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F1 2023 – GRAN PREMIO D’ITALIA

Ferrari. Monza. Gran premio d’Italia un anno dopo.

Cosa è cambiato? A conti fatti tanto, in realtà davvero ben poco e, guardando i risultati, in peggio.

Ci si approssima al Gp di casa per la Scuderia e il piatto piange, ma di brutto. Si arriva dall’ennesima scialba prestazione in casa di Verstappen, su una pista che sembra più un esercizio di stile che un luogo dove gareggiare. In Olanda è andata in scena una sintesi della condizione Ferrari del 2023: macchina lenta, piloti tra lo scontento e l’incazzato, strategie ai box ancora insufficienti. Non proprio un bel viatico per il gp di Monza.

immagine da motorbox.com

Nel 2022 c’era ancora Binotto e Leclerc conquistò l’ottava pole dell’anno, riuscendo ad artigliare comunque un secondo posto in una gara finita sotto safety car per l’avaria alla McLaren di Ricciardo. Oggi i tifosi ci metterebbero la firma con il sangue. Non vuole essere un’operazione nostalgia per gli uomini che nel frattempo sono andati via ma la realtà è che dopo un anno regna ancora un discreto caos nella GES, parzialmente mitigato dai continui annunci di acquisizioni di ingegneri da altri team.

Il weekend di quest’anno in quel di Monza vedrà con tutta probabilità una Ferrari in affanno, che non potrà ambire alla lotta per il podio, con l’aggravante che il tutto accadrà sotto l’occhio dei suoi tifosi. Vasseur cerca di gettare acqua sul fuoco parlando di una monoposto completamente revisitata (e ci mancherebbe…) per il 2024 ma ispira davvero poca fiducia. Non è solo colpa sua ma è il pregresso dei regressi, scusate il gioco di parole, a cui ha abituato la Scuderia negli ultimi anni ad abbattere in partenza le speranze di chi sogna una vettura competitiva.

In tutto ciò, fonti ben informate parlano di dati di affluenza quasi da record, con sold out per la gara domenicale e buoni numeri anche per le giornate di venerdì e sabato, nonostante l’aumento dei prezzi e il fatto che il circuito di Monza non è proprio all’avanguardia in  quanto a servizi offerti. E’ davvero il segnale che il pubblico della F1 è cambiato? Sono spariti i “dinosauri”, gli appassionati “veri” per accogliere un altro genere di spettatore, quello interessato più al contorno e al passaggio delle monoposto pur capendo poco di quello che sta succedendo?

immagine da motoremotion.it

I quasi 350mila attesi nel weekend potranno comunque essere testimoni di un evento storico, il decimo successo di fila di Verstappen che così facendo diventerebbe il primo pilota ad aver raggiunto un simile traguardo. Questo potenziale dato, unito a quello di una Red Bull che ha finora vinto tutte le gare della stagione in corso ( più l’ultima del 2022 ad Abu Dhabi), la dice lunga sullo strapotere degli anglo-austriaci e la dice ancora più lunga sulla pochezza e discontinuità dei suoi avversari.

A questo proposito non è un caso che la McLaren, partita in maniera orribile quest’anno, sia riuscita a raggiungere Mercedes, Aston Martin e Ferrari nella lotta al  podio. Le sporadiche incursioni di Alpine poi non fanno che confermare che di sicuro la Red Bull è quella che ha lavorato meglio ma le altre “big” hanno davvero fatto svariati passi indietro lasciando il campo libero ad altri contendenti.

Ecco, senza Red Bull sarebbe un campionato super appassionante ma sarebbe davvero quello che avremmo voluto vedere? Al momento i bibitari sono gli unici a viaggiare sul terrenno dell’eccellenza mentre gli altri affogano in un mare di mediocrità e purtroppo, la prima in questa shame list è proprio la Ferrari.

