F2 ARABIA SAUDITA 2023 – JEDDAH PIANGERE

La Formula 2 a Jeddah ci ha mostrato tutto quello che la F1 non è riuscita a darci: duelli in tutto lo schieramento, lotta per la vittoria, rimonte entusiasmanti, errori e (pochi) incidenti.

Prove libere

Gli elementi principali del weekend sono esposti già dalle prove libere. La Prema riscatta le prestazioni opache del Bahrain e conclude le FP con Olivier Bearman davanti al compagno di squadra Frederick Vesti. La ART risponde bene con Victor Martins a meno di tre decimi mentre Theo Pourchaire, leader di campionato, è disperso in 17a posizione.

Qualifiche

La ART, che in questo periodo di campionato sembra la scuderia di riferimento, ritorna in testa in qualifica. Dopo un’interruzione dovuta al testacoda di Verschoor, Martins è stato il migliore a interpretare la pista più fredda e ha siglato la pole con ben sette decimi (!) di margine sul primo degli inseguitori, Bearman.

Pourchaire ha trascorso la qualifica nella parte alta della top ten, ma nell’ultimo tentativo è riuscito a portarsi in terza posizione, mancando la prima fila per 1 (!!!) millesimo. Alle spalle dei tre si collocano Jack Doohan (Virtuosi) e Jehan Daruvala (MP), che puntano a riscattare la pessima figura del Bahrain. Ayumu Iwasa (DAMS), sesto, e Frederick Vesti, settimo, completano la lista delle figure che verosimilmente lotteranno per podio e vittoria.

Un incidente di Arthur Leclerc (DAMS) nelle fasi finali ha impedito a molti piloti di completare l’ultimo tentativo. La vittima più illustre, oltre al francese stesso e a Vesti, è stato Dennis Hauger (MP), costretto alla quindicesima posizione.

 

Sprint Race

Per via dell’inversione della griglia, la pole della sprint race è affidata a Jak Crawford (Hitech) mentre Ralph Boschung (Campos) completa la prima fila. In seconda troviamo invece il suo compagno di squadra, Kush Maini, e Iwasa.

Crawford parte bene e conserva la prima posizione ma Iwasa parte ancora meglio e scavalca le due Campos nei pochi metri che conducono alla prima curva. Il giapponese proverà a sopravanzare lo statunitense già al tornante, ma le gomme fredde lo inducono a rinunciarci. Un altro avvio eccellente è quello di Victor Martins, che si porta dalla decima alla sesta posizione in un giro.

La leadership di Crawford però dura poco. Tempo di avere le gomme in temperatura e Iwasa lo passa in curva 1, all’inizio del secondo giro. Poco dopo Zane Maloney (Hitech), in lotta con Novalak nelle retrovie, apre il gas troppo presto in curva 2 e si gira da solo, bloccandosi in mezzo alla pista. La SC entre in pista per la prima volta nel weekend.

Le Campos sono le protagoniste della ripartenza, nel bene e nel male. Se Boschung sorpassa Crawford per prendere il comando della gara, Maini perde tre posizioni solo nel quinto giro, e da Pourchaire nel sesto. Il francese lo sorpassa con una divebomb stile “o la va o mi spacco”, manovra che cerca di ripetere sul compagno Martins il giro dopo.

Stavolta Pourchaire manca il punto di frenata così tanto che finisce per travolgere l’incolpevole Bearman, che stazionava davanti a Martins. Rientra la SC – in otto giri c’è stato un totale di due giri e mezzo di bandiera verde: un classico per la F2, in Arabia.

Anche in questa ripartenza Crawford perde posizioni, ma regala spettacolo soprattutto la lotta, protrattasi per tre giri con sorpassi e controsorpassi, tra Boschung e Daruvala. La lotta si risolve a favore dell’indiano nel 13° giro, e Martins ne approfitterà per sorpassare lo svizzero e conquistare un posto sul podio. La necessità di preservare le coperture rende questa gara una corsa “di gruppo” stile moto3.

In questo momento Martins è il pilota con il passo migliore e al 15° giro raggiunge i primi due, ma si mette in attesa degli eventi. Iwasa respinge tutti gli attacchi di Daruvala. Dopo un tentativo fallito l’indiano esce male da curva 2 e Martins ne approfitta per passarlo in trazione.

 

Ma anche il francese della ART non ha lo slancio per oltrepassare le barriere di Iwasa. Dopo qualche giro Martins inizia a mollare per non stressare troppo le coperture e dopo venti giri intensi Iwasa può tagliare il traguardo da vincitore, per la prima volta in stagione.

La classifica finale vede così Iwasa trionfatore, accompagnato sul podio da Martins (gpv) e Daruvala. Boschung, Maini, Vesti (autore di una discreta rimonta nella seconda metà di gara), Doohan e Hauger (buona rimonta anche la sua, partiva quindicesimo) completano la zona punti. Il norvegese ha privato Crawford della gioia di conquistare il suo primo punto in F2 grazie a un sorpasso in volata, all’ultimo metro disponibile.

Grazie al quarto posto Boschung prende il comando della classifica iridata, 33 punti contro i 32 di Pourchaire.

Feature Race

La manovra dilettantistica con cui ha eliminato Bearman frutta a Pourchaire due punti sulla patente e cinque posizioni di penalità sulla griglia per la Feature Race. Partirà quindi ottavo. Doohan scala terzo, gli altri a seguire. I primi montano tutti gomme morbide (supersoft), il primo a scegliere le dure (medie) è Leclerc jr.

Alla partenza Martins manda quasi in stallo il motore e viene bruciato da Bearman, sebbene riesca a difendersi da Doohan. Dietro di loro parte bene anche Vesti, che scala da sesto a quarto. Al termine del primo giro un contatto tra Amaury Cordeel (Virtuosi) e Brad Benavides (PHM, ex Charouz), in lotta per la gloriosa penultima posizione, rende necessaria l’attivazione della Virtual Safety Car per il recupero della PHM incidentata.

Alla ripartenza Bearman prova a costruire un margine sugli inseguitori e arriva ad avere fino a 2s su Martins, ma dopo pochi giri le gomme presentano il conto e quando si apre la finestra delle soste (al settimo giro, come da regolamento), il vantaggio sul francese si misura in decimi. Doohan e Vesti inseguono a pochi secondi.

L’ottimo lavoro della crew Prema permette sia a Bearman di conservare la posizione su Martins che a Vesti di scavalcare Doohan. A centro gruppo Hauger riesce a scavalcare Pourchaire, che sembra essere incappato in una di quelle gare grigie in cui affonda per tutta la durata della gara.

Il comando della corsa ora spetta ai piloti partiti su gomme dure, con Leclerc jr davanti a Fittipaldi, Hadjar, Maloney e Verschoor – questi ultimi non sembrano in grado di replicare la rimonta del Bahrain.

Come nello stint precedente, Bearman ha un momento di grazia all’inizio ma dopo pochi giri inizia una parabola discendente. Al decimo giro viene sorpassato da Martins, che però finisce lungo in curva 1 e deve rendergli la posizione. Il pilota della ART ci riprova il giro dopo e stavolta mette a segno la manovra, con Bearman che incassa pure il sorpasso di Vesti, ora secondo.

In testa ora la situazione è invertita: Vesti incalza Martins, mentre Bearman deve gestire delle gomme che non danno più grip e subisce la pressione di Doohan. Il periodo nero per l’inglese continua: al sedicesimo giro si gira in curva 23. Evita le barriere e può continuare, ma la sua gara è compromessa.

Nel frattempo Martins e Vesti raggiungono i piloti partiti su dure. La gara si decide al diciassettesimo giro: stretto tra l’incudine (Maloney) e il martello (Vesti), Martins va in testacoda in curva 4 e si deve ritirare.

Il ritiro di Martins, oltre alla rilevanza per la classifica, è anche l’ultimo evento significativo della gara. I piloti su strategia alternativa vanno a pittare tra il 18° e il 23° giro. Anche stavolta il migliore è Verschoor, che, dopo aver mostrato un passo notevole sulle dure (tanto da segnare il gpv provvisorio con 20 giri sulle coperture!), è l’unico ad azzeccare il timing della sosta e può sfruttare al meglio le supersoft.

La bandiera a scacchi saluta quindi la prima affermazione in F2 di Frederick Vesti, il riscatto di Doohan e la gara regolare di Daruvala. Giù dal podio ci sono Iwasa e Hauger, che è riuscito a rimontare dalla quindicesima posizione. Il norvegese resiste alla pressione di Verschoor, ottimo sesto con la VAR – che non solo partiva ventesimo, ma addirittura a metà gara era in odore di ultima posizione.

Fittipaldi, Leclerc e Hadjar concludono la loro rimonta nella zona punti mentre l’emorragia di posizioni di Bearman si conclude in prossimità della decima posizione. Un punto che non so quanto possa fare morale ma che almeno sblocca la sua casella.

Nessuno dei sei i piloti andati a podio in Bahrain è riuscito a ripetersi in Arabia Saudita, ma addirittura nessuno dei primi quattro in classifica è andato a punti nella Feature Race (Pourchaire tredicesimo, Boschung diciottesimo, Maini dodicesimo e Maloney diciassettesimo).

La conclusione del weekend saudita vede quindi l’impronosticabile Boschung in prima posizione a 33 punti, ma la classifica è molto stretta: a 32 c’è Pourchaire, a 31 Iwasa, a 28 Vesti (che con la vittoria scala otto posizioni!) e a 24 Daruvala, che con il doppio podio si rimette in carreggiata. Insomma, cinque piloti in dieci punti: la classifica si deve ancora stabilizzare.

Ultime parole su Pourchaire. Dopo la scorsa gara credo di aver scritto che il titolo rischia di essere una passeggiata, per lui. Avrei dovuto precisare: se ha risolto i problemi di tenuta mentale. Il weekend saudita ha dimostrato che alla fine è sempre lo stesso, capace di alti luminosi e di bassi abissali.

 

C’è a dire che i suoi colleghi hanno lo stesso problema. L’unico che forse ha dimostrato di avere una certa solidità prestazionale è Hauger, ma non è ancora riuscito ad avere un weekend esente da sfighe.

Tutte le immagini sono tratte dai canali social della F2 e dal loro sito ufficiale fiaformula2.com

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya