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F1 2022 – GRAN PREMIO D’AZERBAIGIAN

Per l’ottavo appuntamento stagionale della F1 si passa da un circuito cittadino all’altro, da Montecarlo a Baku. Entrambi circuiti cittadini ma non potrebbero essere più diversi uno dall’altro anche se una cosa resta in comune: il margine per errori praticamente nullo concesso ai piloti.

Si arriva a Baku archiviando il primo terzo di campionato e con la certificazione della prima (mini) fuga in classifica piloti e costruttori con la Red Bull e il suo pilota di punta Verstappen a issarsi in cima alla classifica.

Un filotto di quattro gare vinte per gli anglo-austriaci, in cui hanno semplicemente dimostrato come siano più abituati e capaci a gestire situazioni complicate e cariche di tensione e portare a casa il massimo risultato possibile.

immagine da alvolante.it

Per contro Ferrari sconta una disabitudine figlia delle sciagurate stagioni che si sono susseguite dal 2018 in poi, in cui al massimo si lottava per una sporadica vittoria o per un podio, cosa ben diversa dal doversi giocare ogni GP in una singola chiamata ai box o con una strategia particolarmente efficace.

Peccato perchè da Barcellona si può dire che la SF-75 sia la più completa monoposto in pista e non sarebbe stato uno scandalo se Leclerc fosse stato il vincitore dei quattro GP che invece sono andati agli alfieri Red Bull.

Una somma di errori, problemi tecnici e sciagurate strategie di gara hanno vanificato totalmente quanto di buono fatto nelle prime tre gare di stagione. In questo senso la tappa di Baku deve servire agli uomini di Maranello come un nuovo inizio di campionato.

Le prove al simulatore hanno promosso la SF75 sul tracciato azero ma quì la Red Bull fa decisamente più paura considerando la velocità di punta che potrà sfoderare sul lungo rettilineo che immette sul traguardo. La SF-75 dalla sua potrà far valere la stabilità in frenata e l’ottima trazione ma servirà anche il decisivo apporto di Sainz e del muretto box per portare a casa la vittoria.

Pirelli porterà le stesse mescole utilizzate a Montecarlo dato che il circuito di Baku è poco esigente nei confronti degli pneumatici in termini di forze laterali e usura.

Sarà interessante capire come la Ferrari si approccerà al weekend azero dopo la batosta e le polemiche di Montecarlo. Il rischio è quello di vivere ogni appuntamento come una sorta di ultima spiaggia per recuperare punti ad una Red Bull solidissima in gara e quindi aumentare il rischio di commettere errori.

immagine da rossomotori.it

L’utilizzo del terzo turbo e MGU-H per Leclerc sembra andare proprio nelle direzione di non lasciare nulla di intentato sul piano delle prestazioni, anche se è un fatto ormai che Ferrari dovrà forse anticipatamente rispetto alle previsioni, scontare una penalità per il futuro utilizzo di componenti della PU oltre il numero di tre concesso dal regolamento.

Attesa anche per la Mercedes che cercherà di confermare a Baku i progressi visti da Barcellona in poi. La W13 è indubbiamente migliorata anche se sinceramente sembra un pò sopravvalutata nelle sue prestazioni in pista considerando il distacco da Red Bull e Ferrari che rimane comunque molto ampio. Bravi invece, soprattutto con Russell, a raccogliere sempre il massimo possibile sfruttando i problemi altrui.

Nel pacchetto di mischia del mid-field difficile anticipare chi andrà bene e chi no. Tra McLaren, Alpine, Alfa Romeo e Alpha Tauri sono troppe le variabili in gioco e fare un pronostico diventa difficile.

Certo è che Bottas potrebbe essere un fattore per emergere dalla lotta, dato che al finlandese piace il tracciato azero e l’Alfa può contare su una PU di primo livello (quando non ha problemi).

Chi riuscirà a trovare il giusto compromesso tra asse anteriore e posteriore, cercando di non far raffreddare troppo le gomme anteriori nei lunghi rettilinei e non surriscaldare le posteriori nei tratti soggetti a maggiori trazione avrà un bel vantaggio in ottica gara.

immagine da sport.sky.de

Al momento l’Aston Martin è una sorta di work in progress dopo il cambio radicale di filosofia aerodinamica che l’anno avvicinata molto (forse troppo) alle forme della RB18. Baku potrà essere un buon test per verificare la bontà del nuovo pacchetto aerodinamico, facilitato dal fatto che non ci sono curve veloci da affrontare, attuale punto debole della verdona della F1.

