LE NON PAGELLE DI MONTECARLO 2024 (e bonus Imola!)

Queste non pagelle, lo dico sin da subito, saranno assai anomale come anomalo è stato il GP che si è corso ieri tra le strade del Principato di Monaco.

Questo Gran Premio dalla lunghissima storia, cominciata addirittura nel 1929, ha un prestigio tale da esser considerato nella trimurti delle corse che ogni pilota vorrebbe vincere, insieme alla 24 ore di Le Mans e la 500 miglia di Indianapolis. Questa “trimurti” gli inglesi la chiamano “Triple Crown”, la tripla corona, ed è stata conseguita da un solo pilota: Graham Hill. Non a caso, l’albo d’oro di questo gran premio, oltre al già citato mitico gentleman driver di Hampstead, contempla i nomi più prestigiosi della storia del motorsport. Già nella sua storia pre-Formula 1 troviamo nientepopodimeno che: Tazio Nuvolari, Achille Varzi, Luigi Fagioli, Rudolf Caracciola, Nino Farina. Nel 1950 è Juan Manuel Fangio a portarsi a casa il primo trofeo del GP nell’era Formula 1. Fangio vincerà ancora nel 1957. Poi l’elenco dei grandi campioni che hanno vinto è straordinario. Praticamente nessun nome di rilievo della storia della Formula 1 è assente. Stirling Moss 3 volte, Trintignant 2 volte, Jack Brabham, Bruce McLaren, Denny Hulme, Jochen Rindt, il già citato Graham Hill per ben 5 volte, Jackie Stewart, Ronnie Peterson, Niki Lauda (2 volte), Jody Scheckter (2 volte), Patrick Depailler, Carlos Reutemann, Gilles Villeneuve, Keke Rosberg, Riccardo Patrese (vincitore a sua insaputa!), Alain Prost (4 volte), Ayrton Senna (6 volte: record), Michael Schumacher (5 volte), Mika Hakkinen, Kimi Raikkonen, Jarno Trulli, Fernando Alonso (2 volte), Lewis Hamilton (3 volte), Mark Webber (2 volte), Sebastian Vettel, Nico Rosberg (3 volte), Daniel Ricciardo, Max Verstappen (2 volte and counting).

Ed ora Charles Leclerc.

Niente male!

Brillano per assenza i nomi di Jim Clark e Nigel Mansell il che è curioso perché hanno fatto rispettivamente 4 e 2 pole position che, lo sappiamo, è spesso condizione decisiva per portare a casa il massimo risultato.

Qualche volta è uscito il nome a sorpresa, come Jean-Pierre Beltoise nel 1972 e Olivier Panis nel 1996 per i quali quella vittoria a Montecarlo fu l’unica della loro carriera. In entrambi questi casi la pioggia è risultata decisiva. Le cronache raccontano di un Beltoise che si ritrova casualmente in testa alla gara poco dopo il via e che poi guida sulle uova per tutto il GP mentre dietro gli altri si eliminano a vicenda. La gara del 1996 è una delle gare pazze che talvolta il principato ci regala che vale la pena riguardare ogni tanto se ci si vuole divertire. Fa il paio con quella altrettanto pazza del 1982 in cui negli ultimi giri ci fu talmente tanta confusione che persino il vincitore, il nostro buon Riccardo Patrese, non seppe d’aver vinto sino a che non glie lo comunicarono una volta sceso dalla vettura a fine GP!!

Montecarlo, del resto, è così. O la gara è mortalmente noiosa, in cui la lunga teoria di vetture si snoda per le sue strette strade per due ore senza che accada granché. Oppure è completamente folle, con colpi di scena continui, situazioni complicatissime, risultati inaspettati.

Purtroppo, o per fortuna: dipende dai punti di vista, la altissima affidabilità raggiunta dalle vetture nel corso degli ultimi 20 anni, ha fatto sì che Montecarlo sia diventata sempre più la sua versione mortalmente noiosa. Fare un sorpasso era già complicatissimo e rischiosissimo con le piccole vetture del passato, figuriamoci con i colossi di oggi. Solo la pioggia può sparigliare le carte e costringere i nostri eroi ad imprese quasi impossibili in altri circuiti.

L’edizione 2024 appartiene alla versione “noia mortale”. Peraltro, la noia è stata accentuata dalla totale assenza di problemi di affidabilità e dalla ancora più vistosa assenza della tensione strategica dei pit stop. La bandiera rossa iniziale, infatti, ha consentito a (quasi) tutti i piloti di fare il cambio gomme di prammatica e di affrontare tutta la gara con lo stesso treno di gomme.

Il risultato finale, quello dei primi 10, è stato dunque determinato esclusivamente dalla griglia di partenza, la qual cosa se non è un record ci va assai vicino. Come sia possibile fare delle pagelle, o anche le non pagelle che mi picco di rappresentare in questi articoli, in condizioni di tal fatta è cosa assai ardua. Vada dunque per l’anomalia.

I PRIMI DIECI

Bravi tutti. Eccellenti tutti. Direi persino perfetti tutti loro. Straordinari no però. Perché di stra-ordinario, ossia fuori dall’ordinario, non c’è stato nulla in questa gara. Non che gliene si faccia una colpa, per carità. In queste condizioni, così stando le cose, tutti loro hanno fatto quel che dovevano fare. I primi quattro, CLC, PIA, il graziato dalla bandiera rossa Sainz e NOR, hanno scavato un piccolo solco con Russell, è vero, ma più per volontà di quest’ultimo che per reali meriti. Ogni giro del GP è stato da tutti eseguito in totale controllo, senza prendere alcun rischio e con un ritmo distante di almeno, a dir poco!, due secondi da quello che si poteva tenere. Ogni possibilità è stata vagliata e controllata adeguatamente da tutti i piloti. Qualche piccola incertezza la posso assegnare a Tsunoda, ottavo al traguardo, che è stato forse più realista del re ed ha girato talmente lento che ha rischiato di essere doppiato due volte. Ma poco male, perché anche lui ha portato a casa i punti che meritava.

A causa del ritmo lentissimo non si può nemmeno asserire che i piloti abbiano vissuto una gara ad altissima tensione. Tra un Max che parlava di cuscini e pisolini e lo stesso Charles che brandiva per i glutei il suo ingegnere di pista, “Lo faccio il giro veloce? – NO! – dai lo faccio – NO dai per favore! – ora lo faccio… nooooo scherzavo!”, non si può certo affermare che i piloti si siano dannati l’anima.

Solo i giri finali ci hanno regalato qualche emozione, non tanto per gli aspetti tecnici del Gran Premio, quanto per il carico emotivo che implicavano. Il buon Charles, infatti, a secco di vittorie da due anni, con alle spalle due edizioni del suo GP di casa assai sfortunate, con il pensiero che andava al suo passato di monegasco anomalo di plebe inedita dentro un luogo fuori dal mondo, con il carico emotivo del ricordo di suo padre e di Jules Bianchi nel cuore, deve aver sentito, in quegli ultimi 10 giri, il volante farsi di granito tra le sue mani. Noia, sì, ma tanto piacevole quanto commovente.

Dunque, nonostante lo scontatissimo risultato, grazie alle emozioni di Charles ci portiamo a casa Monaco 2024 con un bel sorriso, di quelli che scaldano il cuore.

E dunque finisce qui?

Certo che no. Visto che mai come quest’anno Montecarlo è stata decisa dalle qualifiche è evidente che due parole su come i piloti le hanno gestite vanno date.

Tenendo conto di ciò, risulta ovvio, che a Leclerc e Piastri vanno dati i voti più alti possibili. Dopo ben 7 pole position consecutive di Massimiliano Magno, Leclerc decide di piazzare il suo colpo proprio quando è più importante farlo. In ciò dimostra almeno due cose. La prima è che Ferrari conferma anche nel principato quanto di buono aveva già fatto vedere a Imola e la seconda è che Leclerc non ha perso il suo talento per la velocità. Dopo lo spavento del Q1, con quel pezzo di plastica incastrato nell’ala anteriore, il buon Charles snocciola tempi eccellenti, senza alcuna incertezza in ogni sessione e facendo pure il salto di qualità tra Q2 e Q3 che tanto era mancato nei week end del 2024. Nel Q3, infatti, migliora i suoi crono di ben mezzo secondo (e più!). E’ interessante notare che anche Sainz compie lo stesso miglioramento tra Q2 e Q3 ma partendo da 250 millesimi di distanza dal suo compagno di squadra. Tanto basta, tuttavia, per issarlo in terza posizione in griglia. Anche Oscar Piastri è stato eccezionale, piazzandosi ai piani alti in tutte le sessioni e staccando un miglioramento netto di 332 millesimi tra Q2 e Q3.  A differenza dei due ferraristi notiamo che Norris non è altrettanto capace di Oscar perché anche lui migliora tra Q2 e Q3 ma di “soli” (si fa per dire!) 190 millesimi. Vista la splendida McLaren degli ultimi tempi il fatto che i ferraristi abbiano così bene performato in Q3 dà l’idea di un controllo su tutte le componenti della vettura molto più approfondito in questa versione EVO che non in quella precedente. Per tutti i tifosi rossi è bel segnale. Se Charles e Oscar sono stati il TOP assoluto altrettanto non si può dire, tuttavia, dei loro team mate. Sainz è andato bene ma il distacco di ben due decimi e mezzo da Leclerc è abbastanza inedito per lui che, sì, non è mai stato più veloce di CLC o comunque non ha mai avuto gli exploit del monegasco ma così più lento non ce lo aspettiamo. Stessa cosa di Sainz si potrebbe dire di Norris che, dopo le eccellenti prove di Miami e Imola lo aspettavamo a performance di altissimo livello. Vero che non può essere Montecarlo a farci esprimere giudizi di qualsiasi tipo però il fatto è inequivocabile: Piastri gli è arrivato davanti (e poi a podio). Posso solo dedurre che la vittoria di Norris a Miami abbia dato una scossa anche all’australiano apparso un poco in ombra a inizio campionato. Ne vedremo sicuramente delle belle di qui in avanti!

Altro voto altissimo, in queste qualifiche, va dato a Russell che non si è risparmiato tra i marciapiedi di Monaco ed è riuscito non solo a regolare il suo celebrato team mate ma anche Max Verstappen. Se poi aggiungiamo che il suo best lap del Q3 è di un solo millesimo (!!!!) più lento di quello di Norris abbiamo la piena misura della sua prestazione. Bravo!

Di converso dobbiamo dare un voto negativo a Max che dopo ben 7 pole consecutive precipita ad un per lui (quasi) inedito 6° posto in griglia. E non è tanto la posizione che ci fa dare il voto negativo quanto il modo in cui è arrivata. E cioè per un suo errore. Dopo il week end monstre fatto in quel di Imola non ti aspetti un Max falloso. E invece la tanto agognata pressione è finalmente arrivata sul suo groppone con conseguenze facilmente (be’, proprio così facilmente no…) intuibili: anche Max può sbagliare.

Male, sia pur molto relativamente, anche Hamilton che paga un decimo a Russell e gli tocca di star dietro, sia pur di pochissimo, anche a Max. Ciò, comunque, conferma una Mercedes più in palla del recente passato.

La top ten in griglia è stata completata da tre piloti cui vanno i più grandi applausi. Tsunoda conferma le ottime prestazioni degli ultimi GP rifilando ben tre decimi in Q2 al suo (qui eliminato) compagno di squadra e cioè a quel Daniel Ricciardo che tra i marciapiedi di Montecarlo ha sempre brillato: se non è un segnale di maturazione del piccolo Yuki questo non so cos’altro potrebbe esserlo. Bravissimo! Ancora meglio è stato Albon. Che in una situazione così particolare rappresentata da questo circuito ritorni in Q3 è segnale di notevole portata. Eccellente! Non parliamo poi di Gasly che di far decimo sia in qualifica che in gara a Montecarlo con questa Alpine manco lo immaginava nei suoi sogni più bagnati. Applausi!

GLI ALTRI DIECI

Qualcosa da dire ci sarebbe anche sugli altri dieci in questo week end. Cominciamo dalla squalifica delle Haas dalla… qualifica! Sia Hulk che Magnussen erano andati bene in Q1 e Q2 ma la notizia dell’irregolarità riscontrata all’ala posteriore (se non ho capito male al DRS) mi ha un po’ sorpreso. Il tentativo un po’ smaccato di rubare qualche millesimo era da un po’ che non si vedeva. Vanno tenute le antenne sempre sollevate!

Male, anzi malissimo, Fernandello nostro che in qualifica viene stranamente surclassato da Stroll e che in gara è costretto a correre con il freno a mano per favorire il figlio del capo. La situazione in AM è assai preoccupante.

Le due Sauber confermano di aver rilevato il ruolo di cenerentola alla Alpine con prestazioni ai limiti del ridicolo: in qualifica Zhou si è preso nel Q1 ben un secondo e mezzo dal top time di sessione e quasi 3 secondi dalla pole di Charles. Buio pesto da quelle parti.

Due parole sugli eroi negativi di giornata.

