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VERSTAPPEN VINCE IN MESSICO ED EGUAGLIA PROST

Sarò breve, visto che tanto passerete subito a leggere i PS.
Breve come l’illusione che la Ferrari ha dato ai suoi tifosi monopolizzando la prima fila. A me sono tornate in mente le prime file gialle del 1979 e 1980, quando in qualifica la Renault aumentava la pressione del turbo e, salvo rarissime occasioni, perdeva le prime due posizioni prima di arrivare alla prima staccata, a causa del famigerato ritardo di risposta del turbo.

E allo spegnimento dei semafori le due rosse partono come le due gialle all’epoca, al rallentatore, con le due Red Bull che accerchiano Leclerc alla staccata della prima curva. Perez, all’esterno, ci arriva per primo, ma la imposta come se all’interno non ci fosse nessuno, e tocca violentemente Leclerc, finendo la sua corsa nella via di fuga. Per lui sarà un meritatissimo ritiro, proprio davanti al suo pubblico.

Con Verstappen davanti, Charles deve fare i conti con un danno all’ala anteriore, cui si è staccata la bandella di sinistra e, per recuperarla, la direzione gara deve neutralizzare la gara con la Virtual Safety Car.

Al giro 10, Max comanda davanti alle due Ferrari e al sorprendente Ricciardo, che viene superato da Hamilton al giro successivo.

Al giro 19 si ferma Verstappen, il che fa pensare che l’olandese abbia una strategia a due soste. In testa alla corsa si ritrova quindi Leclerc, seguito da Sainz che ha Hamilton attaccato agli scarichi da diversi giri. Non riuscendo a passare, l’inglese tenta l’undercut fermandosi al giro 25. Carlos non lo imita, e l’ingegnere lo informa che la sua gara sarà ad una sosta sola.

Al giro 29, Max raggiunge lo spagnolo e lo supera come se fosse fermo. Leclerc è 8 secondi più avanti e comunica al suo ingegnere di essere in grado di proseguire ad un buon ritmo ancora per diversi giri.

Lo stop di Sainz arriva al giro 31, dopo che i suoi tempi si erano alzati in maniera preoccupante. Al giro successivo è il turno di Leclerc, I due ferraristi dovranno fare quasi 40 giri con la gomma più dura.

Al giro 34, Magnussen sbatte violentemente e la direzione gara è costretta a sospendere la gara. Leclerc ne approfitta per cambiare l’ala, e le due Mercedes per montare le gomme a mescola media, mentre Verstappen e le Ferrari tengono quella più dura.

Si riprende dal giro 36 con partenza da fermo e questa volta non succede nulla. Bastano 3 giri ad Hamilton per passare Leclerc. Anche Russell prova ad attaccare Sainz, ma senza successo.

 Al giro 53, Verstappen ha già accumulato 10 secondi di vantaggio su Hamilton, il quale ne ha 5 su Leclerc.

Gli ultimi 20 giri regalano emozioni solo nelle retrovie, soprattutto grazie a Norris che riesce a risalire fino al quinto posto, dopo essere partito ultimo, avere rimontato fino alla 10a posizione ed essere ripiombato in 14a dopo la seconda partenza.

Finisce così con Verstappen che vince la sua 51a gara, come il Professore, la 16a in stagione, davanti ad Hamilton, Leclerc, Sainz, Norris, Russell, il redivivo Ricciardo, Piastri, Albon e Ocon.

Ancora una pausa di una sola settimana, e si tornerà ad Interlagos, per un week-end con gara sprint. Si spera nella pioggia per portare qualcosa di diverso dal solito.

P.S. Pur non concretizzando in gara, se la SF-23 è una monoposto in grado di infilare qualche pole, ed evidentemente tanto scadente non sarà. Così come non sono macchine scarse nè la McLaren nè la Mercedes, visto che sono capaci di sprazzi di competitività notevoli. E che, aggiungo, sono costantemente davanti ad una Red Bull, quella di Perez. Questo fa supporre che la RB19 non sia effettivamente eccezionale, ma semplicemente un’ottima macchina in mano ad un team che la sa gestire e ad un pilota super. E viene il dubbio che anche le altre tre monoposto non siano vincenti non a causa delle loro caratteristiche ma del materiale umano che le gestisce.

