Questo articolo poteva intitolarsi “MAX FURIOSUS”, contenere le parole “Max furiosus” e terminare lì.
C’era molta attesa per il GP del Giappone. Dopo la debacle RBR di Singapore, coincidente con l’introduzione di nuove direttive tecniche da parte della FIA, Suzuka diventava la pietra di paragone per valutare se il campionato era definitivamente cambiato oppure no.
Bene. La risposta è arrivata ed è stata decisamente inequivocabile. Max il Furioso, personaggio di un romanzo fantasy di bassa lega (esisteranno romanzi fantasy di alta lega?) in cui si è trasformato Verstappen non appena ha messo piede nella terra del Sol Levante, ha deciso che non ce n’era per nessuno. Fin dal primo istante in cui ha messo le ruote in pista il venerdì ha obliterato tutti con una rabbia agonistica che non lasciava adito ad alcun dubbio: FP, qualifiche e gara condotte tutte, nessuna esclusa, con distacchi che non si vedevano dalla Parigi-Pechino del 1907. Non sono mancate nemmeno smargiassate a là Schwarzenegger: dopo le qualifiche ha guardato Piastri e Norris con malcelata sufficienza, “bravi, mi avete fatto ridere, vi ucciderò per ultimi” e in conferenza stampa ha seccamente invitato tutti coloro che avevano stigmatizzato le sue difficoltà di Singapore a recarsi in loco isolato per indulgere in atti di ascetico autoerotismo.
E perché era tanto arrabbiato? Forse perché nessuno aveva notato che a Singapore in soli 20 giri (cioè dal suo ultimo pit) aveva recuperato dal 16° al 5° posto arrivando a soli 3 decimi da Leclerc? Oppure perché le voleva vincere tutte e Sainz, a Singapore, gli ha rovinato la festa?
Difficile a dirsi, fatto sta che la gara non è mai stata in discussione e gli interrogativi di Singapore hanno ricevuto risposta che più decisa non poteva essere. Tutte le previsioni sono state confermate.
Il binomio Max/RBR è il più forte? Sì
McLaren conferma la sua crescita tecnica? Sì
Ferrari conferma d’essere mangiagomme e non digerire questo tipo di circuiti? Sì
E Mercedes di non avere un mezzo all’altezza delle ambizioni? Sì
Aston Martin conferma il regresso? Sì
Williams conferma i progressi? No
Tutti gli altri stanno dietro come prima? Sì
Ecco, in pratica è come se Singapore non ci fosse mai stata. Le TD introdotte a Singapore, dicunt, avrebbero impattato soprattutto RBR, AM e Williams e Singapore poteva sembrare l’effettiva conferma. La realtà di Suzuka ha detto che il binomio Max/RBR è tornato il solito, che di AM è difficile dire qualcosa visto che era in regresso già da parecchie gare mentre per Williams la questione è parsa più evidente, come se effettivamente quelle TD, su di loro, un effetto lo abbiano effettivamente avuto. Magari non era proprio loro che si voleva veder ridimensionati ma è tuttavia un fatto di cui può essere interessante tenere conto. Già a Singapore Albon aveva passato il primo taglio con estrema difficoltà e a Suzuka queste difficoltà si sono palesate nuovamente: tutto un altro andare rispetto all’iradiddio da qualifica che il buon Alexander ci aveva abituato a vedere negli ultimi mesi. Di Sargeant, poi, manco varrebbe la pena parlare se non fosse che i suoi affanni sono persino peggiorati tra Singapore (penultimo in qualifica e incidente ridicolo in gara) e Suzuka (più che ultimo in qualifica e presto fuori a Suzuka). Tornando a RBR, il resto della stagione (tolta l’incognita Las Vegas) vede circuiti tutti con caratteristiche ben diverse da Singapore sicché non c’è bisogno di essere esperti di psicostoria asimoviana (questa era per il nostro Seldon!) per pronosticare Max III che conclude il mondiale con altri record inseriti negli annali.
Però c’è una variabile incognita nei calcoli psicostorici poc’anzi citati: con il regolamento 2024 sostanzialmente identico al 2023 il resto della stagione potrebbe essere saggiamente utilizzato dai contender di Max, budget cap permettendo, per spingere quanto più possibile nell’ottica di arrivare alla prossima stagione con molte più possibilità di giocarsi il mondiale.
Staremo a vedere.
