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F1 2024 – GRAN PREMIO DEL BAHREIN

Con il gran premio del Bahrein si apre ufficialmente la  stagione 2024 del mondiale di F1, che si prospetta con le sue 24 gare e 6 eventi sprint come la piu’ lunga di sempre. Forse sara’ prematuro dirlo ma ci sono buone possibilita’ che questa stagione sia solo una lunga e trionfale passerella per il quarto titolo consecutivo di Max Verstappen.

Eccesso di pessimismo? Aspettative troppo tafazziane verso la nuova stagione? Considerando come e’ finita nel 2023 e come e’ iniziata nel 2024 con i test pre-stagionali, tutto indica che l’olandese non dovra’ neanche sforzarsi troppo per portare a casa il titolo che lo metterebbe a fianco di Prost e Vettel.

immagine da gpfans.com

La nuova RB20, per sua stessa ammissione, ” fa quello che vuole lui” per cui, citando Alonso, e’ gia’ corsa per il secondo posto. Dicevamo della RB20 che sembra la versione riveduta, corretta e potenziata della RB19, aspetto che porta a pensare che possa essere possibile un filotto di 24 vittorie da parte della scuderia austriaca. Newey sembra aver di nuovo spostato il limite del possibile e l’unico granello di sabbia nell’ingranaggio potrebbe essere l’incapacita’ di Perez nello sfruttare al massimo la RB20, progettata per andare incontro allo stile di guida del 33 olandese,  e il famigerato ”Horny-gate” che potrebbe allontanare definitivamente Chris Horner dalla guida del team. Anche se fosse, il vantaggio competitivo sembra cosi’ ampio che solo una improbabile serie di eventi nefasti potra’ mettere in seria difficolta’ la Red Bull.

Ma siamo sinceri, questa stagione,a  meno di clamorose sorprese sembra essere un lungo viatico a quella del 2025 dove sono gia’ stati annunciati cambiamenti che potrebbero essere epocali. Il primo ovviamente e’ Hamilton in Ferrari, una roba incredibile almeno fino all’annuncio ufficiale di qualche settimana fa. Operazione che dal punto di vista sportivo non ha molto senso, molto di piu’ a livello commerciale e di appeal mediatico.  Ma ormai la Scuderia ha da tempo cambiato il suo dna da pura espressione motoristica e sportiva a brand globale con interessi in ogni ambito del lusso. Per Ferrari, considerando anche lo status acquisito nel Patto della Concordia, e’ un’operazione win-win, con buona pace dei tifosi duri e puri che ormai sono in via di estinzione.

immagine da motorsport.com

Una pedina che si sposta ne porta altre a fare lo stesso per cui ecco un Alonso candidato principale a prendere il posto dell’epta in Mercedes per una quadratura del cerchio che ripensando ai tempi del ”Gp2 engine” e’ quasi distopica. Wolff avrebbe poco da lamentarsi in termini di caratura del pilota, probabilmente molto di piu’ in termini umani: non ce lo vedo Alonso fare l’amicone di Wolff.

L’altra pedina da piazzare e’ quella di Sainz che si e’ ritrovato in mezzo ad un gioco piu’ grande di lui. Ancora non si sa bene dova possa approdare ma occhio al sedile traballante di Perez, per una reunion in stile Toro Rosso d’altri tempi. Considerando gli attuali rapporti di forza Red Bull-Ferrari, per lui si e’ chiusa una porta ma si aprirebbe un portone bello grande.

In attesa poi della rivoluzione (?) tecnica del 2026 e del tira e molla di Audi molto se non tutto porta a pensare che il binomio Red Bull-Verstappen possa comodamente arrivare a cinque mondiali di fila. Troppo il vantaggio e l’abilita’ del pilota in un contesto di continuita’ regolamentare e budget cap che lascia pochi margini di recupero, ulteriormente azzoppati da una scuderia che puo’ permettersi a meta’ campionato di pensare gia’ al progetto dell’anno successivo.

