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F2 ARABIA SAUDITA 2023 – JEDDAH PIANGERE

La Formula 2 a Jeddah ci ha mostrato tutto quello che la F1 non è riuscita a darci: duelli in tutto lo schieramento, lotta per la vittoria, rimonte entusiasmanti, errori e (pochi) incidenti.

Prove libere

Gli elementi principali del weekend sono esposti già dalle prove libere. La Prema riscatta le prestazioni opache del Bahrain e conclude le FP con Olivier Bearman davanti al compagno di squadra Frederick Vesti. La ART risponde bene con Victor Martins a meno di tre decimi mentre Theo Pourchaire, leader di campionato, è disperso in 17a posizione.

Qualifiche

La ART, che in questo periodo di campionato sembra la scuderia di riferimento, ritorna in testa in qualifica. Dopo un’interruzione dovuta al testacoda di Verschoor, Martins è stato il migliore a interpretare la pista più fredda e ha siglato la pole con ben sette decimi (!) di margine sul primo degli inseguitori, Bearman.

Pourchaire ha trascorso la qualifica nella parte alta della top ten, ma nell’ultimo tentativo è riuscito a portarsi in terza posizione, mancando la prima fila per 1 (!!!) millesimo. Alle spalle dei tre si collocano Jack Doohan (Virtuosi) e Jehan Daruvala (MP), che puntano a riscattare la pessima figura del Bahrain. Ayumu Iwasa (DAMS), sesto, e Frederick Vesti, settimo, completano la lista delle figure che verosimilmente lotteranno per podio e vittoria.

Un incidente di Arthur Leclerc (DAMS) nelle fasi finali ha impedito a molti piloti di completare l’ultimo tentativo. La vittima più illustre, oltre al francese stesso e a Vesti, è stato Dennis Hauger (MP), costretto alla quindicesima posizione.

 

Sprint Race

Per via dell’inversione della griglia, la pole della sprint race è affidata a Jak Crawford (Hitech) mentre Ralph Boschung (Campos) completa la prima fila. In seconda troviamo invece il suo compagno di squadra, Kush Maini, e Iwasa.

Crawford parte bene e conserva la prima posizione ma Iwasa parte ancora meglio e scavalca le due Campos nei pochi metri che conducono alla prima curva. Il giapponese proverà a sopravanzare lo statunitense già al tornante, ma le gomme fredde lo inducono a rinunciarci. Un altro avvio eccellente è quello di Victor Martins, che si porta dalla decima alla sesta posizione in un giro.

La leadership di Crawford però dura poco. Tempo di avere le gomme in temperatura e Iwasa lo passa in curva 1, all’inizio del secondo giro. Poco dopo Zane Maloney (Hitech), in lotta con Novalak nelle retrovie, apre il gas troppo presto in curva 2 e si gira da solo, bloccandosi in mezzo alla pista. La SC entre in pista per la prima volta nel weekend.

Le Campos sono le protagoniste della ripartenza, nel bene e nel male. Se Boschung sorpassa Crawford per prendere il comando della gara, Maini perde tre posizioni solo nel quinto giro, e da Pourchaire nel sesto. Il francese lo sorpassa con una divebomb stile “o la va o mi spacco”, manovra che cerca di ripetere sul compagno Martins il giro dopo.

Stavolta Pourchaire manca il punto di frenata così tanto che finisce per travolgere l’incolpevole Bearman, che stazionava davanti a Martins. Rientra la SC – in otto giri c’è stato un totale di due giri e mezzo di bandiera verde: un classico per la F2, in Arabia.

Anche in questa ripartenza Crawford perde posizioni, ma regala spettacolo soprattutto la lotta, protrattasi per tre giri con sorpassi e controsorpassi, tra Boschung e Daruvala. La lotta si risolve a favore dell’indiano nel 13° giro, e Martins ne approfitterà per sorpassare lo svizzero e conquistare un posto sul podio. La necessità di preservare le coperture rende questa gara una corsa “di gruppo” stile moto3.

In questo momento Martins è il pilota con il passo migliore e al 15° giro raggiunge i primi due, ma si mette in attesa degli eventi. Iwasa respinge tutti gli attacchi di Daruvala. Dopo un tentativo fallito l’indiano esce male da curva 2 e Martins ne approfitta per passarlo in trazione.

 

Ma anche il francese della ART non ha lo slancio per oltrepassare le barriere di Iwasa. Dopo qualche giro Martins inizia a mollare per non stressare troppo le coperture e dopo venti giri intensi Iwasa può tagliare il traguardo da vincitore, per la prima volta in stagione.

La classifica finale vede così Iwasa trionfatore, accompagnato sul podio da Martins (gpv) e Daruvala. Boschung, Maini, Vesti (autore di una discreta rimonta nella seconda metà di gara), Doohan e Hauger (buona rimonta anche la sua, partiva quindicesimo) completano la zona punti. Il norvegese ha privato Crawford della gioia di conquistare il suo primo punto in F2 grazie a un sorpasso in volata, all’ultimo metro disponibile.

Grazie al quarto posto Boschung prende il comando della classifica iridata, 33 punti contro i 32 di Pourchaire.

Feature Race

La manovra dilettantistica con cui ha eliminato Bearman frutta a Pourchaire due punti sulla patente e cinque posizioni di penalità sulla griglia per la Feature Race. Partirà quindi ottavo. Doohan scala terzo, gli altri a seguire. I primi montano tutti gomme morbide (supersoft), il primo a scegliere le dure (medie) è Leclerc jr.

Alla partenza Martins manda quasi in stallo il motore e viene bruciato da Bearman, sebbene riesca a difendersi da Doohan. Dietro di loro parte bene anche Vesti, che scala da sesto a quarto. Al termine del primo giro un contatto tra Amaury Cordeel (Virtuosi) e Brad Benavides (PHM, ex Charouz), in lotta per la gloriosa penultima posizione, rende necessaria l’attivazione della Virtual Safety Car per il recupero della PHM incidentata.

Alla ripartenza Bearman prova a costruire un margine sugli inseguitori e arriva ad avere fino a 2s su Martins, ma dopo pochi giri le gomme presentano il conto e quando si apre la finestra delle soste (al settimo giro, come da regolamento), il vantaggio sul francese si misura in decimi. Doohan e Vesti inseguono a pochi secondi.

L’ottimo lavoro della crew Prema permette sia a Bearman di conservare la posizione su Martins che a Vesti di scavalcare Doohan. A centro gruppo Hauger riesce a scavalcare Pourchaire, che sembra essere incappato in una di quelle gare grigie in cui affonda per tutta la durata della gara.

Il comando della corsa ora spetta ai piloti partiti su gomme dure, con Leclerc jr davanti a Fittipaldi, Hadjar, Maloney e Verschoor – questi ultimi non sembrano in grado di replicare la rimonta del Bahrain.

Come nello stint precedente, Bearman ha un momento di grazia all’inizio ma dopo pochi giri inizia una parabola discendente. Al decimo giro viene sorpassato da Martins, che però finisce lungo in curva 1 e deve rendergli la posizione. Il pilota della ART ci riprova il giro dopo e stavolta mette a segno la manovra, con Bearman che incassa pure il sorpasso di Vesti, ora secondo.

In testa ora la situazione è invertita: Vesti incalza Martins, mentre Bearman deve gestire delle gomme che non danno più grip e subisce la pressione di Doohan. Il periodo nero per l’inglese continua: al sedicesimo giro si gira in curva 23. Evita le barriere e può continuare, ma la sua gara è compromessa.

Nel frattempo Martins e Vesti raggiungono i piloti partiti su dure. La gara si decide al diciassettesimo giro: stretto tra l’incudine (Maloney) e il martello (Vesti), Martins va in testacoda in curva 4 e si deve ritirare.

