F2 UNGHERIA 2020 – ROCKET FROM RUSSIA

L’epica della F1 quest’anno è finita tutta in F2. Non solo la lotta per il mondiale sembra essere la più movimentata dal 2016, ma anche le gare sono le più entusiasmanti da un lustro a questa parte. Se nel primo weekend in Austria furono l’inesperienza di piloti e motori a determinare una gara entusiasmante e nell’omologo in Stiria servì la pioggia per movimentare il fine settimana, qui in Ungheria è stato il comportamento imprevedibile delle gomme a trasformare un tranquillo weekend magiaro in un thriller degno della migliore F1. Procediamo con ordine.

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Le prove libere sono state sonnacchiose: neanche in F2 si gira con la pioggia, i team preferiscono conservare i due set di gomme da bagnato per sessioni più importanti. Solo 9 piloti su 22 hanno fatto segnare un tempo valido e il migliore di questi è risultato Giuliano Alesi.

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La pioggia accompagna anche le qualifiche, e vedremo come questo influenzerà il resto del weekend. La sessione è stata dominata perlopiù da Ghiotto, alla disperata ricerca di un risultato (languisce ancora in fondo in classifica con 0 punti), ma una corretta strategia e il giro veloce piazzato nel momento giusto (poco prima della bandiera rossa per l’uscita di Daruvala) hanno permesso a Ilott di sopravanzare il pilota italiano e di ottenere dunque la pole. La potenza della UNIVirtuosi al Venerdì è confermata anche dal terzo posto di Zhou. Quarto è Ticktum (che qui in Eurocup conquistò la pole proprio in una qualifica bagnata) mentre quinto è Schumacher (a un quarto d’ora dal termine era in testa), che precede la coppia ART formata da Lundgaard e Armstrong. Chi ha estratto la pagliuzza corta invece è stato l’altro alfiere Prema, Shwartzman, solo undicesimo, e per l’ennesima volta il duo Carlin Tsunoda e Daruvala, 14 e 15. Gli ingredienti per lo show sono tutti qui. Entrambe le gare del weekend saranno (anche) una lotta tra strateghi e la gestione delle gomme sarà il vero discriminante ai fini della posizione finale.

BUDAPEST, HUNGARY – JULY 18: Sean Gelael of Indonesia and DAMS (1) leads Marcus Armstrong of New Zealand and ART Grand Prix (5) during the feature race for the Formula 2 Championship at Hungaroring on July 18, 2020 in Budapest, Hungary. (Photo by Clive Mason – Formula 1/Formula 1 via Getty Images)

Tra i piloti al via della Feature Race si nota un particolare interessante: Shwartzman, 11o, parte con le gomme prime, tutti gli altri (a eccezione degli ultimi 5) con le option. Negli anni passati di solito partivano con le soft tutti tranne gli ultimi tre/quattro. Quello del russo è un azzardo che, vedremo, avrà delle conseguenze. La partenza è movimentata: Ilott conserva la testa, Ticktum si insedia in seconda posizione (era quarto), ma Ghiotto e Zhou precipitano nella pancia del gruppo (saranno sesto e ottavo dopo le prime curve); in particolare sono i piloti Prema i “big winner” della partenza: Schumacher è terzo (partiva quinto), Shwartzman sesto (partiva 11o e con comme dure!).

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Non passa neanche un giro e Nissany manca il punto di frenata di cinquanta metri e travolge il compagno di squadra Sato jr. Gara finita per entrambi e SC che dura un paio di giri. Alla ripartenza c’è una bella lotta tra Ghiotto e Lundgaard che si conclude con il danese che tampona l’italiano rimediandoci un alettone divelto e una foratura all’anteriore sx; per evitarlo il compagno di squadra Armstrong allarga e viene tamponato da Markelov. Insomma, tra curva 3 e curva 5 entrambe le ART sono eliminate dalle posizioni che contano; entra di nuovo la SC per rimuovere la HWA del russo. Ghiotto sarà graziato dai commissari, ma IMHO è stata una mossa scorretta: in trazione dalla curva tre Lundgaard stava provando a passarlo alla sua destra e l’italiano, per coprire il fianco, si è mosso  di scatto e in ritardo. Il danese non ci poteva far nulla.

La SC rientra al settimo giro; diversi piloti ne approfittano per effettuare la sosta, vuoi per scarsa fiducia nelle rosse o per eccessiva fiducia nelle gialle. Tra i piloti di testa, Ticktum rientra insieme alla SC, Ilott risponde fermandosi il giro dopo. Questo undercut molto anticipato avrà delle conseguenze. Continuano per qualche giro in più invece Schumacher, Ghiotto, Shwartzman (ora terzo) e Zhou, ma alla fine entro il quattordicesimo giro si sono fermati tutti i piloti sulle morbide. (Schumacher è stato l’ultimo). Nelle prime posizioni restano solo i piloti partiti con le dure, vale a dire Shwartzman, Mazepin, Drugovich, Daruvala (autore dell’ennesima partenza al rilento) e Samahia. Tra i piloti già fermati si assiste al crollo di Ticktum, che in questa fase di gara gira anche di tre secondi al giro più lento e finisce per essere superato anche dalle Charouz di Deletraz e Pedro Piquet, alla rimonta di Zhou, che per recuperare le posizioni perse al via stressa forse troppo le gomme, e finalmente ad una gara tosta di Schumacher, che, forte delle gomme di sei giri più fresche, dopo il pit stop passa Ilott per la leadership virtuale.

