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MOTOGP 2023 – ROUND 12 – INDIA: IL MONDIALE SI RIAPRE

Dopo ben 10 anni di assenza torna sulla ribalta mondiale il Buddh Circuit in India. Dopo la F1 è la Motogp a tentare la “carta indiana” su un circuito inattivo dal 2018 ed in un paese non proprio “facile”.

Infatti, dopo 10 anni, i problemi con i visti di ingresso sono rimasti tali e quali. La pista, addirittura, è stata omologata per il rotto della cuffia qualche giorno prima di accendere i motori.

Tracciato molto green e scivoloso, layout sconosciuto a tutti ed assenza di dati sono stati fattori che hanno complicato il weekend dei nostri centauri.

Dopo le prime sessioni i valori in campo si sono quasi riallineati completamente in favore di chi è nelle prime posizioni della classifica generale, in sella alle Ducati…

Ktm ed Aprilia sotto tono hanno permesso a Yamaha ed Honda di riaffacciarsi nella parte alta della classifica sin dalle qualifiche. Che questo stia ad indicare un progresso da parte dei giapponesi, piuttosto che un regresso degli “europei”, sarà tutto da dimostrare nelle prossime gare, sebbene proprio la prossima gara sarà a Motegi.

Andiamo per ordine.

QUALIFICHE


La pole va ad uno strepitoso Marco Bezzecchi arrivato carico come una molla in India. I compagni di Marca Martin e Bagnaia completano la prima fila come da “possibile” copione. A dimostrazione che le Ducati vanno sempre forte (anche quelle dei team satellite) Luca Marini si piazza in quarta posizione davanti ad un redivivo Joan Mir che precede nientepopodimeno che sua maestà Marc Marquez: in pratica un evento storico. Due Aprilia ufficiali e riappare in Q2 al nono posto anche l’ex campione del mondo Fabio Quartararo. Tutte le KTM fuori dai primi 12 posti.

 SPRINT RACE SABATO

La prima curva del circuito indiano è una sorta di imbuto ed il primo a farne le spese è il poleman Marco Bezzecchi che viene tamponato dal compagno Marini che gli partiva esattamente dietro. Il risultato è che Marco, pur non cadendo, si ritrova a rientrare in pista in coda al gruppo, mentre Luca si rompe una clavicola salutando il resto della truppa.

La gara non ha storia. In assenza del mattatore Bezzecchi, il comando è preso con prepotenza da Jorge Martin che va a vincere senza essere mai impensierito da Bagnaia che, suo malgrado, si trova invece a dover combattere con quell’osso duro di Marquez che termina al terzo posto difendendosi a sua volta da Binder risalito dalle retrovie dopo le pessime qualifiche. Il mattatore Bezzecchi rimonta sino al 5.posto finale superando all’ultimo giro Quartararo.

MAIN RACE DOMENICA

Che Marco Bezzecchi avesse un passo completamente diverso da chiunque altro sul Buddh Circuit lo si era capito sin dal sabato. Alla partenza decide di salutare tutti e si invola con un passo irraggiungibile per tutti arrivando ad accumulare oltre 5 secondi di vantaggio. Dietro di lui Pecco Bagnaia che dapprima viene sorpassato dal primo rivale in classifica Martin, ma poi riagguanta il secondo posto in tranquillità salvo perdere l’avantreno in una veloce piega a sinistra ad 8 giri dalla fine.

La gara finisce con Bezzecchi re indiano, Martin che a fatica agguanta il secondo posto dopo aver combattuto anche con la zip della sua tuta incalzato da Fabio Quartararo che sale sul terzo gradino del podio e sorride per il distacco dal vincitore che questa volta resta sotto i 10 secondi. Binder, Mir (per una volta rimasto sulle ruote) Zarco, Morbidelli, Vinales e Marc Marquez (scivolato durante la gara) completano i primi posti.

Tutta la truppa si sta trasferendo a Motegi per la gara successiva senza soluzione di continuità.

