MOTOGP 2010 – L’ANNO DELLA SVOLTA – SEASON REVIEW

Le premesse c’erano tutte. Il cannibale degli anni 2000, Valentino Rossi si era preso tutto. 7 Titoli in 10 anni. Soltanto KR Junior (2000), Hayden (2006) e Stoner (2007) erano riusciti a fermarlo. Nel suo team aveva il terribile Jorge Lorenzo ormai maturo e pronto per la vittoria del titolo, soprattutto dopo un anno (2009) di know-how sulle nuove Bridgestone (nel 2008 utilizzava a differenza di Rossi le Michelin, perciò nel 2009 era privo di riferimenti a differenza di Valentino).

Il Mondiale era in fibrillazione. Scadevano i contratti di tutti i fantastici 4. Rossi e Lorenzo in Yamaha, Stoner in Ducati e Pedrosa in Honda. Ducati era quella più agguerrita. Aveva già cercato Jorge Lorenzo e nello stesso tempo faceva la corte a Rossi, pertanto la tensione nel paddock era alle stelle.

Novità di rilievo era sicuramente la presenza nel paddock del Campione del Mondo SBK 2009, Ben Spies in sella alla M1 del team Tech3, e delle nuove leve provenienti dalla 250. Aoyama in Honda, Bautista su Suzuki e Simoncelli in Honda.

GRAND PRIX OF QATAR – 11 Aprile 2010

https://youtu.be/v0pJCv3Gxx0

Il Mondiale si apre in Qatar, come ormai consuetudine in notturna. Il dominatore incontrastato, Casey Stoner, parte dalla pole position e scappa subito via, facendo capire dopo una manciata di giri che non c’era trippa per gatti.

Rossi conduce la gara davanti a Dovizioso. Immagine MotoGP.com

Aveva 2″400 di vantaggio dopo sei giri quando perde l’anteriore e manda a farsi benedire tutto. Con la caduta di Stoner è lotta tra Rossi e Dovizioso, con il campione del Mondo in carica che vince la gara. Chiude 2° in rimonta Jorge Lorenzo davanti proprio a Dovizioso, superato nel finale.

 

GRAN PREMIO DE ESPANA – 2 Maggio 2010

https://youtu.be/Z5qi7_mTS8U

In terra Spagnola parte dalla pole Dani Pedrosa davanti a Lorenzo e Stoner. Ricordo questo GP per le botte da orbi che si diedero Melandri Simoncelli, compagni di team da Gresini, sorpassandosi l’un l’altro un migliaio di volte.

Melandri e Simoncelli (rookie) si danno battaglia facendo venire i capelli gialli al buon Fausto. Immagine di MotoGP.com

Pedrosa e Rossi scappano via andandosi a giocare la vittoria, Stoner annaspa e Lorenzo sembra non averne. In realtà lo Spartano da vita ad una rimonta pazzesca superando Stoner, Hayden, Rossi a 6 giri dalla fine e Pedrosa all’ultimo giro con uno spettacolare sorpasso alla Dry-Sac.

Il tentativo di sorpasso, dall’esterno alla curva Lorenzo, di Jorge su Pedrosa. Immagine MotoGP.com

Lorenzo vince davanti a Pedrosa e Rossi andandosi a prendere la testa del Mondiale. Lorenzo 45 Rossi 41

 

GRAND PRIX DE FRANCE –22 Maggio 2010

https://youtu.be/uGA6X2S8d5E

Il 14 Maggio Furusawa dichiarò: “Preferisco tenere Rossi piuttosto che Lorenzo“. Per tutta risposta al Bugatti, il Maiorchino corse la sua più grande gara in carriera sino ad allora, dichiarando guerra aperta al rivale nonché compagno di box. Sul podio finisce un coriaceo Dovizioso, mentre Stoner si stende ancora una volta con la Ducati. Tra lui e Borgo Panigale cala il gelo.

Immagine iconica. Jorge aspetta gli altri al traguardo, su una sedia giallo fluo….

Imbarazzante la differenza tra i due Piloti Yamaha con Rossi che esce con le ossa rotte dal confronto col Maiorchino. Il round successivo, in Toscana al Mugello, Rossi è chiamato a rispondere agli attacchi “in pista” del 99. Lorenzo 70 Rossi 61

 

GRAN PREMIO D’ITALIA – 6 giugno 2010

https://youtu.be/DL4LhEeH3QE

La pressione è tanta. Rossi non ha mai avuto compagno di team così. MAI. Ha le palle in titanio come pochi, non sente la pressione di avere a fianco il Campionissimo ed ha lo stesso materiale di cui dispone lui. Arriva al Mugello consapevole di dover ridurre il gap da Jorge e quindi spinge sin dalle prove.

Rottura di tibia e perone. Immagine MotoGP.com

Nella FP1 è indemoniato. Nelle FP2 a pochi minuti dal termine, mentre spingeva succede il patatrac. Impostando le Biondetti qualcosa va storto. Highside e Rossi vola via veloce nella ghiaia, rottura di tibia e perone e Mondiale a rischio. La gara verrà dominata da Pedrosa che vince davanti a Lorenzo e Dovizioso. Stoner chiude quarto a 25″ dal vincitore, segno che il feeling tra lui e Ducati è arrivato alla fine. Lorenzo 90 Pedrosa 65 Rossi 61

BRITISH GRAND PRIX – 20 Giugno 2010

https://youtu.be/Z2Zc2jZdhe4

 Immagine MotoGP.com.      

È  il suo weekend. Si quello di Randy. Randy De Puniet. Volava letteralmente, nelle prove libere e nelle qualifiche ottenendo addirittura la prima fila (2°) a 0″130 dal poleman Lorenzo e chiudendo la gara in 6^ posizione, a soli 2″700 dall’ufficiale Dovizioso. 

Jorge Lorenzo vince di forza il GP di Silverstone regalando pochissime emozioni. Scappa e vince alla sua maniera. Ma dietro succede il macello. Spies fa la Guerra a chiunque, ingaggiando un duello spettacolare con Hayden. De Puniet tiene testa al ritmo di Jorge nella prima parte di gara ma alla fine deve arrendersi. Il traguardo vede Jorge vincere davanti a Dovizioso e Spies. Il texano guadagna il primo podio in MotoGP dopo sole 6 gare e su una moto clienti. Soltanto 8° Pedrosa vittima di una brutta caduta nelle prove. È il primo dei tre errori di Pedrosa in questo Mondiale. Jorge ne approfitta e guadagna in classifica. Lorenzo 115 Dovizioso 78 Pedrosa 73

 

TT CIRCUIT ASSEN – 26 Giugno 2010

https://youtu.be/GpW2gc2P7CM

Avete appena letto Silverstone ⁉️ Bene. In Olanda non cambia praticamente nulla. Il Maiorchino parte e se ne va. Si addormenta in testa, gli segnalano dal box che Pedrosa è vicinissimo e lui riapre il gas e va a vincere in solitaria. Vince la 4^ gara stagionale su 6, nulla può Pedrosa che chiude secondo e Stoner (ritrovato sulla Ducati) che chiude al 3° posto.

Lorenzo inseguito da Pedrosa e Stoner. Immagine MotoGP.com

Più che la gara è la questione contratti a tenere banco. Con Lorenzo in questa condizione Yamaha ha praticamente l’unico obiettivo di tenerlo con sé. Stoner è separato in casa dal 2009 e voci di corridoio lo danno in dirittura d’arrivo per entrare in Honda HRC mentre Rossi tratta addirittura con Ducati. Pedrosa sembra ormai certo di rimanere in HRC. Situazione in classifica Lorenzo 140 Pedrosa 93

 

GRAN PREMI DE CATALUNYA – 4 luglio 2010

https://youtu.be/CTGqKtYqVsc

Le premesse ci sono tutte. Le premesse per mettere una pietra tombale sul Motomondiale dopo appena 8 gare. Sul circuito di Montmeló Lorenzo è il favorito d’obbligo e non tradisce le aspettative. Dopo una fantastica pole, va a vincere in solitaria la gara davanti a Pedrosa e Stoner. Miglior risultato dell’anno per Randy De Puniet che chiude in 4^ posizione dopo esser partito nuovamente dalla prima fila.

Fasi iniziali del GP. Immagine MotoGP.com

A tenere banco nel post GP è la situazione di Valentino Rossi. Imminente il suo rientro in pista nel prossimo GP del Sachsenring, le voci di un suo accordo con Ducati si fanno sempre più insistenti. Intanto Jorge prende il largo nel Mondiale. In classifica Lorenzo 165 Pedrosa 113 Dovizioso 91

 

GRAND PRIX DEUTSCHLAND – 18 luglio 2010

https://youtu.be/Z4fEsqHkWNk

Ufficiale: Casey Stoner e Honda HRC insieme dal 2011. Si apre così il weekend tedesco con l’annuncio (il 9 luglio) dell’accordo tra il colosso nipponico e la stella Australiana che proverà a riportare il Mondiale all’Ala Dorata dopo il trionfo di Hayden nel 2007. Non è stato un fulmine a ciel sereno, la notizia che era già nell’aria.

Incidente che pone fine alla competitività di Randy nel 2010. Immagine MotoGP.com

La gara è caratterizzata dal rientro in pista di Valentino Rossi e da un incidente bruttissimo che vede coinvolto De Puniet. Highside che lo sbalza al centro della pista, coinvolgerà (incolpevole) Bautista ed Espargaró e verrà “toccato” alla gamba da Kallio. Tibia e perone fratturati.

La gara riparte dopo la bandiera rossa e Pedrosa si va a prendere una vittoria contro ogni pronostico davanti a Jorge Lorenzo e Casey Stoner.

La bagarre tra Stoner e Rossi si conclude con il sorpasso all’ultima curva di Casey su Valentino. Fermo immagine tratto da YouTube.

Bellissima la lotta per il podio tra il Dottore ed il Canguro Mannaro con quest’ultimo che esce meglio dalla Sachsen (13), prendendola più larga, ed infila Vale alla curva 14 (nella foto sopra) che immette nel rettilineo. Lorenzo 185 Pedrosa 138

 

U.S. GRAND PRIX – 25 luglio 2010

https://youtu.be/M7uFvkzIhQI

Il GP si apre con la notizia dell’accordo tra Rossi e Ducati, per le stagioni 2011 e 2012. Ufficialità arriverà soltanto a Brno.

Jorge Lorenzo sulla “Laguna”. Immagine MotoGP.com

Dopo aver segnato la pole la gara è una storia tutta tra i due contendenti al Titolo Mondiale. Pedrosa in testa e Lorenzo subito dietro, per il podio una bagarre tra molti Piloti tra cui Stoner, Dovizioso e Rossi.

Pedrosa e Lorenzo se le danno di santa ragione, prendono margine sugli inseguitori ma al giro 12 Pedrosa decide di regalare il Mondiale a Jorge. Mentre è in testa alla gara perde l’anteriore facendo un errore madornale, il secondo di questo Mondiale dopo il volo nelle prove di Silverstone. Jorge Lorenzo conquista Laguna Seca davanti a Stoner e Rossi che supera Dovizioso nel finale. La classifica dice Lorenzo 210 Pedrosa 138

 

GRAND PRIX CESKÉ – 15 Agosto 2010

https://youtu.be/jFSw7iGdnXI

Ufficiale: Valentino Rossi in Ducati per le stagioni 2011 e 2012. È arrivata l’ufficialità per l’accordo tra il Dottore e Borgo Panigale. Moto Italiana a Pilota Italiano. Il sogno dei tifosi di Rossi diventa realtà (cosi dicevano i giornali…)

Podio di Brno. Immagine MotoGP.com

A Brno sono 7 su 10. Stagione dominata sin qui da JL99. Il Maiorchino vince una gara strepitosa annoiando il pubblico come lui sa fare. Tutti i giri in testa e tanti saluti alla concorrenza. Nulla possono Pedrosa (2°) e Stoner (3°). Soltanto 5° Valentino Rossi che si becca 17 secondi (diciassette) dall’inquilino di fianco al suo box e si trova nella brutta situazione (prima volta in carriera) di assistere il suo compagno dominare la stagione. Classifica Lorenzo 235 Pedrosa 158

 

INDIANAPOLIS GRAND PRIX – 29 Agosto 2010

https://youtu.be/db7xn85BHUs

È il giorno di Texas Terror. Il Campione del Mondo SBK 2009, Ben Spies, si sceglie il giorno perfetto per fare vedere a tutti di che pasta è fatto. Pole position sul mitico “Speedway” di Indianapolis e gara sugli scudi in sella alla M1 clienti.

Ben Spies con M1 clienti si mette dietro, in qualifica ed in gara, la M1 ufficiale di Lorenzo. Immagine MotoGP.com TANTA ROBA.

La gara è un tripudio per il talento texano che l’anno prima sconvolse il paddock SBK vincendo il Mondiale all’esordio (nel suo unico anno tra l’altro). Conduce per buona parte la gara stando sempre davanti a Jorge Lorenzo (corre con moto ufficiale a differenza di Ben) e venendo superato nel finale soltanto da Pedrosa. Il Pilota HRC vince la gara davanti a Spies e Lorenzo. Scivola Stoner mentre Rossi chiude soltanto 4° ad oltre 6″ da Lorenzo. Altra gara altra batosta per il Campione di Tavullia che ormai ha tirato i remi in barca. Pedrosa guadagna 9 punti su JL. Classifica Lorenzo 251 Pedrosa 183

 

GP SAN MARINO – 5 settembre 2010

https://youtu.be/rFpDdKI71O8

Immagine MotoGP.com

Weekend triste per il paddock ed il mondo dei motori. Perde la vita nella gara di Moto2 Shoya Tomizawa. Nella categoria Regina il Pilota HRC Pedrosa si traveste da Jorge Lorenzo. Parte, prende il largo e va a vincere in solitaria davanti al Maiorchino ed a Rossi. Più staccati Dovizioso e Stoner. Pedrosa vince la sua 4^ gara stagionale, riducendo il gap e vincendo la 2^ gara di fila. Lo sviluppo della Honda sta dando i suoi frutti e Pedrosa sembra aver ritrovato il feeling giusto finalmente, paga fino adesso il clamoroso errore di Laguna Seca (in testa in gara) e delle prove a Silverstone. Lorenzo 271 Pedrosa 208

 

GRAN PREMIO ARAGÓN – 19 settembre 2010

https://youtu.be/FsytsJCnyJw

Jorge Lorenzo sembra in difficoltà nell’ultimo periodo. Dopo le 7 vittorie qualcosa sembra cambiato, non riesce più ad incidere come nella prima parte della stagione e Pedrosa sembra aver trovato finalmente il feeling giusto.

Circuito nuovo nel Mondiale e che circuito. Il Motorland di Aragon inaugurato nel 2009 accoglie i Piloti della MotoGP.  Senza riferimenti e con tutto completamente nuovo l’esperienza dice che vince il più talentuoso. Onestamente il vincitore del GP ne aveva, anzi ne ha sempre avuto, più di tutti.

Stoner trionfa in Aragona. Immagine MotoGP.com

Stoner vince in solitaria riportando la Ducati sul gradino più alto del podio davanti a Pedrosa ed un fantastico Nicky Hayden che completa il podio. Quanti anni erano che non si vedevano due Ducati sul podio? Stoner spegne le critiche di quanti lo davano ormai per vinto, dimostrando ancora una volta di che pasta era fatto. I problemi che lo hanno afflitto nel 2009 lo hanno scalfito nel fisico ma non nell’animo. Soltanto 4° Jorge Lorenzo che perde ancora terreno da Pedrosa. Il Maiorchino sembra essere in affanno rispetto al Pilota HRC, nelle ultime gare sta pagando un gap non indifferente. Lorenzo 284 Pedrosa 228

 

GRAND PRIX OF JAPAN – 3 ottobre 2010

https://youtu.be/7NBo19UfG8o

Inizia il trittico con Pedrosa in palla e Lorenzo in netta difficoltà nelle ultime tre gare, rispetto al Pilota HRC. 56 i punti che distanziano i due. Neanche il tempo di iniziare le FP1 che al secondo giro lanciato, Daniel Pedrosa fa un errore madornale mandando in fumo le sue speranze Mondiali, il terzo dell’anno che gli costerà la stagione.

