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SAINZ RIENTRA E DOMINA IN AUSTRALIA. VERSTAPPEN FRENATO.

C’era un tempo in cui svegliarsi all’alba per vedere il GP d’Australia significava iniziare bene la domenica.

Accadeva quando la Red Bull faceva solo lattine, e la Mercedes solo motori. Poi le cose sono un po’ cambiate, ma l’aria australiana ha sempre fatto bene alle monoposto rosse.

Dopo avere dominato tutte le sessioni di prove libere, nonchè Q1 e Q2, la Ferrari si ritrova con Sainz, al rientro dopo l’operazione di appendicite, secondo e Leclerc quinto, poi promosso quarto, e il solito Verstappen in pole.

Partenza senza grandi emozioni, ma già al secondo giro Sainz si scatena e passa davanti a Verstappen, che si lamenta della macchina instabile. E al quinto giro il colpo di scena: esattamente 2 anni dopo l’ultimo ritiro, proprio in Australia, l’olandese è costretto ad abbandonare la gara con un freno in fiamme.

Al giro 9 iniziano i pit-stop, con Hamilton che rientra seguito al giro dopo da Russell. Al giro 12 è il turno di Leclerc e Norris. Nel frattempo, Sainz continua a macinare giri veloci, e il vantaggio sull’inglese della McLaren, secondo, sale a diversi secondi. Quando Lando si ferma, al giro 16, si ritrova dietro sia al monegasco della Ferrari che al compagno di squadra.

Al giro 17 è il turno del leader, che, però, si ritrova dietro ad Alonso. Contemporaneamente, Hamilton si ritira, e viene attivata la Virtual Safety Car. Nando ne approfitta così per fare il suo pit-stop e Sainz ritorna primo.

La Ferrari si ritrova così con le macchine nelle prime due posizioni, seguite dalle due McLaren. L’altra Red Bull di Perez naviga in un’anonima settima posizione.

A Leclerc viene detto di non attaccare Sainz, che comunque si cautela a suon di giri veloci. Al giro 29 il suo vantaggio è di ben 6 secondi, mentre dietro di loro la McLaren chiede a Piastri di fare passare Norris, che ha gomme di 6 giri più fresche rispetto a Charles.

Il monegasco si ferma al giro 35 per la sua seconda sosta, e si ritrova di pochissimo davanti a Perez e Alonso in lotta fra loro. Ma gli bastano due curve per metterli a distanza di sicurezza. Le due McLaren ancora non si fermano,

La sosta per Piastri arriva al giro 40, dopo un lungo che gli ha fatto perdere diversi secondi, e dare l’addio al podio in casa sua. Al giro successivo si ferma anche Norris, che rientra con 4 secondi di svantaggio da Leclerc. 

Per Sainz l’ultima sosta arriva al giro 41. Il suo vantaggio sul compagno di squadra scende da 10 a 5 secondi. 

Gli ultimi giri vivono del tentativo di Norris di avvicinarsi a Leclerc. Che non riesce, e la gara si conclude con il botto di Russell all’ultimo giro, che congela le posizioni.

Sainz vince così un GP dominato fin dalle prove libere, davanti a Leclerc che può recriminare sull’errore di ieri in qualifica. Norris completa il podio, seguito da Piastri, Perez a più di un minuto, Alonso, Stroll, Tsunoda, Hulkenberg e Magnussen.

Prossima tappa a Suzuka, circuito che non mente sulle qualità della monoposto. La SF-24 in Australia era più forte della RB20. Vedremo se saprà confermarsi in Giappone. 

P.S. C’è quasi un anno per cambiare idea. 

P.S. 2 Per una squadra che gestisce con Excel la distinta base della monoposto è normale non riuscire a produrre in tempo un terzo telaio. Quello che non è normale è appiedare un pilota perchè il compagno ha distrutto la propria auto. Perchè poi a punti non ci arriva nemmeno lui.

P.S. 3 Se, come dice Hamilton, la W15 ha molto potenziale, lo stanno nascondendo molto bene. E buttarla a muro non serve a tirarlo fuori.

P.S. 4 Steiner fa le interviste e le sue ex macchine arrivano entrambe a punti come non succedeva quando c’era lui. Giusto dare la precedenza all’aspetto ingegneristico anzichè a Netflix.

