VENI, VIDI, VICI. – MARQUEZ VINCE ANCHE AD ASSEN

Marc Marquez vince anche ad Assen. Raggiunge Giacomo Agostini nel totale delle vittorie in classe Regina (68) ed allunga nel Mondiale guadagnando ben 28 punti su Alex Marquez ed altri 16 su Bagnaia, che viene sconfitto nuovamente in una delle “sue” piste. Vince anche la Sprint ad onor di cronaca, ma ormai quella è un abitudine…

ASSEN, NETHERLANDS – JUNE 29: Marc Marquez of Spain riding the Lenovo Ducati (93) wins the Grand Prix during the MotoGP of Netherlands race at TT Circuit Assen on June 29, 2025 in Assen, Netherlands. (Photo by Gold & Goose Photography/Getty Images)

 

Oggi devo correre in difesa, Alex e Pecco vanno più forti di me su questo circuito. (M.Marquez)

 

Dopo 10 GP quel demone rosso, col numero 93, ha 307 punti. Ha vinto 9 Sprint su 10, ha vinto 6 gare su 10, in totale tra Sprint e gara su 20  disputate ne ha vinte 15 . Una media punti di 30,7/GP su 37 disponibili. Mai abbiamo visto questi numeri dall’introduzione del format con la Sprint, basti pensare che lo scorso anno dopo 10 GP Jorge Martin aveva 241 punti. Praticamente Marc ha 66 punti in più dopo soli 10 GP rispetto a quella che è la miglior stagione della storia Ducati in termini di punti.

THE RACE –

La gara di domenica era partita con altissime aspettative di Bagnaia (“posso vincere, non è la sprint”) e con la sorpresa di un Marquez vincente nella Sprint da sfavorito dopo le due cadute rimediate al venerdì. Le qualifiche erano andate meglio per Pecco che per Marc, ma la pole l’aveva fatto quel diavolo di Quartararo su una M1 vestita con la livrea della mitica R7 di Haga. Pronti via e Bagnaia balza in testa alla corsa seguito subito da Marc Marquez, tutti si aspettano una fuga di Pecco ma in realtà il 93 dopo 5 giri passa in testa e diventa imprendibile. Bagnaia viene superato dal Bez e da Pedro Acosta ma sul finale di gara riesce a riprendersi il 3° posto a danno del pilota KTM. Alex Marquez è vittima di un infortunio alla mano a causa della caduta rimediata dopo il contatto con Pedro Acosta. Giornata nera per il Team Gresini che perde in gara anche Aldeguer, vittima di un incidente con Mir.

Marco Bezzecchi sulla RS-GP durante Assen GP. Fonte MotoGP

Aldilà della vittoria di Marc, che sorprende più per come è arrivata, il Pilota del giorno è senza dubbio Marco Bezzecchi. Ha quasi rischiato di vincerla ad Assen, arrivando addirittura davanti a Bagnaia. Un grande risultato per Aprilia visti soprattutto i tempi che corrono con la grana Martin. Molto bene anche le KTM di Acosta e Vinales chiudono la TOP5. Deludono invece le Ducati del VR46 lontane dal podio con il Diggia in P6 e Morbidelli in P7. La sensazione personale è che Franco abbia esaurito le sue chance in MotoGP e quella sella sia già prenotata da Pedro Acosta.

BAGNAIA FUORI DAL PROGETTO.

Questa moto non si adatta allo stile di Pecco. Ma quindi questa moto chi l’ha sviluppata? Solo Marc!? O invece il “limite” di Bagnaia è proprio Bagnaia stesso!? Probabilmente il miglior Bagnaia l’abbiamo visto e adesso che si è alzata l’asticella non ne ha, tecnicamente e mentalmente, per stare con Marc. Il che non sarebbe un problema visto che il 93 ha pensionato e battuto prima Pedrosa, poi Valentino ed infine Lorenzo; ma di sicuro è un problema per lui prenderle ogni domenica da Alex Marquez che guida per un Team clienti.

La cosa che lascia perplessi non sono tanto le dichiarazioni, ancora una volta piccate verso una moto che l’ha portato sul tetto del Mondo, quanto le diversità di visioni tra Bagnaia e Dall’Igna. Si avverte un netto scollamento tra le parti e Gigi ha già mostrato in passato, con altre dichiarazioni, una presa di posizione diversa da quella di Pecco.

Ad inizio campionato dissi “qualora Marquez dovesse fare il vuoto nel Mondiale, Bagnaia potrebbe guardarsi intorno”. Ed in effetti secondo me un pensierino lo sta facendo, con i motori bloccati nel 2026 potrebbe anche essere peggio di così.

CLASSIFICA MONDIALE

Marc Marquez allunga nel Mondiale proprio alle porte del GP del Sachsenring che segna il giro di boa del Mondiale. Dopo tre “All In” di fila (Aragona/Mugello/Assen) rischia di ammazzare definitivamente il campionato a metà stagione qualora dovesse dominare anche in Germania.

CRISI DUCATI DICEVANO!?

Vi ricordate dopo LeMans e Silverstone, qualcuno asseriva che la Ducati fosse in crisi. Proviamo a vedere quanto è forte questa crisi nel Team Lenovo: I podi dopo 10 GP tra Sprint e gara nel 2023 erano 15, nel 2024 erano 17, nel 2029 sono 29. 

Analizzando invece i podi per casa costruttrice tra Sprint e gara nel 2023 erano 41, nel 2024 erano  43 mentre nel 2025 sono 54!!! E nel 2025 ci sono 3 team, non 4 come gli altri anni…

Personalmente l’unica crisi la vedo nelle teste di chi non riesce a giustificare la sonora paga presa da Bagnaia. Sono in piena crisi evidentemente…

 

 

Francky

 

NORRIS DOMINA IN AUSTRIA. FERRARI PRIMA DEGLI ALTRI.

Aggiornamenti. Cosa buona o cosa cattiva, dipende a cosa si applicano. Se fosse un sistema operativo, sarebbe lecito aspettarsi un disastro. Su una Red Bull o una McLaren, solitamente danno soddisfazione. Su una Ferrari, solitamente no. O forse no.

Perchè in Austria, con un fondo “un po’” aggiornato, Leclerc piazza la rossa in prima fila, e Hamilton in seconda, entrambi con una McLaren a fianco. Ma Norris, in forma strepitosa fra le colline austriache, rifila oltre mezzo secondo a tutti.

Al punto che parte pure bene, proteggendosi da Leclerc ma  favorendo, in questo modo, Piastri che passa secondo. Mentre Hamilton si fa passare da Russell ma recupera la quarta posizione con una splendida manovra all’esterno.

Contemporaneamente, Antonelli, maturo a scuola, dà segni di immaturità in pista sbagliando la frenata di curva 4 e centrando l’incolpevole Verstappen. Il quale la prende bene, forse ricordandosi che da diciottenne faceva questo e altro.

Esce la safety car per 2 giri, e quando si riparte Piastri inizia a pressare Lando. Le 2 McLaren seminano rapidamente le 2 Ferrari e al giro 11 l’australiano passa davanti all’inglese, il quale però recupera immediatamente la posizione. Oscar si mette poi tranquillo a seguire come un’ombra il compagno. Fino al giro 20, quando rischia di tamponare il compagno, prendendosi una sgridata da parte del team.

Il quale, team, avendo capito l’antifona, fa fermare Norris, ma lascia Piastri fuori per fargli perdere quei secondi necessari per evitare un’ulteriore lotta.

E le Ferrari? Leclerc si ferma al giro 25, con Hamilton che si ferma al giro successivo.

Al giro 46 Russell, anonimo quinto, si ferma per la sua seconda sosta.
Leclerc si ferma al giro 50 con Hamilton che si ferma al giro successivo, costretto dal suo box.

Norris effettua la sua seconda sosta al giro 53, con Piastri che lo segue al giro successivo. Ma è troppo tardi, e l’unica cosa che succede dopo è che Oscar rischia di essere sbattuto fuori da un doppiato.