Il ritiro di Martins, oltre alla rilevanza per la classifica, è anche l’ultimo evento significativo della gara. I piloti su strategia alternativa vanno a pittare tra il 18° e il 23° giro. Anche stavolta il migliore è Verschoor, che, dopo aver mostrato un passo notevole sulle dure (tanto da segnare il gpv provvisorio con 20 giri sulle coperture!), è l’unico ad azzeccare il timing della sosta e può sfruttare al meglio le supersoft.

La bandiera a scacchi saluta quindi la prima affermazione in F2 di Frederick Vesti, il riscatto di Doohan e la gara regolare di Daruvala. Giù dal podio ci sono Iwasa e Hauger, che è riuscito a rimontare dalla quindicesima posizione. Il norvegese resiste alla pressione di Verschoor, ottimo sesto con la VAR – che non solo partiva ventesimo, ma addirittura a metà gara era in odore di ultima posizione.

Fittipaldi, Leclerc e Hadjar concludono la loro rimonta nella zona punti mentre l’emorragia di posizioni di Bearman si conclude in prossimità della decima posizione. Un punto che non so quanto possa fare morale ma che almeno sblocca la sua casella.

Nessuno dei sei i piloti andati a podio in Bahrain è riuscito a ripetersi in Arabia Saudita, ma addirittura nessuno dei primi quattro in classifica è andato a punti nella Feature Race (Pourchaire tredicesimo, Boschung diciottesimo, Maini dodicesimo e Maloney diciassettesimo).

La conclusione del weekend saudita vede quindi l’impronosticabile Boschung in prima posizione a 33 punti, ma la classifica è molto stretta: a 32 c’è Pourchaire, a 31 Iwasa, a 28 Vesti (che con la vittoria scala otto posizioni!) e a 24 Daruvala, che con il doppio podio si rimette in carreggiata. Insomma, cinque piloti in dieci punti: la classifica si deve ancora stabilizzare.

Ultime parole su Pourchaire. Dopo la scorsa gara credo di aver scritto che il titolo rischia di essere una passeggiata, per lui. Avrei dovuto precisare: se ha risolto i problemi di tenuta mentale. Il weekend saudita ha dimostrato che alla fine è sempre lo stesso, capace di alti luminosi e di bassi abissali.

 

C’è a dire che i suoi colleghi hanno lo stesso problema. L’unico che forse ha dimostrato di avere una certa solidità prestazionale è Hauger, ma non è ancora riuscito ad avere un weekend esente da sfighe.

Tutte le immagini sono tratte dai canali social della F2 e dal loro sito ufficiale fiaformula2.com

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

F2 BAHRAIN 2023 – NEANCHE LE BRICIOLE

Era il protagonista annunciato, e almeno in questo primo round non ha deluso le aspettative: Theo Pourchaire (ART) ha distrutto la concorrenza. Ma la vera sorpresa del weekend è stata la scuderia Campos.

La ART continua nelle prove libere il dominio visto nei test, con Pourchaire che si prende la leadership davanti al teammate Victor Martins, all’esordio nella serie da campione di F3 in carica. Alle sue spalle la DAMS sembra la scuderia più in forma, in grado di piazzare Arthur Leclerc in terza posizione e Ayumu Iwasa in quinta. Guasti tecnici fanno fermare sul tracciato Ralph Boschung (Campos) e Enzo Fittipaldi (Carlin). Anche le Campos sono della partita, 6 e 10 con Kush Maini e Boschung – di solito sono dieci posizioni dietro.

La scuderia francese si conferma anche nelle prime prove ufficiali dell’anno. Pourchaire passa tutte le qualifiche in testa con più di mezzo secondo di vantaggio sui rivali e alla fine chiude con 751 millesimi (!!) sul solito Martins. La ART conquista la prima fila nella sua interezza per la prima volta dal 2015.

Terzo a nove decimi troviamo l’unico pilota non Art che è riuscito a dare battaglia alle monoposto francesi, Richard Verschoor sulla VAR. Fino all’anno scorso la compagine olandese sembrava un comprimario malgrado gli investimenti notevoli, staremo a vedere se c’è stato il balzo in avanti.

Quarto e quinto sono i due piloti che in teoria dovrebbero costituire il principale ostacolo per Pourchaire, il campione di F3 2021 Dennis Hauger (MP) e Frederick Vesti (Prema). Il sorprendente Maini chiude la terza fila e precede la coppia DAMS, Iwasa davanti a Leclerc.

Gli altri protagonisti annunciati sono andati malino. Jehan Daruvala (MP) è undicesimo e precede la seconda Prema di Olivier Bearman. Ma il pilota che ha fatto di peggio in relazione alle aspettative è stato Jack Doohan (Virtuosi), solo 17° senza essere competitivo neanche per sbaglio, dietro anche al suo compagno di squadra Amauary Cordeel (15°).

Per via dell’inversione della griglia, la pole per la gara sprint va a Ralph Boschung. Lo svizzero parte bene e si invola. Alle sue spalle Roman Staneck (Trident) si avvia male dalla seconda posizione e lascia strada libera alle due DAMS, con Iwasa che si porta davanti a Leclerc.

Le due ART sono in rapida rimonta e in pochi giri si portano in quarta e quinta posizione, dopo essere partite rispettivamente dall’ottava e dalla decima posizione. Al nono giro Martins arriva a portata di Iwasa per la seconda posizione e dopo qualche giro di lotta lo sopravanza.

Pourchaire prova a imitare il compagno di squadra, ma le sue gomme sono provate dalla rimonta e l’operazione non va in porto. Anzi, al 14° giro il francese deve incassare il sorpasso di Hauger ed è costretto a rinunciare al podio. Il norvegese della MP in questa fase di gara ha il passo migliore e si libera in fretta del giapponese per lanciarsi all’inseguimento di Martins. Pourchaire invece si deve guardare dalla rimonta di Daruvala – che viene regolato senza troppi problemi.

Hauger strappa la seconda posizione dalle mani di Martins al penultimo giro, ma la star della sprint race è Boschung, che vince per la prima volta dopo 96 gare di F2 (!!!), oltretutto con 10s di vantaggio sul secondo, un margine immenso per la serie. Lo svizzero dedica la vittoria alla memoria di Adrian Campos, fondatore e storico team manager del team, scomparso nel 2021. Per la scuderia spagnola è la prima vittoria dal 2019.

Chiudono la zona punti Maini, che completa la giornata della Campos con la settima posizione, e Enzo Fittipaldi. I piloti della Prema provano a inventarsi una strategia a una sosta ma finiscono lontanissimi dalla zona punti. Leclerc jr, malgrado uno stop&go di 10s, comminatogli perché i meccanici stavano ancora lavorando sulla vettura poco prima della partenza, conclude dodicesimo a meno di 10s dalla zona punti.

Al via della Feature Race, Pourchaire si invola mentre Martins cede tre posizioni, ma il primo giro si incasina per davvero quando i piloti approcciano curva 4.

Dapprima Martins tocca Vesti a duecento metri della frenata, il danese della Prema manca il punto e tampona Verschoor, due macchine davanti. Martins a sua volta tampona la Trident di Stanek, che aveva provato a sorpassare il gruppo all’esterno. Alla fine del giro sono tutti ritirati tranne Verschoor, che comunque deve passare ai box per le riparazioni. Hauger ha un problema al turbo e anche lui deve andare a trovare i meccanici. Tornerà in pista qualche giro dopo per compiere di fatto una sessione di test ridotta.

Maini, Bearman e Boschung sono i maggiori beneficiari del caos iniziale giacché vanno a occupare le posizioni alle spalle di Pourchaire (partivano 6, 12 (!) e 10 in griglia). L’inglese della Prema blocca in curva 10 e fa passare lo svizzero, che alla ripartenza dalla doverosa SC scavalca anche il suo compagno di squadra.

