F1 2024 – GRAN PREMIO DEL QATAR

Ultimi due appuntamenti per il mondiale di F1 e iniziamo col dire che ne avrei(emmo?) fatto volentieri a meno. In primis perche’, a costo di essere ripetitivi, 25 gare piu’ 6 sprint race sono davvero tante, troppe e poi si corre su circuiti che non aggiungono granche’ al racconto di questa stagione.

intendiamoci, circuiti inutili come quello di Las Vegas che almeno ha avuto la fortuna di consacrare per la quarta volta consecutiva Max Verstappen, che entra cosi’ in una ristretta cerchia di eletti.

Assegnato il titolo piloti resta quello dei costruttori che, alla luce degli ultimi avvenimenti, solo un cataclisma potra’ non far si’ che venga vinto dalla McLaren.

immagine da liberoreporter.it

I motivi sono due: 24 i punti di vantaggio sulla Ferrari a due gare piu’ una sprint dalla fine e una pista, quella di Losail sulla carta molto piu’ favorevole alla squadra di Woking piuttosto che quella di Maranello.

La Ferrari ha sprecato una bella occasione a Las Vegas, in verita’ piu’ per colpa di una Mercedes rinata che per colpe proprie, e purtroppo, come gia’ detto in passato, deve rimpiangere amaramente il blackout occorso dopo il Gp di Montecarlo, quando ha infilato una serie di controprestazioni al limite dell’imbarazzante. Niente e’ ancora deciso ma un harakiri McLaren a Losail appare alquanto improbabile.

In teoria anche Red Bull e’ ancora in gioco ma i punti di distacco in questo caso sono 53 e, considerando che corrono in pratica con una macchina sola, rappresentano una sentenza.

Se vogliamo c’e’ anche un mini campionato costruttori che vede tre team, Haas – Alpine -Racing Bulls, racchiusi in quattro punti. Molto probabile che ci sia piu’ lotta tra questi tre piuttosto che tra i due top team davanti.

immagine da gpkingdom.it

Detto cio’, speriamo almeno che la pista di Losail regali una gara quanto meno avvincente, cosa che storicamente e’ avvenuta spesso. Inutile dire che gli sguardi sono gia’ rivolti alla prossima stagione in cui ci saranno tanti cambiamenti, uno su tutti l’arrivo a Maranello di Lewis Hamilton.

Come gia’ detto, l’operazione sembra piu’ economico-commerciale che squisitamente sportiva ma per un brand globale come Ferrari e’ un qualcosa di normale, anzi direi logico.

Certo dal punto di vista sportivo restano forti dubbi considerando che si manda via un ottimo pilota come Sainz per prendere un quarantenne che (forse) ha gia’ dato il suo meglio ma, come al solito, sara’ la pista a parlare.

L’operazione avra’ comunque i suoi lati positivi a prescindere, come quello di dare un valore definitivo al livello di Leclerc. La logica dice che, considerando eta’, abilita’ e ruolo consolidato all’interno del team non dovrebbe avere grosse difficolta’ a battere Hamilton ma se pensiamo che quest’ultimo non e’ di certo l’ultimo arrivato, sa giocare bene dal punto di vista psicologico e ha tutta l’intenzione di provare a vincere l’ottavo titolo, la lotta potrebbe essere piuttosto serrata.

immagine da motors-addict.com

Personalmente sono curioso, anche perche’ alla fin fine tutto dipende dal carro che avranno sotto il sedere, altrimenti diventa una lotta tra poveri come piu’ volte successo negli ultimi anni.

E anche per un altro motivo: Leclerc e’ in F1 dal 2018, in Ferrari dal 2019, tradotto sono sette stagioni. Al di la’ delle vittorie ottenute o quelle perse per strada, quello che il monegasco sembra non avere ancora acquisito e’ la freddezza e la gestione di alcune situazioni di gara e all’interno del box, in pratica proprio gli aspetti che al momento fanno si che la sua carriera e quella di Verstappen si allontanino come due rette divergenti, e non parliamo solo di titoli e statistiche.

Leclerc sembra (sembrava?) appartenere al cesto di quelli buoni buoni (vedi Verstappen) ma una certa immaturita’ di base ed eccessiva emotivita’ sembrano ancora minare il suo potenziale. Per dire, Sainz al suo confronto non ha sfigurato e, con tutto il bene che si puo’ volere allo spagnolo, non stiamo parlando di un fenomeno generazionale.

Per Leclerc quindi suonera’ la campana nel 2025, si spera per lui che non suonera’, sportivamente parlando, a morto. Poi tutto il resto, tutto il bailamme che Hamilton si portera’ dietro, a torto o a ragione, contera’ zero. Il cronometro sara’ l’unica pietra di paragone.

*immagine in evidenza da promoracing.it

Rocco Alessandro

LE NON PAGELLE DI LAS VEGAS 2024

Il Gran Premio di Las Vegas 2024, preannunciato come uno degli eventi più spettacolari della stagione, è andato in archivio sancendo quello che tutti si aspettavano: abbiamo Max Emilian IV!

Avremo modo di celebrarlo a dovere ma è un peccato, per certi versi, che l’evento si sia verificato qui, a Las Vegas, e non a Interlagos: sarebbe stata degna conclusione di un mondiale strepitoso. Ma tant’è e lo salutiamo con i più ampi e meritatissimi complimenti.