Finisce così con Norris davanti a Piastri, Leclerc, Hamilton, Russell, Lawson, Alonso, Bortoleto, ai primi punti in carriera, Hulkenberg e Ocon.

Fra una prossima settimana ci sarà Silverstone. Riuscirà il nostro eroe a cogliere il primo podio vestito di rosso?

P.S. fare lift and coast tutte le curve e per tutta la gara é deprimente.

P.S. 2 ma nel secondo stint Leclerc ha viaggiato come le McLaren, per l’esaltazione di Gené. Stando però a 20 sec. dal leader.

P.S. 3 “fosse per noi correremmo con una macchina sola”. Vero, la seconda auto sono soldi buttati e serve solo a far diventare delle monumentali pippe dei piloti che, prima di diventare compagni di squadra di Verstappen, non erano poi così male. E che, dopo essere stati cacciati dal buon Marko, di solito ridiventano discreti piloti.

P.S. 4 Tutte le volte che il mio concittadino diciottenne festeggia qualcosa, nella gara dopo diventa inguardabile. Era successo ad Imola, dopo la coppa Italia vinta dal Bologna, ed è risuccesso oggi, dopo la maturità festeggiata con tanto di corona d’alloro (io per meritarmela ho dovuto prendere una laurea e non me l’hanno nemmeno data). Non c’è più nulla da festeggiare, ora pensa a guidare che sei bravo.

P.S 5. Speriamo che Vasseur non sia dovuto tornare a casa per qualcosa di grave.

F1 2025 – GRAN PREMIO DELL’AUSTRIA

Il rientro in Europa dopo la trasferta canadese ci porta al Red Bull Ring per il gran premio d’Austria con una serie di quesiti che dovranno essere verificati e che potrebbero dare un altro volto al mondiale che fino ad ora abbiamo visto.

Sulla pista austriaca ritorna in ballo la variabile del degrado gomme, assente in Canada e che tanto ha favorito la Mercedes, comunque candidata al podio anche in Stiria.

immagine da gpfans.com

Quello però su cui molti addetti del settore si interrogano è l’effettivo comportamento delle McLaren su una pista in cui gli effetti della direttiva ali da poco introdotta sarà facilmente verificabile. L’opinione di qualcuno e la speranza di tutti quelli che inseguono in classifica è che la squadra di Woking abbia effettivamente perso una parte consistente del suo vantaggio sulla concorrenza, rendendola più vulnerabile e soggetta agli errori.

Di sicuro uno che non dovrà compierne è Norris, che anche a Montreal ha dato prova della sua scarsa lucidità nei momenti che contano. Niente di irreparabile ma è così che si perdono i mondiali, anche senza dover aspettare l’ultima gara.

Tutt’altra solidità invece mostra Piastri, pronto a vincere in Stiria dopo aver salvato il salvabile in Canada.

Si diceva di una Mercedes pronta a recitare un ruolo da protagonista anche in Austria. Quì però non ci sarà il “vantaggio” di un asfalto poco aggressivo sulle gomme e bisognerà trovare il giusto ritmo e setup per non arrivare sulle tele, cosa che probabilmente mette il neo maturando Antonelli in una posizione di debolezza rispetto al suo team mate.

immagine da the-race.com

Per quanto riguarda Ferrari la situazione è la solita, ossia di “krante kasino” per citare uno che ne capiva. Leclerc, Vasseur e Hamilton parlano ognuno una lingua diversa, cosa che non aiuta un ambiente alla disperata ricerca di una prova convincente. Sul francese si addensano sempre più nefasti presagi, mentre il monegasco ormai è esperto nel ruolo di quello che cerca di salvare il salvabile senza mandare tutti a quel paese, mentre l’inglese sembra proprio lo stereotipo dell’albionico che si scontra con una realtà latina a lui sconosciuta e neanche velatamente irritante.

Posto il fatto che tutto sommato la gara canadese ha mostrato una velocità paragonabile a quella dei suoi concorrenti, manca però ancora quella stabilità e quella ripetibilità di prestazione in qualifica che li possa mettere in grado di lottare alla domenica.

