BASTIAN CONTRARIO: STELLA POLARE

Il GP di Miami conclusosi domenica scorsa, ha regalato non poche emozioni, il che non significa che siano state necessariamente tutte positive. Ognuno, in una pista atipica (una delle tante purtroppo) come quella dell’Hard Rock Stadium, ha avuto il suo bel da fare nel cercare di districarsi nell’interpretare l’asfalto e le pieghe del suddetto circuito, unito al fatto che si doveva fare i conti con la seconda Sprint Race (forza e coraggio, ne mancano solamente altre quattro!) dell’anno. Ogni squadra si è affidata, come si conviene ad ogni esperto marinaio, alla sua stella polare per potersi orientare al meglio per cercare il miglior compromesso possibile, al fine di estrarre il massimo potenziale possibile dalle proprio monoposto.

Del resto è questo il mantra predicato da Maranello, per bocca di monsieur Vasseur, nelle due settimane che hanno preceduto il GP americano. Ferrari, a differenza di Red Bull e soprattutto di McLaren (ci ritorneremo tra un po), non ha portato nessun tipo di aggiornamento proprio per fare fede al suddetto mantra e, a mio dire, anche perché hanno bisogno di guadagnare tempo per cercare di essere sicuri di quello che hanno. Ecco, paragonando le parole del Team Principal Rosso a quanto fatto da McLaren, mi viene un certo magone: Vasseur in un passato non troppo lontano ha detto che bisogna avere il coraggio di osare, perché solo cosi si può pensare di crescere in grande, allora mi chiedo per quale motivo non hanno osato proprio come ha fatto McLaren? La squadra di Andrea Stella (la stella polare a cui Woking si è affidata dal 2022), ha spinto da subito su questi benedetti sviluppi e, già dall’anno scorso come collettivo, hanno dato dimostrazione di cosa sono stati capaci rivoluzionando (a stagione in corso) totalmente il concetto della loro monoposto, progredendo in modo esponenziale verso la fine del campionato 2023. Il GP di Miami, per layout e format col quale si è svolto, non era l’ideale per presentarsi con degli aggiornamenti corposi (tra le altre cose i pezzi color papaya non c’erano per tutti, infatti Piastri montava il cinquanta percento di quello che aveva Norris), eppure la McLaren ha osato, riuscendo nell’impresa tra l’altro. La SF24 sicuramente è un’ottima monoposto e, il passo sfoggiato da ambo i ferraristi rispetto ai primi, lo ha ampiamente dimostrato e posso anche accettare che si debba cavare sangue dalle rape (leggi massimizzare il potenziale) per poter arrivare il più preparati possibili all’appuntamento prefissato, solo che di certo nell’attuale atteggiamento Ferrari, non vedo una squadra che si prende rischi. L’impressione è quella che il gruppo inizi a sentire il peso della pressione, dovuto anche al fatto che hanno già vinto (forse quella vittoria è arrivata troppo presto? Forse l’aver vinto cosi velocemente ed inaspettatamente ha generato troppe aspettative e la dirigenza, a partire da Frederic, non vuole scottarsi come l’anno scorso?) al secondo GP della stagione e quindi, ci vogliono andare coi piedi di piombo. Di sicuro la stella polare (per quanto ancora, visto che l’anno prossimo ci sarà Hamilton?) a cui Ferrari si affida in pista, cioè LeClerc, non ha passeggiato e come suo solito ha dovuto fare gli straordinari per cercare di rimanere incollato al duo di testa i quali, è giusto sottolinearlo, non sono mai fuggiti via. Questo è sicuramente un bene, ed infatti è doverosa una seconda riflessione che è quella che, nonostante la SF24 sia la stessa del primo GP (salvo gli adattamenti del caso), era li a giocarsela e a fare male… agli avversari. Un aspetto molto positivo e sicuramente da non sottovalutare (soprattutto per i diretti rivali… in primis McLaren, perché è con loro che ci giocheremo il secondo posto nel mondiale costruttori), perché questo fa ben sperare. Da qui il mio pensiero che mi fa credere, a causa dell’attuale atteggiamento adottato appunto, che la Rossa stia cercando di guadagnare tempo attraverso la narrativa del potenziale da estrarre a dovere. Al di la di come la si possa pensare, ormai il tempo è scaduto, perché la dead line è stata raggiunta: fra due settimane si correrà ad Imola, pista vera con format classico (o dovrei dire vero?) e, dove Ferrari dovrà portare i suoi di aggiornamenti. McLaren si è presentata in pista con un pacchetto che valeva quattro decimi (una enormità!) e, sebbene condizioni della pista e sotto performance della Red Bull (di Verstappen), gli siano andati incontro, è anche vero che se non avessero osato probabilmente la vittoria se la sarebbero giocata Max e Charles.