Boschung è l’unico pilota dei primi a calzare gomme soft (gli altri sono su hard) e incalza Pourchaire per una decina di giri. I piloti iniziano a fermarsi a partire dall’undicesimo giro – quasi tutti affronteranno due terzi di gara con il composto più morbido. Anche questa ragione gli undercut risulteranno più efficaci del solito.

L’unico rivale di Pourchaire,  Boschung, aspetta un paio di giri in più dell’avversario per cambiare gomme; tra tempo perso per il riscaldamento (ora è lui a montare le H), per l’undercut subito e per la mescola più lenta si apre un divario di 10s (!!) in due giri.

Bearman e Leclerc superano Maini grazie all’undercut, ma si trovano presto in difficoltà. Alle spalle di Bearman si accumula un serpentone di piloti, seppur riesca a respingere gli attacchi per buona parte del secondo stint. In particolare ridicolizza Iwasa, che per una dozzina di giri malgrado tutti i tentativi non riesce a scavalcare l’inglese della Prema. Leclerc invece si rende responsabile di diverse imprecisioni di guida e cede qualche posizione per errori.

Bearman andrà incontro a un crollo verticale delle coperture nei giri finali e concluderà solo quattordicesimo dopo due lunghi all’ultimo giro. Leclerc alla fine si stabilizza in sesta posizione, dopo essere stato passato da Maini e dalle due star della Feature Race: Zane Maloney (Carlin) e Richard Verschoor (VAR).

Il primo partiva diciottesimo (ma era già settimo dopo l’incidente del via), mentre l’olandese si è trovato in ultima posizione dopo essere stato mandato in testacoda dalla poco avveduta manovra di Vesti.  Entrambi hanno preservato le gomme all’inizio del secondo stint per dare luogo a una progressione all’inizio lenta ma implacabile.

Il bayan (si chiamano così gli abitanti delle Barbados) conclude terzo dopo aver sorpassato Maini a due giri dalla fine e aver fatto sfumare alla Campos l’ebbrezza di un doppio podio mentre Verschoor recupera dalla quindicesima alla quinta posizione in poco più di una dozzina di giri, malgrado il fondo danneggiato dall’incidente.

Pourchaire e Boschung hanno approfittato delle condizioni di pista libera e assenza di piloti con cui duellare per preservare le coperture nelle condizioni migliori: il francese raddoppia il vantaggio e vince con 19.6 s (!!!) sullo svizzero, a sua volta in vantaggio di 12s su Maloney. Maini, quarto, completa il weekend da sogno della Campos mentre Verschoor raddrizza una gara partita molto male.

Sesto il già citato Leclerc, seguito da Isack Hadjar (Hitech) mentre Iwasa dopo aver fallito l’assalto contro Bearman è stato assorbito dal gruppo e conclude solo ottavo. La zona punti è completata da Enzo Fittipaldi (Carlin) e da Juan Manuel Correa (VAR), che va a punti nel primo weekend utile dal ritorno nella serie.

Doohan ha fatto capolino in zona punti per qualche giro dopo un buon undercut, ma alcuni errori di guida, un crollo del passo e una penalità per unsafe release lo fanno sprofondare alla fine in 16a posizione, dietro al teammate Cordeel anche in gara. Gara simile per Daruvala, che conclude infatti alle sue spalle.

Pourchaire è il favorito e sa di esserlo. Questo sarà l’anno della verità, perché se vorrà ancora sperare di arrivare in F1 dovrà per forza vincere. In tutta onestà, guardando come si sono comportati i suoi avversari in questo primo weekend mi viene da dire che esso è un traguardo ben alla sua portata.

Il Bahrain è una pista che tutti conoscono bene e sulla quale sono a disposizione un sacco di dati dal momento che è la terra di elezione dei test di F2, quindi i rapporti di forza possono essere alterati – mi risulta veramente difficile pensare Campos e VAR sistematicamente in lotta per il podio.

Allo stesso modo le gare pesantemente influenzate dal degrado delle coperture di solito tendono a premiare in modo forse sproporzionato chi riesce a conservare le gomme più della concorrenza, altra ragione per cui non darei troppo credito alle posizioni relative emerse da questo weekend (e da gara2 in particolare).

L’ultima chiave di lettura del weekend riguarda gli ormai cronici problemi di Mecachrome. Sia in F2 che in F3 i meccanici si sono dovuti attardare sulle macchine in griglia per far ripartire le vetture, in altri casi invece le vetture sono rimaste ferme in griglia e in un paio di casi lungo il tracciato. Insomma, l’introduzione della nuova benzina non sembra avere migliorato l’affidabilità, di solito abbastanza precaria, dei Mecachrome.

Tutte le immagini sono tratte dal profilo twitter ufficiale della Formula 2

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

L’ANNO DELL’UNDERDOG – IL PAGELLONE DELLA STAGIONE 2022

Un altro anno è passato e una nuova infornata di giovani è stata messa sotto i riflettori e messa alla prova in ogni modo possibile. Ecco quindi i resoconti del consueto esperimento annuale: “Cosa succede se prendo una ventina di teeneager testosteronici e gli metto tra le mani una bestia da 620 cavalli?”.

Felipe Drugovich: 9

[COURTESY OF www.grandprix247.com]

Fughiamo ogni dubbio: Felipe Drugovich ha vinto il campionato di F2 2022 con merito e lo ha fatto nel modo più netto possibile. Ha preso il comando della classifica nel secondo weekend, con la pole e vittoria in Arabia Saudita, ed è andato in fuga con la doppia vittoria a Barcellona (un evento capitato solo cinque volte tra Gp2 e F2). A fine anno ha concluso con 101 punti di vantaggio su Pourchaire.

Il campionato di Drugovich e della MP Motorsport è stato gestito alla perfezione. Il pilota ha trovato il giusto bilanciamento tra velocità e controllo, ovvero ha sempre espresso la prestazione nel limite del mezzo. Non ricordo manovre azzardate o azioni imprudenti. Quando è stato possibile ha attaccato, altrimenti si è difeso, cedendo comunque il meno possibile. Anche nei momenti peggiori, a parte la Feature Race d’Ungheria, ha sempre mostrato il passo necessario per restare nella top 5 – a testimonianza di ciò, solo in due occasioni ha concluso una gara fuori dai dieci. Ha mostrato grinta in ogni situazione, cosa che gli ha permesso di guadagnare punti anche quando in teoria era più lento degli avversari – come nella parte centrale di campionato, tra Baku e Ungheria.

portrait, Silverstone Circuit, F12210a, F1, GP, Great Britain
Felipe Drugovich tests the Aston Martin AMR21

Il problema per Drugovich è che nessuno in F1 lo reputa un pilota interessante – non è un caso che abbia corso da indipendente per tutta la carriera, finora. Anche Aston Martin lo ha assunto come terzo pilota più per ragioni di pubblicità che non per reale interesse. Questo dato proietta più di un’ombra sul resto della griglia – sono stati arati da un pilota che non è sui taccuini di nessun team, quali aspettative possono avere? As far as I know, nessuno tra i vari TP di F1 ha infatti tenuto F2 di quest’anno in grande considerazione. Le due eccezioni saranno discusse in seguito.

[COURTESY OF formulascout.com]

La scuderia (che ha vinto il titolo squadre nell’ultimo appuntamento) merita un approfondimento. Dal 2019 la MP Motorsport, team storico ma dai risultati modesti, ha avviato un processo di rifondazione. Il lavoro di Paolo Angilella, Daniele Rossi e Mattia Oselladore ha portato la MP ad essere sui livelli della Prema nel giro di un triennio.

