BASTIAN CONTRARIO: HARAKIRI FIA

Trovo incredibile che la FIA abbia deciso (“la coincidenza non ha madre” diceva Hugo Weaving in V per vendetta) di suicidarsi proprio nella terra del “Sol Levante”, la dove l’harakiri, fa parte della cultura millenaria della terra nipponica. La differenza è che chi praticava (almeno lo spero!) questa disciplina letale aveva senso del dovere e dell’onore e, soprattutto, la attuava con consapevolezza. Sono sicuro che, nelle intenzioni di chi gestisce tutto il circo, non ci siano istinti suicidi, anche se l’operato purtroppo lascia presupporre tutto il contrario e, di contro, non riesco a vedere nessun onore nell’operato della Federazione.

La gestione del GP nipponico, sotto la pioggia torrenziale che si è abbattuta domenica scorsa, è stata a dir poco pietosa e già la sola presenza di tutta quell’acqua bastava ad evocare fantasmi che abbiamo vissuto nel 2014. Purtroppo la presenza di più di un trattore a bordo pista, quei fantasmi li ha rievocati tutti, tra le (giuste) ire di appassionati e piloti, con Gasly più di tutti che si è fatto portavoce inconsapevole di questa rabbia. Uno spettacolo osceno, indecoroso e, soprattutto, irrispettoso nei riguardi della famiglia del povero Bianchi, che si è visto portare via il figlio proprio a causa della presenza di un mezzo pesante in pista. La storia non insegna nulla o comunque non insegna a chi non vuole imparare nulla. La spada affilata del giudizio trafigge le carni senza pietà e questo episodio è stato solo il primo affondo dell’harakiri FIA. La lama è lunga e di affondi ce ne sarebbero stati altri prima di arrivare definitivamente all’elsa e, quindi, alla fine del GP. Si parla tanto e solo di sicurezza e ci si ostina ancora ad organizzare il GP nipponico in autunno, dove è risaputo che nella zona del pacifico le piogge non perdonano. La F1 non è più preparata per la pioggia, inutile girarci attorno e negarlo equivale a girarsi dall’altra parte proprio per non vedere. Per F1, intendo non solo la Federazione e gli uomini di cui essa è composta. Intendo monoposto, piloti, team e pubblico da casa, il quale a mezzo social è pronto a dare soluzioni di ogni sorta. Inutile ostinarsi a correre sul bagnato se queste monoposto non possono essere cambiate d’assetto (poi qualcuno mi deve spiegare dov’è la sicurezza in tutto questo), inutile uscire in pista con queste gomme, le quali, sebbene scaricano ettolitri d’acqua al secondo, poi non garantiscono una guidabilità ottimale sia perché troppo larghe e sia perché a causa della nube d’acqua che alza, chi segue dietro, non vede nulla. Che senso ha affannarsi a correre in queste condizioni, se gli stessi piloti non sono più abituati a girare in questa situazione limite? La storia è piena di immagini e video in cui i piloti del passato, con un quarto della sicurezza che le nuove generazioni ora hanno, correvano in condizioni come quelle viste domenica scorsa, eppure si ponevano anche le basi per correre in queste condizioni ambientali. Questi presupposti non esistono più e, nonostante ciò, la Federazione per salvare capra e cavoli, fa voli pindarici con il suo regolamento che nemmeno loro stessi ormai conoscono e ritardano la gara, fino all’imbrunire e da lì si arriva al GP a tempo… la fine dell’evento non è più decretata dal numero di giri percorsi, bensì dallo scoccare inesorabile delle lancette.

