Quando Torino insegnava al mondo come fare e vincere i rally
E’ doveroso che cominci questo scritto con una breve premessa in quanto arriva con un ritardo notevole rispetto a quanto promesso ai colleghi di redazione. Quando presi l’impegno dissi a me stesso: che vuoi che sia? Un gioco da ragazzi, perché in fondo scrivi del mito a quattro ruote più importante della tua adolescenza, un eccellenza della tua città che hai vissuto in prima persona, che vuoi che sia?
Ed invece? Invece la tastiera è diventata il crocevia di sensazioni contrastanti, di nostalgie, di rabbie, di polemiche e di interrogativi. La prima stesura è venuta talmente bene che saremmo finiti al gabbio sia io che il Boss… non che non avremmo trovato di che raccontarci tra quattro mura, però il buonsenso ha prevalso e ho deciso che troveremo dei luoghi più adatti di una casa circondariale qualsiasi.
Ho riprovato altre volte in questi due mesi e, nonostante il mio menefreghismo nei riguardi della forma, rileggendomi ho capito che non avrei passato il controllo della netiquette neanche bippandomi da solo……
Per cui ho scelto di narrare semplicemente i fatti salienti in maniera più “distaccata” possibile, lasciando a chi vorrà commentare lo spazio di eviscerare i perché, i percome ed i perchi si è passati da una Torino Caput Mundi (dell’auto) alla situazione attuale.
immagine tratta da rollingsteel.it
I Fatti
Dopo la parentesi Fiat con la 131, ad inizio degli anni 80 maturano le condizioni per il ritorno del marchio Lancia nei rally a rinverdire i fasti della Fulvia e soprattutto della Stratos. La federazione vara il Gruppo B, ovvero una categoria più “libera” che permette di partecipare mettendo in produzione solo 200 esemplari per ottenere l’omologazione per partecipare al mondiale.
I tedeschi di Audi si sono già abbattuti sul Mondiale con la trazione integrale e la loro “Quattro” che pare un panzer indistruttibile spinta anche da un motore turbo. A Torino si ritrovano per le mani una vettura più “convenzionale” nei concetti base, ovvero una trazione posteriore a motore posteriore che monta ancora i carburatori e “solo” un compressore volumetrico… Lo svezzamento della 037 comincia in qualche rally del 1982 tra tante difficoltà, eppure a Torino ci credono: affidabilità e leggerezza unite ad un reparto sospensioni di livello sono i punti di forza. Per il 1983 arriveranno l’Iniezione elettronica, un ulteriore alleggerimento e modifiche aerodinamiche per sconfiggere i crucchi…..
Per farlo però serve una stagione perfetta, una di quelle in cui non sbagli nulla e spaventi il tuo avversario battendolo nelle circostanze in cui lui pensa di vincere a mani basse..Per realizzare l’impresa Cesare Fiorio, condottiero di tante battaglie per il Gruppo Fiat, riporta a casa Walter Rohrl lasciandogli di fianco la “bandiera” Marku Alen, l’altrettanto fedele Attilio Bettega, Vudafieri e Tarozzi.
Ad essere sinceri sino in fondo, sulla carta ci sono solo una gara e mezza realmente favorevoli alla 037: le “tutto asfalto”, ovvero il Tour De Corse e, forse, il Montecarlo a patto di non trovar neve e ghiaccio sulle Alpi francesi a gennaio (facile, vero?)
Quando metti in macchina uno come Walter al Monte hai già vinto almeno la metà delle speciali a prescindere, ed infatti il crucco non si fa pregare vincendo la prima gara dell’anno tirandosi in scia uno spettacolare Alen. E tutto ciò nonostante il ghiaccio ed il verglass che in alcune PS avrebbero dovuto demolire il ritmo delle 037. Guida magistrale per entrambi ma anche colpo di genio di quel “caino” di Cesare: forte di un team di ricognitori di livello altissimo decide di riproporre un amarcord di fine anni 60, ovvero il cambio gomme in Prova Speciale laddove le condizioni erano “miste” asciutto/verglass, situazione prevedibilissima in alcuni scollinamenti del sud della Francia….Per essere più veloci i tecnici “inventano” anche un mostro di pistola pneumatica in grado di smontare contemporaneamente i 5 bulloni. Tutto perfetto al primo tentativo e PS vinta.. Peccato che nella prova successiva a meno 20 gradi la condensa formatasi nel circuito dell’aria ammutolisce le pistole e costringe ad usare le chiavi manuali!!!! Il risultato non cambia.
