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MOTOGP 2022-GP D’AUSTRIA SPIELBERG

Il tredicesimo appuntamento stagionale della MotoGp va in scena sul tracciato di Spielberg. Il Red Bull Ring si presenta ai piloti modificato grazie all’inserimento di una terribile chicane a metà del rettilineo in salita dopo curva 1.

(immagine tratta dal sito reddit)

La scelta di introdurre tale novità è scaturita dopo le polemiche seguite agli incidenti degli scorsi anni. La speranza è che la pezza non sia peggiore del buco.

Per anni l’Austria è stata feudo Ducati grazie alle vittorie dei vari Iannone, Dovizioso, Lorenzo, Martin. La Gp22 di Borgo Panigale si presenta come favorita non solo grazie alla competitività assoluta che la moto di Dall’Igna ha mostrato negli ultimi tempi, ma anche dalla tradizione.

L’aver spezzato il rettilineo sul quale le rosse bolognesi avevano modo di allungare non dovrebbe essere un grosso handicap per i piloti in sella al gioiello italiano.

Le ultime due vittorie (consecutive) di Pecco Bagnaia hanno spostato l’inerzia del campionato seppur il distacco che il leader Fabio Quartararo ha sui suoi inseguitori è ancora piuttosto ampio. L’acciaccato Espargaro segue a 22 punti mentre lo stesso Pecco è a 49 lunghezze di distanza. Le otto gare che restano per completare la stagione mettono in palio 200 punti quindi quei giochi che sembravano chiusi oggi non lo sono più.

Il francese della Yamaha dovrà correre all’attacco su un circuito non proprio gradito. Il suo compito è evitare di presentarsi in una situazione ancora più delicata a Misano tra quindici giorni: perdere troppi punti nei prossimi due appuntamenti sarebbe deleterio dal punto di vista psicologico. Quartararo non potrà che contare sulle sue uniche forze visti i risultati dei compagni di marca e si troverà da solo contro una schiera di assatanati che potrebbero aiutare la rimonta dei suoi più diretti avversari.

Oltre ai due sopracitati avversari avrà contro almeno con altre quattro Ducati (Miller, Bastianini, Zarco, Martin). Ma dovrà incrociare le ruote anche con Maverick Vinales che, sull’altro gioiello italiano, ha ormai trovato il feeling e ritrovato il suo modo di guidare.  Sarà obbligato a tenere d’occhio le Ktm che, nonostante la moto 2022, vorranno far bene sulla pista di casa. Il tutto senza dimenticare le due equilibrate Suzuki in cerca dell’ultimo acuto prima del mesto ritiro di fine anno. Sembra assurdo ma gli unici dai quali non dovrà guardarsi sono i suoi compagni di marca e le sempre più inconsistenti Honda.

Un quadro tutt’altro che semplice per Fabio che ha tutto da perdere. Aleix Espargaro (ancora acciaccato) e soprattutto Pecco Bagnaia avranno la serenità di correre sapendo di aver tutta da guadagnare.

A complicargli le operazioni in pista ci sarà anche la pioggia prevista per la giornata odierna ed assente sabato e domenica secondo le previsioni attuali. Un giorno in meno di messa a punto e ricerca della gomma giusta che si sarebbe risparmiato volentieri soprattutto perché le Fp3 del sabato saranno le uniche davvero decisive anche per la definizione delle Q.

Gli ingredienti necessari per divertirsi ci sono tutti.

Buona gara.

Salvatore V.

 

(immagine di copertina tratta dal sito ufficiale della Motogp)

MOTOGP2021-GP D’AUSTRIA

Ferragosto in pista. Come ai bei tempi, come una festa.

