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F1 2020 – GRAN PREMIO DI SPAGNA

E’ bastata una gara storta da parte della Mercedes per dare fiato alle trombe di un campionato “riaperto”. Con queste (false) aspettative supportate dai media si arriva alla terza gara consecutiva e alla sesta complessiva del mondiale 2020.

Si arriva al circuito Barcellona che è un pò come la “casa lontano da casa” per gli anglotedeschi: nell’era ibrida 5 successi e un solo passaggio a vuoto nel 2016 quando Rosberg e Hamilton giocarono all’autoscontro.

Il circuito del Montmelò è un vero banco prova per le varie vetture, tanto da essere considerato dagli addetti ai lavori una vera e propria “galleria del vento” su pista. Proprio per questo motivo solitamente chi è veloce su questa pista lo è anche su molti altri tracciati del mondiale.

Il motivo di questa grande importanza per i costruttori è da attribuire ai tre settori che presentano caratteristiche piuttosto diverse tra loro; il settore 1, infatti, è formato dal lungo rettilineo del traguardo, una esse e un curvone verso destra entrambi molto veloci da percorrere quasi in pieno, almeno a serbatoi più scarichi; il settore 2 è composto da una serie di curve (due a 180°, una curva verso sinistra in dislivello e una curva veloce verso destra che si percorre in pieno (sempre a serbatoi scarichi); l’ultimo settore, il famosissimo “terzo settore”, incubo dei Ferraristi ormai da anni, è contraddistinto da curve lente e una sola curva veloce verso destra (che porta sul rettilineo principale). Serve quindi una gran potenza sul rettilineo (non necessariamente con punte di velocità altissime), un elevato carico (ecco a cosa serve la potenza) e un ottimo telaio, con una meccanica agile in entrata di curva e piantata a terra in uscita.

Charles Leclerc (MON) Ferrari SF1000.
Formula One Testing, Day 2, Thursday 20th February 2020. Barcelona, Spain.

Dal punto di vista degli pneumatici, alla luce di quanto appena descritto, è un circuito piuttosto neutro, forse leggermente front limited, ma in ogni caso, al netto delle differenze progettuali tra le monoposto, non è una pista che necessita di evidenti assetti “protettivi” sul consumo: bisogna essere efficaci sia sull’asse anteriore che su quello posteriore, solitamente prediligendo assetti più morbidi per agevolare il grip nel terzo settore senza soffrire troppo il rollio e sfruttare il carico aerodinamico (chi può) per avere stabilità nei curvoni veloci.

Per quanto riguarda l’usura dei freni non è un problema (rientra nella categoria dei circuiti mediamente impegnativi per i freni, come Austria e Ungheria), ma le forti decelerazioni (la più dura è quella alla curva 10 in cui i piloti arrivano a 328 km/h e azionano i freni per 3,04 secondi, con carico sul pedale del freno di 201 kg e decelerazione di 5,4 g) e le elevate temperature che si aspettano questo weekend spingono i team a varie soluzioni di dischi per migliorare la dissipazione del calore. Grazie ai dati fornitici da Brembo (che ringraziamo), sappiamo che ciascun pilota può optare fra sei diverse soluzioni di dischi anteriori: c’è l’opzione medium cooling con 800 fori, high cooling con 1.250 fori e very high cooling con 1.480 fori. Per ciascuna di queste è disponibile anche l’opzione con lavorazione sul diametro esterno, il cosiddetto “groove”. Nel caso del very high cooling i fori sono disposti su 7 diverse file, nell’ipotesi intermedia su 6 file e nella restante su 4 file: misurano 2,5 millimetri di diametro l’uno e vengono realizzati, uno alla volta, da un macchinario di precisione. Per completare i fori di un singolo disco sono necessarie dalle 12 alle 14 ore di lavoro ininterrotto. La tolleranza di lavorazione è di soli 4 centesimi.

Cortesia di autosprint.corrieredellosport.it

Ora, è difficile pensare ad una replica della gara della scorsa settimana, con una Mercedes che sembra aver più peccato di eccessiva sicurezza piuttosto che avere una problema reale di competitività in determinate condizioni.

Wolff si è affrettato a dichiarare che hanno capito i motivi dei problemi di blistering e quindi sono pronti per il caldo della catalogna. Insomma, i veri problemi per Wolff sono altri, quelli che si presentano al tavolo delle trattative per la firma del Patto della Concordia, e in parte alla querelle sul caso “copygate” che vede coivolta la Racing Point e di conseguenza Mercedes.

immagine da oasport.it

Se la deadline per la firma del Patto è stata posticipata di una settimana, proprio per avere più tempo per mettere tutti d’accordo (per tutti si intende Ferrari e Mercedes), il caso “copygate” si è gonfiato e sgonfiato come un palloncino, dato che, come i dieci piccoli indiani di Agata Christie, a tenere duro nell’appello alla decisione della Fia sono rimaste solo Renault e Ferrari.