Il mondiale si è riaperto d’improvviso in poche settimane. La caduta di Bagnaia a Barcellona ha spostato l’inerzia a favore degli inseguitori che in tre appuntamenti hanno mangiato il 70% del vantaggio che Pecco si era procurato (e meritato) prima. Dalla parte del chivassese c’è che sia Martin che Bezzecchi corrono per loro stessi e si porteranno via punti a vicenda. Bagnaia non può contare che su se stesso (come accadde l’anno scorso) perché non ha nemmeno il compagno di team in grado di aiutarlo tenendo dietro i suoi rivali.

Sarà un 1 contro 1 contro 1 da qui a fine stagione tra lui, Martin e Bezzecchi.

In ogni caso Bagnaia avrà solo da perderci. Se dovesse vincere sarà per il fatto che lui è l’ufficiale e gli altri no. Se dovesse perdere vorrà dire che non merita (e manco meritato in passato) la moto ufficiale ed il team interno, contrariamente agli altri più bravi di lui. Questo il mood in giro per i socials, purtroppo.

Ducati non ha fatto preferenze quest’anno e manco lo scorso. La dimostrazione che ha sempre fornito materiale di primordine a tutti è nel fatto che nei due anni scorsi le vittorie di marca sono arrivate da tutti e quattro i team forniti, l’interno, Pramac, Gresini, VR46.

Però questo è il clima che si respira, quello di dover creare polemica sempre, di voler sempre vederci del marcio… e questo sarà il motivo per cui dalla prossima stagione questa rubrica verrà tagliata dal palinsesto del Blog.

Al dopo Motegi.

Saluti

 

Salvatore Valerioti

MOTOGP 2023-ROUND 11-MISANO ADRIATICO

Secondo appuntamento di questo intenso mese che vedrà ben quattro rounds. Da venerdì 1 settembre sino a domenica 1 ottobre il pubblico avrà fatto una scorpacciata di gare: Catalunya (già in archivio), Misano, Buddh Circuit, Motegi.

Quattro gare e quattro minigare…..con la sessione di test post Misano nel mezzo….

Tutto ciò per recuperare le 5 settimane di “ferie” a luglio.

Sarà preistorico chi scrive, ma io ci vedo una bella dose di stress per tutti quanti, piloti e non solo.

Concentrare in così poco tempo tutti questi impegni è dannoso anche per lo spettacolo oltre che pericoloso per l’incolumità dei piloti stessi.

Al netto del miracolo a cui abbiamo assistito domenica scorsa con Pecco, cosa sarebbe potuto accadere se il leader del mondiale avesse dovuto saltare tutto il mese per una frattura? Che impatto avremmo avuto sulla classifica generale? E se Bastianini (sfigato dell’anno) fosse stato in lizza per un posto di rilievo in classifica generale?

Lo “spettacolo” non può essere più importante della salute dei piloti e nemmeno dello sport stesso. E per sport intendo la possibilità di giocarsela senza dover saltare troppe gare in caso di infortunio perché “ammassate” tutte insieme senza un attimo di respiro.

Tali considerazioni le feci già alla notizia che la stagione 2023 avrebbe visto aumentate il numero di le gare e che avremmo anche avuto lo stesso numero di minigare… Se Pecco si fosse fatto male seriamente e avesse recuperato in extremis per le ultime gare dell’anno perdendo il campionato? La vittoria finale avrebbe avuto la stessa valenza sportiva per il vincitore? Secondo me no. E non ne faccio una questione di tifo in quanto con quello non ci mangio e manco ci pago le bollette. E’ oggettivo.

Detto questo l’incedere degli impegni ed il rischio di non potervi partecipare siamo sicuri che non influisca sulla volontà dei piloti di rischiare? E, ammesso che non influisca, è davvero necessario farli correre con il coltello tra i denti rischiando lo stesso di falsare il campionato?

Messe da parte le considerazioni generali passiamo alla gara ed al circuito.

