LE NON PAGELLE DI MIAMI 2024

Giunti al cospetto del GP che contende a Las Vegas la poco invidiabile palma del più kitsch della stagione chi se lo aspettava un GP così spettacolare?

Già, perché tutto mi attendevo tranne quanto ho visto ieri sera. Cioè un Gran Premio di quelli che piacciono a me (e a tutti gli appassionati, aggiungo con una certa supponente presunzione che confido mi perdonerete), con tanta tensione strategica, duelli avvincenti, piloti che possono “tirare” dall’inizio alla fine. Di tutto questo si è visto in abbondanza nel semi-tortuoso tracciato ricavato nel parcheggio dello stadio dei Miami Dolphins (team di football americano e non di baseball come mi è parso di sentire più volte in telecronaca) che pur non disegnato dal solito Tilke non presenta particolarità degne di nota o comunque tali da farci predire la sua presenza nei futuri libri di storia del motorsport. Circuito non bellissimo, dunque, ma che è stato realizzato con tecnica impeccabile con un asfalto talmente liscio e omogeneo che ha consentito una gestione gomme che si è vista raramente nel circus. Queste, infatti, hanno mostrato un degrado quasi nullo il che da un lato ha consentito ai piloti una inconsueta possibilità di giocarsi tutte le loro carte per l’intera durata del gran premio e dall’altro lato ha messo un bel rovello in testa agli strateghi delle scuderie.

Ne è uscito, come anticipato all’inizio, un GP ricco di tensione e spettacolare nella sua evoluzione.

Peraltro, ciò ha consentito di vedere in ben altra prospettiva l’intera stagione sin qui disputata. Fino ad oggi si poteva immaginare una RBR più gentile delle gomme rispetto agli altri e al contempo più performante sull’intera gamma delle fasi di un GP nel senso che in ogni fase (iniziale – intermedia – finale) trovava la miglior combinazione (perlopiù, ovviamente, con Max) tra gestione e performance al punto tale da poter staccare gli altri con un certo agio. Grazie a ciò, si è pensato che il livello di performance della RB 20 fosse superiore agli altri, anche al netto della bravura di Max. Qui a Miami, invece, queste convinzioni subiscono un deciso ridimensionamento. L’assenza praticamente totale di degrado ha consentito di vedere le vetture nella loro migliore espressione velocistica in praticamente ogni fase del GP. E quel che è venuto fuori è ben diverso da quanto visto sinora. McLaren, con gli aggiornamenti portati proprio a Miami, è parsa persino più performante di RBR e non essendoci stato alcun degrado a condizionarne il risultato ha potuto giocarsi le sue carte per la vittoria. Con gli esiti che sappiamo.

L’anomala condizione di questo GP ha consentito anche di trarre qualche ulteriore indicazione sulla capacità dei piloti. Ed è su questo che proverà a dir qualcosa in queste NON PAGELLE nelle quali, sia chiaro, non considererò minimamente sprint e relative mini-qualifiche.

Cominciamo ovviamente con la piacevole prima volta di uno dei nostri beniamini.

NORRIS

Finalmente! È proprio il caso di dirlo e anzi lo ripeto: finalmente! Il buon Lando porta a casa la sua prima vittoria nel circus e lo fa in modo assai convincente. La simpatia di cui gode presso il grande pubblico che segue il circus grazie alle sue intemerate online, grazie a questa vittoria, gli consentirà certamente di aumentare il suo seguito. Ma di questo poco ce ne cale, direbbe il poeta. Ce ne cale molto di più, invece, della stima degli appassionati, dei suoi colleghi e di tutti gli addetti ai lavori che nel 2023, in special modo dopo che McLaren rivoluzionò il suo mezzo cambiando radicalmente il suo target da speriamo-di-non-uscire-in-Q1 a contender per il podio in ogni GP, cominciava a zoppicare. Io stesso, da iniziale suo estimatore, nel pagellone finale della stagione 2023, avevo espresso sinceri dubbi sulla sua tenuta ad alto livello arrivando persino a sostenere che

soprattutto arriva quella sensazione che il pilota sarà anche velocissimo ma quando arriva il momento in cui si fa per davvero non c’è