P.S. 2. Celebrare la festa dei morti durante un Gran Premio di Formula 1 lo trovo di pessimo gusto. 

P.S. 3. Fischiare un pilota reo di avere buttato fuori l’idolo di casa, e menare la gente solo perchè porta le magliette rosse (ci sono i video che girano sui social) è ancora più di pessimo gusto.

P.S. 4. Il padre di Perez che pontifica nei box è ugualmente di pessimo gusto, almeno quanto Horner che dichiara che le voci di un ritiro del messicano a fine stagione sono infondate, e che il loro rapporto è ottimo. A meno che, visto che vuol far fuori Marko, il quale notoriamente odia il “sudamericano”, non abbia preso una posizione opposta giusto per non essere d’accordo con lui.

P.S. 5. La chiusura di Perez alla prima curva, come se non ci fosse nessuno all’interno, dimostra che ha ragione Marko. Per lui è ora di cambiare mestiere così come per Helmut di andare in pensione.

F1 2023 – GRAN PREMIO DEL MESSICO

Dal Texas al Messico il passo è breve ma il cambiamento di atmosfera sarà notevole, in tutti i sensi. Per la seconda tappa del trittico oltreoceano, che poi volendo sono quattro se ci mettiamo Las Vegas a metà Novembre, si torna ai 2300 metri di altitudine di Città del Messico, una condizione che potrebbe variare i valori in campo visti ad Austin.

Considerando la minore resistenza generata dall’aria, tutte le monoposto dovrebbero viaggiare con configurazioni aerodinamiche più cariche, e in ogni caso, saranno avvantaggiate quelle monoposto che sono capaci di generare downforce dal corpo vettura. Questo ovviamente mette in pole la Red Bull e molto meno la Ferrari ma tanto farà anche la capacità delle monoposto di viaggiare con assetti molto vicini al fondo stradale.

immagine da paddocknews24.com

Per contro dal lato PU, la rossa dovrebbe riuscire a dare qualcosa in più ma sappiamo che il turbo è una bestia strana e farlo girare a giri più elevati per compensare la minore quantità di ossigeno a disposizione potrebbe provocare dei bei fuochi d’artificio.

Si correrà quasi in corrispondenza del dia del los muertos, quasi una celebrazione di questo mondiale 2023 ammazzato praticamente nella culla dal duo Verstappen/Red Bull. Proprio l’olandese sarà l’osservato speciale del pubblico messicano che quasi sicuramente lo prenderà di mira in difesa dell’idolo locale Perez. Anche Marko farebbe bene a farsi vedere poco in giro e, ben più importante, tenere la bocca chiusa almeno per questo weekend.

Facezie a parte, per Perez potrebbe essere un’ottima occasione per tornare a lottare, se non per la vittoria, almeno per restare vicino al suo team mate. L’aria di casa e l’avere sotto le terga una RB19 dovrebbero essere un incentivo più che valido per un ottimo weekend.

immagine da sports.yahoo.com

Con tutta probabilità il triello Mercedes – McLaren – Ferrari si accapiglierà per il podio. Il circuito messicano è da sempre difficile da interpretare perchè offre grandi miglioramenti dalle prove libere a quelle ufficiali, per cui sarà complicato trovare il giusto setup che sarà necessariamente di compromesso. Vediamo quale altra grande strategia si inventerà la Ferrari per rovinare la gara dei suoi piloti, che ormai non vedono l’ora che finisca lo scempio di questo 2023.

Pirelli porterà le tre mescole più morbide a disposizione. Mescole più morbide vuol dire più degrado e potenzialmente più soste ai box nel tentativo di creare più variabili. Vedremo se funzionerà.

Gran premio che sarà occasione di rivincita per tanti: Leclerc in primis, ormai sempre più “alesizzato” per colpa di un team che mal lo supporta, Norris che ad Austin ha dato ragione a chi grida alka sua “hulkembergizzazione”, Perez che deve evitare l’ennesima batosta da parte del 33 olandese, Ricciardo reduce da un lungo stop e che in Messico è sempre andato forte.

Chiudo con Sainz. Lo spagnolo è forte e sembra avere la capacità di “massimizzare” maggiore drl suo team mate. E, cosa non secondaria, più abile dal punto di vista “politico” nel team. Ottimo elemento eppure…non posso fare a meno di storcere il naso quando Leclerc gli finisce dietro. Vero è che l’importante è che vinca la Ferrari ma non posso non pensare allo spreco in atto del talento del monegasco che tra ditini, monoposto imbarazzanti e poca protezione mediatica sta rendendo molto meno di quanto potrebbe. Al punto che sarei felice di vederlo in un’altra squadra.

*immagine in evidenza da automobilismo.it

Rocco Alessandro

VERSTAPPEN VINCE E SCAPPA. HAMILTON RESTA A GUARDARE.

La F1 riprende in Messico da dove si era fermata ad Austin, e cioè con la Red Bull e Verstappen nettamente davanti. L’olandese domina le prove libere e le prime due sessioni di qualifica, con la Mercedes che appare in grande difficoltà. Poi succede qualcosa. Che sia l’aumento di temperatura, la pista gommata, o semplicemente un bluff non è dato a sapere, fatto sta che Bottas e Hamilton si prendono la prima fila, con Verstappen e Perez relegati in seconda e imbufaliti con il povero Tsunoda reo di avere rovinato il loro ultimo tentativo.

Si spengono i semafori e basta meno di un chilometro alla Mercedes per sprecare la inaspettata prima fila. Bottas parte bene, ma ovviamente Verstappen gli prende la scia. Il finlandese anzichè rimanere sul lato pulito della pista, si porta al centro verso il compagno di squadra, spalancando un portone a Verstappen che si infila in tutta tranquillità prendendo la prima posizione. Alla staccata di curva 1, il buon Valtteri alza il piede per far passare il compagno di squadra, poi chiude di colpo la traiettoria prendendo di sorpresa Ricciardo che lo tampona facendolo girare.

Dietro si crea il caos, e a farne le spese sono Schumacher e Tsunoda, costretti al ritiro. Esce così la Safety Car per consentire di ripulire la pista dai tanti detriti.

Alla ripartenza Verstappen distanzia subito Hamilton, che deve prendere atto amaramente della maggiore velocità del rivale. Ma la sua maggiore preoccupazione si materializza verso il quindicesimo giro, quando le sue gomme iniziano a perdere prestazione, e Perez inizia ad avvicinarsi pericolosamente.

Al giro 20, Verstappen ha 8 secondi di vantaggio su Hamilton, il quale riesce faticosamente a tenere Perez a 2 secondi. Dietro di loro Gasly è già a 20 secondi dal battistrada, e le due Ferrari di Leclerc e Sainz ad oltre 25. E per fortuna che i rossi avevano grandi speranze per questo GP.

Al giro 30 Hamilton si ritrova con tre auto da doppiare e in Mercedes decidono di farlo fermare per il suo presumibilmente unico pit-stop. Ma al rientro in pista Lewis si trova immediatamente dietro Leclerc, il quale però si ferma al giro immediatamente successivo. Con la gomma dura l’inglese inizia a volare, e rimette subito Perez a distanza di sicurezza, ma soprattutto guadagna 2 secondi su Verstappen. Il quale si ferma al giro 33 e rientra dietro il suo compagno di squadra, che si ritrova così in testa al suo GP di casa, per il tripudio del pubblico accorso in massa a vederlo.

E il messicano pare non avere alcuna intenzione di fermarsi. Addirittura gira sui tempi di Verstappen ed Hamilton. Ma il suo distacco virtuale su quest’ultimo è di ben 9 secondi. Evidentemente in Red Bull vogliono dargli l’opportunità di un attacco finale con gomme molto più fresche, magari soft.

E invece Checo si ferma al giro 40 e monta gomma dura. Ma comunque avrà, nel finale, 10 giri in meno sugli pneumatici rispetto all’inglese.

L’inseguimento del messicano si conclude al giro 61, quando entra in zona DRS. Il pubblico sulle tribune è in delirio. Ma, come spesso accade con queste macchine, arrivati ad un secondo di distacco si inizia a soffrire. Nei giri successivi Hamilton riesce sapientemente a tenere Perez fuori dalla zona DRS, e così l’attacco non si materializza.

La gara finisce con Verstappen che guadagna la sua nona vittoria stagionale, allungando in classifica con un vantaggio di ben 19 punti su Hamilton, e solo 4 gare dalla fine. Con questi numeri diventa veramente dura per l’inglese, che almeno ha limitato i danni riuscendo a chiudere davanti a Perez. Quarto un ottimo Gasly, seguito da Leclerc e Sainz, autori di una gara anonima ma comunque utilissima per la Ferrari in funzione del mondiale costruttori in una giornata nera per la McLaren.

Al settimo posto Vettel, seguito da un ottimo Raikkonen, incredibilmente ottavo nonostante l’auto che guida. Nono Alonso e decimo Norris.

La pessima gara di Bottas si conclude in quattordicesima posizione, ed è trascorsa in buona parte dietro a Ricciardo. Il finlandese riesce almeno a strappare in extremis il giro più veloce a Verstappen, ma gli ci è voluto un doppio pit-stop negli ultimi giri per montare gomma soft.

La partenza disastrosa di Valtteri è anche costata un mare di punti alla Mercedes nella classifica costruttori, con la Red Bull che si è portata ad un solo punto.

Ora si va in Brasile, per la seconda gara di una tripletta che poi porterà il circus sulla pista sconosciuta di Losail, in Qatar. Ormai il mondiale ha preso una piega ben precisa. Se da un punto di vista della competitività delle auto non c’è alcun dubbio che la Red Bull sia passata nettamente in vantaggio rispetto alla Mercedes, l’incertezza potrebbe venire dall’affidabilità. E in un mondiale come questo non si potrà dire che è finita fino a quando non sarà realmente finita.

P.S. pare che a Giovinazzi in Messico sia arrivata la notizia del suo licenziamento. Oggi era arrabbiatissimo col team per una strategia totalmente sbagliata che gli ha distrutto la gara. Gli organi di comunicazione “di regime” hanno definito “scandaloso” l’atteggiamento del team Alfa Romeo nei confronti dell’italiano. Forse mi sbaglio, ma in questi tre anni non abbiamo purtroppo mai visto Antonio fare prestazioni degne di nota, come è capitato, invece con i vari Ocon, Norris, Russel, e, in alcuni casi, perfino Stroll. Si gridava al miracolo quando stava davanti a Raikkonen che, non dimentichiamolo, ha 42 anni. In un mondo come quello della Formula 1, dove conta solo la prestazione, non c’è poi tanto da sorprendersi se ad un certo punto un team smette di supportare un pilota nel quale non crede più, ed è assolutamente inutile, per non dire ridicolo e poco serio, prenderne le difese in modo plateale.

* Immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing

F1 2021 – GRAN PREMIO DEL MESSICO

Dopo la sorprendente vittoria di Verstappen ad Austin arriva la prima delle ultime 5 tappe del mondiale 2021.

Da due anni non si corre in Messico, sull’autodromo Hermanos Rodriguez e nonostante in tanti diano un Verstappen imbattibile ci sono diverse premesse che possono portare ad un risultato a sorpresa.

Quì la Red Bull è sempre andata storicamente molto bene, anche in anni di magra, per cui è legittimo pensare che quest’anno possa godere di un discreto vantaggio sulla concorrenza.

Ma le variabili sono sempre tante e a maggior ragione su un circuito particolare come quello messicano.

In primis, non si corre dal 2019, per cui molti dei dati accumulati sul comportamento delle monoposto potrebbero non essere più attendibili.

Vero che ormai i simulatori fanno miracoli ma anche andare in confusione anche solo per un solo turno di libere potrebbe essere un guaio in ottica gara.

La pista ha un asfalto molto liscio ed è da alto carico aerodinamico, con la componente ibrida ed elettrica della PU che dovranno andare a compensare la minore efficienza del motore termico causata dall’aria rarefatta a oltre 2000 m di altitudine.

immagine da timgate.it

Mercedes potrebbe sfruttare l’assenza di asperità sull’asfalto per far funzionare al meglio il suo sistema di sospensioni posteriori che “abbassa” la monoposto in rettilineo e limitare l’handicap a carico della sua ICE, ancora la migliore del lotto.

Proprio dal fronte PU potrebbero venire ottime notizie da Ferrari, le cui componenti ibride ed elettriche migliorate con l’introduzione della quarta PU potrebbero dare un bel vantaggio e ne fanno una concorrente temibile, forse non per la vittoria, ma con tutta probabilità molto vicina in qualifica e in gara, un problema in più da considerare in fase di strategia e soste ai box.

Anche le temperature di esercizio saranno un bel problema data la difficoltà che si ha sul circuito messicano di raffreddare a dovere PU, freni e tutto il comparto del cofano motore. Se è vero che in Mercedes stanno spingendo molto la loro PU a scapito dell’ affidabilità, questo potrebbe essere un fattore decisivo in gara.

Pirelli porterà le tre mescole centrale del lotto, escludendo la C1 e la C5. In passato la mescola più morbida soffriva di graining, cosa che tendeva ad escluderla dall’utilizzo nel primo stint in gara.

Probabile che anche quest’anno chi potrà cercherà di partire con la mescola media ed avere un primo stint di gara più lungo per poi passare alla mescola soft. Un asfalto particolarmente “green” al venerdì e la sua rapida evoluzione nelle prestazioni durante tuto il weekend potrebbe portare a diversi problemi nella scelta di assetti e mescole da utilizzare in gara.

immagine da motorsport.com

Almeno per tutti i team dovrebbe arrivare un aiuto dal meteo, previsto nuvoloso e con temperature ambientali intorno ai 20°C e in assenza di pioggia.

Come detto, sembra tutto apparecchiato per una vittoria del 33. Stranamente anche Wolff e Marko sono d’accordo questa volta nel dare l’olandese come favorito per la vittoria.

Olandese che potrà contare anche sul compagno di squadra Perez che avrà un boost in più dal fatto di correre in casa con una monoposto in grado di giocarsi la vittoria.

Austin è stata una grossa sorpresa e la tappa di Città del Messico potrebbe esserlo altrettanto con tanti problemi di affidabilità, una cosa davvero non usuale nella F1 di oggi. Sono già state annunciate diversi cambi di PU e relative penalizzazioni a carico di Ocon e Stroll, forse Norris e si paventa qualche problema anche per Hamilton anche se quest’ultima sembra davvero una boutade.

Ferrari, più che in altre piste potrebbe essere davvero il terzo incomodo nel rendere difficile la gara ai chi avrà ambizioni di vittoria. Difficile che possa davvero lottare per la vittoria ma è uno di quei GP in cui andare a podio senza aspettare problemi da parte di Mercedes e Red Bull.

La Mclaren dovrà cercare di sfruttare al massimo la sua PU e la sua velocità di punta molto elevata. Probabile che si vedranno qualifiche con distacchi molto ridotti e un exploit al sabato potrebbe pagare grossi dividendi anche nella gara di domenica.

Storicamente è una pista in cui si commettono anche più errori e alcuni anche grossi, come Bottas a muro in qualifica nell’edizione del 2019. Anche questo sarà un ulteriore fattore di incertezza.

Per Hamilton il Gp del Messico ha sempre portato bene, ci ha vinto matematicamente il quarto e quinto mondiale, quasi il sesto nel 2019. Perdere altri punti in Messico lo porterebbe nella difficile situazione di dover tentare qualcosa di molto difficile in Brasile, altro Gp in cui la Red Bull può fare bottino pieno, e sperare solo che le gare nel deserto gli possano essere amiche.

immagine da f1sport.it

Dodici punti non sono tanti ma rischiano di diventare 19 o 20 dopo il Messico e più di 25 dopo il Gp del Brasile, decisamente troppi a tre gare dalla fine.

Dopo il colpo texano, l’obbligo per Verstappen e Red Bull e guadagnare il più possibile prima del trittico di gare mediorientali, in cui sarà più probabile vedere una Mercedes in forma.

In ogni caso, non c’è più spazio per passi falsi, e il GP del Messico sembra fatto apposta per compierne. Potrebbe essere la chiave di volta dell’intero mondiale.

*immagine in evidenza da motorsportguides.com

Rocco Alessandro