Alcuni pensano che la città del peccato, con le sue luci sfavillanti e l’atmosfera elettrizzante, offra uno scenario unico per una gara di Formula 1. Tuttavia il sottoscritto, da buon marxista (nel senso di Groucho Marx), non può esimersi dal rilevare quanto questo contesto faccia assomigliare il circus ad un pinguino in una sauna: fuori posto ma con stile.

Già, perché probabilmente ben consci di tali perplessità, i Tilke (pater et filius, stando alle info sul circuito) hanno ben pensato di disegnarlo per favorire molti sorpassi, un po’ come a Gedda, grazie ad un rettilineo infinito in cui anche il DRS un po’ azzoppato di quest’anno possa condizionarne gli esiti. Il circuito non presenta alcuna caratteristica degna di nota, tranne per l’appunto il lungo rettilineo da 1.9 km di cui sopra, e l’unica attenzione che devono porre i piloti è ai muretti tipici di un circuito cittadino moderno: non essendoci vie di fuga basta un semplice errore per andare a muro e vanificare tutto il week end. Se n’è accorto il di questi tempi celebratissimo Franco Colapinto che in qualifica ha avuto modo di capire quanto siano pericolosi 50g di decelerazione laterale. Fortunatamente l’argentino se l’è cavata con un bello spavento e con il rammarico di aver dato l’ennesima gatta da pelare al team ma guardando la dinamica del suo incidente più e più volte non posso che rallegrarmi del livello di sicurezza raggiunto da queste vetture: senza le protezioni laterali e l’HANS temo che le conseguenze di un incidente siffatto sarebbero state terribili.

Rimane comunque un punto, quello della sicurezza, che spero i responsabili della FIA continuino a monitorare e ad analizzare: non sono del tutto certo che se l’impatto fosse avvenuto qualche metro prima o qualche metro dopo avrebbe sortito lo stesso rassicurante esito. Speriamo!

Tornando al circuito, anzi all’evento, Gli organizzatori dell’evento non hanno fatto molto per distogliere l’attenzione dal kitsch estremo: alla fine della gara una sfilata di Rolls Royce ha portato i protagonisti del podio (e Max) fino al laghetto del celebre quanto pacchiano Bellagio. La scena mi ha fatto provare un forte imbarazzo, come quando un collega si presenta a una riunione importante con un abito impeccabile ma una cravatta a pois fucsia, senza fare una battuta del tipo “mi ha costretto mia figlia di 10 anni!” per salvare le apparenze. Mancava solo che i piloti indossassero caschi a forma di cappello a cilindro!

Oltre a tutto ciò, gli orari ultraserali mettevano in difficoltà piloti e vetture: Las Vegas sarà pure immersa nei deserti del Nevada ma l’inverno è inverno anche lì. Il freddo ha cambiato le carte in tavola: positivamente per Mercedes e negativamente per tutti gli altri e ha reso l’asfalto, pur inaspettatamente liscio per un cittadino, assai scivoloso e imprevedibile quanto a consumo gomma.

Ma ora bando alle ciance e vediamo come si sono comportati i piloti in questo contesto che, comunque la si veda, non era comunque facile da gestire.

RUSSELL voto 10

Chi si è destreggiato alla perfezione in questo contesto è Giorgino nostro che sfodera la sua seconda miglior gara dell’anno dopo Spa che però stavolta gli vale il punteggio pieno e l’ufficialità della terza vittoria in carriera. Beneficia di un mezzo evidentemente perfetto per le gelide condizioni di questo periodo dell’anno sull’altipiano desertico del Nevada. Che fosse così si è visto sin dalle prime prove libere con lui ed Hamilton a tirare il gruppo con molta facilità. Le qualifiche le ha letteralmente dominate e ancora meglio si è destreggiato nel corso della gara durante la quale non ha sbagliato nulla mantenendo il perfetto controllo in ogni momento critico. La partenza è stata perfetta e poi non si è lasciato intimidire dagli attacchi di Leclerc. Nel primo stint con le gialle ha tenuto un ritmo inavvicinabile per chiunque e con le bianche ha saputo destreggiarsi perfettamente controllando i potenziali inseguitori con una strategia altrettanto perfetta. Non si è minimamente scomposto quando nel finale Hamilton sembrava averne di più: lo ha lasciato avvicinare sino a 5 secondi, conservando le gomme, e poi ha accelerato portandosi allo stesso ritmo di Lewis facendogli capire che non c’era alcuna possibilità non solo di attaccarlo ma nemmeno di raggiungerlo. Questo è quel che mi è più piaciuto della sua gara: il controllo totale. Bravissimo!

