TUTTO NELLE SUE MANI – INDONESIA GP

Jorge Martin domina il GP di Indonesia e si rifà dell’errore nella gara sprint, il distacco rimane invariato ma con un GP in meno. Sono 21 i punti che distanziano Martin da Bagnaia, che vince la Sprint ed in gara arriva solamente 3°. Fuori dai giochi Bastianini, che cade al giro 21 e Marc Marquez la cui GP23 va in fiamme a causa della rottura del motore. Pedro Acosta una mosca bianca tra uno sciame (si dice così!??) di mosche rosse!

È tutto nelle sue mani. Jorge Martin ha letteralmente le sorti del suo Titolo Mondiale in mano. Ritorna alla vittoria (in gara lunga) dopo oltre 4 mesi e lo fa in modo perentorio nonostante venga stuzzicato da Bagnaia nel post gara della Sprint, causa la caduta di Martin all’inizio che gli ha compromesso tutto. Domenica sembrava un demonio, quello stesso demonio che lo scorso anno mise a ferro e fuoco l’Asia riducendo il gap da Bagnaia.

Quest’anno è diverso, è in testa al Mondiale ed è nettamente il più veloce in pista ma, c’è un grandissimo ma, ha vinto la metà della gare di Pecco alla domenica (3 contro le 7 di Bagnaia). Jorge è stato più incline all’errore in gara lunga, vedi Jerez, Sachsenring e Misano 1. Il pasticcio grosso l’ha fatto al Sachsenring, perché li dominava davvero ed ha buttato 25 punti nello zainetto di Pecco.

https://x.com/FranckyHawk29/status/1840307045389517240?t=ScBR9KZR_dTBcQ3SURkVXw&s=19

Questo weekend nulla ha potuto Bagnaia, che si nasconde durante le prove e vince la Sprint davanti a Bastianini ed un grandioso Marc Marquez, partenza da antologia la sua, mentre nella gara domenicale non riesce ad esprime il suo potenziale. Parte male, come gli accade di solito ultimamente e si ritrova a combattere per la P6 con Marquez e Diggiannantonio. Il Pilota della Pertamina VR46 si stende per tenere dietro Marquez, con una condotta di gara alquanto discutibile, mentre Marquez rompe il motore della sua GP23. La cosa paradossale è che i Marshall non sono in possesso di estintori adatti e praticamente distruggono gran parte della stessa, il danno economico per Gresini sarà bello salato. Viva l’Indonesia direi…

L’unico che riesce ad intromettersi nella lotta tra Ducati è Pedro Acosta. Lotta come un leone, è uno di quei Piloti vecchio stile catapultati in un decennio non suo. Rutta, bestemmia, in pista non ha paura di nessuno, non chiede permesso. È l’unica KTM la davanti, l’unica in grado di battagliare con le Ducati ed è un rookie. A fine gara gli danno un under investigation per la pressione gomme e lui neanche esulta sul podio, fosse stata la F1 gli avrebbe dato i lavori forzati a Guantanamo per la “prestazione” nel post Gara in mondovisione… 

VR46. Allora partiamo dal presupposto che la parola “biscotto” dovrebbe essere bandita, perché nessuno qui vuole parlare di quello. Però ci si pone delle domande in base a ciò che vediamo… Quello che abbiamo visto dopo i primi giri è un Diggiannantonio che si mette a fare la bagarre con Marquez per la P7, arriva a ruota di Bagnaia ed accenna un sorpasso arrivando lungo e riprende a battagliare con Marquez, perdendo entrambi tempo prezioso. Perché correre così?

Al giro 16 e 17 c’è la bagarre tra Morbidelli e Bastianini. Enea girava 3 decimi più veloce, ma Franco non gliela dà vinta (GIUSTAMENTE) e lotta con le unghie e con i denti. Bastianini passa ma in quei due giri perde 1 secondo da Martin, era infatti a 2.7 mentre dopo la bagarre si ritrova a 3.6 ed è lì che torna a forzare girando in 30.5 per recuperare quanto perso. Ha il passo per vincere ma cade al giro 21. Allo stesso giro Bagnaia supera agevolmente Bezzecchi e senza batter ciglio anche Morbidelli.

Neanche un accenno di battaglia con Bagnaia, da parte di Morbidelli. Praticamente in 5 giri è passato dall’essere un indomito leone (con Bastianini) ad un conservativo uccellino (con Bagnaia). 

