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RED BULL FA DOPPIETTA IN CASA ALTRUI. FERRARI PRENDE LEZIONI A DOMICILIO.

Torna il pubblico ad Imola. E che pubblico. L’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” aveva chiuso la prima parte della sua storia con la Formula 1 con una Ferrari vincente e il tutto esaurito. Erano i tempi in cui la rossa dominava e i biglietti si vendevano da soli.
Poi la quasi dismissione del circuito, la faticosa rinascita con ristrutturazioni a singhiozzo, e gestori falliti, fino a quando, negli ultimi anni, qualcosa è cambiato perchè le istituzioni hanno ricominciato a credere che, forse, un territorio come il nostro merita un GP e, soprattutto, può fare buoni affari con esso.

Due edizioni senza pubblico hanno dimostrato la qualità di impianto e organizzazione, e col ritorno del pubblico è tornata anche la Ferrari dominante (e viceversa). Risultato: quasi il tutto esaurito, nonostante il tempo abbia remato contro per l’intero week-end.

Week-end che si è aperto venerdì con una sessione di prove libere e, nel pomeriggio, subito le qualifiche. Tempo da lupi, e dominio Ferrari, la mattina, pioggia ad intermittenza al pomeriggio, per la soddisfazione di Verstappen che ha potuto giocarsi la pole grazie ad una maggiore abilità nel leggere le condizioni di pista mutevoli e, soprattutto, le continue interruzioni per bandiera rossa (ben 5). A fianco a lui Leclerc, mentre l’altro ferrarista Sainz ha pensato bene di festeggiare il rinnovo del contratto fino al 2024 sbattendo la macchina alla seconda curva della Rivazza.

Al sabato gara sprint, 100 km che quest’anno non assegnano la pole ma un buon bottino di punti. La pista è asciutta e la temperatura è più alta, e c’è quindi un grande punto interrogativo su quale sia la mescola più adatta per non incorrere nel famigerato graining e arrivare fino in fondo tranquilli. Quando i semafori si spengono, Leclerc parte a fionda, mentre Verstappen si avvia lentamente e perde la prima posizione. Il monegasco cerca subito di tenere a distanza l’olandese, che, grazie alla proverbiale velocità di punta della sua Red Bull, nell’unico tratto in cui è consentito il DRS, dalla Rivazza al Tamburello, guadagna quasi tre decimi sulla Ferrari, la quale li riprende poi con gli interessi nel resto del circuito.

Tutta la garetta vive quindi con l’occhio sul distacco fra i primi due, che si mantiene attorno ad 1.5 sec., fino a quando, a cinque giri dalla fine, complice il graining che ha colpito la gomma anteriore destra di Leclerc, Verstappen si avvicina sotto il secondo, e nell’arco di tre tornate, potendo usare il DRS, riesce a passare in testa per poi concludere primo sul traguardo, ristabilendo l’ordine delle qualifiche.

Chi invece ha potuto, grazie alla garetta, rimediare parzialmente all’errore del venerdì è Sainz, risalito dalla decima alla quarta posizione, per una griglia di partenza che la domenica vedrà le due Red Bull e le due Ferrari nelle prime due file.

Ma la domenica il tempo è nuovamente da lupi. A partire dalle 11 della mattina un vero e proprio diluvio ha allagato la pista. La pioggia cessa verso le 14, ma la temperatura molto bassa non consente al tracciato di asciugarsi. Tutti partiranno con le gomme intermedie.

Si spengono i semafori e le cose per la Ferrari si mettono subito male. Entrambe le macchine pattinano moltissimo. Charles perde due posizioni, mentre Sainz si fa buttare fuori da Ricciardo e rimane spiaggiato al Tamburello. Inevitabile l’uscita della Safety Car.

Servono i proverbiali 5 giri per spostare la Ferrari dello spagnolo, e quando si riparte le due Red Bull se ne vanno indisturbate davanti a Norris e a Leclerc che fatica a mettere in temperatura le gomme, ma ha le spalle coperte da Magnussen. Sesto Russell che è riuscito a guadagnare ben 5 posizioni in partenza.

Al giro 8 Charles supera abbastanza agevolmente Norris alla staccata del Tamburello, e si mette alla caccia di Perez, dal quale è staccato di 3 secondi.