Per la Haas l’ìmperativo, come sottolineato da Steiner, è letteralmente non fare danni. Ormai la conta dei pezzi di ricambio per le monoposto distrutte in pista comincia ad essere davvero impattante sulle finanze di una squadra che deve fare i conti con il budget cap.

Schumacher è sotto osservazione in questo caso, avendone distrutte già due a Miami e Montecarlo oltre al fatto che le sue prestazioni in pista sono, al momento, francamente insufficienti.

Williams resta sempre un pò la cenerentola del gruppo, aggrappata alla buona luna di Albon e a particolari condizioni di gara che possono avvicinarla alla zona punti. Quanto meno sarà più difficile per loro fare danni in fase di doppiaggio così come successo a Montecarlo anche se non bisogna mai porre limiti alla provvidenza…

Baku di solito offre sempre gare spettacolari e con tante sorprese, forse proprio quello che non vuole la Ferrari che in situazioni caotiche ha già dimostrato di non essere proprio il massimo. Servirà fare bottino pieno in terra azera anche solo per mandare un segnale, che la lotta è viva e quelli di Maranello sono della partita. Se lo augurano in tanti, di sicuro non Red Bull e probabilmente neanche quel simpaticone di Norbert Haug ma per il campionato sarebbe oro colato.

*immagine in evidenza da fanpage.it

Rocco Alessandro

 

PEREZ SBANCA IL CASINO DI MONTECARLO. LA FERRARI NON GIOCA.

Montecarlo. Dopo solo una settimana, la Ferrari può riscattarsi dalla enorme delusione di Barcellona. E farlo proprio in casa del suo pilota di punta. Che infatti, con una guida stratosferica, si prende la pole lasciando gli avversari a distanza. In prima fila con lui il suo compagno di squadra, con Perez che rimane costantemente davanti a Verstappen, e provoca una bandiera rossa finale, per la gioia di quest’ultimo che lo accusa pure di averlo fatto apposta.

Sulla carta, con una F1-75 molto competitiva, il risultato della gara dovrebbe essere in cassaforte. Ma sembra proprio che quest’anno, per la Ferrari, nulla debba essere facile. A pochi minuti dal via inizia a piovere. La partenza viene rinviata di 15 minuti, e nel frattempo la pioggia aumenta di intensità. Il gruppo si avvia quindi dietro la Safety Car, con l’obbligo di montare gomme da bagnato estremo. Dopo due giri, la direzione gara espone la bandiera rossa, e tutte le monoposto rientrano in corsia box.

Dopo quasi un’ora di attesa, la direzione gara fa partire ufficialmente la gara, ovviamente ancora dietro la SC. Non piove più, ma si aspetta ulteriore acqua. Tutti hanno le gomme full wet.  In queste condizioni, solo due piloti riescono ad andare a sbattere, ovviamente, e sono Latifi e Stroll.

Dopo due giri viene data partenza lanciata. Le condizioni sono molto difficili, e si vedono parecchie scodate. La pista sembra asciugarsi velocemente, e qualcuno degli ultimi anticipa il passaggio alle gomme intermedie.

La prudenza è comunque tanta, e i tempi sono quasi 30 secondi più alti di quello della pole position. Al giro 9, Leclerc ha 3 secondi di vantaggio su Sainz, che a sua volta ne ha 2 su Perez. Verstappen si mantiene ad un secondo di distanza dal compagno.

Al giro 14 la traiettoria è asciutta in molti punti del tracciato, e le condizioni sono da intermedie. Chi le ha già montate ne sta ampiamente beneficiando, ma i tempi dei primi non sono molto inferiori, e Sainz dichiara di volere andare avanti con le full wet fino a quando non sarà possibile montare le slick.

Al giro 16 rientra Hamilton, che fino a questo momento occupava un’anonima ottava posizione, e monta gomma intermedia. Viene fatto rientrare anche Perez, per montare lo stesso tipo di gomma. Sergio esce però dietro a Norris. A Sainz viene chiesto di rientrare, ma lo spagnolo non è d’accordo e gli viene confermato che può stare fuori. Anche Norris, quarto, rientra per montare gomma intermedia.

Al giro 18 rientra pure Leclerc e monta gomma intermedia, subito imitato da Verstappen. Ma il monegasco si ritrova dietro Perez, che evidentemente è riuscito a recuperare una decina di secondi. Sainz invece continua, con l’obiettivo di passare direttamente alle slick.

