VERSTAPPEN VINCE AD AUSTIN. RED BULL CAMPIONE COSTRUTTORI NEL RICORDO DI MATESCHITZ.

Come prevedibile, ad Austin a tenere banco è ancora la questione budget cap. Il giorno dopo la conquista del titolo mondiale da parte di Verstappen, in Giappone, la FIA ha svelato il segreto di Pulcinella, e cioè che la Red Bull si è macchiata di una infrazione “minore”. Il che significa che ha speso qualche milioncino in più rispetto al massimo. Per cosa, non è dato a sapere, esattamente. Prima si è parlato di catering e malattie, poi dello stipendio di Newey, versato alla società del genio inglese, e quindi da non contare. E, comunque, Horner sostiene che non c’è alcuna violazione. E sostiene che i figli dei dipendenti siano stati bullizzati nei parchi giochi a causa di questa storia, sollevando commenti ironici da parte degli avversari.

Ma pochi minuti prima delle qualifiche, arriva la notizia della scomparsa di Dietrich Mateschitz, e tutte discussioni sul tema vengono così giustamente rinviate per rispetto della memoria del  co-fondatore della Red-Bull, che tanto ha dato al motorsport e non solo.

Ad aggiudicarsi la pole position è Carlos Sainz, davanti al compagno di squadra Leclerc, costretto però a retrocedere di 10 posizioni in griglia per cambio di componenti della power unit, e a Verstappen.

Si spengono i semafori e la gara di Sainz dura poche centinaia di metri. Partito malissimo, e bruciato allo start da Verstappen,  all’uscita di curva 1 viene  centrato da Russell, che si prenderà, per questo, 5 secondi di penalità.

L’olandese, come facilmente prevedibile, si invola, seguito da Hamilton e da Russell, che impiega qualche giro a superare Stroll. Nel frattempo, Leclerc, partito 12°, rimonta diverse posizioni, e al giro 8 si trova in settima.

Al giro 10 Verstappen guida le operazioni con 3 secondi di vantaggio su Hamilton. Perez, partito anch’egli a metà griglia causa penalità, raggiunge Russell ma, forse anche a causa dell’ala anteriore danneggiata, non riesce ad attaccarlo.

Al giro 13 Hamilton rientra ai box per montare la gomma a mescola più dura. Verstappen lo segue al giro successivo, così come Russell, che sconta la penalità. 

Al giro 18 Leclerc è l’unico dei primi a non essersi ancora fermato. Bottas finisce nella ghiaia ed esce la Safety Car. Charles ne approfitta per fare la sua fermata, e riesce così a perdere solo due posizioni, ritrovandosi quarto subito dietro a Perez. 

La gara riparte al giro 21, ma sul rettilineo più lungo si sfiora la tragedia. Alonso affianca Stroll il quale si sposta repentinamente da sinistra al centro della pista. Inevitabile il contatto fra l’ala dell’auto dello spagnolo e la gomma posteriore sinistra del canadese. Solo per un miracolo l’Alpine non decolla, e nessuno centra in pieno l’Aston Martin impazzita.

Esce quindi nuovamente la Safety Car, che resta in pista fino al giro 25. Alla ripartenza, Verstappen si invola ancora una volta. Leclerc attacca una prima volta Perez alla fine del lungo rettilineo, ma va lungo e il messicano tiene la quarta posizione. Ci riprova al giro successivo nello stesso punto e, con una manovra strepitosa, riesce a prendersi la posizione sul podio. Il messicano reclama la posizione, non si capisce bene su quali basi.

Hamilton, che sembrava potere tenere il passo di Verstappen, si ferma per la sua seconda sosta, subito imitato da Max e Leclerc. Ma la fermata dell’olandese è disastrosa, e il ferrarista gli prende la posizione. I due ingaggiano poi un duello bellissimo, con Verstappen che prova una prima volta alla fine del rettilineo del traguardo, ma Leclerc incrocia la traiettoria e gli ripassa davanti. Sul rettilineo lungo non ha però scampo, e si deve accodare alla Red Bull.

Mancano 17 giri e i primi 3 sono racchiusi in soli 3 secondi. Leclerc non riesce a tenere il passo di Verstappen, che si avvicina inesorabilmente ad Hamilton, che monta la mescola più dura, a differenza di Max che ha la gomma a mescola media.

La caccia di Verstappen si conclude al giro 50, quando entra in zona DRS e svernicia immediatamente Hamilton in fondo al rettilineo lungo. Ma Lewis vuole la vittoria a tutti i costi, e non molla l’avversario. Entrambi si prendono anche una bandiera bianco-nera per avere superato troppe volte i limiti della pista. 

Non accade però più nulla, e la gara finisce con Verstappen vincitore davanti ad Hamilton, Leclerc, Perez, Russell, Norris, un magistrale Alonso, settimo nonostante un grande spavento con annesso quasi decollo e l’urto violento con il guard-rail, Vettel, Magnussen e, a chiudere la zona punti, Tsunoda.

Da segnalare le pessime prestazioni di Mick Schumacher, Ricciardo e Ocon, letteralmente distrutti dai rispettivi compagni di squadra in una giornata dove avrebbe potuto esserci molto da raccogliere.

La Red Bull porta così a casa anche il titolo costruttori. Il modo migliore per onorare la memoria di Dietrich Mateschitz.

Appuntamento fra una sola settimana a casa di Checo Perez, in Messico. 

P.S. Probabilmente la Red Bull se la caverà patteggiando, con una multa e una decurtazione di un po’ di ore di sviluppo per le prossime stagioni. Alla fine dei conti, le sarà convenuto.