Misano è il vero Gp di casa (molto di più del Mugello) per case e piloti nostrani. Sia le Case che i piloti orbitano intorno a quest’angolo di Italia e non da oggi. I nostri rider conoscono ogni filo d’erba ed ogni ciottolo di ghiaia del circuito quindi possono essere tutti annoverati nella lista dei favoriti soprattutto perché in sella ad una Ducati. Tutti tranne il povero Morbidelli che per le mani un manubrio giapponese (per quest’anno ma ne parleremo a parte più avanti). Tutti tranne Francesco Bagnaia che pur “fit” è dolorante anche se felice di essere presente in qualità di “miracolato” 2023.

Ovvio che anche i piloti Aprilia vorranno essere protagonisti spinti peraltro dall’entusiasmo della prima doppietta di domenica prossima. Per gli altri le possibilità sono più remote con Binder che risulta quello messo meglio rispetto agli altri. Dei piloti su moto giapponesi eviterei di parlare tanto ci sarebbe poco da dire.

 

 

SABATO-QUALIFICHE

Pole monstre con aggregato nuovo record del circuito per Jorge Martin e la sua Ducati Pramac. La prima fila è completata dalle altre due Ducati di Bezzecchi e Bagnaia entrambi Incerottati e doloranti. Spettacolare la wild card Dani Pedrosa che porta la KTM sperimentale a ridosso della prima fila e prima delle moto austriache, segno che lui è sempre forte ma anche che il prossimo step della K è alle porte.

Discrete le Aprilia che si qualificano subito dietro e benino anche Marquez che issa la RCV213 al nono posto (di questi tempi è oro).

Deludono invece Zarco, Marini, Miller che finiscono nelle retrovie insieme al solito Quartararo che non entra nemmeno nel Q2.

 

SABATO-MINIGARA

I pochi giri tirati del sabato pomeriggio confermano i valori delle qualifiche.

Al via Martin scatta meglio di tutti e si invola senza lasciare agli altri nemmeno l’idea di sorpassarlo foss’anche per pochi metri. Dietro di lui Pecco Bagnaia sopravanza per qualche giro Bezzecchi salvo poi ricedergli la posizione per evidenti difficoltà fisiche. Ciononostante riesce ad arrivare sul podio facendo il suo miglior giro proprio all’ultimo per contenere uno splendido Dani Pedrosa che si conferma anche in gara. L’unico a guadagnare posizioni di rilievo dopo la partenza è quel matto di Binder che intraversa la moto ad ogni staccata. Rispetta il suo compagno di squadra che gli arriva davanti non provando a sorpassarlo alla sua solita dura maniera: in fondo un singolo punto in più non avrebbe fatto tutta questa differenza…

Per tutti gli altri prestazioni in linea con quanto espresso in qualifica e pochissimi sorpassi. Nessuna caduta, nessun sussulto, sintomo che quanto scritto ad inizio articolo (viene scritto man mano che il weekend si sviluppa e subito prima o dopo ogni singolo evento dello stesso,ndr)è una realtà. Durante la gara breve del sabato in un mese pregno di appuntamenti i piloti fanno attenzione, altro che tirare a cannone, soprattutto nelle posizioni di rincalzo.

Degno di nota, si fa per dire, il campione del mondo 2020 Joan Mir che pur navigando tra l’ultima e la penultima posizione in classifica riesce a beccarsi una penalità per superament track limits e riesce anche a sbagliare il long lap penalty beccandosene un altro…..

 

DOMENICA-MAIN RACE

Inarrestabile Jorge Martin che completa il suo weekend perfetto partendo bene e facendo respirare il fumo dei suoi scarichi a tutti dall’inizio alla fine. La gara domenicale è stata una sorta di replica allungata della garetta del sabato. Bagnaia che sopravanza Bezzecchi inizialmente e che poi cede la posizione causa fatica fisica salvo resistere con i denti al leone Pedrosa che resta la prima delle KTM (ad un soffio dal podio).

Martin controlla i suoi rivali che gli stanno incollati, guidando tutti e tre ad ad un ritmo forsennato (quasi sempre sotto il minuto e 32!!!). Sino a 10 giri dalla fine… A quel punto Bagnaia cede un po’, “tappando” anche Bezzecchi che lo passa poco dopo ma che ormai si ritrova con un distacco vicino ai due secondi che non riuscirà più a recuperare allo spagnolo.

