BASTIAN CONTRARIO “Parolacce”

Non fatemi dire parolacce nel mio Bastian contrario, né tanto meno bestemmiare, altrimenti oltre che andare ai lavori forzati mi tocca anche andare all’inferno. Eppure il weekend del GP di Singapore, che si è appena concluso qualche porcone, pardon parolaccia, te l’ha tirato da bocca senza tanti complimenti.

Iniziamo con la Beneamata, che di solito ne parlo (volutamente) alla fine affinché il messaggio rimanga bello chiaro, la quale le parolacce te le fa prendere direttamente dal calendario visto e considerato che ha buttato alle ortiche il secondo GP consecutivo. Partendo dalla fine del GP, francamente inizia ad essere veramente avvilente, più che stancante, il siparietto tra Zak Brown e monsieur Vasseur ove quest’ultimo si reca dai vincitori a genuflettersi e, a festeggiare coloro i quali ci hanno da poco presi a calci in culo, prendendo con grande gioia la maglietta papaya. Dopo un GP finito a ramengo in quel modo, il nostro Team Principal, anziché cercare di avere un profilo basso (se non addirittura nascondersi!) si mette addirittura in mostra a favore di telecamere. Sono perfettamente consapevole che questo teatro si presta a molte interpretazioni e, quella più gettonata visto il perbenismo imperante della F1 odierna, è quella della sportività. Vi invito a riflettere sul fatto che Todt&Co. quando prendevano legnate sui denti, prima di iniziare a dominare, non è che andavano da Frank Williams o Ron Dennis una legnata si e una no, per potersi congratulare con loro prendendo cappellini e magliette dei loro team. Un conto è la sportività, il riconoscimento del più forte e quindi la resa delle armi a fine mondiale, un altro è imbastire una scenetta che sfocia nel patetico e, che serve solo ad educare le nuove generazioni ad un falso buonismo appunto. Dov’è la credibilità di questo sport? Cosa devo pensare, che poiché alla fine della gara siamo tutti sul mood “volemose bene”, allora tutto quello che ci mostrano è frutto di un qualcosa di concordato? Dov’è la credibilità della Beneamata che proprio della McLaren è stata acerrima nemica (non solo agonisticamente parlando) e, che proprio contro questa ha consumato numerose battaglie (e che battaglie!)? Suppongo che nella F1 bacchettona del politicamente corretto di Ben Sulayem, tutto questo non può che essere accolto favorevolmente, dato che questo atteggiamento si sposa alla perfezione con l’altra politica che è stata attuata proprio nei confronti di Verstappen… non fatemi bestemmiare, altro che parolacce! Ferrari dicevo, nonostante i sorrisi rubicondi regalati dal suo Team Principal, proprio lui alla viglia del GP dichiarava “A Singapore metteremo in difficoltà i nostri avversari”… cosi in difficoltà che nonostante avessimo il potenziale per stare dietro ad un imprendibile Norris, siamo rimasti infognati alle spalle della Aston Martin di Alonso e della Haas di Hulkenberg! Purtroppo la Rossa, il GP di Singapore, lo ha perso al sabato con quella qualifica disastrosa da parte di ambo i piloti. Davvero è cosi importante capire se quelle benedette termocoperte abbiano funzionato a dovere? La verità è che in una F1 come quella che stiamo vivendo in pista, che è cosi tirata, bisogna badare ad ogni singolo dettaglio, bisogna essere perfetti e, la Ferrari di Vasseur semplicemente non lo è. Rimane il rammarico, perché posso accettare il passo falso della Spagna (alla fine, tranne McLaren, più o meno tutti hanno fatto passi falsi), di certo è inaccettabile lo spreco al quale stiamo assistendo. Di certo Vasseur si consolerà indossando la maglietta papaya che gli è stata donata dall’amico Zak… non fatemi scrivere parolacce che è meglio!

Di certo chi non spreca nulla e massimizza il risultato sempre è Max Verstappen, il quale se vincerà (probabilità elevatissime considerando la diretta concorrenza) questo mondiale, sarà solo per merito suo guadagnandoselo fino all’ultimo chilometro. Cosa gli si può dire a questo campione? Quando ha avuto il mezzo per poter vincere le ha vinte tutte e, quando è stato il momento di essere incudine, ha tenuto e sta tenendo botta fino ad ora, tanto da rimanere alle spalle del suo diretto avversario senza che si frapponesse nessuno tra loro due. Lando Norris si è svegliato? Dai commenti che ne sono seguiti dopo la sua prepotente vittoria sembra di sì, solo che il sottoscritto dei commenti degli altri non sa cosa farsene perché, ammesso e non concesso che sia cosi, il buon Lando si è svegliato troppo tardi. Potrà anche fare incetta di vittorie da qui ad Abu Dhabi, eppure non servirà a nulla se Max sarà sempre immediatamente dietro di lui. Norris ha bisogno che le circostanze gli vengano incontro a partire dal compagno, il quale è necessario che sia più costante perché con quello che ha dimostrato e, con il mezzo che ha a disposizione, mettersi a fare le rincorse per agguantare un misero terzo posto non è sufficiente. Di certo se il pilota inglese della McLaren si trova in questa situazione, come detto già più volte, è solo sua responsabilità e, il regalo che stava facendo a Verstappen andando a tuonare la sua MCL38 per ben due volte contro le protezioni della pista, è una diretta conseguenza della fragile tenuta mentale dell’inglese. Non è la prima volta che Norris si trova davanti e sbaglia facendo tutto da solo, proprio come ad Austin l’anno scorso (che tra le altre cose sarà la sede del prossimo GP tra circa un mese), quindi non c’è da meravigliarsi se questo mondiale anche se incerto, perché lo dice la matematica, sembra avere comunque un esito scontato. Oltretutto proprio nella trasferta americana, la Red Bull di Verstappen, si presenterà con degli aggiornamenti che dovrebbero permettergli di affrontare l’ultima parte del mondiale e, chiudere definitivamente la pratica “titolo pilota”.

In questo momento la preoccupazione di Verstappen è quella di fare attenzione a quali parole usare e, proprio in virtù di questo, ecco che lo ritroviamo alle interviste che risponde a monosillabi perché “ha problemi di voce”. Davvero il problema di questa F1 è cercare di tenere a bada il linguaggio usato dai piloti impedendogli di dire parolacce? Non sapevo cosa Max avesse detto in conferenza stampa e, andandomi ad informare, il campione aveva dichiarato che nel GP di Baku avevano sbagliato assetto e, quando se n’è reso conto: “avevo capito che ero fottuto!”. Il Presidente della FIA non vuole “linguaggio rap” nella sua F1 e, di rimando, interviene Hamilton accusandolo di razzismo perché il rap è principalmente ad appannaggio di artisti di colore… alè. Mi chiedo dove si voglia arrivare veramente se non ad un prodotto preconfezionato, dove tutto deve essere patinato e perfetto quando poi la F1 come tutti gli sport, è fatto di esseri umani con tutto quello che consegue dall’umanità degli stessi protagonisti. Ben Sulayem ritiene inopportuno dire parolacce in diretta e nel contempo trova giusto riammettere nel circus (o dovrei dire circo?) uno come Briatore o, sorvolare su tutta la cloaca che è uscita fuori ad inizio anno con Horner… vi prego, non fatemi scrivere parolacce altrimenti perdo dieci anni di educazione! Vi lascio con le parole del campione del mondo il quale, nonostante la sua giovane età, insegna la vita ai tanti ipocriti che mandano avanti questo carrozzone chiamato F1: “Se non è più possibile essere sé stessi, è meglio non dure nulla. Nessuno lo vuole, giusto? Si diventa un robot, non è cosi che dovrebbe essere in questo sport. Non so quanto la FIA prenda sul serio la mia opinione, ma per me quando è troppo è troppo. Le corse continueranno e la F1 continuerà anche senza di me. Questo discorso d’altra parte vale anche per me: smettere non è un problema. Io rimarrò sempre me stesso e non cambierò. Queste cose decidono sicuramente anche il mio futuro. Non puoi essere te stesso, altrimenti devi affrontare questo tipo di sciocchezze. Penso che ora, nella fase della mia carriera, non si voglia avere a che fare sempre con queste cose, è davvero stancante: certo, è bello avere successo e vincere le gare, ma una volta che hai ottenuto tutto questo, vincendo campionati e gare, vuoi anche divertirti”.

Vito Quaranta

UNA DOMENICA BESTIALE – EMILIA ROMAGNA GP

Una domenica “Bestia”le con Enea Bastianini che trionfa, alla vecchia maniera su Jorge Martin con un sorpasso duro e cattivo nell’ultimo giro. Sul podio anche quella vecchia volpe di Marc Marquez. Cade Bagnaia mentre era in terza posizione, weekend da dimenticare per lui.

Vado subito al dunque. Il sorpasso di Enea Bastianini è corretto, duro si, cattivo tanto ma corretto. Un sorpasso fatto in pista, allungando la staccata quanto basta per superare Martin all’ultimo giro. Martin che si è lasciato andare nel fine gara ad un gestaccio bellissimo, quanto di più vero ci possa essere nelle competizioni. Il problema semmai è che pensiamo a loro come agli attori di una fiction o una serie Netflix, bensì sono Piloti.

Questo weekend è stato dominato da Bagnaia sin da subito, un botta e risposta con Martin e Bastianini ed un Marquez in difesa che aveva indicato nel 4° posto il massimo obiettivo disponibile. La Sprint Race viene vinta da Bagnaia davanti a Martin e Bastianini, con Marquez ai piedi del podio ma la gara è un’altra storia perché succede l’impensabile. Martin parte subito a razzo fulminando Bagnaia (ancora una volta) ma il Campione del Mondo si riprende la testa del GP con un sorpasso spettacolare alla variante del Parco. Prova a scappare subito ma è sporco, poco preciso e ad occhio si vede. Martin e Bastianini ne hanno di più, lo sfilano e vanno via. Bagnaia sembra guidare una GP23, gira con gli stessi tempi di Marquez e Bezzecchi poi di botto come per magia comincia a macinare tempi record. Si ingolosisce e sbaglia, cadendo rovinosamente e perdendo l’anteriore. Regala 25 punti a Bastianini e 20 ad Jorge Martin, restituendo il regalo del GP scorso da parte del Pilota Pramac.

Le prime cinque moto sono tutte Ducati, con Bezzecchi che chiude quarto davanti a Morbidelli soltanto 5° e vera delusione del GP visto che guida una GP24 Factory. In TOP10 ci sono Vinales, Quartararo che chiude a soli 20″ dal vincitore, Aleix Espargaro, Alex Marquez che rimonta dalla 21^ posizione fino alla 9^ e Miguel Oliveira. Cade anche oggi Pedro Acosta, che sembra voler spremere troppo da una KTM ormai in netta crisi.

Il Mondiale si gioca in quattro, anche Marquez è della partita e per certi versi ricorda il Valentino Rossi del 2015. Se davanti continuano a sbagliare a turno…
Classifica Mondiale

Temi caldi..

1. Bagnaia sbaglia troppo, non corre più contro Quartararo con la R1 a carburatori e quest’anno Martin non è il pischello del 2023 (è partito forte).

2. Jorge Martin quando la vince una gara la domenica? Non vince da LeMans…

3. Pedro Acosta è in caduta libera, che succede?

4. Ma Morbidelli che guida la GP24, che fine ha fatto esattamente?

5. La Ducati ha vinto già il costruttori, ma esattamente Aprilia e KTM cosa stanno facendo!? Questa Ducati Cup non è bellissima per loro…

Ducati è Campione del Mondo costruttori, per la 6^ volta e la 5^ consecutiva. Mai nessuno come loro nella classe MotoGP.
Fonte MotoGP.com

 

P.S. Rivedendo i cronologici Bagnaia gira come se avesse in mano una GP23. E se invece che la gomma, ad “accendersi” non fosse stato qualcos’altro che non conosciamo che è presente solamente sulle GP24!? Qualche diavoleria di Dall’Igna magari…

 

Appuntamento questo fine settimana sul circuito di Mandalika. Il tempo non promette bene…

Francky

 

NORRIS DOMINA A SINGAPORE. VERSTAPPEN TIENE DURO.

Quelli della notte. Di Singapore. Non sono rossi, fra uno spreco e l’altro. Ma sono Norris e Verstappen, che occupano la prima fila, seguiti dalle due Mercedes, come al solito in altalena.

Si spengono i semafori, e Norris questa volta parte bene, riuscendo a rimanere davanti a Verstappen. La partenza non riserva grandi emozioni, e la prima parte della corsa è uguale a quelle degli anni scorsi, un lungo trenino di auto distanziate da pochi secondi.

Quest’anno, però, il treno è un po’ più lungo, con la locomotiva Norris che dopo 17 giri ha già 11 secondi di vantaggio su Verstappen, il quale ne ha altri 9 su Hamilton.

Le due Ferrari, accreditate di un ottimo passo gara, si trovano imbottigliate in 8a  posizione con Leclerc e in 12a con Sainz, pagando una qualifica piena di errori.

Al 18° giro Hamilton è il primo dei leader a fermarsi, essendo partito con gomme soft. Gli altri restano in pista, con Norris che incrementa ancora il suo vantaggio nei confronti di Verstappen.

Bisogna aspettare fino al giro 28 per vedere Russell fermarsi. Ma l’inglese si trova a 40 secondi da Norris. E Leclerc riesce finalmente a superare Hulkenberg ma si trova ad un minuto da Norris. Per il suo ingegnere di pista, al quale stava manifestando tutta la sua frustrazione, “la gara inizia adesso”.

Al giro 30 si ferma Verstappen. L’olandese esce dietro a Leclerc, ma gli basta un giro per passarlo. Contemporaneamente, Norris va lungo e sfiora la barriera con l’ala, perdendo diversi secondi. Si ferma subito ai box per cambiare le gomme e controllare, ma non sembrano esserci danni gravi.

Al giro 37 si ferma Lerclerc. Charles rientra in 8a posizione, dietro anche al suo compagno di squadra. Manca solo Piastri, al momento in seconda posizione. La sua sosta avviene al giro 39. L’australiano esce subito dietro ad Hamilton, che riesce però a superare subito.

E, al giro 46, passa anche Russell, prendendosi il podio. Nel frattempo, Leclerc, con pista libera, inizia letteralmente a volare, mettendo in mostra il potenziale che la sua macchina non ha potuto esprimere oggi.

Al giro 48, Norris, che guida la gara con un vantaggio di 24 secondi su Verstappen, sfiora per la seconda volta le barriere. Questo lo sveglia dal torpore in cui era evidentemente piombato, e segna il giro più veloce. Che gli verrà poi tolto dal Ricciardo all’ultimo giro.

Finisce così con Norris vincitore dominante, davanti a Verstappen, Piastri, Russell che è riuscito a contenere la rimonta di Leclerc. Poi Hamilton, Sainz, Alonso, Hulkenberg e Perez.

Ora ci sono ben 4 settimane di pausa, prima di riprendere ad Austin. Mancano 6 gare alla fine, ma è già possibile affermare dove andranno i due mondiali.

P.S. dopo la vittoria di Monza e la buona prestazione di Baku, già si parlava di una Ferrari in lizza per il mondiale costruttori. Ma quando la macchina va, non funziona tutto il resto. E per il mondiale, eventualmente, ci si penserà l’anno prossimo. O quello successivo. 

P.S. 2 Vanzini che sospetta che Alonso non attacchi Hulkenberg perchè ha una Ferrari dietro (riguardatevi il giro 24) è un insulto a chi paga il canone per ascoltare i deliri suoi e di qualche altro soggetto che lo accompagna. Vale anche per la MotoGP, dove si ascoltano stupidaggini simili, tutte figlie della linea editoriale rossa.

P.S. 3 sarà un sollievo per il box Mercedes non dovere più sentire l’anno prossimo i lamenti di Lewis sulle gomme.

P.S. 4 venerdì Verstappen non andava da nessuna parte. Oggi è arrivato secondo, anche se a mezzo minuto. Il suo quarto mondiale sarà tutto merito suo, non della macchina o della FIA.

P.S. 5 L’ala della McLaren era regolare per la FIA ma non per la Red Bull. E, di conseguenza, la dovrà cambiare.

P.S. 6 Per la prima volta nella storia, non si è vista la Safety Car a Singapore. La sostituzione di Sargeant ha dato i suoi frutti.

P.S. 7 Hulkenberg è come le obbligazioni, un investimento senza rischi.

P.S. 8 Probabilmente non rivedremo più Ricciardo in gara, ma speriamo di rivederlo come commentatore, così continuerà a portare un po’ della sua allegria contagiosa. Mi immagino già le interviste a Vasseur. Buone per Zelig.

F1 2024 – GRAN PREMIO DI SINGAPORE

Con il Gran Premio di Singapore finisce la mini tournee asiatica autunnale del circus, ultimo appuntamento che anticipa una pausa lunga un mese prima del gp successivo, una scelta alquanto bizzarra in termini di logistica e gestione dei weekend di gara.

Si riparte da un gp che negli ultimi anni ha spesso regalato soddisfazioni alla Ferrari e questa edizione sembra andare nella stessa direzione.

La rossa di Maranello avrebbe potuto ambire ad un audace triello di vittorie  ma una tattica di gara alquanto conservativa e una gestione della gara altrettanto prudente di Leclerc a Baku hanno fatto si che la vittoria gli sia sfuggita in maniera quasi incomprensibile, un po’ come ha fatto la McLaren piu’ di una volta nella prima meta’ di campionato.

immagine da racing-statistics.com

Baku ha confermato la competitivita’ della rossa sui circuiti cittadini ma sara’ ricordata anche come l’ennesima occasione persa nel cercare la rincorsa al primo posto nel mondiale costruttori in seguito al botto di Sainz nel finale di gara, un incidente che potrebbe risultare decisivo.

Imperativo numero uno per la Scuderia e’ cercare di sfruttare appieno il tracciato favorevole di Marina Bay che dovrebbe vederla favorita per la vittoria al pari di una McLaren diventata ormai arma totale su ogni circuito e lanciatissima verso il titolo costruttori.

Proprio la squadra di Woking ha saputo arpionare una vittoria ormai insperata a Baku solo grazie ad una condotta di gara audace del suo ”secondo” pilota che pare pero’ avere ormai i galloni di prima guida in seno al suo team.

Singapore potrebbe essere un’altra occasione per bastonare di nuovo una Red Bull che sembra davvero alla deriva e per Norris forse una delle ultime occasioni per cercare realmente di riaprire il titolo piloti. Baku per lui e’ stata un’altra occasione mancata e si puo’ dire che in questa fase del campionato sia lui il piu’ grosso alleato di Verstappen nella corsa al titolo.

Red Bull ha salvato il salvabile in Azerbaigian, arrivando perfino a sfiorare il podio con Perez prima dello sciagurato botto con Sainz. Proprio il messicano potrebbe riscattare una stagione fin qui’ opaca su un tracciato che lo ha spesso visto protagonista, RB20 permettendo.

immagine in evidenza da planetf1.com

Chi invece si e’ un po’ ”perezizzato” e’ proprio l’olandese, incapace di trovare il bandolo di una matassa che si sta disfacendo tra le mani. Solo qualche episodio fortunato e un Norris in versione Santa Claus hanno fatto si che conservi incredibilmente ancora 59 punti sull’inglese.A bocce ferme Singapore potrebbe anche essere peggiore di Baku per la Red Bull ma aspettiamo il responso della pista.

Altra variabile impazzita resta la Mercedes, molto altalenante nelle prestazioni e poco ”sul pezzo” nelle ultime gare. Le frecce d’argento fanno molta fatica in qualifica e questo a Singapore potrebbe essere mortifero in termini di risultato finale. Per contro una eventuale competitivita’ potrebbe essere un altro grosso problema per i tori austriaci.

Singapore e’ un’altra di quelle piste che potrebbe aiutare chi lotta per i punti. Un incidente o una safety car sono molto probabili e regalare un buon piazzamento a chi ormai non ci sperava piu’, come Bearman a Baku. Fondamentale, ovviamente una buona qualifica e stare lontano dai guai, sperando che la’ davanti magari ci siano alzate di genio come quella vista nei giri finali del gp azero.

Come detto questo sara’ l’ultimo gp prima di una lunga pausa che arriva per la Red Bull come il gong salvifico per il pugile suonato ad un passo dal ko. Un modo per cercare di risolvere i problemi, tanti, che attanagliano la scuderia austriaca. Se il titolo costruttori sembra compromesso, quello piloti e’ ancora ampiamente nelle loro mani, a patto che la RB20 torni ad essere anche solo parente di quella che ha dominato la prima parte di campionato.

immagine da gpkingdom.it

Alcuni visionari vedono addirittura un Piastri o un Leclerc ancora in lotta per l’iride, forse dimenticando il talento di Verstappen oppure la straordinaria vena masochistica della Scuderia e del suo pilota di punta. Certo e’ che se Norris dovesse perdere il titolo per pochi punti a fine anno sara’ solo ed esclusiavamente per colpa sua e del suo team. 59 punti e 7 gare al termine, ovvero piu’ di 8 punti da recuperare a gara, non facile.

Ultima considerazione su un calendario di F1 e motoGP ormai starbordante, che fa il paio con la sovraesposizione mediatica che ormai quasi ogni sport professionistico sta raggiungendo.

Tralasciando gli ormai bulimici calendari del calcio che iniziano a scontentare anche gli stessi addetti ai lavori, mi chiedo quanto il saturare quasi ogni weekend dell’anno con una gara possa attrarre nuovi appassionati e sostenitori.

Personalmente, complice anche la sovraesposizione mediatica che social e piattaforme streaming operano, sono stanco di vedere monoposto e moto che girano in tondo in quasi ogni angolo del mondo, al punto da interrogarmi se non fosse meglio quando, qualche anno fa c’erano al massimo 16 gp e c’era un’attesa quasi spasmodica di ogni gara in calendario.

A mio parere tante gare moritificano l’eccezionalita’ e l’attesa di un evento che e’ sempre stato visto e vissuto come un qualcosa fuori dal comune ed esclusivo. Ora la sensazione che mi resta e’ quella di una serie di eventi banali, spettacolarizzati ad arte e in piu’ con la netta sensazione che il risultato finale sia manipolato. Puro intrattenimento.

Avranno di sicuro ragione loro, i padroni del vapore, a riempire sempre di piu’ il calendario e di conseguenza massimizzare i loro introiti. Per contro io, che non ho voce in capitolo, non mi diverto piu’ e neanche lo seguo piu’ di tanto.

Resta solo la viscerale attrazione per una macchina rossa e le sue avversarie, un aspetto piu’ instintivo che di reale interesse per un circus che ormai ha sempre piu clown e sempre meno motivi di reale interesse.

*immagine in evidenza da funoanalisitecnica.com

Rocco Alessandro

 

LE NON PAGELLE DI BAKU 2024

Impegni vari e l’orario insolito del GP non hanno consentito al sottoscritto di prendere i dettagliati appunti che fanno da base a questi articoli: se quanto sotto apparirà un po’ “scondito” me ne scuso in anticipo sperando nella benevolenza del lettore.

Dopo la spettacolare gara di Monza, e con in mezzo l’annuncio di Newey in AM, Baku era attesissima e lo svolgimento della gara non ha affatto tradito queste aspettative. È arrivato, nel costruttori, il tanto atteso e ampiamente annunciato sorpasso di McLaren nei confronti di Red Bull. Le implicazioni per il resto della stagione, che vede anche Ferrari in corsa, sono molteplici e sono l’humus sul quale spero crescerà ancor di più la spettacolarità di ogni gara da qui alla fine, facendo di questa stagione una delle più entusiasmanti degli ultimi anni.

Con DRS meno efficaci rispetto al passato non si sono visti i tanti sorpassi che normalmente Baku ci regala ma, forse proprio per questo, quelli che ci sono stati ci hanno dato l’idea di una manovra più sofferta, più studiata, più difficile. Il che non mi è affatto dispiaciuto.

E proprio uno di questi sorpassi si è rivelato decisivo per l’esito finale. Mi sto naturalmente riferendo al sorpasso di Piastri a Leclerc, effettuato al 20° giro con una staccata memorabile che ricorda il “la-va-o-la-spacca” di altri tempi. A differenza di altre gare viste quest’anno, pur ugualmente tesissime dal punto di vista strategico, qui abbiamo visto i primi non risparmiarsi per nemmeno un giro, esaltando in ogni circostanza la prestazione massima che potevano ottenere. Quindi? Quindi vediamo come si sono comportati i piloti! E stavolta non lesinando in voti “veri”.

 

PIASTRI: 10 e lode

McLaren non poteva esimersi dal far tesoro della lezione presa a Monza: se si consente a Leclerc in versione 2.0 di gestire le gomme come vuole allora vincerà a mani basse, sicché, complice anche il disastro in Q1 di Norris, il mandato di Piastri era quello di “tirare” il più possibile e, soprattutto, di farlo sempre. L’idea era quella di costringere Ferrari, e Leclerc in particolare, a muoversi senza alcuna cautela lungo tutto l’arco del GP. E questo non perché non sarebbe stato in grado di farlo quanto perché il timore di concedere troppo spazio ai papaya avrebbe potuto metterlo in un finale di gara a parti invertite rispetto a Monza e con molte meno chance di portare a casa il massimo risultato. La qual cosa è puntualmente avvenuta grazie al fatto che questo compito dato a Oscar è stato eseguito alla perfezione. Al via entrambi partono bene mantenendo quindi le posizioni della griglia ma da lì in avanti Oscar pressa costantemente Charles costringendolo, per l’appunto, alla massima prestazione. Entrambi guadagnano su Perez e il resto del gruppo in poco tempo. Sulle gialle è McLaren la prima a cedere, dopo una dozzina di giri, consentendo a Leclerc di aprire un gap che arriva sino a 5 secondi così che il pit diventa inevitabile se si vuole insistere sulla strategia di massima performance senza dover concedere nulla al degrado gomma. Quando Charles fa il suo, di pit, Oscar si ritrova nei suoi scarichi (un po’ perché anche le sue gomme avevano ceduto e un po’ perché il suo introduction lap sembra un po’ troppo lento ma sarebbe cambiato ben poco) e non perde tempo: due-tre giri di studio e poi porta l’attacco decisivo. Ah! Che bel sorpasso! Che controllo! Che abilità! Cosa si vuole di più?! Oscar (nomen omen), consapevole che in quella fase non avrebbe potuto fare un sorpasso facile di DRS sul lungo rettilineo di Baku, decide di uscire con chiarezza dalla scia di Charles allungando una frenata che sembra impossibile. Charles, consapevole di ciò, lascia che l’australiano lo infili immaginando un facile incrocio o che, alla peggio, possa superarlo di slancio, contando su una uscita decisamente migliore, nel successivo breve rettilineo. D’altra parte, chi, vedendolo in diretta, non ha esclamato: “adesso va contro i guard rail?” E invece non accade nulla di tutto ciò perché Oscar si esibisce in un controllo tanto straordinario quanto meraviglioso e con una padronanza del mezzo che ha dell’incredibile riesce non solo a completare la curva ma anche a farlo senza perdere praticamente nulla. Completato il fantastico sorpasso Oscar prosegue con la strategia di spingere quanto più possibile, portandosi dietro un Leclerc ringalluzzito da una Ferrari che gli consente di tenere agevolmente il ritmo della suppostamente migliore McLaren. Da quel momento sino alla fine è una gara di nervi, con i due a 8 decimi di distacco per 30 giri (!), nella quale Oscar sembra trovarsi perfettamente a suo agio. E guidando a ritmo di qualifica non sbaglia nulla nonostante i tanti tentativi di attacco di Leclerc che avrebbero impaurito chiunque. Lo ripeto: non ha sbagliato nulla! Qui, nella perfezione di guida mostrata in questo lunghissimo e tesissimo duello (certamente aiutato da una vettura settata perfettamente e che in rettilineo concedeva non più di 3 decimi all’inseguitore con DRS aperto), troviamo il fulcro del capolavoro portato a termine da Piastri in Azerbaijan e per il quale ci spelliamo le mani per i fragorosi applausi che gli dobbiamo tributare. Questa sua dote di mantenere la calma in tutte le fasi della corsa è veramente straordinaria. E ha ancora margini di miglioramento, soprattutto sul piano della velocità pura ove Norris sembra ancora avere un poco di margine su di lui. Non ho alcun dubbio che Oscar si ricorderà molto più della sua seconda vittoria che non della prima. Bravissimo!

LECLERC – 10

Sembrava tutto ben preparato per un bis di Monza:  qualifiche strepitose, partenza senza tentennamenti e primo stint con le gialle a velocità warp. La sua gara è sostanzialmente perfetta e solo l’ancor più perfetto Piastri visto a Baku lo ha relegato al secondo posto. Sul sorpasso subito al 20° giro non ha potuto fare granché. Talvolta il “sorpassato” non ha alcun demerito né nulla da rimproverarsi e credo che sia questo il caso. Nel successivo lunghissimo duello Charles ha fatto veramente tutto quanto si poteva fare, anche lui senza errori e capace di una velocità straordinaria. Dare a Oscar tutti i suoi meriti non significa toglierne a Charles: se dai il meglio e quell’altro ti arriva davanti l’unica cosa che rimane da fare è togliersi il cappello. Non sto a ripetere tutto il discorso sulla strategia portata avanti da McLaren, perfetta, che ha costretto Charles alla massima performance per tutta la gara: ha avuto successo e questo è quanto. D’altra parte, è proprio per questo che le sue gomme bianche sono crollate a 3 giri dalla fine ma farei meglio a scrivere “solo a 3 giri dalla fine” il che ha del miracoloso se pensiamo che ne ha passati 30 girando a 8 decimi di distanza. In passato non sarebbe durato 3 giri in quella posizione. Un altro miracolo azero del monegasco è la difesa su Perez che ha poi originato lo stupidissimo incidente tra quest’ultimo e Sainz a 2 giri dalla fine. Tirando le somme, è confortante trovare Ferrari nella posizione di potersi giocare la vittoria, forse ancora più che a Monza, dove è arrivata grazie ad una geniale mossa strategica più che grazie ad una performance superiore. Qui a Baku, infatti, si sono viste Ferrari e McLaren combattere sul filo del rasoio sino alla fine e a parità di strategia sulle gomme. Direi che è un inedito per questa stagione, no? A dirla tutta, la vittoria può (forse, molto forse) essere sfuggita perché Sainz è partito male e non ha potuto contendere il secondo posto a Piastri nel primo stint cosa che, presumibilmente, avrebbe favorito Leclerc. Comunque ben venga questo secondo posto e anche se per certi versi deludente date le premesse, l’ottima performance (unita all’altrettanto ottima di Sainz) mi pare assai significativa. Speriamo, per Charles, che questo trend continui anche nelle prossime gare.

RUSSELL – 8 ½

Podio insperato ma pur sempre podio per Giorgino. Come già in Austria il suo risultato è dipeso da un pasticcio combinato dai due piloti che lo precedevano ma in questi casi, più che di fortuna, preferisco sempre parlare di merito perché lui, e non altri, era lì. Stavolta, le “cornate” tra i piloti davanti non valgono la vittoria ma un ottimo terzo posto e va bene così. Tanto più, a dirla tutta, che Russell si è ben comportato in tutto il week end: in qualifica ha letteralmente sotterrato il suo celebrato team mate rifilandogli 4 decimi. Peccato per quella partenza non ottimale visto che poi si comporta molto bene. Con grande tenacia contende a Verstappen (invero in pallidissima versione) la quinta posizione (a parità di gomme) riuscendo infine a ottenerla con un bel sorpasso poco dopo metà gara. Sorpasso che si rivelerà decisivo per il podio finale perché dietro di lui Verstappen si sveglia solo per ostacolare per diversi giri il ritorno di Norris il quale, visto il ritmo che aveva, l’avrebbe certamente ripreso e superato senza problemi. Di certo Monza e Baku non si sono mostrati granché adatti alla Mercedes ondivaga di questa stagione. Vedremo come proseguiranno in piste a loro più congeniali.

NORRIS – 5

Insufficienza piena per il buon Lando che deve anche fare i conti con un sospetto che già qualcuno aveva adombrato nelle scorse gare e cioè che forse, in McLaren, puntano più sulla calma olimpica di Piastri che sul suo talento velocistico. Certamente Lando non sta rendendo un buon servizio a se stesso quando pasticcia in Q1 fino al punto da non riuscire a segnare un tempo decisivo e doversi accomodare mestamente in 15a posizione in griglia. La strategia, a questo punto obbligata, di partire con le bianche mette in luce anche un suo difetto che si è via via chiarito nel corso della stagione: con il pieno non riesce a performare al suo meglio. E infatti, nonostante il teorico divario prestazionale, nei primi giri non riesce a recuperare che un paio di posizioni e solo dal 10° giro in avanti che comincia la sua vera progressione, grazie soprattutto ai pit degli altri. Poco male, comunque, perché poi, con aria libera, crea un gap importante che gli consente di pittare con poca ansia a 15 giri dalla fine. Di qui in avanti è uno spettacolo straordinario sotto il profilo della performance pura: l’altra cosa a cui ci ha abituato, infatti, è la velocità impressionante che riesce a sviluppare a serbatoio quasi vuoto in questo caso stiamo parlando di due secondi al giro contro Piastri e Leclerc (e Sainz, in quel frangente il più veloce dopo di lui). Se fosse solo quello probabilmente mi sarei sentito di dargli comunque la sufficienza ma il problema è che quando raggiunge Verstappen, lo spento Verstappen di Baku, non affonda il colpo ed è costretto ad uno snervante duello che gli fa perdere una infinità di secondi da Russell che pure aveva facilmente superato Max nonostante gomme ben più vecchie delle sue. È qui che la insufficienza del suo Gran Premio si manifesta. Alla fine lo supera ma è ormai troppo lontano da Russell per potergli contendere la posizione. Male!

VERSTAPPEN – 3 ½

È forse la prima volta, quest’anno, che mi tocca dare un voto largamente insufficiente a Max. Voto ahimè, o ahilui, assolutamente adeguato ad una prestazione parsa decisamente scadente lungo tutto il week end. Basti dire che Perez, mettendo da parte la stupidaggine finale, lo ha surclassato sia in qualifica che in gara. Il che spinge assai lontano le lamentele sulla vettura che il nostro ha sciorinato lungo tutto il Gran Premio: se Checo, che è dalla prima gara che si prende le piste, performa mezzo secondo al giro più veloce la colpa di questo brutto voto è tutta tua, caro Max!. Se invece di un 3 si prende un 3 e mezzo è perché si è svegliato solo nel duello con Norris, verso la fine, minimizzando il guadagno di punti di quest’ultimo nei suoi confronti. Singapore si è dimostrata ostica per RBR anche nelle stagioni di suo massimo splendore: il futuro dei “bibitari” è assai incerto. Staremo a vedere.

ALONSO – 8

Il voto è derivato soprattutto dalla splendida qualifica in cui il nostro ha saputo destreggiarsi splendidamente tra scie di tutti i tipi. Anche in gara tiene il pallino in mano riuscendo a resistere al ritorno delle ottime Williams. Punti meritatissimi

ALBON – 6 ½

Avrei dato voto anche più alto al buon Alexander, visto quanto raramente conclude a punti. Però vanno dette un po’ di cose. Primo: non riesco a non imputargli un 1% di responsabilità nel pasticcio ai box nel Q3 quando lo fanno uscire con l’airbox fan ancora attaccato: non siamo certo al livello del famoso “steering wheel” di Raikkonen ma al momento di uscire dal box, l’oggetto in questione, avrebbe potuto vederlo o “sentirlo”, che ne dite? In gara parte male ed è costretto a rincorrere e, soprattutto, ad un inedito ordine di scuderia nei confronti di Colapinto. Infine, pur con ritmo migliore, non riesce a portare attacchi ad un Alonso con gomme più vecchie delle sue di 20 giri. Bene comunque, visti i punti portati a casa, ma ci ha abituato a ben altro tipo di gara.

COLAPINTO – 8+

A punti alla sua seconda gara e, soprattutto, con performance del tutto inaspettate. In qualifica va meglio di Albon, il che è tutto dire! Anche al di là del pasticcio in Q3 di quest’ultimo va detto che il suo l’aveva fatto. In gara ha una partenza fenomenale, a differenza di Albon, e va anche molto bene. Tanto che il team è costretto ad un ordine di scuderia per far passare un Albon apparentemente più veloce. Già, apparentemente! Perché in realtà Colapinto gli rimane sugli scarichi fino alla fine senza mai commettere errori (a Baku!, mica ad Abu Dhabi) e arrivandogli comodamente dietro per un 1-2 nei punti in Williams che non si vedeva dall’anomala Las Vegas dell’anno scorso. Bravissimo!

BEARMAN – 8

A punti nelle sue prime due gare in Formula 1 e per giunta in due squadre diverse. Che dire? Bravo! Mi è piaciuto soprattutto in qualifica dove ha regolato Hulkenberg (a dir il vero insolitamente falloso) che è ben noto per essere assai veloce. In gara pure si è ben comportato anche se ho avuto la sensazione che abbia corso un po’ in affanno nella seconda metà. Sta di fatto che anche in gara è davanti a Hulk ed è nel posto giusto al momento giusto per essere l’ultimo ad approfittare del patatrac tra Sainz e Perez e portarsi a casa dei punti. Bravissimo l’ho già detto?

A proposito…

SAINZ-PEREZ voto: 2-

Ma che hanno combinato questi due?! Di incidenti stupidi se ne sono visti tanti in Formula 1 ma quelli in cui le stupidaggini concorrono, come in questo caso, non è che abbondino (anche se, ora che ci penso, mi pare che Perez sia stato protagonista di qualcosa di analogo negli anni Force India). Il problema che amplifica l’impietoso giudizio è che entrambi avevano corso una gara eccellente e che senza quel patatrac, visto il contestuale crollo delle gomme di Charles, avrebbero facilmente fatto podio. Perez, in particolare, ha avuto un week end finalmente di altissimo livello sia in qualifica che in gara e, soprattutto, nettamente migliore di Max come non gli accadeva da… be’, da sempre! Io l’ho interpretata così. Al 50° giro Charles, in grave difficoltà con le gomme, viene puntato da Perez alla fine del rettilineo principale ma gli resiste con una magia delle sue. Perez, costretto a scomporsi dalla splendida manovra di Charles, deve quindi accodarsi a Sainz nel breve rettilineo che porta a curva 2. Quest’ultimo, tuttavia, non si sa perché si fa prendere dall’ingordigia e abbozza un tentativo di sorpasso all’esterno su Leclerc che non ha alcun senso. Vero che, per forza di cose!, era uscito più veloce da curva 1 ma gli bastava accodarsi per poi superarlo nel rettilineo successivo o comunque nel rettilineo principale prima dell’ultimo giro. Questo se glie l’avessero concesso, naturalmente, visto che per la squadra, il sorpasso di Sainz su Perez significava, se ben gestito un secondo e terzo posto che valevano oro nel costruttori laddove un Sainz aggressivo su Leclerc avrebbe molto probabilmente portato ad un suo secondo posto ma ad un quarto di Leclerc. Ad ogni modo, Sainz si rende conto troppo tardi che non avrebbe potuto passare Leclerc e fa curva 2 un po’ scomposto, non perfettamente in linea ma ancora sufficientemente veloce. Se si fosse accodato, com’era prima della malsana idea!, regolarmente avrebbe fatto curva 2 in traiettoria perfetta senza dare alcuna possibilità a Perez. Invece, in questo modo, Perez subito dietro decide che Sainz è uscito male (anche se non è poi così vero) e prova a contendergli l’interno per la successiva curva 3. Nel farlo stringe la traiettoria di curva 2 ed esce troppo vicino a Sainz senza rendersi conto che quest’ultimo non è così lento come pensava e invece di spostarsi per lasciare spazio lascia il volante dritto fino a che le due ruote (anteriore dx di Perez e posteriore sx di Sainz) non si toccano generando il patatrac. Dal punto di vista squisitamente tecnico la responsabilità dell’incidente è più di Perez che di Sainz ma quanto fatto da quest’ultimo subito prima lo rende corresponsabile di un incidente stupidissimo. Mi ha stupito negativamente soprattutto Sainz che, solitamente, è molto lucido nel leggere le situazioni di gara. Chissà? Forse avendo visto Charles così in difficoltà ha visto… rosso?!

NOTA DI DEMERITO SPECIALE

No, non mi sono dimenticato di Lewis. Ma che brutto week end e che brutta gara! Ma che mi combini? Forse la sua peggiore gara dell’anno (soprattutto nel confronto con quella invece ottima di Russell). Dopo la ben poco brillante qualifica in Mercedes decidono di cambiargli diverse parti del motore ed è costretto a partire dalla Pit Lane. Da dove, però, non combina praticamente nulla e solo un sorpasso fatto con il coltello tra i denti a Bearman (Bearman! Mica Verstappen, eh!) gli evita lo smacco di finire dietro al rookie di lusso che comunque non lo molla mai sino al traguardo. Aggiungete alla ricetta che giunge a più di un minuto di distanza da Russell ed ecco cucinato un bel 3! Mah!

Bottas, Ocon e Stroll pietosi – voto 0 (zero, ebbene sì).

Bottas passa tutto il Q1 in scia a Zhou (zerbinato per l’occasione) ma ciononostante rimane ben lontano dalla Q2 – ok la macchina è sempre più pietosa ma insomma… Ocon si prende, udite udite, 1 secondo e mezzo in qualifica da Gasly! Stroll, oltre ad una qualifica largamente insufficiente, riesce ad essere l’unico a pasticciare in una partenza in cui tutti erano stati bravi e attenti causando, oltre al suo, il ritiro di Tsunoda. Doppio, anzi, triplo MAH!

Ci vediamo a Singapore!

 

Life is racing, all the rest is waiting