In quella manciata di minuti si è conclusa l’avventura mondiale 2022 per Charles Leclerc e qui arriviamo all’affondo finale dell’harakiri FIA. Il monegasco, in questo mondiale non ha nulla di cui recriminarsi: considerando il mezzo che ha avuto e, soprattutto, considerando il mezzo contro cui si è dovuto misurare, ha letteralmente fatto l’impossibile e non so se all’inverso, il suo diretto avversario sarebbe riuscito nell’impresa. Attualmente è lui che comanda le pole in questo campionato e, nonostante i tanti ritiri accumulati fino ad ora, è arrivato fino in Giappone a provare a tenere vive le speranze iridate per la Rossa. Certo, speranze vane e vacue (citando sempre V per vendetta), considerando che contro la RB18 di Verstappen è esercizio pressoché impossibile e soprattutto è inutile combattere contro i mulini a vento. Resto tutt’ora basito per l’atteggiamento adottato dalla Federazione immediatamente dopo lo sventolare della bandiera a scacchi. Esattamente sette giorni prima, il GP di Singapore era finito tra dubbi e tormenti e, per decidere se il messicano della Red Bull avesse davvero vinto, la direzione bontà sua, si prese almeno due ore per decidere il verdetto finale, con tanto di udienza da parte di Perez per ascoltare la sua versione dei fatti (o dovrei dire giustificazioni?). Ebbene sette giorni dopo, ai danni del ferrarista, abbiamo assistito alla più celere delle solerzie e dello zelo che la Federazione potesse sfoderare: erano così presi dal voler dare a tutti i costi la doppietta ai bibitari nella terra dei motori Honda che hanno deciso il verdetto in meno di cinque minuti e senza nemmeno ascoltare il pilota Ferrari! Che Charles abbia ragione o torto, personalmente ed arrivati a questo punto, poco importa al sottoscritto. Le modalità con le quali tutto si è svolto è da far rabbrividire invece! Com’è possibile una così diversa e marcata differenza di giudizio? Dov’è l’onore in tutto questo? Certo, di sicuro sarò contraddetto perché “il regolamento così prevede”. Allora mi chiedo come mai questo fantomatico regolamento, con i suoi mille cavilli, viene interpretato ad uso e consumo e a favore di una sola scuderia e così alla luce del sole? Perché ormai la FIA nemmeno fa più nulla per nascondere la sua sudditanza per Red Bull ora e per Mercedes prima di lei. A memoria non ricordo tanta celerità di giudizio per un episodio che di controverso, ad essere sinceri, aveva ben poco. Eppure tanto è bastato per far consumare a pieno la festa dei bibitari in casa Honda.

Avrete notato sicuramente che il sottoscritto, fino ad ora, non si è ancora congratulato con il dominatore di questo mondiale e quindi bi campione del mondo Max Verstappen. L’olandese, nella restore room, nemmeno sapeva che si era laureato campione del mondo con la sua vittoria. L’ultimo atto dell’harakiri FIA si è consumato immediatamente dopo la sentenza data a Charles: la direzione gara decide di assegnare punteggio pieno a tutti i piloti, naturalmente grazie ai tanti cavilli della bibbia regolamentare. Immediatamente la Federazione si è affannata a dare tutte le spiegazioni possibili per giustificare il suo operato… giustificazioni ridicole che hanno, anche in questo caso, ben poca importanza. Che senso ha applicarsi quando la tavola era già stata apparecchiata? Il punteggio pieno e la relativa retrocessione del ferrarista, sono stati sufficienti per far vincere il mondiale all’olandese. Sia chiaro, Max non ha vinto il mondiale per questo episodio, il quale è figlio di un sistema ormai marcio. Verstappen ha gettato le basi del suo secondo mondiale, all’inizio del campionato, riponendo la sua fiducia nella sua squadra, la quale sa bene come muoversi nelle stanze che contano e, soprattutto, sa come muoversi tra i meandri di un regolamento che fa acqua da tutti le parti. L’olandese, quasi sicuramente, avrebbe vinto questo mondiale anche senza la furbata della sua squadra (al momento che scrivo, la Federazione fa sapere che Red Bull ha commesso un’infrazione minore, quindi ammette che c’è stato un  illecito nel 2021… non immagino allora cos’ha combinato in quest’anno, con un regolamento completamente nuovo), semplicemente perché Ferrari ha dimostrato, tra problemi di affidabilità ed errori strategici, di non essere stata pronta per lottare veramente al mondiale 2022. Personalmente accetto il fatto che una squadra sia più forte di un’altra, quello che non accetto sono le furbate e, quindi, l’anti sportività che serve a raggiungere lo scopo. Red Bull ha barato nel 2021 e, probabilmente, anche quest’anno (per non parlare della DT039 attuata per aiutare AMG!) e purtroppo, a quanto visto durante questo lungo anno sportivo, con queste sue prestazioni in crescendo, il dubbio è più che lecito. Verstappen è pilota di eccezionale capacità e di indubbia classe, eppure egli, a mio giudizio, ha usufruito di un vantaggio che deriva da una furbata. La Federazione con le sue motivazioni (giustificazioni) fa acqua da tutte le parti e come ho già detto, come si muove fa danni. Per la seconda volta di fila, questo pilota è campione del mondo con polemiche, macchie ed ombre e la FIA, con le sue regole sul badget cap non ha fatto altro che contribuire a tutte queste ombre, oltre che a decretare il suo harakiri.

 

Vito Quaranta