Clavicola rotta in tre punti per Pedrosa che dice addio al sogno Mondiale. Immagine MotoGP.com

Si frantuma in tre punti la clavicola sinistra ed è unfit per il GP di Motegi. Un colpo clamoroso per il Mondiale e la carriera stessa di Pedrosa, visto che dall’anno successivo avrà di fianco Casey Stoner.

Il canguro Mannaro domina il GP bissando il successo di Aragon, vincendo davanti a Dovizioso e Valentino Rossi. Soltanto 4° Jorge Lorenzo che guadagna altri 13 punti su Pedrosa e porta a +69 il vantaggio. Lorenzo 297 Pedrosa 228

 

MALAYSIAN GRAND PRIX – 10 Ottobre 2010

https://youtu.be/c61hOBJ58P0

In Malesia il Maiorchino si presenta con 69 punti di vantaggio e la consapevolezza che Pedrosa non sarà della partita. Gara tiratissima dall’inizio alla fine con Stoner che decide di andare per campi e stendersi al sole (quale!?!) malese. Rossi, Dovizioso e Lorenzo non risparmiano sorpassi su sorpassi. Jorge corre con la calcolatrice al posto del contagiri e si accontenta del 3° posto. Dovizioso e Rossi danno vita ad una splendida battaglia che vede il Pilota di Tavullia vincere con Dovizioso 2°.

Immagine MotoGP.com

JORGE LORENZO È CAMPIONE DEL MONDO. Al terzo anno di MotoGP, dopo aver distrutto a suon di martellate il muro costruito nel box dal clan di Rossi, dopo aver lottato contro il management Yamaha (Furusawa dichiarò di preferirgli Rossi, nel caso di addio di uno dei due), dopo le difficoltà iniziali del 2009 con il nuovo pneumatico Bridgestone, Jorge Lorenzo è diventato “Il primo Pilota della storia a battere Valentino Rossi a parità di Moto e pneumatici”  prendendosi lo scettro della MotoGP, della Yamaha e mettendo alla porta un 9 volte Campione del Mondo. Lorenzo 313 Pedrosa 228

 

AUSTRALIAN GRAND PRIX – 17 ottobre 2010

https://youtu.be/BVnhWkZYCIg

Sul circuito Australiano il “Canguro Mannaro” regala a Ducati e tifosi l’ultima vittoria Mondiale, la terza della stagione 2010. Ducati rimpiangerà amaramente la scelta di privarsi del Pilota ché gli portò il Mondiale 2007. Passeranno 6 anni prima di rivedere una vittoria a Borgo Panigale…

Stoner davanti a Lorenzo ed Hayden. Immagine MotoGP.com

Casey domina tutto il weekend sulla pista di casa come ormai consuetudine. Vince davanti a Lorenzo e Rossi. Ancora out Pedrosa per via della clavicola fratturata in Giappone. Situazione nel Mondiale vede Lorenzo 333 Pedrosa 228

 

GRANDE PREMIO DE PORTUGAL – 31 Ottobre

https://youtu.be/5B93Txr9GqY
Sul circuito dell’Estoril, a giochi già fatti, i Piloti del circus danno vita ad uno spettacolo mozzafiato. Rientra Pedrosa reduce dall’infortunio. Rossi e Lorenzo in testa, Dovizioso e Simoncelli dietro danno vita ad una bagarre bellissima. I primi due si tirano a vicenda fin quando il Maiorchino decide di farla finita. Sorpassa Rossi e gli rifila quasi 10 secondi.

Lorenzo su Rossi. MotoGP.com

Bellissima la bagarre per il podio tra Dovizioso e Simoncelli. Il rookie del team Gresini è sempre più a suo agio sulla Honda MotoGP e si fa vedere nelle posizioni che contano. Chiuderà 4°dietro a Dovizioso facendo segnare il miglior risultato stagionale. Pedrosa chiude 8° a quasi 45″ da JL99. Lorenzo 358 Pedrosa 236

 

GP COMUNITAT VALENCIANA – 7 Novembre

https://youtu.be/tduKnGiUhQg

Il consueto round finale di Valencia è una passerella. Tanti gli addii, tra i quali spiccano quello di Valentino Rossi a Yamaha e di Casey Stoner a Ducati.

MotoGP.com

Lorenzo, Stoner e Rossi dominano il weekend, con il Maiorchino che ne ha più degli altri due. Stoner chiude 2° e Rossi 3°. Soltanto 7° Pedrosa. Bellissima bagarre nelle fasi iniziali tra Simoncelli e Lorenzo, con l’italiano sempre più sugli scudi. Lorenzo 383 Pedrosa 245 Rossi 233 Stoner 225

Jorge Lorenzo chiude il Mondiale con 383 punti, facendo segnare il record di sempre in MotoGP e battendo il primato che apparteneva a Valentino Rossi. Qualcuno disse “Jorge è stato fortunato, Valentino si è rotto. Poi si è rotto Pedrosa, facile così”… Ha concluso tutte le gare a punti, peggior risultato 4°. 16 podi su 18 gare, 9 vittorie su 18 gare, 7 pole su 18 gare. 

Gli avversari di Lorenzo hanno sbagliato tanto. Lo ha fatto Valentino al Mugello, Pedrosa a Silverstone, al Sachsenring e poi a Motegi definitivamente, Stoner durante tutta la stagione cadendo spesso durante la gara.

Ottima la stagione d’esordio di Ben Spies che chiude 6° e del rookie Simoncelli che chiude 8°. Delude invece Capirossi che arriva dietro al rookie Alvaro Bautista.

Il Mondiale 2010 si chiude quindi con il primo Titolo Mondiale in MotoGP per Jorge Lorenzo e la nascita di una rivalità con Rossi, Stoner e Pedrosa destinata a diventare STORIA.

 

Francky

 

LA RESISTIBILE ASCESA DI MICK SCHUMACHER – IL PAGELLONE DELLA STAGIONE 2020

La stagione 2020 di F2 sarà ricordata per molti motivi. Il primo, ovvio, è che si è disputata nel mezzo di una pandemia globale, e questo già basta per renderla memorabile. Sotto il profilo sportivo, perché ha visto il debutto di numerosi giovani di valore, che hanno dato vita al campionato di F2 più emozionante del lustro, e perché si è concluso con il ritorno della famiglia degli Schumacher nell’albo d’oro del motorsport.

L’edizione si apre nel segno del cinese Guanyu Zhou, come prospettato da molti, ma passa subito nelle mani del rookie Robert Shwartzman, che per molti mesi si difende dagli attacchi di Callum Ilott. Dopo Monza inizia però un periodo nero per il russo, che passa quindi il testimone al compagno di squadra Mick Schumacher, il figlio del sette volte campione del mondo di F1. Durante l’eclissi di Shwartzman si assiste all’ascesa del debuttante Yuki Tsunoda, che nella seconda metà di campionato fa incetta di pole e vittorie, ma alla fine né lui né Ilott riusciranno a strappare lo scettro dalle mani di Schumacher jr. L’annata è impreziosita dalle vittorie di tappa di giovani promettenti come Dan Ticktum, Christian Lundgaard e Felipe Drugovich.

Piloti e ingegneri sono concordi nel sostenere che l’edizione 2020 è stata una più complicate di sempre. Da una parte il pacchetto tecnico di Dallara F2 2018, motori turbo Mecachrome e nuovi cerchioni da 18 pollici si è rivelato difficile da portare al limite, dall’altra l’ingresso e la maturazione di numerosi giovani di talento hanno composto una delle griglie di partenza di maggior valore degli ultimi anni.

Proprio per queste ragioni si resta sorpresi dal fatto che Mick Schumacher rappresenta una vera anomalia statistica. Dal 1996 non si vedeva un pilota conquistare il mondiale con solo due vittorie di tappa, ed è solo la seconda volta in 54 anni che il pilota che si è laureato campione non è mai partito in prima fila.

Quali punti di forza e di debolezza hanno mostrato i piloti F2 quest’anno? Cosa possiamo legittimamente aspettarci dall’esordio nella massima serie della futura line-up Haas e di Yuki Tsunoda in Alpha Tauri? Che previsioni possiamo azzardare per il campionato Formula 2 2021? Procediamo con ordine ad analizzare la stagione appena conclusa per proiettarci nel futuro prossimo.