Ritirati tutti i team che inizialmente avevano preso parte alla protesta e che montano tutti una PU Mercedes o in procinto di utilizzarla, ovvero Williams e McLaren. Ci sta tutto, non si pestano i piedi a chi ti dà una mano a continuare a competere in F1, ma a questo punto c’è da chiedersi sul perché abbiano inizialmente deciso di unirsi a Renault e Ferrari.

Queste ultime continuano la loro protesta che vedrà l’epilogo al tribunale internazionale della Fia. L’impressione è che la Fia voglia proseguire su una linea “soft” nei confronti di Racing Point e di non prendere in considerazione di punire in qualsiasi modo la Mercedes.

immagine da newsabc.net

Ferrari cerca di recuperare “peso” politico facendo la voce grossa in questa protesta ma probabilmente dovrà accontentarsi di aver lanciato solo un avvertimento ai concorrenti anglotedeschi. Doveroso ma troppo poco e troppo debole.

Red Bull, zitta zitta, manda avanti gli altri team e cerca di capire cosa di buono può venire fuori per se stessa dalla vincenda, in tema di rapporto simbiotico con Alpha Tauri. In caso di nulla di fatto avrebbe via libera a fare dell’ex Toro Rosso una vettura gemella della Red Bull della casa madre.

Verstappen punta affinché ci sia un gran caldo al Montmelò che possa mandare in tilt nuovamente le Mercedes. Difficile che possa capitare per due volte di fila ma sarebbe già un ottimo inizio per loro.

Ferrari è in costante ricerca d’autore in questo periodo, sia in pista che ai tavoli della Fia. Incassata una ottima prestazione, viste le premesse, con Leclerc a Silverstone cerca di ripetere l’exploit in Spagna pur senza portare aggiornamenti e sperando solo che la monoposto reagisca positivamente alla temperature elevate previste. Per il desaparecido Vettel invece un nuovo telaio, che suona come un contentino per un pilota che è sempre più un corpo estraneo all’interno della squadra. Forse una fermata anticipata in questa stagione per poi ripartire nel 2021 più centrato non sarebbe una cattiva idea.

Ai tavoli FIA la situazione è alquanto interessante: La Formula 1 e la Federazione Internazionale stanno dichiarando ‘guerra’ al party-mode, la mappatura estrema che aumenta notevolmente le prestazioni in qualifica. L’obiettivo è quello di mettere fine agli escamotage messi in atto dai motoristi per aggirare il regolamento; certamente la meno colpita sarebbe la Ferrari, già “beccata” (o vittima di una imbeccata, dipende dal punto di vista) nel 2019 e disarmata per questo 2020. La più colpita sarebbe la Mercedes, con Helmut Marko che stima il vantaggio in Q3 dai 7 decimi ad 1 secondo al giro. I team sono stati informati dalla FIA che le nuove restrizioni saranno messe in atto dal Gran Premio del Belgio: ennesimo scellerato cambio in corsa per ravvivare un mondiale finito o Ferrari inizia a battere i pugni e inizia ad ottenere la par condicio?

McLaren si è un po’ smarrita dopo le ottime prestazioni iniziali. Soffre soprattutto sul passo gara e intorno a loro i concorrenti sembrano aver fatto un passo avanti che loro non hanno compiuto. La gestione del caldo al Montmelò sarà cruciale anche per loro.

Racing Point rimane con la spada di Damocle del caso “copygate”. Una stagione strana per la futura Aston Martin, data come protagonista del mondiale che non sta rispettando le attese di un potenziale maggiore di quanto visto in pista e coinvolta in una querelle legale in cui è ormai palese si scontrano interessi ben più grandi di loro. Una nota positiva c’è ed è il ritorno di Perez che, guarito dal coronavirus, può tornare in squadra e correre il GP di Spagna.

Williams e Alfa Romeo sono destinate a non lasciare il ruolo di cenerentole dello schieramento. Un peccato per due piloti come Russell e Raikkonen che avrebbero molto da dire con monoposto più competitive.

*immagine in evidenza da pekintours.com

Rocco Alessandro & Chris Ammirabile

UN CAPOLAVORO DI VERSTAPPEN ROMPE L’EGEMONIA MERCEDES

C’è un record che è sempre sfuggito alle squadre dominanti: quello di vincere tutti i GP di una stagione. Lo mancò per poco la McLaren nel 1988. Non ci riuscì la Ferrari con le stratosferiche F2002 e F2004. Non ci è riuscita fino ad ora la Mercedes nell’era ibrida, pur forte di una superiorità mai vista in precedenza.

