BASTIAN CONTRARIO: Chi piange fotte a chi ride

Dalle mie parti il detto citato nel titolo, ha molto più effetto se lo si pronuncia in dialetto, certo è che comunque rende molto bene l’idea di quello che è successo domenica scorsa. Diciamocela tutta, al di la di quale sia stato il reale risultato, il vero vincitore del GP del Belgio è stato proprio Verstappen il quale, nonostante l’amaro esito, ha ulteriormente allungato sul suo diretto avversario e cioè Norris. Red Bull al momento si trova in un impasse tecnico che, ad inizio mondiale, nessuno avrebbe mai potuto credere possibile. Dio benedica l’attuale regolamento che a causa del fatto che ha esaurito la sua curva di miglioramento, ha dato la possibilità a molti top team di potersi avvicinare ai bibitari, dandoci cosi la possibilità di poter godere di uno spettacolo più unico che raro che è quello di lotte serrate e corpo a corpo come non era mai successo prima. Come scrivo da tempo, godiamocelo questo show, perché dal 2026 tutto questo finirà e se ci andrà bene, avremo solo due team che si giocheranno il titolo piloti e costruttori… se siamo fortunati!

Intanto nonostante l’attuale campione del mondo pianga in macchina e fuori, Red Bull dal punto di vista del mondiale piloti, può dormire sonni tranquilli per due motivi: sia perché Verstappen ha un vantaggio tale su Norris (e tutti gli altri) da poter stare sereno e soprattutto perché lo stesso Lando, non è all’altezza del mezzo che ha. Allo stato attuale la rinascita tecnica della Mercedes è un’alleata preziosa a tal fine, perché i due alfieri AMG “rubano” vittorie e quindi punti preziosi alla sprecona McLaren e, questo gioca a favore del campione del mondo. Ammesso che AMG vincesse (con l’alternanza di Hamilton e Russell sul gradino più alto del podio) anche le prossime tre, cinque gare, al buon Max basterebbe arrivare costantemente a podio per conservare il suo vantaggio nella classifica iridata. Naturalmente lo vedo altamente improbabile che Verstappen si accontenti del semplice piazzamento, eppure la realtà è questa attualmente. Red Bull, al ritorno dalle vacanze, è chiamata alla riscossa perché il suo pupillo ormai non vince da quattro GP di fila (ultima vittoria a Giugno in Spagna!) e, indipendentemente dal fatto che può stare tranquillo per via del suddetto vantaggio in classifica, gli umori in squadra non sono dei migliori. I casini nel team non sono mai stati risolti (pace armata) solo, un conto è che si vince sempre, un altro è che devi affrontare un mondiale tirato come quello che stiamo vivendo ora, dove inevitabilmente tutto si amplifica. Oltretutto i bibitari hanno un problema non da poco che si chiama “Sergio Perez e quindi mondiale costruttori”. A GP del Belgio concluso, è stato visto Horner parlare con un “entusiasta” Ricciardo: non so se l’australiano a ritorno dalle vacanze sostituirà il messicano, so solo che se ciò avverrà, dichiaro che è tremendamente ingiusto. Con tutti i giovani che si “buttano” nel circus, puntare su “questo” Ricciardo, è una mezza sconfitta. Allo stato attuale non riesco ad immaginare Daniel che riesce a fare meglio di Sergio, vero è nel contempo che non bisogna mai sottovalutare la componente emotiva (entusiasmo), la quale potrebbe giocare un ruolo determinante in tal senso. Intanto se ciò accadrà, Daniel avrà fottuto il buon Sergio che di certo attualmente non ride.

Lo stesso dicasi in casa McLaren la quale ora si trova con due buoni piloti che, sulla distanza stanno rivelando la loro vera natura, in luogo del quale Norris si sta dimostrando fragile mentalmente e Piastri (il quale è stato già soprannominato “iceman”… vi prego non mi toccate Raikkonen!) di rimando, sta crescendo in modo importante tanto che è già il secondo GP di fila che si mette dietro il compagno di squadra (Max ringrazia!). Lando, fallando l’ennesima partenza, se ne va in vacanza col muso lungo e soprattutto con molto su cui riflettere, perché allo stato attuale il suo vero problema non è tanto il campionato piloti, quanto stabilire chi comanda in squadra: con Piastri che inizia a far valere il suo talento (più ti trovi nelle zone alte e più impari a migliorare) in squadra, si arriverà all’anno prossimo che di sicuro la squadra non avrà che l’imbarazzo della scelta su chi puntare per poter assaltare il titolo piloti. Del resto già in Ungheria la squadra di Woking ha fatto capire che del suddetto titolo attualmente non se ne frega un beneamato, ergo quindi, già proprio da quest’anno il team non ci penserà due volte a “castrare” Norris se necessario. Il problema (per Lando), come detto poc’anzi, rimane per il 2025 perché si presuppone che anche l’anno prossimo appunto il riferimento rimarrà McLaren e, con questa concorrenza sempre più serrata (Red Bull e Mercedes… Ferrari non pervenuta al momento), il team gioco forza dovrà necessariamente operare una scelta nel breve periodo. Intanto il buon Oscar, zitto zitto come si suol dire, sta seguendo il suo percorso di formazione che sta portando i suoi frutti. Il ritorno dalle vacanze dunque, sarà già una chiamata importante per il pilota papaya inglese.