HAMILTON voto 8 meno

La sorprendente Mercedes vista in Nevada consente ad Hamilton di completare l’inaspettata doppietta grazie ad una gara gagliarda che ha fatto rivivere all’eptacampeao i fasti delle Wxy degli anni migliori: partenza da dietro ma sorpassi rapidi e decisi, gestione, controllo, strategia ottimale grazie ad un ritmo inarrivabile. Peccato per lui che la qualifica, nella quale il buon Lewis ha pasticciato malamente in entrambi i tentativi del Q3 costringendolo a partire dalla decima posizione in griglia, sia stata estremamente deludente. Il che gli vale un voto, per quanto buono, decisamente inferiore rispetto a quello del suo compagno di squadra. Non è un buon viatico per la prossima stagione: ti aspetti che il suo curriculum e la sua esperienza, se non la sua velocità ormai consegnata agli archivi, vengano fuori proprio in queste situazioni e invece…

SAINZ – LECLERC voto 7,5 a entrambi

Si diceva che Las Vegas fosse pista Ferrari ma la pista ha dimostrato che gli alfieri di Stoccarda non hanno avuto rivali. Dunque i ferraristi, arrivando immediatamente dietro ai grigi, hanno comunque dimostrato che, senza questo “cigno nero” (anzi “grigio”), Ferrari avrebbe potuto vincere abbastanza agevolmente. Quindi ciò è molto positivo. Il comportamento vettura in prova e in gara è parso ottimo e se non fosse stato per il primo stint con le gomme gialle, crollate repentinamente dopo 6-7 giri, forse Russell avrebbe dovuto sudarsela di più. Con le bianche, infatti, il ritmo tenuto dai rossi era del tutto analogo a quello di Russell e nel finale anche migliore. Leclerc ha patito il suo tentativo di superare Russell a inizio gara ma è parso, in gara, leggermente più in palla di Sainz. Detto questo ci sono un po’ di cose da valutare per mettere la prestazione dei piloti in un quadro più obiettivo. Mi riferisco naturalmente alla polemica sorta dopo i team radio di Leclerc mandati in onda in modo forse inopportuno ma che segnalano una situazione un po’ più delicata di quanto ci si aspettasse. La prima cosa da dire è che la qualifica di CLC per la terza volta nelle ultime quattro gare è deficitaria nei confronti di quella di Carlos e nell’unica volta in cui gli è arrivato davanti (in Brasile) è perché Sainz ha pasticciato. La pretesa di poter avere dei favoritismi in termini di strategia o di condotta di gara non può prescindere dal mostrare innanzitutto in pista che lui deve essere il pilota su cui puntare. È chiaro che se arrivi a 3 decimi di distanza dal teammate per tua colpa, cioè essendo stato più lento, le pretese perdono di forza. Di poi, se nel corso della gara non fai valere le tue qualità velocistiche nei momenti che contano allora la forza di tali pretese non può far altro che scendere ulteriormente.  Tutto ciò va considerato a maggior ragione sapendo che Sainz è in uscita dalla squadra sin dal giorno zero della stagione 2024 e con il sedile di Perez perennemente in bilico non si può pensare che, anche a contratto Williams firmato, Carlos non abbia l’occhio teso verso Milton Keynes e l’orecchio ben allineato alle uscite di Marko. Dal canto suo il buon Carlos, al quale non si può non riconoscere grande sagacia tattica, sembra che non manchi mai l’occasione per fare scherzetti a Leclerc sapendo che questi, ormai ben calato nel suo ruolo di uomo-squadra, difficilmente si metterà a combattere con lui come se non ci fosse un domani. Proprio perché in quanto a sagacia tattica è uno dei migliori in Formula 1 (vittoria di Singapore 2023 docet) è difficile pensare che le sue mosse su Leclerc a Las Vegas non siano state fatte appositamente. Il ritardato “swap” mentre erano inseguiti da Hamilton, tra il 23° e il 27° giro, non viene mitigato dall’essersi messo tra i due con cattiveria: “ti ritardo apposta lo swap” sembra pensare Carlos “ma poi mi inserisco davanti ad Hamilton così non mi possono accusare di nulla”. Il calcolo era presumibilmente un undercut su CLC che, in quel frangente, stava andando più veloce di lui: bloccandolo per due tre giri e sapendo di fermarsi prima sapeva che sarebbe uscito abbondantemente avanti a lui quando si sarebbe fermato. Tale calcolo è stato vanificato dall’errore del box Ferrari che prima lo chiama e poi lo rimanda fuori mentre sta imboccando la pit lane (a proposito: come mai niente penalità?). Ma anche così Sainz decide di superare Leclerc nonostante non ci fosse alcuna ragione per farlo. Più avanti nella gara, quando i due rossi raggiungono Verstappen, Sainz passa l’olandese ma poi non se ne va, nonostante fino a lì avesse avuto un ritmo di mezzo secondo più veloce: anche in questo caso la sensazione che abbia tenuto appositamente Max a distanza DRS per evitare che CLC lo passasse agevolmente non mi abbandona. Tant’è che quando finalmente 6 giri dopo CLC riesce a superare Max, mancano solo tre giri alla fine e non c’è possibilità per Leclerc di chiedere uno swap ulteriore. Insomma, Leclerc deve darsi una svegliata in pista se vuole dar peso alle sue pretese ma non ha del tutto torto quando si lamenta delle “furbate” di Sainz. Ieri, terzo e quarto, hanno potuto guadagnare punti su McLaren nel costruttori ma con altre “furbate” così i prossimi due GP potrebbero complicare una lotta per il titolo costruttori che già non è per nulla semplice. Alla luce di ciò ho tolto mezzo voto ad entrambi che pure, in pista, erano da 8.