Con gomme intermedie la Ferrari non va, e Verstappen guadagna ben 4 secondi a Leclerc. Sainz rientra al giro 22 per montare le slick a mescola più dura. Viene richiamato anche Leclerc, poi gli viene detto di stare fuori, ma è troppo tardi. Il monegasco è furioso con il proprio box, e si ritrova dietro al compagno di squadra.

Anche Perez e Verstappen vengono fatti rientrare, ma l’attesa dietro al compagno dovuta al doppio pit-stop risulta fatale per Leclerc che si ritrova così al quarto posto, dietro anche a Verstappen. Entrambe le Red Bull, però, hanno toccato la linea gialla all’uscita dei box, ma la direzione gara fa finta di niente.

Al giro 27, Schumacher distrugge la sua Haas alle piscine, ed esce la Safety Car. Ma i danni alle barriere sono troppo ingenti, e la direzione gara sospende la gara.

Si riprende con una partenza lanciata quando mancano 45 minuti allo scadere delle 2 ore regolamentari. La Ferrari stranamente riparte con la mescola più dura e per di più usata, mentre le due Red Bull hanno la mescola media. Una decisione che sembra incomprensibile.

Quando la SC rientra ai box, la gara riparte senza riservare grandi emozioni, a parte un bloccaggio di Perez al Mirabeau. Un team radio di Sainz svela come mai la Ferrari abbia scelto di montare gomme dure usate: temevano che sulle gialle si materializzasse l’odiato graining, e la loro speranza è che questo accada alle Red Bull. Ma, purtroppo per loro, questo non succede, e fra i primi 4 non c’è praticamente battaglia.

Anche dietro di loro non accade nulla. Con queste auto, e in queste condizioni, tentare un attacco è praticamente impossibile, anche quando si è molto più veloci dell’avversario che precede. E’ il caso di Hamilton, che si trova ad avere a che fare con Alonso che gira almeno 2 secondi più lento, ma non può fare assolutamente nulla, così come il trenino che si è formato dietro di loro.

A 18 minuti dal termine, Sainz va dritto alla chicane del porto, e Verstappen si avvicina. Ma qualche minuto dopo il graining arriva sul serio sulla gomma anteriore destra di Perez, e Sainz gli si attacca agli scarichi. Ma a Monaco non si passa, e la gara finisce in processione, con Checo che conquista una meritatissima vittoria davanti a Sainz, Verstappen e un delusissimo Leclerc. Seguono Russell, ancora una volta nei primi 5, Norris, Alonso, Hamilton e Ocon, che però ha una penalità di 5 secondi che lo fa retrocedere. Nono arriva quindi Bottas, e decimo Vettel.

Ora si va a Baku, un circuito che, sulla carta, dovrebbe essere favorevole alla Red Bull, con quell’interminabile rettilineo. Ma ormai questo conta poco, perchè, che sia favorita o meno, la Red Bull vince comunque, a dispetto del fatto che gli avversari dispongano di una vettura formidabile e di un pilota che, probabilmente, in questo momento è il più in forma di tutti. 

Su 7 gare, 2 sono andate alla Ferrari e 5, di cui le ultime 4, alla Red Bull. Credo non ci sia molto altro da dire sulle prospettive mondiali. La storia della Formula 1 insegna.

P.S. chi scrive temeva proprio quello che abbiamo visto oggi. Una macchina competitiva ma una squadra non in grado, per mancanza di esperienza, di leggere correttamente le situazioni impreviste. Considerando anche che se la stanno giocando con dei vecchi volponi. Una doppietta sicura si è così trasformata in un “misero” secondo e quarto posto, che aumenta ancora le distanze nei confronti dei diretti avversari. E questo a causa di decisioni che sono sembrate quantomeno singolari.
Certo, mi si può dire che rispetto ai chiari di luna delle ultime stagioni, giocarsi sempre la vittoria è un gran risultato. E io rispondo con due considerazioni. La prima è che sono due anni che ci raccontano che lavorano per il 2022, e la seconda è che sono 14 anni che la Ferrari non vince un mondiale.

P.S. 2 Verstappen ha pestato la linea gialla all’uscita dai box, nell’ovvio tentativo di chiudere in anticipo la traiettoria. Non c’è nemmeno stata investigazione, quando in passato abbiamo visto analoghe decisioni punite pesantemente. Perchè? Per la risposta, rivedere il GP di Abu Dhabi del 2021.

