F1 2020 – GRAN PREMIO DI ABU DHABI

Ultimo giro di giostra per il circus della F1 che approda nell’adrenalinico (si fa per dire) circuito di Yas Marina in quel di Abu Dhabi.

Forse non è tanto il caso di scherzare sulle presunte (poche) emozioni che potrà regalare questo ultimo appuntamento perchè avevamo detto lo stesso per il doppio GP in Bahrein, che si sono rivelati invece molto più appassionanti del previsto.

Cominciamo col dire che, a dispetto delle previsioni che lo davano già in vacanza, il campione del mondo 2020 Lewis Hamilton riprenderà possesso  della W11 numero 44 gentilmente prestata a Russell nell’ultimo GP.

Il campione inglese, colpito dal covid-19 subito dopo la sua ultima vittoria in Bahrein, afferma di sentirsi bene, di aver ripreso gli allenamenti ed è pronto per competere nell’ultimo GP stagionale.

immagine da thecheckeredflag.co.uk

Notizia buona da un lato e brutta dall’altro perchè toglie la “rivincita” a Russell, davvero bersagliato dalla sfortuna nell’anello del Sakhir e che ha visto sfumare una vittoria praticamente certa.

Non lo ammetterà mai ma il primo ad essere contento del ritorno del 44 è Valtteri Bottas, che nel confronto con il giovane inglese ne è uscito con le ossa piuttosto rotte prima del caos cambio gomme sotto safety car.

Portata a casa la pole per la miseria di 26 millesimi, il finlandese ha patito per lunghi tratti la velocità di Russell, guardandogli spesso gli scarichi e non dando mai l’impressione di poterlo impensiere, subendo non uno ma ben due sorpassi in gara.

Insomma, un conto è prenderle da Hamilton, un altro da un pilota che dovrebbe avere molta meno esperienza e meno affiatamento con una monoposto e una squadra con cui si confronta saltuariamente.

Il GP di Abu Dhabi dovrebbe essere l’ultimo anche per Albon, ormai praticamente appiedato dopo l’ennesima opaca prova del Sakhir. A questo punto sarà interessante capire chi ne prenderà il posto. Hulkenberg era dato in pole fino a domenica scorsa quando l’incredibile vittoria di Perez, pilota esperto, costante, finalmente vincente ma praticamente disoccupato, ne ha rilanciato le ambizioni.

immagine da formulapassion.it

Il messicano può mettere sul piatto anche la dote di sponsor che ha sempre garantito e anche un certo peso “politico”, in quanto un suo appiedamento per il 2021 potrebbe raffreddare moltissimo l’interesse del Messico nel GP che dal 2015 è in calendario.

La vittoria del messicano ha anche avuto il merito, in coppia con il terzo posto di Stroll, di rilanciare fortemente le ambizioni Racing Point per il terzo posto in classifica costruttori. Dieci le lunghezze di vantaggio su McLaren e ben 22 su Renault, ormai tagliata fuori a meno di eventi imprevedibili. Il terzo posto sarebbe un ottimo viatico per la nascita del team Aston Martin in ottica 2021, considerando la dote in denaro che regala questo traguardo.

Chi ha abbandonato fin da subito le ambizioni di classifica in tal senso, la Ferrari, guarda ad Abu Dhabi probabilmente più ai test post Gp che alla gara che non dovrebbe vederla protagonista di particolari prestazioni.

Sarà l’ultima gara di Vettel in rosso prima del suo approdo in Aston Martin. Il tedesco è solo l’ultimo di una serie di “Messia” che avrebbero dovuto riportare l’iride a Maranello in forma continuativa, dopo i fasti dell’era Schumacher e l’ultimo titolo di Kimi Raikkonen. Invece il suo sarà un commiato pieno di rimpianti così come lo è stato prima di lui per Raikkonen e Alonso. La palla passa definitivamente a Leclerc, che dovrà sobbarcarsi l’onere di rappresentare la nuova speranza dei tifosi della Rossa.

immagine da gripdetective.it

Si sarà sicuramente già accorto che correre in Ferrari non è affatto una cosa semplice, probabilmente più stressante che correre in qualsiasi altra scuderia. Al momento gli alibi ai suoi errori e controprestazioni sono legati alla giovane età, ad una monoposto poco competitiva e al fatto di non poter lottare per il mondiale. Il vero valore di Charles si vedrà solo in un annata in cui avrà a disposizione una monoposto da titolo, cosa che anche per il 2021 è da escludere.

L’imperativo per l’ultimo Gp è quello di non lasciare un brutto ricordo, di sicuro non con errori marchiani come quello al primo giro del GP del Sakhir. Chi invece avrà un assaggio di quello che lo aspetta il prossimo anno è MIck Schumacher che, fresco vincitore del titolo in F2, sarà in pista nelle PL1 con la Haas, opportunità negata dalla cancellazione delle PL1 al Nurburgring.

Haas che saluterà entrambi i piloti alla fine del GP: ultimo GP in F1 sia per Grosjean, ancora in convalescenza dopo il botto del Bahrein, che per Magnussen che sbarcherà negli USA per gareggiare nel campionato IMSA nel team di Chip Ganassi.

Anche per le altre scuderie è già tempo di pensare al 2021, con i test per i giovani piloti che ci saranno nel post GP. Tra i giovani piloti anche uno di sicuro giovane nello spirito: Fernando Alonso potrà partecipare ai test in quanto non ha disputato gare nel 2020, così come Buemi, Kubica, Aitken che ha corso un solo evento (il limite è di due GP) e Vandoorne.

Semaforo rosso invece per Sainz, Vettel, Ricciardo e Russel. Per i primi tre sarebbe stato  l’esordio nelle nuove scuderie. Dovranno accontentarsi dell’unica sessione di test prevista per il 2021. Davvero poco per prendere confidenza con una nuova squadra, diversi metodi di lavoro e procedure. Un ban che onestamente non ha un gran senso e che anzi, avrebbe acceso l’interesse nel vedere piloti così importanti alle prese con nuove monoposto.

immagine da motorbox.com

Si chiude quindi una edizione del mondiale F1 che definire complessa è un eufemismo. In mezzo a tanta confusione e incertezza, due elementi che appaiono chiari: la grandezza di Hamilton e della Mercedes e l’inadeguatezza della Scuderia Ferrari.