Inutile giraci attorno dunque, ovvio che tutte le aspettative siano rivolte nel week end imolese, perché come ha detto lo stesse LeClerc: “In merito a questi sviluppi, sapremo che direzione prendere” e, per direzione, significa se la strada presa è quella sbagliata, giusta o addirittura potersi giocare il mondiale. Di sicuro dopo Imola non ci saranno più scuse a cominciare dallo stesso Vasseur, il quale lasciatemelo dire, inizia ad essere quanto meno stucchevole nelle sue continue risposte evasive dove dice tutto e niente (e ritorniamo al guadagnare tempo!), solo che a lui ogni cosa è perdonata in quanto è il Messia del nuovo corso. Mi chiedo cosa si sarebbe detto se, ad essere il Team Principal della Scuderia più importante del “sistema solare” fosse stato “l’altro” e avesse preso, con il cappello della squadra avversaria in testa, una “boccia” di champagne e avesse innaffiato la squadra vincitrice del GP, mentre stavano giustamente festeggiando. Cosa sarebbe successo se Stella avesse fatto lo stesso con Ferrari? Suppongo che tutto venga derubricato a semplice goliardata, perché quando sei benvoluto dalla massa (Hamilton, forse Newey… sembra che sia tutto merito suo), tutto va bene. Io dico che un minimo di decoro deve essere sempre conservato, a maggior ragione se si ricopre quel ruolo e, che questa uscita da parte della stella polare di Maranello, poteva essere tranquillamente evitata. Qui non siamo in Sauber, dove puoi rincorrere Giovinazzi (o qualunque altro pilota sia chiaro) per tutto il box per provare a tagliargli i capelli o, aggirarti tra i camion del paddock e sparare acqua da un fucile giocattolo.

Di sicuro la stella polare di McLaren usa atteggiamenti diversi e da un anno a questa parte sta facendo fatti, come si suol dire, tanto da aver messo in condizioni Lando Norris di “sbloccarsi” e vincere finalmente la sua prima gara. Per un Ferrarista vecchio stampo come me, non è semplice digerire una vittoria della McLaren, visto il sangue che ci ha fatto sputare dal 98 al 2000, solo che sportivamente non si può che elogiare il loro spirito di abnegazione ed il coraggio profuso in pista (osare!), tanto da aver fatto raggiungere il colpaccio al giovane pilota inglese verso il quale, non lo nego, iniziavo a nutrire non pochi dubbi visto che in passato ha avuto le sue occasioni (ad onor del vero anche la sorte gli è andata contro… si dia a Cesare quel che è di Cesare) e, in un modo o nell’altro le ha sprecate. Nella sua vittoria ci si potrebbe appellare alla causa “safety car” uscita al momento giusto (per lui) eppure, non ci si dimentichi che prima che Sergeant e Magnussen (il quale domenica scorsa era in tiro forte!) si scornassero tra loro, Norris con le Medie volava ed infatti in McLaren hanno ritardato il più possibile l’unico pit stop, dettato dalla strategia Pirelli come più veloce, andando cosi incontro ad una sorte benevola questa volta. La stella polare indica sempre il nord, solo chi osa saprà meglio orientarsi verso la vetta del mondiale.

Vito Quaranta