F1 2022 – GRAN PREMIO DI MONTECARLO

Un vecchio adagio del motorsport (più del motociclismo ad essere esatti) cita che “quando si cade bisogna risalire in sella il più in fretta possibile” per esorcizzare e metabolizzare quello che è successo.

Citazione che si adatta bene alla situazione in casa Ferrari, reduce da un GP di Spagna decisamente agrodolce, dove il dolce risiede solo nella velocità mostrata in pista.

Dopo tanto tempo gli aggiornamenti sulla SF-75 hanno funzionato bene, regalando a Leclerc una pole senza discussioni al sabato e una gara letteralmente dominata fino a quando il turbo e la MGU-H hanno alzato bandiera bianca. E di tutto quel dominio non è rimasto altro che il rumore del silenzio e delle pacche sulle spalle che Leclerc ha regalato ai suoi meccanici in segno di conforto.

Dopo 6 GP Red Bull completa la sua rimonta prendendosi la testa del mondiale piloti e costruttori. Il tutto non essendo la vettura più veloce in pista, non essendo la più affidabile (almeno palesemente nei primi 3 GP). Sembra quasi una situazione kafkiana a vederla con gli occhi di Maranello.

In realtà è la logica conseguenza per un team abituato alla lotta la vertice, con un pilota superlativo e un altro che tappa sempre e bene i buchi che si creano e di una certa dose di fortuna. Ma serve anche quella, guai a non averne.

Sulle stradine del principato ci sarà l’ennesimo showdown tra i due colossi del 2022, in casa di un Leclerc voglioso di rivincita ma al quale la gara di casa non ha mai portato molto bene.

immagine da motori.ilmessaggero.it

Tracciato atipico da sempre, un pò meno atipico nel format dato che quest’anno per la prima volta non si girerà al giovedì per le prove libere ma si rispetterà il format consueto che va dal venerdì alla domenica.

I pronostici li sbaglia solo chi li fa e figuriamoci su una pista come Monaco, con vetture enormi e che pesano ben di più rispetto a quelle già giunoniche del 2021.

Servono trazione, precisione in inserimento e soprattutto star lontano dai muri, oltre a non beccare una bandiera gialla o rossa in un momento topico delle qualifiche. E per aggiungere variabili non previste (e volute) è prevista pioggia per tutto il weekend, in particolare venerdì e domenica.

Come detto molto lascia supporre che se la giocheranno Red Bull e Ferrari, con Leclerc e Verstappen che si fanno preferire per ovvie ragioni, un Perez che potrebbe essere il terzo incomodo e un Sainz che arriva con un bel fardello di pressione dopo un inizio di mondiale a dir poco inconcludente.

Potrebbe essere della partita anche la Mercedes, super galvanizzata dalla buona prestazione di Barcellona a seguito degli aggiornamenti. Wolff addirittura dichiara che forse, ma forse, potrebbero ritornare in lotta per il mondiale.

immagine da f1ingenerale.com

Ora, di sicuro ne sanno più loro che noi poveri fessi che guardiamo dalla tv ma pensare che la W13 possa tornare a lottare costantemente per la vittoria quando si è visto in Spagna che fino a quando Leclerc è rimasto in pista viaggiavano ad almeno 7/8 decimi di ritardo come passo gara e che Verstappen, una volta superato Russell gli ha dato qualcosa come 33 secondi nella seconda parte di gara, mi sembra un volo di fantasia davvero audace.

Poi magari a Monaco vincono, ma se pensiamo che ci ha vinto qualche anno fa un Ricciardo su Red Bull con una PU rimasta senza componente ibrida, diciamo che se a Monaco parti davanti  e non fai sciocchezze è dura perdere.

Gli altri…anche quì i pronostici sarebbero assolutamente dati a caso, date le premsse sopra esposte. Molto dipenderà dal pilota e dalla fortuna in certe fasi di qualifica o gara, tra bandiere gialle e safety car. E molto lo potranno fare gli uomini al muretto box, che devono cercare di capire e scegliere i momenti giusti in cui fare i pit e gestire le strategie.