Mick Schumacher: 8+

Nell’articolo di introduzione all’edizione 2020 scrissi “Schumacher jr (per il quale non ho simpatie particolari) si trova paradossalmente nella condizione di essere un favorito per il campionato: corre per una scuderia storicamente tra le migliori, ha un compagno rookie, nei vari campionati disputati finora ha sempre vinto il titolo al secondo anno“. Posso pertanto dire che la sua vittoria non mi ha colto troppo di sorpresa.

La particolarità dell’anno di Schumacher jr è che è riuscito a vincere pur essendo stato più lento di tutti i suoi rivali. A volte la sua “lentezza” è più frutto del non aver bisogno di prendersi rischi, ma in generale i dubbi restano. In tutto l’anno ha concluso solo due sessioni davanti a tutti, le due vittorie a Monza e a Sochi. Per dire, al Mugello Juri Vips, che guidava una F2 letteralmente da due gare, ha mostrato di avere il suo stesso ritmo. In qualifica non è mai andato oltre la terza posizione, un po’ perché in Prema hanno mostrato di puntare più alla gara che alla qualifica, un po’ perché talvolta lui stesso ha faticato a mettere insieme un giro come si deve. Malgrado tutto, solo in due occasioni è partito al di fuori della top 10.

Come ha fatto a vincere il mondiale? Non avrà avuto la velocità di Callum Ilott o l’estro di Yuki Tsunoda, ma ha ottimizzato tutte le fasi meno spettacolari. Il suo prodigioso scatto alla partenza (l’unica fase in cui è stato il migliore), un’acuta gestione delle gomme e una buona spatial awareness (vedere la partenza di gara1 in Bahrain II) gli hanno permesso di minimizzare i problemi derivanti dal partire nel gruppo. Queste qualità, come tutto in Schumacher jr, sono emerse nel tempo. Il momento di svolta della stagione è stato l’incidente con il teammate Shwartzman nella gara2 di Silversone II. Non so cosa si sia detto (o gli abbiano detto) dopo la corsa, ma da quel momento ha iniziato un filotto di podi che lo ha proiettato in testa al campionato.

La sprint race di Bahrain-2 è stata una dimostrazione di acume strategico. Era la gara decisiva per il mondiale; Ilott per vincere il mondiale doveva vincere e sperare che Schumacher conquistasse al massimo un punto. Il tedesco parte bene, ma in curva 4 blocca le gomme, sbaglia la frenata e per poco non tampona Ticktum. Anziché mettersi in modalità gestione gomme come gli altri, visto che le aveva già rovinate, ha preferito ingaggiare una dura lotta con Ilott. In questo modo Schumacher si è condannato a un pit stop aggiuntivo che lo ha lanciato lontano dai punti, ma ha anche costretto Ilott a stressare le coperture. Così facendo l’inglese ha perso il pace advantage nei confronti dei primi ed è crollato negli ultimi giri, fino a finire fuori dalla zona punti.

Schumacher jr ha vinto applicando alla lettera il Principio Primo del Motorsport: “To arrive first, first you have to arrive”. In 24 gare è andato a punti su 20, più di chiunque altro: Ilott è fermo a 18, Mazepin e Zhou a 17, Shwartzman 15 e Tsunoda solo in 13. Ragionamento simile vale per i podi. Il tedesco ha ottenuto solo due vittorie, ma ha accumulato ben 10 podi. Colui che più gli è arrivato vicino, Tsunoda, ne ha conquistati sette, e gli altri rivali sei a testa. La sua striscia di 5 podi consecutivi è stata battuta solo sei volte in tutta la storia ultradecennale della F2. I numerosi arrivi a punti, unito alla buona gestione gomme nel finale, gli hanno permesso di trarre vantaggio dalla regola dei punti bonus dati dal Giro Più Veloce.

La stagione di Schumacher jr non è stata esente da errori. Il dato paradossale in ciò è che i suoi sbagli hanno danneggiato più i suoi avversari di lui. In Inghilterra sbaglia l’attacco contro Shwartzman, ma è lui che questi ci rimette ala e gara mentre Schumacher ne esce illeso. Nelle qualifiche a Monza va a sbattere durante l’ultimo run. Il tedesco conserva la settima posizione mentre Shwartzman e Zhou, i cui giri erano più veloci del suo, devono abortire il tentativo e partiranno 17 e 18. Al Mugello resta coinvolto in una collisione multipla, ma è l’unico che se la cava senza danni. Nella gara2 del Bahrain I alla ripartenza sbaglia una frenata, Ilott per evitarlo si intraversa e centra Daruvala. Ilott concluderà fuori dai punti; quest’episodio deciderà il mondiale a favore di Schumacher.

Il colpo finale alle speranze degli avversari è il suo corpo a corpo. Il tedesco lascia a desiderare negli attacchi (solo a fine anno è arrivato a un livello simile agli avversari, mentre nel corso dell’anno è stato ripetutamente battuto da Zhou, Shwartzman, Ilott, Mazepin, Tsunoda) ma eccelle nelle difese, come il padre. Tutti quelli che lo hanno dovuto sorpassare non hanno mai avuto vita facile (forse è per questo che Ilott ha tamponato Daruvala nel già citato episodio).

Insomma, non è praticamente mai stato il più veloce né in qualifica né in gara, ma la sua costanza (non ha mai avuto un weekend no), la sua gestione di gara nonché una dose di fortuna non indifferente, gli hanno permesso di concludere davanti a tutti.

Schumacher jr non è stato imbattibile. Bastava che pochissimi episodi fossero andati in maniera diversa e il titolo sarebbe stato degli avversari. In questo senso l’ascesa di Schumacher jr è “resistibile”: ha meritato il campionato anche se non è stato il miglior pilota della stagione.

 

Callum Ilott: 8

L’inglese non correrà l’anno prossimo a causa dei costi della serie e un po’ mi spiace. A livello di velocità pura l’inglese non ha avuto rivali. Le cinque pole in qualifica (su 12 gare) sono lì a testimoniarlo, e anche in gara spesso mostrava un pace advantage che non si vedeva dai tempi di Leclerc. Per due terzi delle gare, Schumacher jr non si è neanche avvicinato alla prestazione in sé di Ilott. Per intenderci, la differenza di passo tra Ilott e Schumacher era la stessa che c’era tra Schumacher jr e Pedro Piquet, quindicesimo in classifica finale. Ma il punto debole è stata la sua tenuta mentale nei momenti clou, un problema già palesatosi in F3 e in Gp3.

A volte a tradirlo è stata una gestione delle gomme non perfetta, come nelle due gare del Bahrain.  A volte è stata la mancanza di lucidità (come nella ripartenza in Spagna, dove è passato da secondo a sesto nell’arco di poche curve) o l’incapacità di accontentarsi (come in gara-2 a Silverstone I, dove è andato in testacoda da solo, o nello scontro con Daruvala in Bahrain). Visto che è da anni che si porta dietro questi comportamenti (anche se rispetto all’anno scorso ha fatto passi da gigante sulla gestione delle gomme) sospetto che non spariranno mai del tutto. Credo che sia anche per questo il motivo per cui in Haas hanno preferito Schumacher jr a lui quando i giochi erano ancora aperti.

Va detto che in diverse occasioni è più difficile dargli colpe. A Spa nella gara2 è stato tamponato da Tsunoda senza aver fatto nulla di sbagliato. Al Mugello una toccata, sempre di Tsunoda, lo ha fatto scontrare con Ticktum e lo ha condannato alla 12a posizione quando era in zona podio. Se in Spagna non fosse uscita alcuna SC avrebbe vinto con più di dieci secondi di vantaggio. Ha stallato (non so che responsabilità possa avere avuto) a Silverstone I e a Monza, due Feature Race che altrimenti avrebbe vinto con facilità.

Al momento è collaudatore della Ferrari. Mi auguro che resti nel giro della F1.