VERSTAPPEN voto 7 per la gara e 246 per il controllo

Eccolo! Per vincere il titolo gli bastava fare il minimo sindacale visto che erano pochissime le combinazioni che avrebbero consentito a Norris di andare in Qatar con ancora qualche flebile speranza. In pratica, gli bastava arrivare al traguardo davanti a Norris a prescindere dalla posizione o anche arrivargli immediatamente dietro. Solo una vittoria di Norris ed un suo zero potevano preoccuparlo e con le qualifiche a suo favore (lui 5° e Lando 6°) tale eventualità era remotissima. Dunque, per lui che ha più volte dimostrato di avere aggiunto un grande controllo della gara al suo bagaglio tecnico, si trattava solo di non mettersi nei guai. Superato il momento, sempre rischioso, della partenza si è messo a velocità di crociera fino a concludere nella fatidica posizione che lo lancia ulteriormente nell’olimpo dei grandi di questo sport. Non c’è molto altro da dire. Lo celebreremo come si deve nel riepilogo della stagione. Per il momento ci leviamo il cappello!

NORRIS e PIASTRI voto 6 meno e 5.5 rispettivamente

In qualifica Lando è molto più lontano dalla vetta di quanto avrebbe voluto e in gara, dopo una partenza in cui tenta di impensierire Max senza troppa convinzione, deve arrendersi a tutti quelli che ha davanti. Chiude la gara ad una distanza siderale da Max (quasi trenta secondi) che è un risultato del tutto impensabile alla vigilia alla luce di tutto il buono che, dal punto di vista tecnico, ha fatto vedere McLaren in questi ultimi mesi. Vedremo se l’anno prossimo farà tesoro dell’esperienza di quest’anno ma le volte che ha “toppato” quand’era stra-favorito non lasciano ben sperare. A Las Vegas Piastri è andato anche peggio. In qualifica non riesce a stare davanti a Tsunoda e parte ottavo. In partenza è assai molle e si fa superare da Hulkenberg al quale non riesce a contendere la posizione sino all’arrivo di Hamilton che indirettamente lo aiuta. Supera Tsunoda con undercut e passa il resto del GP a cercare di tenerlo a distanza di sicurezza, preoccupato anche del positivo ritorno di Hulk. Decisamente una McLaren fuori forma, probabilmente a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli. Per sua fortuna l’exploit di Mercedes impedisce a Ferrari di fare l’en plein di punti ma suppongo che la preoccupazione, a Woking, stia salendo di grado.

HULK voto 8

Dopo alcune gare in cui Magnussen sembrava stranamente (per com’era andata la stagione) più efficace e con un Brasile addirittura fallimentare, messo in ombra da Bearman ed errori non da lui, il buon Hulk torna a brillare. Q3 raggiunto con una certa facilità e una gara gagliarda lo portano ai punti necessari per riprendere fiato nella classifica costruttori. Grazie a lui, e all’inopinato guasto che ha tolto di mezzo Gasly, Alpine è di nuovo dietro. Peccato si sia un po’ perso in occasione del sorpasso subito da Hamilton intorno all’ottavo giro perché con un Piastri così poco in palla avrebbe anche potuto aspirare ad una posizione migliore. Ad ogni modo: bravo e solido!

TSUNODA voto 8+

Il “+” è dovuto alla qualifica strepitosa che ha fatto. Il piccolo Yuki ha rimesso a posto Lawson con una prestazione notevole, considerato che in tutte le FP si era trovato in enorme difficoltà. Va ancora meglio in gara, in cui riesce a tenere un ritmo che non sembrava alla sua portata e conclude non lontano da Piastri e Hulk. Per le ambizioni in classifica costruttori non è ancora abbastanza: 3 punti di distacco, considerati i pochi punti a disposizione nelle posizioni di rincalzo, non sarà facile recuperarli ma la combattività non gli manca. Bravo!

PEREZ voto 5 +

Voto matematicamente insufficiente per Checo con un “+” raccattato grazie ad uno strepitoso sorpasso su Magnussen e Lawson al 38° giro. Pietosa la sua performance in qualifica. Leggermente meglio in gara ma, a parte il già citato sorpasso, senza mordente. Guadagna il punto solo perché Gasly rompe, Ocon fa pasticci, Alonso ha una AM in caduta libera e Magnussen si è dimenticato il piede destro in Danimarca. Per quanto ancora i soldi degli sponsor gli consentiranno di tenere il sedile?

ALONSO voto 6: Più di così non poteva fare

MAGNUSSEN voto 5: aveva tre settimane per recuperare dalle vendette di Montezuma & Co. rimediate in Brasile quindi la sua prestazione, decisamente inferiore a Hulk dopo alcune gare in cui invece pareva decisamente in palla, è largamente insufficiente.

ZHOU voto 7: Finalmente si rivede mettere il muso della sua Sauber un po’ più avanti dell’ultimo posto cui si era mestamente abbonato. Ottima qualifica e buona gara nella quale ad un certo punto sembrava persino poter ambire ad una posizione nei punti.

COLAPINTO voto 6 meno: dopo la grande paura per il botto in qualifica (colpa sua, beninteso) fa una gara pensando solo a portare la vettura al traguardo senza ulteriori danni.

STROLL voto 6: stavo per dargli l’ennesima insufficienza quando ho letto dei suoi problemi con la radio che l’hanno costretto ad una gara al buio. Considerato quanto sia difficile per i piloti di oggi fare a meno di scambio continuo con il muretto non è poi andato così male.

LAWSON voto 4: Tsunoda è riuscito a fare il salto di qualità dopo le preoccupanti FP ma lui no e si è preso le piste dal giapponese dando una gran delusione al suo muretto e a noi che da lui ci aspettavamo una gara decisamente diversa. Dopo le belle prove degli ultimi GP un inciampo ci può stare. Solo che il campionato costruttori esige che anche lui sia della partita. Vedremo in Qatar se torna a farci vedere di cosa è capace.

OCON voto 5: Dalle stelle alle stalle ma si può fare una gara leggendaria come in Brasile e poi scadere nell’anonimato la gara dopo? Vero che ha avuto un guaio ai box in occasione del primo pit (in pratica quando entrato per il pit i suoi meccanici non erano pronti ed è dovuto ripartire), ma nel resto della gara non è che abbia fatto vedere granché trovandosi a battagliare con il solo Lawson, altra delusione di questo GP. Questo pilota non lo capirò mai.

BOTTAS voto 5: mai visto.

GASLY s.v. per la gara ma 9 per la qualifica!

ALBON s.v.

Finito, come ampiamente prevedibile, il mondiale piloti, rimangono due gare per determinare le posizioni in quello costruttori. Oltre alla lotta per il primo posto tra McLaren e Ferrari, tutt’altro che scontata, sono le posizioni di rincalzo a creare interesse. In particolare, è il sesto posto ad essere conteso con Haas, Alpine e Racing Bulls racchiuse in 4 punti con due gare da disputare. Aston Martin pare sicura del 5° posto ma è in caduta libera dal punto di vista tecnico e non può essere poi così tranquilla: se uno degli inseguitori avesse un exploit tipo Alpine in Brasile…

Ci vediamo in Qatar!

 

 

Bastian contrario L’ECLISSI

Nella “città del peccato”, domenica scorsa si è corso il terz’ultimo appuntamento di questo lungo ed estenuante mondiale e, alla fine del suddetto GP di Las Vegas, Max Verstappen è stato incoronato per la quarta volta campione del mondo. In questo evento sportivo abbiamo assistito ad una eclissi dietro l’altra perché ogni episodio accorso, ha oscurato quello precedente. Infatti la Mercedes ha conquistato una incredibile doppietta che è passata in secondo piano, o meglio dovrei dire che è stata eclissata, in quanto Verstappen ha vinto il suo quarto titolo che, almeno in Italia, a sua volta è stato eclissato dai casini che sono successi in Ferrari e nello specifico dal litigio post race che è avvenuto tra i due alfieri della Rossa.

Sono bastate due settimane di pausa per rivedere la Mercedes che abbiamo lasciato alla fine dell’estate. Nella pista che avrebbe dovuto essere congeniale alla Ferrari, la Mercedes di Toto&Co. domina con Russell dallo start alla bandiera a scacchi e soprattutto con Hamilton, il quale a suon di giri veloci, recupera posizioni su posizioni e soprattutto, rimedia ai casini che ha combinato in qualifica. La forza della W15 è proprio con il campione inglese che la si vede visto e considerato che proprio l’epta campione del mondo, dopo la pausa estiva, si era praticamente perso e non riusciva a cavare un ragno dal buco. Hamilton con quei giri veloci, che hanno ricordato i bei vecchi andati, ha dimostrato che i “crucchi” erano imprendibili sulla pista ghiacciata (come potrei altrimenti definirla viste le temperature?) e soprattutto ha rinfrancato un po’ gli animi di tanti tifosi che iniziavano ad avere dubbi. Metto come sempre subito i puntini sulle i come si suol dire: chi ha creduto che Lewis fosse arrivato a fine carriera, agonisticamente parlando, si è fatto male i calcoli. Come ho già scritto più volte, se dovessimo giudicare l’Hamilton visto dopo il Belgio dovremmo dire “pilota finito”, solo che la realtà non è fatta solo di numeri bensì di un insieme di fattori che, nel caso del britannico di Stevenage, si chiamano motivazioni che ormai sono finite, si sono esaurite definitivamente con Mercedes, perché il buon Lewis ha già la testa a Maranello. Di sicuro l’immagine che sta dando di se, apparentemente, non è rassicurante eppure quando la macchina la sente sua fa vedere che è tutt’altro che finito e guai a pensarlo. Lewis si è fregato con le sue stesse mani in qualifica altrimenti il “Sin city GP” sarebbe stato suo con molta probabilità, solo che dei se e dei ma non ce ne facciamo nulla e nel frattempo Russell sorride e ringrazia andando a dominare il weekend e, nel contempo, fa capire a Toto di chi è la squadra nonostante il Team Principal austriaco stia aspettando il suo pupillo italiano.

