NON ACCONTENTARSI MAI, GRAZIE MARC – HAI REGALATO UN SOGNO

Il mio divano è molto comodo. Un comodo divano con penisola, apribile in modo tale da diventare immenso. Ho condiviso con lui numerosi eventi sportivi, per lo più motociclistici e/o motoristici…

Anche il tuo divano presumo sia comodo, forse più del mio. Molto spesso presi dalla foga ci dimentichiamo, nel commentare una gara motociclistica (parlo per il mio campo) di avere le chiappe poggiate sul soffice divano nostrano invece che su una sella in neoprene, realizzata appositamente per dare al Pilota la sensazione, inebriante, di sentire tutte le reazioni del mono posteriore.

Il mio divano domenica era diventato scomodo, scomodo a tal punto che mi son dovuto alzare quando Marc ne ha salvata un’altra.

Alla curva 4, la curva che vide mise fine alla carriera di Mick Doohan, Marquez perde l’anteriore e riesce a salvarla con gomito e ginocchio.

Dal mio comodo divano mi chiedevo come avesse fatto, uscendo a 150 km/h, a rimanere in piedi nella ghiaia; quello è ancora più difficile ed invito chiunque a fare una decina da metri con la moto nella ghiaia (potete provare alla San Donato se vi va, tanto li li prima o poi la ghiaia la provano tutti.., oppure alla Roma a Vallelunga fate voi…)

Impossibile da spiegare ma la sensazione era quella di euforia. Sapevo che Marc ci avrebbe provato, sapevo che avrebbe provato a vincerla, sapevo che sarebbe stata come Valencia o Estoril.

Sapevo che ci avrebbe provato, sapevo che era una gara da “Vinco o Cado”. D’altronde è la prima gara dell’anno, ed alla prima gara dell’anno (a meno che  non ti chiami Ragionier Fantozzi) non ti metti a fare calcoli; non Marc Marquez.

Guardando quella rimonta furiosa ho capito una cosa… (sempre dal mio comodo divano, in tessuto marrone) L’Argentina 2018 non era servita ad una beata mazza. Marc era entrato in modalità animale, in una modalità che solamente i cannibali hanno, una trance agonistica di quelle “cattive” da bastardo dentro.

Aveva quella cattiveria dentro già dal via, ed è stata quella voglia di distruggere il Francese che lo ha fregato.

Dal divano guardando la rimonta di Marquez avrete certamente goduto come dei ricci in calore (come gode un riccio in calore⁉️👀).

Stavate già pregustando l’assalto a Quartararo, stavate già immaginando l’arrivo al fotofinish, eravate in estasi come mai prima d’ora. Pochi Piloti regalano quelle sensazioni, ed anche se si tratta di un Pilota “odiato” secondo me tanti “Anti” sono rimasti affascinati.

La consacrazione Marc l’ha avuta quando ha passato Valentino. Valentino, l’animale da gara più cattivo del Mondo… Valentino aveva capito quello che stava accadendo, così come lo stavamo guardando noi dal nostro comodo divano.

Poi il patatrac.

E li l’estasi diventa distacco. L’estasi provata grazie all’unico Pilota che ha regalato spettacolo, che c’ha messo il cuore, che ha gettato il cuore oltre l’ostacolo…. l’estasi diventa freddezza.

Dal tuo caro divano cominci a fare i conti, cominci a dire di Marquez tutto il contrario di quello che avevi pensato un secondo prima.

DOVEVA ACCONTENTARSI. 

Io aggiungo… Doveva accontentarsi un par de palle (si scrive così vero⁉️)

https://twitter.com/AngyFra89/status/1284836329583517696?s=19

Probabilmente Marquez si sarebbe accontentato appena superato Vinales, probabilmente no ma il fatto che sia volato in highside ci dà il permesso di giudicare, dal nostro comodo divano, IN NEGATIVO, le gesta eroiche di un Campione.

Oggi Marquez è stato operato a Barcellona dal Dott. Mir. Intervento eseguito con successo grazie all’installazione di una placca metallica, fortunatamente il nervo radiale non è stato minimamente interessato. Probabilmente lo rivedremo da Brno… Ricordatevi quegli occhi… Saranno ancora più cattivi.

La cattiveria di cui parlavo. Riguardate il sorpasso su Dovizioso alla curva Lorenzo…

P.S. Al netto di tutto  pensate ad una gara in cui, magari anche un Pilota che vi sta sulle palle, vi abbia fatto sobbalzare sul divano e rimanere col cuore in gola per almeno 10 minuti…

 

Quello è il Motorsport.

Saluti.

https://twitter.com/MotoGP/status/1285470090574561282?s=19

 

Francky

HAMILTON IMPRENDIBILE A BUDAPEST, FERRARI DOPPIATA E AFFONDATA

In questa anomala stagione 2020 della F1, vi sono poche certezze. Una però l’abbiamo: sappiamo già che il campione del mondo piloti sarà Lewis Hamilton, e quello costruttori la Mercedes. Non possiamo dire quando avverrà la laurea, per il semplice motivo che non sappiamo quante gare verranno disputate, ma da quel che si è visto al circus conviene chiudere la stagione con il numero minimo indispensabile, perchè con questo livello di competizione saranno solo soldi buttati.