P.S. 5 Vive la France

P.S. 6 Non facciamoci troppe illusioni guardando la classifica del mondiale

F1 2024 – GRAN PREMIO D’AUSTRALIA

Il circus si sposta ancora piu’ a est per la prima di tre tappe che toccheranno Australia, Giappone e Cina. E’ arrivato il momento del GP australiano sull’ormai ”storico” circuito dell’Albert Park.

Ci si arriva da due doppiette Red Bull, schiacciasassi in pista a dispetto delle clamorose lotte intestine che hanno agitato le ultime settimane.

A dire il vero negli ultimi giorni sembra essere tornato un po’ di sereno o quanto meno non sono deflagrati altri leaks o sparate a mezzo stampa dichiarazioni bellicose da parte dei diretti interessati. Certo il futuro e’ ancora parecchio incerto e tutto da definire nei termini delle posizioni occupate dagli uomini chiave del team ma se addirittura Jos Verstappen si augura che ”il team ritrovi un po’ di calma” forse la fase acuta della crisi e’ superata. Oppure si rifiata per i fuochi di artificio finali che potrebbero far implodere quel meccanismo perfetto che al momento e’ la Red Bull targata Verstappen.

immagine da english.aawsat.com

In ogni caso, in pista c’e’ poco da stare allegri per gli altri dato che l’olandese cerchera’ la terza affermazione consecutiva, cosa tutt’altro che remota dato il fatto che Max non e’ mai stato seriamente impensierito da nessuno fino ad ora ed e’ sempre sembrato in totale controllo della situazione. Molto piu’ attaccabile invece Perez che comunque e’ riuscito ad assicurare al team due doppiette nelle prime due gare. Sui curvoni veloci dell’Albert Park il pronostico e’ tutto dalla loro parte.

Ferrari invece dovra’ cercare quella velocita’ che si e’ vista nella parte finale della gara saudita, con Leclerc al pari delle Red Bull. Il layout della pista dovrebbe favorirli, cosi’ come le gomme portate da Pirelli, le piu’ morbide a disposizione. La SF-24 sembra buona ma non ancora abbastanza da rappresentare una seria minaccia per gli austriaci, a meno che Leclerc non si inventi magie in qualifica e possa sfruttare situazioni impreviste in gara. Da risolvere in primis la difficolta’ di mandare in temperatura le gomme e utilizzarle nella finestra corretta di funzionamento, specie a serbatoio pieno, in pratica il contrario del problema dello scorso anno.

Dovrebbe essere della partita anche Sainz, ormai ristabilito dall’appendicectomia subita in Arabia Saudita. Ci piacerebbe rivedere il giovane Bearman anche perche’ e’ probabile che quella a Jeddah potrebbe essere la prima e ultima gara in Ferrari della sua carriera…

Mercedes arriva a fari spenti e deve far fronte ai problemi che le prime due gare hanno evidenziato sulla W15, soprattutto nei curvoni veloci di cui il tracciato australiano abbonda. Non sara’ un weekend facile per gli uomini di Brackley, alle prese anche con un Hamilton apparso parecchio sotto tono nelle prime di gare e regolarmente battuto dal suo compagno di team. L’appuntamento australiano non sembra proprio quello piu’ indicato per i sogni di gloria ma potrebbe servire molto nel cercare di capire come migliorare le carenze della W15 che, a detta degli esperti del settore, nelle simulazioni assicurava un livello di performance di almeno un secondo piu’ veloce.

immagine da fuoripista.net

A Brackely si consoleranno con altri due tecnici cresciuti in Ferrari che andranno a ingrossare l’organico della stella a tre punte. Un nome poi e’ piuttosto pesante, Simone Resta, uno che ha lavorato davvero bene in Ferrari per poi vivere una sorta di esilio in Haas con scarsa considerazione da parte dei vertici di Maranello. Lo scambio di tecnici tra top team e’ una prassi, non e’ il caso di preoccuparsi troppo quanto invece considerare l’ambiente in cui i tecnici possano esprimersi al meglio. Ecco questo, pensando al recente passato della Ferrari, dovrebbe preoccupare un po’ di piu’.

La McLaren sara’ invece tutta da scoprire, considerando che le curve veloci dell’Albert Park potrebbero valorizzarla. La MCL38 pero’ sembra una creatura alquanto difficile da sfruttare al meglio, in quanto necessita di un setup ottimale non facile da trovare.

