NON E’ UN’ALTRA FORMULA 1: VERSTAPPEN 5 DI 22 AD IMOLA

Imola, finalmente. Dopo due anni di attesa, il circus ritorna sulle rive del Santerno, e lo fa a 30 anni esatti di distanza da quel tragico week-end. Di cui non parleremo in questo articolo, visto che lo abbiamo già fatto da un’altra parte, è già stato fatto sul circuito, e lo rifaremo anche noi fra una settimana a Trebbo, Ma, onestamente, è anche ora di guardare avanti, al di là del giusto ricordo di chi ha dato la vita per la propria passione.

La Ferrari presenta la versione 2.0, sulla quale si sono dette meraviglie. Che al sabato non si sono concretizzate, nonostante il dominio del venerdì e un Verstappen impegnato a conoscere bene le vie di fuga, che quest’anno sono in ghiaia. Max la piazza in pole, di un soffio davanti alle due McLaren, con Lecler quarto e Sainz quinto. La domenica, però, la Ferrari partirà in seconda fila, per la penalità comminata a Piastri causa impeding.

Partenza senza emozioni, e per 15 giri i primi 6 restano nell’ordine con il quale sono scattati dalla griglia. Il vantaggio di Verstappen è di 5 secondi su Norris. La strategia ideale prevede una sola sosta, e, in un circuito dove è impossibile superare, le possibilità di cambiare l’ordine sono limitate al momento della sosta.

Norris si ferma al giro 23, ma Lando non riesce a stare davanti a Perez. Al giro successivo è il turno di Piastri, e poi di Vestappen, mentre le Ferrari restano in pista. 

Leclerc si ferma al giro 26, e anche Leclerc si ritrova dietro a Perez, con Norris che ha aumentato il suo vantaggio. Sainz attende ancora 2 giri per fermarsi, e questo gli costa la posizione su Piastri e pure lui si trova dietro il messicano.

Nella seconda parte di gara non succede praticamente niente. Leclerc si avvicina a Norris, poi va lungo alla variante alta e la sua corsa per la seconda posizione finisce lì. Norris si avvicina a Verstappen, giusto per fare urlare un po’ i telecronisti, ma resta dietro.

Finisce così con Verstappen vincitore davanti a Norris, Leclerc, Piastri, Sainz,  Hamilton, Russell, Perez, Stroll e Tsunoda.

Ora si va a Monaco, altro circuito dove non si supera. La ghiaia non è servita a dare un po’ d’emozione, vediamo se il guard rail potrà aiutare a non farci dormire. Ormai dobbiamo attaccarci a quello.

P.S. Se si aggiorna e gli altri aggiornano di più, si rimane sempre lì.

P.S. 2 Il buon Max si è svegliato alle quattro per fare il suo stint della 24 ore del Nurburgring virtuale, che ha pure vinto. E questo deve fare pensare perchè, se come si sente dire in giro, lui o è in macchina o è al simulatore, non a giocare, come fanno gli altri colleghi, ma a confrontarsi con professionisti che, a suo dire, lo battono pure, e lui ne è contento perchè così impara. Si spiega come mai sia sempre davanti agli altri e, in particolare, al suo compagno di squadra, di un bel po’. Potremmo definirlo “un secchione”, ma questo è un tratto comune a tutti coloro che in carriera hanno raggiunto traguardi importanti a livello di numeri.

P.S. 3 L’aria di casa fa male agli strateghi Ferrari. La strategia di oggi è stata furba tanto quanto quella adottata un mese fa al WEC.

P.S. 4: i cronisti di Sky, nonchè Genè, sono convinti che Verstappen abbia vinto grazie alla scia presa ieri da Hulkenberg che gli ha consentito la pole. Lasciamoglielo credere.

P.S. 5: sempre i cronisti di Sky, sono convinti che questa sia un’altra Formula 1, perchè Lando è arrivato ad 1 secondo da Sky. Lasciamoglielo credere.

P.S. 6: ancora i cronisti di Sky sono convinti che la Ferrari sia a posto col degrado gomme perchè Sainz ha fatto il suo giro veloce all’ultima tornata. Ma Sainz è arrivato a 22 secondi da Max. Quindi delle due l’una, o non è vero o in Ferrari vogliono usare il treno di gomme anche a Monaco.

P.S. 7: Mi tocca rimpiangere Poltronieri e Mazzoni.