Addirittura la Williams, antica nobile sul punto di scomparire, si sta ritagliando un posto di tutto rispetto nella lotta per i punti e per le posizioni a ridosso del podio. Sarà l’effetto del budget cap oppure è solo l’effetto dello stato confusionale che attanaglia tanti team, tra cui Mercedes?

immagine da f1world.it

Come già detto ormai i Gp che restano alla fine del campionato, e sono molti, serviranno solo per aggiornare le statistiche del 33 e della Red Bull, quasi un esercizio di stile. Per gli altri sono solo una lunga serie di test per cercare di arrivare pronti al 2024. Ma c’è già chi dice che, considerando il dominio attuale Red Bull, bisognerà aspettare il 2026 con i nuovi regolamenti sui propulsori, per avere un rimescolamento delle carte. Leclerc in questi termini è stato chiaro. Eccesso di pessimismo? Speriamo di no, ma alla fine, se con questo “spettacolo” ci sarà comunque un nuovo record di affluenza a Monza, che senso ha parlare di lotta tra team e di una Ferrari competitiva? Il circus va avanti lo stesso e a gonfie vele, vince il più bravo dentro e soprattutto fuori dai box. Domenicali e Briatore felici. Sipario.

Rocco Alessandro

VERSTAPPEN ANNICHILISCE GLI AVVERSARI IN AUSTRIA. SI RIVEDE LA FERRARI.

Nel gran premio di casa della Red Bull cosa ci si può aspettare di diverso da un Verstappen dominante? Ovviamente nulla, e, infatti, l’olandese la piazza in pole al venerdì, seppur di poco davanti alla Ferrari di Leclerc improvvisamente rinvigorita da una ala anteriore “che la fa volare” (cit.).
Il week-end prevede gara sprint e relativo shoot-out, e questa volta Leclerc non vola, a causa delle condizioni umidicce alle quali non riesce ad adattarsi. E il dominio di Verstappen prosegue, al ritmo di 1 secondo al giro rifilato a tutti, compreso il compagno di squadra Perez sistemato fra curva 3 e 4 dopo aver mandato nell’erba il caposquadra.

La partenza non riserva troppe emozioni, e dopo solo un giro la gara è già neutralizzata a causa dei soliti detriti seminati in curva 1 conseguenti alle battaglie nelle retrovie. 

Si riparte al giro 4, e Verstappen scava subito un solco fra sè e le due Ferrari, con Leclerc davanti a Sainz che si attacca agli scarichi del compagno, facendo notare al proprio box di essere più veloce. A buon intenditor, poche parole, ma a Charles viene comunicato di stare tranquillo perchè non ci sarà battaglia.

Al giro 15 il motore della Haas di Hulkenberg esala l’ultimo respiro, e viene attivata la Virtual Safety car. Questo avviene quando i primi tre sono già transitati davanti all’entrata dei box, e non riescono ad approfittarne subito per un pit-stop a metà prezzo.  I due ferraristi lo fanno al giro successivo, con un doppio pit-stop lento. Leclerc riesce a mantenere la seconda posizione, mentre Sainz sprofonda in sesta e si lamenta con il proprio box per il trattamento ricevuto.

Lo spagnolo inizia a rimontare a suon di giri veloci, e in soli 3 giri si riporta in terza posizione, sverniciando nell’ordine Norris, Hamilton e Perez.

Al giro 21, viene data bandiera bianco-nera ad Hulkenberg, che è fuori gara da diverso tempo.

In questa fase della gara, Leclerc è più veloce di Verstappen, che, infatti, si ferma al giro 25 per montare la gomma più dura e provare ad andare fino in fondo. Leclerc si ritrova così al comando, e l’olandese esce in terza posizione subito dietro a Sainz, ma gli basta un giro per passare lo spagnolo. Che poi si becca pure 5 secondi per avere superato per più di tre volte i limiti della pista.

Al giro 35 Verstappen passa senza alcuna fatica Leclerc e si riporta al comando. Il ferrarista sembra non opporre alcuna resistenza, d’altra parte sa che non può in alcun modo tenere il ritmo, ed è inutile tentare di resistere. E, infatti, dopo il sorpasso tira i remi in barca, vittima di un degrado maggiore di quello preventivato. 

Al giro 47 viene fatto fermare Sainz, e a quello successivo è il turno di Leclerc. I ferraristi si trovano terzo e quarto dietro Verstappen e Perez. Per entrambi è prevista un’ulteriore sosta, che l’olandese compie al giro 50, e il messicano a quello successivo.