E nonostante in questo 2024 abbia dato la sensazione di aver preso le sue misure al suo giovane (come se Lando non lo fosse…) e sorprendente rookie-of-the-year 2023 compagno di team, fino ad oggi questa sensazione del “braccino” non era ancora andata via. Quante volte non ha fatto il suo miglior giro in Q3? Quante volte quando si è trovato a battagliare per risultati importanti ha commesso imprecisioni ed errori evitabili? In questo stesso week end ha deluso assai in qualifica! Eppure, l’eroe di giornata è finalmente (finalmente!) riuscito a mettere insieme tutti i pezzi del suo puzzle personale e a portare a casa una vittoria insperata. In questo è stato aiutato da due circostanze. La prima,  macroscopica, è stato il major upgrade tecnico che, in tutta evidenza, ha fatto della già buona MCL38 un’ottima vettura, capace di lottare addirittura per la vittoria. Certamente, le particolari condizioni di questo circuito non possono ancora vidimare, per così dire, la raggiunta maturazione del mezzo quale principale antagonista di RBR: dovrà confermarsi anche in altri circuiti dove le condizioni non saranno più così favorevoli. Ma altrettanto certamente il segnale lanciato da McLaren è di quelli veramente forti. Se consideriamo come hanno cominciato il 2023 questa vittoria ha del fantasmagorico. Si dice che il merito di Andrea Stella, sia stato proprio quello di poter indirizzare con pieni poteri e sagacia tecnica lo sviluppo della vettura. Da quando ha totalmente preso in mano le redini dello sviluppo non ha sbagliato un colpo. Di questo, leggo in giro, si lamentano i nostalgici che alla beneamata imputano scelte quantomeno azzardate nella gestione delle proprie risorse tecniche. Hanno ragione da vendere, per carità!, ma invito alla seguente considerazione: avrebbe il bravissimo ingegnere di Orvieto, saputo ottenere lo stesso ruolino di marcia se fosse rimasto sulle rive del Secchia? Sfortunatamente la vita non si presta ad esperimenti “in doppio cieco” e non lo sapremo mai. Questa sorta di moderazione dell’entusiasmo, di cui poc’anzi ho cosparso a piene mani questa valutazione della prima vittoria di Lando, mi serve per rientrare nei ranghi. Questa vittoria è bellissima, certamente, ma va presa con le dovute cautele e vanno tenute ben diritte antenne, sensori e vibrisse per non far sì che non si arrivi al pagellone 2024 a parlare di Miami come un fuoco fatuo che aveva dato illusorie speranze di vedere un mondiale finalmente messo in discussione. E che bisogna fare perché non si arrivi a tanto? Non mi esprimo sulle questioni tecniche relative alla vettura, ovviamente non ne ho le capacità, ma su quelle prettamente sportive messe in mostra dal Lando di oggi invece sì. La partenza è guardinga e per qualche giro controlla, a debita distanza da Perez, che il consumo gomme sia quello preventivato. Ottenuta conferma rompe gli indugi e va a pressare Checo. Quest’ultimo evita il sorpasso ormai imminente di Lando pittando con leggero anticipo e dando aria libera al nostro eroe che non si fa pregare e comincia a girare ben mezzo secondo più veloce di tutti, Max compreso. E non sbaglia una virgola! Giro dopo giro si avvicina al trio Piastri, Leclerc e Sainz che passa da 6 a 2 secondi nell’arco di pochi giri. Continua imperterrito nella sua corsa a suon di giri record anche dopo che tutti quelli davanti cambiano le gomme. E qui arriva la seconda circostanza che lo ha aiutato nell’impresa. La Safety Car causata dal “gancio” tirato da Magnussen a Sargeant lo trova al comando e pronto a pittare riuscendo quindi ad annullare il già risicato gap che aveva con Max il quale, al momento della SC cedeva secondi su secondi allo scatenato Lando. Ciò ci fa dire (sempre con la mancanza della controprova naturalmente) che le probabilità di vittoria di questo Lando sarebbero rimaste inalterate anche senza SC. Ma chiaramente quest’ultima ha favorito il tutto. Esce indenne e senza errori dalla ripartenza: la cosa non è affatto banale considerato il mastino piglia-tutto che aveva alle spalle e che sono pronto a scommettere non abbia lesinato alcuno sforzo per provare a sopravanzare il nostro eroe. Da lì in avanti il ritmo di Lando è inarrivabile persino per Max e scava un solco incolmabile che lo porta alla vittoria. Strategia perfetta, guida sopraffina, nervi saldi (nervi saldi!) lo accompagnano al traguardo e alla tanto attesa prima vittoria della sua carriera. Bravo Lando! Gli applausi a scena aperta se li merita tutti ed è così che deve fare se vuole dare un messaggio importante a tutti quelli che stavano dubitando di lui. A me, come spero a tutti gli appassionati, ha fatto molto piacere vedere i suoi colleghi correre a complimentarsi con lui. Come ha giustamente detto Chinchero in telecronaca i piloti si “annusano” e si “misurano” e sanno perfettamente quanto e dove stia il talento. Le sincere congratulazioni dei vari Max, Charles (questi due li avete mai visti sorridenti dopo una sconfitta?!), Carlos, Fernando, Giorgino e sorrisone Daniel che si sono affrettati a corrergli incontro subito dopo la conclusione della gara la dicono lunga sulla considerazione che Landino nostro gode presso i colleghi. E tutti questi sorrisi, abbracci e strette di mano non possono che far piacere e far correre la mente ad altre epoche e altri piloti e altre condizioni e quanto “altro” volete ma con lo stesso piacere e rispetto (sia pur in versione 2024 e non 1976, tanto per dirne uno) che si è visto ieri. Grazie a Lando anche per questo.