In attesa di tempi “migliori”, tempi in cui ci sarà nuovamente una lotta feroce per il titolo mondiale dobbiamo solo sperare che i contendenti della Mercedes trovino da qualche parte quella prestazione che possa renderle delle avversarie temibili e non solo degli sparring partner. Il 2021, non lascia presagire nulla di buono in tal senso, se ne parla a partire dal 2022, sperando di non arrivare a dire ogni volta che l’anno buono è sempre il prossimo.

*immagine in evidenza da funoanalisitecnica.com

Rocco Alessandro

 

F2 SAKHIR 2020 – NO TIME FOR LOSERS

Mick Schumacher ha vinto il campionato di F2, dopo aver mostrato il meglio e il peggio del suo repertorio, davanti a Callum Ilott, che invece ha vissuto forse il peggior weekend dell’anno. Ma procediamo con ordine.

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Nel precedente GP del Bahrain Ilott aveva recuperato otto punti e ha ridotto il distacco da Schumacher jr a -14, ma sarebbe andata molto meglio se non avesse speronato Jehan Daruvala in gara-2. Ora per vincere dovrebbe mostrare lo stesso passo di allora (fattibile ma non scontato) sperando in un weekend complicato del rivale (decisamente meno probabile). Il terzo incomodo per il mondiale, Yuki Tsunoda, necessita di un miracolo giacché dovrebbe compiere il weekend perfetto sperando che Schumacher jr non conquisti alcun punto. Con il futuro dei piloti già noto (Schumacher jr in F1 con la Haas, Ilott che non correrà neanche in F2, Tsunoda verosimilmente in F1 con la Alpha Tauri) il gran finale ha un po’ di fascino in meno. Si segnala che Jack Aitken, impegnato in F1, sarà sostituito in Campos da Ralph Boschung.

Parentesi curiosa sui numeri: poiché tra Ilott e Schumacher ballano solo 14 punti, tecnicamente l’inglese, che è secondo in classifica, potrebbe conquistare matematicamente il campionato prima dell’ultima gara. Grazie alla diversa ripartizione dei punti tra le due gare, se conquistasse pole,  gpv e vittoria in gara-1 arriverebbe in gara-2 con un +17 su Schumacher, impossibile da rimontare in una Sprint Race.

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Le Carlin mettono subito in chiaro che anche sull’Outer Circuit, un tracciato inusuale per molte ragioni (non ultima la quantità di buche in curva 6), restano la squadra da battere. Al termine delle prove libere, terminate anzitempo per l’esplosione del motore della HWA di Artem Markelov, Yuki Tsunoda conclude davanti al teammate Jehan Daruvala di ben 2.28 decimi, tanto considerando che il distacco dal primo all’ultimo è di solo 1.1s secondi. Terzo è Luca Ghiotto su Hitech, davanti al vincitore della scorsa Feature, Race Felipe Drugovich, e al teammate nonché futuro pilota della Haas Nikita Mazepin. I due contendenti al titolo sono più indietro: Schumacher jr è settimo mentre Ilott addirittura 18°.

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Come da previsione, le qualifiche sono molto incasinate. Il traffico di 22 vetture in pista nello stesso momento in un tracciato di 3.06km di tracciato ha fatto sì che riuscire a portare a termine il proprio giro senza ostacoli è stato il discriminante tra una prestazione buona e una pessima. I piloti che hanno anticipato l’uscita in pista, facendo segnare il tempo nei primi minuti, con pista sporca ma aria pulita, sono stati quelli che si sono qualificati meglio.

È il caso di Tsunoda, che va in pista nei primi minuti e fa segnare un 1:02:676 che rimarrà imbattuto. La strategia di uscire prima di tutti è seguita anche da Mazepin (2°), Daruvala (3°), Robert Shwartzman (4°) e Markelov (7°, di gran lunga la miglior qualifica dell’anno). Dopo di loro il caos, fino a quando, a quattro minuti dal termine, Ghiotto si gira e causa una bandiera rossa. La sessione è poi ricominciata, ma negli ultimi due minuti si vedono solo manovre disperate per accaparrarsi la posizione migliore; giusto Roy Nissany migliora il proprio tempo.

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Qualifica disastrosa per il leader di campionato. A differenza del compagno di squadra, per tutta la sessione ha faticato a trovare aria pulita davanti a sé e languiva in 18a posizione quando, nel tentativo di farsi strada attraverso il gruppo nell’ultimissimo tentativo, si scontra con Nissany in curva 10; bandiera rossa, sessione finita sul serio e peggiore qualifica in carriera per il tedesco. La strategia in qualifica ha funzionato meglio con Robert Shwartzman, che invece partirà quarto. Se Atene piange, Sparta non ride: anche Ilott incontra le medesime difficoltà e non va oltre il 9° posto (secondo peggior risultato stagionale). Comunque davanti al teammate Guanyu Zhou, 11°. L’inglese ha ancora la possibilità di conquistare un risultato importante, specie se mantiene un passo come quello del weekend scorso.

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La gara appare un’incognita per tutti. I piloti sono concordi sul ritenere che in un tracciato così corto e veloce, simile a un ovale, dove ogni curva è un punto di sorpasso, avrà luogo molta azione. Probabile anche che i dossi in curva 6 triteranno un po’ di sospensioni.

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Tsunoda parte bene, ma una manovra aggressiva di Mazepin in curva 1 lo relega in terza posizione, dietro al russo della Hitech e al connazionale della Prema. Peggio va a Christian Lundgaard (ART), sesto in qualifica, che stalla sulla griglia. La confusione conseguente aiuta Markelov, a inserirsi in quarta posizione (considerate che la HWA per prestazioni quest’anno è una sorta di Haas della F2).

Più indietro, i contendenti per il titolo hanno avuto un buono start: Ilott recupera due posizioni ed è 7 con gomme morbide, davanti a Zhou con gomme dure. Per Schumacher jr, partito accanto ai piloti meno accorti della griglia, i primi giri sono stati un inferno, ma alla fine è riuscito a recuperare svariate posizioni come suo solito. Alla terza sportellata ricevuta nelle prime due tornate il tedesco, partito su dure, si rende conto dell’inutilità di prendersi rischi eccessivi, anche perché Ilott sembra già in difficoltà. Dopo tre giri Schumacher è 13°, mentre Ilott viene passato da Zhou (gioco di squadra assente in UniVirtuosi) e non sembra dotato di un grande passo.