Yuki Tsunoda: 9

La decennale ricerca del campione giapponese forse è giunta al termine. Per molti è stata una sorpresa. Considerando che dopo neanche un anno di monoposto in F3 (uno dei campionati più competitivi al mondo) già lottava per pole e vittorie, mi aspettavo in F2 una progressione simile, quindi ha rispettato le mie aspettative.

A inizio campionato ha faticato a prendere le misure ma che il giapponese fosse tanta roba si è capito fin da subito, quando alla seconda gara in F2 ha ottenuto la pole e ha sfiorato la vittoria sotto il diluvio. L’anno è andato in crescendo, tanto che negli ultimi due weekend in Bahrain è stato il più veloce in tutte le fasi di gara. In particolare, nel Bahrain II è stato il pilota che più di tutti è arrivato vicino a compiere il weekend perfetto (pole, vittorie in entrambe le gare e gpv). Il dato è ancor più impressionante se si ragiona sul fatto che fino a due anni fa correva ancora nella F4 giapponese.

In generale, se il talento grezzo appare cristallino, la costanza di risultati pare ancora lontana. Per un numero sproporzionato di volte è rimasto invischiato in scontri causato da un’eccesso di aggressività (Austria I, Ungheria, Spa, Mugello), anche a fine anno (lo spin nelle qualifiche di Bahrain I è stato l’ultimo degli episodi che gli son costati il campionato). In lui vedo tanto Verstappen, anche se mi auguro per lui di riuscire a sviluppare il proprio talento senza fretta e pressioni eccessive.

Come e più di Ilott, anche lui è stato vittima di molte sfortune. Radio rotta in Stiria, che gli è costata la vittoria, problemi al motore nelle due Sprint Race austriache e in quella a Monza, tamponamento subito in gara2 a Silverstone I e foratura rimediata sempre in gara2 in Bahrain I gli sono costati ben più di quindici punti (tanti sono quelli che lo hanno separato da Schumacher jr).

Robert Shwartzman: 8-

La sua stagione è stata l’opposto di quella di Schumacher jr. La sua prima stagione in F2 è partita a meraviglia con tre podi e due Feature Race vinte nei primi tre weekend, ma ha progressivamente perso ritmo, fino ai weekend di Monza, Mugello e Sochi che lo hanno estromesso dal titolo. Si è ripreso nel finale (giungendo davanti a Schumacher tre volte negli ultimi 2 weekend), ma ormai anche il podio mondiale era diventato troppo lontano (per quanto sia entrato nell’ultimo weekend di gara ancora con la possibilità matematica di diventare campione).

Con 4 vittorie è stato il pilota più vittorioso della stagione, e siede accanto a Russell e Leclerc tra i piloti che hanno conquistato 2 vittorie nelle prime 5 gare in F2. Un po’ come Schumacher difficilmente è stato il più veloce, ma come il tedesco (e anche meglio di lui, se si considera la prima metà di stagione) è riuscito a trarre il massimo da ogni situazione. Nel corpo a corpo è efficace (vedere la sua difesa contro Schumacher in tutta la gara2 di Silverstone II), ma anche molto corretto. Se dovessi accostarlo a un pilota, penserei a Button, il che costituisce un grande complimento per un rookie. Se si va a vedere, anche in Gp3 aveva vinto nella stessa maniera.

Paradossalmente lo si può ritenere tra i delusi della stagione. Se l’inizio è stato spettacolare, in alcuni fine settimana ha faticato a mettere insieme una prestazione anche solo decente, come a Silverstone (I e II) o in misura minore a Monza e a Sochi. Inoltre, se i suoi alti sono stati maggiori di quelli di Schumacher, i suoi bassi sono stati peggiori del teammate (come lo spin in gara2 in Austria II).

La sfortuna ha giocato a volte un ruolo importante. Se al Mugello non gli si fosse rotto il cambio in gara1 probabilmente sarebbe rimasto in lotta per il titolo sino alla fine (in quel momento era il primo dei piloti su strategia alternativa, davanti a Mazepin, che poi avrebbe vinto la gara). In Russia (gara1) era comunque nel treno dei migliori, ma Schumacher jr ha anticipato il pit stop, sicché si è dovuto accodare e ha perso del tempo prezioso, che alla fine gli è costato la zona punti.

Un anno di apprendistato in più non può che fargli bene.

Nikita Mazepin: 7

Alzino la mano tutti quelli che avrebbero scommesso su di lui come un concorrente per il titolo dopo (anno dove conquistò solo quattro ottavi posti mentre il teammate vinceva il campionato). Credo che nessuno si sarebbe aspettato che mostrasse una velocità tale da permettergli di lottare per podi e vittorie, oltre che per battere costantemente Ghiotto.

Per lui il 2020 è stato l’anno della redenzione, dopo anni passati a essere etichettato come il tipo scorretto, lento e che ha fatto carriera solo grazie ai soldi del padre. Dopo le prime due gare, che avevano confermato le impressioni dell’anno prima, in Ungheria conquista il primo podio in carriera e il weekend dopo, a Silverstone si impone con autorevolezza nella Feature Race. Probabilmente l’annata da incubo del 2019 lo ha indotto a mettere in discussione tutto il suo metodo di lavoro, esperienza che gli è tornata utile quando quest’anno erano tutti rookie con le gomme da 18 pollici.

Per quanto potesse essere coccolato da Hitech (il padre è il principale finanziatore), in gara concretizza quasi ogni opportunità che riesce a crearsi ricevendo, con merito, quell’agognata Superlicenza che fino a pochi mesi fa sembrava non riguardarlo. Deficita un pelo in qualifica, ma lì credo che sia più per via delle scelte della Hitech, che molto spesso ha sacrificato la prestazione al Venerdì per risultare più efficace in gara.

Le dolenti note arrivano sotto il profilo “giuridico”. Se non si può dire nulla sulla velocità, così come dei suoi comportamenti off-tracks, in pista si è dimostrato essere uno dei piloti più scorretti, accumulando ben 11 punti di penalità (a 12 scatta il race ban) a suon di manovre pericolose (ben 6 sanzioni – per dire, il secondo è Tsunoda a quota 2). Di sicuro sarà divertente vederlo correre accanto a “gentiluomini” come Alonso, Verstappen e Raikkonen. Peccato solo che Magnussen ci abbia lasciato.

Guanyu Zhou: 6

La cosa incredibile è che veniva dato come il favorito indiscusso non solo nel preseason, ma anche dopo i test e addirittura dopo le prime due gare (nella prima ha subito la rottura del cambio mentre stava andando a conquistare un hat trick, nella seconda è arrivato terzo dopo aver resistito da maestro agli attacchi di Ilott, Lundgaard e Schumacher). Poi è evaporato, e la cosa strana è che è difficile spiegare perché abbia racimolato meno degli altri, visto che in qualifica e in gara era veloce (sia pur meno di Ilott), gestiva bene i contrasti nonché le gomme (basta pensare che ha messo a segno ben 6 gpv).

Per iniziare va detto che, senza il guasto iniziale (quindi con 30 punti in più), fino a Monza sarebbe stato pienamente in lotta per il titolo, quindi la “brutta stagione” va relativizzata.  Di sicuro il suo tallone di Achille sono state le partenze. Tante volte lo ho visto perdere più di due posizioni, e quando finisci indietro o stressi troppo le gomme (come in Ungheria) o perdi troppo tempo dietro macchine lente (come a Spa in gara2), anche perché la UNIVirtuosi spesso ha dato l’impressione di non avere una grande velocità sul dritto.

Episodi sfortunati come guasti (oltre all’Austria, Monza) e contrasti finiti male (Mugello, Bahrain I) hanno fatto il resto. Peccato, perché ogni tanto ha messo in piedi prestazioni niente male, come la rimonta da 22 a 5 al Mugello.

La Renault ha detto espressamente che si aspettava di meglio da lui. Di sicuro tra i sophomore è stato quello che è cresciuto di meno da un anno all’altro. L’anno prossimo è la sua ultima speranza di restare attaccato al treno della F1. Almeno si è tolto la soddisfazione di vincere la prima gara, dopo tanta sfortuna.

Christian Lundgaard: 7+

Il danese è uno dei piloti più giovani della griglia (addirittura più giovane del campione di F3, due anni più giovane di Shwartzman) quindi sono un po’ più indulgente nei suoi confronti.