In quanto agli altri team difficile capire chi potra’ esaltarsi o meno. La Aston Martin, considerando quanto visto a Jeddah, potrebbe far fatica soprattutto in gara a meno di un insperato aiuto da parte delle mescole Pirelli piu’ morbide. Alpha Tauri si gioca la carta Ricciardo, idolo di casa, che arriva gia’ avvertito da Marko in merito ai suoi scarsi risultati delle prime due gare.

immagine da motorsportweek.com

Alfa Romeo deve risolvere i problemi sul giro secco in modo da potersi giocare la buona velocita’ dimostrata in gara. Anche la Williams e’ a caccia dei primi punti in stagione ma sara’ dura considerato quanto visto in questo inizio di stagione. Possiamo dire invece che non rappresentera’ una minaccia la Alpine, ormai rassegnata a vivere questa prima meta’ di stagione come test per migliorare e fare qualcosa di buono nella seconda parte. C’e’ chi la vede gia’ assente dal mondiale del prossimo anno, ipotesi non cosi’ campata in aria nel caso dovesse replicare i pessimi risultati fino ad Abu Dhabi.

Ah, alla fine anche Ben Sulayem e’ stato scagionato dall’accusa di aver interferito con l’omologazione del Gp di Las Vegas e di aver voluto ”aggiustare” il risultato del Gp dell’Arabia Saudita 2023. Tanto rumore per nulla? Restiamo in attesa del prossimo ”scandalo” che fara’ parlare molto piu’ di quello che accade in pista.

*immagine in evidenza da autoracing1.com

Rocco Alessandro

F1 2022 – GRAN PREMIO DEL GIAPPONE

Dopo Singapore è ancora tempo di grandi ritorni, ma questo è grnade per davvero, un GP che definire storico è riduttivo, il GP del Giappone sul circuito di Suzuka.

Ultima edizione disputata quella del 2019, poi i due anni di covid hanno lasciato in bianco la casella di Suzuka sul calendario del mondiale F1. Finalmente si torna a correre su un circuito che è tra i preferiti di ogni pilota che si reputi tale, per velocità, tipologia di curve e “pelo” che bisogna necessariamente avere.

Primo vero match point per Verstappen che se vince con il giro veloce non avrà bisogno di guardare ai risultati di Leclerc per potersi fregiare del secondo mondiale piloti della sua carriera.

immagine da news.verstappen.com

Abbiamo già detto come sia un titolo più che meritato, figlio di una stagione praticamente con zero errori, tante vittorie e una simbiosi perfetta con la sua RBR18. Unica pecca forse il fatto di aver lasciato il pallino delle pole position in mano a Leclerc ma alla fine i punti che contano si fanno alla domenica e su questo Verstappen ha dato lezioni a tutti.

A parte questo appunto, il tema che tiene banco nel mondo della F1 è lo “scandalo – non scandalo”  del budget cap infranto da Red Bull e Aston Martin.

Ovviamente è stato già detto tutto e il contrario di tutto, con Mercedes e Ferrari a fare la parte delle indignate e incazzate, Red Bull a proclamarsi innocente e prendendosela con la FIA per la fuga di notizie e la Fia a cercare di buttare acqua sul fuoco, rimandando al mittente ogni accusa e prendendo tempo per una decisione definitiva a Lunedì 10 Ottobre.

immagine da granprix247.com

Quindi Verstappen eventualmente ha tutta la possibilità di festeggiare con tranquillità il suo secondo titolo (se tutto andrà bene) ma non abbiamo grossi dubbi che quelli della Red Bull non passeranno la notte in bianco preoccupati dalle decisioni prese dalla FIA la mattina del 10 Ottobre. Con tutta probabilità quello che è stato sbandierato come un’infrazione grave sarà derubricata a infrazione minore con una sanzione pecuniaria e pressochè simbolica.

D’altronde come giudicare correttamente le voci di spesa di una società, la Red Bull, che è divisa in 6 differenti società e le cui voci di spesa potrebbero essere assegnate ad una società piuttosto che all’altra in teoria non legata al mondo F1? Altri artifici di questo tipo in passato sono stati fatti un pò da tutti, vedi Ferrari con lo spacchettamento dei tecnici in HAAS o anche in Alfa Romeo.

Alla fine, colmo dei colmi, l’unica “innocente” del gruppo sarà la Mercedes, cosa che da già da pensare a quanto sia diventato schifoso il mondo della F1, sempre più spettacolo e sempre meno sport.