Ma come si sono comportati i piloti a Suzuka?
VERSTAPPEN
Dell’epicità del suo week end s’è già detto con abbondanza di facezie all’inizio. Qui mi limito ad aggiungere che la partenza è stata ulteriormente indicativa del suo stato d’animo. Dopo una partenza una virgola, che in altre circostanze, con altri piloti e con altre vetture potrebbe anche essere sufficiente per definirla pessima, più lenta delle McLaren ha sfoderato comunque un avvio da manuale della cattiveria agonistica. Infatti ha prima intimidito il pur ottimo Piastri spingendolo verso l’interno e facendolo desistere dall’attacco e ha poi tenuto giù il piede all’interno di curva 1 e 2 per tenere a bada Norris che pure sembrava avere l’abbrivio giusto per sopravanzarlo. Semplicemente straordinario! Da lì in avanti nessun problema: ritmo strepitoso e degrado gomme praticamente inesistente. Unico a resistere sembrava essere Norris ma nell’ultimo stint si è messo a girare 1 sec al giro più veloce anche di lui. Chiude dando distacchi abissali a (quasi) tutti il che è tutto dire visto che dopo aver ottenuto il fastest lap si è messo in controllo. Continuo a dire che sarà pur vero che RBR è la miglior macchina del lotto ma non così tanto come i numeri lasciano intendere e come dimostrano, a contrariis, le peripezie di Checo. Chi fa la differenza è proprio Max. Finisco con una curiosità matematica: i 400 punti di Max in classifica piloti sono ben 95 più di quanti ne abbia la seconda squadra in classifica costruttori (Mercedes: 305). Disumano!
NORRIS
Voto altissimo per il buon Lando. In qualifica soccombe, sia pur di poco, a Oscar-occhi-di-ghiaccio per la terza volta nelle ultime sette gare, cioè da quando la McLaren è diventata una bomba. Si poteva pensare che fosse in difficoltà ma in gara ha invece dimostrato di avere una marcia in più. Infatti è l’unico a reggere (un po’ ma non troppo) il ritmo di Max per due terzi di gara. Soccombe, in tal senso, solo (si fa per dire), nell’ultimo stint. Curioso siparietto quando dopo uno dei due pit stop si ritrova dietro a Piastri che prova a resistergli: “what is he doing?” comunica via radio. Lo passa e gli dà le piste. Infatti, se forse c’era motivo d’essere un po’ deluso dall’aver rimediato 19 secondi da Max all’arrivo di certo c’era gran soddisfazione per averne dati altrettanti al suo team mate. Forse è questa la ragione per cui sceso dalla vettura dopo l’arrivo sfoggia un sorriso che partiva da Suzuka e arrivava in mezzo al Pacifico sino alla linea del cambio data. Eccellente!
PIASTRI
E bravo Oscar! Finalmente, dopo tante ottime prestazioni e un podietto in una garetta (ma era Spa…), ottiene il suo primo vero podio in Formula 1. Applausi a scena aperta. Gli applausi vanno innanzitutto alla strepitosa qualifica chiusa in prima fila, davanti a Norris (mica Latifi, con tutto il rispetto) e poi ad una gara condotta con piglio da veterano la qual cosa, per uno nato nel 2001 e alla sua prima stagione in Formula 1, è veramente notevole. Se mai gli potesse imputare qualcosa è l’essersi fatto intimidire da Max in partenza: ha alzato il piede troppo presto per impostare bene la curva. Un secondo di maggior tenacia avrebbero forse consentito a Norris di uscire primo dalla curva 2. Ma tant’è, non è il primo e non sarà l’ultimo e, comunque, avrà tempo per rifarsi. Sceso dalla macchina a fine gara, il suo sguardo non mostrava molta felicità per lo storico achievement del primo podio ottenuto in carriera sicché c’è da chiedersi se quegli occhi di ghiaccio fossero stoico specchio di ἀταραξία, manco passasse il suo tempo tra una sessione al simulatore e l’altra a studiare il Ἐγχειρίδιον di Epitteto e il De brevitate vitae di Seneca, oppure frutto di una più prosaica incazzatura e scorno, come iena respinta a zoccolate da una gazzella nel bel mezzo del Serengeti, causato dal notevole distacco rimediato dal compagno di squadra. Oppure, chissà?, la Formula 1 ha trovato un nuovo Raikkonen? Come la vedete la vedete e io comunque gli lancio il meritato peana: bravissimo!