P.S. 8: non so perchè ma tutte le volte che Leclerc ci dà dentro ad Imola, mi aspetto sempre l’errorino. E, purtroppo, regolarmente arriva nella stessa curva.

 

F1 2024 – GRAN PREMIO DELL’EMILIA ROMAGNA

Dopo un anno dalla cancellazione dell’edizione 2023 a causa dell’alluvione, si torna sul circuito del Santerno per la prima tappa europea del mondiale 2024.

E’ sempre un piacere tornare su quello che molti appassionati definiscono’”terra santa” della F1, il circuito Enzo e Dino Ferrari di Imola, considerando l’unicita’, la storia e i corsi e ricorsi storici che lo hanno visto protagonista.

Pista ‘vecchio stile’, stretta, tecnica, in cui il pilota puo’ fare la differenza se riesce ad acquisire la giusta confidenza e non a caso amatissima dai piloti.

immagine da funoanalisitecnica.it

Ci si arriva dopo un’inaspettata vittoria McLaren con il pilota la cui ricerca del primo sigillo era diventata in pratica un meme, Lando Norris. Determinanti gli sviluppi portati in pista a Miami e anche una buona dose di fortuna grazie ad una safety car sfruttata al momento giusto ma si sa che chi vince festeggia e chi perde spiega e anche questo caso non fa eccezione.

Il Gp imolese e’ anche il primo vero crocevia della battaglia degli aggiornamenti sulle varie monoposto, in virtu’ delle sue caratteristiche di pista ‘vera’ che riesce a dare i giusti feedback in termini di bonta’ o meno degli sviluppi.

A parte Mclaren che ne ha gia’ portati parecchi a Miami, tutti gli altri proveranno il primo grande step evolutivo. Ci si aspetta molto da quello Ferrari, piu’ volte annunciato, sul punto di vederlo gia’ a Miami e poi nuovamente rinviato.

immagine da funoanalisitecnica.it

Attesa grande (come ogni sviluppo che viene da Maranello) mista ad una certa apprensione data dal fatto che in passato e’ gia’ capitato piu’ volte che la montagna partorisse il topolino oppure addirittura neanche quello. Non ci aspetta miglioramenti miracolosi ma una migliore resa delle gomme in qualifica e una maggiore capacita’ di sfruttare il potenziale della monoposto in gara, miglioramenti sufficienti da permettere ai nostri di giocarsela piu’ da vicino con la Red Bull.

Anche loro porteranno delle novita’, un pacchetto che Marko, dall’alto della sua arroganza ha definito come ‘previsto da mesi’ con il sottinteso che anche in questo csao per gli altri non c’e’ speranza. Certo e’ che la pista imolese potrebbe adattarsi come un guanto alle caratteristiche della RB20 per cui restano i favoriti d’obbligo.

La grande nobile in decadenza Mercedes non sara’ da meno, con degli aggiornamenti che pero’, a detta di Wolff, mitigheranno soltanto la cronica instabilita’ della W15 che necessita di ‘parecchi GP’ prima di trovare una cura definitiva ai suoi problemi. Si prospetta l’ennesima gara in sordina. Curiosita’ invece nel tastare il polso del pubblico italiano nei confronti di quello che nel 2025 sara’ ufficialmente uno dei due idoli di casa, sir Lewis Hamilton. Di sicuro sara’ un weekend diverso da quelli sperimentati in passato con la priorita’, per una volta, di tenersi dietro il suo compagno di squadra.

immagine da planetf1.com

Ovviamente anche tutti gli altri team porteranno il loro carico di novita’ sperando che questo ‘carico’ si traduca in pista in monoposto piu’ competitive , fermo restando che con tutta probabilita’ il fanalino di coda restera’ l’Alpine. A proposito della scuderia francese sembra che i due piloti stiano cercando in tutti i modi una diversa sistemazione per il 2025, come dargli torto poverini.

Sara’ un Gp importante per tanti motivi, in primis per capire se davvero le inseguitrici Ferrari e McLaren potranno avere solide speranze di lotta con Red Bull nel proseguio della stagione. Occhio al meteo che rimane un po’ incerto nell’arco del weekend con possibile peggioramento alla domenica, con temperature non elevate che di sicuro non andranno a favore dei Rossi di casa.