Tutti aspetti che appartengono più a Verstappen che alla Red Bull in questo momento e che potrebbero valere una volta di più in Austria. Sempre con un occhio a una possibile squalifica in caso di manovre azzardate, l’olandese cercherà sicuramente di metterci del suo su una pista che autorizza ad una certa “fantasia”.

Pirelli porterà gomme tra le più soft a disposizione, C3 C4 e C5, con il chiaro intento di far si che il degrado gomma renda più inprevedibile la gara e riducendo l’impatto della qualifica del sabato. Un vantaggio potenziale per Ferrari che però, ovviamente, dovrà essere adeguatamente messo in pratica e quì arrivano i problemi.

immagine da the-race.com

Ci aspetta una gara interessante quindi, con anche le temperature altalenanti del weekend a scompaginare piani minuziosamente implementati a seguito delle prove libere. Personalmente vedo una Verstappen che potrà sfruttare una McLaren un pò in confusione e con meno margine sugli avversari, cosa che porterà un bel pò di pressione. Mercedes alla finestra per puntare perchè no alla vittoria e una Ferrari in balia degli eventi, chissà che questa volta non siano tutti a favore.

*immagine in evidenza da tauroa.at

Rocco Alessandro

 

 

IL PUNTO DELLA REDAZIONE

Tiene ancora banco in questa settimana ciò che è accaduto in Ferrari e, nello specifico, alle voci riguardanti l’appiedamento di Frederic Vasseur a fine stagione in favore del capo del programma Endurance, Coletta. Una riflessione, posta dall’ottimo e sempre puntuale Pier Giuseppe Donadoni di Autoracer.it, è proprio sulla durata del contratto del rubicondo Team Principal francese: infatti a fine 2025, se non avvenisse l’agognato rinnovo, i rapporti tra l’attuale capo del muretto Rosso e la stessa Ferrari termineranno. Ciò stride non poco visto e considerato che il Presidente Elkann (assieme alla “longa manu” di Benedetto Vigna), già nel 2022 aveva dichiarato che l’obiettivo della sua Rossa era quello di vincere nel 2026. A questo punto la domanda sorge spontanea come si suol dire: se l’obiettivo è fissato in quattro anni, per quale motivo redigere un contratto della durata di soli tre anni? Che senso ha tutto questo? La base di un qualunque progetto, per non parlare di quello di una squadra di F1 è la stabilità, quella stabilità che a Maranello ormai non è più di casa da tanto, troppo tempo ormai. Già solo questo fa venire dei dubbi verso chi regge il timone (quello vero!) della squadra. Dov’è la logica in tutto questo? Se la dirigenza ha deciso che bisognava puntare al nuovo cambio regolamentare, per poter porre le basi di una vittoria se non addirittura di un dominio, come minimo ci si aspetta che il contratto del Team Principal scelto avrebbe dovuto avere la durata necessaria a coprire almeno il primo anno del suddetto nuovo regolamento. A mio modesto giudizio il nodo gordiano di tutta la faccenda è proprio in questo dettaglio, che confesso all’inizio dell’era Vasseur mi era completamente sfuggito. Con molta probabilità Elkann e Vigna, non si sono mai fidati appieno della loro scelta e da qui il così detto “giro di prova”. Del resto per quale motivo avrebbero dovuto fidarsi ciecamente, visto e considerato che proprio lo stesso Vasseur era solamente la quinta opzione tra i papabili Team Principal che avevano in mente prima di scegliere lui? Evidentemente i due manager hanno cercato di guadagnare tempo e, nel contempo sono stati alla porta a guardare cosa era in grado di combinare il sostituto di Binotto. Chissà forse c’è stata una sorta di rasserenamento quando il 2024 ha dato ragione al francese, perché non dobbiamo dimenticare che la Ferrari dell’anno scorso sarebbe stata campione del mondo piloti e costruttori se il mondiale fosse iniziato immediatamente dopo la pausa estiva! Sicuramente questo è stato il catalizzatore necessario per far venire Hamilton nella Ferrari di Elkann e Vigna, solo che all’inglese gli ha detto male (ben venuto nel nostro mondo Lewis!) ed ora, attraverso le sue dichiarazioni poco criptiche e molto velate, sta cercando assieme al suo “amico” Team Principal, di provare a cambiare le cose dall’interno… auguri!