E non ci riuscirà in questa anomala stagione 2020, dove quella superiorità è ancora più accentuata al punto da sembrare figlia di un preciso diktat arrivato dall’alto, quello di distruggere gli avversari, i quali peraltro hanno fino ad ora cercato in tutti i modi di farsi del male da soli. Ma oggi non ci sono riusciti, e Verstappen, grazie ad una gara magistrale supportata da una strategia aggressiva, ha impedito ai tedeschi di rimanere imbattuti quest’anno.

Qualifiche senza sorprese, a parte Bottas in pole e il rientrante Hulkenberg in terza posizione. Che dura però poco, perchè alla partenza si ristabiliscono le gerarchie con Verstappen ad inseguire le due Mercedes, il cui ordine viene mantenuto da un Bottas stranamente più aggressivo del solito. Dietro, un Vettel parso sull’orlo di una crisi di nervi si prodiga in un mezzo testacoda e riparte ultimo.

Ma le due ex frecce d’argento questa volta non volano via, perchè dopo soli 5 giri appare il temutissimo blistering. Per questa replica del GP a Silverstone la Pirelli ha portato mescole più morbide, ma, soprattutto, ha alzato le pressioni, e questo pare avere reso la W11 una parente delle prime monoposto uscite da Brackley dopo l’acquisizione Mercedes, le quali, come si ricorderà, avevano la simpatica caratteristica di mangiare le gomme posteriori, risolta solo con un legalissimo test in incognito a Barcellona nel maggio 2013.

E così al giro 12 Max raggiunge Lewis, che, qualche tornata dopo, effettua il suo primo pit-stop, preceduto dal suo compagno di squadra. Ma mentre Bottas riesce ad uscire davanti a Leclerc, lui sarà costretto a superarlo, perdendo secondi preziosi.

L’alfiere della Ferrari, nonchè l’unico in grado di salvare la baracca rossa, si fermerà al giro 19 per quella che sarà la sua unica sosta.

Verstappen, unico a partire con la mescola più dura, continua a girare su ottimi tempi, addirittura sugli stessi che fanno segnare le due Mercedes con gomme nuove. Questo perchè il blister fa nuovamente la sua comparsa molto presto, in particolare sulla macchina di Hamilton.

Max rientra al giro 26 per montare la mescola di media durezza, ed esce subito dietro a Bottas, che riesce a superare dopo solo due curve riportandosi al comando. Nel frattempo Leclerc va fortissimo e segna il giro piú veloce, con una prestazione insospettabile dopo i long-run di venerdì.

Al giro 33 entra nuovamente Bottas, e in Red Bull decidono di copiarne la strategia facendo fermare anche Verstappen, e mantenendolo così davanti al finlandese.

Ma Hamilton, tornato al comando, e seppur in preda al blister, sembra non volersi fermare, e inizia un conciliabolo con il suo ingegnere di pista, il quale riesce a convincerlo a fermarsi a 10 giri dalla fine. All’uscita si ritrova dietro a Leclerc, il quale, nel frattempo, si è avvicinato a meno di 2 secondi da Bottas.

Lewis impiega pochissimo a raggiungere Charles, e lo supera in maniera imperiosa buttandosi alla caccia del compagno di squadra, che riuscirà a superare a 2 giri dalla fine. Ma Verstappen è ormai irraggiugibile.

La gara si conclude così con la nona vittoria di Verstappen, davanti ad Hamilton e  Bottas, con le gomme nuovamente malconce, e ad un sorprendente Leclerc (considerata la SF1000). Al quinto posto Albon, arrivato ancora una volta molto distante dal compagno di squadra, al sesto Stroll seguito dal rientrante Hulkenberg, al quale è stata appioppata una incomprensibile terza sosta a pochi giri dalla fine. A chiudere la zona punti Ocon, Norris e Kvyat.

Gara al di sotto delle aspettative per Gasly e Sainz, ma soprattutto per Vettel e Ricciardo, entrambi autori di errori di guida da principianti.

Aspettative rispettate invece per Haas, Williams e Alfa Romeo, buone solo per far numero.

Fra una sola settimana si corre a Barcellona. Oggi si è visto che la Mercedes può andare in difficoltà anche in pista, dopo che, venerdì, è stata messa in difficoltà dalla sentenza contro la Racing Point, che ha alimentato i sospetti di complicità da parte dei tedeschi i quali, secondo Binotto, “avrebbero passato i compiti”. Con Wolff sempre più polemico per via del Patto della Concordia, non ci sarebbe da stupirsi troppo se nelle prossime gare Pirelli alzasse sistematicamente le pressioni. Potrebbe essere il modo per far sudare un po’ ad Hamilton l’eguagliare gli ultimi 2 record che ancora detiene Schumacher (quello del numero totale di podi l’ha eguagliato oggi). C’è da giurare che l’idea non dispiacerebbe nemmeno a Lewis.