Sull’incidente al primo via causato da Magnussen vado un po’ controcorrente. Sì, è stata colpa sua, ma no, non sono convinto che la mossa sia da strappo di licenza. Perché? Ho guardato la dinamica più e più volte e mi è sembrato che alla fine il buon Kevin ci si sia un po’ trovato in quella situazione. In pratica, dopo l’eccellente partenza e conseguente posizionamento sulla prima curva si ritrova in trazione a poter contendere la posizione a Perez rispetto al quale ha molto più slancio. Ci prova ma quando arriva al momento in cui decidere se continuare il tentativo di sorpasso o desistere non ha più spazio. Il problema è che a quel punto la sua ruota anteriore sx è già oltre la posteriore dx di Perez e non poteva frenare di colpo. Tanto valeva tenere sperando che Perez gli lasciasse quantomeno lo spazio per togliersi di mezzo senza pericolo. Perez, di contro, rimane in traiettoria ideale come se non ci fosse nessuno attorno a lui (pur avendo spazio a sinistra non lo usa) e allargando sia pur di pochi centimetri a destra rende l’impatto con Magnussen inevitabile. Dall’onboard di Perez si vede chiaramente che lui guarda negli specchietti a dx subito prima dell’impatto e non credo che non avesse visto Magnussen. Probabilmente non ha valutato correttamente la distanza altrimenti sarebbe stato più a sinistra. Insomma, in fase di partenza un pilota sa che deve stare attento a tutte le linee e Perez è stato un po’ troppo leggero. Dunque, sempre secondo me, pur essendo evidente che la colpa del botto sia di Magnussen non credo, giocando con le sfumature di significato, che la responsabilità sia tutta imputabile a lui. Certo, se un incidente del genere fosse capitato a metà gara, con solo loro due in bagarre, allora la mossa di Magnussen sarebbe stata molto più censurabile ma nel caos di una partenza di un GP forse andrebbe letto con occhi diversi. Non sono così certo in questa mia analisi. Non escludo di cambiare idea magari riguardandolo tra qualche settimana. Ma tant’è: vediamo i commenti ulteriori.

Ben diverso è il caso di Ocon. Sempre a mio modestissimo avviso, s’intende. Al Portier Ocon decide di infilarsi in staccata su Gasly in modo totalmente scomposto. Qui Gasly, davvero non poteva fare nulla per evitare l’impatto. Dall’onboard di Stroll, che era dietro di loro, si vede chiaramente che se non ci fosse stato Gasly Ocon si sarebbe stampato sul guard rail: praticamente l’ha preso come appoggio! La scelta, e quindi la responsabilità oltre che alla colpa, è tutta di Ocon che non tiene in conto alcuna dinamica fisica della sua mossa. Peraltro, il Portier è già abbastanza lontano dallo start e le posizioni erano già definite sicché la mossa risulta ancora più inspiegabile.

Altre note in ordine sparso.

Non posso non rimarcare che l’unico a “crasharsi” da solo in tutto il GP sia stato Stroll che ha vanificato tutta la strategia preparata per lui con un contatto pesante sui guard rail che l’ha costretto a cambiare le gomme e per pochi metri non ha fatto entrare una SC visto il copertone ballerino che ha perso rientrando ai box.

Piastri si è destreggiato meno bene di Leclerc nelle varie fasi di doppiaggio.

Sargeant, nei giri finali e con gomme nuove, stava comodamente dietro a Norris: sarà l’unica volta nella sua carriera che respira aria da podio!

Non c’è molto altro da dire ma se mi avete seguito sin qui avete fatto bene. Infatti…

LA PIU’ STRAORDINARIA PERLA DEL GP!

Sappiate che se vi siete annoiati o se vi siete emozionati con Charles o se vi siete spaventati del botto di Perez e Magnussen o divertiti dalla ridicola mossa di Ocon su Gasly ebbene tutto questo non è nulla di fronte ad una perla del GP che forse in pochi hanno notato e che è stato il vero culmine di tutto il week end.

Bottas ha fatto un sorpasso!

Sì, proprio lui!, il non-sorpassatore per eccellenza della odierna Formula 1 fa un sorpasso dove nessun altro pilota è in grado di farne: a Montecarlo!

Il 52° giro del GP di Montecarlo 2024, con questo evento straordinario, con la realtà che supera per l’ennesima volta la fantasia, con Bottas che supera Sargeant con una manovra che neanche Jim Clark o Senna, sarà l’highlight segreto di questo GP.

Ad maiora!

Ed ora il bonus!

LE NON PAGELLE DI IMOLA 2024

Si arriva a Imola con aspettative altissime. La vittoria di Norris a Miami, infatti, lasciava presagire una battaglia di alto livello, con McLaren e RBR ormai appaiate sul piano tecnico e con una Ferrari che annunciando aggiornamenti importanti auspicava di essere della partita.

Ebbene, è andata proprio così, con le tre vetture a darsele di santa ragione sul circuito che stretto e costretto dalle rive del Santerno non consente alcuna divagazione né, tantomeno, alcuna distrazione.

La versione odierna di queste curve, aggiustata secondo le moderne esigenze con l’appiattimento della ex variante bassa che consente alle vetture di andare in pieno dalla Rivazza sino alla variante del Tamburello, non tradisce la sua storia tragica ed esaltante. Certamente nulla può contro le dimensioni che hanno raggiunto questi mezzi ma i piloti, Max in primis, affermano che la sfida è probante e noi non possiamo far altro che dar loro credito.

E in mezzo a queste curve abbiamo assistito ad una interessantissima gara che ha messo in luce le differenze tra le abilità dei piloti che, in alcuni casi, hanno anche fornito qualche sorpresa.

La gara in sé mi è molto piaciuta. La tensione è stata altissima dal primo all’ultimo giro e il fatto che abbia vinto sempre lui non va affatto a discapito della spettacolarità di quanto si è visto in pista. A mio avviso, infatti, sono proprio i risicatissimi distacchi che hanno diviso i primi tre lungo tutto l’arco della gara che l’hanno dimostrato in pieno.

L’ordine di arrivo ha dimostrato o, al minimo, mostrato il mix di valori in campo che ci offre questa fase di campionato. Max è semplicemente straordinario, Lando sembra aver messo da parte il braccino e Charles si danna l’anima (pure troppo).

Il tempo è tiranno, così come lo spazio di queste righe, sicché bando ad altre considerazioni ed andiamo subito a dettagliare la prestazione dei piloti

VERSTAPPEN

Se mai qualcuno avesse avuto ancora qualche dubbio residuale sul livello raggiunto dall’olandese, spero che questa gara abbia definitivamente sgombrato il campo. S-T-R-A-O-R-D-I-N-A-R-I-O. Spero si legga bene. Max è stato semplicemente straordinario. Sono un paio d’anni che faccio far timido capolino (sia mai che qualcuno si offenda) ai paragoni con lo Schumacher dei bei tempi ma ormai penso si possa convenire che quel paragone non è affatto passibile del reato di lesa maestà. Il paragone non è tanto sullo stile di guida, ovviamente diverso, quanto sulla propensione all’efficacia, la tensione verso la perfezione, e l’immarcescibile voglia di star davanti a tutti che li accomuna. Non che quest’ultima manchi anche agli altri piloti del circus ma nel caso di Max questa gara ha per l’ennesima volta dimostrato che è affiancata ad un controllo totale su ogni fase del GP il che lo porta alla tremenda efficacia che vediamo. In altre parole, se la forza data dalla feroce determinazione è così sotto controllo com’è in Max, e com’era in Schumy, c’è ben poco da fare per gli altri se non continuare a provare a metterlo sotto pressione. È solo così che si può dar concretezza al portatemi a due-tre-decimi che il resto lo metto io che sta sulla bocca di ogni pilota ma che poi in pochi, nella storia, son davvero riusciti a realizzare. Che ha fatto a Imola? Intanto una pole strepitosa. Molto si è discusso riguardo la scia di Hulkenberg, alla fine rivelatasi decisiva, proprio all’inizio dell’ultimo tentativo in Q3. In tutta onestà mi pare che non sia il caso della polemica: bravo lui (e, suppongo, il suo ingegnere di pista) a capire che poteva esserci quella possibilità e a calcolare perfettamente il modo di sfruttarla. Anche questo fa parte dell’essere fenomeno, senza contare che il suo team mate è andato fuori in Q2 e in quell’occasione si è preso ben 6 decimi. In gara poi è stato ancora più fenomenale, se possibile. Ad una partenza assolutamente perfetta ha fatto seguito un primo stint in cui ogni giro era martellato con chirurgica precisione sul miglior tempo che la vettura gli consentiva. La strategia era obbligata ma la difficoltà era realizzarla. Soprattutto considerato che dietro di lui non erano in gita dopolavoristica. Ci è riuscito alla grande. Il maggior segno della sua guida al limite è rappresentato dal warning rimediato per via di qualche track-limit di troppo. Ma anche in questo si è vista la grandezza del suo status. Una volta avvertito che era a rischio penalità non ha più sbagliato una virgola. Si potrebbe pensare che a ciò sia corrisposto un lieve rallentamento nel ritmo gara. Invece no, il ritmo è rimasto sostanzialmente il migliore che gli era possibile ma, stavolta, senza alcuna pur microscopica escursione oltre la linea bianca che delimita il tracciato. Ecco: cosa c’è di più “schumacheristico”?