Dani Pedrosa quarto ha annusato l’odore del prosecco che avrebbe potuto sorseggiare sul podio ma può tornarsene a casa fiero ed orgoglioso del lavoro fatto.

Dopo lo spagnolo la prima delle Aprilia con Vinales seguito da Miguel Oliveira. Considerati i tempi bui Marquez settimo è una notizia non da poco. Marc porta a compimento l’ennesimo calvario domenicale mettendosi dietro due Aprilia e tre Ducati…. Non male..

Le Yamaha non sono mai state inquadrate e restano ingiudicabili.

Il campione del mondo 2020: pur sempre navigando tra l’ultima e la penultima posizione, riesce a non prendere penalità scivolando in curva 4 verso metà gara…(che moto indegna!!!).

Scena commovente all’arrivo con Pecco sfinito che fatica a scendere dalla moto ed a stare in piedi.

Bisognerebbe far vedere questi momenti a tutti coloro che questo sport lo guardano giusto per poi parlarne sui socials.

 

MERCATO PILOTI

Siamo in un momento dell’anno particolarmente decisivo ed i giorni dopo ii test romagnoli potrebbero essere decisivi e vedersi incastrare qualche tessera.

E’ tutto in stand by, in attesa di ciò che Honda porterà in pista da far provare a Marquez per il 2024. Se tale materiale lo dovesse convincere a restare il resto delle operazioni di mercato potrebbero andare velocemente in porto. Se, al contrario, Marc dovesse provare qualcosa che non lo aggrada gli scenari potrebbero cambiare in maniera repentina.

Fatto salvo che Bezzecchi resterà al 90% al suo posto in VR46 dove Marini ha già firmato, resta scoperta la seconda sella Pramac orfana di Zarco che andrà in Honda LCR. Con ogni probabilità ci salirà il nostro Morbido nella speranza di salvare una carriera che ad Iwata (oserei dire) sono riusciti a boicottare dopo la bella stagione in Yamaha Petronas.

Ktm è rimasta col cerino in mano… Sperava di avere il benestare per il terzo team e con sei moto essere serena. Invece così non è stato.. Avrebbero preso volentieri Marquez (lo sponsor comune ne sarebbe stato ben felice) ed invece adesso si ritrovano per le mani Acosta e devono far scendere qualcuno da una delle loro belve. Il principale indiziato a farlo è Miller (con in mano un contratto anche per il 2024) sia perché nel team interno sia perché sta avendo più difficoltà del preventivato. A lui sono state offerte più wild card possibili per il 2024 a meno che Pol Espargaro non liberi un posto. Comunque vada hanno una bella gatta da pelare tra le mani.

Ma torniamo a Marquez. Nel caso in cui il materiale Honda per il prossimo anno non lo dovesse soddisfare, il suo contratto prevede il pagamento di una penale per liberarsi anticipatamente a patto di non salire su una moto ufficiale per il 2024. Ed è qui che entra in scena il team Gresini il quale starebbe lavorando per il colpaccio del decennio.

La seconda sella del tema del compianto Fausto ha più pretendenti di quante ce ne sono alla corona di miss Mondo. Marquez, Diggiannantonio stesso, Mir, Miller se KTM lo dovesse appiedare etc etc..

Staremo a vedere nei prossimi giorni.

Ci vediamo tra due settimane sul tracciato Indiano Buddh International Circuit. Si, proprio quello in cui ci corse la F1 ad inizio dello scorso decennio e che non piacque a nessuno delle quattro ruote. Un opera sontuosa dell’onnipresente Tilke ben presto abbandonata dal mondo dorato della Formula Uno

 

Salvatore Valerioti

MOTOGP 2023 – ROUND 10 GP DI SPAGNA

Francesco Bagnaia arriva in Spagna con ampio vantaggio in classifica mondiale per un classico sulla pista del Montmelò.

Tracciato spagnolo che è storicamente indigesto alle ultime Desmosedici e con un risultato finale meno scontato che su altre piste.