P.S. Correva l’anno 1991, e un Prost delusissimo dall’aver corso tutta la stagione con una vettura buona giusto per il quinto posto, dietro Williams e McLaren, si lasciò scappare con i giornalisti qualche giudizio un po’ più tagliente del solito, che fu ovviamente esagerato e costituì la scusa per allontanarlo all’istante. Oggi qualcuno ha paragonato le dichiarazioni di post-gara di Vettel a quelle del Professore, ma ci sono alcune importanti differenze: il francese non faceva errori quasi ad ogni gara (a parte lo scivolone nel giro di ricognizione ad Imola), e, soprattutto, non aveva il suo compagno di squadra che correva in un’altra categoria. E, inoltre, non voleva abbandonare la Ferrari, ma stava cercando di tenerla insieme. Sebastian, invece, sembra sempre più un corpo estraneo, e, potrebbe non essere da escludere una sostituzione anticipata. Sperando che il sostituto non sia Giovinazzi, le cui prospettive sarebbero più o meno le stesse di Capelli all’epoca.

* Immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing

FORMULA 1 70th ANNIVERSARY GRAND PRIX 2020

Consegnato agli annali il GP di Gran Bretagna 2020, la F1 si ritrova a festeggiare i suoi 70 anni ancora sul tracciato di Silverstone così come nel 1950. Allora a tagliare per primo il traguardo, dopo i 70 giri del Gran Premio, fu Nino Farina su una delle Alfa Romeo “Alfetta” Tipo 158 al via, guidate inoltre da piloti d’eccezione come Juan Manuel Fangio, Luigi Fagioli e Reg Parnell. Il weekend fu caratterizzato da un incredibile dominio: quattro Alfa nei primi quattro posti. In gara solo uno sfortunato guasto alla lubrificazione del motore della vettura di Fangio non permise all’Alfa di confermare il poker delle qualifiche. Nino Farina inoltre realizzò anche il giro veloce della gara compiendo così anche il primo hat trick della storia della F1.

Comparazione tra il 1950 e il 2020. Grazie a Pirelli per l’immagine

Dopo 70 anni la F1 è cambiata nella forma, nella grandezza, nelle performance, nella sicurezza ma non certamente nella sostanza: c’è sempre un team che domina incontrastato, oggi la Mercedes, la quale, tra l’altro, nonostante i regolamenti non permettano di portare più di due vetture come agli albori, ha in pista in questo 2020 quattro vetture quasi come l’Alfa Romeo in quel 13 maggio del 1950. Un’altra cosa è certamente cambiata: la carica emotiva degli appassionati per i Gran Premi di questa stagione non è più così grande come (immagino) nel 1950: colpa del coronavirus, colpa di un campionato stravolto nel numero e nelle tappe, colpa dell’assenza dei tifosi nelle tribune, colpa di un dominio anglo-teutonico che non solo non si arresta ma continua ad accrescersi sia nelle prestazioni sia nel potere politico.

2020 British Grand Prix, Saturday – Copyright: © LAT Images for Mercedes-Benz Grand Prix Ltd

Finora la W11 si è mostrata, nel confronto con i competitors, la miglior vettura in assoluto: aerodinamica, motore, telaio, tutto. Tanto da far scomparire (unica nota positiva) la tanto amata (sic) “classifica dei telai” che per anni ha accompagnato le discussioni nei bar tra competenti appassionati al decimo shot di superalcolico in compagnia (immagino per dimenticare) oppure in qualche rinomato blog i cui frequentatori, ipotizzo, sono gli stessi. In ogni caso a Silverstone, come da copione, la Mercedes ha martellato sia la concorrenza (tanto in qualifica quanto in gara) al ritmo di 1 secondo al giro, sia le gonadi dei Tifosi davanti alla TV (opinione personale), sia la carcassa delle Pirelli finché non hanno ceduto, regalando zero punti al “por’omo” Gualtiero (comunque fresco di rinnovo per il 2021) e la vittoria a Lewis, grazie anche ad uno spettacolare e fortunatissimo ultimo giro su tre ruote.

Hulkenberg su Racing Point. Grazie a FormulaPassion.it

Non pervenuta, invece, la copia-non copiata (grazie all’occhio sempre vigile del mitico Tomb) rosa, alle prese con tante sventure: Perez improvvisamente positivo al Covid-19 e quindi richiamato Hulkenberg ancora in pigiama (ma coi capelli sistemati) per una sessione al volo di simulatore e subito in pista per le FP; nemmeno il tempo di prendere coscienza di guidare finalmente una Mercedes che questa fa le bizze e non parte per il GP. Tutto in mano a Stroll che non va oltre il nono posto. Insomma, la “ferrarite” in questo weekend colpisce la Racing Point (futura “Aston Martin”) e aumentano le conferme che il “portatore” in terra albionica sia proprio Vettel, ormai prossimo all’annuncio grazie alla regia di Toto Wolff (che però non gli offre il posto in Mercedes, furbacchione).

