MIT’S CORNER: LE NON PAGELLE DI LAS VEGAS

E va in archivio anche il GP forse più atteso della stagione. Atteso non tanto per il suo significato sportivo ma per la grande curiosità che la sua organizzazione ha suscitato. Si tratta di nientepopodimeno che Las Vegas, che annovera nel suo tracciato, addirittura come rettilineo principale la celebre (o famigerata: dipende dai punti di vista…) Strip.

Gli appassionati, quorum ego, guardavano a quest’appuntamento con l’occhio molto (moltissimo!) storto: sarà un’americanata di bassa lega, una pagliacciata, cosa mai faranno per cercare di adeguare il circus all’ambito stereotipato della città più viziosa del mondo?

Ebbene… sì! La pagliacciata, scusate ma non posso esimermi dall’usare altri vocaboli, effettivamente c’è stata. Tutto il contorno (pseudo-) spettacolare del GP non ha tradito le attese, anzi, i timori: luci e rumori in quantità esorbitante, personaggi celebri (celebri?) a gogo che performavano in palchi dai colori tanto sgargianti quanto confusi, presentazioni dei piloti pacchiane come non mai con tutti i piloti che non riuscivano a nascondere il loro evidente imbarazzo, si sono succedute le une alle altre come da prevedibilissimo copione a far da cornice al week end. Il tutto, peraltro, ad orari locali che Ibiza spostati.

Come se tutto ciò non bastasse l’approccio alla pista esordiva nel peggiore dei modi: non fanno in tempo a cominciare le FP1 che un tombino, un tombino?!, mal concepito faceva rischiare letteralmente la pelle a Esteban Ocon e soprattutto al povero e decisamente malcapitato Carlos Sainz che ne usciva indenne ma con una vettura da ricostruire quasi da zero. E qui si tocca il punto più basso di tutto il week end. Infatti, mentre Ocon è costretto solo, si fa per dire, alla sostituzione della cellula di sopravvivenza Sainz, oltre alla cellula di sopravvivenza (pare che il sedile si sia addirittura spaccato in due!), è anche costretto alla sostituzione del motore, del sistema recupero dell’energia e dell’unità di controllo elettronico. Di queste ultime la Ferrari di Sainz aveva già utilizzato il massimo numero consentito di volte in stagione sicché, a norma di regolamento avrebbe dovuto essere penalizzato di 10 posizioni in griglia. Circostanza decisamente improvvida che chiunque pensava non sarebbe stata applicata data la singolarità dell’episodio: di certo tale sostituzione non è stata dovuta a scelte della scuderia, da errori del pilota o comunque da circostanze strettamente inerenti l’aspetto sportivo. E invece no! Il regolamento dice che se si sostituisce quella parte si prende la penalità. Niente da fare quindi. Non riesco a pensare a nulla di più assurdo. Ve lo ricordate quel film con Bud Spencer dove il nostro borbottante eroe viene sballottato da un sportello all’altro di un ufficio statale di un esotico paese del sudamerica? Ecco: quella è stata la prima immagine che mi si è presentata alla mente quando ho saputo della decisione. È veramente difficile esprimersi in altri termini: se la preoccupazione della commissione fosse stata di creare un precedente poi difficile da gestire sarebbe stato sufficiente un bel giro di email con tutti i TP e la cosa finiva lì oppure, il che è meglio, semplicemente giustificare la decisione non in termini di deroga ma in termini di ratio della norma. Già in altri articoli in passato mi ero espresso su questo punto in modo critico constatando che gli organismi FIA preposti a questo tipo di decisioni non tengano praticamente mai in conto la ratio delle regole sulla cui osservanza sono chiamati a giudicare. In questo caso la ratio, cioè lo scopo per il quale è stata stabilita quella regola, è da vedersi nell’ambito di tutti quei provvedimenti regolamentari che girano intorno al risparmio (ok, ipotetico risparmio): in tutta la stagione puoi usare tot motori, tot cambi, tot batterie, ecc. e se ne superi il numero consentito sei penalizzato. In questo modo si vorrebbe (il condizionale è d’obbligo) limitare la spesa per la partecipazione al campionato cercando così di livellare indirettamente la differenza di budget tra team di prima e seconda fascia. Il senso di tale regole ha sempre un risvolto sportivo, dunque, e a prescindere dal fatto che siano davvero utili allo scopo è questo ciò che conta. Se, come nel caso di Sainz, la sostituzione di quelle componenti è stata dovuta a cause di forza maggiore, e comunque del tutto avulse dalla competizione sportiva, allora la penalità non si doveva applicare. La domanda che mi pongo è: se domani alla scuderia X un malefico Arsenio Lupin si intrufola nottetempo nei box e si porta via le power unit che fa la federazione? Gli commina le penalità? Si potrebbe obiettare che in casi analoghi il team possa montare le componenti “vecchie” non incorrendo così nella penalità ma potrei ribattere che re-installare vecchie componentistiche deve essere sempre una scelta e non una costrizione, oltre al banale fatto che le componenti “vecchie”, proprio perché tali, potrebbero non essere sicure o comunque che c’è un motivo per cui sono state dismesse. E continua a rimanere il fatto che la “causa di forza maggiore” totalmente avulsa dallo svolgimento sportivo deve far riflettere adeguatamente sulla cosa.

