BASTIAN CONTRARIO: IL PESO DEL TOMBINO

Per fortuna il GP di Las Vegas è stato archiviato e, sebbene l’agonia è solamente all’inizio, dato che ormai è entrato in calendario e ce lo dovremo sorbire per chissà quanti anni (a tal proposito Liberty Media preferirà eliminare una pista vera europea anziché questo rettangolo smussato con quattro curve), è anche vero che l’appuntamento è rimandato all’anno prossimo, quindi c’è tanto da aspettare. Immediatamente dopo il disastro che il tombino ha creato al nostro Carlos, ho scritto a mezzo social che, caso mai il week end di gara si fosse svolto con regolarità, avrebbero fatto di tutto per far dimenticare l’accaduto, cosa che puntualmente è accaduta. Per i signori di Liberty Media il sottoscritto (e credo lo stesso per tanti altri appassionati come me), non ha nessuna intenzione di dimenticare e a nulla valgono le luci sfavillanti del circuito, condite con i giochi d’acqua del Bellagio, unito a quanto visto in gara, perché quanto successo è inqualificabile. Già è successo in passato che un pilota si portasse via un tombino, nello specifico a Button nel GP di Montecarlo, solo che lì sei nel principato, su strade vere e ci può anche stare che possa succedere. Liberty Media ha speso tempo e denaro per vendere il prodotto Las Vegas ed il fatto che non si sia presentata puntuale all’appuntamento lascia veramente a bocca aperta. Il dramma che chiama vendetta, e che non fa dimenticare, è stato il comportamento adottato dall’organizzatore a seguito dell’accaduto: Sainz dapprima graziato e poi punito nonostante fosse palesemente incolpevole; gli spettatori buttati fuori dal circuito perché nel frattempo si era arrivati alle due di notte (ora locale) e chi di dovere, a Las Vegas, non voleva  pagare gli straordinari di chi avrebbe dovuto assicurare la logistica dell’intero circuito. Già in passato ho criticato aspramente l’organizzatore, definendo il carrozzone F1 un circo, con tutto il rispetto per i circensi e, a ben donde, lo riaffermo dopo quanto accaduto.

Quanto pesa un tombino? Facendo una rapida e superficiale ricerca, in dipendenza delle dimensioni, il peso di un tombino può oscillare dagli undici ai trenta chilogrammi. Non so se il peso della responsabilità che si è assunto Verstappen sia equiparabile o addirittura maggiore, eppure il campione del mondo è stata la scheggia impazzita del weekend, la variabile fuori controllo che non ti aspetti: l’uomo copertina del momento su cui conti, alla fine si è rivelato il maggior (e solo… lo possiamo dire?) critico di questo evento sportivo che di sportivo ha avuto veramente poco, dato che lo stesso sport è stato il contorno a tutto lo scenario. Verstappen, sempre aspramente criticato per i suoi modi di fare fuori e dentro la pista, ha avuto il coraggio di criticare l’intero carrozzone, assumendosi la responsabilità delle conseguenze. Se dovessi fare il bastian contrario, come è mio solito, dovrei dire che Max è ingiusto nello scagliarsi contro chi tanto gli ha dato e continua a dargli in termini di risultati e successi sportivi. Eppure all’olandese gli si deve dare il merito di essere stato coerente con se stesso, in quanto a lui interessa solamente correre e, possibilmente, vincere, fregandosene altamente di tutto il contorno. Ho già letto, e mi spiace dissentire, le critiche che riguardano la sua (presunta) ipocrisia, riferita al fatto che si è vestito con quella tuta bianca, cantando una nota canzone di Elvis, immediatamente dopo aver tagliato il traguardo da vincitore e dicendo sul palco che non vedeva l’ora di ritornarci. Il campione olandese quello che doveva dire lo ha ampiamente detto al giovedì e cioè quando è solo il momento di parlare. Se si crede che egli sul palco avrebbe continuato col suo comizio è da sciocchi, perché persino lui sa bene quando è il momento di fermarsi. Intanto il messaggio è stato lanciato e chi vuole capire capisca, come si suol dire. Del resto per Max, questo “peso del tombino” non lo piega più di tanto per il semplice motivo che quello che voleva lo ha ottenuto e lui è nella posizione, coerentemente con il suo comportamento, di dire più o meno quello che vuole… compreso “di portare i suoi rispetti ai commissari” dopo che il team lo ha avvisato che avrebbe dovuto pagare pegno al primo pit stop rimanendo cinque secondi fermo. Se Liberty Media ha avuto il merito di unire tutti gli appassionati (quelli veri) sulla questione Sprint Race e Las Vegas, la stessa si è spinta oltre, arrivando addirittura a farmi prendere le sue difese… ci vuole metodo in certe cose!