Brake Ducts. Grazie a motorsport.com

La Renault nel frattempo continua la sua battaglia alla Don Chisciotte, ora coadiuvata da un team sempre duro nelle battaglie politiche, cioè la Ferrari, contro la RP e la FIA per capire come si fa a copiare con una semplice macchina fotografica. Sotto pressione il DT Andy Green rivela che ha acquisito i progetti dei freni prima dell’ingresso di tali componenti all’interno dei “listed part”, acquistandoli prima del 2019, quindi in pieno rispetto del regolamento. Il problema è come copiare il resto ma, probabilmente in Mercedes c’erano i saldi di fine stagione.

GP GRAN BRETAGNA F1/2020 – VENERDÌ 31/07/2020 credit: Scuderia Ferrari Press Office

Parlando di Ferrari, possiamo dire che è ufficialmente iniziata la (pre) stagione dei test in pista. La SF1000 si presenta completamente scarica con le ali di Monza per sopravvivere a metà classifica e, nello stesso tempo, provare a capire qualcosa della nuova filosofia aerodinamica che dovranno necessariamente seguire per il 2021. Ormai il rake, secondo la FIA, non va più di moda e Ferrari (e Red Bull) devono farsene una ragione. La prima sembra averlo capito, la seconda decide di iniziare con la tiritera dei sospetti verso gli italiani (rei di essere stati ad un solo decimo in qualifica) anziché rendersi conto che i regolamenti cambiano ancora ma non nel senso giusto. Masochisti.

La SF1000 al filming day. Foto motorsport.it

In Ferrari, tra un weekend e l’altro, hanno svolto anche un filming day (senza novità sulla vettura) per continuare a provare qualche setup e (magari) trovarne uno buono per Vettel. Come sappiamo ormai da anni, al tedesco non piacciono le vetture scariche, instabili e lente mentre al suo compagno sì (sic), tanto da ottenere un miracoloso quarto posto in qualifica e podio in gara, ricordandomi l’Asturiano del quinquennio 2010-2014 quando era alle prese con vetture simili alla SF1000. Se si aggiunge anche l’aver girato pochissimo in Prova Libera per alterne sventure e gomme Soft in partenza, si spiega l’opaca prestazione. C’è chi ha gridato al complotto, per fortuna smentito dallo stesso Vettel grazie alla sua proverbiale onestà. Si sa, purtroppo non tutti i piloti hanno i tifosi (per fortuna solo alcuni) che si meritano.

Foto REUTERS

McLaren, nonostante la foratura per Sainz, anche a Silverstone si conferma in lotta con Renault e Ferrari per il centro gruppo. E per questo GP nomina Paul di Resta come eventuale sostituto nel caso in cui uno dei titolari risulti positivo al Covid. Non certo una scelta come quella di RP, ma è poco probabile comunque che ci sia un nuovo positivo senza trasferte.

Menzione speciale per la Williams, 12esima con Russell e 15esima con Latifi, in lotta con la Haas e Alfa Romeo. Le due motorizzate Ferrari ormai sono stabilmente nel nuovo gruppo che lotta per il Q2 e non si vedono speranze per il futuro, nonostante Kimi sottolinei come basti un setup azzeccato per essere più avanti. Mica poco.

Foto F1.com

Nota tecnica riguardo la pista: a seguito delle numerose forature di domenica scorsa (che a Silverstone iniziano a diventare frequenti), la Pirelli ha dichiarato che è avvenuto per varie concause: un utilizzo eccessivo delle mescole da parte dei team e un interessante particolare: il cordolo in uscita dalle Becketts, quello che dalla 13 porta alla 14, è stato accorciato quest’anno e diversi piloti erano orientati a toccare la ghiaia. Per questo motivo il circuito di Silverstone si è messo all’opera per modificare il cordolo in vista del prossimo weekend, tornando alla configurazione 2019 e quindi allungandolo così da prevenire problemi analoghi. Le mescole più soffici (C2-C3-C4), però, non saranno d’aiuto in questo senso: i team dovranno necessariamente fare più soste. Saranno disposti?

Chris Ammirabile

 

HAMILTON FORA E VINCE IL GP PIRELLI DI INGHILTERRA

50 giri di noia o poco più. Poi, per fortuna, le gomme iniziano ad esplodere, e ci regalano uno dei finali più emozionanti di sempre. Questo è stato il GP Pirelli di Gran Bretagna 2020.

Le premesse erano quelle di un caldo pomeriggio di noia. Prima fila Mercedes, gli altri ad oltre un secondo, con l’ormai terzo fisso Vestappen, ed un miracoloso Leclerc a portare una pessima SF1000 in seconda fila, col compagno di squadra anonimo decimo.