Ad ogni modo, la decisione su Sainz avrà conseguenze non banali e condizionerà anche lo svolgimento della gara.

Fortunatamente, però, dopo questo infausto episodio il corso del week end entra nel vivo rivelando, questa volta ancora più inaspettatamente, che questo tracciato ricavato tra le ben poco tortuose strade che dividono i mega-hotel del centro di Las Vegas sembra stato pensato proprio bene. Nulla a che vedere con il delirante tracciato di quarant’anni fa: tre lunghi rettilinei, sapientemente raccordati con curve aerodinamicamente poco impegnative ma non per questo facili da interpretare, formano un layout di pista estremamente veloce che ricorda più la versione outer di Sakhir (che nel 2020 vide la prima affermazione di Checo in Formula 1) che non Monza, con cui comunque condivide le altissime velocità di percorrenza. Visto il tipo di vetture che circolano nei pascoli formulaunistici di questi tempi si tratta di vera e propria manna.

E infatti i piloti, forse altrettanto sorpresi, hanno cominciato a divertirsi e non poco. L’indiscusso protagonista della stagione, il nostro valente Max, che nelle prime interviste di rito approfittava dello status di intoccabile di cui gode sparando a zero sull’evento, ha finito per auspicare il ritorno di questo GP anche per gli anni a venire!

E non ha tutti i torti. Perché ne è uscito un GP alla cui spettacolarità ha contribuito, pur del tutto casualmente, anche la bassa temperatura che tutti alla vigilia temevano. Infatti, le gomme hanno avuto un degrado piuttosto blando e comunque abbastanza uniforme per tutte le vetture, contribuendo a livellare non poco i valori tecnici in campo. Conseguentemente l’importanza delle scelte strategiche di assetto e il valore dei piloti sono stati di molto esaltati.

E come si sono comportati i nostri eroi?

VERSTAPPEN

Immarcescibile come sempre, altrettanto implacabile, perfetto (o quasi) come ci ha abituato in questa sua straordinaria stagione il campione del mondo non si lascia scappare l’occasione di apporre l’ennesimo timbro vincente sul suo passaporto. Ma stavolta ha dovuto sudare tantissimo. Forse come mai in stagione. Ha dovuto fare i conti con le velocissime Ferrari del sabato che, non fosse stata per l’improvvida decisione di cui sopra, l’avrebbero escluso dalla prima fila. Consapevole che questa volta Leclerc era davvero competitivo rispolvera in partenza la cazzimma cosparsa di cattiveria e sfrontatezza che tanto ha caratterizzato i suoi primi anni in Formula 1: “io vado” sembra dire Max a Charles “se poi voliamo fuori sarà perché lo vorrai tu”. E conquista con arroganza la testa del gruppo alla prima curva. Facile decisione, suppongo, visto che non aveva nulla da perdere e che, specularmente, Leclerc poteva ambire alla vittoria e aveva quindi tutto da perdere ma alla fine saggia: in quei giri davanti (considerate le successive evoluzioni e la penalità) a Charles pone le basi della vittoria finale. La penalità arriva puntuale e ad essa si aggiunge lo smacco del sorpasso subito in pista da Leclerc sicché dopo il primo pit stop riparte più indietro di quanto avrebbe voluto ma meglio di quanto sarebbe stato senza quella partenza arrogante. Ma, come sempre, è implacabile nel suo recupero. Brividi al 25° giro nel sorpasso a Russell. Giorgino diventa all’improvviso un Avenger e decide di buttar fuori Max con una manovra birichina nel punto meno pericoloso del circuito (e di cui dirò dopo). Ma Max, manco fosse Thanos, quasi nemmeno se ne accorge e continua il suo recupero. Il secondo momento vincente di Max arriva, poco dopo, con la SC del 27° giro (decisa proprio per liberare la pista dai detriti dello scontro con Russell): cambia ancora le gomme e riparte con distacco ridotto da Charles ma con gomme leggermente più fresche. Da qui in avanti è uno spettacolo: ritmo assurdo e sorpassi (non facili visto che anche gli altri andavano bene) da manuale su Ocon (in uscita dai box: regolare, dicunt, ma comunque a rischio di ulteriore penalità), Gasly e Piastri lo portano velocemente sui primi due: il redivivo Perez e un Leclerc in forma mondiale che stanno duellando per la prima posizione. Le cose si fanno più difficili e questa volta Max deve sudare assai e deve aspettare diversi giri prima di avere la meglio. Il sorpasso difficile quanto strepitoso su Leclerc arriva infine al 37° giro. Ma questa volta, diversamente da quanto abbiamo visto per quasi tutta la stagione, non riesce a scappare! Leclerc gli sta attaccato agli scarichi sino a che un errore alla curva 12 al 43° giro lo costringe a sventolare bandiera bianca. A questo punto Max capitalizza alla perfezione i 4 secondi di vantaggio e si aggiudica il GP. Era contento, lo si vedeva a occhio e ne aveva ben donde. Ho idea che si diverta di più anche lui con gare così: speriamo che il 2024 sia diverso. Ma intanto applausi!