Già, la comunicazione. Purtroppo nemmeno in questo Ferrari eccelle ed è un vero peccato perché paradossalmente la squadra, in termini di preparazione in pista, sta dando veramente il massimo e, l’inanellare i pit più veloci ad ogni GP, dimostra che il team ci credeva e si era preparato davvero bene. Solo che i guai della SF-25 hanno fatto emergere, come un putrido liquame da una fetida cloaca, tutti i mali della Rossa a cominciare proprio dal modello comunicativo adottato dagli attori principali con Vasseur, LeClerc ed Hamilton che dicono puntualmente tre cose completamente diverse ed ora, si va ad aggiungere il silenzio assordante della dirigenza che ha voluto lo stesso Vasseur. Non siamo nuovi a questa strategia comunicativa, se stare zitti è una strategia si capisce, visto che proprio nel 2022 Elkann ci aveva già dato dimostrazione di ciò stando completamente zitto, lasciando completamente sola la Ferrari di Binotto, per poi intervenire solo a cose già fatte e cioè dopo che la squadra fu sbugiardata dallo scoop della Gazzetta dello Sport. L’unica differenza, rispetto al 2022, è che Vasseur ha sempre avuto il massimo appoggio della coppia dirigenziale della Rossa, questo fino a quando le cose sono andate bene evidentemente. Dopo di che ci sono solo tristi analogie, compresa quello dell’ennesimo scoop da parte del quotidiano rosa (vedremo se anche questa volta Luigi Perna ci ha preso… io so solo che quel giornalista non scrive mai a caso!) che vuole appunto l’avvicendamento dell’attuale Team Principal con Coletta. In una situazione cosi delicata trovo quanto meno sconveniente che nessuno dei due manager non profferisca nessuna parola. Non solo, ciò non fa che destabilizzare ulteriormente la squadra gettando sulle loro già provate spalle, ulteriore ed inutile pressione. Nessun dirigente di sport coscienzioso agirebbe in tal senso eppure, la squadra più gloriosa della F1, si ritrova in questa situazione anche e soprattutto per colpa di chi la comanda. Questa, l’ho sempre scritto, è la Ferrari del duo Elkann – Vigna e noi tutti inermi ne stiamo mirando la su visione.

Non sono mai stato un estimatore di Vasseur eppure, viva Dio, non mi è mai mancata l’obiettività di capire quando qualcosa è sbagliato o meno. In F1 esiste solo una parola chiave che è “stabilità” e, non rinnovare il contratto di Vasseur per mandarlo via dopo solo tre anni è da pazzi! La pazzia è ancora più grande se tutto questo avviene alla vigilia dell’inaugurazione del regolamento più sconvolgente che la F1 abbia mai visto. Trovo ridondante e noioso stare su queste righe a ripetere da anni ormai sempre le stesse cose: parole che ho ripetuto con Binotto (forse ora tanti capiranno veramente in che condizioni ha dovuto lavorare) e, che ora addirittura mi ritrovo a ripetere in difesa di Vasseur, nonostante il sottoscritto sia un suo detrattore. Cosa succederà se arrivasse Coletta nel 2026? Si ritroverebbe una squadra che non è sua e, come sempre, anche lui avrebbe bisogno del suo necessario tempo per poter riscrivere le regole che egli ritiene opportuno. Naturalmente la nuova vettura non sarà roba sua e, con un sistema regolamentare completamente nuovo, partire bene sarà fondamentale perciò Ferrari sta seriamente, con questa potenziale mossa suicida, mettendosi in condizione di partire già zoppa ancora prima che il nuovo mondiale inizi. Forse a tutto ciò si riferiscono le parole di Hamilton (“Dobbiamo concentrarci totalmente sul 2026” e “Stiamo cercando di cambiare le cose dall’interno”), forse in seno alla Gestione Sportiva c’è in atto una guerra tra chi vorrebbe provare a migliorare (o dovrei dire inglesizzare) lo stato di cose e, chi non vuole cambiare proprio nulla. Anche per questo, il silenzio di Elkann è assordante, visto che proprio lui ha voluto fortemente Hamilton il quale di rimando, è venuto in Ferrari proprio perché c’è il rubicondo Team Principal francese.