LECLERC
Voti alti anche per Carletto a Suzuka. Purtroppo per lui la Ferrari torna nei ranghi, se mi passate l’espressione, e non conferma le performance da iradiddio mostrate a Singapore. Tuttavia e ciononostante riesce, come spesso gli accade grazie alla sua entusiasmante sensibilità al volante, ancora una volta a far battere i cuori rossi. Con un anteriore che sembra andare per i fatti suoi ad ogni curva un po’ più impegnativa di una 90°, e qui a Suzuka soprattutto nello “Snake” continuava ad essere piuttosto evidente, non si capisce come il nostro eroe sia riuscito in qualifica a stampare i tempi che ha stampato. Solo il Max Furiosus raccontato poc’anzi e le McLaren nella bambagia del loro circuito preferito potevano stargli davanti. E se Max era inavvicinabile le McLaren erano lì, ad appena pochi millesimi. Poco male il quarto posto in griglia perché intanto si è messo dietro, per l’ennesima volta, Perez e poi (suppongo con non poca soddisfazione) Carlos e le Mercedes tra i 3 e i 7 decimi di distacco. Inoltre, va detto che in una gara con due soste e senza colpi di scena, il podio sarebbe comunque stato difficile da raggiungere. Sicché ottiene il massimo ottenibile e questo è tutto merito suo. Aggiungo infine che nonostante quanto detto poc’anzi sulla Ferrari “mangiagomme” la sensazione è che la vettura, sotto questo profilo, si sia comportata meglio di come si sarebbe comportata se questo GP fosse stato disputato a Maggio anziché a Settembre. Da antologia il suo sorpasso a Russell.
HAMILTON
Lewis, come Charles, dopo la fantasmagorica Singapore deve ingoiare il rospo del “ritorno dei ranghi” della sua vettura e ci si adatta di buon grado. Torna anche a sopravanzare Giorgino in qualifica. Disputa una buona gara ma se l’obiettivo è difendere da Ferrari il secondo posto nei costruttori allora avrebbe di che lamentarsi per le strategie messe in campo dal suo muretto. L’unica sosta di Russell è da considerarsi ai limiti del demenziale e considerando la frustrazione di George quando se l’è trovato davanti con poca voglia di farlo passare s’è anche corso il rischio di essere superati da Sainz. Insomma: bene ma non benissimo.
SAINZ
Dopo le feste di Singapore si torna alla realtà. E la realtà dice che la vittoria è assai lontana. Con l’inserimento ai piani alti di McLaren, poi, le cose si fanno più complicate. Ad ogni modo, Carlos non si conferma ai livelli che ha mostrato nelle ultime gare e torna a prendersi decimi importanti in prova da Leclerc. Sufficienti per stare davanti a Mercedes ma insufficienti per provare a fare strategie di contrasto contro McLaren. In gara è solido come sempre ma ad un livello leggermente inferiore a Charles. Stupisce la sua volontà di rimanere fuori qualche giro in più nel secondo stint, cosa che lo colloca poi dietro ad Hamilton a cui poi non riesce a contestare la posizione: forse il genio calcolatore di Newton che l’aveva posseduto a Singapore si è preso una vacanza. Nient’altro da dire.
RUSSELL
Week end non molto positivo da parte di Giorgino che continua la sua stagione interlocutoria che terminerà, a meno di sorprese eclatanti, piena di dubbi e intense cogitazioni. L’erroraccio nel finale di Singapore forse lo condiziona perché le sue qualifiche non sono granché brillanti e dopo 3 GP davanti in griglia al celebrato team mate Suzuka lo vede dietro, e non di poco. La gara, poi, è ben poco giudicabile perché il muretto decide di tentare con lui un’unica sosta scelta che già a priori pareva azzardata e lo costringe ad una gara che più passiva non si può. Mah!
ALONSO
Fortunatamente Fernando ritrova il suo consueto aplomb dopo la figuraccia rimediata a Singapore. Ed è grazie alla sua classe che trova dei punti in questo week end perché se fosse stato solo per il suo mezzo le speranze sarebbero state assai poche. Tutto si gioca in qualifica dove il nostro dà il meglio di sé e di riffa o di raffa riesce a passare le tagliole ad ogni sessione. Il decimo posto in griglia, unito ad una partenza fenomenale che contribuisce alla confusione di Perez gli consentono di gestire la gara nel migliore dei modi. Non può nulla al ritorno delle Mercedes ma poco male. Al di là di tutto, con una AM in continua involuzione prestazionale, la sua preoccupazione per il futuro comincia ad essere… preoccupante!
OCON-GASLY
I due alfieri Alpine non sono brillantissimi in qualifica e devono soccombere alla RBR a pedali di Tsunoda e Lawson, oltre che al tenace Albon. Ciononostante, soprattutto con Gasly, riescono a fare una gara assai gagliarda che consente ad entrambi di accaparrarsi gli ultimi punti a disposizione in gara. Non ho visto moltissimo della loro gara per cui non mi spingo oltre nell’analisi e mi limito a solidarizzare con Gasly per l’inspiegabile swap ordinato dal muretto all’ultimo giro. Gasly è stato davanti a Ocon in qualifica e per tutta la gara e poi gli fanno questo scherzo?! Ma perché? Dicono che dopo l’ultimo pit di Gasly Ocon l’ha lasciato passare per tentare di andare su Alonso e che siccome la cosa non è riuscita allora gli è stato chiesto di “restituire” la posizione. Tuttavia, quando Gasly ha passato Ocon mancavano ancora 15 giri alla fine e Gasly, con gomme più fresche, se n’è andato – non abbastanza per riprendere e superare Alonso ma se n’è andato. Cioè, non si è trattato di una di quelle situazioni limite in cui si è accodati a qualcuno che il primo dei due non riesce a passare per qualsiasi ragione e allora si prova a “swappare” per vedere se l’altro ce la fa. Qui era tutt’altra situazione: Gasly era in vantaggio di strategia, era più veloce e con gomme più fresche. Se Ocon non lo “lasciava passare” Gasly l’avrebbe superato lo stesso, magari prendendosi dei rischi e rischiando di far finire fuori entrambi. Il muretto o si limitava ad un free to race oppure, magari con il classico “Pierre is faster than you”, doveva seguire linearmente la strategia fin lì impostata dando via libera a Gasly senza altre implicazioni, giusto per evitare incidenti in un duello fratricida e senza mettere a repentaglio i pochi ma importanti punti che stavano conquistando. Farlo ripassare alla fine, dopo 15 giri passati a distanza e anche al netto del fatto che poi Pierre non sia riuscito a superare Alonso, non ha senso. Già l’anno scorso il muretto Alpine non si è distinto per scelte intelligenti ma qui sfiora veramente il ridicolo. Bah!
NOTE DI MERITO
Tsunoda (strepitosa qualifica che lo vede 9° in griglia) e Lawson in una pista difficile come Suzuka e su una RBR a pedali che dovrebbe relegarli nelle ultime posizioni tirano fuori quintali di attributi (anche lottando tra loro) che portano entrambi ad un passo dalla zona punti e che avrebbero ampiamente meritato (certamente più di… Ocon!). Bravi!
NOTE DI DEMERITO
Perez, ça va sans dire e chiedo venia per il tono assai prosaico, ha fatto veramente pietà. Non solo si prende le piste in qualifica da Max, cosa ormai per lui tristemente abituale, ma riesce anche a partire male (o cmq peggio di quelli che gli stavano dietro) e a combinare pasticci inenarrabili. La stupidaggine in uscita dai box in regime di SC è imbarazzante ma il peggio arriva al 13° giro con il ridicolo, anzi ridicolissimo!, tentativo di sorpasso su Magnussen al tornantino: nemmeno un principiante al suo primo GP avrebbe commesso un errore simile! Frustrato oltre ogni misura, non c’è altro da dire se non la banale considerazione che se Max sparisse magicamente dalla griglia di questo mondiale la stagione ben più esaltante.
NOTE DI ANONIMATO
Delle Williams ho già detto. Tutti gli altri non pervenuti. Registro la conferma di Zhou in Alfa per il prossimo anno forse più basata sulla buona stagione 2022 che non sulla 2023, oltre che dall’ovvia necessità di mantenere un po’ di grip sul mercato cinese. Stroll in particolare continua ad essere dannoso oltre che ininfluente: questa volta ha guidato in modo talmente sporco da danneggiare i sostegni dell’alettone posteriore al punto tale da doversi ritirare. Com’era quella storia della carriera tennistica?
Ci vediamo a Losail!
Metrodoro il Teorematico
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.