Per dimostrare questa affermazione basta guardare l’eccezionale consistenza raggiunta da pilota e squadra: nessun diverbio via radio, chiamate strategiche sempre corrette, mai un pitstop sbagliato, giri di qualifica eseguiti con traffico minimo, quasi nessun incidente in pista e zero problemi tecnici o infrazioni commesse durante tutta la stagione. Confrontate queste statistiche con quelle di tutti gli altri team e piloti e capirete quale è stata la vera forza della combinazione di MP e Drugovich.

E pensare che al termine del 2021, dopo la pessima annata in Virtuosi, Drugovich era sull’orlo di lasciare la F2. Era da un po’ che la F2 non si concludeva con una nota moraleggiante.

Théo Pourchaire: 7.5

[COURTESY OF lequipe.fr]

Il francese ha concluso secondo in campionato con ampio vantaggio sugli inseguitori, è stato l’unico ad interpretare il ruolo di antagonista di Drugovich e ha comunque spesso mostrato una velocità ottima e una gestione della gara molto matura. Perché allora reputare il suo anno un mezzo fallimento?

Alcune questioni sono evidenti. In qualifica paradossalmente è regredito rispetto all’anno passato. Spesso battuto dal teammate esordiente, in tutto l’anno non ha siglato una singola pole position e ha raggiunto la prima fila solo a Montecarlo. E’ stato più falloso del solito e alcuni incidenti gratuiti hanno pesato come macigni sul risultato – penso soprattutto allo schianto in qualifica in Olanda, ma anche lo scontro alla ripartenza di Baku e all’incidente nelle libere in Arabia. Per finire, in alcune gare è stato semplicemente scialbo, cosa che il rivale non è mai stato.

L’ultimo chiodo sulla bara è stata la mancanza di affidabilità. Il motore o il cambio lo ha lasciato a piedi in ben cinque occasioni diverse, tra cui due Feature Race. Sarò cattivo, ma ci vedo una sorta di giustizia divina: l’anno scorso la ART boicottò Christian Lundgaard (uno dei migliori piloti di F2 degli ultimi anni) perché qualcuno a Place de la Concorde voleva favorire la carriera del francese. Quest’anno suddetta carriera è stata frustrata dai motori che la medesima governance aveva imposto alla serie. Ci vedo un po’ di Karma.

Boutadate a parte, il 2022 è stato anche la dimostrazione degli effetti di una pressione eccessiva sulle prestazione. La Sauber aveva imposto a Pourchaire di vincere il campionato, mentre Drugovich era partito con pochissime aspettative – solo in MP probabilmente erano consapevoli del proprio potenziale. Inoltre il brasiliano non aveva nessun superiore cui rispondere degli eventuali fallimenti – sponsor a parte.

Per concludere, nell’arco di 10 mesi è diventato un ex-predestinato (come tanti prima di lui), ma dobbiamo tenere in mente che ha solo 19 anni (!); ha tutto il tempo di rifarsi. Il suo futuro non è chiarissimo – in un primo momento aveva negato la permanenza in F2 per un altro anno, ma poi ha rettificato. Non sarebbe il primo…

Liam Lawson: 6.5

[COURTESY OF racefans.net]

Se la posizione nella classifica finale è in qualche modo compatibile con le aspettative di inizio anno, il percorso  è stato piuttosto deludente. L’inizio di campionato era stato gagliardo: tre podi consecutivi, tra cui una vittoria, lo avevano issato in testa alla classifica.

Poi una ruota avvitata male in Arabia Saudita ha avviato una spirale di sfortuna: strategia distrutta dalla Safety Car a Imola, stallo in griglia a Montecarlo mentre partiva dalla pole, buttato fuori da Doohan a Baku. Nell’arco di cinque gare ha di fatto abbandonato ogni speranza di lotta iridata, il tutto con colpe minime da parte sua.

La serie nera è continuata durante l’estate, ma a pesare non fu la sfortuna quanto le prestazioni, nettamente inferiori a quelle del compagno di squadra Logan Sargeant. Al ritorno dalla pausa estiva ha recuperato la solidità di inizio anno e grazie ad alcuni buoni risultati, ha prevalso, per un punto, sulla turba di piloti in lotta per la terza posizione.

Il vero problema di Lawson, al di là delle situazioni oggettivamente sfortunate, è stata l’incapacità di sfruttare il pacchetto fino in fondo. Se in gara è abile ad arrampicarsi lungo il gruppo, tanto da aver conquistato un numero di podi paragonabile a quello di Drugovich, in termini di velocità pura è stato messo in ombra da Sargeant e da molti altri piloti. A differenza di altri colleghi è ancora nella Red Bull Academy, ma non ha ancora un contratto per il prossimo anno.

Logan Sargeant: 8

[COURTESY OF mult1formula.com]

Il fatto che Logan Sargeant sia stato l’unico promosso della F2 2022 non mi ha colto di sorpresa. Oltre a essere un grande lavoratore, è veloce e ha già molta esperienza.

Sargeant è uno che ha fatto la gavetta vera, correndo anche nell’European Le Mans Series. Non ha ancora vinto un campionato, ma dove ha corso è sempre stato tra i protagonisti: secondo nel campionato di F4 UAE nel 2017, terzo lo stesso anno in quello britannico, ancora terzo in F3 nel 2020 e con anche un gradino più basso del podio conquistato nel prestigioso GP di Macao del 2019, l’ultimo disputatosi con vetture di F3. Peraltro il titolo F3 del 2020 sarebbe stato suo se non fosse stato tamponato, senza colpe, nelle ultime due gare.

Passando all’anno appena trascorso, nell’arco della stagione è stato superiore a Lawson in qualifica (ricordo che è nelle qualifiche dove si esprime il potenziale velocistico dei piloti, mentre in gara l’importanza della macchina è maggiore), tuttavia in gara gli è mancata ancora un pelo di esperienza. Richiamando quanto dicevo prima, mentre Lawson ha ammesso di non essere riuscito a sfruttare il pacchetto al meglio, Sargeant è andato costantemente migliorandosi.

E’ infatti nella parte centrale della stagione che ha messo a segno i colpi migliori, tra cui le due bellissime vittorie a Silverstone e al Red Bull Ring. Dopo la pole al Paul Ricard sembrava costituire addirittura la minaccia maggiore per Drugovich. Ci pensò la frizione a ristabilire i rapporti di forza…

Il finale di stagione è stato invero sottotono, con alcuni weekend corsi in maniera cautelosa (come quello finale ad Abu Dhabi) e altri caratterizzati da incidenti evitabili, come a Monza e soprattutto a  Zandvoort. L’obiettivo comunque era diventato quello di conquistare la agognata SuperLicenza, pratica conclusa ad Abu Dhabi, che gli permetterà di correre per la Williams nel 2023.

Ayumu Iwasa: 7+
Race winner Ayumu Iwasa (JPN) Dams celebrates in parc ferme.
20.11.2022. Formula 2 Championship, Rd 14, Yas Marina Circuit, Abu Dhabi, UAE, Feature Race, Sunday.
– www.xpbimages.com, EMail: requests@xpbimages.com Copyright: XPB Images

Il giapponese è l’oggetto misterioso del campionato. Partito come uno dei meno quotati del gruppo Red Bull, a fine anno è stato il migliore dietro Lawson, primo tra i rookie rossoblu.

