Ultimi due appuntamenti per il mondiale di F1 e iniziamo col dire che ne avrei(emmo?) fatto volentieri a meno. In primis perche’, a costo di essere ripetitivi, 25 gare piu’ 6 sprint race sono davvero tante, troppe e poi si corre su circuiti che non aggiungono granche’ al racconto di questa stagione.
intendiamoci, circuiti inutili come quello di Las Vegas che almeno ha avuto la fortuna di consacrare per la quarta volta consecutiva Max Verstappen, che entra cosi’ in una ristretta cerchia di eletti.
Assegnato il titolo piloti resta quello dei costruttori che, alla luce degli ultimi avvenimenti, solo un cataclisma potra’ non far si’ che venga vinto dalla McLaren.
I motivi sono due: 24 i punti di vantaggio sulla Ferrari a due gare piu’ una sprint dalla fine e una pista, quella di Losail sulla carta molto piu’ favorevole alla squadra di Woking piuttosto che quella di Maranello.
La Ferrari ha sprecato una bella occasione a Las Vegas, in verita’ piu’ per colpa di una Mercedes rinata che per colpe proprie, e purtroppo, come gia’ detto in passato, deve rimpiangere amaramente il blackout occorso dopo il Gp di Montecarlo, quando ha infilato una serie di controprestazioni al limite dell’imbarazzante. Niente e’ ancora deciso ma un harakiri McLaren a Losail appare alquanto improbabile.
In teoria anche Red Bull e’ ancora in gioco ma i punti di distacco in questo caso sono 53 e, considerando che corrono in pratica con una macchina sola, rappresentano una sentenza.
Se vogliamo c’e’ anche un mini campionato costruttori che vede tre team, Haas – Alpine -Racing Bulls, racchiusi in quattro punti. Molto probabile che ci sia piu’ lotta tra questi tre piuttosto che tra i due top team davanti.
Detto cio’, speriamo almeno che la pista di Losail regali una gara quanto meno avvincente, cosa che storicamente e’ avvenuta spesso. Inutile dire che gli sguardi sono gia’ rivolti alla prossima stagione in cui ci saranno tanti cambiamenti, uno su tutti l’arrivo a Maranello di Lewis Hamilton.
Come gia’ detto, l’operazione sembra piu’ economico-commerciale che squisitamente sportiva ma per un brand globale come Ferrari e’ un qualcosa di normale, anzi direi logico.
Certo dal punto di vista sportivo restano forti dubbi considerando che si manda via un ottimo pilota come Sainz per prendere un quarantenne che (forse) ha gia’ dato il suo meglio ma, come al solito, sara’ la pista a parlare.
L’operazione avra’ comunque i suoi lati positivi a prescindere, come quello di dare un valore definitivo al livello di Leclerc. La logica dice che, considerando eta’, abilita’ e ruolo consolidato all’interno del team non dovrebbe avere grosse difficolta’ a battere Hamilton ma se pensiamo che quest’ultimo non e’ di certo l’ultimo arrivato, sa giocare bene dal punto di vista psicologico e ha tutta l’intenzione di provare a vincere l’ottavo titolo, la lotta potrebbe essere piuttosto serrata.
Personalmente sono curioso, anche perche’ alla fin fine tutto dipende dal carro che avranno sotto il sedere, altrimenti diventa una lotta tra poveri come piu’ volte successo negli ultimi anni.
E anche per un altro motivo: Leclerc e’ in F1 dal 2018, in Ferrari dal 2019, tradotto sono sette stagioni. Al di la’ delle vittorie ottenute o quelle perse per strada, quello che il monegasco sembra non avere ancora acquisito e’ la freddezza e la gestione di alcune situazioni di gara e all’interno del box, in pratica proprio gli aspetti che al momento fanno si che la sua carriera e quella di Verstappen si allontanino come due rette divergenti, e non parliamo solo di titoli e statistiche.
Leclerc sembra (sembrava?) appartenere al cesto di quelli buoni buoni (vedi Verstappen) ma una certa immaturita’ di base ed eccessiva emotivita’ sembrano ancora minare il suo potenziale. Per dire, Sainz al suo confronto non ha sfigurato e, con tutto il bene che si puo’ volere allo spagnolo, non stiamo parlando di un fenomeno generazionale.
Per Leclerc quindi suonera’ la campana nel 2025, si spera per lui che non suonera’, sportivamente parlando, a morto. Poi tutto il resto, tutto il bailamme che Hamilton si portera’ dietro, a torto o a ragione, contera’ zero. Il cronometro sara’ l’unica pietra di paragone.
*immagine in evidenza da promoracing.it
Rocco Alessandro
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