UNA PARTITA A SCACCHI LUNGA UN GP, MA CON FINALE STUPENDO

Una partita a scacchi, non si può definire diversamente una gara che ha visto Rins e Marquez fare gare quasi solitaria, stuzzicandosi e giocando, fin quasi farsi raggiungere da Vinales. Ma oggi si era già assistito ai due favoriti che vengono fregati dal terzo incomodo, non poteva riaccadere anche in MotoGP.

Dicevo, i due erano li, andavano come missilli, ma nessuno dei due aveva margine per lasciarsi alle spalle l’altro, Rins mostrava di averne tanto di margine, guidava pulito e anche quando sbagliava una staccata o traiettoria, tornava sotto a Marc. Marquez dalla sua aveva capito la strategia e forse aveva paura di restare senza gomme nel finale, quindi, prima cerca di far andare davanti Rins per studiarlo, tranello in cui non cade il suzukista, poi inizia ad alternare settori lenti a repentini cambi di passo, ma nulla, Alex resta li.

Rins prova un attacco con volata finale al penultimo giro, con Marquez che lo accompagna fuori pista, nella sua testa era l’ultimo, ma quando capisce che non tutto è perduto, nell’ultimo settore compie la magia, un lavoro di traiettorie favoloso, che gli permette di accelerare meglio e quando ormai par fatta per l’hondista, lo infila all’interno e taglia il traguardo davanti di 20 millesimi.

BRAVO, BRAVO, BRAVO!!!

Ancora una volta MM93 viene battuto all’ultima curva, ormai pare quasi una costante, anche se lui dirà che quando non lotti per il titolo, ti prendi meno rischi. Un buon modo per dire: “scusate mi rode il culo?” Due volte in due gare deve dar fastidio, anche se sei mega leader di classifica e con il mondiale in saccoccia.

Rins mentre taglia il traguardo, guarda Marquez come a dire; “tu gioca sporco, che io vinco!”

Ci si aspettava, una prestazione di vertice dalle yamaha, dopo le prove, e i filotto di terzo, quarto e quinto non sono male come risultato, peccato che non sono mai stati della partita.

Quartararò lo abbiamo perso subito alla prima curva e con lui anche lo sfortunato Dovizioso, finito sopra la moto stesa del Francese. Per entrambi, fortunatamente, pare senza gravi conseguenze per entrambi.

Rossi ci ha provato da subito a stare con i due di testa, ma la gomma deve aver sofferto lo stress e non gli ha permesso di tenere un passo veloce. Vinales ha fatto una gara alla Vale, osando di meno all’inizio e trovandosi con una gomma che lo stava avvicinando ai primi, senza mai arrivare a contatto. Morbidelli finalmente fa una bella gara convincente, vincendo duelli con Miller e Crutchlow.

Le Ducati si salvano solo con Miller, perchè Petrucci e Bagnaia paiono ancora non pervenuti. Se per Pecco rimane pur sempre la prima stagione, per Danilo è ora che faccia vedere di essersi meritato la riconferma, perchè gara dopo gara, dimostra di non meritarsi quella sella.

Lorenzo, stoico, chiude a punti sfinito dai dolori.

Zarcò non si accontenta di aver stracciato il contratto, ma decide pure che in gara sia il caso di far fuori la sua moto e quella di Oliveira. Non contento, fa danni pure alla gamba del portoghese…decisamente sto 2019 non è la sua stagione e manca di totale lucidità.

MOTO2

Bella gara di carenate fra Fernandez, Navarro, Binder e Gardner, un susseguirsi quasi senza senso di entrate kamikazze, che non si sa per quale botta di culo, non sia finita con il decollo in tribuna di qualuno dei 4. Del resto è questo lo spettacolo che si vuole.

In realtà uno è caduto, il leader di mondiale Marquez, che sbaglia punto di staccata alla 16, pensa di essere suo fratello Marc, con la fisica che è relativa, ma invece che salvarsi, finisce lungo in ghiaia, riaprendo le speranze iridate dei 3 che son saliti sul podio, tutti staccati di 35 punti,

Fernandez vince il mega duello all’arma bianca, e relega dietro di lui Navarro e Binder.

Gli Italiani entrano nei 10, con un buon Digiannantonio sesto, un deludente Baldassarri settimo e Marini che chiude nono.

Moto3

Dicevo prima, fra i due litiganti, il terzo gode e fu così che Ramirez si mise dietro i due favoriti, Arbolino e Dalla Porta.

Gara in cui non si possono contare i soliti mille mila sorpassi e le solite milla mila entrare da pazzo di Mcphee, che un giorno dovrà spiegare cosa voglia ottenere.

Da segnalare la caduta di Canet a causa di Arenas. Rimonta in sella e come un indemoniato rimonta fino alla 13esima posizione, limitando i danni nella classifica mondiale a -14 da Dalla Porta.

Saluti

Davide_QV

L’ANGOLO DEL FROLDI: GLI SCIROCCATI DELLA F1

Sciroccato agg. e s. m. (f. -a) [der. di scirocco, inteso come «stordito da un forte scirocco»], fam. – Di persona confusa, stordita, imbambolata, o che si comporta in maniera stravagante e incomprensibile; come sost.: quel tipo mi sembra proprio uno sc.; è di nuovo qui quella sciroccata! (dall’enciclopedia Treccani on line)

Questa pazza, pazza estate, non fra le più calde che io ricordi ma comunque bella rovente, non ha mandato solo in tilt molti cervelli (?!) fra i politici, ma credo stia facendo anche assai male a tutta la Formula Uno.
A proposito… questa storia della pausa estiva della massima espressione del Motorsport a me, per citare un comico di qualche anno fa, “me pare na strunz…!”.
Perché non sfrutti un momento in cui la Formula Uno avrebbe totale visibilità (gli altri sport sono fermi) e in cui molti, in ferie, potrebbero andare a vedere almeno un gran premio? Ma tant’è… lasciamo perdere questa cosa…
Dicevo… a che punto è la notte (o il lungo sonno) della Formula Uno, condita da questo pesante scirocco?
Le forche caudine sono lì ad attendere il Circus e i tanti tifosi. Ne sono scappati molti. Altri resistono stoicamente ed attendono uno sport meno folle e cervellotico.
I piani alti della FIA hanno deciso questa data simbolica, il 2021, come l’anno del radicale cambiamento. Tuttavia, mi pare che le idee siano molte e molto confuse e che, soprattutto, la “filosofia” in divenire di questa nuova Formula Uno sia l’esatta antitesi dello storico “Dna” della categoria regina del Motorsport.
Alcuni punti fermi.
Della mia personale crociata per il folle regolamento degli pneumatici inutile riparlare…
E’ lodevole l’intento di fare monoposto che siano meno sensibili a quelle che le precedono. Quindi si apre ad un ritorno parziale dell’effetto suolo. In soldoni, non sono un tecnico e spero di non dire cavolate, se il fondo della vettura genera molto carico, le ali anteriori saranno così semplificate (previsto il ritorno ai musi bassi) che due monoposto, una dietro l’altra, potranno stare molto “attaccate” con il ritorno del noto “effetto scia” che aiuterà e non disturberà (come accade con l’aerodinamica delle attuali monoposto): quindi DRS e altre robe artificiose potrebbero anche essere inutili. Benissimo.
Non discuto la sicurezza, visto che è lapalissiano che debba essere così. Anche quella bruttura dell’Halo l’abbiamo digerita.
Il problema è la nota, divergente contraddizione di fondo legata a sicurezza e contenimento dei costi. Stridente, a dir poco.
Per la riduzione dei costi pensi di togliere un giorno dal fine settimana sportivo, ma vuoi allungare il mondiale con altre tappe. La logistica non è un’opinione. Le squadre devono spostarsi, pagare gli uomini per altri giorni, etc etc
Sempre per la riduzione dei costi usi solo 3 PU per tutto il mondiale. Quanto costa sviluppare unità propulsive (evolute come quelle ibride) che durino tanto? Naturalmente, se allunghi il Mondiale e restano sempre 3 PU, i momenti in gara in cui i piloti dovranno guidare da tassisti aumenteranno notevolmente…
Vuoi estendere il parco chiuso sin dalle FP1 di ogni singolo Gran Premio. Immagino che lo scopo sia avere un set up standard… ma la sicurezza? Se una monoposto non è regolata al meglio, diventa anche pericolosa da guidare…
S’è sempre detto che chi ci ha perso maggiormente dalla cancellazione dei test liberi è stata la Ferrari. Ed è scontato, visto che ha due circuiti di proprietà.
La Ferrari, tra l’altro, ha sempre difettato nello sviluppare la monoposto tramite gli strumenti virtuali “imposti” dalla Federazione. E con le monoposto che girano in pista è facile capire se i dati virtuali hanno aderenza con la realtà.
I simulatori avranno, probabilmente, il vantaggio di costare meno di un test “reale”, anche se non è che te li regalino. Ma siamo sicuri che avendo un circuito a due passi dalla sede della Scuderia, come Fiorano, costi molto? Probabilmente costa pochissimo. E allora, come mai Mattia Binotto se ne esce contro il ritorno ai test liberi? Colpo di calore?
Cosa è cambiato da quando il presidente Montezemolo si dispiaceva del fatto che la Formula Uno fosse l’unico sport in cui gli atleti non potevano allenarsi?
Ma proprio Luca, qualche anno prima, aveva mollato la Fota e il suo potenziale campionato alternativo in due secondi, avallato l’era ibrida e, ancora prima, i V8 bloccati e il divieto quasi integrale dei test… rinsavimento successivo al colpo di sole precedente?
Misteri… dello scirocco…

Mariano Froldi – @MarianoFroldi

ULSTER GP 2019

Dopo la North West 200 e il TT Isle of Mans, terzo appuntamento di rilievo per il mondo delle corse su strada su quella che può essere definita la più spartana ma, probabilmente, la più genuinamente motociclistica gara di corse su strada al mondo, l’Ulster GP.

Pochi orpelli, poche feste e intrattenimenti vari che non siano le gare sul circuito di Dunrod di 12 chilometri, dalle velocità medie folli e dalle condizioni atmosferiche spesso non proprio ottimali.

Spoileriamo subito il nome del mattatore di questa edizione, sicuri di non fare torto a nessuno ma, anzi, celebrando il “castigamatti” del momento nel mondo delle corse su strada: Peter Hickman. Il soggetto in questione, oltre ad essere un campionissimo delle road races è anche pilota del british superbike con ottimi risultati e non ha sfigurato nel sostituire Reiterberger in sella alla BMW ufficiale nel round di Donington del mondiale Superbike. Quarto tempo in superpole e settimo in gara 1 bagnata senza mai essere salito sulla BMW in configurazione mondiale superbike. Non male per uno stradista…

immagine da autosport.com

Sette vittorie in due giorni di gare per il pilota di Burton Upon Trent, autentico dominatore in prova e in gara e in ogni condizione di pista. Con la ciliegina sulla torta del nuovo record del circuito in 3’15″316, togliendo due secondi al record precedente e aggiungendo un miglio di media oraria in più alla media sul giro. Un miglio, poca roba penserete voi, ma quando quel miglio si aggiungono ai 134.614 del record precedente, diventando 136.415 ovvero 219.54 km/h di media, ci si rende conto del peso di questo record, che rimette sul trono di gara più veloce al mondo l’Ulster Gp, momentaneamente detronizzato dal TT Isle of Mans del 2018, sempre ad opera di Peter Hickman. Della serie “Hickman dà, Hickman toglie…”

Ma andiamo con ordine. Dopo aver dominato le prove, Hickman inizia il suo show con la gara superbike di giovedì 8 Agosto. Pronti, via ed è subito testa a testa con Harrison ma è nel terzo giro, quello del record, che Hickman scava il solco definitivo nei confronti del suo rivale. La gara verrà poi sospesa al quarto giro per incidente, con Hickman primo a precedere Harrison e Cummins, autore quest’ultimo della più alta velocità mai registrata all’Ulster GP: 202.8 miglia orarie (326.3 km/h)

Di seguito alla gara delle lightweight, che vede il successo di Kernohan su Morgan e Williams, parte le gara delle supersport che vede una lotta serrata tra Hickman e Johnston. Cinque giri fatti di ripetuti sorpassi e che vedranno alla fine prevalere ancora Hickman con margine minimo su Johnston, soltanto tre decimi, con Harrison terzo ma staccato di otto secondi.

immagine da bikesportnews.com

A conclusione della prima giornata la gara delle bicilindriche 650cc, che vede la vittoria di Jordan su Loughlin e Coward.

Seconda giornata di gare Sabato 10 Agosto con tantissima carne al fuoco. Le condizioni atmosferiche sono precarie, nebbia e pista umida, ma si parte come da programma con la gara delle superstock, con l’immancabile Hickman a dettare il passo senza che nessuno possa contrastarlo. L’unico che ci prova è Davey Todd che piano piano riduce il distacco dal capofila Hickman ma non abbastanza da riuscire a contendergli la vittoria, con Cummins staccato in terza posizione.

La supersport race che si corre subito dopo vedrà un assolo incontrastato di Hickman verso la quarta vittoria su quattro gare disputate, davanti a Johnston e Todd.

Saltata la lightweight race per incidente, si parte con la superbike race 1 su asfalto parzialmente bagnato. Scatta bene Harrison seguito da Hickman e Cummins. Hickman cerca subito di portarsi in testa e ci riuscirà nel lungo rettilineo del Flying Kilo, per poi scavare un solco tra lui e suoi inseguitori, Harrison e Cummins.

Prima della supersport race si corre la gara riservata alle bicilindriche di 650 cc, che vede Elkin imporsi su Loughlin e Johnston.

Supersport race ripropone un duello serratissimo tra Hickman e Johnston, con i due impegnati in ripetuti sorpassi e a controllarsi appaiati in rettilineo a oltre 320 km/h. Alla fine è ancora Hickman a spuntarla con Cummins che artiglia l’ennesimo podio in terza posizione.

immagine da autosport.com

Gran finale con la superbike race 2 e Hickman in cerca della sua settima vittoria in sette gare disputate. Vittoria che puntualmente arriva con Hickman che arriverà in solitaria al traguardo seguito da Harrison e Cummins. Sette su sette, cinque solo nella seconda giornata di gare, un dominio incontrastato per il più forte pilota di road races degli ultimi anni. Edizione sottotono per Micheal Dunlop, che soffre ancora i postumi di una caduta che gli ha procurato fratture ad un polso e bacino. Assente invece Ian Hutchinson, che si è operato per rimuovere le ultime placche di metallo dalla gamba infortunata in un TT di qualche anno fa.

Si chiude così la 97esima edizione dell’Ulster Gp che ha rispettato le previsioni di gare avvincenti e velocissime. Sarà pure un appuntamento di “nicchia” nel mondo del motorsport ma la velocità espressa e le emozioni sono sempre di primissimo livello, il tutto con una dimensione più a misura di appassionato, con un contatto diretto con i piloti e la sensazione di essere davvero parte di un grande avvenimento.

Prossimo appuntamento di rilievo il Gp di Macao dal 14 al 17 Novembre.