La pista si asciuga lentamente ma inesorabilmente, ma è attesa altra pioggia e tutti attendono a montare le slick. Al giro 17 Ricciardo è il primo a fermarsi per montare gomme a mescola media. Nel frattempo Leclerc si è incollato agli scarichi di Perez, il quale però rientra per montare anch’egli gomme slick. In questo momento sembra essere la scelta giusta, perchè l’australiano della McLaren gira più di un secondo più veloce.

E infatti ance Verstappen e Leclerc si fermano immediatamente. Il monegasco esce davanti a Perez, ma ha le gomme fredde e, molto intelligentemente, non oppone alcuna resistenza all’attacco del messicano, che si riporta in seconda posizione. A questo punto, il ferrarista si trova a 9 secondi da Verstappen.

Charles, una volta riscaldata la gomma, sembra essere in grado di attaccare Perez, ma la mancanza del DRS non gli consente nemmeno di provarci. Deve quindi rassegnarsi a seguire la seconda guida della Red Bull, che inizia a segnare giri veloci ed avvicinarsi un po’ al compagno. Al giro 28 va lungo alla variante Gresini, ma anche in questo caso Leclerc non riesce ad approfittarne. Davanti Verstappen, a suon di giri veloci, ha portato il suo vantaggio ad oltre 10 secondi dal rivale per il titolo. 

A metà gara, con la pista già in larga parte asciutta, finalmente il  direttore di gara autorizza l’uso del DRS. Ma questo non sembra aiutare nessuno. I primi otto sono ben distanziati fra loro, mentre dal nono, Tsunoda, al quattordicesimo, Hamilton (sì, proprio lui), sono tutti in fila ma anche a DRS aperto nessuno riesce a provare l’attacco.

E al giro 41, Lewis deve subire l’onta del doppiaggio da parte di Verstappen, il cui vantaggio su Perez si è stabilizzato sui 12 secondi.

Al giro 50, mentre si avvicina il gruppetto di doppiati, la Ferrari prova l’azzardo di montare gomma rossa. Ma Norris è troppo vicino, e, infatti, il monegasco si ritrova dietro all’inglese, perdendo la terza posizione. La Red Bull risponde subito con Perez, il quale riesce a stare comodamente davanti ad entrambi, con il ferrarista che recupera subito la terza posizione. Anche Verstappen si ferma.

Ma nel tentativo di avvicinarsi a Perez, Charles esagera alla variante Gresini e si gira, urtando il muro, danneggiando l’ala e completando così un week-end disastroso per la Ferrari. Inevitabile la fermata ai box e il rientro al nono posto, con una macchina che è però danneggiata. Con degli ultimi giri indiavolati, Charles rimedia parzialmente all’errore riportandosi fino ad una comunque deludente sesta posizione.

Finisce così col peggior risultato possibile per i tifosi Ferrari, accorsi in massa ad Imola con la non utopistica speranza di assistere ad una doppietta rossa, e dovendo assistere, invece ad una doppietta Red Bull, con Norris terzo con una Mc Laren tornata definitivamente laddove era lo scorso anno. Al quarto posto un ottimo Russell che ha massimizzato il risultato col mezzo scadente che ha a disposizione. Quinto Bottas, che per poco non si toglie la soddisfazione di stare davanti a colui che l’ha sostituito in Mercedes. Sesto, come detto, Leclerc, settimo un bravissimo Tsunoda, ottavo Vettel, nono Magnussen e decimo Stroll.

La prima gara europea, seppur corsa in condizioni a dir poco anomale, ha confermato che la lotta al vertice sarà piuttosto tirata, e che in Ferrari, soprattutto i piloti, devono imparare a gestire le situazioni non proprio favorevoli perchè la Red Bull non lascerà più per strada i punti come ha fatto nelle prime 3 gare. Vista la situazione, ad Imola sarebbe stato giusto accontentarsi, e invece uno è finito a muro in qualifica, e l’altro in gara. Una lezione dura ma probabilmente importante per il prosieguo del campionato. Mancano ancora 19 gare, e non potrà piovere sempre.

Ora si va a Miami, una pista nuova per tutti, dove non esistono riferimenti. Ci sarà, ancora una volta, da divertirsi. Per tutti tranne che, probabilmente, per Hamilton.