NORRIS

Arrivato a Imola dopo il suo primo successo in carriera, il buon Lando dimostra che quanto accaduto in quel di Miami non è stato frutto di un accidente del caso. L’unica, molto relativa, pecca del suo week end sono i 17 millesimi rimediati in qualifica dal (bravissimo) Piastri. Per il resto anche lui è praticamente perfetto. La sua gara parte bene, una virgola meglio persino di Max tanto che si percepisce la velocità con la quale prima pensa di provarci e poi desiste. Saggia decisione perché in quegli stretti meandri il rischio era troppo alto. Tiene sotto pressione Max per qualche giro impedendogli di prendere il largo. Al contempo deve guardarsi da Leclerc che è assai pimpante dietro di lui. In questa fase non commette errori e non si innervosisce come forse gli sarebbe capitato in passato. Il suo box fa un errore pittandolo troppo presto, al 23° giro, perché finisce dietro a Perez rischiando di compromettergli la gara. Fortunatamente per lui il pessimo Perez di questo week end è aggredibile immediatamente e non gli procura danni. Il resto della gara è invece quasi perfetto perché gestisce alla grande le gomme e si tiene sul “tempo target” spaccando il millesimo per tutto il tempo che i suoi ingegneri avevano calcolato. Il tutto condito dai finti team radio in cui diceva che più di tanto non poteva andare. Robe già viste ma che denotano grande sicurezza, inedita per il nostro, soprattutto considerando che sembrava che Leclerc nella fase centrale del GP, ne avesse più di lui. Ho scritto “quasi” un bel po’ di volte perché se avessero deciso di scatenarsi un giro prima forse il duello con Max l’avremmo visto. Fatto sta che il “liberi tutti” a 15 giri dalla fine lo vede tirare fuori un ritmo pazzesco che gli consente di azzerare il distacco di circa 8 secondi che aveva da Max. Questo recupero costringe Max alla perfezione di cui sopra ma è proprio questo il maggior merito di Lando: aver finalmente messo pressione al pluricampione e costringerlo agli straordinari. Non so se saranno confermati gli entusiasmi dei commentatori tv (“è un’altra F1!!”) ma certamente McLaren ha di che essere soddisfatta.

LECLERC

Come per i primi due anche per il monegasco il voto è molto alto. Rinfrancato dal fatto che gli sviluppi portati sembrano essere molto positivi (ancora non abbastanza per giocarsi la pole) il buon Charles tira fuori una gara con i fiocchi, capace com’è stato di tenere quasi lo stesso ritmo del vincitore. Bene, in particolare, nel primo stint in cui riesce a stare sugli scarichi di Norris, viene a mio avviso penalizzato dal tentativo di overcut non riuscito che gli fa perdere secondi decisivi. Nella parte centrale della gara è il più veloce in pista e riesce a riportarsi sotto a Norris che anche se era in gestione non stava certo andando con ritmo da dopolavoro… Quando lo raggiunge commette l’errore che gli toglie qualsiasi ambizione di migliorare il già comunque ottimo terzo posto perché va lungo alla Variante Alta, facendo una pericolosa escursione su erba e sabbia. In realtà non perde tantissimo ma la contestuale accelerazione di Lando gli rendono impossibile il recupero. Ciò è abbastanza per mettere un “meno” a qualsiasi alto voto gli si voglia dare. Finisce a 7 secondi da Max che è un gran risultato considerato che Max ha tirato il più possibile per tutta la gara, che il tentativo di overcut gli ha fatto perdere almeno 4 secondi, che ha fatto un’escursione (ma questa è colpa sua) e che negli ultimi giri ha tirato un poco i remi in barca. Se il buon giorno si vede dal mattino…

PIASTRI

Bravissimo anche Oscar che è sembrato più pimpante delle scorse gare. Sappiamo quanto sia difficile confermare quanto di buono ha mostrato lo scorso anno e infatti nelle prime gare il dominio di Norris è sembrato abbastanza netto. Chissà? Forse il successo di Lando in Florida ha ringalluzzito anche lui. In qualifica è fenomenale e si mette dietro il fresco neovincitore. Peccato per la penalità che lo fa retrocedere in griglia altrimenti, con la McLaren vista ieri, c’è caso che una strategia particolarmente opportuna l’avrebbe visto impensierire Max. Ha un duello ad alta tensione con Sainz nel primo stint che, visti i trascorsi di Miami, poteva essere delicato. Però non perde la calma e se la gioca perfettamente con l’undercut.  Anche lui, come Norris, deve superare Perez ma lo fa bene e in modo spettacolare. Nella parte centrale della gara ha un ritmo eccellente che gli consente di tenere il distacco con Leclerc. Poi si perde un poco nei doppiaggi, che gli fanno perdere il treno di Leclerc e la sua gara, sostanzialmente, finisce lì.

SAINZ

Nonostante la positiva novità degli aggiornamenti funzionanti portati da Ferrari mi è sembrato che il Carlos di Imola sia stato un po’ più opaco di quanto ci si poteva aspettare. La sua gara infatti è sempre in difesa. Nel primo stint è costantemente pressato da Piastri da cui si difende con gran tecnica grazie ad una maggior efficacia nella seconda Rivazza che gli consente giro dopo giro di dare quella virgola di stacco in più rispetto all’australiano. Anche per lui, come per Leclerc, la decisione di overcut non è funzionale sicché non ha alcuna speranza di salvare la quarta posizione. Nella seconda parte di gara ha un ritmo decisamente inferiore a quello di Leclerc: giocando con le quattro operazioni mi è sembrato addirittura quasi mezzo secondo al giro più lento del monegasco. Sarebbe interessante capire se è stato così perché una volta capito di essere troppo lontano da Piastri non aveva senso stressare le gomme o se proprio non ne aveva più di così. Se, come sembra, la versione “evo” della Ferrari, consente maggiori ambizioni, dovrà darsi più da fare di quanto visto a Imola.

HAMILTON e RUSSELL

Gli alfieri Mercedes salvano il week end grazie al 6° e 7° posto ma non salvano il cronometro, impietoso a confermare il loro non essere affatto all’altezza dei primi 5. Opaco Hamilton in qualifica ma meglio in gara e viceversa per Russell, costretto persino ad un pit stop ulteriore. Non c’è molto altro da dire.

PEREZ

La gara di Checo è stata condizionata dalla pessima qualifica: i 6 decimi rimediati da Max nel Q2 non solo sono un abisso ma sono anche il disastro che lo precipita all’undicesimo posto in griglia. Pessima anche la decisione strategica di partire con le bianche che gli impedisce di performare decentemente e fa fare a RBR un’inedita pessima figura anche su questo piano. Fa un po’ specie vederlo sverniciato con facilità da McLaren e Ferrari nella fase centrale della gara. Prolunga lo stint all’infinito sperando in una SC che però non arriva. Che dire? Ho idea che in RBR comincino a preoccuparsi perché se Max continua a essere straordinario è anche vero che le performance di Checo, abbondantemente lontane da quelle di McLaren e Ferrari (e qui anche di Mercedes), sono il campanello d’allarme di una vettura che sembra non essere più lo schiacciasassi di inizio stagione. Staremo a vedere.

Ora, poiché la gara è stata molto tesa nelle posizioni che contano, gli altri sono stati poco inquadrati il che mi rende difficile dire qualcosa di analitico sulla loro gara a cui, inevitabilmente, ho prestato meno attenzione del solito.

Faccio grandi applausi a Stroll (nientemeno!) che conquista punti importanti. Grandissimi applausi a Tsunoda che dopo una qualifica eccezionale e una partenza eccellente deve sottostare ad una strategia assurda del suo box che lo fa pittare già al 13° giro. In quei primi 13 giri aveva tenuto alla grande il ritmo dei Mercedes e mi chiedo se lo Yuki così pimpante visto sul Santerno non avrebbe meritato una strategia decisamente più ambiziosa. Forse non ne aveva per stare con loro ma con il pessimo Perez di oggi forse… e comunque almeno una posizione l’avrebbe potuta migliorare.

Ricciardo sembra dare qualche segno di risveglio approdando in Q3 ma continua ad essere sensibilmente più lento del giapponese.

Male ma non malissimo Alpine che conferma a Imola quantomeno di non essere più la cenerentola del campionato. Cenerentola il cui ruolo sembra essere ora rivestito dalla Sauber (o come accidenti si chiama ora) che mi pare in caduta libera sul piano prestazionale.

Il più deluso di tutti però è Alonso. E non solo per la pessima qualifica, che tra un errore e l’altro lo posizionano all’ultimo (!!) posto quanto per il fatto che anche in gara è andato lentissimo, incapace nelle prime fasi, pur con gomme rosse, di sopravanzare il certamente non irresistibile Sargeant. Pessimo segnale per l’Aston Martin che sta facendo, come nei due anni passati, il passo del gambero con sviluppi decisamente non all’altezza di quelli portati dagli altri.

Ci vediamo a Montecarlo!

 

BASTIAN CONTRARIO: IL TUFFO

Finalmente Charles LeClerc si è potuto tuffare nel mare di casa sua da vincitore del GP di Monaco anziché solo da turista di lusso, finalmente il sogno è stato coronato e, lasciatemelo dire, finalmente giustizia è stata fatta. Charles per talento e coraggio non è secondo a nessuno in griglia, Verstappen compreso, eppure il fato da troppo tempo gli era avverso, soprattutto nel GP di casa. Sembrava fosse perseguitato da una sorta di maledizione mistica in cui, ogni volta che si presentava il suddetto appuntamento, ne succedeva di ogni. Il monegasco si è presentato nel weekend del principato con la giusta mentalità e con un solo obiettivo che era quello di vincerlo. Ciò lo ha dimostrato già dal venerdì delle prove libere, facendo capire a tutti quali erano le sue intenzioni e, sebbene le free practice contano poco o nulla al fine del risultato, nelle qualifiche (che sono state più tirate e meno scontate di quello che si poteva immaginare) il ferrarista ha avuto ragione di tutti. Del resto il GP del principato si riduce solamente a questo: al sabato. Il dibattito post gara è arrivato puntuale: tenere o non tenere il GP di Monaco? Premesso che il sottoscritto preferirebbe tenersi cento volte proprio questa pista e far fuori uno dei tanti (anonimi) circuiti che sono sparsi in giro per il mondo e, che sono in calendario solo per un mero fatto economico dato che i Paesi ospitanti sborsano fiumi di soldi, è anche vero che il circuito del principato è anacronistico non da ora. Con le attuali monoposto che hanno raggiunto in proporzione la grandezza paragonabile a quella di un SUV rispetto a quelle del passato, ovvio che una pista del genere sia divenuta obsoleta. Lo era già prima quando le F1 erano più corte e quindi di piccole dimensioni, solo che all’epoca qualche sorpasso ci usciva come si suol dire, ora invece tentare il colpaccio è pressoché impossibile. Singolare come il “Sistema F1” addirittura si sia vantato del risultato ottenuto, visto che hanno pubblicizzato il fatto che la classifica finale rispecchia esattamente l’ordine di partenza! Per la “irrinunciabile” Montecarlo le opzioni sono due e cioè o, si riducono le dimensioni delle vetture oppure ci si continua a correre senza poi lamentarsene, perché tanto da qui non se ne esce. Le dichiarazioni di Verstappen, a fine gara, non hanno aiutato visto che il campione olandese ha affermato che “queste non sono gare” e che il tutto è stato “boring”, cioè noioso. Sappiamo benissimo che Verstappen non le manda mai a dire eppure, con tutto il rispetto per la sua autorevole opinione, non mi pare che costui si lamentava quando era lui a vincerci, per non parlare delle tante gare in cui ha dominato in luogo del quale già si conosceva il risultato ancora prima di iniziare.