Peccato che questa straordinaria performance di George sia stata eclissata dal titolo di Verstappen e, lo scenario di Las Vegas, è stato lo sfondo più azzeccato che si potesse scegliere per incoronarlo campione. Max ha raggiunto “quota Prost e Vettel” e, mai come quest’anno, nessuno gli può recriminare nulla. Infatti questo titolo 2024 è il primo senza macchia e senza polemiche e che mette definitivamente d’accordo tutti: nel 2021 ci fu lo zampino di Masi, nel 2022 ci fu la “combo” dell’assenza del Presidente della Ferrari per tutto il mondiale unita alla DT039 che affondò definitivamente la Rossa (in quanto unica avversaria della Red Bull), nel 2023 Newey sfornò un’astronave e, sebbene chi vince ha sempre ragione per non parlare del fatto che questi suddetti mondiali sono comunque tutti meritati, è anche vero che come già detto precedentemente sono macchiati da polemiche e ombre. In quest’anno sportivo che sta andando a finire, mai come oggi l’uomo, l’essere umano, ha prevalso sul mezzo e Max è stato il vero “deus ex machina” per eccellenza: quando il mezzo gliel’ha consentito ha vinto e, quando la sua RB20 si è plafonata, lui ha massimizzato tutto quello che poteva ed anzi ha vinto anche quando il pronostico gli andava contro, proprio come in Brasile in luogo del quale ha composto la sua quinta sinfonia. Cosa gli puoi dire ad un cosi se non chapeau? Con la squadra totalmente allo sbando, dove le continue lotte di potere interne, hanno fatto si che persino il comparto tecnico ne abbia risentito tanto da far risultare la Red Bull terza forza del campionato, Max è stato il collante che ha tenuto su tutta la baracca e che ha mascherato tutti i casini che tutt’ora attanagliano la squadra. Proprio in virtù di questo, unito al fatto che con questo regolamento McLaren è ormai una realtà e Ferrari è in evidente crescita, ho come l’impressione che il tetra campione del mondo si prenderà una pausa prima di raggiungere il quinto titolo. Con questo voglio dire che l’anno prossimo non solo non sarà scontato che Max riesca nuovamente a vincere il campionato, bensì ho come l’impressione che non ci riuscirà a causa del fatto che la concorrenza è più agguerrita. La mia è soltanto una supposizione eppure ogni ciclo prima o poi è destinato a finire e, considerando tutto quello che è successo in seno alla squadra bibitara, ci sono tutti i presupposti affinché questo si realizzi… fattore Verstappen permettendo si capisce.

Il meritatissimo mondiale di Verstappen, almeno in Italia, è stato eclissato da quanto successo in Ferrari e quindi dagli screzi accorsi tra i due alfieri rossi. Diciamocela tutta: ad avercene sempre di problemi del genere! Quando in squadra hai due piloti come LeClerc e Sainz che non fanno altro che spingersi l’uno con l’altro e, i risultati sono sotto gli occhi di tutti (Ferrari nonostante sia palesemente più lenta di McLaren è li a lottare, a ormai due GP dalla fine, per il titolo costruttori), sono del parere che tutto passa in secondo piano. Davvero è un problema quanto successo tra i due ferraristi? Ero bambino quando il Fondatore passò a miglior vita eppure il suo modo di pensare mi ha sempre affascinato: per lui veniva prima la Scuderia e poi i piloti (eclatante il suo atteggiamento con Villeneuve dopo Imola!), come giusto che sia. Con questo voglio sottolineare il fatto che, se ci fosse stato ancora lui, se ne sarebbe sbattuto i cosi detti della “scaramuccia” successa tra Charles (il quale inizia a lamentarsi un po’ troppo soprattutto pubblicamente) e Carlos (il quale a sua volta ha ormai esaurito la pazienza) perché alla fine dei conti, chi è arrivata davanti (rispetto a McLaren) è stata la sua Ferrari… anzi, credo che si sarebbe incazzato non poco visto come sono andate le cose in pista, dove si è perso solo tempo prezioso. Usando questo ragionamento dunque, che se lo risolvano loro due il problema che hanno, anche perché a Sainz (questo lo affermo da grande estimatore del monegasco) non gli si può dire proprio nulla: gli danno il ben servito ancora prima che il mondiale iniziasse (una legnata, dal punto di vista emotivo, che stenderebbe chiunque) e lui, da professionista che è, non solo non boicotta squadra e compagno (cosa che avrebbe potuto fare e che comunque non è scontato… infatti andate a vedere cosa è successo tra Ocon e Alpine!), addirittura si sbatte per tutto il campionato tanto da vincere due dei cinque GP conquistati dalla Rossa e, permettendo poi alla stessa Beneamata di rimanere in corsa per il titolo costruttori. Ad ormai due GP dalla fine gli sarà anche concesso pensare a se stesso, sbattersene del compagno e magari levarsi qualche sassolino dalla scarpa? C’è chi conta ormai i giorni (probabilmente anche lo stesso Charles) di quando lo spagnolo andrà via, ed io sono uno di quelli e solo per un motivo: ci si lamenta tanto di Sainz (che tanti ferraristi e soprattutto questa Ferrari non merita), quando molti non hanno ancora realizzato cosa ne seguirà con la venuta di Hamilton (gli epiteti e sinonimi di “uomo squadra” ormai si sprecano) a Maranello ed il sottoscritto ha già preparato i popcorn, perché gli episodi che vedremo in pista e fuori da questa, eclisseranno tutto quello che abbiamo vissuto sino ad ora probabilmente facendoceli anche rimpiangere. Ai posteri l’ardua… eclissi.

Vito Quaranta

LA MERCEDES DOMINA A LAS VEGAS. VERSTAPPEN EGUAGLIA VETTEL E PROST.

Las Vegas non è un luogo fatto per la Formula 1. Lo dice la storia. Per la quarta volta si corre nella capitale del Nevada, la seconda nel circuito della “strip”, di notte e con meno di 10° di temperatura. Ma è molto spettacolare, e va bene così a tutti.

Lo spettacolo si vede non solo fuori dalla pista, ma anche dentro, con qualifiche molto tirate che vedono Russell in pole con Sainz di fianco, e Colapinto che aggiunge un altro milione di euro alla voce “costi per riparazioni” del bilancio 2024 della Williams.