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Rohrl vince al Monte, la SUA gara, portandosi dietro il Finnico-Italiano Markku per una doppietta storica e si cominciano a minare le certezze teutoniche….
Evitando accuratamente le gare in cui non si poteva far altro che perdere, vedi la Svezia sulla neve, si arriva al Tour de Corse dove i torinesi non possono fallire. E cosi è: cappotto con Alen, Rohrl, Vudafieri e Tarozzi nell’ordine..Quaterna!
immagine tratta da rallyazores
….e le due gare favorevoli Torino le porta a casa…ma non può bastare.
Servono una gara magistrale all’Acropolis vinta dal tedesco con in scia Alen: le pietre greche demoliscono l’affidabilità delle Audi Quattro che avrebbero dovuto vincere a mani basse ed esaltano la piccola Lancia: la prima Quattro è solo terza…..Achille ha ucciso Ettore.
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Walter compie un altro capolavoro sulla ghiaia neozelandese e Attilio Bettega porta a casa un terzo posto fantastico: siamo all’esaltazione? Ancora no…
Ghiaia e ancora ghiaia anche in Finlandia dove un divino Markku Alen riesce a finire terzo a 49 secondi dalla prima Audi dopo quasi 4 ore e mezzo di cronometro e 50 tappe, portando a casa altri punti pesanti: un solo secondo a tappa di svantaggio dopo 473 Km con una due ruote motrici…mi fermo qui.
immgine tratta da you tube
Ed il finlandese fa un’altra gara della vita proprio a San Remo. Sul misto ghiaia/asfalto toscano (all’epoca era li che ci si correva) straccia tutti trascinandosi in coda anche Rohrl e il nostro Attilio….Tripletta!!!
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IL MONDIALE MARCHE TORNA A TORINO
La 037 ed il team Lancia Martini tornano sulla vetta del mondo e, ad oggi, restano gli ultimi Iridati a due ruote motrici della storia!
Il titolo piloti 83 finirà nelle mani di Mikkola complice la rinuncia della Lancia agli ultimi due rally in preda ad una rivalità tra Alen e Rorhl che portò il tedesco a trasferirsi in Germania l’anno successivo.
Ma ormai il tempo delle due ruote motrici era passato e nel 1984 l’arrivo della Peugeot in forma ufficiale con la 205 T16 mise più auto tra la Lancia e la vetta delle gare. Il tour de Corse 1984 fu l’ultima vittoria della 037 ed anche l’unica di quella stagione.
Il team era parallelamente impegnato a sviluppare il progetto della Delta S4 che li occupò anche in tutto il 1985 avaro di soddisfazioni sino al debutto vincente della stessa al Rac e funestato dalla disgrazia di Attilio Bettega nel Rally suo e della Lancia, il Tour de Corse…….
immagine tratta da rallyssimo
Nel frattempo a Torino era sbarcato LUI: Henri…….
Cominciò a deliziare tutti con i traversoni sulla 037 e rese sublimi gli ultimi giorni del Gruppo B.
Non si possono trovare parole nel descrivere quella notte al freddo ed al gelo al Monte per vederlo passare un attimo davanti agli occhi sul Turinì con la sua S4 numero 7……
immagine tratta da rollingsteel
Portò i rally ad un livello impensato ed impossibile sino ad allora….Ma mi fermo qui perché oltre mi è difficile andare quando si parla di Henri.
La Lancia continuò a vincere a mani basse con l’introduzione del Gruppo A, riuscendo addirittura a vincere un Mondiale dopo aver lasciato quel gioiello della Delta in mano ad un team privato….
Dopo? Ah, dopo……
Questo è un altro argomento che lascio a chi vorrà parlarne perchè io rischierei davvero tanto visto il livore che mi è rimasto dentro.
Perché il marchio Lancia è scomparso? Perché?
Ditelo voi.
Salvatore Valerioti
Immagine in evidenza tratta da pinterest
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