Tornando a bomba sul GP del Giappone, sarà un weekend difficile per tanti, in primis per la concreta possibilità di pioggia nell’arco del weekend. Pioggia e Suzuka fanno venire in mente sempre brutti ricordi e l’inefficienza della direzione gara degli ultimi tempi non fa ben sperare per un weekend di gara gestito correttamente e con la dovuta imparzialità.

Pirelli porterà le gomme più dure a disposizione e proprio la gestione delle gomme in gara, se asciutta sarà, sarà la chiave del GP, date le forti sollecitazioni laterali a cui sono sottoposte e l’alto degrado che impone l’asfalto di Suzuka. Un problema per Ferrari e un vantaggio per Red Bull in termini di rendimento delle coperture, guardando quello che è successo dalla ripresa dalla pausa estiva in poi.

Dalla parte dei rossi curiosità nel provare il nuovo fondo previsto già per Singapore che potrebbe dare una mano in termini di bilanciamento e drag in rettilineo.

immagine da honda.racing

Il Gp del Giappone segna anche un “ritorno” della Honda nel mondiale F1. Detta così sembra una barzelletta dato che Honda non è mai davvero andata via concedendo a Red Bull lo sfruttamento della sua proprietà intellettuale per la PU ora targate Red Bull. Ora però tornerà nuovamente il logo sulle fiancate della RBR18 e Alpha Tauri, a suggellare l’accordo per la fornitura delle PU fino al cambio regolamentare del 2026.

Tutto già deciso o quasi in termini di lotta per il campionato, l’hype si sposta sulla FIA e su place del la Concorde, che è un pò una contraddizioni in termini o una presa per il culo se vogliamo essere meno prosaici: di concordia da quelle parti, quando c’è di mezzo la FIA, la F1 e team di F1 vari ed eventuali, se n’è sempre vista ben poca.

*immagine in evidenza da marca.com

Rocco Alessandro

 

PEREZ VINCE A SINGAPORE. FORSE.

Ad attendere il ritorno della Formula 1 a Singapore dopo 3 anni, ci sono ben due tempeste. Una meteorologica e l’altra regolamentare. Della seconda parleremo alla fine, la prima invece inizia a colpire il sabato, portando alla prima sessione di qualifica bagnata nella storia del GP. 

A guadagnarsi la pole è Leclerc, per pochi millesimi davanti a Perez e Hamilton, mentre Verstappen rinuncia stranamente a due giri che gli sarebbero valsa la pole, l’ultimo dei quali a poche curve dalla fine: il suo box lo richiama perchè la benzina rimasta non è sufficiente a completare il giro di rientro, con conseguenze partenza dal fondo. Per lui un posto in quarta fila, non il massimo su questo circuito.

La domenica, due ore prima della partenza, il meteo colpisce un’altra volta, e la pista si allaga. Start rinviato di oltre un’ora, per quella che sarà la seconda gara in notturna corsa con pista bagnata. La prima fu nel 2017, in pole c’era una Ferrari e ci ricordiamo bene come andò a finire.

Tutte le vetture si schierano con gomme intermedie e allo spegnimento dei semafori Perez brucia Leclerc e si prende la prima posizione. Anche Sainz supera Hamilton mentre Verstappen perde quattro posizioni e si ritrova dodicesimo. 

All’ottavo giro, Latifi manda contro il muro Zhou, il quale parcheggia l’auto in una via di fuga e, inevitabilmente, esce la Safety Car, Nessuno ne approfitta per cambiare le gomme perchè la gara è ancora lunga e la pista non si sta asciugando.

La neutralizzazione dura solo due giri, e alla ripartenza Verstappen ne approfitta per superare Vettel e portarsi in ottava posizione. Poche curve dopo, passa anche Gasly, che si fa rispettosamente da parte. Cosa che non fa l’avversario successivo che trova sulla sua strada, un tal Fernando Alonso al suo 350o gran premio. Lo spagnolo si tiene dietro Max per oltre una decina di giri, facendogli perdere una vita rispetto ai primi. 