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I primi giri sono stati pazzeschi, dopodiché i piloti si quietano per evitare di evitare di strapazzare troppo le gomme; ci sarà meno stress laterale, ma il tracciato resta molto abrasivo, è mezzogiorno e la gara è lunga (48 giri). Malgrado le difficoltà, Ilott aspetta qualche giro prima di fermarsi. La sua gara si sta mettendo male: al giro 17, quando si ferma, è quinto, di un soffio davanti a Schumacher, che ora può continuare la sua rimonta (probabilmente lo avrebbe passato lo stesso).

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In testa il trio di testa stacca progressivamente gli altri, grazie anche al tappo di Markelov. Arrivato il momento delle soste, Tsunoda esce dai box davanti Mazepin e Shwartzman dopo aver ritardato la sua, ma viene risorpassato nell’arco di poche curve da entrambi a causa delle gomme fredde. Nel frattempo, i piloti partiti su dure (capeggiati da Zhou) iniziano la consueta gara di nervi e di gestione delle gomme.

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Tsunoda rompe gli indugi e a una quindicina di giri dal termine mostra i muscoli. Al giro 36 attacca Shwartzman in curva 1, ma è forzato ad abbandonare a causa di Lundgaard, che usciva dai pit in quel momento. Non sarà l’ultima volta che il pilota danese, doppiato, impatterà sulla gara dei primi. La resistenza russa viene comunque piegata poco dopo in curva 4. Nel frattempo si fermano i piloti partiti su dure, Zhou per primo (beccandosi una penalità di 5s per speeding in the pitlane) e Schumacher jr per ultimo. Il cinese è ottavo mentre il tedesco è dodicesimo, ma entrambi mostrano un passo di 2s più veloci degli altri. Ilott è l’ultimo dei piloti di testa, ma più che attaccare deve pensare a difendersi.

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La lotta per la vittoria che ha avuto luogo negli ultimi quattro giri è tra le più intense della stagione. Lundgaard (doppiato) sorpassa sia Shwartzman che Tsunoda, e insieme al giapponese va a dare la caccia a Mazepin. Lundgaard si sdoppia in curva 10, facendo perdere tempo al russo. Tsunoda allora lo attacca sul rettilineo dei box, ma Mazepin lo stringe contro il muro dei box. Malgrado la difesa criminale l’alfiere della Carlin riesce lo stesso a portare a termine la manovra, sia pur mettendo tutte e quattro le ruote oltre la riga bianca (gli steward li investigheranno entrambi, ma il giapponese sarà assolto).

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Nel frattempo Zhou sorpassa Shwartzman (il più in crisi del gruppo di testa), Drugovich e lo stesso Mazepin. Il cinese dà tutto sé stesso negli ultimi giri, raggiunge Tsunoda ma non riesce a passarlo. Nel frattempo Drugovich si libera del russo della Prema, raggiunge Mazepin e da vita a un bel duello, con il russo che prima lo spinge contro il muro dei box (di nuovo) e poi lo porta fuori pista in curva 4 per difendere la posizione (tanto che il brasiliano centra un pannello in polistirolo in frenata).

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Dopo 48 giri di azione, Tsunoda vince su Zhou (che continua a mostrare quando sia bravo in gara ma pessimo nelle qualifiche), Mazepin, Drugovich e Shwartzman. Ilott è malinconicamente sesto, mentre Schumacher termina di poco alle sue spalle. Grazie ai punti del giro più veloce il tedesco mantiene intatto il suo vantaggio di 14 punti sul rivale della UNI Virtuosi. Le speranze per Ilott sono ridotte al lumicino: per conquistare il mondiale deve vincere (o arrivare secondo+gpv) con Schumacher fuori dalla zona punti (un evento che non accade da Silverstone-1). Tsunoda invece è matematicamente tagliato fuori.

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Con la prestazione nella Feature Race, la Prema conquista il titolo riservato ai costruttori per la prima volta in F2 (seconda se si considera la Gp2), così come la UNI Virtuosi il secondo posto. Il terzo posto è ancora in forse, visto che la Hitech ha 25 punti di vantaggio sulla Carlin con 29 ancora disponibili.

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La guida pericolosa di Mazepin sarà punita nel postgara con due penalità di 5s, che lo faranno terminare in 9a posizione, e con 4 punti sulla patente, che lo porteranno ad 11 punti totali (quindi a un passo dal ban). Certo che sbarazzarsi di Grosjean e Magnussen per passare a Mazepin non dev’essere stata una gran bella idea per Steiner (aggiornamento last minute: non è un buon inizio…).

BAHRAIN, BAHRAIN – DECEMBER 06: Mick Schumacher of Germany and Prema Racing (20) and Dan Ticktum of Great Britain and DAMS (2) lead the field into turn one at the start during the Round 12:Sakhir Sprint Race of the Formula 2 Championship at Bahrain International Circuit on December 06, 2020 in Bahrain, Bahrain. (Photo by Dan Istitene – Formula 1/Formula 1 via Getty Images)

Nella Sprint Race di 32 giri parte così in pole Dan Ticktum, seguito da Daruvala, Schumacher e Ilott. Il tedesco parte bene e scavalca l’indiano, ma alla frenata di curva 4 manca l’apice, blocca le gomme e per un niente manca Ticktum. Può ancora continuare in seconda posizione, ma l’anteriore dx è spiattellata. Inizia così il suo calvario. Dopo pochi giri iniziano ad apparire vibrazioni importanti, ma anche Ticktum, in testa, non sembra passarsela bene. Il più attivo in questa fase sembra Ilott, che scorge all’orizzonte la possibilità di diventare campione.

[COURTESY OF FORMULA 2 VIA TWITTER.COM]

Dopo una breve VSC a causa di un detrito perso da Deletraz, Schumacher subisce Daruvala, che al 7° giro lo sorpassa e va ad inseguire Ticktum. Anche Ilott inizia a pressare Schumacher, e dopo l’ennesimo bloccaggio del tedesco con una manovra brillante lo sorpassa in curva 4. Il tedesco ha le gomme troppo danneggiate per restare in pista ed è costretto a pittare. Passerà il resto della gara lontano anni luce dalla zona punti. Questo è il momento il cui la vittoria si configura come una possibilità concreta per Ilott, ma è anche in cui la situazione inizia a precipitare. Schumacher resistendo strenuamente ha costretto Ilott a chiedere troppo alle sue gomme. Il resto della gara dell’inglese sarà un inferno.