Montava la Soft anteriore, a differenza di Bagnaia. Vogliamo credere che la gomma abbia “ceduto” improvvisamente quando è arrivato il compagno di Ranch, come dicono quelli di Sky…

IL RESTO DEL MONDO

Bellissimo il weekend di Johan Zarco e la Honda del Team di Cecchinello, un weekend sempre nella Top 10 condito dalla Q2 diretta ed una P9 in gara a soli 3 decimi dalla KTM di Binder e poco più di 2 secondi dalla Yamaha di Quartararo. A memoria in questa stagione è la prima Top10 di Honda ed arriva per mano di un due volta Campione del Mondo Moto2, un Pilota “giramondo” che ha portato alla casa dell’ala feedback Yamaha, KTM e Ducati ed ha raccolto in due terzi di stagione più di quanto non abbia fatto il Campione MotoGP 2020 ed il “fine sviluppatore di moto unico a non vincere con una Ducati di Dall’Igna”. Bravo Giovanni!!! 

CLASSIFICA MONDIALE

Detto ciò mancano 5 Round alla fine, questo fine settimana si correrà a Motegi in Giappone dove lo scorso anno Martin fu imbattibile, quest’anno probabilmente ci sarà pioggia in tutto il weekend. Marquez e Bastianini sono fuori dalla lotta per il Titolo ma attenzione perché saranno parte integrante della lotta stessa, Jorge e Pecco e la “Squadra del Ranch” sono avvisati.

 

P.S.

🟣Morbidelli sarà un leale compagno di Team oppure sarà leale alla VR46 Academy ed al “Team Ranch Tavullia”

🔴 Bastianini farà ora da scudiero o crede nel Titolo!?

🟡 Quanto inciderà la VR46 Academy e che peso avrà nella lotta al Titolo Mondiale!?

Francky

 

 

LE NON PAGELLE DI SINGAPORE 2024

Si fa un po’ fatica a giudicare il lavoro dei piloti in questa edizione del GP di Singapore. In primis perché era da tempo che non si assisteva ad una gara così noiosa. Il dominio di Norris e la conseguente definizione delle posizioni degli altri, infatti, è parsa piuttosto chiara sin dallo start e solo il parziale recupero di Laclerc ha smosso un po’ le acque. In secondo luogo, perché ancora più di altre edizioni sembra che il caldo tropicale unito alla feroce umidità tipica di Singapore abbia condizionato quanto successo in pista ben più di quanto preventivato alla vigilia.

La strategia obbligata e la difficoltà di effettuare sorpassi ha ulteriormente appiattito i già scarsi motivi di interesse del GP con i piloti costretti sostanzialmente ad un percorso di gara già scritto per loro dalle riunioni apposite.

Infine, l’assenza (per la prima volta!) di Safety Car, cioè l’unica cosa che ha sempre dato del “pepe” a questo GP negli anni passati (compreso il 2008…), ha reso decisamente soporifero il tutto. Pazienza! A Austin sarà diverso, mi auguro.

Il contesto così difficile mi fa dare comunque un bel 10 e lode a tutti coloro che hanno concluso questo massacrante GP: la straordinaria preparazione fisica che tutti hanno dimostrato (persino l’indolente Stroll…) li colloca nell’alveo di un professionismo a tutto tondo che alle volte diamo per scontato ma che non lo è affatto: per poter condurre un GP in queste condizioni è necessaria una preparazione di livello olimpico. Dunque un applauso a tutti è d’obbligo.

La gara in sé è stata in realtà decisa dalle qualifiche, con i pasticci fatti da Ferrari che si ritrova entrambi i piloti senza tempo in Q3 e costretti a partire nono e decimo. La realtà è che in tutte le sessioni di prove libere era parso chiaro che l’unica possibile contender di McLaren era proprio Ferrari che se pur non si può dire, visto il Norris finalmente perfetto (o quasi) di questo week end, che avrebbe potuto portare a casa una facile vittoria almeno un podio con entrambi i piloti era ampiamente alla sua portata.

Nonostante tutte queste premesse la valutazione del comportamento dei piloti può riservare qualche sorpresa. Quale? Vediamolo insieme.

