Si fa un po’ fatica a giudicare il lavoro dei piloti in questa edizione del GP di Singapore. In primis perché era da tempo che non si assisteva ad una gara così noiosa. Il dominio di Norris e la conseguente definizione delle posizioni degli altri, infatti, è parsa piuttosto chiara sin dallo start e solo il parziale recupero di Laclerc ha smosso un po’ le acque. In secondo luogo, perché ancora più di altre edizioni sembra che il caldo tropicale unito alla feroce umidità tipica di Singapore abbia condizionato quanto successo in pista ben più di quanto preventivato alla vigilia.
La strategia obbligata e la difficoltà di effettuare sorpassi ha ulteriormente appiattito i già scarsi motivi di interesse del GP con i piloti costretti sostanzialmente ad un percorso di gara già scritto per loro dalle riunioni apposite.
Infine, l’assenza (per la prima volta!) di Safety Car, cioè l’unica cosa che ha sempre dato del “pepe” a questo GP negli anni passati (compreso il 2008…), ha reso decisamente soporifero il tutto. Pazienza! A Austin sarà diverso, mi auguro.
Il contesto così difficile mi fa dare comunque un bel 10 e lode a tutti coloro che hanno concluso questo massacrante GP: la straordinaria preparazione fisica che tutti hanno dimostrato (persino l’indolente Stroll…) li colloca nell’alveo di un professionismo a tutto tondo che alle volte diamo per scontato ma che non lo è affatto: per poter condurre un GP in queste condizioni è necessaria una preparazione di livello olimpico. Dunque un applauso a tutti è d’obbligo.
La gara in sé è stata in realtà decisa dalle qualifiche, con i pasticci fatti da Ferrari che si ritrova entrambi i piloti senza tempo in Q3 e costretti a partire nono e decimo. La realtà è che in tutte le sessioni di prove libere era parso chiaro che l’unica possibile contender di McLaren era proprio Ferrari che se pur non si può dire, visto il Norris finalmente perfetto (o quasi) di questo week end, che avrebbe potuto portare a casa una facile vittoria almeno un podio con entrambi i piloti era ampiamente alla sua portata.
Nonostante tutte queste premesse la valutazione del comportamento dei piloti può riservare qualche sorpresa. Quale? Vediamolo insieme.
NORRIS 9 meno meno
Il buon Lando riprende il discorso interrotto a Zandvoort e porta a casa un quasi en plein che vorrebbe rilanciarlo nelle ambizioni mondiali. Naturalmente più GP passano e più si assottigliano le sue possibilità ma finché fa il suo, con il mezzo che si ritrova, rimane ad altri il compito di limitarne l’ascesa. Fa persino meglio che a Zandvoort perché questa volta la sua partenza è impeccabile e conduce il GP dal primo all’ultimo giro senza che nulla, tranne lui stesso, potesse mettere in discussione la sua vittoria. Già, solo lui poteva negarsi questa gioia tant’è che in un paio di occasioni ha rischiato di metterla a muro. Incertezze, soprattutto quella al giro 29, pericolosissime che stavolta non hanno creato danni ma che stanno sempre a lì a mettere il dubbio a noi osservatori sulla sua tenuta psicologica. Memori della vittoria di Piastri a Baku in McLaren decidono che la strategia dell’andare più veloce possibile, cosa non scontata nell’odierna F1, pare essere effettivamente quella vincente per loro. E tutto si può dire di Landino nostro tranne che non sappia come far andar veloce una vettura di Formula 1. La strategia ha funzionato alla grande perché a parte i primi 3-4 giri il suo ritmo era di ben 1 sec al giro più veloce di quello di Max, dietro di lui, e anche più nei confronti degli ulteriori inseguitori. Non c’è molto altro da dire se non sperare, per lui, che Max torni ad essere la controfigura vista a Baku e non il fantastico pilota che tutti conosciamo.
VERSTAPPEN 9+
Il voto così alto e persino leggermente migliore di quello del vincitore Max lo merita perché mette subito da parte l’indolenza mostrata a Baku e sfodera una guida e un controllo straordinari che, a mio modesto avviso, va ben oltre i meriti della vettura. Il capolavoro lo confeziona al sabato in cui riesce a districarsi anche in situazioni complesse (mi riferisco all’incidente di Sainz in Q3) e stampa il secondo tempo del Q3 pur guidando con la circospezione dovuta all’unico colpo in canna che gli era rimasto. La misura della sua performance è il quasi 1 secondo di distacco rifilato al povero Perez (tornato quello di sempre dopo l’exploit di Baku) in Q2. Alla partenza del GP non si prende rischi e bada più a controllare Hamilton (partito con gomme rosse) che non a provare a contendere la posizione a Norris. Difeso senza grossi affanni il secondo posto prova ad inseguire Lando ma capisce presto che oggi non è possibile. Ciononostante il suo ritmo è comunque inarrivabile per chi gli sta dietro e altrettanto presto capisce che il suo secondo posto è blindato. Visto il preoccupante andamento delle ultime gare i punti di Singapore sono per lui grasso che cola perché ora la matematica dice che se anche Norris vincesse tutte le gare e lui arrivasse sempre secondo il titolo sarebbe comunque suo. E’ ancora presto per fare questi conti ma intanto sono lì. Se alla fine vincerà questo mondiale il suo merito sarà stratosferico.
PIASTRI 7+
Il freddo Oscar, nuovo iceman, può poco contro la calura tropicale della umidissima serata di Singapore e complice una qualifica non ottimale il podio deve conquistarselo sul campo. Dirò di più, se non avesse fatto l’ottima seconda parte di gara che ha fatto il suo week end era da voto insufficiente, visto il mezzo che ha a disposizione. Infatti, in qualifica non solo non riesce a piazzarsi alle spalle del suo compagno di squadra ma è anche costretto dietro alle due Mercedes. E per sua fortuna le Ferrari hanno pasticciato. In gara non è per nulla brillante nella prima parte. Anche a prescindere dalla prudente partenza (in cui si fa sorprendere da Hulk ma è bravo a passarlo dopo poche curve) è palesemente in difficoltà di ritmo tant’è che non riesce a reggere quello di Russell dal quale si stacca di oltre 10 secondi prima del pit. Dopo il pit rivediamo finalmente l’Oscar di Baku che in pochi giri supera, anche con un certo agio, le due Mercedes prendendosi la terza posizione. Purtroppo per lui Max è troppo lontano per provare a contendergli la posizione e si plafona in attesa del traguardo finale. La classifica mondiale dice che le speranze di Norris, paradossalmente, si assottigliano sempre più ma lui dista dal suo team mate meno di quanto questi disti da Max. Sarà davvero disponibile ad aiutarlo?
RUSSELL 6 ½
Spulciando i numeri scopro che i punti presi da Giorgino quest’anno sono i suoi primi a Singapore in carriera. Quindi questo quarto posto è già tanta roba. La realtà è però che Giorgino non ha particolarmente brillato in qualifica, che in gara ha beneficiato della ridicola strategia affibbiata a Hamilton e che le Ferrari gli sarebbero arrivate davanti se non avessero pasticciato in qualifica. Fatte tutte queste tare il voto è appena sopra li discreto grazie soprattutto al primo stint condotto egregiamente al punto da staccare Piastri di una decina di secondi. Con le bianche, e con il caldo in procinto di sopraffarlo, non brilla particolarmente ma gli va dato atto di aver condotto gli ultimi quattro giri con intelligenza e sagacia. Nelle curve 5 e 14 impostava una traiettoria meno redditizia in termini di lap time ma tale da farlo uscire quella virgola più veloce per resistere a Leclerc. Sia lui che Hamilton a fine gara sono parsi più provati degli altri: la W15 dev’esser stata un inferno.
LECLERC 7 ½
Voto che fa media con la qualifica il cui pasticciato Q3, a suo dire, è da ascriversi anche a sue responsabilità. Stando alle cronache non si vede quali responsabilità debba avere visto che le termocoperte non hanno funzionato ma tant’è. La media è anche sul primo stint passato a grattarsi il naso dietro a Hulk e Alonso senza mai tentare un attacco degno di questo nome. Visto il ritmo sfoderato nella seconda parte di gara, praticamente identico a quello di Norris (giusto per aumentare i rimpianti), un primo stint più coraggioso avrebbe potuto forse fruttargli anche un insperato podio. Visti i guai del Q3 non mi sento di infierire più di tanto. Certo che riuscire a perdere punti da RBR in una gara in cui avevano ritmo da podio o addirittura da vittoria…
HAMILTON 6
Vale per lui quasi tutto quanto detto per Russell con in più l’aggravante di una scelta strategica del tutto dissennata. Partire con le rosse dal terzo posto in griglia a Singapore è da suicidio. Quand’anche avesse superato Verstappen in partenza cosa sperava di ottenere?! A meno di non pensare che avessero calcolato l’ennesima pessima partenza di Norris non c’è veramente alcuna giustificazione per questa scelta. E Hamilton non può non esserne considerato corresponsabile. In gara, costretto presto al cambio gomme, limita i danni con una gara comunque sufficientemente accorta per rimanere quantomeno davanti a Sainz. Nient’altro da aggiungere.
SAINZ 5 ½
Purtroppo il nostro buon Carlos non riesce a raggiungere la sufficienza oggi. Il pasticcio in Q3, al netto del problema delle termocoperte, non è stato rimediato nello stesso modo in cui lo ha fatto Leclerc. Parte male, infatti, facendosi sorprendere da Colapinto, Albon (poi costretto a girare largo alla 1) e Tsunoda che lo costringe ad una gara ancora più faticosa del previsto. Inutile dire che se avesse imitato Leclerc Ferrari avrebbe guadagnato punti su RBR invece di perderli.
ALONSO 8
Ancora una volta, come a Baku, riesce ad acchiappare un Q3 con grinta e classe che diventa pure un bel settimo posto in griglia grazie ai pasticci Ferrari. La partenza è furbissima: si fa sorprendere da Hulk ma girando largo fuori dalla 1 e rientrandogli alle spalle (che poi era Piastri, a sua volta sorpreso da Hulk, ma il discorso vale ancora di più) evita di perdere altre posizioni come sarebbe inevitabilmente accaduto se avesse cercato di rimanere nel tracciato. Grande (e suggerisce la mossa a Leclerc che lo segue ben volentieri)! Passa il primo stint dietro Hulk senza però riuscire a impensierirlo più di tanto ma consapevole di poterlo sopravanzare con undercut. Cosa che puntualmente avviene. Gestisce senza soverchie difficoltà il resto della gara portando a casa punti preziosi.
HULK 8 ½
Gran bel week end! La sua consueta ottima qualifica sortisce uno strepitoso sesto posto grazie al pasticcio Ferrari. Parte in modo eccezionale sorprendendo sia Alonso che Piastri. Quest’ultimo salva la sua gara passandolo subito ma poco male. Sfodera un ritmo inaspettato per Haas costringendo Alonso e soprattutto Leclerc a stargli negli scarichi per tutta la prima parte di gara. Dopo è beffato dall’undercut di Alonso ma non si scompone e porta a casa punti preziosissimi. Bravo!
PEREZ 4 (7)
Male anzi malissimo! Non sa neanche lui come ha fatto a racimolare il punto. Leggo però dalle cronache che durante la gara ha avuto difficoltà a bere (pare non potesse proprio) quindi il 7 tra parentesi è da considerarsi come voto di riserva. Ma tolto l’inconveniente il suo week end è decisamente da dimenticare. Peccato, perché a Baku era stato eccellente.
NOTE DI MERITO
Colapinto ha sfoderato di nuovo un bel week end. In qualifica è ad un niente da Albon e in gara fa una partenza fantastica. Poi riesce a condurre una bellissima gara, in particolare la seconda parte dove riesce a rimanere attaccato ad Hulk senza commettere alcun errore. Bravo!
NOTE DI DEMERITO
Singapore dicono sia l’ultima gara di Ricciardo in Formula 1 ed è in vista la sua sostituzione con Lawson. Ciononostante non brilla affatto né in qualifica, asfaltato da Tsunoda, né in gara. Un canto del cigno, vi dirò, me l’aspettavo anche perché RB non sembrava messa male (vedi ottima qualifica di Tsunoda). Il demerito, tuttavia, sta nell’essersi piegato alla pietosa mossa dell’ultimo giro in cui viene spedito con gomme rosse a portare via il fastest lap a Norris. Non mi pare un bellissimo modo per uscire dal circus e anche se la sua commozione delle interviste post-gara mi fa venire i lacrimoni faccio un po’ fatica a perdonargliela. (Se però scopriamo che dopo il Messico va al posto di Perez allora tanto di cappello!)
Ci si vede ad Austin!
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