Di certo chi è maestro nel piangere e fottere chi ride, è il sette volte campione del mondo Hamilton. Mettiamo subito i “puntini sulle i” onde evitare equivoci ed inutili polemiche, ovvero, domenica scorsa Lewis ha condotto una signora gara. Nulla da dire a riguardo. Nella F1 moderna è risaputo, se hai il mezzo emergi altrimenti ti attacchi (andate a chiedere ad Alonso che l’anno scorso era a podio ogni domenica ed ora è il baratro) e, Hamilton appena ha capito che la sua W15 poteva permettergli di lottare costantemente per il podio, se non per la vittoria, ecco che ha risposto puntuale alla chiamata. Il GP lo ha deciso alla partenza, incollandosi dietro il disgraziato LeClerc il quale a sua volta, più di quello che ha fatto con la sua SF24 di più non poteva dare. Hamilton, maestro nel trattare le gomme ha portato a scuola tutti, come si conviene ad un campione del suo calibro. Proprio per questo ciò che ci ha fatto vedere Russell deve essere ancora di più esaltato, perché il giovane inglese ha un compagno di box molto ingombrante da questo punto di vista e, quanto mostrato domenica scorsa è stato un grande segno di maturità tecnica. Mercedes con Russell può dormire sonni tranquilli perché in squadra si ritrovano un signor pilota che, con quella “lettura della gara” che ha avuto insistendo di rimanere dentro, ha lasciato in mutande tutti a cominciare proprio dal suo compagno il quale, come da copione, si è sentito per l’ennesima volta frodato dalla sua stessa squadra. Mercedes deve delle scuse… a Russell, perché commettendo quell’ingenuità di calcolo, ha derubato il giovane inglese di una delle sue vittorie più belle di sempre. Intanto Hamilton, nel retro paddock, aveva un volto che era tutto un programma. Il campione ha dichiarato che anche lui voleva rimanere dentro per tentare la sosta unica, allora mi chiedo per quale motivo non si sia imposto proprio come ha fatto il suo compagno? Intanto la scure della giustizia sportiva è calata inesorabile ed, i suoi pianti alla fine, si sono tramutati in sorrisi… è proprio vero che chi piange fotte a chi ride!

Concludo l’articolo, grazie al TP Ferrari, esattamente come la settimana scorsa: Vasseur ha detto, a fine GP, “che ora il calendario ci arride” e questo lo affermava mentre LeClerc, a sua volta, dichiarava che “nonostante tutto siamo ancora il quarto team”. Ad uno come Vasseur, che dopo quanto è successo in pista, dichiara quello che dichiara, cosa diavolo gli puoi dire? Nemmeno che fotte a qualcuno, visto che quelli a piangere siamo noi a casa, che ci facciamo ogni maledetta domenica il sangue amaro.

Buone vacanze a tutti.

Vito Quaranta

 

LE NON PAGELLE DI SPA 2024

Continuano le emozioni in questa stagione di Formula 1 che, se continua così, si avvia a diventare una delle più eccitanti degli ultimi 10 anni. Non che ci voglia molto, a dir il vero, visto che tolti il 2016 e il 2021 e qualche metà di stagione non è che ci sia stato di che esaltarsi ma tant’è e godiamocela. Dei sette vincitori diversi ci eravamo già compiaciuti in Ungheria, ora abbiamo anche due vincitori diversi nello stesso GP! Già, perché dopo qualche ora dalla conclusione del GP i commissari sanciscono la squalifica di Russell causa peso insufficiente privandolo di quella che sarebbe stata una meritatissima terza vittoria in carriera. La conseguenza è che tutti i piloti dietro di lui scalano avanti di una posizione. In primis, è proprio il caso di dirlo, Lewis Hamilton, che passa dalla delusione assoluta alla delusione relativa e incassa la vittoria numero 105 della sua carriera. Da 3 a 2 e da 104 a 105: chi si rammarica di più? Va tuttavia sottolineato che, squalifica a parte, Mercedes aveva fatto una doppietta che non si vedeva da… be’, pensate un po’: dalla prima vittoria di Russell a San Paolo nel 2022 ma prima di quella bisogna risalire al 2020 per trovarne un’altra. Insomma, che Mercedes fosse tornata a dir la sua l’avevamo già capito ma la conferma di Spa, anche viste le vicissitudini del venerdì e il sabato, va oltre ogni aspettativa. Sorprende anche, dal punto di vista tecnico, che RBR non abbia goduto dei vantaggi del DRS che fino all’anno scorso aveva. Ce n’eravamo già accorti a Budapest dove però il corto rettilineo costringeva ad una sospensione del giudizio. Sul Kemmel, invece, di giustificazioni non possono esserci e la visione di Verstappen praticamente impossibilitato a superare una qualunque vettura dei top team a Spa è stata davvero inedita.

Nelle pagelle dell’Ungheria mi sono, per così dire, lamentato della povertà delle strategie poste in essere da praticamente tutte le scuderie nel senso che quasi tutti hanno preso scelte assai discutibili, per usare un eufemismo. In questo GP, tesissimo proprio dal punto di vista strategico, si è visto qualcosa di meglio ma ancora ampiamente insufficiente se pensiamo alla strumentazione di cui i team possono disporre. Va detto però che da un lato un GP di soli 44 giri (il circuito di Spa è il più lungo del mondiale) restringe la finestra decisionale ma dall’altro rende ancora più decisiva ogni decisione presa. Da questo punto di vista, la scelta di andare su una sosta era oggettivamente difficile da prendere, a maggior ragione se si considera il meteo ballerino del venerdì e del sabato che non ha consentito di trarre indicazioni determinanti. Tuttavia, c’è chi l’aveva pianificata: Tsunoda, Magnussen, Stroll e Alonso. A guardare l’esito della gara pare piuttosto evidente che Magnussen e Alonso abbiano ottenuto più di quanto avrebbero ottenuto se invece fossero andati su due soste. Magnussen ha chiuso ben 20 secondi avanti a Hulk e Alonso, primo degli “altri”, ha capitalizzato in questo modo tanto la posizione in griglia quanto l’ottima partenza nonostante un ritmo non esaltante e certamente inferiore ai due Alpine, Ricciardo e Albon che gli sono arrivati dietro. Male invece Tsunoda e Stroll. Ovviamente il più clamoroso effetto della strategia ad una sosta l’abbiamo visto con Russell che però, a differenza dei poc’anzi citati, sembrerebbe che abbia deciso in totale autonomia intuendo che avrebbe potuto rischiare solo a fine GP. Intuizione straordinaria, come abbiamo visto, purtroppo vanificata dai calcoli errati del suo retrobox: il geniale prolungamento dello stint ha portato sì la vittoria sperata ma ha anche consumato a tal punto le gomme fino a far perdere loro 1.5 kg di peso (e forse più a questo punto), poi rivelatisi decisivi nella consueta pesa di fine gara. La decisione si rivela essere dunque geniale dal punto di vista del pilota mentre totalmente sbagliato è l’avallo che è stato dato dal retrobox (o strategy room che dir si voglia) in quanto non hanno calcolato la perdita di peso che avrebbe poi certamente implicato la squalifica a fine gara. Se poi ricordiamo che Spa, al termine della gara, non consente di fare il giro di rientro (a La Source rientrano percorrendo la corsia dei box al contrario) l’errore diventa ancora più macroscopico: può essere che avessero calcolato di recuperare peso raccogliendo i “marble” (e peso) sparsi per il circuito ma dimenticando clamorosamente questa caratteristica di Spa. Insomma, ancora una volta si dimostra che i retrobox e tutta la loro potenza di calcolo si sfalda come neve al sole se non c’è un cervello biologico funzionante dietro. Oppure, il che non cambia l’esito, a che pro avere tutta questa potenza di calcolo se poi non la si sfrutta a dovere? Faccio infine notare che i succitati “onestoppisti” hanno passato i controlli del peso senza problemi: segno che loro, invece, i calcoli li avevano fatti bene.

Ma vediamo più in dettaglio la gara dei piloti e siccome si dice, a ragione, che Spa sia l’università della Formula 1 le non pagelle di oggi si trasformeranno in veri e propri esami universitari.

RUSSELL: 30 e lode (ma non risulterà sul libretto!)

Il libretto di Russell non verrà vergato con il massimo dei voti e toccherà ripetere la sessione l’anno venturo. Spiace, perché la decisione di cambiare strategia era tutta farina del suo sacco ed era un’intuizione giusta. L’errore marchiano quanto clamoroso è compiuto dai cervelloni della “strategy room” che non hanno fatto bene i calcoli oppure hanno dimenticato, come poc’anzi accennato, che a Spa non si fa il giro di rientro. Male, anzi malissimo! Visto che in questo ambito si è decisa la gara del nostro eroe credo sia opportuno notare che il team radio che ha dato origine al cambio di strategia suonava più o meno così: “think about the one stop”. Come a dire: fate i calcoli per capire se si può fare oppure no. Non è che Giorgino se ne è stato zitto o ha rifiutato sdegnosamente ogni altra mossa ma da buon ragazzetto educato inglese ha gentilmente chiesto se si poteva fare. Lì il muretto ha sbagliato: potevano e dovevano sapere il peso della vettura e le conseguenze che sarebbero derivate dal consumo della gomma per 36 giri e non per la dozzina o poco più che era stato calcolato in precedenza. Errore di Mercedes che rischia di costare carissimo nel contesto totale della stagione perché nel costruttori, se verrà confermato il trend attuale, tutto è ancora da decidersi.

HAMILTON: 30 e lode

La lode è postuma per via della squalifica di Russell che lo issa al culmine del podio ma ci sta tutta. Al via oltre all’eccellente scatto lo vediamo fare a ruotate con Perez fino alla Source e poi scendere verso il Radillon non con un pelo ma con un intero tappeto d’angora nello stomaco in un testa a testa da brividi che fa infine cedere il pilota messicano dai suoi intenti di conservare la seconda posizione dietro Leclerc. Non pago, resiste al contrattacco di Perez con una chiusura cattivissima subito prima di Les Combes. Poi gli basta un giro per mettere le cose in chiaro con il suo futuro compagno di squadra con una impietosa sverniciata sul Kemmel. Di lì in avanti è uno spettacolo di ritmo e controllo che non si vedevano dalle stagioni 2017 e 2018 quando l’attacco di Vettel al suo primato (e le strigliate di Niki Lauda) lo indussero ad arricchire il suo stile di guida. Nel post gara era visibilmente furioso perché sapeva di aver fatto una gara eccezionale. Poco male però,  visto l’esito postumo. Ora è l’unico oltre a Verstappen ad avere più di una vittoria in stagione. Promosso!

PIASTRI: 29

Niente massimo dei voti per il buon Oscar anche se ne ero molto tentato. Perché? Vi chiederete. Non è tanto per la posizione (terzo-secondo) quanto per alcuni errori ed errorini che ha sparso qui e là evitando i quali, con il proverbiale senno di poi, avrebbe potuto essere lui a portare a casa la seconda di stagione (e di carriera). Mi riferisco in particolare ad un paio di volte in cui ha messo le posteriori sulla ghiaia e al suo secondo pit in cui non calcola correttamente la frenata e va lungo facendo prendere un bello spavento al meccanico che teneva il cavalletto. In questi frangenti perde suppergiù un totale di 4 secondi, 4 secondi che nel finale gli avrebbero fatto molto comodo. Detto questo, tuttavia, il resto della gara è veramente eccellente. Il consueto eccellente scatto mette in difficoltà il suo team mate che nella foga di resistergli commette l’errore che lo condizionerà per il resto del GP. Si toglie la soddisfazione di superare in pista Russell, Perez e Leclerc e forse, subito dopo, fa anche un pisolino quando dalla terza posizione a circa 7 secondi da Hamilton, per un paio di giri sembra accontentarsi. Dal box lo spingono: guarda che la davanti ci sarà un duello alla fine! Vai! E hanno ragione perché all’ultimo giro è negli specchietti di Hamilton. Sarebbe cambiato qualcosa se si fosse svegliato un paio di giri in anticipo? Probabilmente no ma avrei tanto voluto vederlo. Ad ogni modo, promosso anche lui!

LECLERC: 30

Dopo l’ottima gara in quel di Budapest, Charles si conferma nell’ancora più difficile Spa. Il voto altissimo è conseguenza del sabato superlativo, dello strepitoso scatto al via, della capacità che ha avuto di tenere fondamentalmente lo stesso ritmo di Hamilton nei primi due stint, dell’aver guidato sopra le difficoltà della macchina e di una strategia non ottimale (ci risiamo!) e, infine, nell’arcigna quanto splendida resistenza opposta a Verstappen e Norris negli ultimi giri di gara. Senza scomodare vecchi mantra (date una macchina a questo ragazzo…) è bello vedere che Charles è sempre Charles. La sua versione 2.0, cioè la versione di Charles che sa gestire le gomme, è decisamente migliore di quella precedente. In molti hanno notato che il terzo stint sembra non essere stato all’altezza dei primi due. Vero. Ma la spiegazione va cercata nel porpoising che gli aggiornamenti delle ultime gare hanno fatto ricomparire sulle vetture della scuderia. Qui in Belgio le novità portate hanno effettivamente mitigato il problema che ha innervosito Charles solo nel finale di gara, a serbatoio scarico. Poco, forse, ma abbastanza per impedirgli di puntare con più decisione al podio (che è arrivato solo grazie alla squalifica di Russell). Ad ogni modo, promosso!

VERSTAPPEN: 28

Il voto è la media tra il 30 e lode delle qualifiche e il 25 della gara. Ma cosa ha fatto Max al sabato?! Se ho salutato Charles come superlativo, in quel frangente, cosa dovrei dire di lui? È stato strabiliante vederlo, con pista bagnata alla prima uscita in Q1, andare un secondo e mezzo più veloce del più veloce degli altri. Semplicemente: WOW! Ok, ok lo aggiungo: mai visto questo! Vero è, raccontano le cronache, che l’assetto di RBR fosse particolarmente adatto a quelle condizioni (come ha dimostrato Checo finalmente senza grossi problemi a giocarsi la sua in qualifica) ma i distacchi, santo cielo, i distacchi! La penalità che doveva scontare lo mette tuttavia 11° in griglia e sa già che non avrà vita facile. La scommessa di un assetto siffatto sta probabilmente in un meteo ballerino anche per la domenica. Parte in modo eccellente e guadagna tre posizioni in un giro poi accade l’impensabile. Si accoda a Norris e non riesce a superarlo. Lo fa solo nel valzer dei pit stop giocando con un undercut che alla fine gli vale la posizione solo su Sainz e Norris. Nel finale, Perez viene fatto accomodare di lato per consentirgli il recupero su Leclerc che, a livello cronometrico, riesce ma poi, anche qui con somma sorpresa del sottoscritto, non corona con il sorpasso per via della stupefacente resistenza di quest’ultimo. Nonché, a dirla tutta, a causa di un DRS che non pare più quello che ha lanciato Max nell’olimpo nelle ultime stagioni. Alla fine è soddisfatto per via dei punti guadagnati su Norris ma in questo mese di vacanza non sarà rilassato come lo è stato negli ultimi due anni.

NORRIS: 18

Voto deludentissimo per Lando in quel di Spa. Mi spiace ma non viene bocciato solo perché comunque, alla fine, ha limitato i danni. Dopo il pasticcio del finale di Budapest era assolutamente chiamato ad una gara di alto livello e purtroppo ha “toppato” in modo clamoroso. In qualifica non ha saputo cogliere il momento di difficoltà che la pista offriva a tutti gli altri piloti e deve accontentarsi di un quinto posto non all’altezza delle sue ambizioni. Domenica, offre quello che ormai possiamo considerare il suo consueto campionario di errori in partenza: scatta male al via e, non pago, nel vano tentativo di resistere al suo compagno di squadra va largo a La Source mettendo la posteriore sinistra sulla ghiaia e perdendo così ben tre posizioni. Si fa beffare dall’undercut di Max ma quel che è peggio e che pur trovandosi nella sua scia per gran parte della gara non è mai riuscito a portare un attacco degno di questo nome. Perde anche 2 punti nella lotta mondiale contro Max. Poteva andare peggio? Sì, ed è l’unico motivo per cui non viene bocciato sonoramente all’esame. Poteva ad esempio farsi prendere dalla frustrazione e commettere errori ancora più marchiani e decisivi per la sua classifica. Non è accaduto ma è giusto accontentarsi di questo viste le sue ambizioni? No, per nulla. Come si suol dire questo mese di vacanza dovrà dedicarlo a ricaricare le batterie.

SAINZ: 22

Voti bassi anche per Carlos in quel di Spa. In qualifica delude parecchio subendo un distacco di ben 7 decimi da Leclerc. In gara decidono di differenziare le strategie mettendo a Charles le gialle e a lui le bianche. Parte anche bene, Carlos, e nel primo stint se la cava egregiamente lasciando sperare in una seconda metà di gara di alto livello. Invece, con le gomme gialle non riesce a combinare granché e si rende anche protagonista di una pericolosa escursione sulla ghiaia che per poco non lo mette fuori gara. Costretto al cambio dopo soli 8 giri da lì in avanti si plafona e non si vede più. Peccato.

PEREZ: bocciato.

Spa era per Perez l’ultima spiaggia per tentare di raddrizzare una stagione sin qui molto deludente. Nonostante la firma di poche settimane fa, il paddock era tutto un brulicare di voci su “condizioni matematiche” relative al distacco da Max che trasformerebbe le carte del rinnovo in un depliant per il kebab da asporto. Il fine settimana inizia bene e contrariamente a quanto visto fino ad oggi il buon Checo pare trovarsi a suo agio in qualifica tanto da conquistare una insperata terza posizione in griglia. Certo, il distacco abissale rimediato da Max non lasciava presagire buone sensazioni ma, per una volta, l’occasione era comunque buona per dimostrare alla dirigenza Red Bull di poter ancora fare qualcosa di buono. Peraltro, visto il circuito di estrema difficoltà, ciò avrebbe forse potuto consentirgli di conservare il posto fino a fine stagione. Purtroppo per lui, alla partenza è costretto ad una durissima lotta contro Lewis che lo vede sconfitto. Quando si ritrova alle spalle di Charles si vede plasticamente che non è in grado di reggerne il ritmo. Quest’ultima cosa e ciò che risalta e risulta nella valutazione della sua gara: non regge il ritmo degli altri. Umiliato come da programma da Max al trentesimo giro va poi sempre più indietro fino a ritrovarsi in una terra di nessuno. Il pit stop finale per mettere le rosse e fare il giro più veloce, a questo punto, sembra proprio Il canto del cigno che fa da mesto congedo alla sua avventura in RBR. Zandvoort ci dirà se tutte queste voci sono fondate o se il malloppone che i suoi sponsor versano a RBR è più pesante dei punti persi. Nel frattempo, credo proprio che Checo vivrà le peggiori vacanze da qualche tempo a questa parte. Bocciato!

ALONSO: 24

Tra i pochi ad aver pianificato la strategia ad una sosta riesce a capitalizzare in modo esemplare e senza soverchie difficoltà

OCON: 27

Ottima prova del francese, fresco di nuovo (e forse insperato) contratto con Haas per l’anno prossimo, che si fa ammirare per un’ottima qualifica e la grande combattività mostrata in gara.

RICCIARDO: 24

Il riccio ritrova un po’ del suo sorrisone portando a casa un intero week end con performance migliori di quelle di Tsunoda. In gara si è mosso bene con strategia aggressiva (rosse in partenza) che gli ha consentito di tenere decentemente all’inizio. Il punto conquistato è frutto ovviamente della squalifica di Russell ma va bene così. Vista la contemporanea debacle di Perez le voci che lo vedono su un’altra vettura in quel di Zandvoort si stanno moltiplicando. Sicché la promozione all’esame Spa potrebbe anche diventare una promozione di più ampio respiro. Staremo a vedere.

STROLL: bocciato!

Il candidato ritorni al prossimo appello! Dopo alcune buone prove che sembravano proiettarlo se non davanti quantomeno a fianco di Alonso ecco che all’esame Spa si fa trovare vistosamente impreparato. Qualifica orribile (entra in Q2 per miracolo dove però prende ben 1.5 sec da Alonso) e in gara, a parità di strategia, si prende ben 24 secondi dal suo attempato compagno di squadra.

ALBON: 23

13 millesimi dal Q3 e ad un soffio dai punti. Sfodera una strategia aggressiva (gialle-gialle-bianche) che lo porta negli ultimi giri ad una virgola da Stroll. Non riesce però nell’intento del sorpasso perché era a sua volta pressato da Gasly. Combattivo come sempre!

GASLY: bocciato!

Il candidato ritorni al prossimo appello. In realtà non è andato malissimo, anzi. Però perde nettamente il confronto con Ocon nonostante una strategia leggermente migliore.

MAGNUSSEN: 18 politico.

Evita la bocciatura grazie all’esser riuscito a vincere la gara interna con Hulk e al fatto di aver fatto funzionare la strategia ad una sosta. Ma, onestamente, non c’è di che esser felici visto il passo indietro fatto da Haas dopo le buone prove in Austria e in UK.

BOTTAS: 18 di incoraggiamento.

Visto pimpante (per quanto può essere pimpante Valtteri) in qualifica e addirittura autore di un sorpasso in gara sul Kemmel ai danni di Tsunoda. Il ritmo, nel complesso, delude non poco e solo grazie ad una buona strategia non viene doppiato.

TSUNODA: bocciato!

Il piccolo Yuki si presenta all’esame universitario speranzoso e forte di una fin qui buona stagione. Con il marasma in RBR e il traballante sedile di Perez era chiamato ad una prova che mettesse dubbi a Horner & C. Invece? Invece male in qualifica e inconsistente in gara. Mentre i suoi connazionali fanno incetta di medaglie nel Judo olimpico lui subisce un “Ippon”, una bella schienata, da Ricciardo proprio nel momento più importante. Torni al prossimo appello!

SARGEANT: bocciato!

Mentre Albon si da da fare e porta a casa tutto quel che può Sargeant, che negli ultimi due GP non aveva sfigurato come in passato, torna l’inconsistente pilota che conoscevamo. Non gli consigliamo nemmeno di tornare al prossimo appello quanto, piuttosto, di trovarsi un altro lavoro.

HULKENBERG: Bocciato!

Dopo i fantastici sesti posti di Austri e UK il nostro eroe fa un passo del gambero in stile olimpico: doppio carpiato all’indietro! Mestamente ultimo e ancora una volta con una strategia ai limiti del ridicolo: gialle per 7 giri, bianche per 12 e poi gialle per un lunghissimo stint a concludere la gara. Se in Haas cercano uno stratega candido il simpatico figlioletto di 10 anni dei miei vicini di casa: peggio non può fare.

ZHOU: s.v.

Rompe dopo pochi giri.

 

Buone vacanze!

 

 

RUSSELL 30 E LODE ALL’ESAME DI SPA. MA HA COPIATO.

Ed eccoci all’università della Formula 1.  Dove è possibile vedere tre delle quattro stagioni in un solo week-end.

Venerdì estate, sabato autunno, domenica primavera. E in autunno le foglie cadono, ma, prima di cadere, a Spa fanno la pole. Con Max penalizzato, Leclerc sfrutta bene un set di intermedie nuove e la piazza in “pole position”, con a fianco un’altra foglia in procinto di cadere, il prode Sergio Perez.

Allo spegnimento dei semafori, Leclerc parte bene, Perez non altrettanto, e perde la posizione su Hamilton. Il quale, al terzo giro, supera anche Charles e si porta in prima posizione. Dietro ai primi 3 ci sono Piastri, Russell, Sainz, Norris, autore ancora una volta di una pessima partenza, e Verstappen.

Il primo a fermarsi, al giro 11, è proprio Max, con Russell che lo imita. Questo porta a fermarsi anche Hamilton, Perez e Piastri, mentre le due Ferrari restano in pista, al comando della gara. 

Leclerc si ferma al giro 12, ma è troppo tardi, e il monegasco riesce a mantenere la seconda posizione solo grazie al fatto che Piastri e Perez sono rimasti bloccati dietro a Stroll. L’australiano passa il messicano e si porta all’inseguimento di Charles.

L’ultimo dei primi a fermarsi è il leader della corsa, Sainz, che all’uscita dai box si ritrova inevitabilmente in ottava posizione. Contemporaneamente, Russell supera Perez e si porta in quinta posizione. Il messicano viene fatto rientrare immediatamente ai box, evitando così il duello con il suo compagno di squadra. Il quale deve però difendersi da Norris, 

Al giro 26 la Ferrari fa fermare Leclerc per tentare l’undercut su Hamilton. Ma la sosta non è velocissima. Ovviamente la Mercedes reagisce e Lewis si ferma al giro successivo. La sua sosta è esattamente un secondo in meno, e l’undercut non riesce. 

Ora in testa alla gara c’è Piastri, che, con pista libera, inizia a girare su tempi velocissimi.

L’australiano si ferma al giro 30, ma arresta l’auto troppo avanti e perde due secondi, rientrando quando Hamilton e Leclerc sono già passati.

Dietro di lui ci sono Verstappen e Norris, con una McLaren che sembra decisamente più forte della Red Bull. 

In testa alla gara c’è Russell, che ha effettuato una sola sosta e non ha alcuna intenzione di fermarsi. Quando mancano 10 giri alla fine, ha 5.5 sec. di vantaggio sul compagno di squadra.

Al giro 36, uno scatenato Piastri supera Leclerc e si prende il podio, andando poi alla caccia delle due Mercedes.

Al giro 40, Hamilton ha raggiunto Russell, ma non riesce a tentare il sorpasso. All’ultimo giro, anche Piastri si unisce alla festa. 

Ma non c’è più tempo, e Russell coglie così una vittoria il cui merito va attribuito esclusivamente a lui. Lo seguono Hamilton, Piastri, Leclerc, che ha difeso coi denti il quarto posto dagli attacchi di Verstappen, il quale ha difeso il quinto da Norris. Poi Sainz, Perez, Alonso e Ocon.

Ora quattro settimane di pausa, e poi si tornerà a correre in casa di Verstappen, che dovrà fare i conti con con una macchina tornata normale se vorrà vincere davanti al pubblico di casa.

P.S. l’equilibro visto oggi era impensabile dopo le prime gare, quando entrambe le Red Bull dominavano. Non sappiamo esattamente cosa abbia portato a tutto questo, ma ci voleva.

P.S. 2 ci si dovrebbe interrogare anche sul fatto che quando un’auto è davanti, può anche non essere la migliore ma davanti ci rimane. Prova ne sia il fatto che con aria pulita, Piastri ha iniziato a volare. Evidentemente l’effetto suolo non è stata la soluzione, ma solo un’inutile complicazione e, infatti, verrà abbandonato.

P.S. 3 al venerdì la Mercedes col fondo nuovo non andava da nessuna parte. Ha rimesso quello vecchio al sabato e la domenica ha fatto doppietta. La Ferrari, invece, ci ha messo 5 gare per capire cosa doveva fare con il suo fondo che non funzionava.

P.S. 4 ma che problema c’è, tanto la prestazione della Ferrari c’era e alla fine erano tutti racchiusi in 10 secondi…

P.S. 5 Chi pensa che Lewis sia bollito, può rivedersi in loop le prime 4 curve di oggi. Compresa la faccia che aveva nell’intervista con Steiner.

P.S. 6 Chi pensa che Leclerc sia demotivato, può rivedersi in loop gli ultimi 4 giri di oggi.

P.S. 7 Io, che pensavo che George fosse solo un buon pilota e niente più, devo rivedermi tutta la gara perchè non ho ancora capito come abbia fatto a vincere.

P.S. 8 A quelli che dicono che il pilota non può decidere le strategie, suggerisco di riascoltarsi i team radio fra George e il suo ingegnere nei momenti in cui hanno dovuto decidere di non fermarsi più.

P.S. 9 In questi giorni il mondo è francese, e Ocon ha artigliato 1 punticino dopo avere battagliato per tutta la gara con il suo compagno di squadra, fortunatamente senza fare danni. Quindi, vive la France!

P.S. 10 Abbiamo scherzato. La genialata non si è rivelata tale, perchè quei 32 giri fatti sulle gomme dure hanno tolto troppo peso, provocando la squalifica del bel George. Lewis, che aveva preso malissimo la strategia differenziata, eredita così la vittoria, con doppia soddisfazione.

F1 2024-GP DEL BELGIO SPA FRANCORCHAMPS

Si arriva all’ultima gara prima della consueta, ormai, pausa estiva.

Spa-Francorchamps resta ad oggi la pista più bella dell’intero giro annuale. Ci si arriva con il settimo vincitore diverso in questa prima parte di stagione. Hanno vinto tutti i piloti dei 4 teams più importanti tranne uno: Sergio Perez. Il messicano, guarda caso, è compagno di chi è in testa al campionato e che ha vinto più di tutti gli altri. In RBR si stanno ponendo delle domande gia da un pezzo. Eppure sono stati loro a rinnovargli il contratto per il prossimo futuro in maniera precoce. Sarebbe comincino anche a darsi le risposte: il Checo di oggi è davvero l’ombra del pilota che fu.  A Zandvoort potrebbe presentarsi qualcun altro al fianco del Campione del mondo in carica.

I valori in campo saranno quelli che già conosciamo. La frequenza con la quale si corre ci da delle ragionevoli certezze.

La miglior monoposto in pista da Miami in avanti è la McLaren, pertanto è d’obbligo ritenere che sia la favorita per il weekend belga. Nonostante la superiorità del mezzo sono riusciti a pasticciare “meglio” di chiunque altri, portando a casa solo due vittorie da quando è stato fatto smontare quel terzo elemento a gas dalla sospensione delle RB20.

Senza tornare sulle polemiche dell’Ungheria, Norris dovrà mettere i puntini sulle “i” (e pure su tutte le altre vocali) se vorrà sentirsi in corsa con quel pescecane di Max Verstappen.

Chi scrive pensa che in condizioni normali la gara sia una faccenda privata tra i due sopracitati perchè le “rinascenti” AMG staranno si nei dintorni, ma con un ruolo da comprimarie.

Per il “gambero rosso” della nostra Scuderia nazionale sarà un altro fine settimana di esperimenti per comprendere quale combinazione di Spec possa funzionare meglio. Sarà durissima.

Non c’è molto da aggiungere visto che la frequenza delle gare e dei commenti alle stesse esaurisce gli argomenti “nuovi” con una velocità che in passato era inimmaginabile. Questa settimana abbiamo avuto l’incarico a capo di Audi del tanto vituperato Binotto che ha preso posto sui 4 anelli dai quali è scivolato il tanto lodato Seidl. Onestamente non ci capisco più molto…

Altra notizia della settimana è l’ingaggio di Ocon in Haas. Evidentemente al team piacciono particolarmente i piloti “fallosi” come Grosjean, Magnussen e lo stesso Mick Schumacher…Contenti loro….

Prima di lasciarvi però vi lancio qualche sprazzo di storia della pista più affascinante del giro, la pista che ha visto nell’era moderna 3 veri padroni assoluti delle proprie epoche nelle Ardenne: Senna, Schumacher, Raikkonen. Spa era il loro giardino di casa.

Ed anche momenti epici

Buon divertimento

 

PS. Vogliate perdonare l’ignobile sostituzione al volo del titolare dell’appuntamento. Tornerà presto ma aveva diritto anche lui ad una Vacanza. Grazie Ale.

SV

 

Immagini tratte da X

Immagine di copertina tratta dal sito mavment.com

 

 

 

BASTIAN CONTRARIO- CHI SI ACCONTENTA GODE

CHI SI ACCONTENTA GODE

Godiamocelo davvero questo mondiale, o per meglio dire, questa fase regolamentare che sta andando a finire perché nel 2026 faremo tutti un balzo indietro di dodici anni e ritorneremo, quasi sicuramente, al 2014. Che poi sia di nuovo la Mercedes a dominare questo non è dato sapere e, solo che ci penso, mi viene la depressione. I capoccia della F1 dovrebbero tutti impazzire di botto per arrivare alla scelta di rimandare il nuovo regolamento di un altro paio d’anni: come ho sempre scritto su questa rubrica, la forza spettacolare di questo mondiale, sta proprio nella curva di appiattimento dell’attuale regolamento in luogo del quale, tutte le squadre hanno letteralmente cavato sangue dalle rape, raggiungendo cosi l’apice prestazionale ricavabile dalle attuali regole (naturalmente sta poi ad ogni singola squadra capirne le potenzialità… ed infatti proprio per questo motivo Ferrari sta messa male, per non dire altro!) e, paradossalmente, è stata proprio la dominante Red Bull di Verstappen ad indicarne la via. Dopo un 2022 parzialmente combattuto, Horner e soci hanno letteralmente annichilito tutta la concorrenza proprio perché avevano meglio interpretato (grazie a Newey o a Wachè? Dopo quanto visto in Ungheria il dubbio viene) le regole, solo che gli altri non stavano a guardare, ed infatti la McLaren del duo Brown – Stella, ha preferito sacrificare metà 2023 per arrivare preparati all’attuale mondiale per raccoglierne i meritati frutti.

Purtroppo questi frutti, non sono tutti dolci per la squadra di Woking e, l’impressione dopo quanto visto nel GP di domenica scorsa, è che la McLaren abbia deciso di “accontentarsi” del solo campionato costruttori… chi si accontenta gode evidentemente. Dico questo perché la stessa squadra papaya ed il suo pilota di punta, hanno creato una situazione esplosiva sia dal punto di vista mediatico che all’interno dello stesso team: mi riferisco all’ennesima partenza fallata di Lando prima e, a quella chiamata anticipata a favore proprio dell’inglese dopo. Lando purtroppo non si sta dimostrando all’altezza del mezzo che ha e, sebbene legga che il ragazzo è la prima volta che si trova in una situazione del genere e debba crescere, è anche vero che i cavalli di razza si vedono subito (specie in queste circostanze) e, soprattutto, il treno quante volte può passare in orario per il pilota in questione? Con la vittoria amara (altro che chi si accontenta gode, io al posto di Piastri sarei incazzato di brutto con la squadra!) del compagno, praticamente la sua posizione di leadership è stata azzerata ed anzi, considerando che Piastri è solo al suo secondo anno in McLaren rispetto allo stesso Norris, ora l’australiano si trova in una situazione di forza perché ha lo stesso numero di vittorie del compagno ottenute in un tempo minore… vuol dire che il giovane australiano è meritevole e, che in futuro (già nel 2025?), la squadra dovrà farsi bene i conti su chi puntare. McLaren con la scusa di proteggere le spalle a Norris, con quella chiamata anticipata (undercut), il pensiero su chi puntare l’aveva fatto eccome (è pur sempre un pilota inglese in una squadra inglese), ed è qui che purtroppo hanno peccato quanto meno di ingenuità: per quale motivo non sono stati chiari da subito? Come mai non hanno deciso a tavolino, dato che contro questo animale chiamato Verstappen se si vuole vincere ogni punto è preziosissimo, che la cosa più logica è puntare tutto su chi è più vicino in classifica? Addirittura lo stesso Team Principal Andrea Stella ha detto che avevano previsto una situazione del genere… allora mi chiedo come mai Norris ci abbia messo cosi tanto tempo nel farsi superare? Del resto anche lo stesso pilota inglese ha sopravvalutato la sua cattiveria agonistica: diciamocela tutta, uno come Max, non avrebbe mai ceduto la posizione con buona pace di tutto il casino che ne sarebbe seguito, mentre Lando ha prima recitato il ruolo del migliore, addirittura allungando su Piastri (sperando che la squadra lo autorizzasse a rimanere leader), per poi farlo passare in maniera eclatante alla fine del GP: nemmeno la furbizia, come ha suggerito il mio amico @Icemankr#7, di farsi superare subito in modo da avere più giri a disposizione per provare a sopravanzarlo in seguito. “Per vincere il mondiale hai bisogno del tuo compagno”, hanno chiosato in radio, ed il pilota inglese ha preferito dare ascolto alla squadra accontentandosi di godere del secondo posto, regalando nel contempo una meritata doppietta alla sua squadra… contento lui. Dio non voglia che Max vinca l’attuale mondiale per soli sette punti, altrimenti il pilota inglese avrà di che disperarsi in merito.

Di certo chi non si accontenta mai è proprio il buon Verstappen, il quale domenica scorsa ha dato fondo a tutta la sua arroganza agonistica, disputando cosi il peggior GP della sua carriera e, con una “macchina” perfetta quale è lui (no, la RB20 è lungi dall’esserlo in questo momento) dove la parola sbagliare non è contemplata, quanto abbiamo visto fargli fare tra le pieghe dell’Hungaroring stride non poco. Un Max nervoso, poco lucido e continuamente lamentoso in radio, tanto da assomigliare proprio ad Hamilton che ha dovuto fare i conti con una realtà che si chiama “non dominio”. Evidentemente questa deve essere una malattia che contagia tutti i campioni che, dopo che sono stati abituati ad avere mezzi perfetti da un secondo al giro più veloce della concorrenza, cadono inevitabilmente in disgrazia che è appunto il piangere per radio. Sia chiaro per Verstappen è ancora presto la sua “Hamiltonizzazione”, fosse solo per un fatto di età, fatto sta che domenica scorsa ha dato del suo peggio con quelle staccate al limite (altro che track limit controllati dall’intelligenza artificiale con lui!) e con quei tentativi di sorpasso di dubbia intelligenza (più che intelligenza artificiale infatti, in questo caso, dovrei dire “intelligenza caprina”), tanto da incornarsi proprio con lo stesso Hamilton, che in quanto a bastardaggine soprattutto quando gli gira bene, non è secondo a nessuno. Sembra che Max abbia fatto le tre del mattino per gareggiare virtualmente ad una delle sue tante gare on line. Mi facevano notare che anche prima di Imola si sparava questi after hours agonistici… vero! Solo che è anche vero che quando si corse in Emilia Romagna, la McLaren non era ancora la squadra che aveva recuperato otto decimi (in un anno) definitivamente sulla Red Bull. Con questo voglio dire che il campione del mondo ha bisogno di dormire di più? No, anche se il sonno fa più che bene, solo che le continue lamentele di Max, dopo tutto quello che la squadra gli ha dato (lui, che è un gran signore, ha mandato a farsi… benedire tutti coloro i quali lo hanno criticato in tal senso!), sono segno che nell’ambiente qualcosa inizia a scricchiolare e, la polemica che ne è seguita, tra chi avesse voluto i cosi detti cannoni (poi tolti sulla macchina del campione del mondo) e chi no (Newey!), ha fatto scoppiare il bubbone all’interno della squadra. Quello che stiamo vivendo, è stato ed è, un mondiale che non ti fa rilassare mai dal punto di vista degli ingaggi (a proposito, proprio mentre scrivo, Audi ha ingaggiato Binotto a capo della squadra. Citando uno degli attori/trivellatori in Armageddon: “Cazzo se ti si ammoscia quassù!”) e, se Max dovesse perdere il mondiale contro “l’eunuco” Norris (prima pretende le scuse “dall’amico”, salvo quasi fargliele lui stesso… come altro lo dovrei definire?), mentre la Mercedes di Toto cresce prestazionalmente parlando, allora non meravigliamoci che l’olandese faccia le valigie e vada a Stoccarda. Del resto chi si accontenta gode e Verstappen, nello scenario peggiore, tre titoli li ha già vinti.

A proposito di accontentarsi e godere, vi starete chiedendo come mai non parlo di Ferrari: Vasseur, alle interviste, ha detto che l’anno scorso su questo stesso circuito, avevano rimediato un distacco pari al minuto, mentre “oggi è andata bene perché eravamo solo a venti secondi”… che diavolo gli dici ad un Team Principal, della Ferrari per altro, che ti risponde cosi? Del resto da una quinta scelta, non ci si possono aspettare dichiarazioni di prima qualità quindi, accontentatevi e godete assieme a lui.

Buon GP del Belgio a tutti… li hai voglia a godere!

Vito Quaranta