Restano ovviamente sempre aperte le vicende del mercato piloti che vede Sainz ancora non accasato definitivamente a nessuna squadra, Sempre il lizza Mercedes, Audi e Red Bull, con la prima che forse si fa preferire per il migliore compromesso (per il pilota) tra ingaggio e prospettive di competitivita’. In casa Ferrari invece annunciati due nuovi tecnici di peso in arrivo da Mercedes e il cambio al muretto di Leclerc che passa da Xavi Marcos a Bryan Bozzi.

Ormai anche il ‘buon’ Marcos era diventato un meme vivente in termini di errori commessi in gara nei confronti del suo pilota e alla fine, inevitabile, e’ arrivato il cambio della guardia, sperando che non si passi dalla classica padella alla brace.

Imola di solito regala sempre gare appassionanti , anche solo per il fatto che e’ una pista in cui c’e’ lotta vera anche senza bisogno di millemila sorpassi. I tifosi della rossa sperano che cosi’ come Imola 2022 segno’ l’inizio della fine di quel mondiale, cosi’ l’edizione 2024 possa farla svoltare in positivo. Si aspettano gli sviluppi, sperando che non siano come Godot.

*immagine in evienza da hideaways.in

Rocco Alessandro

1° MAGGIO 1994: A VOLTE LE VERITA’ NON SI POSSONO RACCONTARE

Sono passati 30 anni da quel tragico week-end a cavallo fra aprile e maggio del 1994, quando la Formula 1 perse due dei suoi protagonisti, e fu costretta a farsi un’esame di coscienza, quando ormai tutti pensavamo che correre a 300 all’ora dentro strettissimi gusci di carbonio, a pochi metri dai muri, fosse un’attività meno pericolosa che andare in bicicletta.

Ovviamente così non era, nemmeno lontanamente, e ci volle un fine settimana maledetto, ambientato in un luogo traboccante di passione per i motori e dall’intitolazione iconica, per affermarlo in maniera chiara e senza possibilità di smentita.

Ma se una delle due tragedie aveva una motivazione chiara, immortalata dalle telecamere, quello che è successo sulla Williams numero 2 guidata da colui che viene considerato da tantissimi il più grande pilota di Formula 1, è tutt’altro che chiaro.

Non sono bastati 30 anni, un processo e fiumi di parole per trovare un motivo certo alla prematura trasformazione di un grande campione in una leggenda destinata a scaldare i cuori ancora per tante generazioni a venire. Perchè certe verità sono difficili da raccontare, anzi, non si possono proprio raccontare.

C’è chi non si è rassegnato a questo, in particolare alcuni giornalisti che nei giorni immediatamente successivi si sono soffermati su alcuni particolari che non quadravano nel relitto di quella FW16 che rappresenta uno dei pochi passi falsi di Adrian Newey (anche se, di lì a poco avremmo scoperto che aveva già in mano la soluzione). Quei giornalisti hanno voluto andare fino in fondo, attraverso un’attività, quella del giornalismo investigativo, che non erano certo abituati a fare, perchè “motorsport is dangerous”, punto e basta, quando un pilota muore non c’è niente da investigare.

Franco Nugnes all’epoca dei fatti lavorava per Autosprint sotto la direzione di Carlo Cavicchi e oggi è direttore della testata online it.motorsport.com, di sicuro una delle più autorevoli, se non la più autorevole, nel vasto panorama della comunicazione motoristica online.

Franco era uno dei suddetti giornalisti, e ora, a 30 anni esatti di distanza dai fatti, ha pensato di raccogliere in un volume di oltre 300 pagine, intitolato “Senna: le verità” (ed. Minerva), i dettagli dell’inchiesta dell’epoca, raccogliendo nuovamente le testimonianze di chi i fatti li ha vissuti dal vivo, per ricostruirli nuovamente e riscoprire quelle verità che, all’epoca, non si potevano raccontare perchè erano scomode o, se si raccontavano, non venivano condivise da tutti quelli che in Formula 1 ci lavoravano.

Il vostro Pier Alberto avrà il piacere di parlare di questo libro con l’autore, nell’ambito del Festival “Trebbo sui Generis”, che si terrà a Trebbo di Reno, frazione del comune di Castel Maggiore alle porte di Bologna, il 25 e 26 maggio. Si tratta di una kermesse culturale nella quale 24 autori presenteranno le proprie opere in un ambiente intimo e accogliente come quello del centro di lettura “L’isola del tesoro”. Assieme al sottoscritto, ad intervistare Franco Nugnes ci sarà Emiliano Tozzi, direttore di collana presso l’editore Minerva.