LECLERC

Strepitoso, meraviglioso, eccezionale e che più ne ha più ne metta. Charles è tornato! Che week end! Tutte le sessioni di prove e qualifica davanti di mezzo secondo a tutti! Da quanto tempo non si vedeva? Bravo! Solo Sainz, in Q3, gli si avvicina ma gli altri no, nemmeno il mammasantissima del campionato. Con queste premesse e con una prima fila tutta rossa le aspettative eran… ah no! La improvvida decisione per la penalità di Sainz impedisce a Ferrari di gestire una partenza che con la prima curva così ravvicinata avrebbe potuto vederli entrambi davanti. Ad ogni modo il buon CLC non si scoraggia e non solo tiene il ritmo di Max ma addirittura lo supera! Ecco un bell’inedito che ci ha regalato Las Vegas. L’ulteriore inedito è il consumo di gomme che è assai blando e che consente al nostro eroe di spingere per tutto lo stint: tra basse temperature, layout del tracciato e assetto bilanciato sembra proprio che stavolta Ferrari le abbia azzeccate tutte. Purtroppo per lui la SC del 27° giro consente a Max di riavvicinarsi ma non è colpa di nessuno. Si è discusso sull’eventualità di far pittare anche lui ma le sue gomme non avevano che 5 giri e la possibilità di un’altra SC era concreta visto il tipo di tracciato quindi non mi sento di imputare qualche colpa di tipo strategico in quel frangente. Fatto sta che poco dopo viene ingaggiato in un bel duello da Perez dal quale viene sorpassato ma ancora una volta, con la tenacia che gli conosciamo e finalmente assecondato dal mezzo, lo tiene alla giusta distanza e lo fulmina con un sorpasso meraviglioso al 35° giro, peraltro pressato dall’arrembante Max. Altrettanto bello è il sorpasso di Max su di lui al 37° giro Ma ancora una volta non si scompone e si tiene nei tubi di scarico dell’olandese cercando il momento giusto per il contrattacco. Purtroppo, però al 43° giro fa un lungo alla curva 12 e deve dare addio ai sogni di gloria. A causa del lungo si ritrova anche dietro a Checo ma all’ultimo giro regala a tutti gli appassionati un sorpasso da antologia per assicurarsi la definitiva seconda posizione. A fine gara gli rideva anche il deretano: sarà per il sorpasso su Perez o perché finalmente ha avuto il mezzo per competere per la vittoria? Poiché queste sono non-pagelle non do i numeri ma in questo caso do un bel 10… meno! Il “meno” perché quel lungo è tutta farina del suo sacco e ne ha compromesso le possibilità di vittoria, che erano poche, per carità, ma che così sono definitivamente sfumate. Se vuole competere con il perfetto Max deve essere altrettanto perfetto.

PEREZ

Sorrideva tanto anche Checo, alla fine. E non per il podio, men che meno per il sorpasso subito all’ultimo giro da Charles (seconda volta a fila dopo quello subito da Alonso in Brasile) ma sorrideva perché ha blindato matematicamente il secondo posto in campionato e perché così, quantomeno questa è la mia supposizione, ha anche blindato il suo, altrimenti traballante, sedile per il 2024. Penso che questo fosse il suo obiettivo. La sua gara sembrava condizionata dai guai subiti in partenza che lo hanno costretto all’immediato pit stop ma con un ritmo gagliardo era riuscito a rimediare alla grande tanto che grazie alla seconda SC ha potuto consolidare la sua presenza sul podio. I duelli con Charles sono stati molto belli e anche se ne è uscito sconfitto (ma cosa poteva fare contro la genialata di Leclerc?) si è comunque ben battuto. A questo proposito ho letto e sentito critiche al suo comportamento dell’ultimo giro ma non sono d’accordo: se l’avversario è costretto a inventarsi un sorpasso strepitoso (nello specifico: tecnica a là Ricciardo con uscita dagli specchietti all’ultimo momento) significa che hai fatto bene il tuo mestiere. Del resto non saluteremo la mossa di Charles con tutti questi peana se non fosse stata difficile da realizzare, no? Alla fine, un’altra gara positiva di Checo che pare essersi ripreso dal periodo buio. Staremo a vedere se la supposizione sul suo sedile è corretta ma intanto, per la prima volta nella sua storia, RBR piazza in testa al mondiale entrambi i piloti.

OCON

Sapete quanto io non apprezzi questo pilota però non posso esimermi, per onestà intellettuale, dall’applaudirlo a scena aperta quando performa bene. Ed è il caso del buon Esteban di Las Vegas. Una gara che più strepitosa non si può condotta a suon di ritmo e di sorpassi e, soprattutto visto il suo vizio, senza il minimo errore o cedimento. Strepitoso il suo duello con Gasly, che pure in qualifica lo aveva letteralmente obliterato, che combatte con ostinazione e nonostante i disperati team radio del suo ingegnere che voleva congelare le posizioni lo porta vittoriosamente a termine. Disobbedisce, sì, ma lo fa a ragion veduta: dopo aver regolato il compagno di squadra (siamo intorno al 33° giro) se ne va costruendo il vantaggio che lo mette al sicuro dal ritorno di Stroll e Sainz e resistendo a Russell quanto bastava per sfruttare la penalizzazione di 5 sec di quest’ultimo e mantenere la posizione. Bravissimo!

STROLL

Altro protagonista inaspettato del GP. Dopo che per tutta la stagione è stato, giustamente, criticato per le sue scadentissime performance il buon Lance è ormai al terzo GP di fila in cui invece fa bella figura. Sarebbe stata ancora migliore se avesse gestito meglio FP e Qualifiche: nelle prime fa una stupidaggine (sorpasso in regime di bandiera gialla) che gli costa 5 posizioni in griglia e in qualifica pasticcia nel finale del Q2. Parte così 19° in griglia ma riesce ad approfittare alla grande dei vari pasticci davanti a lui. Ma non è solo fortuna il risultato finale della sua gara perché riesce a condurre una gara gagliarda con ritmo adeguato al passo della AM che guidava. Bene così.

SAINZ

Difficile esprimersi sul week end di Carlos: il problema, di cui ho dettagliatamente parlato più sopra e sul quale non ritorno, ne ha condizionato fortemente il risultato finale. C’è da togliersi il cappello sulla prestazione in qualifica perché è stato l’unico a riuscire ad avvicinarsi a Leclerc. Costretto suo malgrado a partire dalla 12esima posizione in griglia si complica la vita girandosi praticamente da solo e finendo nelle ultime posizioni. Da lì in avanti è un martello e, a differenza di CLC, è ampiamente favorito dalla seconda SC che gli assicura la posizione in zona punti. Risultato comunque di rilievo perché permette a Ferrari di presentarsi al finale di stagione con soli 4 punti di distacco da Mercedes per il secondo gradino del podio costruttori. Abu Dhabi non è Las Vegas e quindi sarà dura. Ma staremo a vedere.

HAMILTON

Se fossero pagelle in stile più consono qui dovrei mettere un bel “s.v.” perché onestamente non s’è mai visto in gara. Aggiungo un “meno” perché fuori dal Q3.

RUSSELL

Bella gara da parte del ritrovato Giorgino. Oltre a dare le piste al suo celebrato team mate in qualifica ha anche corso con lo spirito giusto che questo GP, con questo tracciato particolarmente veloce, meritava. Mi soffermo sull’episodio decisivo della gara e cioè il contatto con Max al 25° giro. Vi dico la mia: secondo me ha fatto apposta. Ha proprio tentato di buttarlo fuori: era la curva più lenta del tracciato e sapeva che non ci sarebbero state conseguenze e ci ha provato. Nelle immagini frontali si vede che guarda negli specchietti e Max è lì: dire che non l’aveva visto è veramente poco credibile. Sicché rimane l’ipotesi che l’abbia fatto apposta e cioè che abbia appositamente reso durissimo il tentativo di Max. Che l’abbia poi fatto per buttarlo fuori o “solo”, si fa per dire, per mandargli un messaggio valido per il futuro non saprei. Quel che trovo interessante è il valore simbolico di questo gesto. Tante volte in stagione si sono visti gli avversari di Max farsi “gentilmente” da parte ogni volta che, per varie circostanze, si trovava nei loro specchietti: non stiamo correndo con lui, era la scusa. E le critiche, in questo senso sia positive che negative si sono sprecate. Ecco, se la premessa che Russell l’abbia fatto apposta è vera, allora mi è piaciuto. Max è straordinario, non sbaglia mai, è sempre eccezionale e così via ma non l’abbiamo ancora visto sotto pressione da favorito (mentre da “contender” sì e si è ben comportato nel 2021): abbiamo bisogno di vederlo sudare per celebrarlo ulteriormente (o meno). Quindi a Russell, anche se la conseguente penalità gli è costata carissima in termini di punti, un bel bravo! non glie lo toglie nessuno.

ALONSO

Voto negativo stavolta per l’asturiano: il pasticcio alla prima curva è tutta colpa sua. Non ho molto da dire sulla sua gara perché non è mai stato inquadrato. Sta di fatto che comunque conquista punti nonostante tutto.

PIASTRI

Week end strano per McLaren che “toppa” clamorosamente le qualifiche ed è costretta a partire dal fondo. Fuori praticamente subito Norris per lo strano problema che ha avuto, Piastri corre in modo fantastico, nel senso che il ritmo tenuto era molto migliore da quello che si poteva immaginare dopo FP e Qualifiche. Fa la scommessa di una SC nel finale (due treni di bianche sperando, per l’appunto, di pittare in un ipotetico momento di SC verso la fine) che non va a buon fine altrimenti se la giocava con Ocon. Bravo!

NOTE DI MERITO

Magnussen è parso apprezzare molto il tracciato tant’è che ha portato Haas in Q3 e ha gareggiato sempre con il coltello tra i denti. Purtroppo non prende punti ma mi è molto piaciuto

NOTE DI DEMERITO

Williams piazza entrambi i piloti in Q3 (6° e 7° !!!!) ma poi fa una gara ridicola. Come al solito meglio Albon (ai margini della zona punti) di Sargeant ma il risultato è decisamente deludente.

Bottas aveva tirato fuori una qualifica strepitosa ma in gara è stata una delusione fortissima. Vero che il pasticcio di Alonso alla prima curva l’ha danneggiato ma per il resto della gara è stato decisamente impalpabile.

NOTE CHE NON SI CAPISCE COS’HANNO COMBINATO

Qualcuno dovrà spiegarmi cosa è successo ad Alpha Tauri che stava tranquilla nei primi 10 nelle ultime gare e a Las Vegas si è trovata praticamente ultima (di nuovo!)

Ci vediamo nel deserto!

Metrodoro il Teorematico

BASTIAN CONTRARIO: IL PESO DEL TOMBINO

Per fortuna il GP di Las Vegas è stato archiviato e, sebbene l’agonia è solamente all’inizio, dato che ormai è entrato in calendario e ce lo dovremo sorbire per chissà quanti anni (a tal proposito Liberty Media preferirà eliminare una pista vera europea anziché questo rettangolo smussato con quattro curve), è anche vero che l’appuntamento è rimandato all’anno prossimo, quindi c’è tanto da aspettare. Immediatamente dopo il disastro che il tombino ha creato al nostro Carlos, ho scritto a mezzo social che, caso mai il week end di gara si fosse svolto con regolarità, avrebbero fatto di tutto per far dimenticare l’accaduto, cosa che puntualmente è accaduta. Per i signori di Liberty Media il sottoscritto (e credo lo stesso per tanti altri appassionati come me), non ha nessuna intenzione di dimenticare e a nulla valgono le luci sfavillanti del circuito, condite con i giochi d’acqua del Bellagio, unito a quanto visto in gara, perché quanto successo è inqualificabile. Già è successo in passato che un pilota si portasse via un tombino, nello specifico a Button nel GP di Montecarlo, solo che lì sei nel principato, su strade vere e ci può anche stare che possa succedere. Liberty Media ha speso tempo e denaro per vendere il prodotto Las Vegas ed il fatto che non si sia presentata puntuale all’appuntamento lascia veramente a bocca aperta. Il dramma che chiama vendetta, e che non fa dimenticare, è stato il comportamento adottato dall’organizzatore a seguito dell’accaduto: Sainz dapprima graziato e poi punito nonostante fosse palesemente incolpevole; gli spettatori buttati fuori dal circuito perché nel frattempo si era arrivati alle due di notte (ora locale) e chi di dovere, a Las Vegas, non voleva  pagare gli straordinari di chi avrebbe dovuto assicurare la logistica dell’intero circuito. Già in passato ho criticato aspramente l’organizzatore, definendo il carrozzone F1 un circo, con tutto il rispetto per i circensi e, a ben donde, lo riaffermo dopo quanto accaduto.

Quanto pesa un tombino? Facendo una rapida e superficiale ricerca, in dipendenza delle dimensioni, il peso di un tombino può oscillare dagli undici ai trenta chilogrammi. Non so se il peso della responsabilità che si è assunto Verstappen sia equiparabile o addirittura maggiore, eppure il campione del mondo è stata la scheggia impazzita del weekend, la variabile fuori controllo che non ti aspetti: l’uomo copertina del momento su cui conti, alla fine si è rivelato il maggior (e solo… lo possiamo dire?) critico di questo evento sportivo che di sportivo ha avuto veramente poco, dato che lo stesso sport è stato il contorno a tutto lo scenario. Verstappen, sempre aspramente criticato per i suoi modi di fare fuori e dentro la pista, ha avuto il coraggio di criticare l’intero carrozzone, assumendosi la responsabilità delle conseguenze. Se dovessi fare il bastian contrario, come è mio solito, dovrei dire che Max è ingiusto nello scagliarsi contro chi tanto gli ha dato e continua a dargli in termini di risultati e successi sportivi. Eppure all’olandese gli si deve dare il merito di essere stato coerente con se stesso, in quanto a lui interessa solamente correre e, possibilmente, vincere, fregandosene altamente di tutto il contorno. Ho già letto, e mi spiace dissentire, le critiche che riguardano la sua (presunta) ipocrisia, riferita al fatto che si è vestito con quella tuta bianca, cantando una nota canzone di Elvis, immediatamente dopo aver tagliato il traguardo da vincitore e dicendo sul palco che non vedeva l’ora di ritornarci. Il campione olandese quello che doveva dire lo ha ampiamente detto al giovedì e cioè quando è solo il momento di parlare. Se si crede che egli sul palco avrebbe continuato col suo comizio è da sciocchi, perché persino lui sa bene quando è il momento di fermarsi. Intanto il messaggio è stato lanciato e chi vuole capire capisca, come si suol dire. Del resto per Max, questo “peso del tombino” non lo piega più di tanto per il semplice motivo che quello che voleva lo ha ottenuto e lui è nella posizione, coerentemente con il suo comportamento, di dire più o meno quello che vuole… compreso “di portare i suoi rispetti ai commissari” dopo che il team lo ha avvisato che avrebbe dovuto pagare pegno al primo pit stop rimanendo cinque secondi fermo. Se Liberty Media ha avuto il merito di unire tutti gli appassionati (quelli veri) sulla questione Sprint Race e Las Vegas, la stessa si è spinta oltre, arrivando addirittura a farmi prendere le sue difese… ci vuole metodo in certe cose!

Che poi il campione olandese, in partenza, “l’abbia fatta fuori dal vaso”, come si suol dire, questa è un’altra questione e che il sottoscritto ha già avuto modo di specificarlo dopo il GP del Giappone, dove senza tanti complimenti spostò prima Piastri e poi Norris: Max, che lo si voglia accettare o meno, è stato educato alle corse in questo modo e cioè a non aver pietà dell’avversario, qualunque esso sia. Verstappen sa benissimo che la stragrande maggioranza dei suoi rivali non ha la sua determinazione e giustamente se ne approfitta. Charles LeClerc, dunque, è una fighetta come tanti altri suoi colleghi? No! Charles l’anno scorso, quando ne ha avuto la (breve) possibilità, ha dimostrato all’olandese (e Max sa benissimo che tipo di “animale” sia l’avversario monegasco) di che pasta è fatto e che se si presenta l’occasione non si tira indietro. Domenica scorsa, il campione in pectore Ferrari, ha dimostrato molta intelligenza tattica nel non concludere il GP alla prima curva e, in seguito, ha avuto ragione dell’avversario, dato che lo hanno punito giustamente con una penalità di cinque secondi (sono del parere che la velocità con la quale gliel’hanno comminata  è anche per fargliela pagare per tutte le sue aspre critiche). Purtroppo, mezzo e soprattutto squadra non sono all’altezza degli avversari bibitari ed alla fine è stato il ferrarista a doversi arrendere… a Max e non di certo a Perez. La domanda che mi pongo è se, nel prossimo futuro, sarà all’altezza di fronteggiare il campione olandese, caso mai avesse la possibilità di giocarsi ad armi pari il titolo contro di lui. Perché nel frattempo, da Bahrein 2022, sono arrivati altri due titoli e con loro l’ego e la sicurezza del campione sono aumentate a dismisura, lo stesso ego e sicurezza che lo hanno portato a fare quel gesto eclatante di buttare fuori Charles a seguito del solito start fallato, dovuta ad un sistema di partenza che in Ferrari deve essere necessariamente rivisto e corretto. Ad essere sinceri, allo stato attuale, dubito che il monegasco avrà questa possibilità nel prossimo futuro, eppure sono certo che saprà reggere il peso di questo tombino chiamato responsabilità di vincere. Chi invece inizia a sentire il peso  di tutto quello che ne consegue è il Team Principal Rosso Vasseur, al quale ogni giustificazione è concessa a quanto pare. Quanto accaduto a Carlos (mi riferisco alla retrocessione di dieci posizioni in partenza) è scandaloso e, allo stesso tempo, nemmeno me ne meraviglio. Il peso politico che la Ferrari ha attualmente è pari a zero e prova ne è di cosa ha fatto AMG nella persona di Toto Wolff, il quale si è opposto alla concessione che la Federazione aveva dato ed infatti, guarda caso, dopo qualche ora che era stato avallato il benestare, la stessa torna indietro sui suoi passi. Il secondo posto nei costruttori è attualmente in ballo e Toto vuole salvare l’ennesima disastrosa stagione di zero vittorie: quindi mi chiedo cosa sia successo nel lasso di tempo che intercorre dal benestare al ritornare indietro sui propri passi? Il dubbio è forte. Caro Frederic, è pesante l’onere della corona e, ancor di più, quello del tombino chiamato assunzione di responsabilità nel battere i pugni dove si conviene e non solo a urlare ai microfoni tra un’intervista e l’altra

Vito Quaranta

MICHELIN: LA VOLPE NEL DESERTO – QATAR MOTOGP 2023

Il Mondiale viene deciso da Michelin. Jorge Martin dopo aver dominato la gara Sprint, sprofonda in gara domenica e deve arrendersi arrivando solamente 9°. Bagnaia 2° si prende il Mondiale, bellissima vittoria di Fabio Diggiannantonio.

L’attesa è spasmodica. Ho iniziato a scrivere il pezzo quando mancano 10 minuti al via della gara di Domenica. È un misto di emozioni, il Mondiale volge al termine e vorresti non finisse mai. Due grandi Piloti hanno reso bellissimo e combattutissimo un Mondiale che rischiava di essere una brutta copia della F1 con il solo Bagnaia dominatore assoluto. Ma questa Ducati, che sta monopolizzando il Mondiale, ha dato le stesse armi anche al Pilota clienti. Immaginate se Honda HRC avesse seguito la stessa “linea” anche a Cadalora o Biaggi invece di farci sorbire di dominio di Doohan. Questa MotoGP a tratti sembra noiosa, quasi un monomarca, ma abbiamo assistito a Mondiali davvero peggiori in cui non tutti i Piloti avevano le “stesse” possibilità. Grazie anche e soprattutto a quel Signore con la barbetta, vero artefice di questo spettacolo.

La Gara è segnata dalla partenza sbagliata di Jorge Martin, ma a fare ancora più scalpore è il fatto che sembrasse un Pilota completamente diverso da quello della Sprint in cui aveva vinto e dove lo stesso Bagnaia aveva lamentato problemi alla gomma posteriore scagliandosi nel finale di gara contro Michelin.

Gara magistrale di Pecco Bagnaia, che rischia però di lanciarla tentando di superare Diggia. Il romano a 5 giri dalla fine stacca il Campione del Mondo e va a prendersi una vittoria stupenda. È davvero un peccato non vederlo il prossimo anno in griglia, ha pagato carissimo l’effetto domino provocato da Marc Marquez.

Rimane un grande dubbio, quello che Michelin abbia davvero condizionato il Mondiale 2023 in un modo inaudito, che grazie a Ducati è stato bellissimo.

A Valencia appuntamento sabato prossimo per il round finale con Bagnaia che ha 21 punti di vantaggio su Jorge Martin. Titolo quasi nel cassetto per Pecco che andrebbe a bissare il Titolo dell’anno precedente, come Marquez e Rossi in MotoGP.

Grande gara e grande risposta di Diggiannantonio ma la cosa più bella (ridiamoci su) è stata la censura a fine gara sul manager di Fabio Diggiannantonio mentre spiegava alcune cose sul futuro del romano.

P.S. Interessante conoscere il post gara di Martin…

Francky

VERSTAPPEN VINCE IL GP DELLA COERENZA A LAS VEGAS

La F1 ha vissuto a Las Vegas la sua sublimazione organizzando l’evento più importante al mondo. Ma si sono dimenticati di fissare i tombini, e questo è costato alla Ferrari una intera macchina ma, soprattutto, stava per costare la pelle a Sainz. Su questo, e tanto altro, torneremo nei proverbiali p.s.

Ferrari in formissima sulla strip, con prima fila monopolizzata, davanti a Verstappen. Che, però, la domenica parte di fianco a Leclerc e non dietro, perchè Sainz deve pagare penalità per la suddetta macchina distrutta. 

E con Max in prima fila, passare davanti alla prima curva è impossibile. O parte meglio o ti porta fuori. Quest’ultimo è stato il caso, oggi, e Leclerc si deve accodare, sbraitando in radio. 

Dietro di loro accade di tutto, con macchine che si tamponano e si girano, e dopo solo 1 giro viene attivata la VSC. Neanche il tempo di ripartire, e al giro 4 Norris va a sbattere ed esce la SC.

Si riparte al giro 7 e a Verstappen vengono dati 5 sacrosanti secondi di penalitá da scontare al pit stop. Max non riesce a staccare il ferrarista e al giro 14 il suo vantaggio é di soli 2 sec. Al giro 15 il monegasco é in zona DRS, lo supera e l’olandese, in preda al graining, si ferma ai box.

Al giro 20, anche Charles inizia ad accusare graining, e viene fatto fermare. La sua sosta non é velocissima.

I diretti rivali, Russell e Verstappen, sono però dietro Sainz che non si é fermato. Lo spagnolo non oppone una gran resistenza e i due lo passano in tromba portandosi a 2 sec. da Leclerc.

In testa alla gara c’è Perez che, dopo avere tamponato Bottas alla prima curva, si é fermato al primo giro per montare un’ala anteriore nuova e gomme dure.

Verstappen attacca Russell ma i due si toccano ed entrambi danneggiano la vettura, con l’ala anteriore dell’olandese ad avere la peggio. Esce la SC e si fermano sia Perez che Verstappen, che peró non cambia l’ala.

La gara riparte al giro 29 con Perez che si avvicina a Leclerc che fatica a scaldare le gomme. Ai due si avvicina Piastri, rimontato dal fondo fino alla terza posizione. 

Al giro 32 Perez si porta in prima posizione. E Verstappen supera Piastri e si porta in terza posizione. Al giro 36 Charles si riporta in prima posizione. E subito dopo anche Verstappen supera Perez e poi anche Leclerc riportandosi in prima posizione.

Al giro 43, Charles va lungo e perde la seconda posizione. Ma il monegasco non demorde e dopo avere trascorso gli ultimi giri in zona DRS senza dare l’idea di riuscire a passare il messicano, all’ultima occasione possibile, con una staccata da paura lo frega nonostante questi avesse ottenuto pure la scia del compagno cui era stato chiesto di rallentare.

Finisce così con Verstappen che vince per la 53a volta, eguagliando Vettel, davanti ad un comunque soddisfatto Leclerc, che ancora una volta non trasforma la pole in vittoria, e a Perez. Seguono Russell, che con la penalità ricevuta per la collisione con Verstappen viene poi retrocesso ottavo, Ocon, un rinato Stroll autore ancora una volta di una gara molto buona, Sainz, Hamilton, Russell, Alonso e Piastri.

Fra una sola settimana, Abu Dhabi chiuderà la stagione. Se vincesse nuovamente la Red Bull, 35 anni dopo avremo nuovamente una stagione in cui una squadra vince tutte le gare tranne una, vinta dalla Ferrari. Se questo è spettacolo…

P.S. 1: Verstappen al giovedì ha detto che correre Las Vegas è ridicolo, al venerdì che raderebbe al suolo tutto, e alla domenica che non vede l’ora di tornare. Solo gli stupidi non cambiano idea.

P.S. 2: un tombino distrugge una macchina, rischia di ammazzare il pilota, ma la FIA lo penalizza. Coerenti col regolamento.

P.S. 3:  a proposito del tombino, Wolff ha sbroccato per difendere FIA e LM dopo che un giornalista gli aveva fatto notare il rischio corso e l’assurdità di spendere centinaia di milioni di dollari per poi avere un problema del genere. Fedele alla linea.

P.S. 4: oggi Charles ha perso la gara grazie ad una SC provocata da Verstappen che ha danneggiato l’auto senza conseguenze. Fortuna e sfortuna sono coerenti.

P.S.5: Lo spettacolo di luci, colori e acqua è stato entusiasmante. Ma sostenibile no. Nel 2030 dovranno piantare tanti ma tanti alberi.

P.S. 6 (Las Vegas merita di esagerare): tutti i sorpassi fatti grazie al DRS al termine di  un rettilineo da quasi 2 km. Se per avere spettacolo bisogna avere questo, tanto vale correre sugli ovali montando l’Handford device. Per chi fosse interessato, vedere qui.

P.S. 7: l’ho già scritto. Stando a quello che abbiamo visto oggi, la SF-23 proprio così orribile non sarà. Non si supera una RB19 per tre volte una RB con una macchina scadente.

 

F1 2023 – GRAN PREMIO DI LAS VEGAS

Ed eccoci alla grande e verosimilmente unica attrazione di questa ultima parte di mondiale, il ritorno del circus in un luogo che più incarna gli attuali valori della F1 moderna: Las Vegas.

Più volte il mondiale ha fatto tappa in questo paese dei balocchi in mezzo al deserto su tracciati cittadini che sono sempre stati di dubbio gusto ma, allora come oggi, l’importante non è come si corre ma dove e quanti soldi porta per cui per Liberty Media la partita è stata già vinta.

Dal lato “tecnico” il nuovo circuito cittadino incastrato tra casinò e i boulevard più famosi al mondo, sembra un inno all’inutilità “tilkeana” che passa dal padre Tilke al figlio Carsten: lunghi rettilinei inframezzata da chicane corte e curve a 90 gradi. Ad una prima occhiata sembra poco spettacolare, vedremo cosa dirà la pista.

immagine da sbnation.com

Intanto si parte con un corto circuito tecnico mica da ridere da parte di chi dovrebbe avere questi aspetti sotto controllo: le temperature tra i 5 e i 10 gradi celsius che accoglieranno i piloti e che renderanno molto problematico la gestione della temperatura dei pneumatici soprattutto nei lunghi rettilinei.

Ross Brawn, uno che di tecnica ne capisce, ha candidamente ammesso che si sono “dimenticati” di includere nell’equazione questo aspetto ma che comunque renderà più interessante la sfida tecnica ai quali i team dovranno trovare una soluzione. Ah beh, una lotteria nella lotteria ma d’altronde siamo a Las Vegas…

Pirelli ha cercato di “aiutare” portando le mescole più morbide della sua gamma per cercare di minimizzare gli effetti del graining che quasi sicuramente si presenterà ma per i team non sarà per nulla facile e forse impossibile cercare di evitare che i pneumatici si raffreddino troppo tra una curva e l’altra.

Prepariamoci a tecniche particolari, non mi stupirei di vedere piloti che zigzagano in rettilineo per tenere le gomme in temperatura, oppure a errori grossolani in staccata, tra gomme fredde e freni che rischiano la vetrificazione tra un curva e l’altra sempre a causa delle basse temperature.

Ci si aspettano configurazioni aero a basso carico ma non è escluso che i team cercheranno soluzioni con più carico proprio per generare più calore da trasferire agli pneumatici.

immagine da f1ingenerale.com

In definitiva sarà un scommessa e un continuo azzardo per i team scegliere il giusto setup, cosa che aiuterà a rimescolare i valori in campo e a moltiplicare le variabili. La Ferrari, giusto per mettere le mani avanti, ha già dichiarato che correrà in difesa proprio per il discorso gestione pneumatici a basse temperature ma non è che gli altri stiano meglio. Forse solo Red Bull e Verstappen possono dirsi tranquilli considerando anche il vantaggio di efficacia del DRS che la Red Bull continua ad avere sulla concorrenza.

Per il resto è tutto un pullulare di livree speciali che poco aggiungono al GP che sarà, con tutta probabilità, un’americanata di proporzioni epiche. Questo passa oggi il convento e questo ci prendiamo.

Parlando di piloti mi aspetto molto da Leclerc che su questi tracciati di solito riesce a fare la differenza e su Perez, altro uomo di punta sui tracciati cittadini. Questo sempre al netto della Ferrari per il monegasco e del dr. Marko per il messicano.

immagine da paddocknews24.com

Mai come quest’anno vedremo un Gp che sarà un vero tiro di dadi alla roulette. Non poteva che essere così data l’ambientazione ma rimane sorprendente l’approssimazione con cui ci si avvicina al GP, in cui le temperature saranno, con tutta probabilità, una variabile fin troppo pesante con cui fare i conti, sperando che non si riveli anche pericolosa.

E comunque nel caso tutto questo non vi soddisfi ancora c’è anche Bottas che mette in mostra il culo per fini benefici nella battaglia per la prevenzione del tumore alla prostata. Una buona azione senza dubbio ma proprio Bottas ci tocca guardare?

*immagine in evidenza da visitlasvegas.com

Rocco Alessandro