NORRIS 9 meno meno

Il buon Lando riprende il discorso interrotto a Zandvoort e porta a casa un quasi en plein che vorrebbe rilanciarlo nelle ambizioni mondiali. Naturalmente più GP passano e più si assottigliano le sue possibilità ma finché fa il suo, con il mezzo che si ritrova, rimane ad altri il compito di limitarne l’ascesa. Fa persino meglio che a Zandvoort perché questa volta la sua partenza è impeccabile e conduce il GP dal primo all’ultimo giro senza che nulla, tranne lui stesso, potesse mettere in discussione la sua vittoria. Già, solo lui poteva negarsi questa gioia tant’è che in un paio di occasioni ha rischiato di metterla a muro. Incertezze, soprattutto quella al giro 29, pericolosissime che stavolta non hanno creato danni ma che stanno sempre a lì a mettere il dubbio a noi osservatori sulla sua tenuta psicologica. Memori della vittoria di Piastri a Baku in McLaren decidono che la strategia dell’andare più veloce possibile, cosa non scontata nell’odierna F1, pare essere effettivamente quella vincente per loro. E tutto si può dire di Landino nostro tranne che non sappia come far andar veloce una vettura di Formula 1. La strategia ha funzionato alla grande perché a parte i primi 3-4 giri il suo ritmo era di ben 1 sec al giro più veloce di quello di Max, dietro di lui, e anche più nei confronti degli ulteriori inseguitori. Non c’è molto altro da dire se non sperare, per lui, che Max torni ad essere la controfigura vista a Baku e non il fantastico pilota che tutti conosciamo.

VERSTAPPEN 9+

Il voto così alto e persino leggermente migliore di quello del vincitore Max lo merita perché mette subito da parte l’indolenza mostrata a Baku e sfodera una guida e un controllo straordinari che, a mio modesto avviso, va ben oltre i meriti della vettura. Il capolavoro lo confeziona al sabato in cui riesce a districarsi anche in situazioni complesse (mi riferisco all’incidente di Sainz in Q3) e stampa il secondo tempo del Q3 pur guidando con la circospezione dovuta all’unico colpo in canna che gli era rimasto. La misura della sua performance è il quasi 1 secondo di distacco rifilato al povero Perez (tornato quello di sempre dopo l’exploit di Baku) in Q2. Alla partenza del GP non si prende rischi e bada più a controllare Hamilton (partito con gomme rosse) che non a provare a contendere la posizione a Norris. Difeso senza grossi affanni il secondo posto prova ad inseguire Lando ma capisce presto che oggi non è possibile. Ciononostante il suo ritmo è comunque inarrivabile per chi gli sta dietro e altrettanto presto capisce che il suo secondo posto è blindato. Visto il preoccupante andamento delle ultime gare i punti di Singapore sono per lui grasso che cola perché ora la matematica dice che se anche Norris vincesse tutte le gare e lui arrivasse sempre secondo il titolo sarebbe comunque suo. E’ ancora presto per fare questi conti ma intanto sono lì. Se alla fine vincerà questo mondiale il suo merito sarà stratosferico.

PIASTRI 7+

Il freddo Oscar, nuovo iceman, può poco contro la calura tropicale della umidissima serata di Singapore e complice una qualifica non ottimale il podio deve conquistarselo sul campo. Dirò di più, se non avesse fatto l’ottima seconda parte di gara che ha fatto il suo week end era da voto insufficiente, visto il mezzo che ha a disposizione. Infatti, in qualifica non solo non riesce a piazzarsi alle spalle del suo compagno di squadra ma è anche costretto dietro alle due Mercedes. E per sua fortuna le Ferrari hanno pasticciato. In gara non è per nulla brillante nella prima parte. Anche a prescindere dalla prudente partenza (in cui si fa sorprendere da Hulk ma è bravo a passarlo dopo poche curve) è palesemente in difficoltà di ritmo tant’è che non riesce a reggere quello di Russell dal quale si stacca di oltre 10 secondi prima del pit. Dopo il pit rivediamo finalmente l’Oscar di Baku che in pochi giri supera, anche con un certo agio, le due Mercedes prendendosi la terza posizione. Purtroppo per lui Max è troppo lontano per provare a contendergli la posizione e si plafona in attesa del traguardo finale. La classifica mondiale dice che le speranze di Norris, paradossalmente, si assottigliano sempre più ma lui dista dal suo team mate meno di quanto questi disti da Max. Sarà davvero disponibile ad aiutarlo?

RUSSELL 6 ½

Spulciando i numeri scopro che i punti presi da Giorgino quest’anno sono i suoi primi a Singapore in carriera. Quindi questo quarto posto è già tanta roba. La realtà è però che Giorgino non ha particolarmente brillato in qualifica, che in gara ha beneficiato della ridicola strategia affibbiata a Hamilton e che le Ferrari gli sarebbero arrivate davanti se non avessero pasticciato in qualifica. Fatte tutte queste tare il voto è appena sopra li discreto grazie soprattutto al primo stint condotto egregiamente al punto da staccare Piastri di una decina di secondi. Con le bianche, e con il caldo in procinto di sopraffarlo, non brilla particolarmente ma gli va dato atto di aver condotto gli ultimi quattro giri con intelligenza e sagacia. Nelle curve 5 e 14 impostava una traiettoria meno redditizia in termini di lap time ma tale da farlo uscire quella virgola più veloce per resistere a Leclerc. Sia lui che Hamilton a fine gara sono parsi più provati degli altri: la W15 dev’esser stata un inferno.