[COURTESY OF METROPOLITANMAGAZINE.IT]

Mentre Daruvala e Ticktum continuano a lottare per la vittoria, Ilott inizia a elargire decimi su decimi. L’indiano sorpassa il britannico al giro 25, lo stesso in cui Tsunoda (partito ottavo) sorpassa Ilott per il podio. Il giro dopo Ilott deve cedere strada anche a Zhou ed è ora quinto. Con sette secondi a separarlo dal secondo posto (il minimo per battere Schumacher) la sua lotta per il titolo può dirsi finita. Tsunoda passerà Ticktum al penultimo giro per completare la doppietta Carlin, mentre Ilott crolla (forse anche psicologicamente) e chiuderà 10° e fuori dai punti.

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Dopo 32 giri vince l’indiano Jehan Daruvala. Prima vittoria in F2 per lui, dopo aver conquistato il primo podio otto giorni prima. Nel corso della stagione è stato battuto nettamente dal compagno di squadra, ma ha mostrato di saper reagire e, dopo aver cambiato il motore in Russia, è riuscito a trovare della performance in più che gli è valsa la riconferma in Carlin. Secondo è proprio Tsunoda (gpv), che manca per poco il weekend perfetto, mentre Ticktum torna sul podio dopo parecchi mesi (se si esclude la gara di Monza, dove vinse ma fu squalificato per irregolarità tecnica). Quarto è Zhou, che conferma il suo stato di forma in Bahrain, seguito da Shwartzman (come 24 ore prima, pimpante all’inizio ma in ombra nel finale), Alesi (secondo arrivo a punti dopo la primissima gara in Austria), Ghiotto (in rimonta dalla 16a posizione) e Drugovich (autore di una brutta partenza).

[COURTESY OF FIAFORMULA2.COM]

Schumacher, 18° alla bandiera a scacchi, è il nuovo campione, 215 punti contro 201 per Ilott e 200 per Tsunoda (che col terzo posto conquista i punti necessari per ottenere la Superlicenza). Quarto è Shwartzman con 177 punti, quinto Mazepin con 164 e sesto Zhou con 151.5, che nell’ultimo weekend di corse scavalca Lundgaard (settimo a 149) e Deletraz (ottavo a 134). Chiudono la top-10 Drugovich (121 punti) e Ghiotto (106 punti).

Dopo una stagione di questo tipo, una delle più entusiasmanti degli ultimi anni, rimasta senza un vero padrone fino al calare dell’ultima bandera scacchi e con 12 vincitori diversi, c’è molto da dire. L’articolo della prossima settimana sarà dedicato all’analisi dell’intero campionato. Qualcosa però la si può già dire.

12 mesi fa Mick Schumacher disse ai microfoni: “Queste Pirelli F2 sono ancora più difficili da capire di quelle della Formula 1“, ma allo stesso tempo rassicurava l’intervistatore dicendo che “i punti in campionato di quest’anno non riflettono il mio vero potenziale“. Col senno di poi, Schumacher jr aveva ragione.Il Mick che abbiamo visto questa stagione è ben lungi dall’essere un mattatore alla Leclerc o alla Russell, con errori più o meno gravi che lo hanno rallentato nella corsa al titolo. Ma la costanza di risultati importanti, ancor più di quanto non fu per De Vries l’anno scorso, non lascia molto spazio alle polemiche: Schumacher si è meritato la promozione in F1.

[COURTESY OF FIAFORMULA2.COM]

Chi scrive non è ancora del tutto convinto (anzi, non lo è proprio) che Schumacher sia il più veloce o il più promettente in ottica futura, ma devo ricordare (in primis a me) che il campione non è necessariamente il più veloce, ma è colui che arriva a fine anno con più punti. E in un anno così anomalo come questo, così ricco di talenti, di vincitori diversi, di alti e bassi per tutti, la cosa più importante di tutti era macinare punti. Tale mentalità da ragioniere è ciò che gli è valso il campionato: zero partenze dalla prima fila, appena due sessioni concluse davanti a tutti (le due vittorie), ma ben dieci podi in ventiquattro gare (gli avversari al massimo ne hanno segnati sette). Certo l’esordio in F1 sarà un’incognita. Schumacher jr potrebbe mantenere la performance del 2020, e già potrebbe non bastare, così come potrebbe ricominciare con il suo ciclo fisiologico dell’anno di transizione. L’importante (e questo vale per tutti i piloti che fanno il salto di categoria) è che fan e media non gli stiano eccessivamente col fiato sul collo e che gli diano tempo di esprimere al meglio le proprie potenzialità senza addossargli inutili responsabilità. Perché se c’è una cosa che l’ultimo round ci ha ricordato, è che nemmeno Schumacher jr è immune alla pressione.

Lorenzo Giammarini a.k.a. LG Montoya

[Immagine di copertina tratta da Formulascout.com]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ESPERTO, MESSICANO E DISOCCUPATO: PEREZ RIMONTA E VINCE A SAKHIR

Quando il gatto non c’è i topi ballano. Col settimo mondiale in tasca, Hamilton si prende il Covid ed è costretto a dare forfait per la replica in Bahrain. E così si materializza il sogno di molti suoi detrattori: vedere qualcun altro sulla sua macchina per dimostrare che le vittorie sono solo merito del mezzo a sua disposizione.

E la Mercedes decide di accontentarli. Anzichè utilizzare il pilota di riserva designato, Stoffel Vandoorne, convoca George Russel, che passa così dalla vettura peggiore a quella migliore. C’è chi è pronto a scommettere che l’inglese ridicolizzerà Bottas, e dimostrerà la suddetta teoria. E si tratta di una scommessa vinta. O quasi.

Dopo un venerdì passato in cima alla lista dei tempi, il giovane George manca la pole di soli 26 millesimi, dimostrando così di che pasta è fatto. Dietro di lui, in seconda fila, un altro “predestinato” fa un miracolo piazzando una inguardabile SF1000 in quarta posizione con un giro incredibile.