In assenza di una voce autoritaria ed autorevole il gregge si disperde, è inevitabile e, solo una dichiarazione dell’attuale capo potrebbe porre fine a questa ridda di voci e illazioni in un modo o nell’altro.

Buon GP d’Austria a tutti.

Vito Quaranta

 

MOTOGP 2025. GP D’ITALIA MUGELLO

Andato in archivio anche il Gp d’Italia 2025 e con esso il titolo mondiale.

Su un tracciato mai particolarmente “favorevole” (non ci vinceva dal 2014!!) Marc Marquez mette in scena il weekend più che perfetto, siglando pole, vittoria Sprint, vittoria gara lunga e GPV in entrambe le corse.

Ducati Lenovoi Team’s Spanish MotoGP rider Marc Marquez steers his motorbike ahead of the pack during the Italian Moto GP Grand Prix at Mugello circuit, in Mugello, near Florence, on June 22, 2025. (Photo by Tiziana FABI / AFP) (Photo by TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)

Nettamente superiore a chiunque (anche a se stesso) non ha lasciato diritto di replica a nessuno se non un paio di giri “condivisi” con l’idolo di casa Bagnaia che subito dopo è tornato nei soliti ranghi a combattere con un avantreno che continua a non digerire.

Pecco ha raggiunto il podio nella sprint ma nella gara vera ha dovuto cedere il passo anche ad un’altra Ducati 2025 (quella di Di Giannantonio) crollando del tutto nel finale.

La festa dei Marquez’s è stata completata da Alex ottimo secondo in tutte e due gli eventi.

Le motociclette italiane hanno dettato legge sulle colline toscane con ben 5 Ducati e 2 Aprilia nei primi 7 posti. L’acciaccato Ogura è finito ad un paio di secondi dall’ottavo posto occupato dalla KTM di Acosta, segnale che al Mugello ieri poteva fare ancora meglio fosse stato in condizione.

L’unica “scheggia impazzita” è stata quella di Vinales che pare aver preso un’ottima confidenza con la moto austriaca (è il migliore nelle ultime gare). Peccato sia stato steso da Morbidelli con un’entrata garibaldina che gli è costata ben due long laps. Il primo per l’entrata in sé ed il secondo per aver fatto male il primo…..

Il weekend in sintesi è tutto qui.

Se metti il miglior pilota degli ultimi 12/13 anni sulla miglior moto degli ultimi 5 il minimo che possa capitare è che sia un dominio.

Senza togliere meriti a nessuno lo spettacolo finisce per risentirne. Da appassionato di corse ed ex tifoso Ferrari non mi vergogno di dire che dopo i primi 3 mondiali di Schumacher mi ero stufato anche di quel dominio.

Tutto è lecito, tranne i fischi ai piloti.

Noi italiani ci facciamo riconoscere spesso e volentieri. Ieri non è stato un bello spettacolo, uno spettacolo molto più adatto agli spalti di uno stadio. Questo “andi” cominciò anni orsono grazie al seguito dei tifosi di Rossi ed ormai non si sradica. Suo malgrado Bagnaia ne ha ereditati buona parte e dovrebbe dissociarsene quanto prima biasimandone il comportamento. Lodevole Tardozzi che è andato a redaguirli.. Peccato che si poteva risparmiare il fatto che “è rosso” anche Marquez.

Ci vediamo ad Assen, pista amata da Bagnaia che, a meno di capire l’avantreno in pochi giorni, correrà come al Mugello.. rassegnato.