Robert Shwartzman (RUS) PREMA Racing.
18.07.2020. FIA Formula 2 Championship, Rd 3, Budapest, Hungary, Saturday.
– www.xpbimages.com, EMail: requests@xpbimages.com Copyright: XPB Images

Mentre questi duelli hanno luogo, accade qualcosa di imprevisto : i piloti che si erano fermati per montare le gialle non stanno guadagnando nulla su quelli che invece vi erano partiti. Shwartzman, per esempio, racconterà di come vedesse Schumacher sempre alle prese con la stessa curva, mentre lui impostava la frenata di curva 1. Quando mancano circa una decina di giri finalmente si fermano anche i piloti di testa (Daruvala il primo, Mazepin l’ultimo) e montano soft. Il ritmo che imporranno alla gara sarà insostenibile per chiunque. Shwartzman riemerge in terza posizione, ma nell’arco di due giri sorpassa Ilott e Schumacher e galoppa via, due secondi al giro più veloce di tutti. L’unico forse a reggere il passo è l’altro russo,  Nikita Mazepin, teammate di Ghiotto, l’ultimo a fermarsi: a dieci giri dalla fine pagava venti secondi da Schumacher, ma sul traguardo ne aveva otto (!) di vantaggio, malgrado i numerosi sorpassi. Shwartzman dunque vince, e Mazepin (partito 16°!) arriva secondo. Terzo e quarto Schumacher e Ghiotto, che almeno riescono a contenere il rush finale degli altri piloti su strategia alternativa, Drugovich e Daruvala (che nella rimonta infila tre sorpassi di seguito all’esterno dell’ultima curva; giuro che non ne avevo visto fare neanche uno fino ad ora), alla prima prestazione decente dopo due weekend anonimi. Il duo Uni Virtuosi invece crollerà per il degrado: per Ilott (8° e in pole per la gara di Domenica) la causa è stata la sosta troppo anticipata, per Zhou (10°) la parte centrale dove forse ha chiesto troppo alle gomme. Ticktum, dopo il terrificante inizio di stint, in qualche modo riesce a ritrovare il ritmo e alla fine arriva nono. L’unico pilota partito con le rosse che ha guadagnato posizioni rispetto al via è stato Deletraz, settimo (con tanto di sportellata a Zhou).

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Non so se Shwartzman sia stato il più veloce; la strategia alternativa ha funzionato così bene che ha portato nella parte alta della classifica anche piloti di seconda fascia (finora) come Mazepin e Daruvala. La vittoria però è stata meritata, non fosse altro per la scommessa di partire con le gialle: se per gli ultimi partire con gomme dure è un atto dovuto, era da secoli che non vedevo qualcuno nella pancia del gruppo partire con le “prime”. La sua peraltro è stata una doppia scommessa, visto che prima della gara non ci sono state sessioni asciutte (motivo per cui tanto gara1 quanto [spoiler] gara2 sono state determinate dal confronto con le diverse strategie), quindi nessuno sapeva come le gomme avrebbero reagito. La scommessa ha portato frutti anche per la partenza straordinaria (cinque posizioni guadagnate malgrado calzasse le medie): se fosse rimasto bloccato nel traffico nei primi giri avrebbe perso più secondi dai primi e non sarebbe riuscito a conservare così bene le gomme. Forse il fattore più determinante per la riuscita della loro strategia sono state le due SC nei primi giri, che hanno impedito ai piloti con le rosse di guadagnare quello che poi gli “alternativi” hanno guadagnato su di loro a fine gara.

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A fronte di Feature Race entusiasmanti, le Sprint Race finora avevano sempre deluso; qui in Ungheria invece anche la Sprint Race si trasformerà in un thriller dove per metà gara la tensione si taglierà col coltello. Come nella precedente, anche qui la causa risiede nel comportamento imprevedibile delle gomme.

Ilott di nuovo mantiene la pole, mentre si distinguono le partenze di Shwartzman (che si infila in un pertugio quasi inesistente e  guadagna due posizioni), Ghiotto (da quinto a secondo), Mazepin (da settimo a quarto) e Ticktum (da nono a quinto). Un calo di potenza purtroppo condurrà fuori dai giochi il pilota inglese dopo appena due giri. Forse per problemi tecnici, Drugovich rimane piantato in griglia e quando partirà sarà stato possato da tutto il gruppo. A questo stadio del campionato, gli unici piloti di testa a non aver (ancora?) avuto guai con il powertrain sono il duo Prema e Ilott. Intanto la gara continua. A causa della pista umida, i piloti hanno compiuto scelte diversificate: la maggior parte dei piloti ha optato per le medie, mentre una significativa minoranza è partita con le rosse. Proprio questi vanno in crisi dopo pochi giri e sono costretti a prendere la via del box per montare pneumatici nuovi (forse ispirati da Tsunoda, che dopo essersi fermato per sostituori l’alettone rotto nei primo giri, al rientro in pista gira due secondi più veloce di tutti). Dopo la sosta staccheranno tempi impressionanti, ragione per cui tutti quanti, anche i piloti sulle gialle, si fermeranno per affrontare un secondo stint a ritmo di qualifica. Solo uno va controcorrente: Luca Ghiotto, secondo a cinque secondi dal leader Ilott, che decide di non fermarsi (per onor di cronaca, anche Alesi jr opta per la strategia “alternativa”, solo che a differenza dell’italiano affonderà come un sanpietrino nel Tevere).