La dimostrazione l’abbiamo avuta a Budapest. Pista completamente diversa da quella di Spielberg, sotto tutti i punti di vista. Ma la squadra dominante è sempre la stessa, la Mercedes, in questo caso seguita dalla succursale rosa con la macchina dell’anno precedente.

Già dalle qualifiche si era capito quale sarebbe stato l’andazzo. Prima fila grigia, pardon, nera, seconda fila rosa, terza fila rossa, ad 1.3 sec. Un distacco abissale.

E, a peggiorare la situazione da un punto di vista della competizione, Red Bull in grande crisi coi due piloti a chiedersi come mai andassero così piano.

E per Verstappen i problemi continuano nel giro di schieramento, con un errore incredibile, agevolato dalla pista umida, che gli fa portare in griglia una macchina senza alettone e con un braccetto dello sterzo rotto, costringendo i meccanici ad un vero e proprio miracolo per consentirgli di prendere il via.

Pista umida, come detto, e tutti con le intermedie. Ma è abbastanza chiaro che si asciugherà in fretta, e le due Haas, al termine del giro di ricognizione, entrano direttamente ai box per montare le slick. Una mossa che si rivelerà azzeccatissima.

Allo spegnimento dei semafori, Bottas pasticcia, anticipa la partenza e poi si ferma, avviandosi così con ritardo e perdendo posizioni. Davanti, Hamilton se ne va indisturbato, seguito da Stroll e da Verstappen, con le due Ferrari subito dietro.

Passano solo 3 giri e i primi iniziano a fermarsi per montare gomme da asciutto, a cominciare da Leclerc.

Con le gomme slick, Hamilton e Verstappen girano su tempi irraggiungibili per tutti. Bottas impiega due giri a liberarsi di Leclerc, il quale definisce le proprie gomme “spazzatura”, e poco dopo viene raggiunto da Albon e Vettel. I 3 assieme girano altrettanti secondi più lenti rispetto ai primi.

Nel frattempo Stroll e Bottas riescono ad avere la meglio sulle due Haas. Albon riesce a superare Leclerc al giro 18, e subito dopo anche Vettel lo passa, ma si trova già a 52 secondi da Hamilton.

Si attende la pioggia che però non arriva, e tutti si fermano per il secondo cambio. Gli ultimi a sostituire le gomme sono, poco dopo metà gara, Verstappen e Hamilton, lontanissimi fra loro e da tutti gli altri. Bottas supera Stroll e si mette a caccia di Max. Lo raggiunge attorno al 50° giro, ma non riesce ad avvicinarsi a più di 1 secondo, e opta per montare gomme fresche e tentare un attacco a fine gara.

Al giro 62 Leclerc, in grande difficoltà, viene superato da Sainz ed esce così dalla zona punti. Il suo compagno cerca di difendersi dagli attacchi di Albon, ma commette un errore e perde la quinta posizione.

A 7 giri dalla fine, Hamilton viene richiamato ai box per montare gomme morbide e tentare l’attacco al giro più veloce. Accetterà la mossa solo a 3 giri dalla fine, e, ovviamente, riuscirà nell’intento.

Bottas, come previsto, raggiunge Verstappen all’ultimo giro. Ma è troppo tardi. E così un GP di Ungheria avaro di emozioni finisce con Hamilton, Verstappen e Bottas sul podio, e un ottimo Stroll con la Mercedes rosa al quarto posto, quasi doppiato.

Quinto e primo dei doppiati Albon, ad un giro dal suo compagno di squadra e con il sedile 2021 sempre più minacciato da Vettel, arrivatogli subito dietro al sesto posto. A brevissima distanza dal tedesco un oggi deludente Perez, poi Ricciardo con una Renault inguardabile, l’oggi fenomenale Magnussen, in grado di fare tutto il GP con lo stesso treno di gomme, e, a chiudere la zona punti, Sainz.

Fuori dai punti, come detto, Leclerc, undicesimo. Non pervenuto Norris, così come le due Alpha Tauri. In fondo alla classifica, ma non è una novità, le due Williams parse comunque in netto recupero rispetto allo scorso anno. Assieme a loro come fanalini di coda le due Alfa Romeo, assolutamente indegne del nome che portano (così come la Williams stessa, peraltro).

Ora il circus si ferma una settimana in attesa della doppia gara di Silverstone. Un tempo assolutamente insufficiente per chiunque per chiudere in maniera sostanziale il gap con la Mercedes, anche perchè gli sviluppi sono congelati in quasi tutte le aree della monoposto.