C’e’ un pero’ che forse non sara’ granche’ ma almeno lascia qualche speranziella di un lotta un po’ piu’ serrata rispetto a quella vista nel 2023. La nuova SF-24, seppur non proprio un esempio di ardimento tecnico e progettuale, sembra avere le carte in regola per ambire quanto meno a dare piu’ fastidio alla Red Bull e a prenotare il secondo posto tra i team. Sara’ poco ma in attesa di sfoderare nel 2025 la potente arma del ”culo” di Hamilton, e’ gia’ qualcosa…

Di pari passo ma speriamo un po’ piu’ indietro sembrano aver fatto lo stesso Mercedes e McLaren, anche loro in predicato per il ruolo di paggetti del toro austriaco. A loro si potrebbe aggiungere la nuova Visa Cash App RB F1 team ( che nome orribile), in pratica la RB19 con livrea diversa che ha fatto vedere di poter anche lei inserirsi nella lotta, non senza polemiche in termini di know-how condiviso con la sorella maggiore.

immagine da topgearitalia.com

Alonso ha gia’ messo le mani avanti in termini di competitivita’ della sua Aston Martin che non replichera’ lo sfolgorante avvio del 2023. Un po’ perche’ e’ vero e un po’ perche’ la strada che conduce a Brackley va preparata bene e per tempo.

Restano quelle che cenerentole erano e cenerentole sono rimaste in attesa del 2026, cambiando solo nome e livree ma sempre con aspettative piuttosto limitate. Sorvolando sulla discutibile scelta stilistica della Sauber F1 (ciao ciao Alfa Romeo), la palma della piu’ scarsa del lotto quest’anno sembra essere una lotta fra Alpine e Haas, con una leggera preferenza per i francesi.

Per questa prima stagionale  vale l’adagio che saranno competitivi i team che avranno acquisito la maggiore conoscenza possibile di monoposto nuove ancora con molti aspetti da comprendere appieno. Inutile dire che la favoritissima rimane Red Bull, anche se Marko sta gia’ cercando di mitigare lo spauracchio di un dominio a mani basse affermando che, almeno in qualifica, la lotta con Ferrari sara’ serrata. Le indicazioni dei test indicano un pacchetto di mischia Ferrari-Mercedes-McLaren-Visa cash ecc ecc in lotta per il secondo posto con la rossa che si fa preferire per consistenza sul passo gara.

Si corre al sabato per esigenze religiose legate al Ramadam, un po’ come ad Assen nelle moto dove la Domenica non si correva perche’ c’era da andare in chiesa. Paese che vai…

immagine da fiaformula2.com

Si parte giovedi’ con le libere e un occhio attento sarebbe il caso di puntarlo su Andrea Kimi Antonelli che debutta in F2 su Prema. Il frenetico gossip della F1 lo ha gia’ candidato a prendere il posto di Hamilton in Mercedes a partire dal 2025, lui che viene definito ”the next big thing” della F1. Giusto un pelo di pressione per un ragazzo che va forte ma che ha ancora solo 17 anni. Personalmente mi sta molto simpatico, ha un bel carisma e sarebbe bello vedere di nuovo vincere un pilota italiano dopo tanti anni.

*immagine in evidenza da tilke.de

 

BASTIAN CONTRARIO: LA F1 NON S’E’ DESTA

Anche il GP d’Italia, uno degli eventi di F1 più attesi dell’anno, viene archiviato e viene fatto nel modo più orrendo che si possa immaginare e naturalmente con non poche polemiche. Il tempio della velocità per eccellenza (almeno prima si raggiungevano anche i 370 km/h), il circuito più veloce del mondo, il GP dove conta solo il piede dell’acceleratore affondato per il 70% del giro termina nel modo più ignominioso… in regime di Safety Car a si e no 150 km/h di media. Niente da fare… la F1, a differenza del nostro Paese cantato nell’inno di Mameli, non s’è desta.