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Quando l’avversario si ferma, a dieci giri dalla fine, il vicentino ha quasi quaranta secondi di vantaggio, che paradossalmente è un margine ridotto: nei giri successivi l’inglese guadagnerà in media tra i quattro e i cinque secondi al giro. Per rendere meglio l’idea, l’inglese gli guadagna in media un secondo ogni venti secondi (ma nella seconda metà di gara a volte anche uno ogni dieci). La sagoma di Ilott si ingrandisce negli specchietti ogni giro di più, l’italiano va al bloccaggio in curva 1 all’ultimo giro, ma tutto ciò non basta: Luca Ghiotto vince con quattro decimi di vantaggio su Callum Ilott. La manovra dell’inglese non è riuscita per diverse cause: un pit stop lento anche per gli standard della serie (qui sono ammessi solo un meccanico per ruota, quindi le soste durano in media una decina di secondi), gomme non rodate (l’inglese spiegava che la sosta non era stata pianificata, quindi non avevano potuto preparare le gomme alla perfezione) e anche la manovra su Alesi jr (l’altro pilota che non si era fermato): il sorpasso è stato effettuato senza particolari problemi, ma è stato sufficiente per fargli perdere qualche decimo (in quel momento l’inglese guadagnava un secondo ogni dieci sull’italiano; nel segmento che comprende il sorpasso di Alesi, per guadagnare un secondo ha impiegato quindici secondi, ovvero quel mezzo secondo che alla fine lo ha separato dalla vittoria).

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Dopo i primi due, terzo è Schumacher (primo pilota in stagione a ottenere due podi nello stesso weekend) che precede il teammate Shwartzman (autore di un bellissimo duello con Mazepin – penso che un sorpasso alla chicane del secondo settore non lo vedevo dal 2006). Zhou, autore anche stavolta di una partenza al rilento, intasca i punti dell’ottava posizione e del giro più veloce, mentre si distingue la buona rimonta di Armstrong, nono. Alesi jr, l’unico pilota oltre a Ghiotto a non fermarsi, alla fine è decimo.

BUDAPEST, HUNGARY – JULY 18: Race winner Robert Shwartzman of Russia and Prema Racing celebrates in parc ferme during the feature race for the Formula 2 Championship at Hungaroring on July 18, 2020 in Budapest, Hungary. (Photo by Dan Istitene – Formula 1/Formula 1 via Getty Images)

Si sta iniziando a delineare una scenario abbastanza chiaro. Al netto di outsider (che possono saltare fuori), la lotta per il mondiale sarà verosimilmente ristretta ai quattro piloti Prema e Uni Virtuosi. Shwartzman, 81 punti e primo pilota a vincere due gare quest’anno, è comodamente in testa e guida con 18 punti di vantaggio su Ilott, che recrimina una forma altalenante (non ha ancora fatto due ottime gare consecutive), e 38 (!) su Lundgaard, terzo a 43 punti. Segue Schumacher a 39 (di solito sono critico con lui, ma qui in Ungheria è stato forse il più forte) e Ticktum a 38 (il punteggio non rende giustizia a quello che finora è stato, per me, il secondo migliore dopo Shwartzman). Zhou langue ottavo a 31 punti, a 50 dal leader (non un ostacolo insormontabile, ma non può più permettersi errori o pessime prestazioni), quasi raggiunto da Ghiotto (10° a 27 punti). Le speranze mondiali per il team Carlin mi paiono quasi del tutto tramontate. Tsunoda oltre alla (magnifica) feature race della Stiria ha rotto un alettone a gara, mentre Daruvala è sempre stato lento e in generale poco sul pezzo (anche Sabato alla fine è stato il peggiore dei piloti su strategia alternativa). La classifica dei team riflette le considerazioni poc’anzi espresse: la Prema guida la classifica con 120 punti, poi la UniVirtuosi con 94 punti e la ART con 77. Quarta a sorpresa la Hitech con 54 punti, mentre la DAMS è solo quinta con 44 (ma del resto può contare solo su Ticktum per i punti).

[IMMAGINE DI COPERTINA TRATTA DA RACEFANS.NET]

Lorenzo Giammarini a.k.a. LG Montoya

F1 2020 – GRAN PREMIO DI GRAN BRETAGNA

Dopo l’abbuffata di tre GP consecutivi tra Austria e Ungheria la F1 arriva a Silverstone per altri due appuntamenti back to back. La penuria di luoghi adatti a correre in macchina in tempi di pandemia ha costretto la FIA al doppio appuntamento su un circuito dal nobile lignaggio.