L’unico appunto è che si correrà per la seconda domenica consecutiva al Red Bull Ring, tracciato che anche domenica scorsa ci ha regalato uno spavento con l’incidente Savadori Pedrosa. Non mi pronuncio oltre per scaramanzia, ma passata questa domenica Carmelino Ezpeleta dovrà sedersi ad un tavolo con Uncini e Capirossi ed avere il coraggio di fare delle scelte importanti. Troppe volte negli ultimi anni siam andati vicini alla tragedia e sarebbe auspicabile porre rimedio prima e non dopo… Come? Non siamo pagati per comprenderlo ed attuarlo…. NOI.

E’ vero, i soldini della Red Bull fanno comodo a tutti, ma c’è un limite. E’ vero, adesso che Rossi ha deciso di andarsene il carrozzone ha bisogno dei colossi per stare in piedi quanto e più di prima. Ma a che prezzo? Oggi è ancora buono quel prezzo….. decidessero cosa fare e prima possibile, perché ci saremmo un po’ stufati di tirare i dadi tutte le volte che si corre qui. Il pericolo è intrinseco nelle corse ed in quelle in moto ancor di più, ma quando lo stesso ti avvisa più di una volta NON puoi permetterti di ignorare la sua voce.

Ho sbagliato i pronostici un’altra volta la scorsa settimana. Ad onor del vero non proprio del tutto visto che una Ducati ha vinto. Però ha vinto quella del pilota che meno aveva bisogno di farlo in fretta, soprattutto perché è un deb che ancora ha dolori dopo aver assaggiato il sapore del lancio dalla sella della classe regina solo qualche mese fa in Portogallo. Martinator è stato stupendo, ed ha cominciato a far scricchiolare le certezze dei suoi compagni di marca. Parlo soprattutto di Bagnaia e di Zarco, sui quali le aspettative sono ben diverse rispetto a Jorge.

La scorsa domenica è anche resuscitato Mir in sella alla sua Suzuki per la prima volta dotata di quel marchingegno chiamato Holeshot. Personalmente non credo che abbia fatto tutta sta differenza, non foss’altro perché lo scorso anno Joan ha rischiato di vincerla qui anche senza avercelo montato. Credo piuttosto che la buona prestazione del Campione in carica sia anche stata agevolata dall’ennesimo episodio controverso (mi tengo da dire quello che penso eh) di cui i francesi della Michelin sono stati protagonisti. Moto che tra il primo ed il secondo via cambiano prestazioni in maniera radicale dopo aver cambiato gomma e, soprattutto, pneumatici che perdono pezzi di battistrada come se avessero l’alopecia. Un “mah” grosso come un macigno regna sul costruttore francese… ancora una volta.

Il leader del mondiale ha limitato i danni la scorsa domenica traendo vantaggio dai guai e dagli errori (perché spesso si deve parlare di quelli fatti al box e non solo delle scivolate in pista) della diretta concorrenza. Questa domenica sarà forse più difficile ancora per lui che però ha capito come gestirsi rispetto al passato.

Adesso dovremmo fare il solito elenco pilota per pilota che lascia il tempo che trova.

Siamo in estate piena, siamo a Ferragosto e allora divertiamoci, magari guardando le stelle cadenti esprimendo il desiderio di vedere ognuno vincere il proprio beniamino. Chi scrive dedicherà la stella a Pecco, consapevole che il colpo di Martin lo ha sentito ed anche forte. Solo una vittoria (e subito) potrebbe alleviare i postumi di questo gancio al mento del chivassese. Pecco è forte ed ha talento, ma se non si da una mossa il treno rischia di perderlo per sempre, a patto che non sia già successo.

 

Buone gare a tutti.

HAMILTON FORA E VINCE IL GP PIRELLI DI INGHILTERRA

50 giri di noia o poco più. Poi, per fortuna, le gomme iniziano ad esplodere, e ci regalano uno dei finali più emozionanti di sempre. Questo è stato il GP Pirelli di Gran Bretagna 2020.