Da qui alla prima domenica d’agosto si parlerà principalmente di due cose: il reclamo della Renault contro la Racing Point, e il nome del successore di Binotto al vertice della Scuderia. Di fronte a cotanti risultati, alcuni suoi predecessori furono rimossi in tutta fretta. La storia dimostra che questo non porta cambiamenti nel breve termine, e sarà così anche questa volta perchè il baratro nel quale sembrano essere precipitati a Maranello è di quelli profondi, ed è prevedibile che per un po’ continueranno a scavare. Di sicuro, però, prima verrà impostata una riorganizzazione e meno dovremo attendere per rivedere la Ferrari al vertice. Ma non è detto che la cosa accadrà, nonostante le voci che circolano.

* Immagine in evidenza dal profilo Twitter @MercedesAMGF1

 

F1 2020 – GRAN PREMIO DI UNGHERIA

Messo in archivio l’inusuale inizio di campionato con il doppio appuntamento sul Red Bull Ring di Spielberg, il circus si sposta in Ungheria sullo storico tracciato del Hungaroring.

Eliminato anche lo spauracchio di una possibile cancellazione del GP a causa delle severe restrizioni alla libera circolazione dei cittadini britannici da parte del governo locale, tutto è pronto per il terzo evento di fila, su un tracciato in cui negli ultimi anni non sono mai mancate gare avvincenti.

Circuito stretto e tortuoso di tipo stop & go, downforce-sensitive, terzo tracciato per livello di deportanza dopo Montecarlo e Singapore, l’Hungaroring è costituito da tratti ad alta velocità alternati a curve lente oltre che ad una chicane. Noto per i sorpassi difficili, tranne nelle zone in cui è possibile sfruttare l’ala mobile (fine rettilineo principale e curva 2), nel corso degli anni è stato luogo di gare molto tattiche ma non per questo meno interessanti per i più appassionati.

Presenta un asfalto a bassa aderenza; il consumo gomme, tuttavia, può diventare elevato a causa sia delle curve a rapida successione che non permettono di raffreddare gli pneumatici, sia di assetti che generano molta energia nel giro singolo in ottica qualifica ma deleteri in ottica gara, principalmente su vetture con bassi livelli di carico aerodinamico o costretti a compromessi per eccessivi consumi.

Parlando di motore endotermico, infatti, gli ICE lavorano a pieno carico per quasi il 70% del giro. All’Hungaroring è fondamentale l’erogazione del motore per ottimizzare la trazione (e ridurre il surriscaldamento degli pneumatici posteriori), non la potenza: 10 cv equivalgono a circa 1 decimo al giro (molto meno rispetto ai due GP precedenti). Per via degli elevati livelli di carico aerodinamico servono tutti i kg di benzina concessi dalla FIA per completare la gara: per questo motivo, nonostante sia come un circuito “cittadino”, sono agevolate le vetture più efficienti.

Dal punto di vista dell’impianto frenante, secondo i tecnici Brembo, l’Hungaroring rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 5 si è meritato un indice di difficoltà di 3, identico a quello ottenuto da altre piste come Spielberg e Barcellona. ​La pista ungherese presenta 11 punti di frenata, per un tempo totale sul giro di utilizzo dei freni di quasi 18 secondi, tra i più alti del Mondiale, 7,7 decimi in più del Red Bull Ring. Dalla partenza alla bandiera a scacchi i freni sono in funzione per oltre 20 minuti.

Dallo spegnimento del semaforo al traguardo ciascun pilota esercita un carico totale sul pedale del freno di 56 tonnellate, tra i più alti del Mondiale 2020. Uno sforzo notevole per i piloti che si somma alle alte temperature ambientali del periodo. La più temuta è la prima curva dopo il traguardo: le monoposto vi arrivano a 346 km/h e scendono a 109 km/h in soli 137 metri. I piloti esercitano un carico sul pedale del freno di 182 kg per 2,58 secondi e subiscono una decelerazione di 5,5 g.

Le previsioni meteo per questo weekend, grazie a scuderiafans.com

Tornando all’attualità, potrebbe essere un’occasione di riscatto per una squadra in particolare, uscita mortificata dal secondo GP austriaco. Per Ferrari si tratterà di tirare le somme di tutta una serie di criticità che l’hanno accompagnata in questi mesi, con il rapporto tra i piloti come ultimo fattore emerso.

Il TP/DT Binotto è sempre più in bilico alla luce della scarsa competitività della monoposto e si vociferà già di imminenti sostituzioni da parte del management. Quest’ultimo non ha ancora “battuto un colpo” dal tragicomico GP di Stiria, un silenzio che non si riesce a interpretare: incapacità di trovare alternative e di scuotere la squadra o un lavoro a fari spenti nel riorganizzare la struttura tecnica del reparto?

immagine da sport.sky.it

Fatto sta che in Ungheria i rossi devono capire fino in fondo la bontà degli aggiornamenti portati in Stiria e capire che direzione prendere nel mettere le mille pezze ad un progetto azzoppato dalla direttiva Fia in merito alla PU. Le schermaglie tra piloti e il malumore di Vettel non sono che la ciliegina di una torta che sembra cioccolato ma non è.