Quello che mi lascia perplesso della sua stagione è stato l’alternanza di prestazioni maiuscole (come ad Abu Dhabi e al Paul Ricard, dove ha controllato tutta la gara dall’inizio alla fine, o in Bahrain, dove ha rimontato dalla 24a alla 8a posizione – NELLA SPRINT RACE e NELLA PRIMA GARA DI F2, una prestazione degna di Leclerc) a molte altre gare in cui in tutta onestà lo si doveva andare a cercare col sonar. Anche in queste occasioni comunque era sempre davanti al compagno di squadra – ok, Roy Nissany è uno dei più scarsi, ma ormai inizia ad avere un po’ di anni di esperienza. Di sicuro è il pilota che è migliorato di più dall’anno scorso (solo una vittoria in tutto il campionato di F3).

Dall’introduzione dei nuovi cerchioni nel 2020, la DAMS è stata piuttosto indecifrabile. Danno l’impressione di seguire un approccio diverso alternativo, unico, che li porta ad essere veloci in certe piste -di solito quelle ad alto degrado- e spesso impalpabili nelle altre. Per chiarire il suo valore bisognerà vederlo correre in un altra scuderia -o con un altro compagno di squadra.

Jack Doohan: 6.5
Jack Doohan (AUS) Virtuosi Racing.
30.07.2022. FIA Formula 2 Championship, Rd 10, Budapest, Hungary, Sprint Race, Saturday.
– www.xpbimages.com, EMail: requests@xpbimages.com Copyright: XPB Images

Non sono un fan dell’australiano, che reputo un pilota “costruito” più che un talento naturale. Inoltre secondo le mie fonti  beneficia di più test dei rivali (un po’ come Pourchaire) cosa che falsa un po’ i valori velocistici relativi.

Quello che non si può falsare è il racecraft, la gestione della gara, che infatti è stata carente. E’ stato il pilota che più spesso si è qualificato tra i primi 3, ma ne ha sprecato due terzi con incidenti evitabili – in Bahrain rompe l’ala in lotta con Pourchaire, a Baku manda a muro Lawson, a Imola si scontra al via con Hauger etc. Un discorso simile vale per il team Virtuosi, che costruisce sempre auto molto veloci, ma non riesce a tenere a bada tutti i dettagli. Come nelle qualifiche in Arabia Saudita, dove lo hanno mandato in pista con troppa poca benzina, e nel pitstop di Abu Dhabi, dove una ruota montata male gli ha impedito di andare all’attacco del podio.

In ogni caso l’anno prossimo correrà ancora con Virtuosi, il che significa che sarà della partita, soprattutto con una gestione delle gare meno erratica da parte sua e del team. Mi riservo comunque di avere delle riserve.

Jehan Daruvala: 5
Jehan Daruvala (IND) Prema Racing celebrates his third position on the podium.
10.09.2022. Formula 2 Championship, Rd 13, Sprint Race, Monza, Italy, Saturday.
– www.xpbimages.com, EMail: requests@xpbimages.com Copyright: XPB Images

Se hai fatto l’apprendistato in F2 tra il 2020 e il 2021 e per il 2022 hai pianificato di puntare al bersaglio grosso, allora ti conviene svenarti e correre per la Prema, la squadra che nel suddetto biennio ha vinto tutti i premi possibili.

Se, malgrado tre anni di esperienza nella serie e la militanza nel suddetto team, la posizione finale al termine del 2022 è la medesima degli anni precedenti, la deduzione logica è che il problema non era il team.

E’ dall’esordio in F2 che Daruvala attira un hype che non comprendo – tranne per gli indiani, per i quali Daruvala è oggettivamente il prodotto migliore della loro nazione. In tre anni, ma anche in questo, non ricordo guizzi particolari, al contrario delle pvttanate, poche ma presenti. Buona parte dei podi li ha conquistati nelle Sprint Race, grazie a qualifiche di solito concluse nella parte alta della top 10, poi convertite in prime file grazie al reverse grid di Gara-1.

Bisogna riconoscergli l’abilità di non mandare in vacca queste poche occasioni (qui sono serio) in virtù di un passo gara mai indecente e di una certa lucidità nella gestione gara. Il doppio podio con vittoria conquistato a Monza è stato il punto più elevato della sua carriera. L’occasione migliore di vincere una gara in modo non fortunoso era arrivata in Spagna, quando era diventato il primo dei piloti su gomme dure, ma una rottura improvvisa del motore gli ha negato la possibilità di mostrare il suo talento.

Enzo Fittipaldi: 6.5

[COURTESY OF racefans.net]

Costui mi rende inquieto. La mia stima nei confronti di Enzo Fittipaldi come pilota non è elevata -per dire, quando in passato guidava per la Prema che veniva soprannominato “Shittypaldi” dai propri stessi ingegneri. Ciononostante, dopo un inizio di campionato stentato ha messo sul piatto una striscia di arrivi a punti impreziosita da alcuni podi.  Spesso la fortuna ha giocato un ruolo determinante (come ad Imola) ma non sempre – come in Ungheria, dove aveva addirittura il passo per vincere. Il tutto correndo per la Charouz, un team costantemente sull’orlo del fallimento – infatti a fine anno finalmente la scuderia è stata acquistata da PHM.

La mia spiegazione è che il suo stile di guida si adatti bene alle Pirelli F2, quindi può massimizzare il suo potenziale, mentre colleghi potenzialmente più talentuosi incontrano difficoltà maggiori. Per capirci, Drugovich era stato uno di questi piloti, nei primi anni di F3/F2. Va riconosciuto che è cresciuto nel corpo a corpo, a inizio anno era senza speranza mentre nelle ultime gare sembrava un pilota normale.

Frederick Vesti: 6-

Esordire come compagno di squadra di un “predestinato”, peraltro per un team famoso per costruire gli assetti intorno al pilota scelto della scuderia, è una magra prospettiva. E infatti l’anno era iniziato in questo modo, con Pourchaire che con due vittorie in tre weekend si issava in cima alla classifica iridata, con il danese che in tutto andava a punti in un’occasione sola.

La storia per il danese si è sbloccata a partire dal weekend a Barcellona, dove ha conquistato il primo podio in carriera mentre il più quotato compagno di squadra ha sofferto per tutto il weekend. La buona forma è proseguita per il resto della stagione, spesso battendo Pourchaire in qualifica (highlight: la pole in Austria) e conquistando altri quattro podi, tra cui una doppia medaglia d’argento a Monza. E’ il primo pilota che riesce a sconfiggere la “maledizione del secondo sedile ART”, è sufficiente per attribuirgli la sufficienza.

Dennis Hauger: 5
Dennis Hauger #1 Prema Racing, during the pre-season test of the FIA Formula 2 Championship at Bahrain International Circuit, in Bahrain on March 2 – 4, 2022. // Dutch Photo Agency / Red Bull Content Pool // SI202203040394 // Usage for editorial use only //

Approdato in F2 con tutti gli occhi puntati addosso, in qualità dominatore della F3 del 2021, i risultati sono stati lontani dalle aspettative.

Dopo i consueti scarsi risultati nelle prime gare, ha azzeccato un weekend ad alti livelli a Baku, dove ha conquistato la vittoria dopo aver indotto all’errore Vips. Quello che sembrava il preludio per una stagione trionfale ha subito assunto i contorni di una clamorosa eccezione. Per il resto dell’anno è scomparso dai radar, continuando a lottare tra qualifiche scarse e overdriving in gara.

Negli ultimi round di stagione ha iniziato a mostrare delle prestazioni più compatibili con la macchina tra le sue mani, il che mi induce a non essere troppo severo nella valutazione, ma al momento sembra di un ordine di grandezza sotto Shwartzman e Piastri.

Non avevo grandi aspettative su di lui, non sono rimasto deluso.

Juri Vips: 4.5 (s.v.?)

[COURTESY OF thescore.com]

Nell’arco di pochi mesi è diventato Valsecchi senza passare per il titolo di F2.