Per il secondo GP consecutivo, ci dobbiamo sciroppare tutta l’inadempienza e la sudditanza di un circo (il termine circus è troppo professionale… con tutto il rispetto per i circensi si capisce!) che palesemente dipende dalle due super potenze Red Bull e Mercedes e non smetterò mai di ripeterlo, Ferrari ha una grossissima responsabilità in questo stillicidio. Per l’ennesima volta ci troviamo una monoposto ferma in rettilineo (a Monza!) e di nuovo ci troviamo di fronte all’inamovibilità della direzione gara, perché conscia che qualunque azione applichi (ed una Safety Car o bandiera rossa sono le uniche alternative possibili) determinerà l’esito della gara. Evidentemente i fatti di Abu Dhabi dell’anno scorso bruciano ancora, forse quella scelta di Masi fu troppo eclatante ed ecco che per risolvere un problema ne viene creato uno ancora più grande, tanto che (l’ironia della sorte non ha confini) addirittura si invoca il ritorno dello stesso ex direttore, silurato proprio dopo i fatti di Abu Dhabi. Nessuno si vuole prendere la responsabilità, sebbene siano pagati proprio per quello e guai se ciò avviene se a condurre il GP c’è la Red Bull dell’idolo del momento.

Sia chiaro a tutti voi che avete lo stomaco di leggere questo mio pensiero, in modo di placare ogni tipo di polemica, che il sottoscritto non crede e non ha mai creduto che, ammesso e non concesso ci fosse stata una ripartenza, sia dopo Safety car o da fermo dopo una eventuale bandiera rossa, LeClerc avrebbe avuto una possibilità di vittoria. Attualmente il pacchetto RB18 – Verstappen è una macchina da guerra inarrestabile e non ci sono illusioni perché i restanti GP che si devono disputare li ha già vinti! Certo, alla notizia che l’olandese partiva settimo, mi ero quantomeno illuso che avrebbe perso due, tre giri per liquidare tutti i colleghi che lo separavano dal redivivo LeClerc. Poi ho visto la partenza scellerata di Norris, il tappeto steso da Gasly e la non trazione di Ricciardo in uscita dalla Parabolica (con tutto il rispetto per Michele Alboreto, per me quella curva si chiamerà sempre a quel modo) e mi rendo conto che, alla fine del primo giro, non solo Verstappen era già terzo, addirittura aveva già vinto!

Eppure la Beneamata ha reagito e piacevolmente stupito, in quanto ha provato a diversificare e a non subire l’infausto destino  dell’unica strategia consentita su una pista come quella brianzola. Binotto, prima della partenza, aveva detto che fino ad ora la Safety Car ha sempre fatto ingresso in pista ed è proprio su quello che la Rossa puntava ed hanno avuto ragione. Purtroppo le modalità sono state quelle che tutti noi abbiamo visto. La F1 non s’è desta quando ci vogliono due giri per far uscire una Safety Car quando in rettilineo c’è una monoposto. La F1 non s’è desta quando c’è un trattore in pista con le monoposto che, per quanto possono andare piano, hanno comunque una velocità pazzesca e inevitabilmente ci hanno riportato a Suzuka 2014! La F1 non s’è desta quando non si assume le proprie responsabilità, non mettendo una palese bandiera rossa, affondando così lo sport per far prevalere gli interessi del team di turno padrone. Sappiamo benissimo che Red Bull e Mercedes sono le principali squadre che fanno girare tutta la giostra ed ecco che ci tocca assistere ad oscenità come quelle viste domenica scorsa. Centinaia di migliaia di spettatori che hanno pagato a caro prezzo l’obolo, pardon il “token” d’ingresso, mortificati da uno spettacolo insulso, una farsa mai vista. Domenicali, in una fase di esaltazione mentale, visto il grande successo che la F1 sta riscuotendo in tutto il mondo (su questo c’è da dargli atto perché abbiamo la fila da parte di ogni Paese per ospitare un GP ed ogni evento è sempre sold out), elargisce proposte per spettacolarizzare ancora di più la Formula wrestling a cui assistiamo ogni weekend, non ultima la griglia invertita (!). Ebbene come può il buon Stefano spingere in tal senso e permettere, nel contempo, che lo stesso spettacolo da egli perorato si concluda a quel modo?