Con i suoi 5891 metri, 18 curve (10 a destra, 8 a sinistra), da percorrere 52 volte per un totale di circa 306 km, Silverstone oltre ad essere una delle più emblematiche piste in F1, è una delle più impegnative per le monoposto: servono elevati livelli di carico aerodinamico, ma allo stesso tempo un’elevata efficienza per essere veloci tanto sui rettilinei quanto nelle curve. A testimonianza di ciò vi sono i 249 km/h di media sul giro, decisamente più alta rispetto ai GP precedenti (circa 211 km/h di Budapest e 246 km/h del Red Bull Ring), e i rapidi cambi di direzione della sezione di Maggotts, Becketts e Chapel, che, insieme alle altre curve ad alta velocità del tracciato, richiedono un elevato carico per avere una vettura stabile (anche considerando il tanto vento che solitamente è presente) e, allo stesso tempo, “gentile” sugli pneumatici. Le vetture, infatti, superano spesso i 4g di accelerazione laterale e questa enorme quantità di energia trasferita agli pneumatici rende il tracciato inglese estremamente probante per le coperture, tanto da costringere Pirelli a portare le mescole più dure della gamma (C1, C2, C3) per il 1° appuntamento per poi passare, con il fine di “scompigliare le carte”, a C2, C3, C4 per il 2° GP in UK.

La meccanica non deve essere assolutamente da meno: a Silverstone serve un anteriore reattivo e preciso in fase di inserimento in curva, una perfetta trazione in uscita dalle curve (curva 3,4,7,16,17) e una vettura stabile in percorrenza (curva 6, 9, 15), quindi con sospensioni tarate più morbide per favorire l’aderenza ma allo stesso tempo barre più rigide per favorire la reattività e riducendo il rollio. La potenza è davvero la ciliegina su questa torta di “perfezione”: circa il 76% del giro si compie a farfalla spalancata (contro i 70% di Budapest, già esigente su questo fronte) e 10cv equivalgono a circa 2 decimi al giro. Unendo questo dato a quello del carico aerodinamico, possiamo dire che più potenza hai, più punti di carico puoi permetterti e, se la vettura è particolarmente efficiente, questo permetterà di non preoccuparsi anche dei consumi, considerando che 10kg di carburante sono stimati in 1 decimo e mezzo al giro. Particolarmente importante è, inoltre, l’energia a disposizione dalla parte ibrida che viene stimata in circa 2 secondi al giro. Riassumendo, qui vince la vettura migliore e, anche quest’anno, tranne per il lampo “a casa loro” della Ferrari nel 2018, la migliore è la Mercedes.

Per soffrire: Vettel vince il GP con la SF71H nel 2018. Immagine da motorsport.com

Quindi, se non fosse che la Mercedes sembra più che mai “ingiocabile” per tutti, due GP a Silverstone sarebbero un sogno per ogni appassionato di motorsport. Peccato che, a meno di eventi imprevedibili, pioggia,  e ancora più improbabili, problemi di affidabilità delle ex frecce d’argento ormai nere, si prospetta una Mercedes che senza grosse difficoltà dovrebbe fare bottino pieno senza grosse difficoltà, a tutto vantaggio delle pennichelle post prandiali dei tifosi.

Così, tra una serie di team radio col timore di non portare la macchina al traguardo e le “bullshit” con cui Wolff liquida stizzito le insinuazioni dei(l) avversari, il campionato 2020 rischia di ricalcare le orme di quello 2014, magari con Verstappen a fare la parte del Ricciardo in Red Bull.

Buon per Mercedes, Wolff, Hamilton e i tifosi degli anglo-tedeschi, forse un pò meno per Liberty Media che rischia di vedere ancora più affievolirsi l’appeal mediatico di un prodotto che gli è costato svariate centinaia di milioni di dollari. Probabilmente in un anno come questo sconvolto dalla pandemia di Covid-19 stanno solo cercando di salvare il salvabile e sperare di cominciare il 2021 in condizioni “normali”.

Ma è ovvio che una situazione da one team show come quella attuale non si adatta bene alla mentalità sportiva americana in cui l’alternanza al vertice non è un augurio ma un obbiettivo da perseguire.

Nel frattempo tiene ancora banco il caso Mercedes rosa che poco ha a che fare con il felino dei cartoon e molto con una imbarazzaante somiglianza tra la W10 2019 e l’attuale Racing Point. Appurato che “tutti copiano in F1”, Brawn e Todt docet, il focus della federazione sembra essere concentrato su un elemento poco affascinante e dalle limitate potenzialità di offrire un plus alle performance in pista come le prese dei freni della macchina di Stroll padre. Insomma un elemento difficilmente riproducibile a meno che non si abbiano fisicamente sotto mano i disegni originali, cosa che va a braccetto con lo spionaggio industriale.

Le prese dei freni in questione sembrano uguali a quelle della W10. Sembrano perchè Racing Point ha già ovviamente spergiurato che non lo sono, che è tutta farina del loro sacco. A questo aggiungiamo che la FIA ha ammesso di non averci dato poi chissà che occhiata prima che la Renault decidesse formalmente di fare reclamo.

La partita è ancora aperta, con esiti che vanno dal “nulla di fatto” alla squalifica della Racing Point. Entrambi gli estremi sembrano improbabili, più probabile che si cercherà una soluzione intermedia.

Vedremo cosa deciderà la FIA, se la condotta Racing Point è conforme allo “spirito del regolamento” oppure no. In pratica capiremo se in F1 imbroglia solo la Ferrari oppure anche qualcun’altro.

“Quelli” delle aree più nere che grigie del regolamento invece potrebbero vedersi di fronte un’altra via Crucis in terra britannica. Prospettiva che rimane nefasta sia in situazione di asciutto che sul bagnato. Gli aggiornamenti aerodinamici non possono compensare i 6/7 decimi che si sono persi dall’eliminazione del trick della PU di Maranello e di conseguenza questo 2020 sarà poco competitivo o per niente competitivo in base alla pista su cui si correrà. E Silverstone per Ferrari è sulla lista nera.

Si pensa già al 2021 e alla possibilità di omologare una nuova PU che possa rendere quanto meno accettabile il campionato nell’anno venturo. Operazione non impossibile ma molto difficile, considerando l’attuale confusione tecnica e di gestione del capitale umano che c’è in Ferrari.

Mettiamola così, con tutta probabilità e a dispetto della situazione attuale e di quella in divenire, il pilota più ottimista i ottica 2021 tra Sainz e Vettel è quello con la passione per le motoseghe…

Altra sorpresa arriva dalla Red Bull, stranamente contraddittoria nelle dichiarazioni dei suoi notabili che non sanno a chi/cosa dare la colpa per delle performance in pista che non rispecchiano le aspettative di inizio stagione. Colpa della PU, no del telaio, addirittura una “maranelliana” e poco onorevole mancanza di correlazione di dati tra simulatore e pista. Un attacco di ferrarite in pratica. Con la differenza che il gran capo Mateschitz sembra avere il polso decisamente più fermo della situazione, chiedere a Marko e Horner per conferme.

Dal canto suo Verstappen spera nella pioggia per entrambi i weekend di gara. Di sicuro renderebbe le cose meno scontate.

In McLaren sentono profumo di casa e cercano un pronto riscatto dopo l’anonima gara ungherese. Renault arriva più ringalluzzita e con in sospeso il reclamo contro Racing Point inoltrato alla FIA.

Per Haas e Alfa Romeo, vale quanto detto per Ferrari, ossia un weekend estremamente complicato e frustrante, con delle vetture completamente scariche e una PU spompa. Lì in griglia evidentemente solo per ricordare ai tanti competenti accreditati (sic) che non basta ridurre il carico quando non hai cavalli, è solo un compromesso disperato al ribasso. E viceversa (ricordando i giudizi sulla SF90).

Williams potrebbe essere la sorpresa. Sarà l’aria di casa, una monoposto degno di tale nome e un Russell che in Ungheria è andato forte ed è indicato come il naturale erede di Hamilton (treccine a parte si spera), ma potrebbe valere la pena scommetterci qualcosa su un ingresso nella zona punti. Poca roba però.

Per chi sta sul divano a casa è ovvio sperare in una gara con pioggia o comunque condizioni miste, se non altro per evitare la probabilissima pennichella incombente all’inizio del secondo giro con le Mercedes davanti.

Come giustamente ha detto l’ineffabile Wolff, quello che risolve i problemi alla sua squadra, poco importa se attuale o prossima ventura, e ne crea di enormi agli altri, o meglio “altra”, non è un problema per chi vince preoccuparsi della prevedibilità del campionato.

Giustissimo, e la pensano così anche i fan Mercedes e quelli di Lewis “Mohammed Alì” Hamilton. Gli altri ovviamente meno, ma hanno poca voce in capitolo. Potrebbe arrivare a pensarlo anche Liberty Media, e in questo caso le cose potrebbero cambiare parecchio.

P.S: notizia dell’ultim’ora la positività di Perez al coronavirus e conseguente quarantena di 14 giorni che gli farà perdere entrambi gli appuntamenti a Silverstone. Si cerca ancora un sostituto papabile tra Gutierrez, Russell e Hulkenberg. Considerando le ambizioni Racing Point su questa pista è una bella tegola. E si potrebbe iniziare a pensare che Vettel porta una sfiga pazzesca…

*immagine in evidenza da motorauthority.com

Rocco Alessandro & Chris Ammirabile

 

WSBK SEASON 2020 – ROUND DI SPAGNA

Mancavano solo loro all’appello e finalmente è giunto il loro momento. Il mondiale SBK era l’ultimo degli appuntamenti motociclistici principali a non aver ancora ripreso l’attività ma l’attesa è finita ed è l’ora del round spagnolo sul circuito di Jerez.