Altro team in cerca di riscatto la Racing Point. Sembra strano pensarlo per una squadra che fino ad un anno fa remava a fatica nel mid-field e ora è presenza stabile e minacciosa nella top 10.

Eppure si, riscatto perchè il potenziale della macchina è così alto da puntare al podio in ogni gara, se riescono a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle. Al momento il bottino di piazzamenti è buono ma tutti si aspettano ben altri risultati. Il tracciato austriaco non sembra aver esaltato le caratteristiche della monoposto di papà Stroll, molte aspettative invece arrivano dal tracciato del hungaroring.

Per Red Bull il Gp di Stiria è stato di sicuro quello della disillusione, ovvero sul fatto che non ne hanno per contendere le vittorie alla Mercedes, almeno in situazione di gara lineare.

La stagione era partita con altissime aspettative e si ritrovano ad essere in difficoltà dopo appena due GP. Marko se la prende sempre un pò con Honda, dicendo che i giapponesi osano poco, ma il problema, semplicemente, è che la W11 è velocissima e al momento inavvicinabile.

immagine da f1sport.it

Renault e Mclaren arrivano con tanta carne al fuoco. I transalpini perchè sono in “guerra” con la Racing Point, considerata la copia carbone della W10 mercedes del 2019. La protesta Renault è stata accolta dalla Fia che dovrà giudicare se e come alcuni parti fondamentali dalla Racing Point siano uguali a quelli della W10. In conseguenza di ciò i risultati ottenuti dalla Racing Point in Stiria sono sub-judice.

McLaren invece cavalca l’onda del suo giovane pilota Norris, che sembra aver fatto un notevole passo avanti in questo 2020. La monoposto è veloce e consistente, un pò meno Sainz, finora messo sotto scacco da Norris, Chissà che non stia già pentendo di aver firmato per Ferrari…

Alpha Tauri arriva da un punticino preso da Kvyat in Stiria che fa più che altro morale. Il GP ungherese potrebbe rivelarsi una piacevole sorpresa per loro.

I motorizzati Ferrari scontano i problemi dei loro fornitori di PU, difficile che in Ungheria ci possa essere un riscatto, considerando la differenza di prestazione che sembra esserci con le Pu concorrenti.

Claire Williams si dice molto ottimista per l’Ungheria. Va bene che la macchina non è l’ignobile “cancello” della scorsa stagione ma sembra un ottimismo ingiustificato.

Mercedes arriva in Ungheria con la consapevolezza di essere i più forti e di non aver ancora mostrato il 100% del potenziale della macchina, quanto meno in gara. I problemi di affidabilità sembrano sotto controllo e per Hamilton l’unico cruccio sarà quello di recuperare altri punti al compagno di squadra Bottas, rivelatosi poco consistente quando le condizioni, vedi qualifiche bagnate, lo richiedeva.

Wolff al solito, maestro di “maniavantismo”, ha già detto che sarà difficile battere le Red Bull in Ungheria. Nel 2019 forse, questo 2020 sta raccontando una storia diversa.

Sul fronte piloti Vettel continua a dare spunti di conversazione. Rumors indicano che Mateschitz, il gran capo Red Bull, si stia spendendo molto per farlo tornare a casa nel 2021. Con approdo di Albon in Alpha Tauri e uno tra Gasly e Kvyat a cedergli il sedile.

immagine da notizie auto.it

Altro rumor invece lo vuole in trattative per Racing Point/Aston Martin per la prossima stagione. Anzi, sembra che le trattative siano già a buon punto con possibile annuncio ufficiale in uno dei weekend di gara di Silverstone. In uscita il povero Perez, che sta cercando un sedile tra Haas e Alfa Romeo.

Per Vettel sarebbe una bella opportunità, senza la pressione dell’ambiente Ferrari e in una squadra che si sta “mercedesizzando” sempre di più. Potrebbe addirittura ritrovarsi Wolff come TP del team oppure avere l’opportunità di andare in Mercedes se, e solo se, Hamilton vincesse il settimo e ottavo titolo e decidesse di fare altro a partire dal 2022.

Intanto avere una macchina potenzialmente da podio nel 2021 sarebbe un bel salvagente per la sua carriera al momento in declino.

*immagine in evidenza da the magicoftraveling.com

Rocco Alessandro & Chris Ammirabile

MOTOGP 2020-GP SPAGNA JEREZ DE LA FRONTERA- POST GP

CRAC MARQUEZ – GIOIA QUARTARARO

Doveva essere un giorno memorabile per il motociclismo, il giorno dello scontro tra il Re e la NextGen della MotoGP. Un giorno che tante volte abbiamo vissuto, pensiamo ad Austin 2013 o Estoril 2008 per citarne due “recenti”.

Ebbene così non è stato. Tutti, compreso me, aspettavamo lo scontro tra Fabio e Marc ed invece lo spagnolo ha pensato bene di regalarci una gara delle “sue”. Dopo pochi giri scivola alla 4, perde l’anteriore ma…la salva col gomito ed incredibilmente rimane in piedi nella sabbia. Il gruppo lo scalza e si ritrova 16°.