Che poi il campione olandese, in partenza, “l’abbia fatta fuori dal vaso”, come si suol dire, questa è un’altra questione e che il sottoscritto ha già avuto modo di specificarlo dopo il GP del Giappone, dove senza tanti complimenti spostò prima Piastri e poi Norris: Max, che lo si voglia accettare o meno, è stato educato alle corse in questo modo e cioè a non aver pietà dell’avversario, qualunque esso sia. Verstappen sa benissimo che la stragrande maggioranza dei suoi rivali non ha la sua determinazione e giustamente se ne approfitta. Charles LeClerc, dunque, è una fighetta come tanti altri suoi colleghi? No! Charles l’anno scorso, quando ne ha avuto la (breve) possibilità, ha dimostrato all’olandese (e Max sa benissimo che tipo di “animale” sia l’avversario monegasco) di che pasta è fatto e che se si presenta l’occasione non si tira indietro. Domenica scorsa, il campione in pectore Ferrari, ha dimostrato molta intelligenza tattica nel non concludere il GP alla prima curva e, in seguito, ha avuto ragione dell’avversario, dato che lo hanno punito giustamente con una penalità di cinque secondi (sono del parere che la velocità con la quale gliel’hanno comminata  è anche per fargliela pagare per tutte le sue aspre critiche). Purtroppo, mezzo e soprattutto squadra non sono all’altezza degli avversari bibitari ed alla fine è stato il ferrarista a doversi arrendere… a Max e non di certo a Perez. La domanda che mi pongo è se, nel prossimo futuro, sarà all’altezza di fronteggiare il campione olandese, caso mai avesse la possibilità di giocarsi ad armi pari il titolo contro di lui. Perché nel frattempo, da Bahrein 2022, sono arrivati altri due titoli e con loro l’ego e la sicurezza del campione sono aumentate a dismisura, lo stesso ego e sicurezza che lo hanno portato a fare quel gesto eclatante di buttare fuori Charles a seguito del solito start fallato, dovuta ad un sistema di partenza che in Ferrari deve essere necessariamente rivisto e corretto. Ad essere sinceri, allo stato attuale, dubito che il monegasco avrà questa possibilità nel prossimo futuro, eppure sono certo che saprà reggere il peso di questo tombino chiamato responsabilità di vincere. Chi invece inizia a sentire il peso  di tutto quello che ne consegue è il Team Principal Rosso Vasseur, al quale ogni giustificazione è concessa a quanto pare. Quanto accaduto a Carlos (mi riferisco alla retrocessione di dieci posizioni in partenza) è scandaloso e, allo stesso tempo, nemmeno me ne meraviglio. Il peso politico che la Ferrari ha attualmente è pari a zero e prova ne è di cosa ha fatto AMG nella persona di Toto Wolff, il quale si è opposto alla concessione che la Federazione aveva dato ed infatti, guarda caso, dopo qualche ora che era stato avallato il benestare, la stessa torna indietro sui suoi passi. Il secondo posto nei costruttori è attualmente in ballo e Toto vuole salvare l’ennesima disastrosa stagione di zero vittorie: quindi mi chiedo cosa sia successo nel lasso di tempo che intercorre dal benestare al ritornare indietro sui propri passi? Il dubbio è forte. Caro Frederic, è pesante l’onere della corona e, ancor di più, quello del tombino chiamato assunzione di responsabilità nel battere i pugni dove si conviene e non solo a urlare ai microfoni tra un’intervista e l’altra

Vito Quaranta