F2 BAHRAIN 2023 – NEANCHE LE BRICIOLE

Era il protagonista annunciato, e almeno in questo primo round non ha deluso le aspettative: Theo Pourchaire (ART) ha distrutto la concorrenza. Ma la vera sorpresa del weekend è stata la scuderia Campos.

La ART continua nelle prove libere il dominio visto nei test, con Pourchaire che si prende la leadership davanti al teammate Victor Martins, all’esordio nella serie da campione di F3 in carica. Alle sue spalle la DAMS sembra la scuderia più in forma, in grado di piazzare Arthur Leclerc in terza posizione e Ayumu Iwasa in quinta. Guasti tecnici fanno fermare sul tracciato Ralph Boschung (Campos) e Enzo Fittipaldi (Carlin). Anche le Campos sono della partita, 6 e 10 con Kush Maini e Boschung – di solito sono dieci posizioni dietro.

La scuderia francese si conferma anche nelle prime prove ufficiali dell’anno. Pourchaire passa tutte le qualifiche in testa con più di mezzo secondo di vantaggio sui rivali e alla fine chiude con 751 millesimi (!!) sul solito Martins. La ART conquista la prima fila nella sua interezza per la prima volta dal 2015.

Terzo a nove decimi troviamo l’unico pilota non Art che è riuscito a dare battaglia alle monoposto francesi, Richard Verschoor sulla VAR. Fino all’anno scorso la compagine olandese sembrava un comprimario malgrado gli investimenti notevoli, staremo a vedere se c’è stato il balzo in avanti.

Quarto e quinto sono i due piloti che in teoria dovrebbero costituire il principale ostacolo per Pourchaire, il campione di F3 2021 Dennis Hauger (MP) e Frederick Vesti (Prema). Il sorprendente Maini chiude la terza fila e precede la coppia DAMS, Iwasa davanti a Leclerc.

Gli altri protagonisti annunciati sono andati malino. Jehan Daruvala (MP) è undicesimo e precede la seconda Prema di Olivier Bearman. Ma il pilota che ha fatto di peggio in relazione alle aspettative è stato Jack Doohan (Virtuosi), solo 17° senza essere competitivo neanche per sbaglio, dietro anche al suo compagno di squadra Amauary Cordeel (15°).

Per via dell’inversione della griglia, la pole per la gara sprint va a Ralph Boschung. Lo svizzero parte bene e si invola. Alle sue spalle Roman Staneck (Trident) si avvia male dalla seconda posizione e lascia strada libera alle due DAMS, con Iwasa che si porta davanti a Leclerc.

Le due ART sono in rapida rimonta e in pochi giri si portano in quarta e quinta posizione, dopo essere partite rispettivamente dall’ottava e dalla decima posizione. Al nono giro Martins arriva a portata di Iwasa per la seconda posizione e dopo qualche giro di lotta lo sopravanza.

Pourchaire prova a imitare il compagno di squadra, ma le sue gomme sono provate dalla rimonta e l’operazione non va in porto. Anzi, al 14° giro il francese deve incassare il sorpasso di Hauger ed è costretto a rinunciare al podio. Il norvegese della MP in questa fase di gara ha il passo migliore e si libera in fretta del giapponese per lanciarsi all’inseguimento di Martins. Pourchaire invece si deve guardare dalla rimonta di Daruvala – che viene regolato senza troppi problemi.

Hauger strappa la seconda posizione dalle mani di Martins al penultimo giro, ma la star della sprint race è Boschung, che vince per la prima volta dopo 96 gare di F2 (!!!), oltretutto con 10s di vantaggio sul secondo, un margine immenso per la serie. Lo svizzero dedica la vittoria alla memoria di Adrian Campos, fondatore e storico team manager del team, scomparso nel 2021. Per la scuderia spagnola è la prima vittoria dal 2019.

Chiudono la zona punti Maini, che completa la giornata della Campos con la settima posizione, e Enzo Fittipaldi. I piloti della Prema provano a inventarsi una strategia a una sosta ma finiscono lontanissimi dalla zona punti. Leclerc jr, malgrado uno stop&go di 10s, comminatogli perché i meccanici stavano ancora lavorando sulla vettura poco prima della partenza, conclude dodicesimo a meno di 10s dalla zona punti.

Al via della Feature Race, Pourchaire si invola mentre Martins cede tre posizioni, ma il primo giro si incasina per davvero quando i piloti approcciano curva 4.

Dapprima Martins tocca Vesti a duecento metri della frenata, il danese della Prema manca il punto e tampona Verschoor, due macchine davanti. Martins a sua volta tampona la Trident di Stanek, che aveva provato a sorpassare il gruppo all’esterno. Alla fine del giro sono tutti ritirati tranne Verschoor, che comunque deve passare ai box per le riparazioni. Hauger ha un problema al turbo e anche lui deve andare a trovare i meccanici. Tornerà in pista qualche giro dopo per compiere di fatto una sessione di test ridotta.

Maini, Bearman e Boschung sono i maggiori beneficiari del caos iniziale giacché vanno a occupare le posizioni alle spalle di Pourchaire (partivano 6, 12 (!) e 10 in griglia). L’inglese della Prema blocca in curva 10 e fa passare lo svizzero, che alla ripartenza dalla doverosa SC scavalca anche il suo compagno di squadra.

Boschung è l’unico pilota dei primi a calzare gomme soft (gli altri sono su hard) e incalza Pourchaire per una decina di giri. I piloti iniziano a fermarsi a partire dall’undicesimo giro – quasi tutti affronteranno due terzi di gara con il composto più morbido. Anche questa ragione gli undercut risulteranno più efficaci del solito.

L’unico rivale di Pourchaire,  Boschung, aspetta un paio di giri in più dell’avversario per cambiare gomme; tra tempo perso per il riscaldamento (ora è lui a montare le H), per l’undercut subito e per la mescola più lenta si apre un divario di 10s (!!) in due giri.

Bearman e Leclerc superano Maini grazie all’undercut, ma si trovano presto in difficoltà. Alle spalle di Bearman si accumula un serpentone di piloti, seppur riesca a respingere gli attacchi per buona parte del secondo stint. In particolare ridicolizza Iwasa, che per una dozzina di giri malgrado tutti i tentativi non riesce a scavalcare l’inglese della Prema. Leclerc invece si rende responsabile di diverse imprecisioni di guida e cede qualche posizione per errori.

Bearman andrà incontro a un crollo verticale delle coperture nei giri finali e concluderà solo quattordicesimo dopo due lunghi all’ultimo giro. Leclerc alla fine si stabilizza in sesta posizione, dopo essere stato passato da Maini e dalle due star della Feature Race: Zane Maloney (Carlin) e Richard Verschoor (VAR).

Il primo partiva diciottesimo (ma era già settimo dopo l’incidente del via), mentre l’olandese si è trovato in ultima posizione dopo essere stato mandato in testacoda dalla poco avveduta manovra di Vesti.  Entrambi hanno preservato le gomme all’inizio del secondo stint per dare luogo a una progressione all’inizio lenta ma implacabile.

Il bayan (si chiamano così gli abitanti delle Barbados) conclude terzo dopo aver sorpassato Maini a due giri dalla fine e aver fatto sfumare alla Campos l’ebbrezza di un doppio podio mentre Verschoor recupera dalla quindicesima alla quinta posizione in poco più di una dozzina di giri, malgrado il fondo danneggiato dall’incidente.

Pourchaire e Boschung hanno approfittato delle condizioni di pista libera e assenza di piloti con cui duellare per preservare le coperture nelle condizioni migliori: il francese raddoppia il vantaggio e vince con 19.6 s (!!!) sullo svizzero, a sua volta in vantaggio di 12s su Maloney. Maini, quarto, completa il weekend da sogno della Campos mentre Verschoor raddrizza una gara partita molto male.

Sesto il già citato Leclerc, seguito da Isack Hadjar (Hitech) mentre Iwasa dopo aver fallito l’assalto contro Bearman è stato assorbito dal gruppo e conclude solo ottavo. La zona punti è completata da Enzo Fittipaldi (Carlin) e da Juan Manuel Correa (VAR), che va a punti nel primo weekend utile dal ritorno nella serie.

Doohan ha fatto capolino in zona punti per qualche giro dopo un buon undercut, ma alcuni errori di guida, un crollo del passo e una penalità per unsafe release lo fanno sprofondare alla fine in 16a posizione, dietro al teammate Cordeel anche in gara. Gara simile per Daruvala, che conclude infatti alle sue spalle.

Pourchaire è il favorito e sa di esserlo. Questo sarà l’anno della verità, perché se vorrà ancora sperare di arrivare in F1 dovrà per forza vincere. In tutta onestà, guardando come si sono comportati i suoi avversari in questo primo weekend mi viene da dire che esso è un traguardo ben alla sua portata.

Il Bahrain è una pista che tutti conoscono bene e sulla quale sono a disposizione un sacco di dati dal momento che è la terra di elezione dei test di F2, quindi i rapporti di forza possono essere alterati – mi risulta veramente difficile pensare Campos e VAR sistematicamente in lotta per il podio.

Allo stesso modo le gare pesantemente influenzate dal degrado delle coperture di solito tendono a premiare in modo forse sproporzionato chi riesce a conservare le gomme più della concorrenza, altra ragione per cui non darei troppo credito alle posizioni relative emerse da questo weekend (e da gara2 in particolare).

L’ultima chiave di lettura del weekend riguarda gli ormai cronici problemi di Mecachrome. Sia in F2 che in F3 i meccanici si sono dovuti attardare sulle macchine in griglia per far ripartire le vetture, in altri casi invece le vetture sono rimaste ferme in griglia e in un paio di casi lungo il tracciato. Insomma, l’introduzione della nuova benzina non sembra avere migliorato l’affidabilità, di solito abbastanza precaria, dei Mecachrome.

Tutte le immagini sono tratte dal profilo twitter ufficiale della Formula 2

Lorenzo Giammarini, a.k.a. LG Montoya