Per quanto continui a reputarlo come il più dotato della griglia 2022, almeno in termini di puro talento, è andato storto tutto quello che poteva andare storto. A inizio stagione era veloce e non sbagliava, ci ha pensato il team a propinargli pit stop disastrosi ad ogni gara (almeno una vittoria e un podio persi in questo modo). Successivamente, forse innervosito dagli eventi, ha iniziato a fare errori grossolani nel tentativo di over-push, come testimoniano le tre uscite di pista (con conseguente ritiro) tra Imola, Spagna (SR) e soprattutto Baku, dove si schianta a tre giri dalla fine mentre comandava la gara.

Dopodiché scoppia il caso delle frasi razziste durante uno straming su Twitch (cui poteva e doveva prestare più attenzione) che compromettono quel che gli restava del futuro in Red Bull e in F2.

Il resto della stagione è piuttosto triste. La Hitech ha perso la velocità delle prime gare ma lui resta comunque poco incline a concretizzare. Conclude l’anno (e la sua carriera in F2) con una vittoria nella sprint race di Monza, mentre la successiva Feature Race descrive abbastanza bene la sua carriera.

Dopo una serie di sconvolgimenti (tra cui una bandiera rossa) era in sesta posizione ma con il passo giusto per vincere la gara. Entra in lotta con Lawson, arriva lungo alla Roggia e lo tocca, mandandolo in testacoda e rompendogli pure l’ala (è un buon riassunto anche della stagione di Lawson). Giustamente si è meritato una penalità, ma i giudici si sbagliano (!!!) e anziché dargli 5s di penalità sul tempo complessivo, gli assegnano 10s di stop &go (!!!). Terminerà, come ovvio, lontanissimo dai primi.

Vips sostiene che senza tutti gli errori, suoi e del team, poteva finire secondo nel mondiale. Questa sua affermazione mi trova d’accordo, e dà anche la misura di quanto poco il pacchetto sia stato sfruttato.

Richard Verschoor: 6+

Verschoor è uno di quei piloti talentuosi (come dimostra la vittoria a Macau nel 2019) che per ragioni a volte poco trasparenti guidano sempre per compagini che vanno dal mediocre allo scarso. Almeno quest’anno ha avuto abbastanza fondi per correre tutta la stagione, sebbene la Trident sia tra i peggiori team di F2.

Malgrado un avvio stupendo, con una vittoria di sprint race in Bahrain e un secondo posto a Jeddah, fino alla pausa estiva ha faticato ad andare a punti. Lo stint finale di stagione è stato invece positivo, con una striscia di nove arrivi a punti consecutivi, più di chiunque altro.

Gli altri:
Felipe Drugovich (BRA) MP Motorsport.
10.09.2022. Formula 2 Championship, Rd 13, Sprint Race, Monza, Italy, Saturday.
– www.xpbimages.com, EMail: requests@xpbimages.com Copyright: XPB Images

Tendenzialmente scarsi. Marcus Armstrong (5.5) si è classificato 13° malgrado tre vittorie, il migliore dopo Drugovich e Lawson. Questo dato la dice lunga sulla consueta inconsistenza dell’ex FDA. Clement Novalak (4.5) termina 14° malgrado corresse per lo stesso team di Drugovich. E’ una delle dimostrazioni migliori del principio che le F2 premiano solo uno stile di guida e se non lo hai sei off the pace in ogni circostanza. L’esperimento di Cem Bolukbasi (4), il primo pilota arrivato in F2 partendo dagli e-sport, è naufragato nella prima metà di stagione. Lodevoli invece i tentativi di Ralph Boschung (6 di stima), che salta metà delle gare per un’artrite alle articolazioni del collo, e corre le altre contro il parere del suo medico, andando a podio a Imola e a Spa (!).

Signori, spero di avervi intrattenuto con i resoconti delle avventure dei giovani piloti. Ci aggiorniamo il prossimo anno, con i test del Bahrain ad aprire la stagione agonistica.

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

Immagine di copertina tratta da motorsport.motorionline.com

F2 OLANDA 2022 – LES JEUX SONT FAIT

La F2 è alle battute finali: da una parte il prossimo appuntamento a Monza sarà il penultimo, dall’altra Felipe Drugovich (MP) ha de facto chiuso il discorso iridato. Per lo sfidante Theo Pourchaire (ART) restano solo le speranze offerte dall’aritmetica. Ma procediamo con ordine.

QUALIFICHE

Zandvoort è un circuito inadeguato già per le necessità della F2. Dal punto di vista dei sorpassi peggio di lui c’è solo Montecarlo e forse Imola. Con queste premesse è chiaro che per ottenere un buon pottino di punti è vitale disputare una qualifica soddisfacente.

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 02: Theo Pourchaire of France and ART Grand Prix (10) crashes during qualifying ahead of Round 12:Zandvoort of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 02, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Lars Baron – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Pourchaire si schianta sulle barriere di curva 3 durante il secondo run. L’incidente del francese lascia liberi Jack Doohan (Virtuosi) e Drugovich di lottare per la pole. Come a Spa il brasiliano segna un tempo quasi irraggiungibile a pochi minuti dalla fine. Un testacoda di Daruvala poco dopo pone termine alle ostilità e di conseguenza Drugovich conquista la seconda pole consecutiva, la quinta della stagione.

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 02: Pole position qualifier Felipe Drugovich of Brazil and MP Motorsport (11) stops in parc ferme during qualifying ahead of Round 12:Zandvoort of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 02, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Alex Pantling – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Alle spalle del brasiliano partirà Doohan, il quale vorrà proseguire il duello di Spa. Terzo è il solido Logan Sargeant (Carlin). Quarto è Verschoor (Trident), alla sua migliore prestazione in qualifica davanti al pubblico di casa. Pourchaire è solo sedicesimo ed è in una pessima situazione, tanto in gara quanto in campionato.

SPRINT RACE

La farò breve, visto che è stata una delle gare con meno spunti della stagione. L’inversione della griglia premia Clement Novalak (MP), che è scortato sulla griglia da Marcus Armstrong (Hitech), Vips (Hitech) e Hauger (Prema).

Armstrong infila Novalak in curva 1, mentre in accelerazione Vips si trova la traiettoria ideale occupata e subisce prima il sorpasso di Hauger e poi alla chicane una sontuosa infilata di Liam Lawson (Carlin). Vips ha spesso la capacità di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.

All’inizio del secondo giro, nella foga della rimonta Pourchaire tira una staccata impossibile a Beckmann e finisce nella ghiaia. Passerà il resto della gara a duellare con Tatiana Calderon e Marino Sato e buonanotte ai suonatori.

Il resto della gara è ravvivata solo dalle escursioni di pista di Daruvala e dalla SC uscita per recuperare la vettura di Calderon, insabbiatasi in curva 2. Alla ripartenza Iwasa (Dams) strappa la sesta piazza all’autoctono Verschoor (Trident) ma la cosa finisce lì.

Marcus Armstrong conquista la terza vittoria di stagione. Malgrado il numero di trofei è appena decimo in classifica e ciò la dice lunga sulla sua stagione. Novalak invece conquista il primo podio in F2 (ricordo che il suo compagno di squadra sta vincendo il mondiale) mentre Hauger vi ritorna per la prima volta da Baku. Drugovich decimo era e decimo arriva ma sigla il giro più veloce e conquista un punticino.

FEATURE RACE

A causa degli spazi angusti, in caso di Safety la pitlane verrà chiusa. A dimostrazione della natura di pista di F3 del tracciato (per la quale ha funzionato ottimamente). Legittime le proeccupazioni sulla sicurezza ma  così si distruggono le strategie alternative -quelle basate su un lungo stint iniziale sulle dure. Se uscisse la SC il pilota vedrebbe il vantaggio annullato ma potrebbe pittare  solo in condizioni di bandiera verde e gruppo compatto. Non è la notizia migliore  per Pourchaire, cui viene tolto uno strumento fondamentale per la rimonta.