Inoltre dubito fortemente che il buon Charles la pensi come il suo collega bibitaro, visto che per il monegasco il GP di casa tutto è stato tranne che noioso… fosse solo per il fatto che alle spalle non aveva il suo compagno di squadra che gliele guardava e proteggeva (una menzione speciale a “Carlito nazionale”, che già nella drive parade ha detto che “oggi la priorità assoluta è quella di far vincere Charles”, per non parlare delle congratulazioni finali che ha tributato al compagno. Non smetterò mai di chiedermi il perché di tutto questo astio nei riguardi del pilota spagnolo quando poi quest’ultimo, sebbene sia giustamente competitivo, è anche leale e sincero), bensì c’era un arrembante Piastri, il quale non ha vinto il GP solo perché gli è andata male in qualifica. A tal proposito è doverosa una riflessione che forse è stata messa in ombra dai giusti festeggiamenti. Nella pista di Montecarlo la squadra di Woking avrebbe dovuto soffrire dato che tracciati del genere mal li digerisce, ed invece i due papaya erano li, incollati come piattole alle costole del ferrarista. McLaren è ormai una dannata realtà tanto che a Montecarlo era seconda forza, dove persino Verstappen (parlo dell’olandese e non di Red Bull come squadra perché Perez ormai non è pervenuto e, sebbene non sia colpa sua l’incidente accorso a causa del suicida Magnussen, è anche vero che è stata sua responsabilità trovarsi fuori dalla Q3) non è riuscito ad avvicinarsi in qualifica per non parlare in gara poi. Sia chiaro che Montecarlo è una pista atipica e che quindi, i valori visti (Ferrari in primis), non devono essere presi in senso assoluto perché potrebbero cambiare radicalmente. Fatto sta che i papaya hanno dimostrato una capacità reattiva formidabile, tanto da primeggiare tra le stradine del principato e, non posso non pensare che nei prossimi appuntamenti che verranno (Canada, Spagna, Austria e Gran Bretagna), quindi su piste vere, loro saranno protagonisti di certo. Infatti la vera prova del nove sarà proprio durante questi appuntamenti, dove si vedrà se gli aggiornamenti portati funzioneranno davvero (non dimentichiamo che la nuova Ferrari, ha del potenziale da sbloccare e che gli upgrade portati non sono stati ancora ben compresi del tutto) e, assieme a loro, se funzioneranno piloti e squadra. Sarà un’estate di fuoco, perché di certo Verstappen&Co. non staranno li a guardare, anzi già in Canada vorranno mettere le cose in chiaro. Saprà Ferrari guardarsi le spalle da questa formidabile McLaren e tentare l’assalto a chi sta avanti a loro, cioè i campioni del mondo in carica? Non c’è che dire, proprio un bel tuffo nel vuoto da parte di Maranello, la quale ora si trova a meno di ventiquattro punti dalla stessa Red Bull nel campionato marche e, sebbene il mondiale piloti a mio giudizio rimane al momento un sogno (va bene gli entusiasmi, solo rimaniamo coi piedi per terra!) è anche vero che quello costruttori non è proprio una chimera.

Pensateci: con questa Ferrari, con questa coppia di piloti che è indubbiamente la migliore del lotto (ho come l’impressione che l’anno prossimo la rimpiangeremo) e, che è l’unica ad essere andata sempre a punti (Sainz è mancato per l’intervento all’appendice eppure il suo sostituto ha onorato la sua assenza) e con questo Perez, è lecito farci come minimo il pensiero. Ferrari è indubbiamente una squadra diversa, ormai è evidente. C’è voglia di vincere, c’è voglia di crescere e di fare gruppo e, tutto questo perché chi la comanda, ha deciso che è giunto il momento di cambiare e quindi arrivare primi. La foto di gruppo a GP finito con LeClerc che fa un selfie con tutta la squadra alle sue spalle, con al centro il presidente Elkann è emblematica, una sorta di allegoria: con il Boss che ti guarda le spalle e che veglia su di te è tutto più semplice, a partire dal team principal il quale non ha dovuto fare altro che sedersi ad una tavola già apparecchiata e al massimo spostare solo qualche vettovaglia. Non mi risulta che a Monza 2019, quando LeClerc trionfò a Monza, il Presidente fosse presente. Quella non era la sua squadra, quella non era la sua Ferrari. Egli voleva mettere la sua personale impronta affinché si potesse dire, che si è vinto perché è stato lui ad occuparsene. La realtà è questa ed è sotto gli occhi di tutti e, mi spiace che per ottenere questo risultato si sia rimandato l’appuntamento ulteriormente, smantellando un già ottimo team che c’era in precedenza sebbene fosse lontano dall’essere perfetto. La strada ad ogni modo è stata tracciata e sebbene si possa essere in disaccordo o meno, i risultati (anche questi) sono sotto gli occhi di tutti, tanto da permettere al buon Charles di togliersi un macigno dallo stomaco, dalle spalle e soprattutto dal cuore. Questa vittoria arriva in un momento delicato per la carriera del monegasco, perché fa tanto morale e va ad accrescere la sua sicurezza per gli appuntamenti a venire, permettendogli cosi di tuffarcisi “a pesce” proprio come ha fatto nel porto della sua città, sperando di vedere scene del genere più spesso nel futuro. Non c’è tempo di rilassarsi perché è già arrivato il momento di tuffarsi nel weekend canadese.

Buon GP del Canada a tutti e, perdonate il mio romanticismo se scrivo: “Gilles vive!”

Vito Quaranta

QUASI IMPECCABILE. È GUERRA DUCATI – CATALUNYA GP

La Ducati Cup, come ribattezzata da qualcuno, non è mai stata così bella. Al Montmeló, terreno ostico per la GP23 lo scorso anno, dominano e trionfano proprio le Ducati con la GP24 di Bagnaia e la vecchia GP23 di Marcquez sugli scudi. Bagnaia spreca nella sprint lanciandosi in terra nel giro finale, mentre Marc Marquez recupera ben 23 posizioni in due gare. Chiude entrambe a podio dopo due rimonte furibonde.

È stato un weekend teso, per certi versi fin troppo. Sin dalle prove le Ducati l’hanno fatta da padrone con le GP24 che hanno decisamente fatto un passo in avanti in una pista che nel 2023 le aveva viste arrancare a discapito di un Aprilia nettamente più forte e più a suo agio con la mancanza di grip cronica del Montmeló. Sul weekend pesa come un macigno l’attesa della decisione Ducati che potrebbe innescare un domino incredibile. Sia Marquez che Martin sentono l’odore del “sangue” rosso, chi ne paga le conseguenze è Bastianini il cui weekend rispetta questa tensione. Weekend da dimenticare per Vinales e Bezzecchi, che a dispetto delle moto hanno fatto davvero una magra figura. Incombe il mercato anche su di loro. Aleix Espargaro ha annunciato il ritiro a fine anno, facendolo nel modo migliore possibile con Pole Position, record del circuito e vittoria nella Sprint. Non si ritira da bollito almeno…

https://x.com/FranckyHawk29/status/1794010739155292660?t=LTgUGRpsrGDXdeCr67vMDQ&s=19

GARA SPRINT

È stata la sagra dell’anteriore. Chi era in testa alla gara decideva beatamente di stendersi. Prima Raul Fernandez, poi Binder ed infine Bagnaia che la lancia nel corso dell’ultimo giro quando sembrava ormai prossimo alla vittoria, facendo rimanere di sasso anche i due telecronisti di Sky Sport. La vince Aleix Espargaro nel giorno dell’addio ma il vero mattatore è Marc Marquez che partendo dalla 14^ posizione dopo la prima curva è già in P8. Risalirà fino alla P2 lasciando sul posto prima Martin (4°) e poi Acosta che chiude sul podio. Bastianini chiude la TOP5. Giapponesi non pervenute, come sempre. Curiosità… Marc Marquez nella Sprint 2024 è stato più veloce della migliore GP23 della Sprint 2023 (1.3″ in meno).