LECLERC 7 ½

Voto che fa media con la qualifica il cui pasticciato Q3, a suo dire, è da ascriversi anche a sue responsabilità. Stando alle cronache non si vede quali responsabilità debba avere visto che le termocoperte non hanno funzionato ma tant’è. La media è anche sul primo stint passato a grattarsi il naso dietro a Hulk e Alonso senza mai tentare un attacco degno di questo nome. Visto il ritmo sfoderato nella seconda parte di gara, praticamente identico a quello di Norris (giusto per aumentare i rimpianti), un primo stint più coraggioso avrebbe potuto forse fruttargli anche un insperato podio. Visti i guai del Q3 non mi sento di infierire più di tanto. Certo che riuscire a perdere punti da RBR in una gara in cui avevano ritmo da podio o addirittura da vittoria…

HAMILTON 6

Vale per lui quasi tutto quanto detto per Russell con in più l’aggravante di una scelta strategica del tutto dissennata. Partire con le rosse dal terzo posto in griglia a Singapore è da suicidio. Quand’anche avesse superato Verstappen in partenza cosa sperava di ottenere?! A meno di non pensare che avessero calcolato l’ennesima pessima partenza di Norris non c’è veramente alcuna giustificazione per questa scelta. E Hamilton non può non esserne considerato corresponsabile. In gara, costretto presto al cambio gomme, limita i danni con una gara comunque sufficientemente accorta per rimanere quantomeno davanti a Sainz. Nient’altro da aggiungere.

SAINZ 5 ½

Purtroppo il nostro buon Carlos non riesce a raggiungere la sufficienza oggi. Il pasticcio in Q3, al netto del problema delle termocoperte, non è stato rimediato nello stesso modo in cui lo ha fatto Leclerc. Parte male, infatti, facendosi sorprendere da Colapinto, Albon (poi costretto a girare largo alla 1) e Tsunoda che lo costringe ad una gara ancora più faticosa del previsto. Inutile dire che se avesse imitato Leclerc Ferrari avrebbe guadagnato punti su RBR invece di perderli.

ALONSO 8

Ancora una volta, come a Baku, riesce ad acchiappare un Q3 con grinta e classe che diventa pure un bel settimo posto in griglia grazie ai pasticci Ferrari. La partenza è furbissima: si fa sorprendere da Hulk ma girando largo fuori dalla 1 e rientrandogli alle spalle (che poi era Piastri, a sua volta sorpreso da Hulk, ma il discorso vale ancora di più) evita di perdere altre posizioni come sarebbe inevitabilmente accaduto se avesse cercato di rimanere nel tracciato. Grande (e suggerisce la mossa a Leclerc che lo segue ben volentieri)! Passa il primo stint dietro Hulk senza però riuscire a impensierirlo più di tanto ma consapevole di poterlo sopravanzare con undercut. Cosa che puntualmente avviene. Gestisce senza soverchie difficoltà il resto della gara portando a casa punti preziosi.

HULK 8 ½

Gran bel week end! La sua consueta ottima qualifica sortisce uno strepitoso sesto posto grazie al pasticcio Ferrari. Parte in modo eccezionale sorprendendo sia Alonso che Piastri. Quest’ultimo salva la sua gara passandolo subito ma poco male. Sfodera un ritmo inaspettato per Haas costringendo Alonso e soprattutto Leclerc a stargli negli scarichi per tutta la prima parte di gara. Dopo è beffato dall’undercut di Alonso ma non si scompone e porta a casa punti preziosissimi. Bravo!

PEREZ 4 (7)

Male anzi malissimo! Non sa neanche lui come ha fatto a racimolare il punto. Leggo però dalle cronache che durante la gara ha avuto difficoltà a bere (pare non potesse proprio) quindi il 7 tra parentesi è da considerarsi come voto di riserva. Ma tolto l’inconveniente il suo week end è decisamente da dimenticare. Peccato, perché a Baku era stato eccellente.