La seconda guida Red Bull si ritrova in quinta posizione a pochi secondi da Norris e Sainz, sui quali inizia velocemente a recuperare. Al giro 56 passa agevolmente l’inglese, mentre lo spagnolo gli rende la vita difficilissima e gli  servono 3 giri per guadagnare la terza posizione. Quando ci riesce, ne mancano solo 10 alla fine, e Leclerc è già troppo lontano. 

La gara sembra finita così, con Verstappen comodamente primo, ma all’olandese manca qualcosa. Il giro più veloce è infatti in mano al compagno di squadra, e la cosa non va bene. La squadra accetta di farlo fermare ai box per montare la gomma da qualifica, correndo un rischio sproporzionato rispetto al misero punticino che potrebbe guadagnare. Quando torna in pista, Leclerc è solo a 3 secondi, Max ha il tempo di preparare il giro veloce come se fosse in Q3, perdendo un altro secondo, e poi, ovviamente, piazza la tornata record proprio all’ultimo giro.

Un esempio di arroganza sportiva senza precedenti, per suggellare la 42a vittoria con la quale supera Ayrton Senna nella classifica di tutti i tempi. Al secondo posto un ritrovato Leclerc con l’altrettanto ritrovata Ferrari.  Terzo Perez, che ha raddrizzato una pessima qualifica, mentre Sainz, quarto, può recriminare per la penalità che gli ha fatto perdere il podio. Quinto un ottimo Norris, sesto Alonso, sempre in ombra per tutto il fine settimana, così come le Mercedes di Hamilton e Russell, tornate ad essere una “bad car”, per usare le parole di Toto Wolff. Chiudono la zona punti Gasly e Stroll.

Fra solo una settimana il circus sarà a Silverstone, dove Verstappen potrà continuare il suo dominio e, possibilmente, la Ferrari confermerà di essere ritornata la seconda forza, per farci sperare in una seconda parte del mondiale un po’ più divertente.

P.S. la gestione dei track limits è ridicola. Non dico altro, perchè non è, purtroppo, la cosa peggiore fatta dagli uomini FIA in questo week-end.

P.S. 2 senza Verstappen, il mondiale sarebbe combattutissimo, essendo difficile capire chi è la seconda forza. Prima abbiamo avuto l’Aston Martin, poi si è rivista la Mercedes, e, ora, sembra la Ferrari quella più in forma. E Perez sarebbe in lotta con loro, essendo chiaramente molto inferiore a Max. Ma, purtroppo per lo spettacolo, c’è Max e, forse, stiamo vivendo il dominio più importante della storia della Formula 1. A fine anno faremo i conti, ma la strada è quella.

P.S. 3 chi prevedeva che su un circuito diverso da quello canadese la Ferrari sarebbe tornata a soffrire (anche il sottoscritto) pare abbia sbagliato di grosso. O, forse, si riferiva alla Mercedes. 

F1 2023 – GRAN PREMIO DELL’AUSTRIA

Il mondiale F1 torna in europa per il primo dei quattro appuntamenti che porteranno alla pausa estiva dopo il Gp del Belgio. Vorremmo poter dire che saranno quattro tappe fondamentali per il mondiale e bla bla bla ma ormai, con entrambi i mondiali in ghiaccio e ipotecati dal duo Red Bull/Verstappen, tocca dirottare su altro le nostre (residue) attenzioni.

Cominciando dai padroni di casa, neanche a dirlo, che vorranno a maggior ragione segnare il territorio con una vittoria, magari con doppietta se Perez si riprende dal suo torpore estivo. La RB19 è un’arma totale su ogni pista e, salvo imprevisti, una vittoria lattinara è il minimo che ci si possa aspettare al Red Bull Ring.

immagine da ctcnews.ca

Po vabbè, al solito quel burlone di Marko ciurla nel manico affermando che sarà difficile, la Ferrari (Ferrari!? seriously?!) andrà forte eccetera eccetera… Vorremmo credergli ma su una pista piena di curvoni veloci, in cui le gomme soffrono forti sollecitazioni laterali e il turbo delle PU è messo sotto stress, viene diffcile pensare che la rossa possa avere qualche chance.