Immagine in evidenza da ulstergrandprix.3sixtynearlythere.co.uk

Rocco Alessandro

Resta….Vai…No ritorna

C’era una volta una bella monoposto rossa di nome SF71-H che correva veloce sulle piste di un inizio mondiale 2018 vincendo le prime gare e facendo pole in sequenza.

L’auto era forte, non dominante come taluni urlavano, ma era molto forte, tanto forte al punto di far sognare nuovamente gli ultras rossi orfani di tituli dal lontano 2008.

A fine primavera però qualcuno decise che uno dei padri di quel progetto avrebbe dovuto emigrare in Svizzera per rinverdire i fasti di un marchio che da li a qualche mese sarebbe riapparso come nome di una monoposto da gara e non più come semplice sponsor.

Il padre obbedì e dopo UN solo mese di gardening si mise a lavorare su quella che sarebbe stata chiamata Alfa Romeo pur continuando ad essere costruita nelle “officine” Sauber. E su questo, sull’importanza di dare il nome ad un telaio piuttosto che essere semplice sponsor, tanti ci ricamarono magnificando l’importanza dell’operazione che all’atto pratico non fa di una Sauber un Alfa….

Non voglio entrare nel merito di ciò, di quelli che sarebbero potuti essere i contenuti di quell’operazione e dei perché fu portata avanti dai promotori della stessa, anzi direi dall’unico promotore….

La realtà dei fatti è che quella SF71-H nella seconda parte della stagione cominciò a perdere prestazioni, portando la Ferrari dall’essere la prima forza del mondiale di inizio 2018 sino alla terza forza attuale. Gia, perché è innegabile che sia così in quanto Red Bull ha vinto due gare nel 2019 e Ferrari no, considerando che Mercedes è ampiamente fuori concorso.

Questa la premessa per rimarcare le perplessità espresse all’epoca dei fatti che videro il trasferimento di un importante Ingegnere come Simone Resta ad Hinwill allontanandolo dalla GES. Il vizio di mettere mani a qualcosa che funziona non lo si perde mai, vero? I risultati confermano la tesi, con una Sauber (mi perdonerete se la continuo a chiamare col suo nome vero) che è cresciuta di prestazioni man mano e con una Ferrari (mi perdonerete se continuo a chiamarla col suo nome finto) che si è persa per strada.

L’operazione fu voluta da Sergio Marchionne, ma non è concesso dirlo ad alta voce attribuendogli un errore madornale, pena gli strali dei tifosi rossi ultras convinti che il miglioramento di prestazioni dopo il 2016 furono solo merito del re Mida che svolgeva il suo ruolo con il cuore del tifoso invece che con l’attitudine del manager.

Ma qui entreremmo in polemica e mi voglio limitare ad un giudizio dei fatti, ovvero che spogliare la Madonna per vestire Gesù Cristo paga solo quando nell’armadio hai i vestiti di ricambio……

immagine tratta da Motorsport.com

Ed infatti il secondo padre della SF71-H ovvero Mattia Binotto ha ottenuto lo scettro del comando della Ges e, non potendo essere uno e trino, i risultati dell’impoverimento del reparto tecnico della Ferrari si sono visti con il parto e lo sviluppo della SF90 ancora a zero vittorie, altro che tituli…

Ma “se in Bahrein”, “se in Canada”……purtroppo i “se” ed i “ma” non fanno podi e neanche vittorie in Formula Uno.

Simone Resta torna in GES dopo TRE mesi di gardening… ma a che serve il gardening quando esci da una porta e ti infili in un’altra dello stesso albergo? La rossa ha bisogno di lui anche per la vettura 2020, perché non credo che in Sauber si stesse girando i pollici pensando al 2021, ovvero avrà fatto qualcosa per la 2020 che magari può tornare utile per la SF91?