NOTE DI MERITO

Colapinto ha sfoderato di nuovo un bel week end. In qualifica è ad un niente da Albon e in gara fa una partenza fantastica. Poi riesce a condurre una bellissima gara, in particolare la seconda parte dove riesce a rimanere attaccato ad Hulk senza commettere alcun errore. Bravo!

NOTE DI DEMERITO

Singapore dicono sia l’ultima gara di Ricciardo in Formula 1 ed è in vista la sua sostituzione con Lawson. Ciononostante non brilla affatto né in qualifica, asfaltato da Tsunoda, né in gara. Un canto del cigno, vi dirò, me l’aspettavo anche perché RB non sembrava messa male (vedi ottima qualifica di Tsunoda). Il demerito, tuttavia, sta nell’essersi piegato alla pietosa mossa dell’ultimo giro in cui viene spedito con gomme rosse a portare via il fastest lap a Norris. Non mi pare un bellissimo modo per uscire dal circus e anche se la sua commozione delle interviste post-gara mi fa venire i lacrimoni faccio un po’ fatica a perdonargliela. (Se però scopriamo che dopo il Messico va al posto di Perez allora tanto di cappello!)

 

Ci si vede ad Austin!

BASTIAN CONTRARIO “Parolacce”

Non fatemi dire parolacce nel mio Bastian contrario, né tanto meno bestemmiare, altrimenti oltre che andare ai lavori forzati mi tocca anche andare all’inferno. Eppure il weekend del GP di Singapore, che si è appena concluso qualche porcone, pardon parolaccia, te l’ha tirato da bocca senza tanti complimenti.

Iniziamo con la Beneamata, che di solito ne parlo (volutamente) alla fine affinché il messaggio rimanga bello chiaro, la quale le parolacce te le fa prendere direttamente dal calendario visto e considerato che ha buttato alle ortiche il secondo GP consecutivo. Partendo dalla fine del GP, francamente inizia ad essere veramente avvilente, più che stancante, il siparietto tra Zak Brown e monsieur Vasseur ove quest’ultimo si reca dai vincitori a genuflettersi e, a festeggiare coloro i quali ci hanno da poco presi a calci in culo, prendendo con grande gioia la maglietta papaya. Dopo un GP finito a ramengo in quel modo, il nostro Team Principal, anziché cercare di avere un profilo basso (se non addirittura nascondersi!) si mette addirittura in mostra a favore di telecamere. Sono perfettamente consapevole che questo teatro si presta a molte interpretazioni e, quella più gettonata visto il perbenismo imperante della F1 odierna, è quella della sportività. Vi invito a riflettere sul fatto che Todt&Co. quando prendevano legnate sui denti, prima di iniziare a dominare, non è che andavano da Frank Williams o Ron Dennis una legnata si e una no, per potersi congratulare con loro prendendo cappellini e magliette dei loro team. Un conto è la sportività, il riconoscimento del più forte e quindi la resa delle armi a fine mondiale, un altro è imbastire una scenetta che sfocia nel patetico e, che serve solo ad educare le nuove generazioni ad un falso buonismo appunto. Dov’è la credibilità di questo sport? Cosa devo pensare, che poiché alla fine della gara siamo tutti sul mood “volemose bene”, allora tutto quello che ci mostrano è frutto di un qualcosa di concordato? Dov’è la credibilità della Beneamata che proprio della McLaren è stata acerrima nemica (non solo agonisticamente parlando) e, che proprio contro questa ha consumato numerose battaglie (e che battaglie!)? Suppongo che nella F1 bacchettona del politicamente corretto di Ben Sulayem, tutto questo non può che essere accolto favorevolmente, dato che questo atteggiamento si sposa alla perfezione con l’altra politica che è stata attuata proprio nei confronti di Verstappen… non fatemi bestemmiare, altro che parolacce! Ferrari dicevo, nonostante i sorrisi rubicondi regalati dal suo Team Principal, proprio lui alla viglia del GP dichiarava “A Singapore metteremo in difficoltà i nostri avversari”… cosi in difficoltà che nonostante avessimo il potenziale per stare dietro ad un imprendibile Norris, siamo rimasti infognati alle spalle della Aston Martin di Alonso e della Haas di Hulkenberg! Purtroppo la Rossa, il GP di Singapore, lo ha perso al sabato con quella qualifica disastrosa da parte di ambo i piloti. Davvero è cosi importante capire se quelle benedette termocoperte abbiano funzionato a dovere? La verità è che in una F1 come quella che stiamo vivendo in pista, che è cosi tirata, bisogna badare ad ogni singolo dettaglio, bisogna essere perfetti e, la Ferrari di Vasseur semplicemente non lo è. Rimane il rammarico, perché posso accettare il passo falso della Spagna (alla fine, tranne McLaren, più o meno tutti hanno fatto passi falsi), di certo è inaccettabile lo spreco al quale stiamo assistendo. Di certo Vasseur si consolerà indossando la maglietta papaya che gli è stata donata dall’amico Zak… non fatemi scrivere parolacce che è meglio!