Le premesse erano quelle di un caldo pomeriggio di noia. Prima fila Mercedes, gli altri ad oltre un secondo, con l’ormai terzo fisso Vestappen, ed un miracoloso Leclerc a portare una pessima SF1000 in seconda fila, col compagno di squadra anonimo decimo.

Partenza con poche emozioni, con le due Mercedes che scappano, e qualche scaramuccia dietro. Magnussen prova a movimentare un po’ la situazione, chiudendo Albon senza pietà dopo avere commesso un errore (ma la colpa sarà attribuita al thailandese), e finendo contro le barriere. Prima Safety Car che rimane in pista per ben 4 giri. Ma poi la musica non cambia, le due Mercedes volano, Verstappen resta a distanza, e Leclerc mantiene senza troppa fatica la quarta posizione.

Dietro si forma un trenino caratterizzato da qualche duello interessante, favorito da una pista che, come si è visto gli anni scorsi, consente alle macchine di viaggiare affiancate anche nelle curve.

Al giro 13 Kvyat distrugge la sua AlphaTauri, probabilmente a causa di una foratura, ed esce di nuovo la SC. Ne approfittano tutti per fermarsi e montare le gomme dura con le quali arrivare fino in fondo.

Tutti tranne Grosjean, che riesce così a rimanere in quinta posizione dietro a Leclerc.

Ancora una volta le operazioni di sgombero vengono effettuate con molta calma, e la gara riparte dopo cinque giri. E, ancora una volta, nessuna emozione, se non una scaramuccia fra Sainz, Ricciardo e Norris, con l’inglese che riesce a sopravanzare l’australiano.

Le due Mercedes distanziano facilmente Verstappen e Leclerc, con quest’ultimo che paga 1 secondo al giro alle macchine anglo-tedesche, e fatica a scrollarsi di dosso Grosjean. Va peggio al suo compagno tedesco, che naviga a metà classifica e deve preoccuparsi di tenere lontano Giovinazzi con la Sauber. Una situazione talmente paradossale da non potere nemmeno essere immaginata solo due anni fa.

Non succede più nulla fino a due giri dalla fine, quando a Raikkonen, ultimo dei piloti ancora in gara, collassa l’ala anteriore, facendogli seminare detriti. Subito dopo, ma non è detto sia a causa di questi, Bottas buca la gomma anteriore sinistra, la più sollecitata su questa pista. Il finlandese deve farsi quasi tutto il giro su tre ruote. Finirà undicesimo.

Subito dopo tocca a Sainz, fino a quel momento ottimo quinto. Verstappen si ferma per quello che sembra essere un pit-stop precauzionale, mossa più che logica considerando che la seconda posizione era comunque garantita. Ma come esce dai box, anche ad Hamilton cede la gomma anteriore sinistra. E’ l’ultimo giro, e Lewis deve coprirne più di mezzo a velocità ridotta. Il vantaggio accumulato sarà comunque sufficiente per vincere la gara, con Max che lo raggiungerà troppo tardi.

Leclerc completa un week-end miracoloso finendo terzo e regalando alla Ferrari un podio francamente impensabile alla vigilia. Dietro di lui Ricciardo riesce a superare in extremis il sempre ottimo Lando Norris, e un arrembante Ocon, autore di una buona gara, così come il suo connazionale Gasly, arrivato settimo e speranzoso di potere tornare in Red Bull per sostituire Albon, arrivato ottavo e autore di una buona rimonta in un week-end molto sfortunato per lui a partire dalle qualifiche. Al nono posto Lance Stroll con una Racing Point oggi non all’altezza, e al decimo uno scialbo Vettel, che ha difeso il punticino dall’attacco di Bottas che lo ha raggiunto proprio nelle ultime curve.

Fuori dai punti le tre peggiori squadre di questo inizio di campionato, e cioè Haas, Sauber e Williams. 4 motori Ferrari, non è un caso.