La curiosità è grande quando si spengono i semafori, e gli avvenimenti non deludono le attese. La superiorità di Bottas evapora in pochi metri, con Russel che lo supera in tromba mentre per lui le prime curve sono un incubo. Si ritrova così braccato da Verstappen, Perez e Leclerc. A quest’ultimo non par vero di poter lottare per la seconda posizione, e così arrivando in curva 5 si butta, come suo solito, all’interno alla ricerca di un varco che non c’è, perchè a sinistra non ha il suo compagno di squadra bensì Perez. Il quale chiude e viene centrato dal ferrarista, che rompe la sospensione. Verstappen, per evitare il messicano, va largo e finisce contro le barriere. 

E così i tre più pericolosi rivali delle Mercedes sono fuori in un colpo solo. Forse.

Dopo qualche giro di Safety Car, la gara riparte e mentre Russel sembra Lewis Hamilton e se ne va indisturbato, Bottas sembra Bottas e si fa superare pure da Sainz, per poi riprendersi la seconda posizione quando lo spagnolo va lungo nella parte mista del tracciato.

Per 60 giri la gara vive con Russel in pieno controllo e Bottas ad inseguire a debita distanza. Mentre Perez, precipitato in ultima posizione dopo lo scontro con Leclerc, rimonta e raggiunge i migliori degli altri.

Si preannuncia un trionfo per il giovane inglese, ma Aitken, il pilota che l’ha sostituito alla Williams, gli mette i bastoni fra le ruote: perde la macchina all’ultima curva, sbatte e la sua ala rimane in mezzo alla pista. La direzione gara decide di far uscire la Safety Car per recuperarla, e la Mercedes decide di ricordare al mondo quanto sono bravi nelle operazioni ai box. Col risultato ormai acquisito e nessun problema di gomme denunciato dai piloti, viene effettuato un inutile doppio pit-stop che si trasforma in una comica. A Russell vengono montate le gomme destinate a Bottas, e il team se ne accorge quando il finlandese arriva sulla piazzola. Dopo un lungo ragionamento, gli rimontano le sue gomme vecchie, e lo rispediscono in pista in quarta posizione. Russell è costretto a rientrare per rimontare le gomme giuste, e ritorna in pista in quinta posizione. Il suo sogno di vittoria sembra ormai svanito, ma quando la Safety Car si fa da parte, George dimostra di non temere niente e nessuno. In tre giri si sbarazza nell’ordine di Bottas, Stroll e Ocon, e va alla caccia di Perez, incredibilmente in prima posizione dopo una rimonta dal 18° posto. 

Ma quando l’inglese arriva a 2 secondi dal messicano, e mancano ancora 10 giri, dal box lo richiamano nuovamente per una sospetta foratura. Rientrerà in fondo al gruppo, e la sua giornata si concluderà comunque con i primi punti, ma con molto meno di ciò che poteva portare a casa.

Gli ultimi giri sono una passeggiata per Perez, mentre il duello per i restanti due posti del podio sembra più intenso, con Sainz che pare in grado di superare almeno Stroll, terzo. Ma non succederà nulla, e la gara finisce così con un podio inedito composto da Perez, che coglie così la sua prima vittoria in quella che potrebbe essere la sua penultima gara in Formula 1, da Ocon e  da Stroll.

Seguono Sainz quarto, Ricciardo quinto e con tanto da recriminare. Sesto un inguardabile Albon, poi Kvyat, Bottas, Russell, sul quale pesa una possibile squalifica per il pasticcio delle gomme, e Norris, incapace di rimontare dall’ultima posizione.

Solita gara triste per Vettel, dodicesimo, mentre i due debuttanti Aitken e Fittipaldi chiudono ultimi.

Ora manca solo Abu Dhabi per chiudere la stagione più anomala della storia della Formula 1. E’ molto probabile che Hamilton non riesca a rientrare, e Russell avrà così un’altra occasione per dimostrare quanto vale, prima di ritornare nelle retrovie. E per Bottas sarà l’ennesimo incubo.

P.S. chi scrive aveva giudicato male il circuito “esterno” di Sakhir. Il mix di tre rettilinei e qualche curva lenta, su soli 3.5 km, si è dimostrato in grado di fornire un ottimo spettacolo. Anche questo sarà materiale su cui dovranno lavorare i capi della Formula 1 per capire come far sì che tutte e 23 le gare del calendario siano spettacolari come quella di oggi. Oltre, ovviamente, a chiedere ad Hamilton di prendersi una lunga vacanza. O a convincere la Mercedes ad affiancare a Lewis un avversario vero. Almeno per il 2021.

 

*immagine in evidenza dalla pagina Facebook ufficiale della Formula 1

F1 2020 – GRAN PREMIO DI SAKHIR

Ci si poteva aspettare una conclusione di campionato piuttosto anonima , considerando i due mondiali già assegnati e gli ultimi tre GP su circuiti non proprio entusiasmanti,  e invece il caso ha voluto dare una decisa ravvivata al circus della F1.

Archiviato, per fortuna senza conseguenze, il botto di Grosjean di Domenica scorsa, il primo colpo di scena si è avuto con la positività al covid-19 dell’epta campèon Lewis Hamilton con conseguente rinuncia al neonato Gp di Sakhir.

Hamilton dovrà aspettare l’esito di un successivo tampone negativo per avere il via libera per l’ultimo GP stagionale ad Abu Dhabi ma tutto dipenderà dalla velocità con cui riuscirà a debellare il virus e non è detto che possa riuscirci in tempo utile per l’ultimo GP.

Vacanze forzate quindi per l’inglese che lascia il sedile ad un altro inglese, reputato dagli addetti ai lavori come “the next big thing”: George Russel prenderà il suo posto alla guida della W11 almeno per il GP di questo weekend.

immagine da motorsportmagazine.com

Battuta la concorrenza di Vandoorne, per il giovane inglese un’occasione d’oro per dimostrare di valere tutto l’apprezzamento che Wolff gli ha tributato in questi anni e valorizzare l’academy Mercedes dalla quale è stato svezzato.