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 04: Felipe Drugovich of Brazil and MP Motorsport (11) leads the field into turn one at the start as Jack Doohan of Australia and Virtuosi Racing (3) locks a wheel under braking during the Round 12:Zandvoort Feature race of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 04, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Clive Mason/Getty Images)

Il via è regolare per 21 piloti su 22. Lo scatto di Drugovich è sufficiente per conservare la prima posizione, mentre Hauger si impone su Verschoor e Iwasa. Vips perde la consueta caterva di posizioni grazie a posizionamenti poco furbi fino a trovarsi ingarellato con Pourchaire, che dal via guadagna due posizioni.

La star dello start stavolta è Sargeant: prima arriva alla Tarzan con freni e gomme fredde e parte per la tangente. Sfrutta una stradina asfaltata per tornare in pista senza perdere un eternità e nel rientro si sfiora con Boschung danneggiando l’ala. In curva 7 poi tenta una staccata improbabile ai danni dello stesso. Per evitare la Campos si butta nelle vie di fuga e si schianta, danneggiando le barriere al punto che il direttore dopo due giri di SC sospende la gara.

Nel frattempo Beckmann e Nissany si sono scontrati dietro la vettura di sicurezza dopo aver battibeccato per un giro intero su chi dei due fosse davanti all’inizio della sospensione. Il comportamento inqualificabile  dei due sarà punito dalla direzione gara – in particolare a Nissany verrà impedito partecipare al round di Monza.

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 04: Felipe Drugovich of Brazil and MP Motorsport (11) leads Jack Doohan of Australia and Virtuosi Racing (3) and the rest of the field at the start during the Round 12:Zandvoort Feature race of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 04, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Lars Baron – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

La ripartenza è lanciata e le posizioni restano invariate. Vale la pena segnalare alcuni cambi di mescola avvenuti in regime di sospensione: Pourchaire ora monta le dure, così come Lawson, che dall’alto della quinta posizione è il leader dei piloti su strategia alternativa.

Rispetto alla Sprint Race la corsa è animata da alcuni duelli, frutto della difficoltà dei piloti ad accendere le hard e a preservare le soft. Ma anche stavolta l’unica azione vera è costituita dalle escursioni fuori pista di Daruvala (ad occhio il weekend peggiore da due anni).

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 04: Felipe Drugovich of Brazil and MP Motorsport (11) leads Jack Doohan of Australia and Virtuosi Racing (3) during the Round 12:Zandvoort Feature race of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 04, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Clive Mason/Getty Images)

La lotta per la vittoria si risolve all’ottavo giro quando Doohan, fino allora in scia al leader, spiattella una gomma alla Tarzan, perde ritmo ed è costretto a rientrare in anticipo. Drugovich non ha difficoltà a coprirne la sosta e conserva la posizione (a differenza della settimana scorsa) anche se i suoi primi giri palesano difficoltà maggiori del rivale a far funzionare le hard.

Dopo qualche giro di effettivo duello tra i due la situazione si stabilizza. In testa ora c’è Lawson, davanti a Armstrong e Pourchaire. La speranza per loro dura poco: a Sato fissano male l’anteriore sx e si schianta in curva 2. La SC entra in pista e la pitlane viene chiusa. Fregati.

Alla ripartenza Lawson adotta una tattica stile Baku, ovvero ritardare lo strappo fino alla linea del traguardo. Anche gli effetti sono simili: a centro gruppo si innesca una collisione multipla causata da una falsa partenza di Doohan, che viene tamponato da Verschoor e si deve ritirare. Continuano gli incidenti stupidi che hanno caratterizzato il suo anno da rookie. Il pilota olandese invece prosegue con il naso danneggiato ma ancora funzionale.

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 04: Liam Lawson of New Zealand and Carlin (5) leads Theo Pourchaire of France and ART Grand Prix (10) during the Round 12:Zandvoort Feature race of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 04, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Joe Portlock – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

La seconda ripartenza (siamo ancora al 25° giro su 40!) invece è regolare. I superstiti su hard andranno ai box poco dopo. Grazie ad una buona tattica ai box Pourchaire si prende la posizione relativa su Lawson e Armstrong, ma resta dodicesimo a una ventina di secondi dalla zona punti. E’ comunque il primo dei piloti su option e può ancora rimontare.

Il muso danneggiato impedisce a Verschoor di costituire una minaccia per Drugovich, che così va a vincere con più di due secondi di vantaggio. Il secondo posto dell’olandese è sub judice per qualche ora ma poi viene scagionato dalla responsabilità per l’incidente che ha posto termine alla gara di Doohan. L’ultimo gradino del podio è di Iwasa, abile a superare Hauger in occasione delle soste.

Quinto è l’inossidabile Enzo Fittipaldi – a quanto pare, più ne parlo male e più fa gare gagliarde, sia pure aiutato dalla dinamica caotica della corsa. Sesto è la vera sorpresa del weekend, Amaury Cordeel (!!!). Il belga era stato finora il pilota più imbranato di tutta la griglia (leggendaria la sua gara di Imola). Qui si è qualificato a centro gruppo, è partito bene, ha scelto la strategia giusta, ha evitato i guai della ripartenza e nel finale ha rintuzzato gli attacchi di Vips. Insomma, la gara della vita. Va comunque detto che negli ultimi appuntamenti sta mostrando una comprensione maggiore di macchina e gare.

La zona punti è completata da David “contratto a chiamata” Beckmann, Olli Caldwell (Campos) -un altro pilota che va a punti per la prima volta in F2- e da Pourchaire.

ZANDVOORT, NETHERLANDS – SEPTEMBER 04: Theo Pourchaire of France and ART Grand Prix (10) drives on track during the Round 12:Zandvoort Feature race of the Formula 2 Championship at Circuit Zandvoort on September 04, 2022 in Zandvoort, Netherlands. (Photo by Joe Portlock – Formula 1/Formula Motorsport Limited via Getty Images)

Il francese negli ultimi giri ha chiuso il distacco che lo separava dal gruppo (negli ultimi due giri ha recuperato ben dieci secondi su Daruvala!) ed ha messo a segno qualche buon sorpasso che alla fine gli ha permesso di concludere la gara con un paio di punti (decima posizione + gpv). Non smuove la classifica ma forse fa morale.

CONCLUSIONI

Del doman non v’è certezza ma Felipe Drugovich potrà affrontarlo con il miglior equipaggiamento disponibile. Con 69 punti di vantaggio su Pourchaire su 78 disponibili è probabile che la formalità del titolo verrà sbrigata già a Monza.

Il campionato sembrava riaprirsi dopo l’Ungheria, dove la crisi di prestazioni della MP aveva raggiunto il punto più acuto. Ma al rientro dalla pausa estiva la compagine olandese ha messo a segno un 53 a 5 (!!!) che ha frantumato le speranze del giovane talento francese.

Per quanto riguarda la lotta per il terzo posto in classifica, nessuno dei tre piloti in lotta ha marcato punti nella Feature Race. Iwasa e Fittipaldi si avvicinano e la classifica è di nuovo molto corta – solo 19 punti tra il terzo e il settimo.

Tutte le immagini sono tratte dai canali social della F2 e dal sito ufficiale fiaformula2.com.

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya

F2 BELGIO 2022 – CONTROFFENSIVA DRUGOVICH

Dopo la consueta tregua estiva, nella foresta delle Ardenne si riaccendono le ostilità. In Ungheria Theo Pourchaire (ART) aveva vinto e dimezzato il distacco dal leader di campionato Felipe Drugovich (MP), ormai privo dell’abbrivio di inizio stagione. Si arriva in Belgio aspettando la conferma della ART oppure la riscossa della MP. La risposta è stata netta e incontrovertibile.