Comincia un rimonta furiosa che lo porta a 5 giri dalla fine incollato al 2° posto di Vinales. La rimonta era completa ma nella stessa curva in cui ad inizio gara aveva compiuto il miracolo, gli Dei del motociclismo decidono che era il momento del calvario.

Highside bruttissimo, anteriore che gli spezza il braccio (omero) e gara (stagione⁉️) finita.

Quartararo vince il GP in un weekend dominato a tratti ed offuscato dalla grandezza di Marquez e della sua impresa incompiuta. Vinales chiude secondo e sul gradino più basso del podio finisce Dovizioso che scalza Miller nelle battute finali.

Ottima la gare delle KTM, a tratti molto veloci e costanti. Mi chiedo perché Pol abbia scelto di andare via…

MOTO2 – Vittoria di Jorge L…Luca Marini

Si. Sembrava di vedere in pista Jorge Lorenzo. Gara brutta e noiosa, il Pilota che scappa in testa e martella un giro dopo l’altro tempi stratosferici.

Luca Marini ha trionfato in modo spettacolare sulla pista di Jerez, confermando le buone sensazioni dello scorso anno. Un Pilota cresciuto tantissimo dal punto di vista sportivo e pronto, a mio avviso, a vincere il Mondiale.

2° posto per il Jap Nagashima che è saldamente in testa al Mondiale mentre al 3° posto chiude Jorge Martin.

 

MOTO3 – FALANGE SPARTANA

Sembrava di essere alle Termopili. Per tutta la gara si è avuta l’impressione di trovarsi di fronte l’esercito di Serse contro le falangi Spartane. Arenas, Arbolino ed Ogura erano gli Spartano mentre tutto il resto era una carica continua ed indomabile…

Celestino Vietti e Darryn Binder da un lato, McPhee, Fernandez e Migno dall’altro. Una gara piena di sorpassi condita dalla bella prestazione anche di Jeremy Alcoba ed a tratti (fino alla caduta) di Deniz Oncu.

Ultimo giro non adatto ai malati di cuore, trionfa il più furbo di tutti. Vince ancora Albert Arenas che bissa il successo del Qatar e guida la classifica Mondiale a punteggio pieno.

 

Si correrà già settimana prossima sempre ad Jerez e sicuramente non ci saranno Marquez e Rins. Sentiamo possano rientrare presto.

 

Immagine in copertina (tratta da MotoGP.com) dedicata al Pilota che ha fatto emozionare milioni di appassionati. Torna presto Fenomeno…

Francky

 

JEREZ DE LA FRONTERA PRE-GP

Dopo tutte le parole al vento fatte in questi mesi “FINALMENTE” è l’unica che mi sentirei di usare per introdurre la stagione che parte.

E “FINALMENTE” abbiamo anche finito di assistere alle cazzate sulla Playstation perché, se è vero che le 4 ruote in virtuale a qualcuno sono pure piaciute e in parte riescono a “somigliare” molto alla lontana al reale, credo che le serate con i piloti smanettare sul jopypad siano state davvero tristi (per non dire terribili) per coloro che hanno avuto il fegato di seguirle.

Finalmente riascolteremo i protagonisti narrare di fatti veri e non del nulla cosmico. Finalmente li rivedremo lanciati nella mischia come nell’immagine di sopra.

Uno bravo adesso prenderebbe in rassegna tutte le case e tutti i team per farne un articolo di introduzione lungo quanto la Divina Commedia: non lo farò, perché non sono bravo e pure  certo di annoiare ancora. BASTA, che sia data voce ai motori!

(immagine tratta da formulapassion)

Sono passati troppi mesi dall’ultima volta in pista ma i rapporti di forza saranno gli stessi del 2019. Con line-up immutate dovremo attendere l’anno prossimo venturo per vedere realizzati tutti quei cambiamenti auspicati (ed in parte già definiti) che dovrebbero metter sale al campionato.

Il favorito d’obbligo indovinate chi è? I bookamkers accettano solo scommesse in cui incassano loro.. Marquez parte alla conquista dell’ennesimo titolo “aiutato” dalla sequela di gare che si correranno in territorio spagnolo, manco ne avesse bisogno.. Battute a parte l’annata è quella che è, questo il calendario che sono riusciti a metter insieme e va benissimo così..

Avremo due gare a Misano e mancherà l’appuntamento storico sulle colline del Mugello: in Toscana si sono fatti ammaliare dalle sirene della Formula 1 sciogliendo i dubbi che in un primo momento erano venuti agli appassionati notandone l’assenza in calendario. Purtroppo la F1 mangia tutto quello che c’è intorno e noi appassionati di due ruote patiremo l’assenza dell’appuntamento più bello della stagione.

Scriverò un ovvietà, certo, ma sarà un campionato “strano” il cui claim sarà “non cadere”: in un campionato corto il minimo errore potrebbe immediatamente tagliare fuori chiunque dalla lotta per il bottino grosso compreso Marc, il quale ha però l’attitudine a cadere nei giorni in cui non si fanno i punti o vittorie.