P.S. riguardo a quanto ho scritto nel penultimo paragrafo, so bene che sono i piloti Ferrari sono giovani, che in passato anche altri campioni hanno fatto errori, che non si può passare da fenomeni a cretini nel giro di un GP, ecc. ecc. Tutto vero, ma se poi si perde un campionato per, putacaso, 7 punti, diventa difficile non pensare che forse, in qualche occasione si sarebbe potuti stare più attenti. L’asticella negli ultimi anni è stata posta molto molto in alto, da squadre come Mercedes e Red Bull e piloti come Hamilton e Verstappen. Bisogna arrivare al loro livello, e piantare la macchina nei muri, per di più quelli di casa, può essere scusabile una volta, poi più. 

Immagine in evidenza dal profilo Twitter @ScuderiaFerrari

F1 2022 – GRAN PREMIO DELL’EMILIA ROMAGNA

Strano ma vero, la più inaspettata novità di un GP sull’Enzo e Dino Ferrari non è l’aver ritrovato in pianta stabile il tracciato del Santerno nel mondiale F1 quanto una Ferrari che per la prima volta dopo almeno 15 anni abbondanti si presenta con il ruolo di assoluta favorita.

Era dai tempi di Schumacher e del lontano 2006 che una monoposto del cavallino rampante non viene additata come la grande protagonista annunciata del weekend di gara e lo testimoniano, oltre alle opinioni degli addetti ai lavori, il tutto esaurito da venerdì a domenica, con i biglietti introvabili già da tempo.

Davvero un’ottima viatico per il mondiale F1 che, tornato in Europa, riscopre su uno dei circuiti storici la vera passione per il Motorsport per eccellenza, quella fatta dagli appassionati che riempiono tribune e prato in attesa di rivedere vincere una Rossa.

Immagine da it.f1-facts.com

Al di là delle note di folclore c’è molto di vero nel fatto che la Ferrari si presenta con il ruolo di favorita. Lo dicono le prestazioni offerte nei primi tre appuntamenti e nei test di Barcellona: due vittorie, un secondo posto, due gp con entrambe le vetture a podio, in testa per distacco in entrambe le classifiche mondiali.

La F1-75 si è dimostrata fino ad ora essere la vettura più equilibrata, veloce e facile da mettere a punto, con una affidabilità invidiabile. Basterà per vincere a Imola?
Non è detto perché questo weekend presenta tante variabili.

Una è la prima sprint race del mondiale 2022 con solo una sessione di libere prima della qualifica (che torna ad assegnare statisticamente la pole dopo l’osceno cambio di regolamento dello scorso anno) e un’altra sessione di libere prima della gara corta del Sabato.

Poco tempo per tutti i team per settare a dovere le monoposto e ancora meno per provare eventuali aggiornamenti. I big three hanno già annunciato che non porteranno novità ma c’è da aspettarsi comunque qualche piccola modifica soprattutto in chiavi anti-porpoising. Fondamentale sarà il lavoro fatto al simulatore per avere un assetto già buono nelle prime libere del venerdì, aspetto che ha aiutato non poco la Ferrari nella trasferta di Melbourne.

immagine da thelastcorner.it

La sprint race quest’anno assegnerà punti dal primo all’ottavo posto, da 8 a 1 punto per cui diventa ancora più un fattore in termini di classifica piloti.

Altra novità sarà il meteo, al momento indecifrabile ma che promette pioggia almeno nella giornata di venerdì. Quasi certa quindi una qualifica sul bagnato, vero primo test per le nuove monoposto ad effetto suolo e potrebbero esserci grosse sorprese. Al momento la giornata migliore sembra essere il Sabato mentre più incerta Domenica con probabilità di pioggia in aumento.

Sarà complicato per tutti mettere insieme una performance costante e scegliere il giusto assetto in vista della gara.

L’ultima novità è data proprio dalla pista, un tracciato vecchia scuola con un asfalto non così liscio come sperimentato nei primi tre appuntamenti. I numerosi saliscendi e le curve veloci in appoggio associate alle asperità dell’asfalto potrebbero causare grossi problemi in termini di stabilità aerodinamica e altezza da terra delle monoposto, con conseguente ricaduta in termini di porpoising e instabilità nelle curve ad alta velocità.

Il circuito è a medio carico ma sarà difficile trovare un compromesso tra le sezioni più lente e il lungo rettilineo tra la variante bassa e il Tamburello, unica zona DRS prevista. Sezione stradale stretta in alcuni punti, cordoli alti, staccate in discesa e ingressi ciechi in curva saranno una bella sfida per i piloti con la possibilità per i più bravi di metterci quel qualcosa in più che farà la differenza.

immagine da planetf1.com

Pirelli porterà le mescole C2, C3 e C4 e anche a Imola potrebbero ripresentarsi problemi di graining se le temperature saranno basse causa maltempo.
A prima vista il tracciato sembra essere più adatto alla F1-75 piuttosto che alla RBR-18 ma tutte queste variabili non danno grandi certezze per nessuno. Di sicuro i piloti potranno sbagliare poco perché ghiaia ed erba sono in agguato.

