must come to an end.  Tutti i cicli vincenti prima o poi finiscono. Può succedere per un cambio di regolamento, o per la ricerca di nuove sfide da parte di chi vi ha partecipato. Quello della Red Bull sembra destinato a finire per motivi del tutto nuovi.

P.S. 2 in settimana Villeneuve ha criticato aspramente Ricciardo per avere preteso la posizione da Tsunoda in Bahrain, scatenando la reazione scomposta di quest’ultimo. Jacques lo ha definito un pilota buono giusto per Netflix. A vedere il risultato di oggi, pare proprio che abbia ragione.

P.S. 3 18 anni, chiamato all’improvviso a guidare una Ferrari, subito a punti. Comunque la si pensi, a proposito delle difficoltà di questa F1, si tratta di un’impresa non di poco conto, considerando le responsabilità che si porta dietro il mettersi al volante di una rossa. Speriamo che non sia vittima, come altri suoi colleghi, della penuria di sedili disponibili.

P.S. 4 Vive la France

 

VERSTAPPEN VINCE IN BAHRAIN LA PRIMA DI 24 GARE


Manco a dirlo, si ricomincia come si era finito. Con Max davanti a tutti. Ma con una differenza. I piloti Ferrari e Mercedes non si lamentano più delle loro auto. E, infatti, dietro a Max in pole, di pochissimo, ci sono Leclerc, Russell e Sainz.

Allo spegnimento dei semafori, Verstappen viene solo intimidito da Leclerc, mentre dietro Sainz perde la quarta posizione a favore di Perez.

Al ritmo di 1 secondo al giro, Max scava rapidamente una voragine fra sè e gli avversari, con Russell che supera Leclerc e si porta in seconda posizione. L’inglese, però, non riesce a staccare il ferrarista, e si forma un trenino di 4 macchine formato anche da Perez e Sainz, tutti racchiusi nell’arco di un secondo e mezzo.

Al giro 7, Perez passa Leclerc, e Sainz gli si accoda. Dopo altri 4 giri, il monegasco soccombe anche al compagno di squadra. Le gomme soft durano solo 11 tornate a Charles e Russell, che si fermano per montare la gomma a mescola più dura, ovviamente rientrando nel traffico.

Anche Perez è costretto a fermarsi per coprirsi dall’undercut. E in soli due giri il messicano supera l’inglese, portandosi in una virtuale seconda posizione. Il suo compagno, nel frattempo, è sempre più solo in testa, con un vantaggio abissale su tutti gli altri.

Al giro 15 si ferma anche Sainz, e si ritrova nuovamente dietro al compagno di squadra, ma molto vicino. E in 2 giri gli è di nuovo davanti, con un sorpasso molto aggressivo. Lo spagnolo è scatenato, e al giro successivo supera anche Russell e si porta in terza posizione. Nel frattempo, Verstappen ha fatto la sua sosta, e il suo vantaggio è ora di “soli” 5 secondi su Perez.

Che, però, ridiventano rapidamente più di 10, al ritmo di un secondo al giro.

Al giro 32, Russell anticipa gli avversari e si ferma per la seconda sosta. Tre giri dopo è il turno di Leclerc, seguito al giro successivo da Sainz.

Perez si ferma al giro 37, ed esce di poco davanti allo spagnolo.
Al giro 38 anche Verstappen effettua il suo ultimo pit-stop. Da notare che entrambe le Red Bull hanno montato gomma soft, mentre tutti gli altri hanno preferito mettere nuovamente la mescola dura.

Dopo un lungo inseguimento, al giro 47 Leclerc raddrizza parzialmente una gara compromessa dai problemi ai freni, riprendendosi la quarta posizione ai danni di Russell.

Negli ultimi 10 giri non succede più nulla, e la prima gara del 2024 si chiude con una ennesima doppietta Red Bull, o, meglio, un ennesimo dominio di Verstappen, che stacca di 20 secondi Perez, con le due Ferrari di Sainz e Leclerc non troppo lontane.

Seguono Russell, Norris, Hamilton, autore di una gara anonima, Piastri, Alonso e Stroll.

I primi sono quindi sempre quelli del 2023, e gli ultimi idem, con poche variazioni, date da Sauber che ha recuperato, e Alpine che è sprofondata.

Fra soli 7 giorni, sempre di sabato, si corre a Jeddah. Se volete vi dico già ora chi vince.

P.S. E’ inutile ricordare che quando Schumacher vinceva, ogni anno cambiavano regolamento, fino a che non sono riusciti, con la regola più ridicola della storia, a distruggere un dominio che sarebbe andato avanti ancora diversi anni. Anche quando vinceva Vettel, qualcosa si provava a cambiare, di anno in anno. Poi più niente, 7 anni di dominio Mercedes, una stagione di equilibrio con finale artificiale, e poi altri 3 di dominio Red Bull, che saranno di sicuro 4. Fare 48 gare così, col risultato predeterminato, in attesa del cambio regolamentare, è improponibile per il pubblico.

P.S. 2 Ancora una volta l’ottimismo made in Maranello era fuori luogo. Devono imparare a non dire niente. Ma proprio niente. Ora spazio ai soliti discorsi, del tipo ci aspettavamo di meglio, ma nel complesso è un buon risultato. Perchè il distacco è di soli 2 secondi e mezzo. Ma da chi?

P.S. 3 Se continua così, Sainz ha già il posto per il 2025. A Maranello.

P.S. 4 A Faenza quando hanno montato la RB 19 devono essergli avanzati dei pezzi.

P.S. 5 Ancora qualche gara, e Nando inizia a parlare. E pure Hamilton.

P.S. 6 I prossimi resoconti saranno fatti da ChatGPT, che funziona benissimo quando c’è bisogno di mettere assieme pezzi già scritti.