Allo spegnimento dei semafori, il “buono spunto”, anzi, buonissimo, è di Leclerc, che, come accaduto ad Austin, sfrutta molto bene le scaramucce davanti a lui e si porta in seconda posizione dietro Russell.

Charles prova ad attaccare l’inglese al giro 4, ma George lo chiude, e il ferrarista si deve subito calmare perchè ha trattato male le sue gomme, e al giro 7 Sainz lo passa. Al giro successivo, deve cedere la posizione anche a Verstappen. Tale è il crollo che in Ferrari lo fermano al giro 9 per montare la gomma più dura. Norris, che lo seguiva, fa lo stesso, mentre Piastri si prende penalità per falsa partenza.

Anche le gomme di Sainz sono andate, e pure lui si ferma per cambiare le gomme, subito dopo essersi fatto passare da Verstappen.

Pure Max e Russell si fermano subito, con l’inglese che, a differenza, degli avversari, riesce a mantenere la posizione, continuando a guidare la gara.

Mentre Russell guida con 10 secondi di vantaggio, al giro 27 Verstappen si ferma una seconda volta. Dietro di lui, anche Sainz, ormai braccato da Leclerc, chiede a gran voce di fermarsi. Dai  box gli chiedono di far passare Leclerc, cosa che fa ma rischia di perdere la posizione da Hamilton. Subito dopo, si infila nell’ingresso box, con Lewis che lo segue, ma all’ultimo momento dai box gli dicono di stare fuori perchè non sono pronti, ma è troppo tardi e, oltre a perdere 3 secondi nella manovra, rischia pure di beccarsi la penalità. Lo spagnolo è giustamente infuriato.

Mentre Russell guida indisturbato, e Leclerc viene richiamato ai box, Hamilton raggiunge Verstappen e lo svernicia, portandosi così in seconda posizione dietro il compagno di squadra.

Al giro 33 anche George effettua la sua seconda sosta, mantenendo il comando.

Al giro 40, le due Ferrari si svegliano e raggiungono Verstappen. La RB20 non ha velocità di punta, e Sainz lo supera facilmente. Leclerc non riesce a fare altrettanto, e impiega 5 giri per portarsi in quarta posizione, con l’olandese che non oppone troppa resistenza.

Finisce così con una doppietta Mercedes dopo una gara dominata da Russell, e Hamilton autore di una grande rimonta dalla decima posizione rimediata in qualifica. Seguono Sainz e Leclerc, che hanno molto da recriminare, e Verstappen, che conquista così il suo quarto, meritatissimo, titolo. Poi Norris e Piastri, con una McLaren molto sottotono, Hulkenberg, Tsunoda e Perez.

Fra solo una settimana si correrà in Qatar, con annessa garetta. E resta da assegnare il campionato costruttori. Potrebbe esserci da divertirsi. ori non ha certo dimostrato di essere un fenomeno.

P.S. come già detto in passato, la Ferrari alla fine dell’anno avrà molto da recriminare. Anche oggi, come è accaduto altre volte durante la stagione, è stato gettato al vento un buon risultato a causa di indecisioni e strategie non proprio ottimali. Solo una manciata di punti guadagnati su una pista dove la McLaren era in crisi sono una miseria, e il mondiale costruttori diventa difficile da conquistare, con sole 2 gare rimanenti.

P.S. 2 la Red Bull senza Verstappen sarebbe al livello della sorellina povera di Faenza. Il quarto mondiale è esclusivamente merito suo.

P.S. 3 abbiamo passato settimane a sentir dire che Colapinto era conteso da tutte le squadre, pronte a stracciare contratti e a pagare fior di soldi alla Williams per averlo. Poi il buon Franco ha pensato bene di strafare, distruggendo macchine e reputazione. Sarebbe interessante capire il perchè di tanto entusiasmo attorno ad uno che nelle formule minori non aveva certo brillato. Ma forse la risposta la troviamo nei 5 milioni di dollari che ha pagato per avere il sedile della Williams.

P.S. 4 il botta e risposta fra GPDA e FIA, con tanto di scritta “we are all adults”, sfiora il ridicolo, da una parte e dall’altra. Pare che abbiamo trovato il novello Balestre, con la differenza che non ha preferenze per un pilota in particolare, ma, anzi, li ha tutti contro.

P.S. 5 speriamo che il novello Balestre non abbia sentito lo spettacolare team radio finale di Leclerc. Se ne riporta di seguito la trascrizione, opportunamente censurata:
Yeah, I did my job, but being nice fucks me over all the f***ing time, all the f***ing time. It’s not even being nice, it’s just being respectful. I know I need to shut up, but at one point it’s always the same, so…oh my f***ing god.
F***ing pick up what the f***you want. And the radio is on, I am sorry.

P.S. 6 Charles può stare tranquillo che l’anno prossimo non si dovrà più lamentare di accordi non rispettati, perchè Lewis è un signore…

P.S. 7 … e dovrà preoccuparsi di Sainz solo in fase di doppiaggio.

P.S. 8 a proposito di Lewis, quando la macchina va, è tutt’altro che uno pronto per la pensione. Quando non va, dai box devono sorbirsi i suoi lamenti, ma penso che in Ferrari se ne faranno una ragione.