Fra solo una settimana ci sarà, sempre a Silverstone, il GP del 70° anniversario. Stessa pista, ma gomme di una gradazione più morbida. Stando a quello che si è visto oggi, ci potrebbe essere da divertirsi. Possibilmente per più di 2 giri.

P.S. quando si vede un pilota costretto a viaggiare su 3 ruote, la mente di chi ha qualche anno in più corre sempre al 1979, circuito di Zandvoort, macchina rossa numero 12, pilota Gilles Villeneuve. Fu un tentativo inutile quello del canadese, stigmatizzato anche in diretta dal mitico Poltronieri. Ma quel tentativo un po’ infantile di non mollare entrò nella leggenda.
C’è un piccolo dettaglio che collega quell’evento a quello che è successo oggi. La Mercedes ha mandato sul podio un ingegnere che di nome fa Gilles e di cognome Pironi. E’ il figlio di Didier, e quel nome non lo porta, ovviamente, per caso.

* Immagine in evidenza dall’account Twitter @MercedesAMGF1

 
 

HAMILTON IMPRENDIBILE A BUDAPEST, FERRARI DOPPIATA E AFFONDATA

In questa anomala stagione 2020 della F1, vi sono poche certezze. Una però l’abbiamo: sappiamo già che il campione del mondo piloti sarà Lewis Hamilton, e quello costruttori la Mercedes. Non possiamo dire quando avverrà la laurea, per il semplice motivo che non sappiamo quante gare verranno disputate, ma da quel che si è visto al circus conviene chiudere la stagione con il numero minimo indispensabile, perchè con questo livello di competizione saranno solo soldi buttati.

La dimostrazione l’abbiamo avuta a Budapest. Pista completamente diversa da quella di Spielberg, sotto tutti i punti di vista. Ma la squadra dominante è sempre la stessa, la Mercedes, in questo caso seguita dalla succursale rosa con la macchina dell’anno precedente.

Già dalle qualifiche si era capito quale sarebbe stato l’andazzo. Prima fila grigia, pardon, nera, seconda fila rosa, terza fila rossa, ad 1.3 sec. Un distacco abissale.

E, a peggiorare la situazione da un punto di vista della competizione, Red Bull in grande crisi coi due piloti a chiedersi come mai andassero così piano.

E per Verstappen i problemi continuano nel giro di schieramento, con un errore incredibile, agevolato dalla pista umida, che gli fa portare in griglia una macchina senza alettone e con un braccetto dello sterzo rotto, costringendo i meccanici ad un vero e proprio miracolo per consentirgli di prendere il via.

Pista umida, come detto, e tutti con le intermedie. Ma è abbastanza chiaro che si asciugherà in fretta, e le due Haas, al termine del giro di ricognizione, entrano direttamente ai box per montare le slick. Una mossa che si rivelerà azzeccatissima.

Allo spegnimento dei semafori, Bottas pasticcia, anticipa la partenza e poi si ferma, avviandosi così con ritardo e perdendo posizioni. Davanti, Hamilton se ne va indisturbato, seguito da Stroll e da Verstappen, con le due Ferrari subito dietro.

Passano solo 3 giri e i primi iniziano a fermarsi per montare gomme da asciutto, a cominciare da Leclerc.

Con le gomme slick, Hamilton e Verstappen girano su tempi irraggiungibili per tutti. Bottas impiega due giri a liberarsi di Leclerc, il quale definisce le proprie gomme “spazzatura”, e poco dopo viene raggiunto da Albon e Vettel. I 3 assieme girano altrettanti secondi più lenti rispetto ai primi.

Nel frattempo Stroll e Bottas riescono ad avere la meglio sulle due Haas. Albon riesce a superare Leclerc al giro 18, e subito dopo anche Vettel lo passa, ma si trova già a 52 secondi da Hamilton.