Per portarsi avanti con il lavoro Dovizioso è caduto col cross fracassandosi una clavicola. L’italiano più “accreditato” non dovrebbe pagar troppo l’accaduto perché (operato d’urgenza.. e non dite che in Italia la Sanità non funziona) è tornato ad allenarsi dal giorno dopo per tenere in forma muscoli e riflessi. Gli allenamenti del pilota sono ormai senza la moto vera, quindi dovrebbe cambiar poco. Magari ci sta pure che abbia  “scontato” una delle cadute annuali nelle quali qualsiasi pilota inevitabilmente incappa.

Non sarà presente in griglia Andrea Iannone. Colpito dalle vicissitudini sul doping, la sua squalifica è ancora oggetto di discussione sulla durata e Gresini lo sostituirà con il collaudatore Bradley Smith almeno per i primi due appuntamenti di Jerez. Mi sanguinano gli occhi a leggere certe notizie su Andrea, perché per tanti versi aveva del potenziale sconfinato da poter incanalare nel polso destro piuttosto che in tutte quelle vicende extra sport in cui è finito. Peccato.

Buona parte dei piloti correranno da “separati in casa” come vuole la moda del momento anche tra le 4 ruote: Lorenzo (che è sempre avanti..) riposerà addirittura da “separato al box” in quanto le voci di un suo ritorno a mangiare il ragù alla bolognese continuano ad essere alimentate: il manager di Dovizioso non ha escluso addirittura un anno di stop per il suo assistito. In questo momento storico il manubrio più “battagliato” par essere quello dell’Aprilia al quale si sono proposti sia Zarco che Cal.

Policio Espargarò è già stato ufficializzato in HRC e Marquez jr indirizzato a prendere il posto di Crutchlow da Lucio Cecchinello.

Ancora in stand By le notizie sul contratto di Rossi/Petronas che potrebbero essere ufficializzate proprio nel weekend di Jerez

Che si accendano le miscele nei cilindri e che si vedano ruote fumanti, le impennate di Miller per “sghiaiare” la moto, il gomito di Marc usato come le rotelle della bici dei bambini.

Basta ragazzi, basta parole che mi sono “tediato” da solo figuriamoci voi che avete letto.

FINALMENTE…..

PS. Quasi dimenticavo…..ci sono anche la Moto2 e la Moto3: guardatevele senza troppe parole vuote.. Ne riparliamo a gare finite.

 

Buon Mondiale a tutti

 

(Immagine in evidenza tratta da wikipedia)

Salvatore V.

F2 STIRIA 2020 – REPEATER

Come il titolo suggerisce, anche la F2 ha corso di nuovo sul Red Bull Ring usando la denominazione “GP di Stiria” per salvare la facciata. Il weekend in sé però è stato abbastanza diverso dal precedente, merito anche della pioggia che ha tormentato la giornata di Sabato.

[COURTESY OF CRASH.NET]

Come nel Gp d’Austria, il più veloce nelle libere è stato il giapponese Yuki Tsunoda su Carlin, ma questa volta riesce a concretizzare la velocità e ottiene così la prima pole al secondo appuntamento di F2. Per quanto aiutato dalle circostanze -il giro migliore di Zhou, secondo a 4 centesimi, è stato rovinato da Schumacher jr- è comunque un risultato molto interessante per uno che fino al 2019 aveva corso solo  in Giappone, anche perché per trovare il secondo rookie bisogna scendere in quinta posizione con Shwartzman. In mezzo Ilott, terzo (anche lui a un soffio, 8 centesimi, dalla pole), e Ghiotto, quarto. A seguire il gruppetto dei rookie; Schumacher è solo nono (che ha saltato le libere per un incidente), mentre al vecchio rivale Ticktum va ancora peggio, 15o. In DAMS faticano a capire come trasferire abbastanza energia sulle gomme, e questo incide in negativo soprattutto in qualifica e nelle partenze.

[COURTESY OF REDBULL.COM]

Come per la F1, anche in F2 hanno dovuto affrontare una pioggia torrenziale; basti pensare che Markelov si insabbia addirittura nel giro di schieramento. La Feature Race, prevista per le 17.30, inizialmente venne posticipata di qualche minuto per la pioggia torrenziale, dopodiché si inizia dietro la SC; tempo 4 giri ed esce la bandiera rossa: troppa acqua in pista. La corsa sembrava destinata a essere rimandata alla Domenica mattina (la sprint race sarebbe stata cancellata), ma dopo tre quarti d’ora di attesa le condizioni migliorano, abbastanza per permettere ai piloti di tornare in pista.