GARA

Partenza e prima  parte di gara stratosferica da parte di Pedro Acosta. Tutti si aspettano una sua vittoria ma nel momento in cui deve farlo succede qualcosa. Si stende dopo aver battagliato con Jorge Martin, direi inutilmente. Tattica di gara da rivedere e dalla quale imparerà per il futuro anche perché montando la S dietro aveva tutto il tempo di finire a podio, come ha poi fatto Marc Marquez. Invece si è ingarellato con Martin permettendo il rientro di Bagnaia e facendo sì che Martin distruggesse la gomma. Bagnaia l’ha vinta tatticamente, aspettando il momento giusto e riprendendosi quanto aveva gettato al vento nella Sprint. Bicchiere mezzo pieno perché si sarebbe portato via ben 37 punti (25+12) invece perde addirittura un punto da Martin.

Il Pilota di Pramac mi è sembrato un po’ “spento” in questo weekend, non era il solito Martin bello pimpante ed incazzoso nel corpo a corpo bensì ha alzato troppo  velocemente bandiera bianca. Ha chiuso il weekend totalizzando più punti di tutti ed è in testa al Mondiale, probabilmente non ne aveva più di tanto ed ha “gestito” visto il notevole vantaggio in Classifica.

https://x.com/FranckyHawk29/status/1794360796438569414?t=klPF_FuFhO4BRbRX6JsNsQ&s=19

QUANTO VALE QUESTO MARC!?

Inutile giraci intorno. Marc sulla Ducati è stato un bene per tutti, soprattutto per Bagnaia che finalmente può misurarsi con un Campione del Mondo e battagliare con lui. Fin’ora non si era mai visto uno scontro con Mir o Quartararo, mentre Marc è uno che mette pepe al culo e già gli ha messo le ruote davanti in gara facendosi sentire anche nei sorpassi. In Ducati sanno perfettamente cos’hanno tra le mani perché la classifica dice che è lì a giocarsela per il Mondiale con la GP23 e Marquez ci sta mettendo del suo. Vi ricordate quando dicevamo “che con queste MotoGP è difficile sorpassare” mentre in due GP questo qui ne ha fatti 45… 

Sicuramente in Ducati staranno guardando i suoi dati ed avranno capito che il margine di crescita su questa moto è tale da non potersi permettere di perderlo. Vedremo cosa accadrà. La classifica mondiale ci dice che attualmente è con Bagnaia in lizza per il Titolo Mondiale all’inseguimento di Martin, con addirittura 20 punti in più di Bastianini, Pilota Factory.

Appuntamento questo weekend al Mugello, ci sarà da divertirsi.

N.B. Enea Bastianini si è fatto buttare fuori dal GP praticamente, rischiando la bandiera nera. Il motivo è uno steward panel ALLUCINANTE. Prima puniscono Bastianini con un LLP per il taglio della curva 2 poi si accorgono a fine gara che Bastianini era andato lungo a causa di un sorpasso di Alex Marquez. Alla fine è stato retrocesso di molte posizioni perché gli sono stati comminati 32 secondi di penalità. Sono alla frutta.

Francky

 

 

 

 

E’ UN’ALTRA FORMULA 1. LECLERC TRIONFA IN CASA SUA.

Montecarlo. La gara di casa.

Per Charles, ma anche per tanti altri piloti che qui ci abitano per via del suo clima mite.

Non stiamo a ricordare chi ha il record di vittorie nel Principato. Ci ha pensato la McLaren.

Nemo propheta in patria, Charles. Qui l’ha piazzata in pole varie volte, la terza proprio ieri, ma, per varie vicissitudini, non è mai riuscito a concretizzare il risultato parziale in una vittoria.

Come invece ha fatto negli ultimi anni la Red Bull, che però è arrivata in riva al mare con una preoccupante mancanza di correlazione, che ha portato Perez a qualificarsi in penultima fila, e Verstappen in terza. La RB20 saltella sui cordoli. Strano, perchè ad Imola a saltellare era la SF-24, mentre la macchina austriaca ci passava sopra senza fare una piega.

Si spengono i semafori ed è subito caos. A S.te Devote Sainz affianca Piastri all’interno, l’australiano tiene duro ma lascia spazio. Ciononostante i due si toccano. Ad avere la peggio è lo spagnolo, che fora l’anteriore sinistra e va dritto al Casino. Il casino, senza l’accento, accade però subito dietro, nella salita del Massenet. Le due Haas braccano Perez, con quel pazzo di Magnussen, dopo avere tirato una staccata da paura ad Hulkenberg, tenta di infilare anche il messicano dove non c’è alcuno spazio, e innesca una paurosa carambola. Risultato: RB20 totalmente distrutta, entrambe le Haas danneggiate e bandiera rossa esposta.

Nel frattempo, l’altro genio oggi in pista, Ocon, attacca in modo assurdo il suo compagno di squadra al Portier, avendone la peggio e non potendo poi riprendere la gara.

Si riparte da fermi dopo 45 minuti. Sainz viene graziato dalla direzione gara, che decide di schierare le auto nell’ordine delle qualifiche. Il regolamento consente di cambiare le gomme e di risolvere il problema della doppia mescola da usare in gara. A Leclerc viene quindi detto che non si fermerà più. Ci si aspetta, quindi, un bel trenino il cui viaggio durerà circa due ore.

Al ri-spegnimento dei semafori, la prudenza ha il sopravvento, e non succede praticamente nulla (evidentemente il replay dell’incidente ha avuto qualche effetto). 

Leclerc può permettersi di fare il passo che vuole, e i primi 3 sono tutti molto vicini, con Piastri fra le due Ferrari, e Norris molto vicino a loro. Chi non tiene il passo è Russell, che al giro 8 è già a 3 secondi, con Verstappen a ruota.

Al giro 22, i primi 4 sono più distanziati, e Russell si trova a ben 12 secondi.

A metà gara, non è cambiato nulla per i primi 4, mentre Russell si trova a 17 secondi, e il timore di Sainz è che Norris riesca a fare un pit-stop rimanendo davanti al connazionale. A quel punto, lo spagnolo dovrebbe fermarsi col rischio di perdere la posizione. A Leclerc viene quindi chiesto di rallentare tutto il gruppo, e, contemporaneamente, Russell aumenta il suo ritmo, mantenendo stabile il gap da Norris.

Al giro 40, i primi raggiungono un nutrito gruppo di doppiati. Questo consente a Leclerc di distanziare leggermente Piastri, e a Russell di riavvicinarsi a Norris, rendendo impossibile un eventuale tentativo di undercut.

Al giro 52 si ferma Hamilton, anonimamente settimo, e, a quello successivo, è il turno di Verstappen, altrettanto anonimamente sesto. In 10 giri, a pista libera, Max raggiunge Russell, ma a Montecarlo puoi avere un passo anche 3 secondi più veloce di chi ti precede, ma non lo passi.