La stagione è stata altalenante. Alcune volte è stato sensazionale, tipo al Mugello, dove senza la SC in gara1 probabilmente avrebbe conquistato il “weekend perfetto”, o nelle gare di Silverstone. Altre volte è sembrato il passeggero di una squadra in confusione, come a Barcellona. Qualche errore veniale qua e là e delle forti qualifiche condiscono una annata apparentemente sotto le aspettative.

A volte sembrava che il risultato sia dovuto più alla ART, che quest’anno con il nuovo pacchetto non è mai stato il team che dominatore che è sempre stato. Di sicuro ha schiantato il ben più quotato Marcus Armstrong.

Al momento non è entrato nei radar della F1, ma mi aspetto grandi cose da lui in futuro. Di sicuro ha sopravanzato Zhou nelle gerarchie interne della Renault.

Louis Deletraz: 7

Insieme a Markelov e Matsushita, che però non si sono mai realmente ambientati col nuovo pacchetto, lo svizzero è il decano della F2, visto che vi corre da quando il campionato è stato istituito. La Charouz non offre il miglior materiale, ma l’esperienza di Deletraz nella gestione delle gomme e delle situazioni di gara ha permesso al team di macinare punti nelle Feature Race e di giungere quattro volte a podio nelle Sprint Race. Prima delle ultime due gare, invero un po’ sfortunate, era davanti a piloti e macchine ben più quotati, come Lundgaard su ART e Zhou su UNIVirtuosi.

Ha schiantato il compatno rookie Pedro Piquet, anche se questi lo aveva raggiunto come prestazioni a fine anno, ma l’assenza di vittorie e di buone prestazioni in qualifica incidono sul voto finale.

Felipe Drugovich: 8

Menzione finale per il brasiliano Felipe Drugovich: l’anno scorso in F3 è giunto sedicesimo con 8 punti (ma correva per la scuderia peggiore e comunque ha battuto i propri compagni di squadra), tuttavia l’anno prima in EuroFormula (sorta di F3 spagnola) aveva schiantato il campionato con 14 vittorie in 16 gare (!). Nessun pilota che al primo anno domina una serie in questa maniera è uno scarsone.” Così scrivevo nell’articolo di introduzione alla stagione, quindi la grande prestazione di Drugovich mi ha colto solo relativamente di sorpresa.

Di sicuro insieme a Tsunoda è stata la rivelazione della stagione. Classe 2000 anche lui, in F2 ha trovato il riscatto dopo l’orrenda stagione di F3. Nella stagione di esordio ha conquistato una pole e tre vittorie (di cui una nella Feature Race, facendo segnare peraltro il distacco più ampio dal secondo) con una scuderia che storicamente è sempre stata nelle retrovie – basta pensare che in un anno ha conquistato tante vittorie quante in tutta la storia del team in F2/Gp2, e ha firmato la prima pole della scuderia.

Nel corso dell’anno inoltre ha mostrato una grande abilità nella gestione delle gomme (come dimostrato dalla sprint race in Spagna e la vittoria in Bahrain I), la sua promozione in UNI Virtuosi per il 2021 è meritatissima, e personalmente lo considero il mio favorito per il titolo l’anno prossimo.

Luca Ghiotto: 5 (sv?)

In teoria non avrebbe neanche dovuto correrci, in F2, quest’anno, ma il disordine provocato dalla pandemia ha dato, una volta tanto, un evento positivo. La chiamata della Hitech si è trasformata tuttavia in poche gare da miracolosa a fonte di frustrazione.

Quando andava tutto liscio, il team gli permetteva di esprimersi a livello dei migliori. Il problema è che non è quasi mai accaduto. Bersagliato da ogni tipo di problema tecnico, per mezza stagione corre con il telaio rotto che gli rende vano ogni sforzo. Individuato e risolto il problema, torna brevemente a esprimersi ad alti livelli (ma senza riuscire a cogliere la seconda vittoria, per via anche di un guasto alla radio a Monza, quando era più che possibile), almeno fino all’incidente con Aitken in Russia, che non gli distrugge la macchina. Corre le ultime due gare con una monoposto nuova di fabbrica afflitta da problemi di gioventù, che gli preclude la possibilità di performare a buoni livelli.

In questo florilegio di sfighe, Ghiotto comunque ha mostrato di non avere bisogno di problemi tecnici per complicarsi la gara, come a Monza o al Mugello, dove rompe l’ala in contrasti evitabilissimi. Ha sempre sofferto i periodi negativi, come lui stesso ha ammesso.

Dan Ticktum: 7.5

Il suo è stato un campionato ben al di sopra delle mie aspettative. Era diventato famoso per le scorrettezze in pista, per dichiarazioni avventate e per una certa inconcludenza. Quest’anno invece la sua condotta di gara è stata molto matura (non ricordo episodi controversi) e ha evitato polemiche fuori dalla pista (mi sovviene solo un momento in cui avrebbe fatto meglio a tacere ).

Essere stato abbandonato dalla Red Bull dopo che l’aveva portato in palmo per diversi anni è un colpo che avrebbe steso chiunque. L’inglese al contrario ne è uscito rafforzato. Per sua stessa ammissione, ha mantenuto l’idea di voler correre in F1 un giorno, e si è adoperato per arrivarci. Tutti i team gli hanno detto che prima di entrare nei loro piani avrebbe dovuto combinare qualcosa di buono in F2, quindi è riuscito a legarsi alla Williams per disputare una stagione. Non ha sprecato l’occasione.

Il suo campionato in sé è stato ottimo ma strano. La sua esperienza nella SuperFormula giapponese gli è tornata utile per la gestione delle nuove gomme. Un po’ come Zhou, in gara è stato uno dei più veloci senza però riuscire a conquistare tanti punti. Le responsabilità vanno condivise con la DAMS, che quest’anno non è mai stata sul pezzo con le gomme: o andavano forte in qualifica e nei primi giri, bruciandole però a fine stint, oppure (più spesso) si rivelavano i migliori nella gestione, a prezzo di una brutta qualifica e primi giri. Se si escludessero queste fasi, sarebbe stato il migliore, insieme a Shwartzman e Ilott. E’ come se non riuscisse a sfruttare bene il “picco di potenziale” delle gomme, ma proprio per questo riesce a farle durare di più.

E’ mancato il confronto con il compagno di squadra, visto che per metà è stato con Sean Gelael (4, scarso senza appello) e per l’altra con Juri Vips, più talentuoso dell’indonesiano ma anche molto meno esperto. Peccato per aver perso la vittoria a Monza.

L’anno prossimo, se risolverà i problemi con le gomme e/o andrà in un top team, sarà un contendente per il titolo.

Jehan Daruvala: 5+

Orribile e falloso nella prima metà di campionato, un po’ perché storicamente è un pilota che impiega un po’ di tempo per sviluppare la velocità, ma anche perché si è scoperto che il suo motore era fallato. Cambiato a Monza, dal gp brianzolo in poi è andato praticamente sempre a punti. Riconferma meritata, ma è ancora un’incognita.

Marcus Armstrong: 4.5

Il neozelandese è arrivato in F2 forte di un duello all’ultimo sangue con Robert Shwartzman nel precedente campionato di Gp3. Nei primi 2 weekend non tradisce le aspettative (all’epoca mi sembrò addirittura il migliore dei rookie), ma a partire dall’Ungheria ha avuto un tracollo verticale dal quale non si è mai ripreso. Due podi nelle quattro gare, poi scompare dai radar e dalla zona punti. Giusto un timido risveglio in Bahrain I. Forse c’entra la politica della ART di preferire un pilota rispetto all’altro, ma non ha fatto nulla per cambiare la situazione. Vedendo come è andata per Mazepin, auspico per lui di ritornare a livelli di competitività più consoni.

Il resto della griglia è rimasto vittima delle scarse prestazioni della macchina (come Jack Aitken), di uno scarso adattamento alle nuove gomme (come Nobuharu Matsushita e Artem Markelov) e/o di una semplice assenza di talento (come Sean Gelael o Guilherme Samaia).

Passiamo alle cose utili: su chi puntare 1 Euro per il campionato Formula 2 2021? Sicuramente Drugovich su Virtuosi avrà la possibilità di dire la sua, mentre sono chiamati al riscatto o alla conferma Zhou, Shwartzman (già confermati), Lundgaard, Armstrong e Ticktum. Inoltre molte nuove leve interessanti si affacceranno dalla Formula 3, come il neo-campione Oscar Piastri (già firmato con la Prema), il giovanissimo talento francese Theo Pourchaire, Liam Lawson che dovrebbe salire in Hitech, Saregeant, Zendeli e Beckmann tutti a bussare alla porta della Formula 2 per dimostrare le proprie capacità. Il tricolore, abbandonato da Ghiotto, per ora non sarà raccolto. C’è una speranza negli anni prossimi per Matteo Nannini, mentre tra qualche anno aspetto Francesco Pizzi e Gabriele Minì.

Lorenzo Giammarini a.k.a. LG Montoya

[Immagine di copertina tratta dall’account Twitter della F2]

 

 

2018: L’ANNO DEI RIMPIANTI ROSSI

L’immagine di copertina rappresenta il punto più alto della carriera ferrarista di Sebastian Vettel: la vittoria di Silverstone, a casa loro.

E’ finita da una settimana l’era di Seb: “zeru tituli” e tanti rimpianti come per altri WC del passato, seppur il sapore degli addii non è mai lo stesso.

Prost fu appiedato, Alonso indispettito, Sebastian non rinnovato.

Un’epoca durata sei stagioni, cominciata in un momento di inferiorità tecnica disarmante (il 2014), culminata con un 2018 al vertice (unica stagione veramente da mondiale) e finita con la peggior annata rossa da 40 anni a questa parte.

Su quel 2018 se ne sono dette e scritte di cotte e di crude. La disfatta si è realizzata in tanti piccoli passi, a partire dalla terza gara del mondiale in Cina per passare attraverso “perle” confezionate non solo da Sebastian ma anche dal muretto box e dal management rosso.

Proviamo a ripercorrerne i momenti salienti

 

Round 3 Gp di Cina-Shangai

(immagine tratta dal sito della gazzetta dello sport)

Primo errore dell’anno sia del pilota che del team.

Il tedesco parte dalla pole e alla prima curva stringe il suo compagno Raikkonen che deve alzare il piede permettendo a Bottas di mettersi in coda a Sebastian. C’era davvero bisogno di fare una partenza alla Kaiser dei tempi d’oro? NO. Con Kimi a proteggere le spalle del tedesco il team avrebbe potuto gestire meglio la strategia dei pit che, pensa un po’, viene vanificata da un cambio impreciso il giusto per far rientrare Vettel dietro a Bottas. In quella posizione il tedesco diventa vittima di Verstappen (ancora in modalità Versbatten) che lo centra al tornantino facendogli finire la gara dietro ad Hamilton.

 

Round 4 Gp d’Azerbaigian-Baku

(immagine tratta dal sito ufficiale della Formula uno)

Un Gran Premio virtualmente già vinto e finito con Seb giù dal podio.

Gara dominata e gestita sino alla SC entrata in pista a seguito della “Verstappenata” su Ricciardo che lo tampona mentre prova a passarlo al fondo del rettilineo principale. Con distacchi annullati ed il valzer dei pit, alla ripartenza Seb si trova nel sandwich di Bottas ed Hamilton in pieno gioco di scie sul lunghissimo rettilineo azero. Risultato? Alla staccata della prima curva arriva lungo spiattellando le gomme ancora fredde. Dal provare a prendere due piccioni con una fava si ritrova senza la fava e senza le mosche nel pugno. Hamster e Raikkonen lo passano con l’inglese che la va anche a vincere grazie ad una foratura di Bottas.

 

Round 8: Gp di Francia- Le Castellet

(immagine tratta dal sito di autosprint)

Hamilton parte dalla pole con a fianco il suo fido scudiero. Alla prima curva Sebastian si fa prendere dalla foga e prova a passare il finlandese con il risultato di distruggere l’ala anteriore e buttare via una gara in cui finisce quinto invece di impensierire il campione del mondo in carica.

 

Round 9: Gp Austria Spielberg

(immagine tratta dal sito automoto.it)

Qui l’errore parte dal sabato. Finito un giro veloce Seb resta in traiettoria ostacolando il giro di Sainz e prende tre posizioni di penalità partendo dalla sesta posizione per la gara. Errore del pilota? Non del tutto: in passato il muretto rosso sbucciava le banane solo dopo aver terminato il lavoro e non era prevista la pausa caffè.

In gara Vettel finisce terzo dopo Verstappen e Raikkonen proprio nel giorno in cui entrambe le AMG si fermano e sarebbe stato fondamentale (e più semplice) portare a casa 25 punti sani sani.

 

Round 10 Gp di Gran Bretagna-Silverstone

(immagine tratta dal sito ufficiale della Formula uno)

Ma come? L’ha vinta… Certo che l’ha vinta, ma quel “a casa loro” è stato l’innesco degli avversari. Non si fa, non si fa…. Si vince e si tace senza infierire. Ok, l’ha detto in buona fede, ma tant’è…

 

Round 11 Gp di Germania Hockenheim

(immagine tratta dal sito motorbox)

Se il punto più alto della parabola vetteliana era stato raggiunto quattordici giorni prima in terra d’Albione, dopo due settimane comincia la discesa verso gli inferi.

La pioggia, il muro della Sachs.. sei in testa ed il tuo rivale in difficoltà…. la buttiamo in vacca.

L’inizio della fine….In quest’occasione le colpe vanno attribuite tutte al pilota. Il tragitto verso la porta d’uscita della Ges comincia proprio qui….

 

Round 12 Gp d’Ungheria- Budapest

(immagine tratta da autoblog)

Lezione di strategia da parte del muretto anglotedesco che tiene in pista Bottas il tempo giusto per creare il distacco decisivo che permette a Hamilton di vincere e recuperare ulteriori punti al tedesco. Il muretto rosso osserva e incassa.

 

Round 13 Gp del Belgio-Spa

(immagine tratta dal sito circus F1)

Nel 2017 la SF70 prendeva scia e DRS dopo il Radillon e si piantava appena fuori dalla coda della W08.

Nel 2018 La SF71 affianca la W09 ben prima della linea del DRS e non le concede il diritto di replica in staccata. Seb la vince con il suo TP che parla di un “motore della madonna” e Lewis che emblematicamente la fissa sotto il podio con occhio stranito. Cominciano i dubbi e la storia del doppio sensore. Sarà l’ultimo Gp 2018 vinto da Vettel nonché il penultimo in tutta la carriera rossa che ormai ha preso l’inerzia necessaria a non poter più fermare la discesa.

(Immagine tratta dal sito formula1.it)

 

Round 14 Gp d’Italia- Monza

(immagine tratta dal sito corriere.it)

Raikkonen mette a segno la sua ultima Pole in carriera segnando anche il giro più veloce di sempre fino a quel momento. Come “ringraziamento” riceve il benservito dalla dirigenza rossa orfano di Sergio scomparso in estate. Dirigenza rossa in grado di trovare il tempo giusto per tutto e anche per il di più. Vettel è solo terzo in griglia sopravanzato anche dal suo rivale Hamilton. Fiumi di parole date addosso all’Alcolico biondo reo di aver tirato una staccata esagerata senza agevolare il suo compagno in lotta per il mondiale. Balle, perché la posizione l’avrebbe data in seguito, non foss’altro che alla roggia Sebastian si gira nel tentativo di infilarsi tra Hamilton e lo stesso Kimi. Poi il box Mercedes colleziona una strategia perfetta per Bottas che resta in pista il giusto per rovinare le coperture di un bel Raikkonen che non riesce più a recuperare su Hamilton finendo la gara senza metà battistrada delle gomme posteriori.

 

Round 15 Gp di Singapore

(Immagine tratta dal sito grandprix)

Sarebbe la pista di Vettel… lui lotta ma il box sbaglia i tempi e lo fa rientrare in pista dopo Verstappen sebbene fosse stato in grado di recuperare la posizione in pista sull’olandese. Hamilton mette a segno la seconda di fila sulle quattro che ammazzeranno le ambizioni rosse già fortemente castrate.