Proprio il gp austriaco del 2022 fu l’inizio della fine delle ambizioni Ferrari e l’ultima gioia prima della discesa nel baratro. Leclerc dominò la corsa ma Sainz fece esplodere la sua PU e da qual punto in poi è iniziata l’inesorabile discesa nella mediocrità di una monoposto in difficoltà con PU e carico aerodinamico. Non sappiamo cosa aspettarci dal gp di quest’anno anche se le previsioni non sembrano rosee. Ferrari si presenta con un nuovo fondo provato durante un filming day a Fiorano ma l’incognita più grande viene proprio dalla PU e dalla gestione delle gomme, due grossi handicap della rossa quest’anno. Il circuito di Montreal è un’altra cosa rispetto al Red Bull Ring e la resa della rossa potrebbe essere agli antipodi. Ma ormai non farebbe neanche notizia.

Anche Mercedes si aspetta molto dall’appuntamento austriaco nella valutazione complessiva della W14 versione B. in attesa di un corposo pacchetto di aggiornamenti previsto per la gara di casa di Silverstone, a Brackley dovranno valutare come si comporta la monoposto su una pista da curvoni veloci come il Red Bull Ring e capire se la rincorsa alla Red Bull e alla prima vittoria stagionale sta andando bene.

immagine da racingnews365.com

Intanto tiene ancora banco il rinnovo di Hamilton, quello con cui è un “dispiacere parlare di soldi” (Wolff cit), che sta ponendo delle condizioni al limite del ridicolo (bonus da 15 milioni di sterline per eventuale titolo mondiale aggiunto nello stipendio base anche senza la conquista dello stesso, rinnovo lungo e non 1+1, ruolo di ambassador Mercedes per 10 anni a fina carriera a 20 milioni l’anno…e magari anche una fettina di culo tagliata sottile). Ma si sà che tra amici un accordo si trova.

Aston Martin a parole arriva molto fiduciosa in Austria, convinta che gli ultimi aggiornamenti funzionano e sicura di essere della partita per un bel risultato. Alonso è bello carico e spera che prima o poi quelli davanti abbiano una giornata no per poter tornare alla vittoria che gli manca da un sacco di tempo. Ovviamente l’augurio di tutti è che si possa ripresentare il duello con Hamilton visto in Canada. Sarebbe troppo sperare che possa lottare con il 33 olandese ma chissà…

L’autarchica Alpine cercherà di continuare nel suo momento positivo e la rincorsa per entrare nel ristretto grupppo di chi lotta costantemente per il podio. In tal senso il recente ingresso di capitali grazie alla vendita del 24% delle azioni del gruppo è un ulteriore stimolo a far bene. L’unica pecca è che al momento il suo pilota immagine sia anche quallo più antipatico del circus, in attesa che Gasly ritrovi un pò di vèrve che da tempo gli manca.

Nel gruppetto delle cenerentola svetta senza dubbio la Williams, ormai abituata alla zona punti con Albon. Per continuità e risultati si fa preferire a tutte le altre che, un pò per monoposto davvero scarse un pò per piloti che stanno rendendo pochissimo, non riescono a uscire dalla mediocrità nella quale sono impantanate.

immagine da racingnews365.com

Pirelli porterà in Austria le mescole C3, C4 e C5, le più morbide a disposizione. Un bel banco di prova per squadre come Ferrari che si sono rivelate più volte davvero poco gentili nella gestione del degrado.

Di solito il Red Bull Ring offre delle gare divertenti, con imprevisti e problemi tecnici che aggiungono imprevedibilità ormai sconosciute su altre piste. Ci sarà anche la sprint, per cui molto meno tempo per i team per cercare il setup ottimale delle monoposto. Vasseur ha dichiarato che è stato fatto un gran lavoro al simulatore in previsione di questa gara e si aspetta una SF-23 vincente a breve. Come vorremmo credergli.