Un pò tutti si aspettano una grande prestazione considerando quello che Russell ha fatto vedere alla guida della derelitta Williams ( più in prova che in gara ad essere onesti). Dovrà tenere a bada l’emozione e la pressione di dover “per forza” fare bene sulla monoposto migliore del lotto. Un cattivo risultato non gli stroncherebbe la carriera ma forse lo farebbe uscire dalle grazie di chi, attualmente, comanda in Mercedes.

Contestualmente, in Williams correrà al posto di Russell il 25enne inglese Jack Aitken, attualmente in Formula 2 con risultati non proprio entusiasmanti. Obiettivo numero uno: non fare danni. Numero due: finire la gara. Tutto il resto è grasso che cola.

immagine da crash.net

Anche per Bottas sarà un weekend carico di tensione. Da un lato l’occasione di non avere tra le ruote il suo tirannico compagno di squadra abituale e quindi grosse chance di portare a casa il bottino grosso. Dall’altro dovrà guardarsi da Russell che è tutt’altro che un fermo e che farà di tutto per far capire ai piani alti che vale più del finlandese.

Per entrambi il caso ha voluto che si debbano confrontare su un circuito “nuovo” quindi con pochi riferimenti.  A vantaggio di Bottas ovviamente il fatto di conoscere perfettamente sia la W11 che la squadra, mentre Russell dovrà giocoforza avere un minimo periodo di adattamento. Considerando lo stato di forma psico-fisica di Bottas non sarei così sicuro di portarla a casa facile.

Tempo di annunci per Haas, scuderia che avrà una line-up giovanissima per il 2021. Ufficializzati sia Mazepin (anche grazie ai tanti soldi del papà) che Mick Schumacher. Tra i due, entrambi impegnati in F2, quello più talentuoso è di sicuro il figlio del grande Michael.

immagine da drivetribe.com

Il suo problema saranno le aspettative che tutto il mondo della F1 avrà sulla sua carriera essendo il figlio di uno dei più grandi di questo sport. Già sotto l’ala protettrice dell’Academy Ferrari,  il suo sarà un 2021 di apprendistato in cui dovrà cercare di non farsi condizionare troppo dal turbinio di opinioni e aspettative che inevitabilmente lo travolgeranno. Intanto deve cercare di chiudere la pratica della vittoria del campionato di F2, al suo ultimo appuntamento sempre in Bahrein per coronare una settimana da ricordare a lungo.

Haas che dovrà gestire l’esordio di un altro rookie in sostituzione del convalescente Grosjean: Pietro Fittipaldi, nipote del grande Emerson. A prima vista potrebbe essere l’ennesimo esempio che essere “parente di…” può garantire ottime opportunità di carriera nel motorsport al di là del talento che si possiede. Il suo storico nelle categorie inferiori lascia pensare che Fittipaldi sia solo un buon mestierante delle corse a motori, con un nome e un portafoglio adeguato a sostenerne i sogni di gloria. Per la Haas non farà un gran differenza,  considerando che dovrà pensare solo a difendersi alla meno peggio sul tracciato stile indy car del Sakhir.

immagine da fuoritraiettoria.com

Finiti gli “annunci” passiamo alla gara su un tracciato che definire atipico è un eufemismo, almeno per gli standard recenti della F1. In pratica si correrà sull’anello esterno del circuito del Bahrein che dopo curva 4 abbandonerà la sezione guidata per una parte inedita molto veloce e che si ricongiungerà nell’ultima curva al rettilineo principale.

Risultato? 3543 metri di lunghezza (solo Montecarlo è più breve) e un passo sul giro stimato abbondantemente sotto il minuto, addirittura 53/54 secondi in prova, il tutto per 87 giri. Quanto di più vicino ad un ovale si sia mai visto in F1.

Meno curve e più rettilinei, con le PU che avranno un peso specifico ancora maggiore rispetto al tracciato standard, con una gestione dell’ibrido meno vincolata dalla lunghezza del circuto. L’unico vantaggio potrebbe essere la minore usura delle gomme, data l’assenza di curve impegnative e una configurazione aerodinamica a basso carico.

Aspetto potenzialmente negativo, almeno in qualifica, il selvaggio gioco di scie già tristemente visto a Monza nel 2019 e una q1 particolarmente affollata. Vedremo quale sarà il metro di giudizio della direzione gara se si dovessero ripetere i trenini all’insegna del “vai avanti tu che a me scappa da ridere”.

Il pronostico, cà va sans dire, è tutto a favore delle frecce nere Mercedes, che potranno far valere la loro PU superiore al resto del lotto partenti. Di nuovo in sofferenza la Ferrari, meno rispetto al Gp appena corso (forse…) poichè dovrebbero avere meno probelmi nella gestione gomme in gara ma saranno comunque zavorrati dalla solita PU e da una monoposta con scarsa efficienza.

Possibili sorprese la Renault e McLaren, a loro agio quando le medie sul giro sono elevate. Più in difesa la gara di Red Bull, che non potrà contare sulla gestione gomme superiore in gara e dovrà affidarsi quasi esclusivamente alla PU Honda. Ovviamente in difficoltà i motorizzati Ferrari.

immagine da sonsektor.com

GP scontato quindi? Non è detto perchè una grande variabile saranno le qualifiche, in cui essere al posto giusto nel momento giusto farà la differenza nel passare il taglio verso la q3 e le differenze minime sul giro esalteranno quei piloti che riusciranno a mettere insieme un giro senza errori, con piloti che potrebbero finire indietro in griglia anche con monoposto in teoria più quotate.

In gara invece le monoposto con PU più performanti dovrebbero avere vita abbastanza facile nei sorpassi, con l’incognita di mantenere le gomme nella giusta temperatura di esercizio nei lunghi tratti in rettilineo, così come l’impianto frenante.

Un GP in formato “indycar” che potrebbe cambiare la gerarchia dei valori in pista tra le monoposto. Chissà che, per una volta, un format del genere non si riveli anche divertente da guardare in tv.

*immagine in evidenza da motorbox.com

Rocco Alessandro

 

F2 BAHRAIN 2020 – THE WINNER TAKES IT ALL

Benritrovati! Sono passati due mesi dall’ultimo weekend di Sochi; ci eravamo lasciati con Mick Schumacher che conduceva il campionato di 22 punti di vantaggio su Callum Ilott, mentre i vari Tsunoda, Lundgaard etc sembrano ormai tagliati fuori dalla lotta iridata.

