Nella “città del peccato”, domenica scorsa si è corso il terz’ultimo appuntamento di questo lungo ed estenuante mondiale e, alla fine del suddetto GP di Las Vegas, Max Verstappen è stato incoronato per la quarta volta campione del mondo. In questo evento sportivo abbiamo assistito ad una eclissi dietro l’altra perché ogni episodio accorso, ha oscurato quello precedente. Infatti la Mercedes ha conquistato una incredibile doppietta che è passata in secondo piano, o meglio dovrei dire che è stata eclissata, in quanto Verstappen ha vinto il suo quarto titolo che, almeno in Italia, a sua volta è stato eclissato dai casini che sono successi in Ferrari e nello specifico dal litigio post race che è avvenuto tra i due alfieri della Rossa.
Sono bastate due settimane di pausa per rivedere la Mercedes che abbiamo lasciato alla fine dell’estate. Nella pista che avrebbe dovuto essere congeniale alla Ferrari, la Mercedes di Toto&Co. domina con Russell dallo start alla bandiera a scacchi e soprattutto con Hamilton, il quale a suon di giri veloci, recupera posizioni su posizioni e soprattutto, rimedia ai casini che ha combinato in qualifica. La forza della W15 è proprio con il campione inglese che la si vede visto e considerato che proprio l’epta campione del mondo, dopo la pausa estiva, si era praticamente perso e non riusciva a cavare un ragno dal buco. Hamilton con quei giri veloci, che hanno ricordato i bei vecchi andati, ha dimostrato che i “crucchi” erano imprendibili sulla pista ghiacciata (come potrei altrimenti definirla viste le temperature?) e soprattutto ha rinfrancato un po’ gli animi di tanti tifosi che iniziavano ad avere dubbi. Metto come sempre subito i puntini sulle i come si suol dire: chi ha creduto che Lewis fosse arrivato a fine carriera, agonisticamente parlando, si è fatto male i calcoli. Come ho già scritto più volte, se dovessimo giudicare l’Hamilton visto dopo il Belgio dovremmo dire “pilota finito”, solo che la realtà non è fatta solo di numeri bensì di un insieme di fattori che, nel caso del britannico di Stevenage, si chiamano motivazioni che ormai sono finite, si sono esaurite definitivamente con Mercedes, perché il buon Lewis ha già la testa a Maranello. Di sicuro l’immagine che sta dando di se, apparentemente, non è rassicurante eppure quando la macchina la sente sua fa vedere che è tutt’altro che finito e guai a pensarlo. Lewis si è fregato con le sue stesse mani in qualifica altrimenti il “Sin city GP” sarebbe stato suo con molta probabilità, solo che dei se e dei ma non ce ne facciamo nulla e nel frattempo Russell sorride e ringrazia andando a dominare il weekend e, nel contempo, fa capire a Toto di chi è la squadra nonostante il Team Principal austriaco stia aspettando il suo pupillo italiano.
Peccato che questa straordinaria performance di George sia stata eclissata dal titolo di Verstappen e, lo scenario di Las Vegas, è stato lo sfondo più azzeccato che si potesse scegliere per incoronarlo campione. Max ha raggiunto “quota Prost e Vettel” e, mai come quest’anno, nessuno gli può recriminare nulla. Infatti questo titolo 2024 è il primo senza macchia e senza polemiche e che mette definitivamente d’accordo tutti: nel 2021 ci fu lo zampino di Masi, nel 2022 ci fu la “combo” dell’assenza del Presidente della Ferrari per tutto il mondiale unita alla DT039 che affondò definitivamente la Rossa (in quanto unica avversaria della Red Bull), nel 2023 Newey sfornò un’astronave e, sebbene chi vince ha sempre ragione per non parlare del fatto che questi suddetti mondiali sono comunque tutti meritati, è anche vero che come già detto precedentemente sono macchiati da polemiche e ombre. In quest’anno sportivo che sta andando a finire, mai come oggi l’uomo, l’essere umano, ha prevalso sul mezzo e Max è stato il vero “deus ex machina” per eccellenza: quando il mezzo gliel’ha consentito ha vinto e, quando la sua RB20 si è plafonata, lui ha massimizzato tutto quello che poteva ed anzi ha vinto anche quando il pronostico gli andava contro, proprio come in Brasile in luogo del quale ha composto la sua quinta sinfonia. Cosa gli puoi dire ad un cosi se non chapeau? Con la squadra totalmente allo sbando, dove le continue lotte di potere interne, hanno fatto si che persino il comparto tecnico ne abbia risentito tanto da far risultare la Red Bull terza forza del campionato, Max è stato il collante che ha tenuto su tutta la baracca e che ha mascherato tutti i casini che tutt’ora attanagliano la squadra. Proprio in virtù di questo, unito al fatto che con questo regolamento McLaren è ormai una realtà e Ferrari è in evidente crescita, ho come l’impressione che il tetra campione del mondo si prenderà una pausa prima di raggiungere il quinto titolo. Con questo voglio dire che l’anno prossimo non solo non sarà scontato che Max riesca nuovamente a vincere il campionato, bensì ho come l’impressione che non ci riuscirà a causa del fatto che la concorrenza è più agguerrita. La mia è soltanto una supposizione eppure ogni ciclo prima o poi è destinato a finire e, considerando tutto quello che è successo in seno alla squadra bibitara, ci sono tutti i presupposti affinché questo si realizzi… fattore Verstappen permettendo si capisce.
Il meritatissimo mondiale di Verstappen, almeno in Italia, è stato eclissato da quanto successo in Ferrari e quindi dagli screzi accorsi tra i due alfieri rossi. Diciamocela tutta: ad avercene sempre di problemi del genere! Quando in squadra hai due piloti come LeClerc e Sainz che non fanno altro che spingersi l’uno con l’altro e, i risultati sono sotto gli occhi di tutti (Ferrari nonostante sia palesemente più lenta di McLaren è li a lottare, a ormai due GP dalla fine, per il titolo costruttori), sono del parere che tutto passa in secondo piano. Davvero è un problema quanto successo tra i due ferraristi? Ero bambino quando il Fondatore passò a miglior vita eppure il suo modo di pensare mi ha sempre affascinato: per lui veniva prima la Scuderia e poi i piloti (eclatante il suo atteggiamento con Villeneuve dopo Imola!), come giusto che sia. Con questo voglio sottolineare il fatto che, se ci fosse stato ancora lui, se ne sarebbe sbattuto i cosi detti della “scaramuccia” successa tra Charles (il quale inizia a lamentarsi un po’ troppo soprattutto pubblicamente) e Carlos (il quale a sua volta ha ormai esaurito la pazienza) perché alla fine dei conti, chi è arrivata davanti (rispetto a McLaren) è stata la sua Ferrari… anzi, credo che si sarebbe incazzato non poco visto come sono andate le cose in pista, dove si è perso solo tempo prezioso. Usando questo ragionamento dunque, che se lo risolvano loro due il problema che hanno, anche perché a Sainz (questo lo affermo da grande estimatore del monegasco) non gli si può dire proprio nulla: gli danno il ben servito ancora prima che il mondiale iniziasse (una legnata, dal punto di vista emotivo, che stenderebbe chiunque) e lui, da professionista che è, non solo non boicotta squadra e compagno (cosa che avrebbe potuto fare e che comunque non è scontato… infatti andate a vedere cosa è successo tra Ocon e Alpine!), addirittura si sbatte per tutto il campionato tanto da vincere due dei cinque GP conquistati dalla Rossa e, permettendo poi alla stessa Beneamata di rimanere in corsa per il titolo costruttori. Ad ormai due GP dalla fine gli sarà anche concesso pensare a se stesso, sbattersene del compagno e magari levarsi qualche sassolino dalla scarpa? C’è chi conta ormai i giorni (probabilmente anche lo stesso Charles) di quando lo spagnolo andrà via, ed io sono uno di quelli e solo per un motivo: ci si lamenta tanto di Sainz (che tanti ferraristi e soprattutto questa Ferrari non merita), quando molti non hanno ancora realizzato cosa ne seguirà con la venuta di Hamilton (gli epiteti e sinonimi di “uomo squadra” ormai si sprecano) a Maranello ed il sottoscritto ha già preparato i popcorn, perché gli episodi che vedremo in pista e fuori da questa, eclisseranno tutto quello che abbiamo vissuto sino ad ora probabilmente facendoceli anche rimpiangere. Ai posteri l’ardua… eclissi.
Vito Quaranta