Riparte la sfida tra quelli che sono accreditati come i principali contendenti al titolo, Rea e Redding che nei recenti test a Barcellona hanno dimostrato di non essere affatto arrugginiti dalla forzata inattività, sfoderando dei tempi da far concorrenza alla motoGP.

immagine da GPone.com

Oltre a questi due ci sarà di sicuro Razgatlioglu nella lotta all’iride, già vincitore di gara 1 in Australia. Probabile che possa pagare la mancanza di esperienza nella lotta la vertice sul lungo periodo ma di sicuro darà un fattore decisivo nell’assegnazione del titolo.

Lowes è il protagonista che non ti aspetti, vincitore di gara 2 in Australia e sempre ben piazzato tanto da essere il leader del campionato. La moto per aspirare a qualcosa di importante ce l’ha, vedremo se riuscirà a tener testa al suo compagno di squadra Rea.

Davies è il pilota più in bilico tra quelli “top”: deve dimostrare di valere il rinnovo del contratto con Ducati e accettare con tutta probabilità una riduzione dell’ingaggio. Considerando lo scarso feeling con la V4 la sua strada è decisamente in salita…

In BMW tanto è successo fuori dalla pista, con l’annunciato arrivo di Van der Mark per il 2021. A questo punto il 2020 diventa la stagione da dentro/fuori per Laverty e Sykes che si giocheranno il sellino rimanente. Sykes è favorito ma un Laverty in palla può diventare letale.

La vera grande novità di questo nuovo inizio è il divorzio consensuale di Camier dal team Barni e il ritorno di Melandri alle gare, che sostituirà proprio Camier.

immagine da worldsbk.com

Il pilota inglese ha ancora problemi alla spalla lesionata nella caduta ai test di Aragon di inizio anno e non può garantire di essere al 100% in tempi brevi, preferendo fermarsi e tornare pronto per il 2021. Questo ha permesso a Melandri di fare un ritorno in grande stile nel circuito che conta, in sella da una moto sicuramente competitiva.

In apparente difficoltà la Honda di Haslam e Bautista. Il progetto è nuovo e ancora in parte acerbo e il lockdown non ha aiutato a sgrezzarlo. In più, ci sono stati problemi anche nei test di Barcellona con le moto ferme ai box per un’intera mattinata senza apparente motivo.  Vedremo cosa saranno in grado di fare a Jerez.

La vera unica nota negativa di questa riapartenza è che al momento, solo sei round sono stati confermati. Si correrà a Jerez, Portimao, due volte ad Aragon, Montmelò e Magny Cours. Definitivamente cancellati i round di Donington, Assen e Losail mentre c’è ancora speranza per quello argentino di Villicum e Misano.

Un campionato in forma ridotta, in cui si dovrà sbagliare pochissimo perchè non ci sarà tempo per recuperare. Sperando che l’azione in pista compensi l’inusuale mancanza di gare da correre.

Favorito d’obbligo Rea, perchè è il campione in carica, il binomio con Kawasaki è a prova di bomba e Jerez è di sicuro una pista più amica della sua moto rispetto a Phillip Island. Redding sembra avere dalla sua una certa incoscienza e sicurezza nei propri mezzi che potrebbero dargli quel qualcosa in più. In ogni caso speriamo di divertirci, loro in pista e noi da casa.

*immagine in evidenza da motorbox.com

Rocco Alessandro

 

“UN DEGNO EREDE?” MOTOGP ANDALUSIA 2020 – POST GP

È un po’ di tempo che lo penso ed ho cominciato a guardare le cose in modo diverso.

Questa M1 va fortissimo. Questa Yamaha M1 è ritornata ad essere un martello pneumatico che macina giri veloci uno dietro l’altro, con una precisione degna di un orologio svizzero.

La cura⁉️ Jorge Quartararo.

Fabio Quartararo ed il 5 volte Campione del Mondo, nuovo Test Rider Yamaha nel 2020. Non una casualità. Immagine tratta da MotoGP.com

Si si… Avete capito bene. Non è un caso quel che sta accadendo in Yamaha (ne parleremo la prossima settimana o forse prima), Fabio Quartararo sta guidando la Yamaha M1 così come va guidata, alla Jorge Lorenzo.

Oggi ha LETTERALMENTE DOMINATO infliggendo un distacco irriverente ai compagni di marca, tanto che si è girato sul traguardo per vedere se fossero dietro….

 

La gara è stata entusiasmante sin dalla partenza, infatti Vinales ci ha mostrato la sua proverbiale attitudine a complicarsi la vita. Partenza inguardabile e lungo alla Lorenzo nel solo primo giro. Quartararo adios…

Fabio ha fatto una gara alla Jorge Lorenzo, partito in testa ed arrivato in testa macinando un ritmo impressionante sotto al 39″.

Dietro abbiamo assistito ad uno show nello show. Il solito Miller assaggia la solita ghiaia mentre il compagno di sella Bagnaia si involava verso un magnifico 2° posto. Una gara formidabile quella del Pilota di Chivasso che viene tradito dal motore della Desmosedici.

Qualcuno (il sottoscritto) ha tirato giù tutto il calendario, tanto che Guidotti (Pramac) ha chiamato per calmarlo…

Sale in cattedra chi davo per spacciato, nonostante le prove più entusiasmanti dello scorso GP. Valentino ha tenuto testa a Vinales in staccata fino ad un paio di giri dalla fine.

Maverick è riuscito a sopravanzarlo solamente nel finale andandosi a prendere il 2° posto. Oggi anche la sorte era dalla parte di Vale, non fosse per le rotture dei motori di Bagnaia e Morbidelli…

 

Marc Marquez⁉️⁉️⁉️⁉️🤔 Yamaha M1⁉️⁉️⁉️⁉️🤔

QUESTIONE PNEUMATICI… Troppe cadute. Troppe cadute. Oliveira, Lecuona, A. Espargaró, Miller, Petrucci e Binder. 6 cadute… Soltanto 13 Piloti al traguardo, se teniamo conto anche dei ritiri di Morbidelli e Bagnaia.

Un grande applauso a Rins e Crutchlow che stoicamente riescono a terminare la gara nonostante gli infortuni riportati nel GP di domenica scorsa.

🔴DOMANDE⁉️

➡️Zarco dietro Alex Marquez…🤔.                                    ➡️Dovizioso porta sempre la pagnotta a casa🙊 Nonostante Miller e Bagnaia…                                              ➡️Aprilia è una desolazione. SERVE ALTRO. 🤫        ➡️Quanto manca a KTM per la vittoria⁉️🤗.              ➡️ Mondiale costruttori… Qualcuno chiederà scusa ai tecnici di Iwata⁉️😂👋

Risultati GP Andalusia 2020 – Tratti dal sito ufficiale MotoGP.com

 

MOTO2 – Tanta Roba tutta Italiana

https://twitter.com/Mat14_05/status/1287351298602434560?s=19

In Moto 2 è stata una domenica da segnare in rosso sul calendario. Tripletta Italiana con Bastianich ( no, non quello pelato che conduce Masterchef…. Scusate il T9 me lo ha messo così e mi piace troppo. BASTIANINI) Marini e Bezzecchi.

La Bestia ha condotto la gara in modo magistrale andandosi a prendere una vittoria meritatissima davanti ai Piloti dello SKYVR46 Racing Team.

Nagashima guida il Mondiale davanti a Bastianini e Marini. Credo sarà il leitmotiv della stagione.

MOTO 3 – L’HA LIFATTO🎌

https://twitter.com/AngyFra89/status/1286984134917787648?s=19

Callaghan ha fatto ancora di più. In occasione della pole mi sono lasciato andare, sapevo che probabilmente sarebbe stata la volta buona. Siccome porto sfiga (vedere Oncu e Binder la volta scorsa) ho preferito starmene zitto.

Suzuki ha vinto una battaglia magistrale tenendosi dietro quei cagnacci di McPhee, Vietti, Binder e Rodrigo. Una vittoria meritatissima nella speranza che diventi più costante in gara.

Out il leader del Mondiale Arenas che perde l’anteriore e chiude anzitempo la gara.

Chi mi sorprende tanto è l’inglese. McPhee sarà un osso duro per tutti in questo Mondiale, è cresciuto tantissimo è potrà dire la sua in questo Mondiale.

In classifica comanda Arenas, tallonato da Suzuki, McPhee ed Ogura. È un Mondiale “strano” questo della Moto3… Mancano tanti all’appello, da Arbolino a Masia, da Fernandez a Toba. Certo avranno modo di rifarsi già da Brno….

 

P.S. Quartararo potrebbe essere l’erede di Jorge Lorenzo in Yamaha, riportando il Mondiale ad Iwata e deliziandoci con uno stile di guida vicino a quello del maiorchino.  STOP👋

 

Ci si vede a casa di Karel Abraham🇨🇿

 

Francky

 

MOTOGP 2020- GP DI ANDALUSIA JEREZ DE LA FRONTERA

Comincia il Mondiale e accade quello che non pensavi: il povero Marc si è tolto di mezzo nella maniera più sbagliata, poveraccio. Ma ha dimostrato ancora una volta la determinazione che lo attanaglia, la voglia di non mollare mai. La gara era virtualmente persa, ma lui ci ha provato e non gli è bastato succhiar la scia del secondo, voleva andare oltre. In tutta onestà i detrattori del catalano hanno perso un’occasione per tacere, perché se è vero che i Mondiali e le gare si vincono anche ragionando, è altresì vero che gli appassionati amano coloro che quando han finito di sputare tutta l’anima spingono ancora. E se lo fa Marc (che qualche iride a casa l’ha già portato ndr) dobbiamo solo battere le mani e tacere.

(immagine tratta da corriere.it)

Dopo questo primo incidente serio andrà più piano? Non ci credo. Piloti come Marquez hanno un’altra testa rispetto ai comuni mortali: ragionano in modo differente e questo brutto infortunio non lo fermerà. Piloti come Marc perdono decimi solo dopo tanti incidenti, non ne basta uno. La dimostrazione l’abbiamo nel fatto che dopo l’operazione di martedì è già partito alla volta di Jerez con l’intenzione di convincere medici e vertici di HRC a farlo gareggiare. Sarà complicato ma tant’è.

Si aprono quindi tanti scenari in un mondiale che si ipotizzava già segnato solo una settimana fa. Il susseguirsi delle gare in tempi molto ristretti non giocherà a favore dello spagnolo che parte con un handicap non indifferente. Se ne vedrebbero delle belle nel caso in cui tornasse competitivo sin da Brno, come auspicato dai medici, altrimenti il suo unico obiettivo potrà essere quello di vincere tutte le gare a cui parteciperà facendo da ago della bilancia nella lotta degli altri. Anche nell’ipotesi di un recupero breve (i motociclisti ci hanno stupito tante volte in passato) non sarà più artefice del proprio destino come è sempre stato in carriera, ma dovrà sperare anche nella battaglia degli altri per poter puntare al bottino grosso, il tutto a vantaggio dello spettacolo.

(immagine tratta da quotidiano.net)

Tutti gli altri ora intravedono l’inimmaginabile. Il primo della lista è Dovizioso se non altro perchè negli ultimi tre anni è arrivato regolarmente secondo dietro lo spagnolo: è dotato della costanza, della moto e dell’esperienza per riuscirci. A Jerez ha fatto una gara intelligente ed un risultato importante su un tracciato storicamente ostico sia per lui che per la rossa che pilota. Con i dati raccolti in gara 1 potrebbe puntare a qualcosa di meglio questo fine settimana poi, da domenica pomeriggio, si aprirà per lui un periodo fondamentale. Piste amiche come Brno, un doppio Spielberg (dove Ducati vince ininterrottamente da sempre) e un doppio Misano che resta pista di casa Ducati. Sarà cruciale centrare un bottino di vittorie e punti importanti, un’occasione unica, forse irripetibile che il Dovi si dovrà giocare mentre pensa al contratto del prossimo anno… Queste condizioni spingeranno la dirigenza bolognese a prendere la decisione corretta nel più breve tempo possibile? Si riuscirà ad evitare che l’incertezza possa minare la serenità del gruppo e le prestazioni di Andrea? Urge chiarezza, subito.

Gli altri pretendenti al titolo sono i due alfieri Yamaha Quartararo e Vinales che guidano quella che veniva definita la moto “meno performante” tra le le tre top…

Fabio si è “sverginato” domenica scorsa e ciò dovrebbe aumentare la consapevolezza del suo potenziale. A proposito di Fabio va detto che le vittorie han tanti padri mentre le sconfitte sono fatalmente sempre orfane. Se oggi è lì  tanto merito va dato a Luca Boscoscuro che ha creduto in lui più di ogni altro ed è corretto rimarcarlo. Tante volte abbiamo visto campioni promettenti essere stritolati dai risultati negativi e poi abbandonati a se stessi: grazie Luca di aver permesso di godercelo.

Vinales promosso a caposquadra Yamaha ha acquisito sicurezza in se stesso. Se non avesse sbagliato gomme anteriore domenica scorsa avrebbe lottato con Fabietto e, sulla carta, dovrebbe essere quello messo meglio tra gli “Iamachisti” anche solo per la maggior esperienza: dovrà evitare le cattive partenze del passato ed i weekend di buio ricorrenti. Ha le carte in regola per farcela.

Rivedremo in pista sia Rins che Crutchlow che, insieme a Marquez, han fatto fare gli straordinari al Dottor Mir questa settimana.

Le cadute pare abbiano il comune denominatore nella gomma posteriore ad alto grip che quest’anno ha portato la Michelin. Sembra che tale gomma abbia cambiato la dinamica della moto in entrata di curva e che i piloti non ci si siano ancora adattati al 100%, complice la lunga inattività di questi mesi.

Dopo la bella qualifica di sabato e la discreta gara di domenica c’è da aspettarsi qualcosina di meglio da Pecco Bagnaia che comunque è apparso molto più “centrato” che lo scorso anno. Lo so, magari vi annoio, ma il mio cuore tira da quella parte per tante ragioni…

Si dovrebbe parlare di Valentino… non  lo farò perché qualsiasi parola sarebbe fuori luogo: fa male al cuore vederlo cosi..

 

MOTO2

Se il buongiorno si vede dal mattino Luca Marini vincerà come la scorsa domenica in quanto autore di una gara maiuscola e bellissimo da vedere in sella. Il giapponese arrivato subito dietro è però tosto ed anche in testa al Campionato….. Gli altri italiani sono scivolati indietro con Bezzecchi scivolato veramente e i Diggia lasciato a piedi sul più bello. Ci attendiamo una gara migliore per tutti, compreso lo storico “osso duro” del campionato Thomas Luthi che stavolta l’ha lanciata nella ghiaia.

(immagine tratta da gpone.com)

 

MOTO3

Prevedere una gara per i deboli di cuore non è quotato da nessun bookmaker. Arenas replica la vittoria allungando in campionato ma con i ragazzini tutto può succedere, anche di restare in piedi dopo il “motoscontro” all’ultima curva. Favorito naturale lo spagnolo facciamo tutti il tifo per uno dei nostri italiani, non importa chi, basta che vinca uno dei nostri “a casa loro”.

Buona gara a tutti.

(immagine in evidenza tratta da moto.it)

Salvatore V.