Molto probabilmente, quando Verstappen avrà chiuso le pratiche (tra Singapore ed Austin… manca poco ormai), forse la prona F1 anglo centrica, permetterà una condotta più lineare e all’altezza dell’evento che organizza e scommetto che quando, all’improvviso, diverrà coerente ed equanime ci sarà proprio quella martoriata Ferrari che “a casa sua” è stata malmenata. Se abbiamo evitato l’umiliazione, dobbiamo ringraziare solamente il mancato campione LeClerc, che ha portato a casa una pole che è un mezzo miracolo e a quel “pippone” di Sainz che ha fatto una rimonta non scontata, visto che a Monza non è così semplice il sorpasso e, udite udite, proprio quel muretto tanto bistrattato che ha osato ed ha cercato di diversificare il più possibile la strategia… perché a parità di opzioni e senza Safety Car, Verstappen al traguardo ci avrebbe dato almeno trenta secondi.

Il Presidente, bontà sua e come anticipato la settimana scorsa, ci ha degnato della sua presenza e (finalmente!) ha elargito parole positive verso la squadra, confermando la fiducia a Binotto anche se ha voluto sottolineare che la Gestione sportiva “è un’altra cosa”. Jhon Elkann se ha detto quello che ha detto è solo perché è con l’acqua alla gola, in quanto sa bene che se mandasse via Binotto, non solo sfascerebbe un gruppo che nel bene e nel male è consolidato (visto la telenovela in casa Red Bull tra Verstappen e Perez? Ormai sono cosi forti che si possono permettere persino screzi in mondo visione con scie volutamente non offerte), non solo sa che poi si dovrebbe ricominciare tutto daccapo, bensì sa perfettamente che sul carro della Rossa non ci vuole venire nessuno; di certo non a queste condizioni. Intanto anche quest’anno sportivo sta lentamente finendo e, sebbene le premesse fossero ben altre rispetto alla realtà che stiamo vivendo, attendiamo sempre una maggiore presenza politica da parte della Ferrari, perché (e quanto successo quest’anno lo dimostra caso mai ci fossero stati dubbi) i GP prima di vincerli in pista si devono vincere nelle stanze che contano. Forse ad Elkann ciò non interessa più di tanto, eppure se la F1 attrae sempre più pubblico è perché finalmente c’è nuovamente competizione e non monologhi di una squadra sola e, soprattutto, perché c’è una Ferrari che è ritornata nuovamente competitiva, DT039 a parte.

A volte mi viene il dubbio che la Rossa sia usata solo come specchietto per le allodole, come una luce ultravioletta che attira le mosche: una Ferrari competitiva serve ad attirare pubblico in tutto il mondo per poi, al momento opportuno, tarparle le ali per indirizzare il mondiale in altre direzioni. Lungi da me fare dietrologie da tifoso da curva… eppure sono troppi i dubbi su questa dannata direttiva che ha allontanato la Rossa dai bibitari, facendo riavvicinare la Mercedes ad essa, così come rimarrà sempre un mistero il livello prestazionale della Red Bull (solo con Max ovviamente) nonostante il budget cap imponga ben altre spese. Prestazioni che sono inarrivabili al momento e che, di certo, non hanno bisogno di essere accompagnate fino al traguardo dietro una safety car… spiacente, la F1 così proprio non s’è desta!

 

Vito Quaranta