Di certo chi non spreca nulla e massimizza il risultato sempre è Max Verstappen, il quale se vincerà (probabilità elevatissime considerando la diretta concorrenza) questo mondiale, sarà solo per merito suo guadagnandoselo fino all’ultimo chilometro. Cosa gli si può dire a questo campione? Quando ha avuto il mezzo per poter vincere le ha vinte tutte e, quando è stato il momento di essere incudine, ha tenuto e sta tenendo botta fino ad ora, tanto da rimanere alle spalle del suo diretto avversario senza che si frapponesse nessuno tra loro due. Lando Norris si è svegliato? Dai commenti che ne sono seguiti dopo la sua prepotente vittoria sembra di sì, solo che il sottoscritto dei commenti degli altri non sa cosa farsene perché, ammesso e non concesso che sia cosi, il buon Lando si è svegliato troppo tardi. Potrà anche fare incetta di vittorie da qui ad Abu Dhabi, eppure non servirà a nulla se Max sarà sempre immediatamente dietro di lui. Norris ha bisogno che le circostanze gli vengano incontro a partire dal compagno, il quale è necessario che sia più costante perché con quello che ha dimostrato e, con il mezzo che ha a disposizione, mettersi a fare le rincorse per agguantare un misero terzo posto non è sufficiente. Di certo se il pilota inglese della McLaren si trova in questa situazione, come detto già più volte, è solo sua responsabilità e, il regalo che stava facendo a Verstappen andando a tuonare la sua MCL38 per ben due volte contro le protezioni della pista, è una diretta conseguenza della fragile tenuta mentale dell’inglese. Non è la prima volta che Norris si trova davanti e sbaglia facendo tutto da solo, proprio come ad Austin l’anno scorso (che tra le altre cose sarà la sede del prossimo GP tra circa un mese), quindi non c’è da meravigliarsi se questo mondiale anche se incerto, perché lo dice la matematica, sembra avere comunque un esito scontato. Oltretutto proprio nella trasferta americana, la Red Bull di Verstappen, si presenterà con degli aggiornamenti che dovrebbero permettergli di affrontare l’ultima parte del mondiale e, chiudere definitivamente la pratica “titolo pilota”.

In questo momento la preoccupazione di Verstappen è quella di fare attenzione a quali parole usare e, proprio in virtù di questo, ecco che lo ritroviamo alle interviste che risponde a monosillabi perché “ha problemi di voce”. Davvero il problema di questa F1 è cercare di tenere a bada il linguaggio usato dai piloti impedendogli di dire parolacce? Non sapevo cosa Max avesse detto in conferenza stampa e, andandomi ad informare, il campione aveva dichiarato che nel GP di Baku avevano sbagliato assetto e, quando se n’è reso conto: “avevo capito che ero fottuto!”. Il Presidente della FIA non vuole “linguaggio rap” nella sua F1 e, di rimando, interviene Hamilton accusandolo di razzismo perché il rap è principalmente ad appannaggio di artisti di colore… alè. Mi chiedo dove si voglia arrivare veramente se non ad un prodotto preconfezionato, dove tutto deve essere patinato e perfetto quando poi la F1 come tutti gli sport, è fatto di esseri umani con tutto quello che consegue dall’umanità degli stessi protagonisti. Ben Sulayem ritiene inopportuno dire parolacce in diretta e nel contempo trova giusto riammettere nel circus (o dovrei dire circo?) uno come Briatore o, sorvolare su tutta la cloaca che è uscita fuori ad inizio anno con Horner… vi prego, non fatemi scrivere parolacce altrimenti perdo dieci anni di educazione! Vi lascio con le parole del campione del mondo il quale, nonostante la sua giovane età, insegna la vita ai tanti ipocriti che mandano avanti questo carrozzone chiamato F1: “Se non è più possibile essere sé stessi, è meglio non dure nulla. Nessuno lo vuole, giusto? Si diventa un robot, non è cosi che dovrebbe essere in questo sport. Non so quanto la FIA prenda sul serio la mia opinione, ma per me quando è troppo è troppo. Le corse continueranno e la F1 continuerà anche senza di me. Questo discorso d’altra parte vale anche per me: smettere non è un problema. Io rimarrò sempre me stesso e non cambierò. Queste cose decidono sicuramente anche il mio futuro. Non puoi essere te stesso, altrimenti devi affrontare questo tipo di sciocchezze. Penso che ora, nella fase della mia carriera, non si voglia avere a che fare sempre con queste cose, è davvero stancante: certo, è bello avere successo e vincere le gare, ma una volta che hai ottenuto tutto questo, vincendo campionati e gare, vuoi anche divertirti”.