Partenza con poche emozioni, con le due Mercedes che scappano, e qualche scaramuccia dietro. Magnussen prova a movimentare un po’ la situazione, chiudendo Albon senza pietà dopo avere commesso un errore (ma la colpa sarà attribuita al thailandese), e finendo contro le barriere. Prima Safety Car che rimane in pista per ben 4 giri. Ma poi la musica non cambia, le due Mercedes volano, Verstappen resta a distanza, e Leclerc mantiene senza troppa fatica la quarta posizione.

Dietro si forma un trenino caratterizzato da qualche duello interessante, favorito da una pista che, come si è visto gli anni scorsi, consente alle macchine di viaggiare affiancate anche nelle curve.

Al giro 13 Kvyat distrugge la sua AlphaTauri, probabilmente a causa di una foratura, ed esce di nuovo la SC. Ne approfittano tutti per fermarsi e montare le gomme dura con le quali arrivare fino in fondo.

Tutti tranne Grosjean, che riesce così a rimanere in quinta posizione dietro a Leclerc.

Ancora una volta le operazioni di sgombero vengono effettuate con molta calma, e la gara riparte dopo cinque giri. E, ancora una volta, nessuna emozione, se non una scaramuccia fra Sainz, Ricciardo e Norris, con l’inglese che riesce a sopravanzare l’australiano.

Le due Mercedes distanziano facilmente Verstappen e Leclerc, con quest’ultimo che paga 1 secondo al giro alle macchine anglo-tedesche, e fatica a scrollarsi di dosso Grosjean. Va peggio al suo compagno tedesco, che naviga a metà classifica e deve preoccuparsi di tenere lontano Giovinazzi con la Sauber. Una situazione talmente paradossale da non potere nemmeno essere immaginata solo due anni fa.

Non succede più nulla fino a due giri dalla fine, quando a Raikkonen, ultimo dei piloti ancora in gara, collassa l’ala anteriore, facendogli seminare detriti. Subito dopo, ma non è detto sia a causa di questi, Bottas buca la gomma anteriore sinistra, la più sollecitata su questa pista. Il finlandese deve farsi quasi tutto il giro su tre ruote. Finirà undicesimo.

Subito dopo tocca a Sainz, fino a quel momento ottimo quinto. Verstappen si ferma per quello che sembra essere un pit-stop precauzionale, mossa più che logica considerando che la seconda posizione era comunque garantita. Ma come esce dai box, anche ad Hamilton cede la gomma anteriore sinistra. E’ l’ultimo giro, e Lewis deve coprirne più di mezzo a velocità ridotta. Il vantaggio accumulato sarà comunque sufficiente per vincere la gara, con Max che lo raggiungerà troppo tardi.

Leclerc completa un week-end miracoloso finendo terzo e regalando alla Ferrari un podio francamente impensabile alla vigilia. Dietro di lui Ricciardo riesce a superare in extremis il sempre ottimo Lando Norris, e un arrembante Ocon, autore di una buona gara, così come il suo connazionale Gasly, arrivato settimo e speranzoso di potere tornare in Red Bull per sostituire Albon, arrivato ottavo e autore di una buona rimonta in un week-end molto sfortunato per lui a partire dalle qualifiche. Al nono posto Lance Stroll con una Racing Point oggi non all’altezza, e al decimo uno scialbo Vettel, che ha difeso il punticino dall’attacco di Bottas che lo ha raggiunto proprio nelle ultime curve.

Fuori dai punti le tre peggiori squadre di questo inizio di campionato, e cioè Haas, Sauber e Williams. 4 motori Ferrari, non è un caso.

Fra solo una settimana ci sarà, sempre a Silverstone, il GP del 70° anniversario. Stessa pista, ma gomme di una gradazione più morbida. Stando a quello che si è visto oggi, ci potrebbe essere da divertirsi. Possibilmente per più di 2 giri.

P.S. quando si vede un pilota costretto a viaggiare su 3 ruote, la mente di chi ha qualche anno in più corre sempre al 1979, circuito di Zandvoort, macchina rossa numero 12, pilota Gilles Villeneuve. Fu un tentativo inutile quello del canadese, stigmatizzato anche in diretta dal mitico Poltronieri. Ma quel tentativo un po’ infantile di non mollare entrò nella leggenda.
C’è un piccolo dettaglio che collega quell’evento a quello che è successo oggi. La Mercedes ha mandato sul podio un ingegnere che di nome fa Gilles e di cognome Pironi. E’ il figlio di Didier, e quel nome non lo porta, ovviamente, per caso.

* Immagine in evidenza dall’account Twitter @MercedesAMGF1

 
 

F1 2020 – GRAN PREMIO DI GRAN BRETAGNA

Dopo l’abbuffata di tre GP consecutivi tra Austria e Ungheria la F1 arriva a Silverstone per altri due appuntamenti back to back. La penuria di luoghi adatti a correre in macchina in tempi di pandemia ha costretto la FIA al doppio appuntamento su un circuito dal nobile lignaggio.