Tutte le immagini sono tratte dal canale twitter della Formula 2 o dal sito ufficiale fiaformula2.com

Vale la pena menzionare che in Charouz hanno scaricato Cem Bolukbasi, il pilota con background di sim racing, per ingaggiare Tatiana Calderon, l’unica donna ad aver corso in Gp2/F2.

QUALIFICHE

A tre minuti dal termine della sessione Drugovich stacca un 1:58:232 e infligge a tutti quanti più di sette decimi di distacco, con mezzo secondo guadagnato nel solo settore centrale. L’eccezionalità del tempo è tale che il brasiliano si prende il lusso di rinunciare all’ultimo tentativo per conservare un set di Soft – e alla fine conserva ancora quattro decimi di margine. Prima pole per il brasiliano da Montecarlo.

Al contrario Pourchaire ha una qualifica anonima (come spesso gli capita quest’anno) ed è solo ottavo. Va un po’ meglio a Logan Sargeant (terzo in campionato anche ormai staccato dai primi), terzo davanti a Jack Doohan. La sorpresa di giornata è Enzo Fittipaldi, secondo con la Charouz. Gonna be honest: tanto più Fittipaldi va forte, quanto più mi sorgono dubbi sul livello di competitività della serie.

Menzione di disonore per Vips, che si gira in completa autonomia nel corso del primo tentativo. Partirà ultimo in entrambe le gare (questo format è severo con gli errori in qualifica – mi chiedo comunque perché in Mecachrome non si elabori un anti-stall decente). In termini di talento continuo a pensare che sia il migliore del campionato insieme a Sargeant, ma quante cavolate…

SPRINT RACE

La sprint race vede Boschung in pole (al ritorno dopo una lunga assenza causata da problemi al collo) e Daruvala in seconda posizione. Pourchaire è terzo, Drugovich decimo. L’indiano non sfrutterà l’ottima posizione perché nel giro di ricognizione gli cede la pompa della benzina, che lo porterà al ritiro ancor prima del via.

Partenza a razzo per Lawson che parte quinto, mette 4 ruote sull’erba per passare Pourchaire (!) e a La Source è già secondo, mentre sul Raidillon il francese incassa anche il sorpasso di Verschoor e Doohan. Al contrario del rivale, Drugovich passa due macchine al via e una a Les Combes, quindi conclude il primo settore in scia a Pourchaire – in griglia erano separati da sette posizioni.

All’inizio del secondo giro Lawson sorpassa Boschung sul Kemmel. Lo svizzero della Campos resterà in zona DRS per qualche giro ma poi molla. Verschoor viene superato da Doohan e forma un trenino fino alla decima posizione.

La corsa mantiene il carattere processionale fino a metà gara, quando Sargeant perde il controllo della Carlin a Pouhon e si schianta contro le barriere. Con la SC in pista molti piloti ne approfittano per montare gomme fresche. Drugovich è tra questi; alla bandiera verde è dodicesimo e mancano solo quattro giri ma può godere di un vantaggio sul giro di 4s (!).

Il brasiliano non spreca l’occasione e scavalca una vettura a settore. Juri Vips è l’unico in questa fase di gara a resistergli più di qualche curva. Al penultimo giro sorpassa Pourchaire, poi Verschoor per la quarta posizione ma per pochi decimi non riesce ad acciuffare il podio.

Lawson nel frattempo ricostruito il gap di 4 secondi che aveva prima dell’interruzione. Il neozelandese (gpv) ha dominato la gara, mentre Doohan all’ultimo giro sorpassa Boschung e conquista la piazza d’onore.

FEATURE RACE

L’avvio di Drugovich è perfetto e arriva in curva 1 con un paio di car length di vantaggio sul resto del gruppo. La sua partenza è stata propiziata da quella lenta di Sargeant e Fittipaldi, col risultato che alle sue spalle ora ci sono Doohan e Beckmann (VAR, il sostituto di Cordeel).

Il principale colpo di scena della gara e forse del campionato avviene all’inizio del terzo giro: Pourchaire rompe il motore e si deve ritirare, proprio quando il rivale è in testa alla gara. L’affidabilità dei motori Mecachrome è sempre stata questionabile, ma trovo ironico che a pagarne il “protetto” del boss Bruno Michel, colui che, tra le varie cose, ha imposto i Mecachrome alla F2.

Moving on, Doohan si avvicina a Drugovich mentre alle loro spalle Lawson e Fittipaldi giungono alle ruotate in varie occasioni (complice anche un pit lento per il neozelandese, che lo rimette alle spalle del brasiliano). Beckmann subisce l’undercut dei due e perde la posizione sul podio.

La lotta per la vittoria si risolve ai box. Al decimo giro Doohan rientra a cambiare le gomme mentre Drugovich allunga di un giro. L’undercut si rivela più efficace del previsto e Drugovich rientra alle spalle dell’australiano e con gomme fredde.

Dopo aver accumulato cinque secondi di svantaggio in tre giri, il brasiliano inizia ad avvicinarsi. Il traffico dei piloti partiti su prime aiuta Drugovich, che si porta in zona DRS ma non organizza nessun attacco serio.

Lawson si libera una volta per tutte di Fittipaldi, che nei giri finali va incontro al cliff delle gomme (peraltro a fine sarà inoltre penalizzato per alcune difese troppo garibaldine). Verschoor, l’unico tra le prime file ad aver optato per la strategia alternativa, si mette in luce con diversi sorpassi e una lotta prolungata con Sargeant, che non è riuscito a rimontare dopo la pessima partenza.

Da segnalare anche la rimonta di Vips, che con le option mostra il passo più veloce della gara. Nei giri finali riesce a superare Armstrong, il proprio compagno di squadra, che invece aveva trascorso il primo stint tra i primi, e alla fine conclude ottavo. Senza la scemenza in qualifica forse poteva essere uno dei protagonisti.

CONCLUSIONI

Dopo tanto penare Doohan vince la prima Feature Race. La sua gara è stata ottima (del resto ha sempre avuto un feeling speciale con Spa). Stavolta non ho nulla da questionare ma per fugare i dubbi sul suo valore dovrebbe mostrare una maggiore costanza di rendimento. O anche solo evitare incidenti futili.

Con il secondo posto (+ pole) della Feature Race Drugovich guadagna venti punti in campionato. Forse poteva anche ottenere di più, ma con Pourchaire out non c’era necessità di rischiare – anche in questo modo ha “annullato” la gara in Ungheria. Dopo anni di investimenti e grazie all’assunzione di ingegneri importanti (come Paolo Angilella e Daniele Rossi) MP si conferma come una delle scuderie più forti del campionato.

Di sicuro è quella con il “fuck up rate” più basso di tutti – non ricordo una singola sessione condizionata da problemi tecnici. 43 punti di vantaggio su Pourchaire è un margine di tutto rispetto, ma in tre gare possono ancora accadere molte cose.

Lawson conquista due podi su due (per la prima volta dal Bahrain) e rilancia le sue ambizioni per il terzo posto in campionato. Al momento è di Sargeant a quota 129 punti, ma inizia ad essere insidiato da Doohan (121) e da Lawson con (114). I tre staccano il gruppo alle loro spalle, che racchiude i piloti tra Fittipaldi (quinto) e Armstrong (undicesimo) in appena venti punti. A inizio stagione auspicavo tutt’altro campionato per il neozelandese, ma forse ne ha per raggiungere un piazzamento onorevole. Il potenziale c’è – quando non incappa in situazioni oggettivamente sfortunate e non appena si qualifica un po’ meglio della decima posizione va sistematicamente a podio.

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya