BASTIAN CONTRARIO: ESSERE PAZIENTE

Gli ultimi avvenimenti che sono accaduti tra Hamilton e Verstappen in pista e quelli che sono successi tra AMG e RB fuori dalla pista, ci hanno distratto da quello che Ferrari sta mostrando.

Quando si parla di Ferrari si sa, è sempre rischioso, si tocca sempre un tasto dolente, specie in questo suo periodo storico, dove non si vince da tempo immemore il titolo piloti (ormai lo spettro del “ventennio” aleggia sulla testa di ogni accanito appassionato rosso); e soprattutto mai come ora la tifoseria è divisa proprio sulla gestione della squadra.

Eh già, perché il capitano che detta la rotta per la direzione del nuovo corso ferrarista; non è ben voluto da tutti. Sto parlando di Mattia Binotto naturalmente, il quale è reo (soprattutto agli occhi degli acerrimi tifosi), di aver allontanato l’intoccabile tedesco da Maranello. Vettel alla rossa ha dato tanto e questo non è in discussione, eppure quel “tanto” non è stato sufficiente; soprattutto nei riguardi di un indemoniato Hamilton (chiedere a Verstappen per conferma). La sua chance il buon Sebastian l’ha avuta e nonostante tutto, ha avuto anche la possibilità di riscattarsi nel 2019, avendo a disposizione il “motorone” della discordia. Purtroppo per lui, il suo cammino è stato intralciato dalla prima scelta del nuovo corso del buon Mattia; mi riferisco a Charles Leclerc. Il monegasco è stato il primo tassello da parte dal team principal elvetico, per ricostruire dalle sue ceneri la fenice rossa. Binotto sapeva che con il tedesco e soprattutto con il suo faraonico stipendio, non sarebbe arrivato da nessuna parte. Il 2018 purtroppo (errori della squadra a parte), parla chiaro. Binotto sapeva che in Scuderia aveva un cavallo di razza che scalpitava per prendersi la squadra sulle spalle e che difficilmente avrebbe potuto trattenere. L’unico pegno da pagare in questa scelta è quello che ci vuole tempo; perché non si vince dall’oggi al domani. Questo non è stato un problema, perché se venti e passa anni di Ferrari gli hanno insegnato qualcosa, una di queste è stata quella di essere paziente.

Va tanto di moda il famoso hashtag “essere Ferrari”, resta da capire quanto veramente gli appassionati si sentano realmente cosi. Perché se c’è una cosa, che si evince soprattutto dai commenti degli acerrimi tifosi, è quella di mettere le mani avanti e di non avere nulla contro i piloti. Quindi via di meme e sfottò ai danni di Binotto; che si è permesso di violare il dogma Vettel. Eppure a parte le discutibili modalità di allontanamento del costoso ed improduttivo tedesco (in tempo di Covid tutto è giustificabile dico bene?), il buon Mattia ha avuto ragione su tutto.

Mi sembra già di sentire le voci di protesta che gridano “duemila venti!”. Il depotenziamento del famoso “motorone”, rimarrà una pagina tristissima della storia Ferrari. Binotto a riguardo ha le sue responsabilità non si discute eppure; siamo sicuri che è esclusivamente colpa sua? Non si dimentichi chi c’era prima al posto suo e soprattutto, quali lotte intestine ha dovuto ereditare in seno alla Gestione Sportiva e anche a livello manageriale.

Decisioni giuste dicevo, decisioni che si sono rivelate azzeccate a partire dalla scelta dei piloti: Ferrari è l’unica squadra attualmente che non ha “coccolato” il proprio pupillo, proteggendolo e quindi mettendogli un pilota che gli guardasse le spalle e non si permettesse di competere con lui. Carlos Sainz è stata una scelta molto ben ponderata: pilota consistente che anno dopo anno è cresciuto agonisticamente parlando e che dà la carica e lo stimolo giusto al compagno per spingere sempre. Perché è un fatto che LeClerc da il meglio di se sotto pressione. Con un quattro volte campione del mondo accanto al suo box, ha fatto vedere di che pasta è fatto. Con Carlos è battaglia continua in pista e lo si vede dalla classifica, la quale dice che la rossa ha entrambi i piloti che stanno portando punti pesanti alla causa ferrarista. Nel 2020, non era esattamente cosi, nonostante la macchina fosse uguale per entrambi i piloti.

I detrattori potrebbero dire che questa è magra consolazione, perché non si vince nulla e bene che ci vada saremo terza forza. Purtroppo, ribadisco io, non si guarda il concetto più ampio della visione. Essere pazienti comporta anche questo se necessario… e cioè che il nemico ti si avvicini e ti strappi brandelli di carne, facendogli credere di essere inoffensivi. In questo attuale periodo storico della rossa, si guardi da dove si è dovuti partire: è stato preso il progetto 2020 (concepito attorno al “motorone”) e con la spesa di un paio di token (una barzelletta!), è stata messa una pezza qua e la e nel contempo si recuperavano una quarantina di cavalli! In questo contesto nasce l’attuale monoposto. In Spagna la prova del fuoco, infatti se vai bene a Barcellona vai bene ovunque. Detto fatto; Ferrari è la prima degli altri. Certo, c’è stata la debacle francese: Ferrari sta mettendo a punto metodologie di calcolo e di lavoro che si ritroverà in futuro; gli errori meglio farli adesso. Questa attuale Ferrari, ha “rischiato” di vincere due volte con una SF1000 rattoppata… una a Montecarlo ed una seconda volta a “casa loro”. Solo l’indemoniata rincorsa di Hamilton ha rotto l’incantesimo. Non male per una squadra che ha una macchina che solo di motore paga ancora (se ci va bene) una quindicina di cavalli sui diretti avversari, non male per una scuderia di F1 che praticamente lavora con quello che ha.

Perché un altro aspetto che bisogna tenere in considerazione è, che non solo i pezzi pregiati la dirigenza Ferrari li ha mandati tutti via (ancora piango per Allison!); addirittura in quel di Maranello non ci vuole venire nessuno. Gli appassionati, anche quelli più accaniti è bene che si convincano di questo: sono finiti i tempi di Schumacher dove c’era la fila fuori la Gestione Sportiva. I tempi sono cambiati e con le continue defezioni che ci sono state, nessuno si arrischia di avvicinarsi alla rossa in questo momento. L’onere della corona, il fardello che Binotto si è caricato sulle spalle è bello grosso, anche e soprattutto alla luce di quanto ho appena detto. La sua gestione, ha puntato tutto sul regolamento 2022 (spero che la Ferrari che ne verrà fuori, sia più bella della monoposto di presentazione che hanno mostrato a Silverstone), inutile negarlo. Si vincerà? Questo nessuno lo sa. Le speranze sono sempre vive, le aspettative sono sempre alte e purtroppo i lupi travestiti da agnello, pronti a colpire al primo passo falso dell’elvetico team principal; sono sempre dietro l’angolo. Essere pazienti è innanzitutto uno stato mentale; mai come ora. Binotto questo lo sa bene ed in questo momento l’unica cosa che può fare è appunto aspettare. Nel mentre c’è una squadra i cui ingranaggi devono essere ben oleati, due piloti da far crescere in modo che siano pronti per quando sarà il momento (Charles starebbe nelle stesse condizioni di Verstappen se la sua Ferrari valesse la RB16b… si starebbe giocando il mondiale con Hamilton!) e nell’immediato c’è da preparare un GP che potenzialmente è alla portata di questa squadra, di questi piloti e di questa monoposto.

Essere pazienti vuol dire anche saper aspettare il prossimo GP con fiducia, sapendo che la Ferrari di Binotto darà il massimo per portare il risultato a casa.

Vito Quaranta