VERSTAPPEN

Mi sono dilungato sulla vittoria di Lando non tanto e non soltanto per il piacere che ha fatto provare a tutti gli appassionati ma anche perché potrebbe avere un profondo significato nell’economia sportiva di questo campionato. Diversamente da altre circostanze viste negli ultimi due anni questa vittoria ha significato anche una sconfitta sul campo per Max e per la RBR. Già perché non c’è stato un week end confuso come a Singapore 2023 o un problema tecnico come in Australia e in più c’è una scena che sintetizza il vano sforzo fatto da Max per far sua anche questa tappa che spiega il tutto. Avete presente quando al giro 22 ha centrato il paletto in mezzo alla chicane di curva 15? Ecco. È tutto lì. Max stava, e lo dico con tutta la prosaicità possibile, tirando di brutto! Lo stava facendo al punto tale da incorrere in quell’errore che è l’ovvio e non altrimenti spiegabile esito di una guida al limite. Anzi, oltre il limite. Non c’è molto altro da dire. Lui è sempre il solito, cioè implacabilmente veloce giro dopo giro e capace di estrarre tutto quel che si può estrarre dal suo mezzo. Solo che stavolta non è stato sufficiente. Il suo sorriso è parso sincero quando si è complimentato con il suo amico Lando ma sono altrettanto convinto che riderà molto meno quando, nel segreto del suo stanzino, analizzerà i dati della gara. La sensazione, infatti, è che anche senza Safety Car il ritmo imposto da Norris alla gara per lui fosse irraggiungibile. Certo! Va da sé! Gli avrebbe reso la vita dura quando, in un universo parallelo in cui non ci fosse stata SC, se lo sarebbe ritrovato negli specchietti ma sarebbe stata durissima. Ed è da due anni che tutti aspettano di vedere cosa succederà ai suoi nervi se messo sotto pressione. Sarà così d’ora in avanti?