Con i suoi 5891 metri, 18 curve (10 a destra, 8 a sinistra), da percorrere 52 volte per un totale di circa 306 km, Silverstone oltre ad essere una delle più emblematiche piste in F1, è una delle più impegnative per le monoposto: servono elevati livelli di carico aerodinamico, ma allo stesso tempo un’elevata efficienza per essere veloci tanto sui rettilinei quanto nelle curve. A testimonianza di ciò vi sono i 249 km/h di media sul giro, decisamente più alta rispetto ai GP precedenti (circa 211 km/h di Budapest e 246 km/h del Red Bull Ring), e i rapidi cambi di direzione della sezione di Maggotts, Becketts e Chapel, che, insieme alle altre curve ad alta velocità del tracciato, richiedono un elevato carico per avere una vettura stabile (anche considerando il tanto vento che solitamente è presente) e, allo stesso tempo, “gentile” sugli pneumatici. Le vetture, infatti, superano spesso i 4g di accelerazione laterale e questa enorme quantità di energia trasferita agli pneumatici rende il tracciato inglese estremamente probante per le coperture, tanto da costringere Pirelli a portare le mescole più dure della gamma (C1, C2, C3) per il 1° appuntamento per poi passare, con il fine di “scompigliare le carte”, a C2, C3, C4 per il 2° GP in UK.

La meccanica non deve essere assolutamente da meno: a Silverstone serve un anteriore reattivo e preciso in fase di inserimento in curva, una perfetta trazione in uscita dalle curve (curva 3,4,7,16,17) e una vettura stabile in percorrenza (curva 6, 9, 15), quindi con sospensioni tarate più morbide per favorire l’aderenza ma allo stesso tempo barre più rigide per favorire la reattività e riducendo il rollio. La potenza è davvero la ciliegina su questa torta di “perfezione”: circa il 76% del giro si compie a farfalla spalancata (contro i 70% di Budapest, già esigente su questo fronte) e 10cv equivalgono a circa 2 decimi al giro. Unendo questo dato a quello del carico aerodinamico, possiamo dire che più potenza hai, più punti di carico puoi permetterti e, se la vettura è particolarmente efficiente, questo permetterà di non preoccuparsi anche dei consumi, considerando che 10kg di carburante sono stimati in 1 decimo e mezzo al giro. Particolarmente importante è, inoltre, l’energia a disposizione dalla parte ibrida che viene stimata in circa 2 secondi al giro. Riassumendo, qui vince la vettura migliore e, anche quest’anno, tranne per il lampo “a casa loro” della Ferrari nel 2018, la migliore è la Mercedes.

Per soffrire: Vettel vince il GP con la SF71H nel 2018. Immagine da motorsport.com

Quindi, se non fosse che la Mercedes sembra più che mai “ingiocabile” per tutti, due GP a Silverstone sarebbero un sogno per ogni appassionato di motorsport. Peccato che, a meno di eventi imprevedibili, pioggia,  e ancora più improbabili, problemi di affidabilità delle ex frecce d’argento ormai nere, si prospetta una Mercedes che senza grosse difficoltà dovrebbe fare bottino pieno senza grosse difficoltà, a tutto vantaggio delle pennichelle post prandiali dei tifosi.

Così, tra una serie di team radio col timore di non portare la macchina al traguardo e le “bullshit” con cui Wolff liquida stizzito le insinuazioni dei(l) avversari, il campionato 2020 rischia di ricalcare le orme di quello 2014, magari con Verstappen a fare la parte del Ricciardo in Red Bull.

Buon per Mercedes, Wolff, Hamilton e i tifosi degli anglo-tedeschi, forse un pò meno per Liberty Media che rischia di vedere ancora più affievolirsi l’appeal mediatico di un prodotto che gli è costato svariate centinaia di milioni di dollari. Probabilmente in un anno come questo sconvolto dalla pandemia di Covid-19 stanno solo cercando di salvare il salvabile e sperare di cominciare il 2021 in condizioni “normali”.

Ma è ovvio che una situazione da one team show come quella attuale non si adatta bene alla mentalità sportiva americana in cui l’alternanza al vertice non è un augurio ma un obbiettivo da perseguire.

Nel frattempo tiene ancora banco il caso Mercedes rosa che poco ha a che fare con il felino dei cartoon e molto con una imbarazzaante somiglianza tra la W10 2019 e l’attuale Racing Point. Appurato che “tutti copiano in F1”, Brawn e Todt docet, il focus della federazione sembra essere concentrato su un elemento poco affascinante e dalle limitate potenzialità di offrire un plus alle performance in pista come le prese dei freni della macchina di Stroll padre. Insomma un elemento difficilmente riproducibile a meno che non si abbiano fisicamente sotto mano i disegni originali, cosa che va a braccetto con lo spionaggio industriale.