Prima di procedere con ordine nella cronaca del weekend del Bahrain, qualche aggiornamento sui fatti più importanti avvenuti in questi due mesi di vacanza.

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La notizia che ha avuto più risonanza è il cambio di format dei weekend a partire dal 2021. Per venire incontro alle esigenze economiche dei team, la Federazione ha ridotto il numero di appuntamenti, da 12 a 8, aumentando a tre il numero di gare per ogni weekend di corsa. Per ovvi motivi di tempistica, F2 e F3 non correranno più insieme bensì in weekend separati; visto che correranno sempre insieme alla F1 giocoforza incrementerà il numero di trasferte extraeuropee, e forse questo è il punto debole del piano. Il maggiore motivo di risparmio in realtà proviene dal taglio del personale – molti team gareggiano sia in F2 che in F3 e in questo modo potranno usare la stessa crew per entrambi i campionati. Per concludere, sarà prolungato il ciclo di vita delle vetture attuali, avendo spostato a data da definirsi l’introduzione di nuove monoposto.

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Sul versante piloti, i rampolli della Ferrari Academy avrebbero dovuto provare le F1 al Nurburgring, ma la cancellazione delle Fp1 ha negato loro il debutto nella massima formula. In Bahrain inoltre ritornerà Sean Gelael, fermo dalla Spagna per un infortunio, sostituito egregiamente da Juri Vips, e debutterà con la HWA il giovanissimo Theo Pourchaire, che in F3 ha impressionato. Theo sostituirà Giuliano Alesi, che si è accasato con MP Motorsport per sostituire Nobhuaru Matsushita.

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I test invernali si tennero a Sakhir, quindi i piloti conoscono bene il tracciato. La sessione di prove libere ha comunque evidenziato le ruggini di un po’ tutti. Marino Sato e Artem Markelov hanno causato bandiere rosse per testacoda, Roy Nissany e Yuki Tsunoda per poco non si scontravano e sul finire ha iniziato a piovere. Alla fine la sessione è andata a Nikita Mazepin, in odore di Haas, davanti al duo Carlin Tsunoda & Daruvala. I due contendenti sono arretrati, Schumacher 10 e Ilott 14, entrambi dietro ai propri teammate. A causa delle interruzioni, i piloti hanno portato a termine pochissimi long run, In un circuito molto esigente come il Bahrain, questo avrà ripercussioni in gara.

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Le qualifiche sono ricche di colpi di scena. Ilott fa segnare un tempone fin da subito mentre Tsunoda, uno dei favoriti alla vigilia, va in testacoda in curva 11 e la sua sessione finisce lì. Era il suo primo tentativo, quindi partirà 22. Il secondo round di run non vede i piloti in grado di migliorare il tempo di Ilott. Una bandiera rossa provocata da un guasto di Alesi jr cristallizza le posizioni sul finale. Ilott conquista pertanto la quinta pole dell’anno (con 4 decimi di vantaggio su Felipe Drugovich), e con i quattro punti di premio scende a -18 da Schumacher, il quale non va oltre la decima posizione. Terzo è Dan Ticktum, mentre Marcus Armstrong, quarto, manda segnali di risveglio. Mazepin è 7, mentre Luca Ghiotto è solo 20, alle prese con i problemi di gioventù della sua nuova macchina (la precedente andò distrutta in Russia).

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Molto della Feature Race si decide alla partenza. Ilott, partito su gomme morbide, va lungo alla prima curva e fa passare Drugovich, anch’esso su morbide. Al contrario Schumacher jr si inventa uno scatto dei suoi e recupera cinque posizioni tra partenza e prima curva. Pochi chilometri dopo sorpassa anche Zhou, teammate di Ilott, rompendogli l’ala anteriore nel processo. Dopo il primo giro la classifica è Drugovich, Ilott, Armstrong, Schumacher, gli ultimi due su gomme dure. L’inglese sta in scia al brasiliano per qualche giro, ma ottiene solo di bruciare le gomme.

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Ilott rifiuta di fermarsi presto e viene passato da Armstrong e Schumacher. L’alfiere ART sbaglia subito dopo, così Schumacher si ritrova 2°. Al 12o giro, la sofferenza di Ilott continua: si ferma ai box per montare le prime, tuttavia il pit stop dura cinque secondi di troppo. Ma qui inizia la sua rimonta. Drugovich aspetta il sedicesimo giro (su 32) per fermarsi (di gran lunga il migliore stint su option della gara), e rientra poco davanti al pilota UniVirtuosi. Ma qualche bloccaggio di troppo nell’outlap permette a Ilott di sopravanzarlo. Nel frattempo Schumacher continua il suo stint su prime, ma i suoi tempi si alzano considerevolmente. Al 18o giro gira un secondo e mezzo più lento di Tsunoda, anche lui su dure, con la differenza che il giapponese ha dovuto lottare in mezzo al gruppo, visto che partiva ultimo. La velocità dei primi giri sta venendo pagata in questa fase.  Schumacher anticipa il pit al 19o giro. 13 giri su soft sono parecchi, ma è uno stint ancora gestibile.

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Terminati i pit stop, Ilott conduce davanti a Drugovich. L’inglese in testa dura poco: al 20 giro il brasiliano lo infila alla prima curva, forte di gomme più nuove di tre giri, e lo stacca progressivamente. Schumacher nel frattempo è rientrato dietro a un gruppetto compatto. A posteriori era il caso di anticipare la sosta di un giro. Liberatosi in fretta di Shwartzman e Armstrong, e dopo la sosta di Tsunoda, Schumacher jr è quarto dietro a Daruvala, partito settimo su soft. Sembra questione di tempo prima che il tedesco acciuffasse l’indiano, invece il pilota Carlin resiste. Da una parte Schumacher deve preservare le gomme, dall’altra deve pensare al campionato: Daruvala era in lotta per il suo primo podio dopo una stagione pessima, quindi non avrebbe mollato neanche un metro. Dopo una lotta furiosa ma accorta, durante il trentesimo giro, Schumacher si quieta e accetta la quarta posizione.

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Dopo 32 giri, Drugovich vince la prima Feature Race della sua carriera con 10 secondi di vantaggio su Ilott. Il brasiliano quest’anno si è sempre rivelato al top nella gestione delle gomme, come aveva dimostrato la prestazione nel gp di Spagna.