LECLERC

Grandi sorrisi anche in casa Ferrari in quel di Miami. Diversamente da quanto riportato in precedenza dai media, a Miami non arriva alcun minor upgrade e resta programmato il major nel prossimo week end imolese. Considerato ciò, la prestazione di Charles è straordinaria. Non è tanto il risultato (comunque ottimo) ma, anche nel suo caso come per quello di Lando, il modo in cui è arrivato. La partenza è stata disastrosa e se non fosse stato per il tentativo di strike di Checo alla prima curva non si sarebbe trovato secondo. In più c’è lo smacco, molto relativo evidentemente, del sorpasso subito dall’arrembante Piastri delle prime fasi di gara. Ma la parte negativa della gara di CLC finisce lì. Infatti, non solo non molla Piastri ma gli si attacca agli scarichi per tutto il tempo. Forse non volendo strafare si contiene nei tentativi di sorpasso che non paiono mai troppo decisi (e comunque assai difficili contro la McLaren vista ieri) e decide per un undercut. La strategia è efficace perché tra tutti coloro che pittano prima della SC è quello che esce meglio sia come posizione che come ritmo. In quella fase di gara è parso assai succoso, per le prospettive 2025, il sorpasso molto deciso effettuato nei confronti di Hamilton. Chiaramente la SC gli scombina un po’ i piani ma con l’asfalto di Miami non c’è poi granché da recriminare. Infatti dalla ripartenza sino alla fine della gara non molla un centimetro a Max dal quale non si distacca mai di più di 2.5 secondi. Anzi, c’è stato persino qualche giro, a circa 10 giri dalla fine, in cui si era anche avvicinato fin quasi a distanza DRS. Insomma, eccellente sia lui che la vettura che in questo circuito in cui le differenze di gestione gomme si sono praticamente annullate hanno fatto vedere che non hanno nulla da invidiare, sul piano prettamente prestazionale, a Max e alla sua RBR. Staremo a vedere cosa succederà a Imola.

PEREZ

Il posto ai piedi del podio è figlio di due grazie ricevute. La prima è la quasi-carambola che ha rischiato di innescare alla prima curva dallo start. Bastava uno spin quantistico in più su uno degli atomi del suo flap anteriore e buttava fuori Max! Scampato il pericolo si ritrovava a inseguire le Ferrari. Solo che… non ci riusciva! Anzi, dopo i suoi vani sforzi per riprendere Sainz si ritrovava non solo a perdere terreno ma anche ad essere pesantemente pressato da Norris al quale non concede la lotta provando un undercut che poi si è rivelato sostanzialmente inutile. La sua gara ricomincia con un secondo pit in regime di SC che gli consente di non correre rischi contro il redivivo di giornata (no, non Ricciardo ma Hamilton) che pur avendolo avuto negli scarichi per tutta la seconda parte di gara non è mai stato in grado di attaccarlo seriamente grazie alle gomme di quella virgola più fresche che proprio nei punti giusti impedivano all’eptacampeao di realizzare i suoi sogni più bagnati del 2024: superare una RBR! La seconda grazia è stata la (errata) penalità comminata a Sainz che lo fa avanzare di una posizione. Se Max avrà smesso di ridere nel retrobox ho idea che di Checo si comincino a udire sospiri poco promettenti.

SAINZ

Si associa al suo team mate per l’ottima prestazione sfornata in quel di Miami. Anche nel suo caso conta poco il risultato quanto il modo in cui è arrivato e cioè con una prestazione eccellente sia in termini puramente velocistici che in termini di ritmo. È sfortunato in occasione della partenza (eccellente! Diversamente da quella fiacca di CLC) perché la carambola sfiorata da Perez lo costringe a passare da sicuro secondo dietro Max prima a cedere subito la posizione a Leclerc e poi due curve dopo a Piastri. Il suo ritmo è ottimo ma non abbastanza. Il lamentino via radio (“quindi? Facciamo qualcosa lì davanti?!” come a lamentarsi di una presunta ignavia da parte di CLC) non è ben posto perché perde qualche secondo dal suo team mate e non è poi abbastanza veloce per giocarsela sul ritmo in occasione dei pit. Inoltre la SC lo coglie nel momento immediatamente successivo al suo pit il che non gli consente di giocarsela per le posizioni da podio. La ripartenza lo vede lottare con un Piastri che non pare più l’iradiddio dei primi giri. Si scompone dopo il tentativo di sorpasso andato a vuoto. Poi di nuovo troppe lamentele che lo portano poi a forzare un sorpasso che alla fine avrà delle conseguenze. Il contatto con Piastri, a mio modestissimo parere, non era da penalità e la decisione della direzione corsa del dopo gara mi è parsa francamente esagerata. L’inserimento in curva, in quell’occasione è stato sì abbastanza forzato ma non per questo irregolare. Del resto è così che si fanno i sorpassi in curva: si cerca di sorprendere l’avversario allungando la staccata e tentando poi di rimanere davanti. Anzi, sarebbe da fargli un applauso per come ha saputo repentinamente controllare lo sbandamento del retrotreno. È piuttosto Piastri che è stato troppo ottimista nel cercare l’incrocio e che non ha calcolato bene lo spazio che aveva a disposizione e non è certo colpa di Sainz se ciò ha portato il giovane australiano a trovarsi l’alettone anteriore danneggiato. L’errore della direzione gara credo sia stato proprio quello di non aver considerato la zona del danno: fosse stata una fiancata il dubbio di manovra irregolare ci sarebbe potuto stare ma se è alettone anteriore è evidente che si tratta di un  “errore di sbaglio” (cit. nonno buonanima) di chi sta dietro. Fatto sta che Sainz, dopo essersi assicurato di non aver avuto danni alla vettura, finalmente libero di esprimersi, sfodera un ritmo notevole che lo porta a da 5 a 2 secondi di distanza dal suo team mate. Non forza ulteriormente perché non aveva senso: oltre al rischio implicito di un duello con il team mate nel finale di gara non poteva immaginare che avrebbe ricevuto una penalità. Altro problema della decisione del dopo gara: se in ferrari avessero saputo sin da subito della penalità avrebbero potuto provare una tattica ciclistica con i due piloti. Salvate le posizioni, infatti, Carlos in DRS da Charles e ritmo spinto avrebbero potuto consentire a Sainz di stare quel secondo e mezzo in più davanti a Perez e portare a casa il quarto posto. Ma tant’è. Anche lui aspetta Imola con spasmodica curiosità.

HAMILTON

L’appiattimento del degrado gomme ha messo in luce la competitività di McLaren e Ferrari ma al contempo ha confermato che Mercedes è un passo indietro. Probabilmente rinfrancato da una vettura ben bilanciata sul liscio asfalto di Miami e per nulla costretto a lesinare sul risparmio gomme, il buon Lewis non si è risparmiato sulla condotta di gara e pur con grande fatica si è destreggiato nel gruppo come ai bei tempi. Da antologia il suo sorpasso a Hulk e per quanto frustrante sia stato l’aver conteso senza concrete possibilità la posizione a Perez per 20 giri è stato un bel vedere. Peccato per lui il non sapere della penalità di Sainz perché ha mollato la coda di Perez proprio negli ultimi tre giri, evidentemente col solo intento di portare a casa il risultato ormai acquisito. Ecco un altro danno della errata penalità comminata nel post-gara. Incoraggiante ma non troppo.

TSUNODA

Grande risultato da parte del piccolo Yuki che si tiene fuori dai guai in partenza e si destreggia bene nelle varie circostanze di gara. È beneficiato dalla SC, vero, ma è tutto suo il merito di aver resistito a Russell e persino a distaccarlo (benché io non sia sicuro se tale distacco è dovuto ad un qualche errore di Giorgino o di un suo merito oggettivo). Purtroppo non è stato molto inquadrato sicché non mi viene altro da commentare se non dedurne l’eccellente ritmo e dargli un bravissimo!

RUSSELL

Visto solo in occasione del sorpasso a Hulkenberg non c’è molto da dire. Non so se il distacco subito da Tsunoda sia stato l’effetto di un qualche suo errore. Fatto sta che si merita un voto basso visto che il suo team mate se l’è giocata per tutta la gara con Perez e la RBR.