F1 2024 – GRAN PREMIO DI LAS VEGAS

Eccoci (finalmente) al conto alla rovescia finale di questo mondiale 2024, terz’ultimo gp che si corre a Las Vegas, sull’omonimo street circuit.

Avremmo voluto arrivarci con un mondiale piloti ancora in bilico e invece Verstappen ha pensato bene di dare una lezione di guida in Brasile mettendo la definitiva ipoteca sul suo quarto mondiale consecutivo. Una vittoria senza appello per gli altri alle prese con macchine piu’ o meno inguidabili e abilita’ di guida sicuramente inferiori.

immagine da automagazine.pt

Ora i punti di vantaggio dell’olandese volante sono 62, una enormita’ a tre gare dalla fine e che vede la tappa di Las Vegas teatro del primo match point. Improbabile che Max riesca a chiudere la questione gia’ in Nevada ma lo stato confusionale in pista e post gara brasiliana di Norris potrebbe renderlo possibile, speriamo per lui che queste tre settimane di stop abbiano avuto l’effetto di riportare un po’ di equilibrio e grinta all’inglese che ha dovuto semplicemente constatare di non essere ancora pronto per l’iride.

Il gp di Las Vegas si classifica nella categoria dei circuiti atipici, per disegno e condizioni atmosferiche. In pratica sono tre lunghi rettilinei connessi da una serie di curve medio-lente, non proprio il massimo dell’esperienza di guida, il tutto condito da temperature atmosferiche che si attesteranno tra i 10 e i 15 gradi celsius.

Ecco, quest’ultima non e’ proprio una bella notizia per la Ferrari e le sue speranze di conquistare il mondiale costruttori. E’ risaputo che la Rossa non ama le temperature basse, cosa che potrebbe dare grossi problemi in qualifica in quanto non riesce facilemente a scaldare le gomme e in gara in termini di scivolamento e graining.

immagine da livegp.it

Il circuito ricavato dalle ”strip” di Las Vegas impone una configurazione aerodinamica a basso carico, un utilizzo importante della PU, grande stabilita’ in frenata e trazione in uscita dalle curve. Le basse temprature saranno una sfida per tutti i piloti che dovranno cercare di non perdere troppa temperatura di gomma nei rettilinei tra una curva e l’altra, con il basso carico aerodinamico che non aiutera’ di certo.

Si diceva che la Ferrari possa essere la grande favorita, lo stesso Sainz l’aveva messa tra le piste piu’ favorevoli ma ci sara’ il grosso ostacolo legato alle temperature.

Di queste problematiche potrebbero avvantaggiarsi sia McLaren che Red Bull, meno condizionate dalle temperature basse. In casa McLaren forse e’ un bene che il mondiale piloti sia ormai archiviato cosi’ da dedicare ogni energia a quello costruttori.

immagine da metronews.it

Dall’altra parte invece, tirato il grosso sospiro di sollievo in Brasile, Verstappen potra’ approfittare con meno pressione di ogni occasione favorevole che si presentera’ e siamo sicuri che non si fara’ grosso scrupolo a sfoderare nuovamente la sua guida aggressiva nei corpo a corpo.

Come detto la pista anomala associata alle particolari condizioni atmosferiche potrebbe portare a qualche sorpresa su chi potra’ puntare ad un gran risultato e chi no. Da mettere in conto anche, trattandosi di un circuito cittadino, la possibilita’ di una o piu’ safety car che potrebbero sconvolgere le tattiche di gara e relativi pit stop.

Inutile raccontarsela, il gp di Las Vegas e’ piu’ che altro un enorme spot che la F1 gira nella terra dei  loro attuali proprietari e proprio nella citta’ piu’ iconica in termini di show business. L’ennesimo obolo da pagare per un avvenimento che e’ sempre meno sport e sempre piu’ intrattenimento, ”esperienza”.

Probabilmente e’ anche giusto che sia cosi’, lo sport di questi tempi e’ sempre piu’ ‘hype’ e meno contenuti, si vogliono massimizzare i guadagni e l’esposizione mediatica. Poco importa delle manovre piu’ o meno lecite dietro le quinte che indirizzano il successo verso l’uno o l’altro concorrente.

Il circus e’ sempre stato una lotta all’ultimo sangue se si guarda agli imbrogli e al vantaggio da capitalizzare, soprattutto se irregolare, la storia di questo sport ne e’ piena, dai tempi delle benzine ‘speciali’ fino alle ali flessibili di quest’anno. La narrazione e’ quella che conta, accontentare un’aspettativa, avere il giusto numero di highlights da ritwittare sui social.

immagine da formulalibera.it

Inutile fare i bacchettoni, e’ giusto cosi’. Non e’ sport? Forse un tempo c’erano altri personaggi, altri piloti e il brivido del vero pericolo? Sono d’accordo ma sono discorsi da boomer. Sport  non lo era neanche prima e anche e soprattutto gli appassionati di vecchia data lo sanno. E’ cambiata la forma e il focus dell’intrattenimento ma alla fine sempre li’ siamo, un giochino quasi vero, quasi giusto, sicuramente manipolato ma giusto quel poco che lo rende ancora piu’ affascinante e vendibile. Oggi e’ diventata una grande serie tv da 25 episodi, ognuna con le sue sottotrame e colpi di scena. L’unica cosa che non cambia e’ che la Ferrari vince poco.

*immagine in evidenza da visitlasvegas.com

Rocco Alessandro