Tutti aspettano Leclerc,è il grande favorito in virtù della monoposto e della grande solidità dimostrata nei primi tre GP. In realtà chi si gioca tanto è Sainz, reduce da una brutta gara a Melbourne e che deve dare un segnale per non essere relegato al ruolo di scudiero già al quarto appuntamento stagionale, a maggior ragione dopo il fresco prolungamento di contratto fino al 2024.

Ferrari dovrà cercare di aumentare il gap in termini di punti ora che il vantaggio prestazionale sembra acclarato, dato che già a partire dal GP di Spagna i numerosi aggiornamenti potrebbero variare non poco i valori in campo.

Anche Red Bull si gioca molto, non può più sbagliare dopo i problemi di affidabilità e la difficoltà di messa a punto della monoposto dimostrata. Verstappen ha tanti punti di distacco, deve fermare l’emorragia se vuole sperare di avere chance nella seconda parte del mondiale.

immagine da motorsportweek.com

Mercedes è ancora un cantiere aperto i grossi problemi di porpoising e l’impossibilità di portare aggiornamenti corposi almeno fino al GP di Spagna la costringono a cercare di salvare il salvabile per almeno altri due GP. Dalla sua ha una buona affidabilità che la vede vincere il duello con Red Bull ma di sicuro non basta per lottare per la vittoria. Hamilton dovrà cercare di far valere il suo talento su una monoposto che non lo asseconda, cosa a cui non è abituato da un po’ di anni.

Per quanto riguarda gli altri, vedremo se Alpine sarà ancora la prima del pacchetto di mischia o se Alfa Romeo, McLaren e Alpha Tauri potranno inserirsi nella lotta per i piazzamenti nobili. In Alfa sono piuttosto sicuri di poter essere della partita mentre per Aston Martin potrebbe essere un altro weekend difficile, altro team che avrebbe bisogno di aggiornamenti corposi ed efficaci.

immagine da motorbox.com

La Haas è un po’ un mistero ma potrebbe beneficiare della potenza del motore Ferrari su una pista in cui la spinta ai medi regimi è fondamentale. Williams viene dal rocambolesco punto conquistato in Australia, la confusione portata dal meteo potrebbe essere il loro più grande alleato.

Tutti aspettano la Rossa è questo potrebbe essere il più grande problema per gli uomini della Scuderia: la pressione mediatica. La squadra sembra avere i mezzi per resistere anche a questa nuova condizione di primi della classe ma ogni volta c’è da dimostrarlo, farlo in casa sarebbe il definitivo volano per una stagione da ricordare.

*immagine in evidenza da motorimagazine.it

Rocco Alessandro

F1 2022 – GRAN PREMIO D’AUSTRALIA

Dopo due lunghi anni si torna nella land down under, a Melbourne in Australia, sul rinnovato circuito dell’Albert Park.

Il GP d’Australia era solito essere quello che inaugurava la stagione, quello delle sveglie micidiali per il pubblico europeo e, data anche la conformazione del circuito, altamente a rischio pennichella dati i trenini che si formavano in pista e la sveglia domenicale a orari improbi.

Da quest’anno (forse) si cambia perchè il circuito ha subito un profondo restyling volto ad aumentare la velocità media e le possibilità di sorpasso.

immagine da formula1.it

Modificate praticamente quasi tutte le curve: curva 1 e 4 sono state ampliate verso l’interno, in pratica viene velocizzato l’inserimento in curva. Grossa modifica a curva 6/7 dove sparisce la chicane per un tratto rettilineo che porta a curva 8.

Altra grossa modifica a curva 9/10: via la chicane per un tratto rettilineo che porta fino a curva 11. Curva 13 invece è stata resa più secca in entrata, quindi necessiterà di una staccata più impegnativa e infine è stato smussato l’ingresso di curva 15 verso la 16.

In sostanza le medie sul giro si avvicineranno a quelle di Gedda e per la prima volta ci saranno ben 4 zone DRS, il tutto volto a favorire lo spettacolo e i sorpassi.