Si attende la pioggia che però non arriva, e tutti si fermano per il secondo cambio. Gli ultimi a sostituire le gomme sono, poco dopo metà gara, Verstappen e Hamilton, lontanissimi fra loro e da tutti gli altri. Bottas supera Stroll e si mette a caccia di Max. Lo raggiunge attorno al 50° giro, ma non riesce ad avvicinarsi a più di 1 secondo, e opta per montare gomme fresche e tentare un attacco a fine gara.

Al giro 62 Leclerc, in grande difficoltà, viene superato da Sainz ed esce così dalla zona punti. Il suo compagno cerca di difendersi dagli attacchi di Albon, ma commette un errore e perde la quinta posizione.

A 7 giri dalla fine, Hamilton viene richiamato ai box per montare gomme morbide e tentare l’attacco al giro più veloce. Accetterà la mossa solo a 3 giri dalla fine, e, ovviamente, riuscirà nell’intento.

Bottas, come previsto, raggiunge Verstappen all’ultimo giro. Ma è troppo tardi. E così un GP di Ungheria avaro di emozioni finisce con Hamilton, Verstappen e Bottas sul podio, e un ottimo Stroll con la Mercedes rosa al quarto posto, quasi doppiato.

Quinto e primo dei doppiati Albon, ad un giro dal suo compagno di squadra e con il sedile 2021 sempre più minacciato da Vettel, arrivatogli subito dietro al sesto posto. A brevissima distanza dal tedesco un oggi deludente Perez, poi Ricciardo con una Renault inguardabile, l’oggi fenomenale Magnussen, in grado di fare tutto il GP con lo stesso treno di gomme, e, a chiudere la zona punti, Sainz.

Fuori dai punti, come detto, Leclerc, undicesimo. Non pervenuto Norris, così come le due Alpha Tauri. In fondo alla classifica, ma non è una novità, le due Williams parse comunque in netto recupero rispetto allo scorso anno. Assieme a loro come fanalini di coda le due Alfa Romeo, assolutamente indegne del nome che portano (così come la Williams stessa, peraltro).

Ora il circus si ferma una settimana in attesa della doppia gara di Silverstone. Un tempo assolutamente insufficiente per chiunque per chiudere in maniera sostanziale il gap con la Mercedes, anche perchè gli sviluppi sono congelati in quasi tutte le aree della monoposto.

Da qui alla prima domenica d’agosto si parlerà principalmente di due cose: il reclamo della Renault contro la Racing Point, e il nome del successore di Binotto al vertice della Scuderia. Di fronte a cotanti risultati, alcuni suoi predecessori furono rimossi in tutta fretta. La storia dimostra che questo non porta cambiamenti nel breve termine, e sarà così anche questa volta perchè il baratro nel quale sembrano essere precipitati a Maranello è di quelli profondi, ed è prevedibile che per un po’ continueranno a scavare. Di sicuro, però, prima verrà impostata una riorganizzazione e meno dovremo attendere per rivedere la Ferrari al vertice. Ma non è detto che la cosa accadrà, nonostante le voci che circolano.

* Immagine in evidenza dal profilo Twitter @MercedesAMGF1

 

ISTERIA FERRARI IN STIRIA. LEWIS TORNA A DOMINARE.

A volte si tocca il fondo e si inizia e risalire. Altre volte, al contrario, si inizia a scavare. La Ferrari torna dalla doppia gara in Stiria con la pala in mano dopo avere scavato una voragine le cui dimensioni riportano la mente ad un lontano passato. E tutto questo accade proprio mentre la rivale degli ultimi anni ritorna a distanze siderali da tutti gli avversari.

Già le prove del venerdì avevano mostrato che questo week-end si sarebbe tornati alla normalità. Quella di un Hamilton dominante, non solo grazie alla macchina. E le qualifiche, disputate in condizioni al limite della praticabilità, lo hanno confermato: Lewis in pole con 1.2 sec. di vantaggio su Verstappen, con un ottimo Sainz terzo e Bottas quarto. Ferrari già in grande difficoltà con Vettel decimo e Leclerc undicesimo, poi pure penalizzato di 3 posizioni in griglia. Gli aggiornamenti portati in fretta e furia non hanno funzionato, gettando la squadra in un evidente sconforto.