*immagine in evidenza da redbullring.com

Rocco Alessandro

VERSTAPPEN SBANCA LA ROULETTE DI MONTECARLO

La settimana intercorsa dall’annullato GP dell’Emilia Romagna al turno più glamour dell’intero campionato è trascorsa all’insegna delle voci, messe in giro come al solito ad arte, di una offerta da 46M€ fatta dalla Ferrari, nella persona nientepopodimeno che di John Elkann, al quasi 8 volte campione del mondo Lewis Hamilton.
Questa volta, il mezzo non sono state le solitamente ben informate fonti nostrane, bensì il Daily Mail, con le fonti stesse che si sono affrettate a smentire. Il che significa che è tutto vero. Ma su questo torneremo nel proverbiale PS.

Le qualifiche confermano i valori visti nelle cinque gare precedenti, con Verstappen che agguanta la pole grazie ad un terzo settore incredibile, davanti ad Alonso che dimostra, come sempre, la metà degli anni che ha. Per il poleman dei due anni precedenti, Leclerc, c’è solo un terzo posto, comunque vicino ai primi due, che diventa però un sesto a causa di una distrazione imperdonabile sua e del suo team, che non l’ha avvisato del sopraggiungere di Norris, al quale ha rovinato il giro veloce.

Partenza senza alcuna emozione, nessuno si prende rischi inutili a parte Stroll che prova due volte a superare un avversario passando sul marcapiede.

Perez, partito ultimo a causa di un incidente in qualifica, si ferma immediatamente per montare la gomma più dura e andare fino in fondo. E inizia a segnare tempi di due secondi più veloci rispetto al compagno di squadra in testa alla gara, il quale sta adottando la strategia più adeguata per chi comanda la gara a Monaco, quella di fare il tappo.

Alonso riesce a stare attaccato all’olandese, mentre Ocon, terzo, dopo 7 giri è già staccato di altrettanti secondi dal leader. Incollato al francese c’è Sainz, che è a sua volta seguito da vicino da Hamilton e Leclerc.

Al giro 11, Sainz tampona Ocon alla chicane del porto, danneggiando una bandella dell’ala anteriore. La cosa però non sembra creargli particolari problemi, e lo spagnolo continua. Subito dopo, il suo connazionale Alonso inizia a lamentarsi di qualcosa che non va sulla sua macchina, e perde diversi secondi da Verstappen. Ma poi ritorna su tempi accettabili, e l’allarme rientra.

Al giro 20 il graining si fa sentire per tutti quelli che montano gomma a mescola media, tranne, ovviamente, Verstappen, che comanda indisturbato con 8 secondi di vantaggio su Alonso.

Il primo dei primi a fermarsi è Hamilton al giro 32. Nel frattempo, Verstappen doppia Perez e si trova bloccato in un gruppo di altri doppiati. 

Subito dopo si fermano Ocon e Sainz, per proteggersi dall’undercut da parte di Lewis, e la strategia funziona perchè le posizioni non cambiano.

Al giro 45 si ferma Leclerc, che stava per essere raggiunto da Gasly. Il monegasco aveva le gomme praticamente finite. Il francese si ferma subito dopo e rimane dietro al ferrarista. 

La pioggia si avvicina, ed è per questo che i primi due, oltre a Russell, al momento terzo, attendono ad effettuare il loro pit-stop. 

E al giro 52 la pioggia arriva sul serio, e di colpo, nella zona del Mirabeau.  Ma piove solo in quel punto, e le condizioni sono quindi difficilissime. Alonso si ferma, ma incredibilmente gli montano gomma media e si deve tornare a fermare al giro successivo. Le due Ferrari non hanno approfittato della situazione, e si ritrovano anche dietro alle due Mercedes. Sainz, autore di un lungo al Mirabeau, è scivolato dietro a Leclerc e a Gasly.

Alonso è infuriato con il suo team, che gli ha voluto montare gomma slick quando lui aveva in realtà chiesto due volte l’intermedia. E sfoga tutta la sua furia in pista, recuperando secondi su secondi a Verstappen, e distanziando velocemente Ocon che si era avvicinato molto.

Ma Max riprende velocemente il ritmo e mette 20 secondi fra se e Nando. E li porta fino alla fine, vincendo un GP di Montecarlo comandato con classe dall’inizio alla fine. Lo seguono Alonso, che può giustamente recriminare per quell’inutile pit-stop, Ocon, parso in grande forma fin dalle qualifiche, Hamilton, Russell, Leclerc, Gasly, Sainz e le due McLaren di Norris e Piastri.