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Per entrambi i concorrenti al titolo l’esito della gara è “poteva andar peggio”. L’inglese poteva sperare in un risultato migliore con una partenza più accorta, ma è comunque un ottimo piazzamento, soprattutto per come si era messa la gara dopo la sosta. Schumacher, quarto, limita l’emorragia di punti. Alla fine ha massimizzato il possibile in un weekend in cui la Prema non era al top. La strategia alternativa non ha pagato come avrebbe dovuto (non a caso tutti i piloti finiti sul podio erano partiti con le option).

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Quinto è Mazepin, che precede di un soffio Tsunoda, Driver of the Day insieme al vincitore. Con un passo gara impareggiabile, la giusta aggressività nei sorpassi e gestione delle gomme impeccabile riesce a rimontare dalla 22a alla 6a posizione segnando pure il giro più veloce nel processo. Seguono Armstrong, protagonista della prima fase di gara ma poi spentosi con le dure, e Shwartzman, che torna a punti da fine Agosto. Il primo stint con le option era stato da incubo (ha pittato mentre era diciottesimo), ma con un undercut e un buon ritmo sulle medie è riuscito a finire in una posizione importantissima.  Chiudono la zona punti Ticktum, baldanzoso in qualifica e nei primi giri ma costretto a pittare troppo presto, e Aitken. Lundgaard, tecnicamente ancora in lotta per il campionato, vive una corsa miserabile e chiude diciannovesimo, alle spalle del debuttante Pourchaire.

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Shwartzman partirà in pole nella Sprint Race per effetto della reverse grid, Armstrong in seconda piazza e Tsunoda terzo. Schumacher sarà 5 e Ilott 7. Al via Tsunoda è il migliore e da terzo attacca Shwartzman in curva 1; il russo resiste, mentre il giapponese viene toccato da Armstrong. Foratura e gara compromessa per il favorito per la vittoria. Mazepin (lento allo start) si rende protagonista di una bella lotta con Schumacher, che vede il tedesco soccombere.

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Al quinto giro si chiude il primo weekend in F2 di Theo Pourchaire. Il diciassettenne parcheggia la sua HWA all’esterno di curva 1 a causa dell’esplosione dell’estintore di bordo. Entra in pista la SC e alcuni piloti (Deletraz, Aitken, Ghiotto) ne approfittano per effettuare una sosta volontaria. Alla ripartenza si compie l’azione che determinerà la lotta mondiale nonché il destino dei due piloti FDA.

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Dopo la bandiera verde, il pilota Virtuosi, nettamente più veloce di Schumacher, tenta la staccata nell’insidiosa curva dieci. L’inglese blocca il posteriore, si intraversa, sfiora Schumacher e centra l’incolpevole Daruvala. L’indiano è out mentre Ilott è costretto a fermarsi per cambiare l’ala; successivamente sconterà un drive through. Finirà ultimo.

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La manovra crea un po’ di confusione. Il pilota che ne beneficia maggiormente è Pedro Piquet, che la modesta Charouz si installa in terza posizione. In testa nel frattempo continua a comandare Shwartzman, che gira costantemente più veloce degli inseguitori, capeggiati da Mazepin. Nel frattempo Schumacher soffre la combinazione di gomme degradate e danni alla propria monoposto rimediati nei vari duelli e scivola progressivamente indietro. Andamento opposto per Deletraz, che forte delle gomme nuove gira fino a due secondi più veloce degli avversari. Il pilota svizzero aveva rimontato fino alla quarta posizione, quando all’ultimo giro il motore della monoposto gemella si ammutolisce, regalandogli il podio. Grande delusione per Piquet jr, che prima d’ora aveva ottenuto solo un arrivo a punti.

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Shwartzman vince per la quarta volta quest’anno (pilota più vittorioso finora) con 5s di vantaggio su Mazepin e chiude definitivamente il periodo di crisi e sfortuna che andava avanti da Monza. Dopo il russo e Deletraz si inserisce Armstrong, un po’ più a suo agio rispetto a Sabato. Anche per lui questo è il primo weekend competitivo dopo numerosi mesi di sofferenza. Seguono Zhou e Lundgaard, entrambi in rimonta dalle retrovie. La zona punti è chiusa da Schumacher (che guadagna due punti su Ilott) e Drugovich, la cui gara è stata complicata da una brutta partenza.

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Con quell’attacco improvvido Ilott ci ha rimesso dei punti su Schumacher ma, più importante, la fiducia dei team di F1. Non è un caso che il giorno dopo Ilott ha comunicato tramite social che non avrebbe corso in F1 nel 2021, mentre proprio stamattina è stato annunciato il debutto di Schumacher jr con la Haas. Malgrado sia dal 2016 che non si arriva all’ultima gara con entrambi i piloti in piena lotta per il titolo (li separano 14 punti quando ve ne sono in ballo 48), paradossalmente l’interesse sarà ai minimi termini. Schumacher ha già ottenuto il sedile in F1, mentre a Ilott quasi non conviene vincere il campionato per via della regola che proibisce al campione di F2 di continuare a correre nella categoria.

Personalmente non ho mai reputato Mick Schumacher un fenomeno e credo che come talento puro (ipotizzando che un oggetto del genere esista) secondo me è sotto molti altri piloti. In termini di velocità gli preferisco Ilott (cinque pole a zero), come visione di gara preferisco Shwartzman, nel corpo a corpo mezza dozzina di piloti (riconosco che è migliorato da inizio anno), nella gestione della gomma forse Tsunoda. Solo nelle partenze è stato il migliore di tutti. In generale, il tedesco nel ritmo gara è veloce ma soprattutto è stato costante, non è mai incappato in weekend neri (a differenza di Shwartzman o Lundgaard) e non ha mai reiterato errori stupidi (le sue scemenze le ha fatte, però ha imparato a non farne più, a differenza di Ilott o Tsunoda), cosa che in questo campionato è stato forse il discriminante.  Non gli nego neanche un po’ di fortuna (al Mugello se si fosse guastata la sua macchina anziché quella di Shwartzman sarebbe stato game over, per esempio). In sintesi, non il più forte, ma è stato il migliore.

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

[Immagine di copertina tratta da motorsport.motorionline.com]