 

Round 16 Gp di Russia Sochi

(immagine tratta dal sito Formulaunoingenerale)

Valtteri Bottas è sempre andato storicamente forte in Russia. Si smentisce solo grazie ad un ordine di scuderia del muretto AMG che permette ad Hamilton di vincere e di allungare in campionato.

 

Round 17 Gp del Giappone -Suzuka

(immagine tratta dal sito di autosprint)

Quando c’è da tirare i dadi in Ferrari manco li trovano…. Durante le Q i rossi vanno in pista con le intermedie quando la pista si sta asciugando. Gli altri entrano con slick e fanno i tempi nella finestra giusta per permettere ai rossi di rientrare e beccarsi nuovamente la pioggia.. Tombola.

(Immagine tratta da Motorbox)

Vettel parte in griglia attardato e nel tentativo di recuperare entra lanciando il cuore oltre la SpoonCurve..peccato che all’esterno della stessa ci sia uno di nome Verstappen che piuttosto che farsi passare si asporta un rene senza anestesia.. Errore di Seb ma fortemente indotto dall’impreparazione del  muretto.

 

Round 18 Gp d’Usa-Austin

(Immagine tratta dal sito di autosprint)

Quando le cose si mettono male non possono che andare peggio. In prova Vettel ha una distrazione minima e si becca una penalità per non aver rallentato a sufficienza in un microsettore della pista durante una bandiera gialla: penalità inevitabile e quinto posto in griglia relativo. Ma ormai non c’è più freno alla caduta e già al primo giro il tedesco la gira cercando di infilare ancora una Red Bull, questa volta Ricciardo.

(Immagine tratta dal sito F1ingenerale.it)

La frittata è fatta ed il distacco da Hamilton talmente ampio da permettere all’inglese di correre con le cinture di sicurezza staccate in Messico e laurearsi per la quinta volta Campione del Mondo.

La vita è strana…. Se nel 2018 il mondiale fosse andato a Vettel il confronto sarebbe stato 5 a 4 per il tedesco su Hamilton, ed invece? Ad oggi siamo 7 a 4 per il fuoriclasse anglocaraibico ancora sulla cresta dell’onda ed un Vettel in forte crisi di performance e di morale.

 

Essere il pilota rosso di riferimento, la bandiera, il salvatore della patria non è compito semplice per nessuno e non lo è stato anche per lui. Non ha perso il mondiale da solo, è stato aiutato da tutta l’organizzazione ferrarista che nel complesso non é mai stata all’altezza della corazzata Mercedes in tutti questi anni.

I disastri del 2019 ed un 2020 orribile hanno peggiorato la percezione che oggi il mondo ha dell’epoca Vettel. E’ comunque finita con aspettative disattese ed il rimpianto di non essere mai arrivati fino in fondo a giocarsi all’ultima gara quel titolo che manca da troppi anni.

Grazie Seb, all the best.

SERGIO PEREZ NUOVO PILOTA RED BULL 2021

E’ finalmente arrivata l’ufficialità di Checo Perez alla corte di Marko ed Horner affiancato a Max Verstappen.

La Formula Uno ha fatto ciò che era giusto, ovvero evitare di perdere un pilota che merita di restare tra i 20 migliori al mondo più di tanti altri che hanno già un sedile. Sarebbe stato un sacrilegio vederlo correre in altre categorie e potrà dare un contributo importante alla causa austriaca in termini di punti.

La line-up Max/Checo sarà una delle più forti della griglia di partenza 2021 ed in grado di dare filo da torcere a chiunque al netto di una monoposto in grado di competere tutti i Gp ad alto livello.

La notizia diventa più succosa in virtù del fatto che, dopo un decennio di RBR Academy, Marko & Co. si sono rivolti al mercato piuttosto che attingere dalla loro “cantera”. I talenti latitano ed in Red Bull sono stati in grado di scovarne ma anche di bruciarne parecchi.

In bocca al lupo da tutto il Bring, Checo.

 

(immagine in evidenza tratta da twitter)

 

VERSTAPPEN DOMINA IL GP DI NATALE

13 dicembre 2020. 11 giorni a Natale. Mai la Formula 1 si era spinta così avanti nel calendario. Ma era inevitabile, per una stagione iniziata a luglio e che miracolosamente è riuscita a portare a casa ben 17 gare. Con un esito finale che non sarebbe cambiato se anche le gare fossero state le 21 previste.

La gara, dominata da Verstappen, è stata la solita, insulsa, processione che vediamo da ormai 11 anni negli Emirati. A dare qualche emozione solo il DRS, ma, in fin dei conti, grandi stravolgimenti rispetto alle qualifiche non se ne sono visti. Non vale quindi la pena fare la cronaca. Meglio chiudere la stagione con un elenco di considerazioni da approfondire assieme a voi nei commenti.

  1. Il dominio di Max, oggi, è stato indiscutibile. Al punto che viene il sospetto che le due Mercedes fossero depotenziate. Più che un sospetto è una certezza, viste le dichiarazioni pre-gara di Toto.
  2. Indubbiamente Lewis era sottotono. Sicuramente a causa della malattia superata a tempo di record. Ma, comunque, stare dietro a Bottas in qualifica e in gara aiuta a far dimenticare la batosta che il suo attuale compagno ha preso da Russell domenica scorsa. 
  3. La Mercedes ha fatto quasi il doppio dei punti della seconda arrivata, la Red Bull. Che, però, ha dominato l’ultima gara, con Verstappen in pole e al comando dall’inizio alla fine. Anche oggi abbiamo visto una chiara divisione del gruppo in 3 categorie. E nella prima fanno parte, al momento, solo due squadre, che oggi hanno rifilato 1 minuto tondo alla prima squadra della seconda categoria…
  4. … che è la McLaren, meritatamente terza nella classifica costruttori. E’ un gradito ritorno, dopo tante stagioni buie. E l’anno prossimo avranno i motori Mercedes, il che fa sperare che possano, almeno loro, colmare il mezzo giro di distacco che hanno attualmente dalle due squadre più forti.
  5. Perez arriva quarto nella classifica piloti. Il suo miglior risultato in 10 anni, che lui festeggerà con un probabile addio alla Formula 1. A meno che qualcuno non si renda conto che, se si vuole lo spettacolo, sulle macchine buone bisogna metterci piloti che non prendano da qualche decimo ad 1 secondo al giro dal compagno. 
  6. Anche la Renault, quinta nel campionato costruttori, è in risalita, e il rientrante Nando ha la possibilità di farle fare un ulteriore salto di qualità, come 15 anni fa.
  7. Ferrari fuori dai punti e doppiate. Pessima fine di una stagione che è chiaramente stata la penitenza per le marachelle fatte col motore nel 2019 e, forse, anche prima . Ma vedere Leclerc bloccato dietro a Raikkonen fa venire grossi dubbi su una rinascita nel 2021, perchè, anche assumendo che sia realtà il motore “superfast” di cui si narrano meraviglie, il problema quest’anno stava anche in un’aerodinamica totalmente sbagliata. E, con gli sviluppi fortemente limitati, è difficile che ci possano essere stravolgimenti in quest’ambito.
  8. E’ stata una gara dai tanti addii. Vettel, Sainz, Ricciardo, Perez, Magnussen. Ma anche Fittipaldi, e, chissà, magari pure Albon. Qualcuno andrà a stare meglio, altri peggio, altri forse. E fra questi ultimi c’è Sainz, per quanto detto nel punto precedente.

La Formula 1 è riuscita a mettere in piedi una stagione quasi normale, in un anno terribile. Fra poco meno di 100 giorni si dovrebbe ricominciare a Melbourne per una stagione che prevede, al momento, ben 23 gare. Senza, purtroppo, le tante belle piste inedite che abbiamo visto quest’anno. E che sarà disputato con macchine quasi uguali a quelle di quest’anno. Il rischio di vedere una stagione-fotocopia, con un dominio ancora più marcato da parte della Mercedes e di Lewis Hamilton, è concreto.
A meno che le prossime settimane non riservino qualche sorpresa, visto che ci sono alcuni contratti ancora da rinnovare.

Staremo a vedere, nel frattempo tanti auguri di Buone Feste e di una off-season meno noiosa del solito.