L’appuntamento è per domenica 26 maggio alle ore 11. Qui sotto trovate il programma completo della rassegna, cui si può accedere gratuitamente e che sarà anche trasmessa online sul canale YouTube del centro di lettura. 

IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Alla fine la cosi detta “dead line”, “il punto di non ritorno” per Ferrari è dunque giunto: il week end imolese si appresta ad iniziare tra qualche giorno con tutte le aspettative che da esso ne derivano. Sappiamo tutti che in questo GP la Rossa porterà i tanti attesi aggiornamenti, del resto durante la settimana appena conclusa non si è fatto altro che parlare di questo e, il filming day (attraverso il quale la F1 tutta, si deve umiliare per poter provare su pista le novità partorite, dato che i test sono proibiti), organizzato dalla Ferrari per dare visibilità al nuovo sponsor (che pagherà lo stipendio di Hamilton), è stato molto importante per avere i primi riscontri delle suddette novità. Certo, il meglio lo si vedrà tra venerdì pomeriggio e sabato mattina, visto che ci saranno la bellezza di ben tre prove libere da un’ora ciascuno (che di questi tempi è tutto grasso che cola) in luogo del quale, Ferrari avrà tutto il tempo (per modo di dire… ricordate il grasso che cola!) di verificare la bontà delle migliorie che hanno ideato. Del resto non è un caso che hanno aspettato proprio Imola, visto che il weekend si svolgerà regolarmente, senza quindi l’assurda Sprint Race che andrebbe a stravolgere tutto il regolare format al quale siamo tutti abituati.

Punto di non ritorno dicevo: con questi aggiornamenti la Rossa si gioca il suo futuro, perché da come e se funzioneranno, usando le parole di LeClerc “Capiremo che direzione prenderemo”. Sono proprio le parole che vengono da Maranello che mi hanno lasciato perplesso e alquanto confuso. Infatti per bocca dei due alfieri della Rossa e, soprattutto del loro capo, abbiamo di fatto ben tre versioni diverse con Sainz che parla di “Speranza”, Vasseur che parla invece di “Piccoli aggiornamenti” e poi appunto Charles che dice (e sinceramente le sue parole sono più veritiere) che dopo Imola “Capiremo che strada abbiamo preso e dove ci troveremo”. Com’è possibile che da Maranello ci sia questa incredibile discrepanza comunicativa? Davvero in GeS cercano di guadagnare tempo in questo modo? Quando leggo le dichiarazioni di Vasseur, in merito agli aggiornamenti portati, personalmente mi sento preso in giro perché anche chi non è un amante della tecnica, sa benissimo che gli aggiornamenti della Ferrari non sono “piccoli”, visto che addirittura si parla di “SF-24 versione 2.0” e, sebbene il vantaggio dei suddetti aggiornamenti sia stato quantificato in due decimi e mezzo al giro, tramite gli amici di Formu1a.uno sappiamo che in realtà queste migliorie dovrebbero come minimo eguagliare quelle portate da McLaren e cioè quattro decimi! Che questi cosi detti “up date” funzionino o meno lo vedremo tra qualche giorno, di certo rimane l’amaro in bocca quando dobbiamo assistere a questa sorta di pretattica. Ferrari è un top team e non può nascondersi dietro ad uno “speriamo” o andandoci cauti, nelle dichiarazioni riguardanti gli aggiornamenti portati. Andrea Stella, in McLaren, è stato chiaro in merito a quello che hanno portato a Miami senza creare aspettative o illusioni… ha semplicemente detto la verità. Paradossalmente tutta questa pretattica da parte di Ferrari, l’aspettativa non ha fatto altro che aumentarla, perché è ovvio che si vengano a riporre le speranze di una rincorsa mondiale in questi pezzi (come ogni anno che si presenta il periodo degli aggiornamenti), cosi come è ovvio che quando si parla di Ferrari, ogni cosa si amplifica. Allora mi chiedo per quale motivo non parlare chiaro? Anche perché nel filming day, si è visto chiaramente che a Maranello hanno spinto tantissimo sull’evoluzione della SF-24 e questo, è balzato subito all’occhio sia dell’esperto che del profano. Giustamente Cardile, con i suoi tecnici, è andato nella direzione tecnica di Red Bull perché ormai si è capito che è quella più giusta con questo regolamento aggiornato (mi riferisco alla “DT039” e quello che ha comportato), solo che nel contempo in Ferrari hanno scelto la loro strada senza necessariamente copiare la RB20 (tant’è vero che si parla di soluzioni più vicine ad Alpine e Mercedes che Red Bull stessa), anche perché copiare non è necessariamente sinonimo di riuscita. Questo atteggiamento, aggressivo e che ostenta sicurezza, lascia ben sperare e per questo cozza con la metodologia comunicativa adottata in questi giorni da Maranello. Non ci dovrebbe essere pretattica, non c’è da nascondersi, Ferrari può e deve avere un solo obiettivo e cioè quello di vincere o meglio, di ritornare a vincere regolarmente, per questo non ha alcun senso giocare a nascondino con le parole.