Di sicuro molti piloti saranno sulla graticola. Si è detto di Sainz per ovvie ragioni ma anche Mick Schumacher e Ricciardo sono osservati speciali. Il tedesco per dei risultati che non arrivano e Ricciardo per delle “aspettative che non sono state rispettate” come detto dal suo capo Brown. Per fortuna per lui arriva su una pista amica che più volte lo ha visto vincere.

Abbiamo iniziato con una citazione e finiamo con un’altra: “to finish first, first you have to finish”. Leclerc ha preso una bella botta sui denti in Spagna e nonostante ciò ha rincuorato i suoi meccanici e si è detto soddisfatto della macchina su cui hanno funzionato tutti gli aggiornamenti e che gli permette di guidare al 100% delle sue potenzialità.

Vero anche che è meglio avere un’auto veloce ma inaffidabile una tantum (si spera) piuttosto che una lenta ma che non si ferma mai. Ma è palese che per combattere contro questa Red Bull bisogna avere una macchina veloce, affidabile e combattere con entrambi i piloti. Al momento in Ferrari hanno una cosa su tre (e neanche su tutti i circuiti) e urge trovare le altre due se si vorrà arrivare al 22esimo GP a giocarsela.

immagine da sportface.it

E la cosa peggiore sembra essere che il fattore affidabilità potrebbe essere più facile da raggiungere piuttosto che il recupero di Sainz, in evidente crisi di adattabilià alla SF-75 e al momento involontariamente tritato nelle prestazioni da Leclerc. Forse converrebbe tirare un pelo i remi in barca, ovvero rischiare qualcosa meno per tenere il passo del monegasco e cercare di cucirsi più addosso la SF-75.

Tutto pronto quindi per il GP di Montecarlo, speriamo che sia all’altezza  della fama che lo precede. Io personalmente, da ferrarista,  me lo godrò solo se alla bandiera a scacchi ci sarà una rossa in prima posizione, tutto il resto sarà dal primo all’ultimo giro una sofferenza non necessaria.

Ovviamente non parlo per tutti ma sono sicuro che tanti che tifano Ferrari avranno capito ciò che intendo.

*immagine in evidenza da racingdynasty.wordpress.com

Rocco Alessandro

NORRIS RISCHIA TROPPO, HAMILTON FA 100

E’ un mondiale come non se ne vedevano da anni. Due contendenti su due auto diverse, una lotta senza quartiere. E, spesso, arriva la pioggia a creare situazioni imprevedibili.

Pioggia che era ampiamente annunciata a Sochi, e che ha contribuito a creare uno dei week-end più entusiasmanti della stagione. A partire dalle qualifiche, iniziate con pista bagnatissima e finite con una striscia di asfalto abbastanza asciutta da montare le slick, con Norris a cogliere la sua prima pole position, seguito da Sainz e Russell. Hamilton si è trasformato, per l’occasione, in David Coulthard, sbattendo all’entrata dei box e rimediando solo un quarto posto. Non molto, considerando che il suo rivale sarebbe stato costretto a partire dal fondo per cambio della power unit.

Si spengono i semafori e Sainz sembra venire risucchiato da chi lo segue, ma Norris gli dà la scia e gli consente di presentarsi primo alla prima curva. Hamilton perde diverse posizioni mentre Leclerc, partito dal fondo come Verstappen, ne guadagna ben 7 nel primo giro.

Dopo 5 giri Max è bloccato in 15a posizione dietro Bottas, al quale era stata “precauzionalmente” cambiata la PU spedendolo cosí in fondo alla griglia a marcare l’olandese. Ma Valtteri non è Chiellini, e si fa infilare da Verstappen quasi subito. Poco dopo anche Gasly spalanca la porta all’olandese.

I primi due hanno fatto il vuoto, con Russell che blocca tutti gli altri. Hamilton è sesto a 10 secondi. Carlos inizia ad accusare graining e Lando si avvicina e prova l’attacco senza successo, poi si allontana nuovamente in preda anch’egli al graining. Ancora pochi giri e con una mossa felina, e non inquadrato dalle telecamere, riesce a passare lo spagnolo.

Nel frattempo, Hamilton con una Mercedes che sembra spompata non riesce a recuperare posizioni, e, anzi, si fa avvicinare da Perez.

Stroll, in quel momento ottimamente nelle prime posizioni, anticipa la sosta al giro 13. E al giro dopo anche Russell tenta l’undercut. Si ferma poi anche Sainz, ormai in crisi con le gomme, e riesce a tenere la posizione su loro due, nonostante nel frattempo avessero guadagnato tantissimo sullo spagnolo.