Vito Quaranta

UNA DOMENICA BESTIALE – EMILIA ROMAGNA GP

Una domenica “Bestia”le con Enea Bastianini che trionfa, alla vecchia maniera su Jorge Martin con un sorpasso duro e cattivo nell’ultimo giro. Sul podio anche quella vecchia volpe di Marc Marquez. Cade Bagnaia mentre era in terza posizione, weekend da dimenticare per lui.

Vado subito al dunque. Il sorpasso di Enea Bastianini è corretto, duro si, cattivo tanto ma corretto. Un sorpasso fatto in pista, allungando la staccata quanto basta per superare Martin all’ultimo giro. Martin che si è lasciato andare nel fine gara ad un gestaccio bellissimo, quanto di più vero ci possa essere nelle competizioni. Il problema semmai è che pensiamo a loro come agli attori di una fiction o una serie Netflix, bensì sono Piloti.

Questo weekend è stato dominato da Bagnaia sin da subito, un botta e risposta con Martin e Bastianini ed un Marquez in difesa che aveva indicato nel 4° posto il massimo obiettivo disponibile. La Sprint Race viene vinta da Bagnaia davanti a Martin e Bastianini, con Marquez ai piedi del podio ma la gara è un’altra storia perché succede l’impensabile. Martin parte subito a razzo fulminando Bagnaia (ancora una volta) ma il Campione del Mondo si riprende la testa del GP con un sorpasso spettacolare alla variante del Parco. Prova a scappare subito ma è sporco, poco preciso e ad occhio si vede. Martin e Bastianini ne hanno di più, lo sfilano e vanno via. Bagnaia sembra guidare una GP23, gira con gli stessi tempi di Marquez e Bezzecchi poi di botto come per magia comincia a macinare tempi record. Si ingolosisce e sbaglia, cadendo rovinosamente e perdendo l’anteriore. Regala 25 punti a Bastianini e 20 ad Jorge Martin, restituendo il regalo del GP scorso da parte del Pilota Pramac.

Le prime cinque moto sono tutte Ducati, con Bezzecchi che chiude quarto davanti a Morbidelli soltanto 5° e vera delusione del GP visto che guida una GP24 Factory. In TOP10 ci sono Vinales, Quartararo che chiude a soli 20″ dal vincitore, Aleix Espargaro, Alex Marquez che rimonta dalla 21^ posizione fino alla 9^ e Miguel Oliveira. Cade anche oggi Pedro Acosta, che sembra voler spremere troppo da una KTM ormai in netta crisi.

Il Mondiale si gioca in quattro, anche Marquez è della partita e per certi versi ricorda il Valentino Rossi del 2015. Se davanti continuano a sbagliare a turno…
Classifica Mondiale

Temi caldi..

1. Bagnaia sbaglia troppo, non corre più contro Quartararo con la R1 a carburatori e quest’anno Martin non è il pischello del 2023 (è partito forte).

2. Jorge Martin quando la vince una gara la domenica? Non vince da LeMans…

3. Pedro Acosta è in caduta libera, che succede?

4. Ma Morbidelli che guida la GP24, che fine ha fatto esattamente?

5. La Ducati ha vinto già il costruttori, ma esattamente Aprilia e KTM cosa stanno facendo!? Questa Ducati Cup non è bellissima per loro…

Ducati è Campione del Mondo costruttori, per la 6^ volta e la 5^ consecutiva. Mai nessuno come loro nella classe MotoGP.
Fonte MotoGP.com

 

P.S. Rivedendo i cronologici Bagnaia gira come se avesse in mano una GP23. E se invece che la gomma, ad “accendersi” non fosse stato qualcos’altro che non conosciamo che è presente solamente sulle GP24!? Qualche diavoleria di Dall’Igna magari…

 

Appuntamento questo fine settimana sul circuito di Mandalika. Il tempo non promette bene…

Francky

 

NORRIS DOMINA A SINGAPORE. VERSTAPPEN TIENE DURO.

Quelli della notte. Di Singapore. Non sono rossi, fra uno spreco e l’altro. Ma sono Norris e Verstappen, che occupano la prima fila, seguiti dalle due Mercedes, come al solito in altalena.

Si spengono i semafori, e Norris questa volta parte bene, riuscendo a rimanere davanti a Verstappen. La partenza non riserva grandi emozioni, e la prima parte della corsa è uguale a quelle degli anni scorsi, un lungo trenino di auto distanziate da pochi secondi.

Quest’anno, però, il treno è un po’ più lungo, con la locomotiva Norris che dopo 17 giri ha già 11 secondi di vantaggio su Verstappen, il quale ne ha altri 9 su Hamilton.

Le due Ferrari, accreditate di un ottimo passo gara, si trovano imbottigliate in 8a  posizione con Leclerc e in 12a con Sainz, pagando una qualifica piena di errori.

Al 18° giro Hamilton è il primo dei leader a fermarsi, essendo partito con gomme soft. Gli altri restano in pista, con Norris che incrementa ancora il suo vantaggio nei confronti di Verstappen.

Bisogna aspettare fino al giro 28 per vedere Russell fermarsi. Ma l’inglese si trova a 40 secondi da Norris. E Leclerc riesce finalmente a superare Hulkenberg ma si trova ad un minuto da Norris. Per il suo ingegnere di pista, al quale stava manifestando tutta la sua frustrazione, “la gara inizia adesso”.

Al giro 30 si ferma Verstappen. L’olandese esce dietro a Leclerc, ma gli basta un giro per passarlo. Contemporaneamente, Norris va lungo e sfiora la barriera con l’ala, perdendo diversi secondi. Si ferma subito ai box per cambiare le gomme e controllare, ma non sembrano esserci danni gravi.

Al giro 37 si ferma Lerclerc. Charles rientra in 8a posizione, dietro anche al suo compagno di squadra. Manca solo Piastri, al momento in seconda posizione. La sua sosta avviene al giro 39. L’australiano esce subito dietro ad Hamilton, che riesce però a superare subito.

E, al giro 46, passa anche Russell, prendendosi il podio. Nel frattempo, Leclerc, con pista libera, inizia letteralmente a volare, mettendo in mostra il potenziale che la sua macchina non ha potuto esprimere oggi.

Al giro 48, Norris, che guida la gara con un vantaggio di 24 secondi su Verstappen, sfiora per la seconda volta le barriere. Questo lo sveglia dal torpore in cui era evidentemente piombato, e segna il giro più veloce. Che gli verrà poi tolto dal Ricciardo all’ultimo giro.

Finisce così con Norris vincitore dominante, davanti a Verstappen, Piastri, Russell che è riuscito a contenere la rimonta di Leclerc. Poi Hamilton, Sainz, Alonso, Hulkenberg e Perez.

Ora ci sono ben 4 settimane di pausa, prima di riprendere ad Austin. Mancano 6 gare alla fine, ma è già possibile affermare dove andranno i due mondiali.

P.S. dopo la vittoria di Monza e la buona prestazione di Baku, già si parlava di una Ferrari in lizza per il mondiale costruttori. Ma quando la macchina va, non funziona tutto il resto. E per il mondiale, eventualmente, ci si penserà l’anno prossimo. O quello successivo. 

P.S. 2 Vanzini che sospetta che Alonso non attacchi Hulkenberg perchè ha una Ferrari dietro (riguardatevi il giro 24) è un insulto a chi paga il canone per ascoltare i deliri suoi e di qualche altro soggetto che lo accompagna. Vale anche per la MotoGP, dove si ascoltano stupidaggini simili, tutte figlie della linea editoriale rossa.

P.S. 3 sarà un sollievo per il box Mercedes non dovere più sentire l’anno prossimo i lamenti di Lewis sulle gomme.

P.S. 4 venerdì Verstappen non andava da nessuna parte. Oggi è arrivato secondo, anche se a mezzo minuto. Il suo quarto mondiale sarà tutto merito suo, non della macchina o della FIA.

P.S. 5 L’ala della McLaren era regolare per la FIA ma non per la Red Bull. E, di conseguenza, la dovrà cambiare.

P.S. 6 Per la prima volta nella storia, non si è vista la Safety Car a Singapore. La sostituzione di Sargeant ha dato i suoi frutti.

P.S. 7 Hulkenberg è come le obbligazioni, un investimento senza rischi.

P.S. 8 Probabilmente non rivedremo più Ricciardo in gara, ma speriamo di rivederlo come commentatore, così continuerà a portare un po’ della sua allegria contagiosa. Mi immagino già le interviste a Vasseur. Buone per Zelig.