Yuki Tsunoda (JPN) Carlin.
11.07.2020. FIA Formula 2 Championship, Rd 2, Spielberg, Austria, Saturday.
– www.xpbimages.com, EMail: requests@xpbimages.com Copyright: XPB Images

Dopo un giro dietro la SC, si riparte: Tsunoda mantiene la testa della corsa con autorevolezza, Zhou regge botta e contiene il distacco a un secondo e mezzo; Ilott è leggermente più indietro, a tre/quattro secondi, mentre il resto del gruppo è più attardato. Nei primi giri sono tutti piuttosto cauti, e gli unici a movimentare la gara nelle prime posizioni sono Aitken e Shwartzman, che passano un Ghiotto poco in palla con le gomme. Al quattordicesimo giro iniziano i pit stop, inaugurati proprio da Aitken e Ghiotto, in crisi con le coperture. Malgrado la wet race, permane l’obbligo di fermarsi almeno una volta a cambiare le coperture, che peraltro da regolamento devono essere da bagnato pesante, motivo per cui tutti cercano di farle durare il più possibile e di passare ai box solo se hanno perso tutto il grip. Drugovich intanto accusa problemi ai freni: dopo due giri con i dischi incandescenti è obbligato a fermarsi ai box liberare le bocchette di raffrenddamento. In questa fase si distingue Lundgaard, che del gruppo degli inseguitori è il più veloce, tanto che dall’ottava posizione sulla griglia lotterà a un lungo con Aitken, quarto. Come capita con la pista che va asciugandosi, finisce per essere più conveniente girare con le gomme già rodate, tanto che Schumacher jr, fermatosi al ventesimo giro, dopo il pit esce davanti a Ghiotto, fermatosi sei giri prima, che prima della sosta era due posizioni avanti.  Attende due giri in più il suo teammate Shwartzman, e ciò gli frutta il terzo posto dopo la sosta, davanti a Ilott e dietro a Zhou e Tsunoda, che continuano. Dopo la sosta (24o giro) Zhou diventa ben presto preda del russo del team Prema e alzerà il ritmo in maniera notevolissima: sul traguardo arriverà a venti secondi dal vincitore. Dopo la gara il cinese confesserà di aver puntato su un set up più orientato sul bagnato e quindi ha sofferto particolarmente l’asfalto quasi asciutto dell’ultima parte di gara.

[COURTESY OF F1.COM]

Ma proseguiamo con ordine. Tsuonda e Matsushita ancora non si fermano: se per il secondo è un azzardo strategico (oltretutto, malgrado sia partito quasi ultimo e non sia stato mai inquadrato dalle telecamere, ha avuto uno dei passi migliori della gara, ma una foratura lo mette fuori dai giochi), per il leader della corsa diventa chiaro dopo qualche giro che si tratta di un guasto alla radio. Dopo diversi giri di segnalazioni disperate, il giapponese rientra solo al 26o passaggio, tre giri dopo il diretto rivale Zhou. Il tempo perso a trascinarsi sulle wet usate e una sosta lenta lo spediscono in quinta posizione, ma il nipponico non si perde d’animo e si lancia in un’avvincente cavalcata per recuperare il terreno perduto. Gli ultimi dieci giri sono al cardiopalma: Tsunoda si libera in fretta dei comprimari e recupera furiosamente su Shwartzman, che ha ereditato la leadership; in terza posizione Zhou è in crisi con le gomme e perde quasi due secondi al giro, così che Ilott, Lundgaard (che è riuscito a passare Aitken) e Schumacher jr si mettono alla caccia dell’ultimo gradino del podio. Tsunoda arriva a portata di Shwartzman ma non riesce a concretizzare, anche perché forse ha bruciato le gomme nella rimonta troppo impetuosa dei primi giri; dietro Lundgaard finisce nella ghiaia durante un attacco a Ilott e abbandona la pugna (finirà solo sesto), Schumacher jr al penultimo giro passa l’inglese ma perde in volata il confronto con Zhou, che si difende meravigliosamente bene nel corso dell’ultimo giro. Per Shwartzman è la prima vittoria in carriera; la dedicherà al padre, scomparso questa primavera di Covid-19. E sì che ha rischiato seriamente di non correre: nei giri dietro la SC nel primo segmento di gara ad un tratto ha accusato un problema tecnico che lo ha rallentato e gli ha fatto perdere posizioni su posizioni; quando sembrava costretto a parcheggiare la macchina a bordopista è uscita la bandiera rossa, che gli ha permesso di riguadagnare la pitlane e quindi di recuperare le posizioni perdute, oltre che a far riparare il guasto.

Robert Shwartzman (RUS) PREMA Racing.
11.07.2020. FIA Formula 2 Championship, Rd 2, Spielberg, Austria, Saturday.
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Oltre ai già citati Tsunoda, Zhou, Schumacher jr, Ilott, Lundgaard, seguono Armstrong, Ticktum (bravo a recuperare dall’ottava fila; scatterà in pole domenica, per via dell’inversione della griglia), Aitken (scomparso dopo il pit a causa della rottura della barra antirollio) e Gelael. Gare da incubo per Ghiotto, 11o, che finisce le gomme prima di tutti in entrambi gli stint, e Daruvala, 12o, che, oltre ad essere stato surclassato dal compagno di squadra, butta i punti alle ortiche uscendo di pista nel finale. L’ottimo livello del parco partenti è sottolineato anche dal fatto che, malgrado la pioggia a tratti monsonica, si sono registrati pochi errori degni di nota, e Markelov è stato l’unico ritirato.