 

QUALIFICHE

Il campione del mondo in carica mette tutti in fila con un giro dei suoi in Q2 dove spiccano anche le Aprilia che su piste come questa sono più performanti del solito.

La prima fila è completata da Espargaro e dalla Aprilia MY 2022 che fa fare bella figura anche al coriaceo Miguel Oliveira. Vinales quarto e poi in fila ben 4 Ducati Pramac e Gresini prima di arrivare alla prima delle KTM con in sella il solito Binder.

Il “ De profundis giapponese” comincia con un  Marquez che ormai ha deciso di non rischiare più di rompersi ossa gratis e dagli altri che vivacchiano sino all’inizio della gara. Gli altri WC in attività classificati undicesimo, Marquez, diciassettesimo Quartararo, ventesimo Mir. Non si possono fare commenti.

 

SPRINT RACE SABATO

Bagnaia era conscio sin dalla partenza che non sarebbe stata una giornata semplice. Dopo l’ottima partenza e qualche giro al comando cede la posizione ad Aleix Espargaro che va a vincere la seconda gara della stagione seppur in versione dimezzata. Sul podio l’altra Aprilia di Vinales e poi la KTM di Binder.

Bagnaia aumenta il vantaggio in classifica grazie al secondo posto ed al fatto che tutti i suoi diretti concorrenti gli finiscono dietro.

 

GARA

Partenza da incubo come spesso è successo in Spagna. Al via Bagnaia si invola lasciando tutti sui blocchi. Ma all’ingresso della prima curva Bastianini esagera perdendo la sua desmosedici che falcia Zarco, Alex Marquez, Diggiannantonio e pure il solito Bezzecchi che se c’è qualcuno che scivola lui c’è sempre. Neanche il tempo di capire che le immagini inquadrano Pecco autore di un highside in curva due. Scena terribile con lui che vola per aria ed atterra con tutte le altre 15 moto rimaste sulle ruote che gli vanno incontro. Binder lo prende in pieno sulle gambe cadendo a sua volta ed esce la bandiera rossa.

Attimi terribili in cui si è temuto davvero il peggio vista la dinamica dell’incidente. Al momento in cui queste parole vengono scritte le notizie parlano addirittura di assenza di fratture ma solo di diverse contusioni. Per assurdo è andata peggio a Bastianini che si è infilato sotto una Ducati di Gresini rimediando una frattura ad un dito ed al malleolo entrambi da operare.

Domenica prossima ci sarà il Gp di casa a Misano e la Ducati ufficiale rischia di non aver nessune dei suoi due piloti titolari.

Alla ripartenza non c’è storia e la gara è abbastanza noiosa. Vinales prende il comando e lo tiene per due terzi di gara quando il suo compagno di box decide di rompere gli indugi e regalarsi la prima “doppietta” della sua vita e di quella dell’Aprilia. Doppietta con rinforzo di Maverick che gli finisce in scia per il trionfo della casa di Noale che finalmente vede reallizzati in uno strepitoso risultato tutti gli sforzi di questi anni.

A completare il podio troviamo Jorge Martin sulla prima Ducati che precede il compagno Zarco ed un Miguel Oliveira calato dopo la prima parte di gara molto brillante.

Che dire degli altri? Il team VR46 ha deluso le aspettative che negli ultimi tempi aveva creato. Bezzecchi e Marini non sono mai stati protagonisti ed hanno costantemente viaggiato nel gruppo. Gara coriacea di Quartararo che questa volta riesce a mettersi dietro due KTM e tre Ducati. Marquez solo tredicesimo avrebbe una voglia matta di cambiare aria..

 

Considerazioni generali.

Dissi ad inizio stagione che questa storia delle Sprint race non mi piaceva. Dissi ad inizio stagione che sarebbero state il doppio delle partenze, il doppio delle prime curve, il doppio dei primi giri.

Ieri si è rischiato molto. Ok, Motorsport is dangerous, ma aumentare le possibilità che accada qualcosa di grave raddoppiando i momenti più rischiosi del weekend non mi pareva una buon idea mesi fa ed oggi ancora meno.