Vedremo se le modifiche sortiranno l’effetto sperato, di sicuro questo stravolgimento fa un favore a Red Bull e non a Ferrari. Facile immaginare che sul tracciato “vecchio”, in cui c’erano più passaggi in cui sfruttare la trazione la Ferrari avrebbe avuto un certo vantaggio nei confronti dei rivali anglo-austriaci.

Seppur le prove al simulatore hanno comunque promosso le caratteristiche della SF-75 al nuovo layout, immaginiamo che la velocità media e velocità di punta più alte che si andranno a creare saranno un indubbio vantaggio per la RBR-18. Per non parlare delle 4 zone DRS che, in caso di una Ferrari lepre su Red Bull, fanno già paura.

immagine da lavanguardia.com

C’è da considerare che i rettilinei non sono così lunghi come quelli sauditi per cui Ferrari potrà temere un pò meno le alte velocità di punta della Red Bull ed esaltarsi invece sulle curve medio/lente che sono sopravvissute al profondo restyling.

Da un certo punto di vista è quasi come affrontare un circuito inedito perchè saranno riviste profondamente gli assetti rispetto al passato, con una chiara predilizione per una configurazione a medio/basso carico.

Vedremo se Ferrari oserà viaggiare un pò più scarica per recuperare un pò di velocità di punta, anche pensando al fatto che il degrado gomma a Melbourne non è mai stato drammatico. L’asfalto rifatto dovrebbe offrire poche sconnessioni e un’evoluzione piuttosto consistente nell’arco del weekend di gara per cui non è escluso che ciò che andava bene nelle PL del venerdì poi possa essere replicato in gara. Asfalto nuovo vuol dire anche poca aderenza, almeno nei primi turni di libere con rischio di avere difficoltà nello scaldare le gomme e incorrere in graining.

Pirelli porta pneumatici C2, C3 e C5, la più morbida a disposizione. Facile immaginare che la C5 sarà esclusivamente gomma da qualifica, mentre C2 e C3 saranno quelle da gara.

Poche gli aggiornamenti previsti per i team, complice budget cap e monoposto ancora da scoprire a fondo. Forse solo Mercedes azzarderà qualcosa costretta dai grossi limiti aerodinamici riscontrati sulla W13.

immagine da rossomotori.it

Per certo Alonso dovrà montare la terza PU in tre Gp, dato che quella utilizzata a Gedda è già da buttare. Curiosità anche per le PU di Red Bull e Alpha Tauri con quest’ultima che ha avuto grossi problemi a Gedda.

Questo è l’ultimo GP prima del ritorno in Europa in cui si vedranno i primi corposi aggiornamenti e l’inizio di un altro campionato in cui non è escluso una sostanziale modifica dei valori in campo.

Motivo in più per Ferrari e Red Bull per scavare anche di più il solco che le separa dalla Mercedes che, presumibilmente, ritornerà ad essere competitiva tra qualche settimana.

La sfida tra SF-75 e RBR-18 sarà serrata anche a Melbourne. Fondamentale sarà adattarsi velocemente al nuovo tracciato e alle condizioni mutevoli che la pista offrirà nel corso del weekend. Da questo punto di vista forse la Ferrari è leggermente in vantaggio, avendo già dato prova di essere una monoposto “facile” da settare e che risponde bene ai cambiamenti di setup, mentre la RBR-18 sembra un pò più difficile da interpretare.

Mercedes dovrà puntare a limitare i danni e aspettare i GP europei per iniziare la risalita. Vedremo se Hamilton avrà smaltito il deficitario week-end di gara saudita.

Nel pacchetto di mischia del mid-field curiosità nel capire i rapporti di forza tra Alpine, Alfa Romeo, Alpha Tauri e Haas. Ci sentiamo di dare Alfa Romeo leggermente favorita, in virtù della PU Ferrari che potrebbe essere un fattore importante in trazione in uscita dalle curve dell’Albert Park e di una vettura più efficace rispetto alla Haas.

immagine da media.stellantis.com

Melbourne vedrà il ritorno alle gare di Vettel, guarito dal Covid. Ad attenderlo una Aston Martin davvero deludente in questo inizio di campionato. Vedremo quante motivazioni avrà il tedesco per cercare di risalire la corrente.

Williams e McLaren arrivano con qualche speranza in più rispetto a Gedda. Problemi un pò dapperttutto per loro, non ultima una PU Mercedes che sembra non essere più così in forma come in passato.

Sarà di nuovo sfida tra Leclerc e Verstappen e questo fa già ben sperare in un weekend di gara entusiasmante. Le variabili in gioco saranno riposte nei loro compagni di team che in qualifica potrebbero modificare pesantemente i rapporti di forza tra i due team in termini di strategie.

immagine da tuttomotoriweb.it

Col senno di poi, l’evento clou di Gedda è stata la pole inaspettata di Perez per pochi millesimi, che ha privato Leclerc di una prima parte di gara da lepre e “rovinato” in parte la gara di Sainz dopo la prima safety car. Dallo spagnolo ci si aspetta un weekend con qualche alto in più, soprattutto in Q3 e a maggior ragione se la Ferrari si dimostrerà di essere la vettura da battere in qualifica.

In Ferrari sanno che ora bisogna battere il ferro finchè è caldo. Questo caldo sembra destinato a durare ma meglio non fidarsi perchè gli aggiornamenti ( e gli aggiramenti al budget cap che in FIA si sentono sicuri di poter escludere) potrebbero cambiare le carte in tavola.

*immagine in evidenza da dailygp.com

Rocco Alessandro

 

VERSTAPPEN VINCE IN ARABIA SAUDITA, LECLERC SECONDO E SCONTENTO

Che sarebbe stato un weekend movimentato lo si era capito il venerdì, con un missile caduto a 20 km dal circuito. Ma nulla può fermare la F1, e dopo le solite inutili discussioni, peraltro già viste altre volte, si decide di proseguire.

Al sabato un altro spavento, con Mick Schumacher che pianta la sua Haas contro il muro ad oltre 200 km all’ora. Mezz’ora col fiato sospeso per la mancanza di informazioni e poi, per il sollievo di tutti, si vede Mick legato ad una barella protestare animatamente per evitare il trasferimento in elicottero, comunque più rischioso che non girare a 300 allora nell’assurdo budello di Jeddah.

Poco prima, Hamilton aveva subito l’onta dell’esclusione in Q1, e poco dopo altra sorpresa, con Perez che beffa le due Ferrari e Verstappen solo quarto.

Si spengono i semafori e, mentre Perez e Leclerc se ne vanno indisturbati, Sainz perde la posizione su Max, cosa che, purtroppo per la Ferrari, si rivelerà decisiva più avanti nella gara.

Le prime fasi sono movimentate dalla lotta fra le due Alpine, con Alonso che viene spinto contro il muro da Ocon. Poi Nando passa ma il francese lo ripassa al giro successivo ma va lungo e deve restituire la posizione. Il risultato é che Bottas e Magnussen si avvicinano.

Nel frattempo Hamilton lotta con Stroll per l’undicesima posizione.
Al giro 10 I primi 4 sono tutti separati da 2.5 sec.

Al giro 14, dopo l’ennesimo lungo di Ocon, ai due dell’Alpine viene raccomandato di mantenere le posizioni. Ma é troppo tardi, perché Bottas riesce a superare con facilità il francese che forse ha stressato troppo le gomme duellando col compagno. Nel frattempo Hamilton é risalito in nona posizione.

Al giro 16 Perez rientra ai box ma esce dietro Russell. Leclerc continua, ma subito dopo Latifi va a muro ed esce la SC. I primi 3 si fermano tutti, e Perez si ritrova in terza posizione dietro a Leclerc e Verstappen. Ma quella posizione é di Sainz, passato prima di lui sulla riga bianca che stabilisce chi è davanti in caso di safety car, e il messicano dovrebbe restituire la posizione.

Cosa che però fa subito dopo la ripartenza, che Leclerc esegue come al solito molto bene mettendo subito più di 1 secondo fra sè e Max. Il quale si lamenta perché il ferrarista in fase di ripartenza é passato sulla riga bianca che delimita l’entrata del box.

Al giro 27 Leclerc mantiene il vantaggio attorno ad 1 sec e quindi al sicuro dal DRS. Hamilton, che non si é ancora fermato, si trova ora al sesto posto subito dietro al compagno Russell .

Ma al giro 37, con Leclerc comodamente davanti a Max, e, con nessuna sosta programmata, e la strada spianata verso la seconda vittoria consecutiva, la macchina di Ricciardo si ferma proprio all’entrata dei box. Poco dopo, anche Alonso si blocca poco più avanti, e viene attivata la virtual safety car, ma la pit-lane viene chiusa e nessuno ne puó approfittare per un cambio gomme quasi gratis.

La gara riparte quando mancano 9 giri, ma Verstappen si ritrova stranamente molto più vicino a Leclerc, e ha la possibilità di usare il DRS. Cosa che fa superando Charles prima dell’ultima curva. Anzi, é il ferrarista che lo fa passare per approfittare del DRS nel rettilineo successivo. La scena si ripete altre volte, ma alla fine inevitabilmente l’olandese passa davanti, complice una macchina molto più scarica che non consente a Charles di stargli vicino. 

Finisce così con Verstappen davanti a Leclerc, che può recriminare per la gestione non perfetta della VSC, poi Sainz, Perez, Russell, Ocon, Norris, Gasly, Magnussen e, solo decimo, Hamilton.

Dopo la seconda gara possiamo già trarre conclusioni piuttosto significative. É ancora un mondiale ancora a due squadre, ma i ruoli fra Ferrari e Mercedes si sono esattamente invertiti. Per la squadra anglo-tedesca sará quasi impossibile rientrare nella lotta, mentre la squadra di Maranello ha dimostrato di essere molto forte anche su un circuito a basso carico, teoricamente più favorevole alla Red Bull. L’altra certezza è che finalmente i piloti possono duellare stando più vicini e le gomme consentono loro di tirare fino alla fine. Ma senza DRS, vedremmo gare senza sorpassi.

La Ferrari ha incamerato, nelle prime due gare, 78 punti su 88 disponibili. Si tratta di un risultato stupefacente, considerando come è andata negli ultimi 15 anni. Leclerc e Sainz sostengono che c’è ancora del potenziale, e, se è così, Verstappen avrà pane per i suoi denti. Fra due settimane in Australia, su un circuito completamente diverso rispetto ai primi due, vedremo se fra la F1-75 e la RB18 si confermerà l’equilibrio attuale.

P.S. per fortuna questo è stato l’ultimo GP che si corre sull’assurdo cittadino da 250 di media in quel di Jeddah. Nelle due gare svolte è andata di lusso. E’ vero che le macchine sono estremamente sicure, ma abbiamo già purtroppo visto che quando le curve si percorrono ad oltre 250 all’ora e le barriere sono molto vicine alla pista, si creano situazioni imprevedibili che possono avere esiti infausti.

Immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing

F1 2022- GP DELL’ARABIA SAUDITA

E chi se la sarebbe mai immaginata una partenza del mondiale così…

Doppietta Ferrari in quel di Sakhir, condita da pole e giro veloce in gara mentre Mercedes arrancava ai margini del podio che gli è stato regalato solo dal clamoroso doppio ritiro delle due Red Bull a pochi giri dal termine. Il mondo alla rovescia in pratica.

(immagine tratta dal sito F1 in generale)

Se è vero che è prematuro dare un qualsivoglia giudizio anche solo lontanamente definitivo sui valori in campo è indubbio che il primo gp stagionale ha certificato almeno due cose: una Ferrari che ha messo in pista una vettura che, sviluppi permettendo, potrebbe essere in grado di giocarsela per tutti i restanti 22 appuntamenti, Mercedes ha, per contro, una monoposto che al momento non può sperare nel podio a meno di problemi altrui.

(immagine ansa)

I più frustrati al momento sono i piloti Red Bull che si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano. La monoposto è veloce anche se non la più veloce ma è evidente che a Milton Keynes qualche calcolo fatica a tornare e lo sbigottimento è palese.

Neanche il tempo di archiviare il primo gp che è già tempo del secondo appuntamento stagionale a Jeddah, per il gp dell’Arabia Saudita.
Poco o niente sarà stato concesso ai team in termini di modifiche alle loro monoposto dopo Sakhir per cui si tratterà soltanto di aumentare la comprensione di quello che funziona e non funziona e di adattarsi il più possibile alle caratteristiche del circuito.

Per quanto visto in Bahrain è presumibile aspettarsi nuovamente una lotta serrata tra Ferrari e Red Bull. Jeddah è pista in cui la trazione e la stabilità in frenata sono aspetti importanti e sarà un buon banco di verifica per la bontà del progetto Ferrari.

Dalla sua la SF-75 può contare su una PU di primissimo livello, aspetto che a Jeddah potrebbe fare la differenza. A Maranello l’umore è la consapevolezza dei propri mezzi è alto, questo è il momento di raccogliere quanto più possibile consapevoli del fatto che i valori in campo saranno cristallizzati almeno fino ai gp europei e comunque con modifiche apprezzabili da verificare a Barcellona.