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La gara sprint è più lineare – che nel mondo del giornalismo sportivo è un eufemismo per evitare di dire “noiosa”. In partenza Lundgaard passa Armstrong per la seconda posizione (in virtà della griglia rovesciata), ma l’attenzione si concentra su Shwartzman, che, tradito dalla foga, dalle gomme fredde e da un leggero contatto con Zhou, si gira come un tordo alla prima curva. VSC per rimuovere la Prema incidentata, e alla ripartenza Lundgaard si ripete e sorpassa in curva 3 Ticktum (che soffre particolarmente le ripartenze), solo che stavolta ottiene la testa della corsa. La gara virtualmente finisce qui. Tsunoda si ritira (i Mecachrome colpiscono ancora), Schumacher jr sorpassa Armstrong e si mette a caccia di Ticktum, ma gli si attiva l’estintore di bordo (!!!) ed è costretto a ritirarsi. A parte qualche duello senza scambi di posizioni, per il resto della gara non succede molto. La Pirelli aveva portato gomme più morbide rispetto al GP d’Austria, ma questo non si è tradotto in una sprint race più eccitante, anzi.  Tutta l’azione significativa si è svolta nei primi giri, con molti piloti che restano in zona DRS senza averne per portare a termine un attacco. Alcuni piloti diranno che hanno faticato a mantenere le gomme nella giusta finestra di esercizio. Lundgaard domina il resto della gara e dopo 28 giri vince (e sì che aveva saltato i test) davanti a Ticktum, Armstrong (invero piuttosto incolore), Zhou, Ilott, Aitken, Gelael (due volte consecutive a punti! era accaduto solo una volta) e Mazepin. Ghiotto e Daruvala fuori dai punti anche stavolta.

La classifica resta corta, con quattro vincitori diversi nelle prime quattro gare, e solo due piloti ad aver segnato più di un podio. Shwartzman, malgrado lo zero di Domenica, è il leader con 48 punti, inseguono con 43 punti Ilott e Lundgaard. Malgrado le difficoltà della DAMS, quarto è Ticktum con 36 punti. Armstrong è quinto a 34 punti, davanti a Zhou con 27 punti. Tsuonda con 24 punti è l’ultimo dei front runner. Schumacher jr è malinconicamente 10o con 14 punti; oltre a non essere tutto questo fulmine di guerra, nelle rare occasioni in cui va forte è bloccato da ogni sorta di guasti. Domenica ptoeva finire secondo, ma un detrito staccatosi da una gomma colpisce l’interruttore, posto su un lato della scocca, e ciò attiva l’estintore di bordo, che si scarica nell’abitacolo. Curiosamente non è neanche la prima volta che accade: Gasly, Hockenheim 2016, e Aitken, Austria 2018, sono gli esempi più recenti. Uno è sfortunato con i guasti, l’altro spinna da solo; quella della Prema è veramente la coppia Ferrari del futuro. Menzione d’onore a Lundgaard e Ticktum, che oltre ad essere veloci sono stati anche costanti: sono gli unici di tutta la griglia ad essere andati a punti in tutte le gare, non hanno fatto nessun errore (o quasi), e sull’asciutto finora sono stati i migliori dei rookie.

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Non è facile fare previsioni. La Prema ha un pilota in testa  e un’altro più indietro di quel che dovrebbe, ma team e piloti devono imparare a essere più consistenti. La ART al contrario non sembra essere così rapida, ma finora è riuscita a concretizzare più degli altri, come dimostrano i due piloti in top5, che gli hanno garantito la leadership nel campionato costruttori. Forse i più veloci in assoluto sono UNIVirtuosi e Carlin, ma mentre la prima ha forse i piloti migliori del momento, sulla line up della seconda ho più di un dubbio. La terza fascia di velocità al momento è occupata da tre team: la MP Motorsport, che ha una discreta coppia piloti (Drugovich e Matsushita), ma come team finora non ha mai vinto niente, la neonata Hitech (Ghiotto e Mazepin), che ha almeno un pilota valido, ma che paga la gioventù della squadra e qualche guasto di troppo (a conti fatti il loro passo è un’incognita). La DAMS, la scuderia campione del mondo (sfatiamo un mito: se hanno vinto lo scorso campionato è perché la ART aveva in squadra un paracarro maximo, Mazepin, non perché effettivamente fossero più veloci) è un caso a parte: se i succitati problemi di set up gli hanno impedito di qualificarsi e di partire bene, in gara riescono a conservare le gomme più degli avversari, quindi la loro performance complessiva si colloca tra le (pessime) qualifiche e le (ottime) gare.

Mi aspetto grandi cose per l’Ungheria – oltretutto è prevista pioggia per Venerdì e Sabato anche lì.

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Lorenzo Giammarini a.k.a. LG Montoya