Magari la monoposto 2020 sarà meglio chiamarla SF71-H/B

immagine in evidenza tratta da pitpass.com
Salvatore Valerioti

MOTOGP 2019- GoPro British Grand Prix Silverstone Circuit

Inghilterra e Silverstone, sinonimi di motorsport e gare in pista, di clima piovoso.
MotoGp 2018: corsa cancellata per impraticabilità della pista causa pioggia. Detta così fa ridere, eppure lo scorso anno è accaduto veramente…
Parliamo di Silverstone, non di un circuito esotico martoriato da una perturbazione monsonica.
Silverstone, non una pista magicamente apparsa dal nulla in pieno deserto arabico…. A distanza di un anno faccio ancora fatica a pensare che sia successo.
Intendiamoci, è stato giusto non far correre i piloti perché c’erano delle pozze degne dell’acqua alta in piazza San Marco a Venezia. E’ stato giusto pensare alla loro sicurezza visto che le avvisaglie con l’incidente di Tito Rabat erano state chiarissime. Ciò che è imbarazzante è che sia successo a Silverstone dando luogo ad un pomeriggio inverosimile.

immagine tratta da crash.net

Lo scorso anno ha quindi vinto la pioggia. Se volessimo tornare indietro nel tempo potremmo parlare della vittoria di Dovizioso nel 2017, o di quella di Vinales nel 2016, o di quella di Rossi nel 2015.. E già, perché il marziano non vince in terra britannica dal 2014, quindi la sua voglia di riscatto sarà alle stelle.
Gli eventi dell’anno scorso hanno obbligato a rivedere il manto stradale ed i relativi sistemi di smaltimento dell’acqua, quindi i team ed i piloti si troveranno condizioni inedite non avendo avuto l’opportunità di provare le Michelin su questa pista dopo i cambiamenti. Ciò obbligherà tutti ad un lavoro supplementare necessario ad individuare la gomma adatta per la gara tra le mescole che i francesi porteranno. Di certo la tradizionale suddivisione tra gomme Hard, Medium e Soft non ha più la valenza di un tempo perchè fondamentale per la scelta sarà il fattore temperatura dell’aria e dell’asfalto. Anche a Spielberg la gomma soft di Dovizioso era messa meglio a fine gara rispetto alla medium montata da Marquez, quindi il range di temperatura di utilizzo ricopre, come in F1, un ruolo determinante nell’economia dell’intera corsa. Staremo a vedere chi sarà più bravo ad interpretare il tutto nella speranza di vedere una battaglia simile a quella austriaca invece della noia degli ultimi GP.
I favoriti saranno i soliti, ovvero Marquez e la Ducati con l’incognita Yamaha che in Austria, pur non lottando per la vittoria, ha sensibilmente migliorato i tempi totali del 2018 sulla pista che in teoria doveva essere la più ostica per la casa dei tre diapason. Evidentemente ci stanno capendo poco anche loro e la mancanza di linearità dei risultati rischia di confonderli ulteriormente seppur Valentino & Co. continuino a predicare di essere sulla strada giusta.
Finalmente Jorge Lorenzo tornerà in sella alla sua RCV. Sarà arduo vederlo competitivo dopo tutto il tempo in cui è stato fermo, ma sarà importante capire il suo atteggiamento e la sua motivazione dopo le voci di mercato delle scorse settimane. Il Mondiale ha bisogno di un Lorenzo forte almeno quanto ne ha bisogno Giorgio stesso. Continuerà a riposare invece Mir che sarà sostituito da Guintoli sulla seconda Suzuki.
Voci di mercato: Miller riconfermato in Pramac con moto 2020 e Zarco che abbandona KTM per le ragioni che ben ha illustrato ma che ad oggi è ancora senza manubrio per l’anno prossimo. Lui ha preteso una KTM ufficiale e si aspetterebbe ancora una moto ufficiale ma, a meno di grossi stravolgimenti, i giochi paiono fatti per tutti i team più importanti. Trovo sensato che ogni pilota pretenda il massimo, che si senta il migliore di tutti altrimenti non avrebbe senso corresse. E’ pur vero che se lui è un top rider senza aver ancora vinto una gara della massima serie, allora più top rider di lui ci sono i vari Crutchlow, Petrucci, Miller, Rins, tutta gente che almeno una volta una gara l’ha finita prima di ogni altro. In taluni casi possono anche esserci circostanze più o meno favorevoli, ma una gara mondiale non la vinci mai solo per caso.. lui ancora non c’è riuscito.
Tra chi pretenderebbe di più troviamo anche il nostro Andrea Iannone che comincia ad esternare i suoi mal di pancia per la scarsa competitività di Aprilia. Avrà pur ragione perché le prestazioni della moto di Noale continuano a restare molto al di sotto delle aspettative di chiunque, però il buon Andrea sapeva ciò a cui andava incontro e forse non sarebbe ancora il caso di lamentarsi pubblicamente quando lui stesso non è il benchmark per il compagno di marca. Ha la fortuna di essere nell’orbita di Carlo Pernat che in qualche modo lo piazzerà da qualche parte se si dovesse rompere il rapporto con Aprilia. Chissà…. potrebbe essere utile alla Ducati in SBK per vincere un mondiale e rilanciare se stesso per il futuro.
Moto2
Bastianini sarà presente in pista seppur con due microfatture al piede per le quali deve ringraziare Marini.
Marquez Jr dovrebbe avere vita abbastanza semplice a consolidare la propria leadership di campionato, anche perché l’aver rinnovato ancora per un anno con la stessa squadra potrebbe dargli serenità. Chissà quando e se mai riuscirà a fare il salto della quaglia nella classe superiore….Confidiamo in una bella gara dei nostri che però hanno perso buona parte dello smalto di inizio campionato.

Moto3.
Anche in Austria abbiamo avuto un vincitore diverso a rimarcare quanto siano instabili gli equilibri in questa serie e quanto spettacolo ci regali tutte le domeniche. A Spielberg ha vinto Fenati scatenando tutta una serie di discorsi sulla redenzione, sulla voglia di rinascere, sulla seconda possibilità eccetera eccetera. Ebbene, chi vi scrive sarà anche scettico, freddo, insensibile, dissacrante e quant’altro volete… però in moto ci è andato e ci continua ad andare tuttora: il gesto dello scorso anno a Misano continuo a non riuscire a perdonarlo. Posso capire l’errore di foga in una staccata, capisco la voglia di rivalsa nei confronti di chi ti ha fatto perdere tempo, ma non accetto un fallo di reazione di quella portata perché avrebbe potuto avere conseguenze impensabili. L’anno scorso non fu Manzi ad essere fortunato, ma Fenati stesso.. Questo non cambia il mio giudizio sull’atleta che è forte, semplicemente non riesce più ad appassionarmi nonostante sia italiano ed io molto campanilista. Vogliate perdonarmi.
Buone gare a tutti.

Dirette Sky Sport MotoGP HD
Venerdì 23 agosto
10:00-10:40 – FP1 Moto3
10:55-11:40 – FP1 MotoGP
11:55-12:35 – FP1 Moto2
14:15-14:55 – FP2 Moto3
15:10-15:55 – FP2 MotoGP
16:10-16:50 – FP2 Moto2
Sabato 24 agosto
10:00-10:40 – FP3 Moto3
10:55-11:40 – FP3 MotoGP
11:55-12:35 – FP3 Moto2
13:35-14:15 – Qualifiche Moto3
14:30-15:00 – FP4 MotoGP
15:10-15:50 – Qualifiche MotoGP
16:05-16:45 – Qualifiche Moto2
Domenica 25 agosto
10:00-10:20 – Warm-Up Moto3
10:30-10:50 – Warm-Up MotoGP
11:00-11:20 – Warm-Up Moto2
12:20 – Gara Moto3
14:00 – Gara MotoGP
15:30 – Gara Moto2

Immagine in evidenza tratta da motociclismo.it

Salvatore Valerioti

Life is racing, all the rest is waiting