 

Domenica prossima si andrà in scena a Misano

 

Salvatore Valerioti

 

MOTOGP 2023-ASSEN. BAGNAIA ALLUNGA, BEZZECCHI RESISTE, MARQUEZ DESISTE

L’ultimo appuntamento mondiale della MotoGp prima della lunghissima pausa estiva di 5 settimane, va in scena in quel di Assen per un classico delle due ruote che anni addietro si correva addirittura di sabato.

Ci si arriva con il campione del mondo in carica in testa alla classifica generale. Scontato considerare Pecco Bagnaia l’uomo da battere ed uno dei favoriti per le vittorie delle due gare previste. Il chivassese cominciò proprio qui quella rimonta impossibile che lo scorso anno lo portò sul tetto del mondo e proprio qui vinse la sua prima gara mondiale ai tempi della Moto3 e della Mahindra.

A contrastarlo soprattutto gli altri piloti in sella alle moto bolognesi con possibili sorprese dai rider Ktm e, chissà, da quelli Aprilia. Quasi impossibile per tutti gli altri Marquez incluso (raggela scriverlo).

 

QUALIFICHE

Marco Bezzecchi conquista la pole dopo aver mostrato di essere in palla appena messe le ruote in pista al venerdì mattina. La prima fila (tutta Ducati) è completata Bagnaia (in difficoltà al venerdì) e dal compagno del Bez Luca Marini. Ottimo quarto un redivivo Fabio Quartararo che su una pista meno ostica per la sua moto ci mette una pezza “di manico” almeno sul giro secco. Ancora buio pesto dalle parti di Honda e Marquez, e deludono pure Martin e Miller. Evidentemente non avranno smaltito ancora i postumi del prosecco del Sachsenring.

 

SPRINT RACE

Vittoria di Bezzecchi che dopo essere scivolato al terzo posto in partenza va a riprendersi la leadership ripassando Binder e Bagnai più solerti al via. Dietro di lui il torinese che da l’impressione di volerci provare ma non troppo in ottica mondiale e lo stesso Binder su Ktm che però viene penalizzato per track limits. Sul podio ci finisce allora un bel Fabio Quartararo autore di una gara finalmente solida sempre a ridosso dei piloti di testa e, soprattutto, senza il consueto distacco finale.

Gara opaca delle Ducati Pramac con Zarco che sbaglia gomma anteriore e Martin che dopo un fuoco iniziale si fa sorpassare nel finale anche da Espargaro sulla prima Aprilia. Marc Marquez ha dato l’impressione di fare uno stint di test piuttosto che una gara.

 

GARA

Il vantaggio di effettuare due gare nel weekend sta tutto nel fatto di cercare di capire al sabato come eventualmente “aggiustare” la domenica. E Francesco Bagnaia questo ha fatto tra il sabato pomeriggio e la domenica mattina. Preso nota del comportamento della sua moto e di quella del rivale Bezzecchi che al sabato lo aveva sopravanzato, Pecco parte in maniera “ordinata” lasciando sfilare Binder (autore dell’ennesima partenza con la catapulta) alla prima curva per poi sorpassarlo dopo averlo fatto sfogare per un paio di giri. Da li in avanti non c’è più stata storia: il torinese ha guidato in maniera pulita e superba non permettendo più a nessuno nemmeno di tentare un eventuale sorpasso. Non ha tentennato nemmeno quando Bezzecchi ha sopravanzato Binder ed ha provato ad avvicinarsi. Il distacco è sempre rimasto sopra il mezzo secondo arrivando a punte di quasi due a riprova che Bagnaia ha sapientemente controllato il suo impeto e la gara stessa.

Sul podio, oltre ad uno splendido Marco Bezzecchi, ci finisce Aleix Espargaro quarto sul traguardo ma che “beneficia” della penalità comminata a Binder per essere andato troppe volte sul verde.

Fabio Quartararo scivola nei primi giri portandosi nella ghiaia anche il connazionale Zarco, così come fa Vinales che stava accendendosi quando era in sesta posizione. Dell’elenco dei caduti fanno anche parte Bastianini in lenta ripresa (non era distante dai primi), Fabio Diggianantonio (che era risalito sino al nono posto), Jack Miller che si è inghiaiato ad inizio gara preso dalla foga di recuperare dopo brutte qualifiche.  Gara onesta (ma non basta se si vuole vincere un mondiale) per Jorge Martin arrivato quinto e che ha pagato a caro prezzo la pessima qualifica. Dietro di lui un discreto Alex Marquez che ha preceduto Luca Marini autore di una gara tutto sommato scialba considerato che partiva dalla prima fila.

A punti anche Nakagami, Morbidelli e Bradl con le “giapponesi” rimaste “sulle ruote”. Magra consolazione considerato che su 22 partenti sono arrivati solo in 14 e che anche Folger ha preso 2 punti iridati.

Adesso si va in vacanza sino ad inizio agosto. Bagnaia e la sua Ducati hanno allungato sugli inseguitori in classifica e portato dalla loro parte quell’inerzia che potrà essere importante a livello psicologico al rientro dalle vacanze.

Il torinese ha acquisito sicurezza e serenità e sarà davvero difficile batterlo: lui è sempre lì davanti mentre gli altri intorno si alternano spesso e volentieri. Lo scorso anno ha portato a termine una seconda parte di stagione degna di essere ricordata negli annali. Se solo facesse la metà di ciò che fece nel 2022 il secondo sarebbe a portata di mano.

Inevitabile affrontare il capitolo Marquez. Troppo odio ed invidia nei suoi riguardi sui social media. E’ in difficoltà e non solo a causa delle sue condizioni fisiche. Quelle contano per essere dichiarato “unfit a comando” per la gara della domenica in cui capisci che forse è meglio tirare il fiato e riflettere.

Vedere uno come Marc girovagare per la pista non fa bene a lui e non fa bene nemmeno al motociclismo in generale. Vederlo vivacchiare nella sprint race è stato triste, ma lo è stato anche vederlo cadere nell’unico modo che ancora ci mancava. Sabato ha tamponato Bastianini mentre andavano a rilento entrambi.

Marquez ha capito che la storia con Honda è oltre i titoli di coda. Lui ed il suo management stanno studiando le vie d’uscita per cercare una moto decente per la prossima stagione. Gli indizi, le voci (che si rincorrono ormai da un paio d’anni) e lo sponsor comune portano verso KTM ai quali non potrebbe che far bene l’arrivo dello spagnolo. Il possibile ago della bilancia è Pedro Acosta. Se lui dovesse decidere si spostarsi in Yamaha che lo vuole fortemente allora la strada sarebbe spianata per un Marc vestito di arancione. Se invece Acosta restasse nell’orbita Ktm gli austriaci avranno da gestire i contratti di Binder e Miller e capire se trovar ad uno o ad entrambi un posto da Poncharal mettendo alla porta uno o entrambi i piloti attuali.

La dead line per capirci qualcosa in più è il prossimo 30 giugno.

Buona Vacanza a tutti

 

Salvatore Valerioti

MOTOGP: GRAN PREMIO DI GERMANIA – MARTINATORING

Settimo appuntamento stagionale in quel del Sachsenring per un classico di inizio estate, in quello che un tempo fu uno dei regni assoluti di re Marc Marquez. Qui abbiamo assistito ad anni di dominio assoluto, a gare dominate in lungo ed in largo sin dalle prove per finire alla gara. Uno di quei circuiti sinistrosi dove il resto del mondo sapeva sin da inizio stagione di essere relegato a pura comparsa riempigriglia.

E proprio qui abbiamo assistito lo scorso weekend al momento più difficile di tutta la carriera del campionissimo di Barcellona. Vero, qualcuno potrebbe obiettare che gli incidenti e gli infortuni degli scorsi anni sono stati difficili, ma stavolta si è percepito qualcosa di diverso da sempre.

Ha litigato con la sua Honda per tutto il weekend andando per terra tante, troppe volte. L’ha persa in ingresso curva, a centro curva, in uscita. L’ha persa davanti ma anche dietro. E’ scivolato ma è anche volato per aria.