Red Bull ha subito un KO tecnico inaspettato ma partono alla pari con Ferrari. Si aspettavano di essere avanti in termini di pura prestazione e forse è questo l’aspetto più frustrante con cui devono avere a che fare. Risolti i problemi di affidabilità saranno di sicuro della partita ma dovranno sudarsela, forse speravano in un inizio di campionato più agevole.

Mercedes è arriva a Jeddah con la consapevolezza che deve sperare in eventi eccezionali per tornare sul podio. La W13 soffre di porpoising e deve viaggiare con assetti conservativi e nonostante ciò soffre di un eccessivo degrado delle gomme, oltre a mancare comunque di carico aerodinamico.

(immagine tratta dal sito F1 in generale)

Hamilton e Russell dovranno inevitabilmente fare buon viso a cattivo gioco e sperare che a Brackley riescano a trasformare la W13 dal brutto anatroccolo a qualcosa che quanto meno possa assomigliare ad un cigno, seppur sgraziato.

Questo sarà anche un bel banco di prova per il budget cap: Mercedes ha già messo in pista due vetture in pratica e l’ultima avrà presumibilmente bisogno di tanto studio, modifiche e risorse da impiegare. Se davvero il budget cap funziona, così come è stato immaginato dalla federazione, allora per loro sarà durissima, forse quasi impossibile recuperare il gap da Ferrari e Red Bull, considerando i soldi già spesi.

A Jeddah si dovranno fare i conti con lo sconvolgimento del mid-field che vede new entry insospettabili. Haas  e Alfa Romeo hanno mostrato di potersela giocare in qualifica e in gara, a scapito di McLaren e Aston Martin, vere delusioni del primo gp stagionale.

(immagine tratta dal sito circusF1)

Magari il gp Saudita cambierà molto le carte in tavola ma ci aspettiamo che siano loro e la Alpha Tauri a giocarsela per i punti, con Alpine che dovrà cercare un piccolo miglioramento se vuole essere anch’essa della partita.

Dicevamo di McLaren: una vera doccia fredda la gara del Bahrain che ha mostrato una monoposto totalmente inadeguata a giocarsela per le posizioni che contano. Norris ha affermato che manca deportanza, la monoposto è imprevedibile e ci sono problemi di surriscaldamento dei freni e della PU. Insomma un disastro.
Servira’ tempo a Woking per capire come migliorare, nel frattempo le retrovie saranno colorate dal color papaya della monoposto inglese.

(immagine tratta dal sito formulapassion)

Altra delusa è la Williams, che si ritrova nelle stesse sabbie mobili dello scorso anno, ultima e con prospettive limitate nell’immediato futuro. Quest’anno non c’è nemmeno il talismano Russell, il piatto piange.

Jeddah sarà un importante verifica per Ferrari sia in pista sia come attitudine della squadra al nuovo ruolo di primi della classe. Forse si trovano in una posizione anche fin troppo buona rispetto a quanto preventivato e chissà che non sopraggiunga un po’ di presunzione o “braccino”.

Questo vale anche per i piloti, soprattutto Leclerc che si trova per la prima volta nella posizione di chi ha per le mani una macchina con grandi ambizioni e non può permettersi gli errori delle ultime due stagioni. La vittoria è in primis una questione di attitudine mentale, in Ferrari dovranno dimostrare di avercela e portare a casa il più possibile.

(immagine tratta da tuttosport)

Verstappen vorrà avere la sua rivincita in pista e non ci stupiremmo se tornasse in modalità “cattiva” dopo la sfida a colpi di fioretto di Sakhir. Deve recuperare 25 punti contro un avversario temibile e sappiamo che la specialità della casa è che, al bisogno, il fine giustifica i mezzi.

Intanto Vettel presumibilmente salterà anche questo gp a causa della positività al covid. Considerando la competitività attuale della Aston Martin pensiamo che se ne farà una ragione.
Importante verifica anche per Mick Schumacher e Zhou, il primo per dimostrare di non essere merce più scadente di un Magnussen qualsiasi e il secondo per confermare quanto di buono fatto al debutto. Non c’è neanche l’alibi delle monoposto scarse per cui ora o mai più.

Rocco Alessandro

 


(immagine in evidenza tratta dal sito draftkins nation)