Le prese dei freni in questione sembrano uguali a quelle della W10. Sembrano perchè Racing Point ha già ovviamente spergiurato che non lo sono, che è tutta farina del loro sacco. A questo aggiungiamo che la FIA ha ammesso di non averci dato poi chissà che occhiata prima che la Renault decidesse formalmente di fare reclamo.

La partita è ancora aperta, con esiti che vanno dal “nulla di fatto” alla squalifica della Racing Point. Entrambi gli estremi sembrano improbabili, più probabile che si cercherà una soluzione intermedia.

Vedremo cosa deciderà la FIA, se la condotta Racing Point è conforme allo “spirito del regolamento” oppure no. In pratica capiremo se in F1 imbroglia solo la Ferrari oppure anche qualcun’altro.

“Quelli” delle aree più nere che grigie del regolamento invece potrebbero vedersi di fronte un’altra via Crucis in terra britannica. Prospettiva che rimane nefasta sia in situazione di asciutto che sul bagnato. Gli aggiornamenti aerodinamici non possono compensare i 6/7 decimi che si sono persi dall’eliminazione del trick della PU di Maranello e di conseguenza questo 2020 sarà poco competitivo o per niente competitivo in base alla pista su cui si correrà. E Silverstone per Ferrari è sulla lista nera.

Si pensa già al 2021 e alla possibilità di omologare una nuova PU che possa rendere quanto meno accettabile il campionato nell’anno venturo. Operazione non impossibile ma molto difficile, considerando l’attuale confusione tecnica e di gestione del capitale umano che c’è in Ferrari.

Mettiamola così, con tutta probabilità e a dispetto della situazione attuale e di quella in divenire, il pilota più ottimista i ottica 2021 tra Sainz e Vettel è quello con la passione per le motoseghe…

Altra sorpresa arriva dalla Red Bull, stranamente contraddittoria nelle dichiarazioni dei suoi notabili che non sanno a chi/cosa dare la colpa per delle performance in pista che non rispecchiano le aspettative di inizio stagione. Colpa della PU, no del telaio, addirittura una “maranelliana” e poco onorevole mancanza di correlazione di dati tra simulatore e pista. Un attacco di ferrarite in pratica. Con la differenza che il gran capo Mateschitz sembra avere il polso decisamente più fermo della situazione, chiedere a Marko e Horner per conferme.

Dal canto suo Verstappen spera nella pioggia per entrambi i weekend di gara. Di sicuro renderebbe le cose meno scontate.

In McLaren sentono profumo di casa e cercano un pronto riscatto dopo l’anonima gara ungherese. Renault arriva più ringalluzzita e con in sospeso il reclamo contro Racing Point inoltrato alla FIA.

Per Haas e Alfa Romeo, vale quanto detto per Ferrari, ossia un weekend estremamente complicato e frustrante, con delle vetture completamente scariche e una PU spompa. Lì in griglia evidentemente solo per ricordare ai tanti competenti accreditati (sic) che non basta ridurre il carico quando non hai cavalli, è solo un compromesso disperato al ribasso. E viceversa (ricordando i giudizi sulla SF90).

Williams potrebbe essere la sorpresa. Sarà l’aria di casa, una monoposto degno di tale nome e un Russell che in Ungheria è andato forte ed è indicato come il naturale erede di Hamilton (treccine a parte si spera), ma potrebbe valere la pena scommetterci qualcosa su un ingresso nella zona punti. Poca roba però.

Per chi sta sul divano a casa è ovvio sperare in una gara con pioggia o comunque condizioni miste, se non altro per evitare la probabilissima pennichella incombente all’inizio del secondo giro con le Mercedes davanti.

Come giustamente ha detto l’ineffabile Wolff, quello che risolve i problemi alla sua squadra, poco importa se attuale o prossima ventura, e ne crea di enormi agli altri, o meglio “altra”, non è un problema per chi vince preoccuparsi della prevedibilità del campionato.

Giustissimo, e la pensano così anche i fan Mercedes e quelli di Lewis “Mohammed Alì” Hamilton. Gli altri ovviamente meno, ma hanno poca voce in capitolo. Potrebbe arrivare a pensarlo anche Liberty Media, e in questo caso le cose potrebbero cambiare parecchio.

P.S: notizia dell’ultim’ora la positività di Perez al coronavirus e conseguente quarantena di 14 giorni che gli farà perdere entrambi gli appuntamenti a Silverstone. Si cerca ancora un sostituto papabile tra Gutierrez, Russell e Hulkenberg. Considerando le ambizioni Racing Point su questa pista è una bella tegola. E si potrebbe iniziare a pensare che Vettel porta una sfiga pazzesca…

*immagine in evidenza da motorauthority.com

Rocco Alessandro & Chris Ammirabile