Ma al giro 21 il motore Renault abbandona Nando, che è costretto al ritiro. Viene attivata la Virtual Safety Car, e l’unico a rientrare è Russell, che stava navigando in un’anonima 16a posizione. Gli vengono montate gomme slick a mescola media, e tutti gli occhi sono ora puntati su di lui per vedere come si comporterà la gomma da asciutto in queste condizioni. Come prevedibile, è troppo presto e i primi giri sono per lui un calvario, girando molti secondi più lentamente degli avversari.

La gara riparte al giro 23, e Leclerc ha già accumulato un distacco di 3 secondi da Perez. Verstappen ha raggiunto Norris, quinto, mentre Albon pianta la sua ala contro il muro, e viene attivata ancora una volta la Virtual Safety Car, che dura un solo giro, per poi essere riattivata immediatamente perchè anche il motore Renault di Ocon lo lascia a piedi.

Nessuno approfitta di queste neutralizzazione per cambiare le gomme. Nonostante siano già stati percorsi 29 giri, le gomme intermedie sembrano ancora in perfette condizioni, e la pista è ancora troppo bagnata. 

Quando la gara riparte, Hamilton, che stava attaccando Sainz, finisce contro il muro, e riparte infilandosi fra Norris e Verstappen. L’inglese ha l’ala rotta, ma si tiene dietro il rivale olandese. Nel frattempo, le gomme slick iniziano a funzionare sulla macchina di Russell, e la Ferrari ferma subito Leclerc per montare gomma a mescola media. Ma Charles arriva lungo alla piazzola e il pit-stop è molto lento. 

Al giro successivo rientrano anche Perez, Sainz e Verstappen. Ma proprio in quel momento Tsunoda va a sbattere, ed esce nuovamente la Safety Car. 

La gara riparte quando mancano 35 minuti alla bandiera a scacchi, e Verstappen attacca immediatamente Norris ma arriva lungo bloccando tutte e quattro le gomme ed è costretto a fermarsi al box. Leclerc si fa minaccioso con Perez, e Norris con Sainz.

Nonostante la disponibilità del DRS, Charles non riesce ad attaccare Perez. Dopo qualche giro attaccato agli scarichi dell’avversario, un errore del ferrarista consente al messicano di prendere un vantaggio rassicurante.

La FIA comunica di una investigazione a carico di Perez per non avere mantenuto la corretta distanza dalla Safety Car all’ultima ripartenza. Ma l’esito verrà comunicato dopo la fine della gara. E così a Leclerc viene chiesto di stare entro i 5 secondi da Perez, nel caso venisse penalizzato. Ma il ferrarista ora fatica notevolmente a mantenere il passo.

E la gara finisce con Perez meritatamente trionfante, davanti a Leclerc staccato di più di 5 secondi, e con più di una ragione per recriminare. Terzo Sainz, per tutto il week-end lontanissimo dal compagno di squadra, quarto Norris, quinto Ricciardo, anch’esso molto staccato dal compagno. Sesto un ottimo Stroll, davanti a  Verstappen, Vettel, Hamilton e Gasly.

Prossima tappa fra una sola settimana in Giappone, dove ci sarà un altro match-point per Verstappen. Ma prima, mercoledì, conosceremo i bilanci 2021 dei vari team.

P.S. e veniamo alla tempesta regolamentare. Pare, e sottolineo pare, che la Red Bull abbia sforato il budget cap di una decina di milioni di euro. Chissà perchè, non sono sorpreso. Ho sempre ritenuto, non so se a ragione o a torto, quella anglo-austriaca una squadra di furbacchioni (invito a leggere l’autobiografia del loro direttore tecnico per capire perchè). Probabilmente hanno studiato nei minimi particolari un regolamento complesso e comprensibilmente pieno di scappatoie difficili da controllare, che loro hanno sfruttato sapientemente come hanno sempre fatto. Ora, però, gli avversari, che sono stati più ligi, anche perchè faceva molto comodo a tutti spendere di meno visto il periodo, sono giustamente imbufaliti. C’è da sperare che, se verrà accertata l’infrazione e questa sarà dimostrabile, la FIA intervenga in modo deciso, come ha fatto due anni fa con la Ferrari sebbene, in quel caso, l’infrazione non fosse stata accertata nè resa pubblica. Due trattamenti diversi sarebbero del tutto inaccettabili e comprometterebbero (definitivamente?) la credibilità della Formula 1, già minata dai fatti di Abu Dhabi. Anche se, va detto, Verstappen vincitore nel 2021 e 2022 ha portato e porterà alle casse del baraccone (e quindi di tutti quelli che vi lavorano) molti più soldi rispetto all’avere Max secondo e/o squalificato. Quindi probabilmente finirà tutto a tarallucci e vino.

F1 2022 – GRAN PREMIO DI SINGAPORE

Il mondiale 2022 arriva nella sua fase finale e torna su un circuito anomalo per definizione, il circuito stradale di Singapore.

Un circuito in cui l’unica vera insidia sono i muretti che scorrono veloci a pochi centimetri da ruote e sospensioni ma che in realtà non ha veri punti tecnici o rettilinei in cui fare una gran differenza.

Questo potrebbe essere un punto a favore per Ferrari e Mercedes, che potrebbero sfruttare il layout del circuito per mitigare le lacune dalle proprie monoposto e avvicinarsi alle(a) RBR18.

Ferrari dal canto suo continua a sviluppare la SF75, anche se ormai i tori sono ampiamente scappati dalle stalle, soprattutto in previsione 2023. Che sia una bufala o meno (e dai con questi bovini…) per i rossi c’è da capire e risolvere i problemi conseguenti all’introduzione del nuovo fondo portato in Francia e gli effetti della TD39 che hanno minato le prestazioni della rossa.

immagine da ilmessaggero.it

Si era parlato di un nuovo fondo da provare ma sembra che tutto sia stato rimandato al Gp del Giappone, pista più probante per verificare l’efficacia di un fondo studiato per avere più downforce e meno drag.

Ma la notizia bomba dell’ultim’ora e che si lega al nuovo fondo Ferrari “rinviato” è quella che vede  due team, Red Bull e Aston Martin, in odore di sforamento del budget cap nel 2021. E che di conseguenza Ferrari, al limite con il budget cap per il 2022, abbia tirato per il momento i remi in barca in attesa degli sviluppi di un caso che potrebbe avere pesanti conseguenze sportive.

Se l’irregolarità fosse confermata, i due suddetti team rischierebbero una sanzione “minore” nel caso di uno sforamento entro il 5%, di una sanzione sportiva tipo una detrazione di punti o  retrocessione nella classifica mondiale se so sforamento eccedesse il 5%.

Non è chiaro se la sanzione sarà riferita al campionato 2021 o a quello in corso ma scommettiamo che tutto finirà in una bolla di sapone. Immaginiamo già i commenti di una Red Bull a cui viene tolto il titolo piloti 2021 o quello di quest’anno a vantaggio di un Hamilton o della Ferrari, del tipo “abbiamo vinto sul campo ecc ecc” (dove l’abbiamo già sentita questa cosa in Italia?)  e lo spirito con cui una Ferrari accetterebbe un titolo ” a tavolino”.

Forse l’unico contento sarebbe Hamilton, che raggiungerebbe il suo tatno agognato ottavo titolo (“si ma io non guardo i numeri e le statistiche…” e Toto Wolff che avrebbe la sua vendetta dopo ABD 2021 nel modo più doloroso possibile, a suon di carte bollate.

Tornando al GP, per tutti comunque sarà un’incognita dato che non si corre in pratica da tre anni. Nel mezzo sono cambiate le monoposto, è stato rifatto l’asfalto e ci sono le gomme da 18, in pratica un vero rebus per le squadre che avranno a disposizione in pratica solo i dati dei simulatori. Potrebbero esserci sorprese ma di solito, in queste condizioni, le monoposti più “prevedibili” sono quelle che meglio riescono a risolvere i problemi.

Per Verstappen questa parte finale di campionato assomiglia molto ad una luna di miele verso il suo secondo titolo iridato. Vantaggio abissale in classifica e una simbiosi al 100% con la sua RBR18 ne fanno il favorito per le restanti 6 gare di campionato, nettamente meritato in quanto non ricordiamo un singolo vero errore in questo 2022.

Per gli altri si tratta di raccogliere quello che si può e cercare di arrivare con il morale alto alla sfida dell’anno prossimo. Questo vale soprattutto per Leclerc che pensava fosse amore con la sua SF75 e invece era un calesse e ha dovuto fare i conti con qualche errore di troppo dovuto più che altro alla frustrazione di non essere dove avrebbe voluto.

Tutta esperienza per il giovane monegasco che ha l’imperativo di ridurre a livelli “verstappiani” il tasso di errore in questo finale di campionato e in vista del 2023.

Mercedes continua il suo 2022 di apprendistato e di trash talking/acting. Sembra che i dati al simulatore diano le frecce d’argento piuttosto in forma. Personalmente spero che facciano schifo ma al di là di questo sarà interessante sarà scoprire chi tra i due alfieri Mercedes sarà più competitivo. Se davvero Hamilton punta all’ottavo titolo nel 2023 come da lui stesso dichiarato deve cominciare seriamente a tenersi dietro il suo giovane compagno di squadra, altrimenti anche l’ombrellina Wolff sarà insufficiente a proteggerlo dal fango che gli arriverà addosso.

immagine da tuttomotoriweb.it

Per gli altri, scusate la franchezza, si parla essenzialmente di mercato piloti e di arrivare alla fine del 2022 senza fare grossi danni. Piastri è ormai definitivamente un pilota McLaren per il 2023, mentre Norris non si tira indietro nel tiro a Ricciardo affermando che “l’attuale monoposto ha le caratteristiche più affini allo stile di Ricciardo”. Verrebbe da esclamare “marrano!! Tu uccidi un uomo morto!!”

Non osiamo immaginare l’atmosfera in casa Alpine dopo la mossa “kansas-city” di Alonso. Probabile che il tutto si possa risolvere con l’utilizzo del solito strumento: la proverbiale faccia di tolla che lo spagnolo sa tirar fuori nei momenti delicati. Intanto sta già marcando il territorio della sua futura squadra esprimendo il desiderio di girare una scena in macchina in uno dei prossimi film di James Bond. Cosa farebbe il circus senza Alonso…

Alpine intanto sta invitando ai test per cercare il nuovo pilota praticamente qualsiasi persona si presenti con autocertificazione di aver guidato qualcosa che avesse quattro ruote. Al momento i papabili per il sedile del 2023 sono De Vries, Gasly, Ricciardo, Giovinazzi, Dohaan, insomma un bel pò di gente, senza dimenticare Mick Schumacher nel caso dovesse essere appiedato da Haas.

Immagine da gpblog.com

Uno che invece sarà molto rilassato in questo finale di stagione è Zhou che ha appena ricevuto la conferma per il 2023. Un bel colpo per il cinese che, onestamente, si aspettavano in pochi a inizio stagione.

Un altro che invece non ci sarà più in griglia, senza alcun rimpianto da parte di nessuno aggiungerei, è Latifi. Oggettivamente troppi errori e troppo lento il canadese che ha avuto uno dei pochissimi momenti di “gloria” nell’aver provocato il caos nel finale di ABD2021. Chissà se Marko&co lo hanno mai davvero ringraziato… Nel caso non l’abbiano fatto ecco una nuova occasione per dare il giusto merito ad un pilota che gli ha oggettivamente salvato il culo nel 2021.

Curioso il caso invece di Colton Herta, che vorrebbe approdare in F1 ma non ha la superlicenza FIA e quest’ultima ha già dichiarato che non la otterrà per il 2023. Nella forma non c’è nulla di sbagliato ma è evidente come questo sembra essere un altro sgarbo tra FIA e LM, con il presidente Sulayem che non perde occasione per rimarcare che gli aspetti sportivi della F1 sono di esclusiva competenza FIA. Anche quando, vedi TD39 o l’introduzione del doppio tirante per il Gp di Canada, di sportivo non c’è una benamata mazza se non fare un favore a Mercedes.

Dulcis in fundo le improbabili idee che Liberty Media e la Fia propongono per rendere più appetibile il “prodotto” F1. Nell’ordine: mondiale di 24 (ventiquattro!!!) GP, sprint race portate da 3 a 6, oltre a possibili futuri interventi su utilizzo DRS dal primo giro di gara, push to pass, doppia qualifica per stabilire la griglia di sprint race e gara domenicale.

immagine da scuderiafans.com

Tutto ciò per aumentare lo spettacolo. Facciamo sommessamente notare che prima dell’introduzione di quella cagata della TD39, Ferrari e Red Bull se le suonavano di santa ragione in pista a tutto vantaggio dello “spettacolo”.  Ora lo spettacolo è solo di Verstappen e le gare sono molto più noiose. Per fortuna che vige sempre l’adagio che “alla F1 serve una Ferrari vincente”. Ormai non fa più ridere neanche come barzelletta.

*immagine in evidenza da bleacherreport.com

Rocco Alessandro