Pronti-via, e mentre i primi se ne vanno tranquillamente, nelle retrovie si materializza la catastrofe rossa. Un’ottimista Leclerc vede  in curva 3 un varco lasciato da Vettel e ci si infila. Peccato che quel varco fosse indispensabile per fare la curva, e quando Seb stringe, il giovane talento monegasco non può fare altro che saltare sul cordolo, finendo poi per fare la curva sulla macchina del compagno. Risultato: alettone distrutto per il  tedesco, fondo disintegrato per Charles, gara finita per entrambi.

Dopo l’inevitabile Safety Car,  Hamilton e Verstappen se ne vanno indisturbati, mentre Sainz tiene brevemente la terza posizione per poi cederla inevitabilmente prima a Bottas e poi ad Albon.

La gara prosegue senza grandi emozioni se non il duello fra Ricciardo e Ocon, con Daniel che si deve sudare la posizione fino a quando dal box non convincono il francese a farlo passare al giro 20.

Dopo 24 giri il quarto, Albon, é a quasi 28 secondi. Al giro 25 Verstappen apre il valzer dei pit-stop con un’entrata ai box che per un niente non è il replay di quella, mitica, di Coulthard ad Adelaide nel 1995. Per lui gomme medie.

Al giro 28 entra anche Hamilton che riesce a stare comodamente davanti a Max. Gomme gialle anche per lui.

La Mercedes tiene fuori Bottas fino al giro 34, fra le proteste del finnico che avrebbe preferito anticipare per non perdere troppo sul rivale olandese.

Passata metà gara inizia la rimonta delle due Mercedes rosa, in quel momento le più veloci in pista. Perez rimonta facilmente su Ricciardo e va alla caccia di Albon che naviga a mezzo minuto da Bottas. Il quale ha ormai preso Verstappen, in grande difficoltà con le gomme posteriori.

E, infatti, al giro 66 il finlandese passa Max in tromba, ma quest’ultimo lo ripassa in modo formidabile, per poi subire una seconda sverniciatura al giro successivo, alla quale non riesce a rispondere.

A due giri dalla fine, Perez prova ad attaccare Albon ma danneggia l’ala anteriore. Dietro di lui, c’è una bella lotta fra Ricciardo, Stroll, e Norris, con l’ inglese che li passa entrambi e all’ultima curva riesce anche a sopravanzare Perez, in difficoltà con l’ala rotta.

E così finisce con l’ennesima doppietta Mercedes, Verstappen terzo a mezzo minuto, e Albon quarto a 44 secondi. Ad oltre un minuto il solito fantastico Norris, davanti a Perez, Stroll e Sainz. Chiude la zona punti Kvyat.

Fuori dai punti Haas e Sauber, sempre nelle retrovie e in evidente difficoltà, così come la Williams, parsa comunque in grado di lottare con le avversarie, a differenza di quanto avveniva lo scorso anno.

85 vittorie per Lewis. Il record assoluto di Michael è a -6.  Ieri l’inglese ha stabilito un altro record: 14 stagioni consecutive con almeno una pole. Tutte quelle che ha disputato. Questo sarà probabilmente l’anno in cui si isserà definitivamente in cima a tutte le classifiche.

E sarà, probabilmente, anche l’anno in cui la Ferrari toccherà uno dei punti più bassi nei suoi 70 anni di storia in Formula 1. Ma, come ha sempre fatto in passato, risalirà sicuramente. Quando qualcuno avrà il coraggio di prendere atto della situazione e di apportare gli opportuni cambiamenti. Il che non è detto che accada a breve.

Sicuramente non da qui ad una settimana, quando si tornerà in pista in Ungheria.

 

Immagine in evidenza dal profilo Twitter @MercedesAMGF1