Vittoria che ora diventa molto più probabile: premesso che Red Bull attualmente è sempre un passo avanti, è anche vero che questo attuale regolamento è ormai a fine ciclo e, come in ogni ciclo regolamentare, la curva di apprendimento prima e migliorativa dopo, tende ad appiattirsi. Ciò comporta che i vari team iniziano, prestazionalmente parlando ad avvicinarsi tutti e, non mi riferisco solamente al cosi detto midfield, bensì anche ai top team. Lo abbiamo visto nel 2021 con Red Bull e AMG, con la prima che alla fine (il 2021 era l’ultimo anno del regolamento che tanto ha dato a Mercedes) era praticamente incollata alla seconda e, lo stiamo vedendo quest’anno con Ferrari ed ora McLaren che iniziano a dare fastidio ai bibitari… che poi è quello che vorremmo tutti. Infatti, si ripetessero proprio ad Imola le condizioni che abbiamo visto a Miami, sarebbe un bel vedere soprattutto dal punto di vista sportivo. Addirittura, se gli aggiornamenti Ferrari si dovessero rivelare vincenti, allora le parole di Charles risuonerebbero in positivo, perché tutti sapremmo (a cominciare proprio da Maranello) in che direzione si andrebbe e, con l’arrivo di Hamilton in Ferrari, “correremmo il rischio” di rivivere un nuovo 2021 (volesse Iddio!). A tal proposito e per quanto detto fino ad ora, è davvero un peccato per non dire uno spreco, dover assistere alla fine di questo regolamento proprio quando i top team stanno inevitabilmente convergendo tutti nella stessa direzione prestazionale. La F1, con Liberty Media a capo è alla continua ricerca dello spettacolo, solo che ci dovrebbero far sapere quale tipo di spettacolo vogliono… forse quello a cui gli americani sono tanto abituati e cioè il wrestling e quindi finto, falso, deciso a tavolino. Ne è un esempio proprio il duro duello tra Piastri e Sainz, con quest’ultimo ingiustamente sanzionato: cosa c’è stato di scorretto tra i due e soprattutto da parte dello spagnolo? Quando finalmente c’è un (raro) duello in pista (essenza dello spettacolo in questo sport), ecco che scatta la sanzione. Allo stesso modo, ora che abbiamo una situazione alquanto interessante dal punto di vista tecnico regolamentare, ecco che interviene il sistema con un nuovo regolamento, dove tra l’altro di questo, si hanno notizie davvero confuse e ciò è quanto meno scandaloso. Dalla F1 ci si aspetta l’eccellenza a trecento sessanta gradi ed invece, a volte se non spesso, ci troviamo d’innanzi ad un carrozzone mal condotto. Cosa accadrà dal 2026? Come ogni stagione, dove abbiamo l’inizio di applicazione di regole totalmente nuove, inevitabilmente avremo una squadra che avrà saputo interpretare le suddette nuove regole meglio degli altri, con inevitabile e conseguente dominio da parte di chi “ha saputo fare meglio i compiti a casa”, ricominciando cosi punto e accapo. Dal punto di vista dello spettacolo, per il bene di tutti, sarebbe stato meglio che si fosse corso con queste regole fino al 2026 almeno, in modo da avere garanzie di lotta tra più squadre invece, il destino dello spettacolo, a meno di miracoli progettuali, è già segnato. Non resta che aggrapparci alla speranza che questo dominio sia tutto rosso… perché se proprio mi devo annoiare preferisco farlo con la pancia piena.

Buon GP di Imola a tutti.

Vito Quaranta

MARTIN DOMINA, MARQUEZ FA PAURA. – GP DI FRANCIA

Nessuno si aspettava un weekend così. Martin domina e allunga nel Mondiale, Bagnaia rompe la moto nelle qualifiche ed ha un problema nella Sprint, Marquez regala spettacolo.