Grazie ai pit-stop, Verstappen si è portato in sesta posizione, a soli 9 sec. da Hamilton. Incollato a lui c’è Leclerc. Con strada libera Max inizia a volare. E in pochi giri raggiunge il trenino dei primi, guidato da Ricciardo, secondo. Norris sta guadagnando un secondo al giro su questo gruppetto.

L’australiano  è il primo del gruppo a fermarsi,  ma il pit stop è molto lento. Con strada libera, anche Hamilton si mette a volare e Max, che non riesce a superare Alonso, lo vede andare via impotente.

Al giro 27 Lewis si ferma, e l’olandese lo imita. Ma all’uscita dai box fra i due si mettono Ricciardo e Russell.

Norris si ferma al giro successivo. Hamilton con gomma dura guadagna 3 posizioni in pochi giri e si mette alla sua caccia. Max si trova invece bloccato dietro a Ricciardo, come era accaduto in precedenza a Lewis.

Bottas viene implorato da Toto Wollf di fare di piú, ma il finlandese sembra non averne voglia e naviga in un’anonima 14a posizione.

Perez e Alonso sono fra gli ultimi a fermarsi e in testa ritorna Norris con Hamilton a soli 3 secondi. L’ultimissimo a cambiare le gomme è Leclerc, ma un pit stop lungo lo fa rimpiombare in 13a posizione.

Alonso, rientrato dietro Verstappen, lo supera in pochi giri. L’olandese dopo il cambio gomme sembra completamente perso.

Hamilton, dopo essere arrivato ad un secondo da Norris, vede poi il connazionale allontanarsi di nuovo. Dietro di loro Sainz è terzo ad oltre 30 secondi, con Ricciardo a 2 secondi.

Ma proprio quando sembra profilarsi la prima vittoria di Lando, a 7 giri dalla fine inizia a cadere la pioggia. Con la pista viscida, ma non ancora pronta per le intermedie, Hamilton attacca Norris che va lungo ma gli resta davanti.

Passano alcuni giri e i primi non ne vogliono sapere di fermarsi, cosa che invece fa Verstappen. A 4 giri dalla fine, la pioggia cade sempre più forte e Hamilton preferisce non rischiare troppo, visto che il rivale per il titolo ha già cambiato le gomme, e monta anche lui le intermedie. Norris invece decide di proseguire, e il sogno si trasforma in un incubo.

Lewis passa Lando senza problemi, con quest’ultimo che si gira e deve poi raggiungere il box a passo d’uomo, così come Perez, Alonso e Leclerc che, come lui, hanno tentato l’azzardo.

E la gara finisce con Hamilton che fa 100 vittorie, davanti a Verstappen, che ha minimizzato gli effetti della penalità inflitta a Monza e di quella per il cambio della power unit, e a Sainz, per il quale la prudenza ha pagato. Quarto Ricciardo, quinto Bottas, che non avendo nulla da perdere si era fermato per tempo, sesto il solito solidissimo Alonso, settimo un Norris sconsolato, ottavo Raikkonen, nono Perez e decimo Russel, ancora una volta a punti.

Seguono Stroll e Vettel, che dopo avere navigato costantemente fra i primi 10 hanno trovato il modo di rovinare tutto negli ultimi giri, riuscendo pure a scontrarsi fra loro. 

Week-end negativo per Gasly e Ocon (quest’ultimo ormai costantemente dietro il compagno di squadra diversamente giovane), e per Leclerc, riuscito sull’asciutto a rimontare dall’ultima fila fino a superare il compagno di squadra, poi sprofondato con la pioggia a causa del cambio gomme ritardato.

Infine, menzione speciale per Tsunoda e Giovinazzi, per i quali è sempre più lecito chiedersi come mai vengano tanto considerati dall’ambiente (o parte di esso).

Mancano 7 gare alla fine. Come ha avuto modo di dire Horner al termine del GP odierno, saranno 7 finali. La prima è in Turchia, fra due settimane. E’ oggettivamente difficile prevedere come andrà a finire. La gara di oggi ci ha dimostrato che quando, per qualsiasi motivo, i due contendenti si ritrovano in mezzo al gruppo, tutto il vantaggio di talento e di vettura scompare. E non è improbabile che il ruolo della cosiddetta F1.5 possa essere determinante per l’esito finale del campionato.

* Immagine in evidenza dal profilo Twitter @MercedesAMGF1