Gli ultimi giri trascorrono tranquilli, e la gara finisce con la stessa identica classifica del primo giro. Leclerc vince, finalmente, in casa sua, precedendo Piastri, Sainz, Norris, Russell, Verstappen, Hamilton, Tsunoda, Albon e Gasly.

Ora, il calendario della Formula 1 realizzato in base a criteri di sostenibilità ambientale prevede un ritorno nel continente americano, in quel di Montreal. Ora sì che è lecito arrivarci confidando in un po’ più di incertezza sul risultato finale.

P.S. Magnussen non va penalizzato, va lasciato a casa, come diceva Andrea Stella qualche settimana fa. Ma non per una gara, per sempre. Perchè stavolta è andata bene per puro miracolo. E’ incredibile che gli steward non abbiano ritenuto l’evento degno di essere investigato. E’ un po’ che penso che in direzione gara, durante i GP, l’alcool scorra a fiumi, evidentemente è così.

P.S. 2 Io non credo alla narrazione che le RB vincenti siano tutte nate unicamente del tecnigrafo di Newey. Fatto sta che subito dopo l’annuncio dell’abbandono del genio inglese, la macchina sembra avere perso l’enorme vantaggio che aveva. E’ un caso?

P.S. 3 Con queste macchine, a Montecarlo non si può più correre un GP intero avendo uno spettacolo decente, a meno di non contare sul demolition derby. 

P.S. 4 Le riprese televisive sono semplicemente spettacolari. Peccato che le gare siano così noiose.

P.S. 5: Tanto noiosa la gara, quanto emozionanti le qualifiche.

P.S. 6 E’ ora che la RB pensi al sostituto di Perez. 

P.S. 7 E’ ora che la RB Cash qualcosa pensi al sostituto di Ricciardo. Ce l’hanno ai box a guardare i monitor, cosa aspettano a metterlo in macchina?

P.S. 8 Vive la France. Sempre. Ma almeno un punticino l’hanno preso, grazie, probabilmente, all’unica persona del team che ha un po’ di cervello (sto scherzando, eh…).

P.S. 9 Oggi finalmente possiamo smettere di accostare il nome di Leclerc a quello di Jean.

P.S. 10: Due Ferrari e due McLaren nei primi 4 posti. Quanti ricordi.

P.S. 11: E’ una grande Ferrari, possiamo dirlo forte. E io mi sono sbagliato su Vasseur. E ne sono contento.

F1 2024 – GRAN PREMIO DI MONACO

Da un circuito storico all’altro , si parte dall’Enzo e Dino Ferrari di Imola per arrivare all’iconico cittadino del Principato di Monaco. Anche qui’, sara’ ripetitivo come discorso, ma l’iconicita’ e’ tutto un retaggio del passato, in una F1 che, magari a torto, veniva percepita come una vera sfida tra temerari, sfida che le strette vie del Principato sublimavano come pochi altri circuiti.

Oggi, complice anche le dimensioni extralarge delle monoposto attuali, questa sfida rimane parzialmente confermata nelle qualifiche mentre la gara e’ solo un noioso torpedone che raggiunge il punto piu’ imbarazzante al passaggio alla Loews, una roba che neanche i Suv in fila per arrivare a Portofino puo’ reggere il confronto.

immagine da motorbox.com

Detto cio’ e soddisfatto il momento del ‘si stava meglio quando si stava peggio’, torniamo alla stretta attualita’ che vede una curiosa teoria parzialmente confermata dalla realta’ dei fatti: la Red Bull puo’ essere battuta o quanto meno regolarmente insidiata. E a fare tutto cio’ non e’ la Ferrari, migliore candidata considerando il trend dell’ultima stagione bensi’ la McLaren che sotto la guida di Stella cometa ha fatto un salto che avremmo definito quantico anche solo un anno fa. 

Bravi loro e male per i Rossi che pero’ hanno dimostrato di poterci entrare a fare a spallate in quel gruppetto, soprattutto se elimineranno qualche defaillance in qualifica e nelle strategie di gara (si lo so, non ridete…). A parte gli scherzi, la SF-24 e’ migliorata dopo l’ultimo step di sviluppo imolese e Leclerc si aspetta molto anche da quelli che verranno introdotti a breve, sempre posto il fatto che gli altri non migliorino di pari passo se non di piu’.

A Monaco la Ferrari viene data come la favorita dagli addetti ai lavori e se non fosse per il fatto che questi ultimi si sono sbagliati piu’ volte di quanto faccia Leclerc quando va in overdriving, ci sarebbe anche da credergli. In ogni caso ci si aspetta molto dalla Scuderia e chissa’ se per la prima volta Leclerc potra’ essere profeta in patria.

immagine da motori.it

Ovviamente sia Verstappen che la McLaren, che per l’occasione sfoggera’ una livrea dedicata a Senna, non sono d’accordo e cercheranno di sovvertire questo pronostico con il risultato che ci aspetta una lotta infuocata in qualifica, per la gara chissa’.

Mercedes, inaspettatamente, non esce con le ossa rotte da Imola e addirittura punta anch’essa a formare un forza 4 di scuderie in lotta per il podio e per la vittoria. Non so quanto possa essere giustificato questo ottimismo ma evidentemente gira roba buona in quel di Brackley.

immagine da rossomotori.it

Chi e’ chiamata ad un riscatto e’ l’Aston Martin, inguardabile a Imola e piuttosto sottotono negli ultimi Gp. Se neanche Alonso riesce a metterci una pezza e le sue prestazioni si avvicinano a quelle del compagno di team la situazione e’ grave, soprattutto per un team che per risorse economiche e outlook sembra essere in rampa di lancio per arrivare a giocarsi il mondiale nel 2026.

Le altre dovranno accendere un cero a santa Devota e sperare in qualche exploit in qualifica, magari con qualche inaspettato regalino di qualche pilota piu’ quotato. Acchiappare un buon posto in griglia e poi fare catenaccio fino alla bandiera a scacchi. In questo potrebbe aiutare la minaccia di pioggia in qualifica che sembra piuttosto reale.

Di Alpine non parlo piu’ dato che li avevo dati per dispersi a Imola e invece, tutto sommato, non sono poi andati cosi’ male. Ecco, diciamo che questa volta spero vadano bene…

Sul fronte mercato piloti sembra che Sainz sia rimasto con il classico cerino in mano: solo l’Audi resta come valida opzione che seppur potenzialmente vincente e’ un po’ un salto nel buio. Sia Red Bull che Mercedes sembrano puntare su altro: usato sicuro e obbediente Perez per gli austriaci e fascinazione e scommessa italiana per i tedeschi che sembrano voler promuovere dal 2025 Kimi Antonelli.

In chiusura piccola nota su Ferrari: nel nuovo patto della Concordia il bonus storico dedicato alla Scuderia sara’ confermato ma in qualche modo ‘congelato’, ovvero una cifra fissa che non seguira’ un eventuale andamento al rialzo dei ricavi che il circus potra’ ottenere, come avviene tutt’ora. Chissa’ come la prenderanno i grandi capi di Torino…

Rocco Alessandro