Incredibilmente, nonostante le condizioni difficilissime, non c’è stata alcuna safety car, e nemmeno virtual safety car, il che la dice lunga sulla prudenza che ormai tutti i piloti adottano, vuoi per non rischiare di erodere il budget cap, vuoi per non rischiare punti sulla licenza.

Il mondiale si era già chiuso a Miami, quindi la vittoria di Verstappen cambia poco, mentre prende vita la lotta per il secondo posto, con Perez rimasto a secco e Alonso al quinto podio su cinque gare.

Fra una sola settimana si correrà a Barcellona, la pista più indicativa per misurare il valore delle monoposto, e anche la prima pista “normale” di questo campionato. Là misureremo il vero valore degli aggiornamenti portati nel Principato dalla Mercedes, e anche quanto c’è di vero nei proclami di recupero della Ferrari, che hanno ormai assunto la dimensione della barzelletta.

P.S.
E’ abbastanza chiaro che le voci citate in premessa fanno comodo a tutti i convolti. Alla Ferrari, che fa vedere che è disposta ad impegnarsi anche economicamente per cambiare qualcosa e uscire dalla tristissima situazione attuale (ma è bene ricordare che nel 1996 oltre al campionissimo servì portare in blocco tutto il team). Sempre alla Ferrari, che così spiega al suo giovane campione monegasco che non è indispensabile. E ad Hamilton che può alzare il prezzo per il rinnovo con la Mercedes, la quale, avendo Russell in squadra, e potendo mettere le mani su Leclerc o Norris, non è probabilmente molto propensa a spendere un sacco di soldi per un campione ormai a fine carriera.

P.S. 2
E’ altrettanto abbastanza chiaro che la Ferrari è nel caos più completo. Oltre ad essere totalmente fuori luogo i proclami del giovedì (“siamo in grado di correre per pole e vittoria”), visto che la Ferrari oggi è stata non la terza, nemmeno la quarta, bensì la quinta monoposto in pista, quando si è presentata l’occasione di azzardare qualcosa, il box ha dormito clamorosamente, come già ieri in qualifica, e ci si è messo pure Sainz allungando la lunga lista di errori commessi da quando è in Ferrari. E’ evidente che così non si va da nessuna parte, e quella che si prospetta è una stagione forse ancora peggiore del disastroso 2020. Se Hamilton vuol fare la fine che fece Prost ad inizio anni novanta, sicuramente quella di trasferirsi alla Ferrari è la scelta giusta.

F1 2023 – GRAN PREMIO DI MONACO

Con ancora le terribili immagini delle inondazioni nelle terre romagnole che purtroppo ci accompagnano, è già ora per il Gp più mondano (e tecnicamente inutile) del calendario F1, il Gp di Monaco.

Ogni anno sempre la stessa litania: passerella per i ricchi e famosi, inutile carosello di monoposto, ormai un pezzo di antiquariato ecc ecc ma alla fine è sempre uno degli appuntamenti più attesi dell’anno, fosse anche solo per il perverso piacere di vedere il o i piloti della scuderia che ci stanno sul gozzo andare eventualmente a muro e fare la figura dei pirla.

In ogni caso questo GP porta una serie di notizie non banali, alcune reali, altre fuffa da clickbait.

Cominciamo con la Mercedes che si presenterà a Monaco con una nuova W14, abbandonando per sempre il concetto delle “pance zero” che sulla carta garantiva miracoli, in pista invece risate da parte dei loro competitor.

Una monoposto ampiamente rivista che dovrà essere la base per un nuovo attacco all’iride nel 2024, prendendo questo 2023 in pratica come una lunga serie di test.

immagine da planetf1.com

Come mai portare così tante novità su una pista “inutile” come il cittadino di Monte Carlo? In effetti sarebbe stato più logico rimandare tutto al prossimo Gp, sulla pista da test per eccellenza, il circuito del Montmelò. Invece Wolff e soci, non potendo contare sul circuito di Imola, hanno deciso comunque di svelare la W14b.

Come ha fatto notare già qualcuno potrebbe essere la mossa di chi è arciconvinto di avere una monoposto più veloce della precedente (non si era detto lo stesso per la W13/14 zero sidepod?!) oppure la mossa disperata di chi è arrivato all’ultima spiaggia.