ALONSO

Tradito da pessime qualifiche (dietro persino al suo team mate!) è costretto ad una gara di rincorsa. La VSC gli fa guadagnare qualche posizione ma niente di che. È invece dopo la SC che si scatena e sorpasso dopo sorpasso, sia pur ben lontano dalle condizioni tecniche che lo avevano visto protagonista in Cina, raggiunge la posizione nei punti che era il massimo a cui poteva aspirare. Old Fox!

OCON

Sorpresa! E dubbio! La disastrosa Alpine vista sinora nel 2024 non poteva neanche immaginarsi lottare per i punti, figuriamoci conquistarli. E invece ci ritroviamo Ocon per la prima volta in decima posizione e per giunta con una gara convincente! Chi l’avrebbe mai detto? Considerando che anche Gasly è andato bene (anzi, inizialmente andava persino meglio ma la VSC gli ha fatto perdere la posizione proprio contro Ocon) c’è da chiedersi se la Alpine, in queste particolari condizioni in cui le gomme non influiscono sulla performance, si sia dimostrata una vettura migliore di quanto visto finora oppure se è stato portato qualche miglioramento tecnico (ho cercato notizie ma si parla solo di piccoli aggiornamenti) oppure, e qui il dubbio citato prima, se invece tutto il popò di ragionamenti tecnici che ho fatto sin qui non sia del tutto errato. Si tratta cioè di capire, con questa performance di Alpine, che si è vista persino lottare in rettilineo!, se il circuito ha tirato fuori le vere performance di queste vetture al netto delle gomme (come ho cercato di dedurre più sopra) oppure se invece è così particolare da stravolgere i veri valori in campo. Chiaramente, se fosse vera questa seconda ipotesi, tutto il ragionamento sul piano tecnico fatto sin qui è destinato a cadere miseramente in quel di Imola quando rivedremo Max e la sua RB20 dominare il resto del gruppo. Se invece c’è qualcosa di vero in quanto sin qui ragionato ci sarà molta più incertezza sulla quale contare per vedere gare più combattute. Non dovremo far altro che attendere un paio di settimane.

NOTE DI MERITO

Ho già citato Gasly che, al pari della sua vettura, si è ben destreggiato nel gruppo e solo per la diversa strategia (poi penalizzata da VSC) rispetto a Ocon non gli ha consentito di prenderne il posto nei punti.

Dopo lunghe riflessioni (manco fosse la Critica della Ragion Pura!) ho deciso di mettere qui Piastri anziché nelle note di demerito. La sua gara è stata splendida nella prima metà. Ritmo eccezionale nella prima fase, attento a tutto, aggressivo in attacco e in difesa quando è stato necessario. Di contro, e da qui il dubbio, il suo team mate è stato comunque notevolmente più veloce e poi l’errore nell’incrociare Sainz in occasione del sorpasso poi penalizzato è comunque suo. Alla fine va comunque citato in questa zona delle pagelle perché la sua personalità è comunque emersa. Molto divertente è stato il suo ingegnere quando lo vedeva arrembare contro tutti nella parte finale, dopo che gli hanno cambiato l’ala anteriore danneggiata dallo scontro con Sainz. I sorpassi arrabbiati che faceva erano tremebondi per il team che temendo una nuova SC non sapeva come altro calmarlo! Sane, anzi, sanissime risate!

NOTE DI DEMERITO

Non si può non citare Ricciardo che nelle prove della garetta e nella garetta stessa aveva fatto vedere meraviglie e che invece nella gara vera non è mai stato della partita. Il demerito si comprende ancor più se si pensa che aveva pure agganciato il momento giusto per pittare in regime di SC senza tuttavia trarne alcun vantaggio. Male!

Cito anche Hulk che dopo l’ottima qualifica e viste le circostanze particolari di questo GP aveva tutte le possibilità di entrare nei punti. Invece non è stato all’altezza del compito avendo perso il duello per il decimo posto con Ocon.

La palma del peggiore va però data a Magnussen, che tante altre volte ho “salvato” per una certa qual predilezione per il suo talento da falegname della Formula 1 e che invece stavolta ha clamorosamente esagerato.

Niente altro da segnalare.

Alla prossima!