Miami. Non c’è altro da aggiungere.
Garetta del sabato as usual, con Verstappen davanti e Leclerc dietro non troppo lontano (su questo torneremo nei proverbiali P.S.). Quarto un ritrovato Ricciardo che, a dimostrazione di quanto significativa sia questa trovata, nelle qualifiche affonda e viene eliminato in Q1.
La pole va a Verstappen, con le due Ferrari non troppo lontane.
Si spengono i semafori e le due Red Bull partono come razzi, con Perez che entra in curva 1 come non si fa nemmeno nei videogiochi, e per poco non butta fuori sia Leclerc che Sainz che Verstappen. Chi ne fa le spese è lo spagnolo, che era riuscito a superare il compagno di squadra, e per non farsi centrare è costretto ad allargare.
Ne approfitta Piastri, che si porta in terza posizione e, al giro 5, riesce addirittura a portarsi in seconda, superando Leclerc.
Al giro 13 Verstappen comanda con meno di tre secondi sul terzetto formato da Piastri, Leclerc e Sainz, racchiusi in poco più di un secondo. Dietro di loro, Norris tallona Perez, il quale viene fatto rientrare al giro 18 per la sua, probabilmente unica, sosta per montare la gomma più dura.
Al giro 20 viene fatto rientrare Leclerc, fino a quel momento bloccato dietro Piastri. Il monegasco ritorna in pista fra le due Mercedes.
Al giro 23 Verstappen abbatte un birillo e procura una Virtual Safety Car che dura però troppo poco per consentire a lui e agli altri davanti di fermarsi fregando Charles. Al giro successivo, Verstappen si ferma comunque, e rientra 3 secondi davanti al ferrarista.
Al giro 28 è il turno di Piastri e Sainz, che rientrano dietro a Leclerc. Subito dopo, Magnussen e Sargeant si toccano in curva 3, con l’americano che finisce contro le barriere, e viene attivata la Safety Car. Ne approfitta Norris, che così riesce a mantenere la prima posizione. Il problema è che la SC si trova non davanti a lui, bensì a Verstappen, secondo, ed è costretta a far svilare tutti e ad aspettare il vero leader.
Si riparte al giro 32, e Norris si invola, mettendo subito più di un secondo fra se e Verstappen, con Leclerc attaccato all’olandese ma senza la possibilità di attaccarlo. La lotta è fra Sainz quinto e Piastri quarto, con lo spagnolo che viene spinto fuori e reclama la posizione, senza venire ascoltato dai commissari. Ma la posizione riesce a prendersela di cattiveria qualche giro dopo, con l’australiano che nel tentativo di resistere danneggia l’ala anteriore, e si fa passare anche da Perez and Hamilton.
La seconda parte di gara non offre più emozioni nelle prime posizioni, e finisce così con Norris che vince finalmente il suo primo gran premio, davanti a Verstappen, Leclerc, Sainz, Perez, Hamilton, Tsunoda, Russell, Alonso e Ocon, che guadagna il primo punticino per l’Alpine.
Prossimo appuntamento, fra due settimane, a casa nostra, ad Imola. Chissà se il vento è veramente cambiato, o se la defaillance (per modo di dire) di Verstappen è stato un caso.
P.S. (provocatorio). Partenza della sprint, Leclerc affianca Verstappen, Max lo chiude e Charles, per non sapere nè leggere nè scrivere, frena prima e lo fa sfilare, col rischio di farsi superare da Ricciardo. “If you no longer go for a gap that exists, you’re no longer a racing driver.”, per citare colui che abbiamo ricordato giusto qualche giorno fa. Con questo atteggiamento, l’ex predestinato rischia veramente di essere ricordato come l’Alesi del 21° secolo.
P.S. 2 Magnussen prima o poi trova qualcuno che gli dà una lezione, e non sarà la FIA.
P.S. 3 La RB20 sente già l’assenza del suo creatore?
P.S. 4 La vittoria di Norris fa felici tutti. Ed è bello così.
P.S. 5 Chissà con gli aggiornamenti come andrà la SF-24.
P.S. 6 Chissà come andrà la SF-26 progettata da Newey.
P.S. 7 In partenza abbiamo rischiato di vedere quello che sarebbe stato sicuramente uno degli episodi più divertenti della storia della F1. C’è mancato veramente un pelo.
P.S. 8, quello cui tengo di più: quel signore che è andato sul podio a ricevere il trofeo assieme ai tre piloti si chiama Andrea Stella. Ed è una delle (tante) risorse sprecate dalla Ferrari. Forse la più importante.