Tutto si può dire a Marc da parte dei suoi detrattori, ma nessuno può affermare che non sia uno che ci abbia sempre provato. E lo ha fatto sino al warm up nonostante il rapporto di fiducia con la RC 213, con il team e con la fabbrica pare ormai essersi esaurito. Il ragazzo ha perso il sorriso e forse pure la voglia di farsi del male visto che non cava un ragno dal buco nemmeno guidando al 110% delle sue capacità…

Hai voglia di sentire le critiche dei detrattori sui socials o al bar. Marc non è pericoloso per gli altri, almeno non ancora. Marc rischia di farsi male quando spinge perché, sino a domenica, non si è mai rassegnato a finire nel centro gruppo.

E’ comprensibile per un campione di razza ci questa portata. E’ comprensibile per uno che la “cazzimma” e per anni è riuscito a coprire le magagne della Honda grazie al suo talento, la sua velocità, la sua classe.

Può essere simpatico o meno ai tifosi di altri.. può essere odioso quando si attacca alla scia per poter aggrapparsi ad un posto migliore in griglia…. Può essere quanto di peggio chiunque voglia che sia ma va rispettato per lo spirito di abnegazione che ha profuso negli ultimi anni a rischio della propria salute, carriera, vita. RISPETTO PER MARQUEZ.

L’impressione è che qualcosa stavolta si sia rotto in maniera definitiva con i giapponesi.. e meno male… Forse lo potremo rivedere in sella ad altre moto.

L’auspicio di chi scrive è che possa salire su quell’Aprilia che i due piloti attuali forse non sfruttano al 100%. Sarebbe bello vedere lo spagnolo colorato di nero e rosso.. Vedremo.

Tocca parlare della gara.

Ormai pare definitivamente tramontata l’era dei giapponesi che comandavano il Motomondiale.

Scorrendo la classifica prima di arrivare ad una delle moto del sol “calante” si passa attraverso bolidi italiani ed austriaci.

Lo stesso “fenomeno” Quartararo arranca oltre il decimo posto costantemente e dopo lo scorso anno si è definitivamente “morbidellizzato” anche lui. Buio totale.

Pole, vittorie di sprint e di main race  sono appannaggio del mostro che dall’Igna è riuscito a creare in pianura padana.

Pole al sabato di Bagnaia che completa il suo weekend con due secondi posti dietro al vincitore di entrambe le gare Jorge Martin. Belle anche le gare di Zarco e delle altre Ducati seppur ci si aspettava qualcosa in più da Marco Bezzecchi.

Jorge Martin è stato un martello. In palla sin dai primi giri ha condotto due gare lasciando al campione del mondo in carica il “piacere di osservare il suo codone da vicino per tanti giri. Ad onor del vero Pecco forse ne aveva per stare davanti di un soffio. Nella gara della domenica ha anche tamponato lo spagnolo al centro dell’ultima curva perdendo quei metri che alla fine della gara sono stati determinanti.

Ma è proprio in questo che Francesco Bagnaia ha mostrato di essere cresciuto. Lo scorso anno si sarebbe affannato e si sarebbe sdraiato (accadde anche qui nel 2022). Domenica invece ha mostrato che avere l’iride addosso gli ha tolto quell’ansia da prestazione che spesso e volentieri in passato lo ha mandato per campi.

Anche Jorge Martin è riuscito nel compiere uno switch. Deluso della mancata convocazione nel team ufficiale pareva perso e si è finalmente ritrovato. Adesso è lui il rivale principale in classifica del torinese campione in carica. Ducati Factory o meno il team Pramac ha a disposizione materiale di primordine che garantirà allo spagnolo di giocarsi le sue possibilità sino alla fine. Starà a lui acquisire costanza e sapersi accontentare quando non può vincere: questa è l’unica strada per poter diventare campione del mondo.

Il prossimo match è già alle porte il prossimo weekend di Assen. Poi ci saranno ben 5 settimane di pausa sino ad inizio agosto. Sarà importante per i contendenti uscire dall’Olanda con l’inerzia dalla propria parte.

 

Salvatore Valerioti