Nel momento più delicato del Mondiale, per ovvie ragioni di mercato, nessuno si tira indietro. Martin, Marquez e Bastianini si giocano il posto nel Ducati Lenovo Team per le stagioni 2025/2026. In una LeMans che minaccia pioggia è Jorge Martin a vincere la gara  lunga con un Marc Marquez che recupera dalla 13^ posizione fino a giocarsi la vittoria e tenendo un passo straordinario.

Il weekend francese aveva avuto come leitmotiv Pecco Bagnaia ed Jorge Martin. Sono loro due che monopolizzano le FP, con a ruota le altre Ducati ad eccezione di quelle Gresini. Marc Marquez delude nelle prove, al venerdì prova un setup più aggressivo e non paga anzi, distrugge la moto e perde importanti minuti in cui trovare il giusto setup. Partirà 13°, davvero lontano.

Se la gara Sprint era sta il preambolo di quella che sarebbe stata la battaglia domenica, chi ha deluso le aspettative è stato Bagnaia che ha alzato subito bandiera bianca al termine del primo giro della Sprint. Con un Jorge Martin così completo quest’anno non è opportuno perdere tutti questi punti nelle Sprint.  Marquez chiude 2° dopo una straordinaria partenza davanti a Vinales.

Nella gara di domenica Bagnaia parte davvero con un diavolo per capello. Si porta in testa e non la molla fino a ¾ di gara. Non riesce a staccare Martin, i due vanno via anche se l’impressione è che abbiano iniziato a tirare troppo presto. Nelle retrovie Marc Marquez regala spettacolo partendo benissimo e trovandosi in P8, poi sorpassa in successione Bastianini (nel curvone Dunlop), Aleix Espargaro, Vinales, Diggiannantonio ed infine Bagnaia. Il rammarico è per il tempo perso (1.2″) dietro a Diggiannantonio che forza la staccata alla Dunlop Chicane quasi inutilmente, non ne aveva più ed avrebbe potuto sfruttare il traino di Marquez. Il Pilota Gresini praticamente recupera oltre 2″ negli ultimi 10 giri alla coppia di testa e complice la bagarre la davanti si rimette in lizza per la vittoria. L’ultimo giro è al cardiopalma, con una battaglia da spettacolo ed il Campione del Mondo in carica che questa volta non riesce a replicare al Pilota col numero 93.

IL RESTO DEL MONDO!?

Ai piedi del podio  Bastianini ha mostrato un gran ritmo a fine gara, assicurandosi il quarto posto con Vinales che ha chiuso la TOP5.  Di Giannantonio si è piazzato sesto dopo aver fatto un Long Lap, finendo davanti ad un ottimo davanti Franco Morbidelli, che ha tagliato il traguardo P7. Grande gara anche di Brad Binder che dopo esser partito ultimo chiude in P8 davanti ad Alex Espargaro ed Alex Marquez che ha conquistato l’ultimo posto nella top 10.  Caduto dopo pochi giri Pedro Acosta che fin qui aveva sempre chiuso a punti le gare. Brutto errore in staccata, per poco non tirava giù Diggia ed Aleix. Cadono anche Bezzecchi (weekend drammatico), Joan Mir e l’idolo di casa Quartararo che ad onor del vero, finché è rimasto in pista ha condotto un ottima gara. Cadono anche Miller ed Oliveira.

A.A.A. CERCASI GIAPPONESI

La prima moto “non europea” è quella di Zarco, che arriva a 26″ dal vincitore. Poi Nakagami e Rins a 30″ ed infine Luca Marini a ben 40 secondi netti. Praticamente non sono mai state inquadrate, se non per Quartararo fino alla caduta. Da capire quali siano state le “motivazioni ” che hanno spinto HRC, il Reparto Corse più importante del Mondo, a siglare un contratto biennale con il Pilota più lento che si sia mai visto con i colori Repsol. Stiamo parlando di Luca Marini, quello che arriva ultimo ogni GP.

CLASSIFICA MONDIALE

Classifica Mondiale.

 

P.S. Chi dovrebbe andare in Ducati Lenovo? Per me, ad occhi chiusi e cuore leggero, Marc Marquez. Con buona pace di molti…

Appuntamento a al Montmelo, nel GP di Catalunya tra due settimane.

 

Francky

 

 

Immagini fonte MotoGP.com