Più banalmente viene da pensare che a Brackley abbiano pensato di iniziare da subito a testare le nuove soluzioni anche se su un tracciato poco rappresentativo. Guadagnare tempo, dati e comparazioni per farsi trovare più pronti possibili al 2024. Bene, io non lo glielo auguro.

Altra notiziona che però sà molto di fumo e ben poco di arrosto sono le trattative in corso tra Hamilton e Ferrari per l’approdo dell’epta a Maranello nel 2024. Cifre in ballo? La miseria di 40 milioni di pound per il quasi quarantenne Hamilton.

immagine da formula1.it

Anche in questo caso la logica imporrebbe due ragionamenti banali:

1. è il caso di investire una cifra monstre su un pilota certamente veloce ma che ormai si avvia al crepuscolo della sua carriera e che per di più quest’anno e quello appena trascorso ha fatto una gran fatica con il suo team mate Russell?

2. non sarebbe in caso di investire quei dindini in risorse umane in grado di saper fare di conto e cercare di migliorare una platea di tecnici di cui la GES sembra avere un gran bisogno?

Ora, capisco che in Ferrari la logica è un concetto alquanto aleatorio e flessibile e che la mission conclamata dei suoi vertici è fare i giri veloci in pista (semicit.) ma questa di Hamilton in rosso assomiglia molto al giudizio fantozziano della famigerata corazzata. Sono sicuro che in Ferrari sapranno stupirci anche questa volta.

Terza notizia dai risvolti ben più importanti è l’accordo Honda-Aston Martin a partire dal 2026. Gran colpo per il più capace della famiglia Stroll che si assicura la partnership con chi ha la migliore PU della F1 attuale. A questo punto sognare il grande obbiettivo non è più un miraggio.

immagine da formula1.it

In Honda si ritroveranno l’uomo del “GP2 engine” ma hanno già dichiarato che non hanno nessun problema con Alonso, il tutto mentre lucidavano meticolosamente una katana…

Battute a parte è una gran notizia anche per l’asturiano che dovrà cercare di mantenersi atleticamente giovane fino a tale scadenza. Al momento non sembra essere un grosso problema.

Per il resto, poco da dire sul Gp se non che la gara, al solito si deciderà al 99% con la Q3 del sabato. Chi fa la pole ha un piede e mezzo sul gradino più alto del podio, a meno di trovare la pioggia che renderà il tutto un pò più incerto e di sicuro il serpentone di auto molto più lento.

In Ferrari hanno rimandato il corposo pacchetto di aggiornamenti al GP di Spagna, in modo da posticipare di almeno una settimana la possibile delusione. All in su Leclerc e i suoi giri di qualifica sempre che non esageri e la picchi a muro malamente come già successo. Sappiamo bene che anche in caso di pole non è detto che la Domenica si riesca a schierarsi normalmente in griglia quindi vedremo cosa riuscirà a tirare fuori il monegasco che, a dire il vero, sulle strade di casa è piuttosto sfigatello.

Per Red Bull invece la prima seria possibilità di perdere un Gp. Basta una bandiera in Q3 al momento sbaglaito , una minchiata varia ed eventuale ed ecco che ti ritrovi a guardare gli scarichi di quello davanti per 78 giri. Non riusciranno a sfruttare appieno la magia del loro DRS ma in ogni caso restano i favoriti per la gara.

immagine da astonmartinf1.com

Aston Martin ha una grande possibilità, considerando le caratteristiche della sua monoposto. Per Alonso potrebbe trattarsi di una occasione unica in questo 2023 per cercare di rivincere dopo ben 10 anni, una cosa che ha del fantascientifico. Di sicuro si tratterà della qualifica potenzialmente più emozionante dell’anno.

Nel caso dovesse succedere sarebbe una gran bella storia, di sicuro una storia che agli “ammerigani”, così affezionati alla retorica dei ritorni vincenti a dispetto delle avversità e dei pronostici non favorevoli, piacerebbe molto. E onestamente anche a noi.

*immagine in evidenza da gascommunity.com

Rocco Alessandro