P.S. 2 Gasly non tiene 10 macchine di distanza durante la seconda SC, e si becca immediatamente una penalità di 5 secondi. Come passa veloce il tempo…

 

 

LA TIGRE DELLA MALESIA – SEPANG POST GP

Bagnaia vince a Sepang, nel giorno del Sic, dopo una splendida lotta con Bastianini. Quartararo sale sul podio, Aleix fuori dal Mondiale che si deciderà a Valencia.

Nel giorno del Sic, Bagnaia vince il GP di Sepang ed ipoteca il suo 2° Titolo Mondiale. Rimandato tutto a Valencia, con 23 punti di vantaggio su Quartararo. Pecco ha sconfitto Bastianini dopo una lotta a tratti drammatica. 

Bastianini non ha ceduto un metro, non ha concesso nulla nonostante sia stato impresso la dicitura BAGNAIA nel momento in cui Bezzecchi si è riportato a ridosso di Quartararo. Si perché per un certo numero di giri Bezzecchi è stato l’ago della bilancia, poi ha finito le gomme ed ha chiuso 4°.

Personalmente mi aspettavo di vedere più Ducati la davanti, invece Martin si è steso come al solito, Zarco sta ancora parlando di Marquez ai microfoni di Sky, Marini ha avuto un problema tecnico e “Diggia” ancora non ha ingranato.

Marquez chiude 7° un weekend in cui ha provato un po’ di robe per il 2023, dietro a Rins ed all’altra Ducati Factory di Miller. Fuori definitivamente dalla lotta per il Mondiale Aleix Espargaró che chiude 10° un weekend in cui Aprilia aveva dei grossi problemi, Vinales addirittura ha chiuso 16° a quasi 10″ da Aleix.

ORDINI DI SCUDERIA

Probabilmente oggi è stato uno di quei giorni in cui se fosse finita diversamente avremo visto contratti stracciarsi e pagate fior di penali. Bastianini nonostante la delicata situazione ha fatto la sua gara, personalmente poteva evitare visto che ne manca soltanto una. Quartararo ha avuto un Morbidelli che si è letteralmente spostato manco fosse Petrucci a Valencia 2015. Gli ordini di scuderia sono una porcata, ma compattarsi da porci è ancora peggio. Il “Baz pensiero” non va bene.

VALENCIA.

Ricordo due momenti davvero nitidi. La scivolata di Dovizioso nel 2017 e quella di Rossi nel 2006. Il primo inseguiva uno davvero forte, il secondo dilapidò un vantaggio frutto più dell’aiuto di Pedrosa che altro… Questo per ricordarvi che Valencia è un fottutissimo kartodromo dove le gare sono in gruppo e tutto può succedere. A Bagnaia serve soltanto arrivare a punti, dal 14° in su. Nient’altro ed il Titolo Mondiale Piloti tornerà a Borgo Panigale dopo 15 anni. 

State pronti, il 6 Novembre è vicino…

P.S. Quartararo chiude 3° a Sepang con una Top Speed di soli 4 Km/h inferiore alla GP22 di Bagnaia. Tutte le manfrine sul motore sono soltanto storielle create ad arte per giustificare una debacle clamorosa, nonostante abbia tenuto a galla un Mondiale, per gentile concessione proprio di Bagnaia… che con una moto da 13 vittorie su 19 gare ed a podio in ogni GP avrebbe dovuto chiuderlo quantomeno a casa dei Jap. IMHO 

Francky

WSBK 2022 – ROUND DI ARGENTINA

Dopo il round portoghese che ha ribadito la supremazia del binomio Bautista/Ducati si va a correre a Villicum per il round argentino del mondiale superbike.

Pista che è da sempre un pò in incognita dato il manto stradale che più di una volta ha regalato brutte sorprese ai piloti. Se va bene è “solo” molto sporco, se va male praticamente inaffrontabile.

Di sicuro i piloti si troveranno una pista in rapida e continua evoluzione per cui quello che vale al venerdì nelle prove libere potrebbe non valere al sabato e alla domenica.

Bautista guarda tutti dall’alto con 56 punti di vantaggio su Razgatlioglu e ben 82 su Rea. Gli inseguitori dovranno rischiare qualcosa in più del dovuto per cercare di ribaltare la situazione anche se crediamo che solo Bautista potrà fare qualcosa in tal senso.

immagine da insella.it

La pista argentina è molto “tricky” per cui lo spagnolo dovrà essere bene accorto a non concedere punti facili ai suoi rivali. Potrebbe essere forse il primo round dell’anno in cui aspettare le mosse dei suoi avversari senza rischiare nulla o quasi.

Il turco e il nordirlandese invece sono quasi con le spalle al muro. Lo fa capire soprattutto la pletora di lamentele sul fatto che la V4 di Bautista è un missile in rettilineo. Di solito, quando un pilota si lamenta della moto altrui è perchè non ne ha per contrastarlo con la propria, per cui ottime notizie per Ducati.

Il giochino della moto “che va di più” è vecchio ma viene sempre utile per cercare di mettere pressione agli avversari e alla federazione che potrebbe agire in ottica 2023 per riequilibrare le dinamiche del campionato. In passato, quando vinceva Rea non abbiamo sentito tutte queste lamentele e soprattutto nel 2021 la velocità in rettilineo di Redding non era poi tutto questo grosso problema per gli altri, a parità di moto. Quest’anno invece…

Nel 2021 Razgatolioglu ha vinto due gare su tre, segno che la pista gli va a genio. Vedremo se questo round lo porterà a ridurre il distacco da Bautista. Se ciò non dovesse succedere lo spagnolo avrà il primo match point già al round di Indonesia.

Francamente vediamo Rea già fuori dalla lotta al titolo. Più che i punti di distacco è la difficoltà a girare forte nella seconda parte di gara a mettere fuori gioco l’alfiere Kawasaki. E’ evidente come la casa giapponese debba rimboccarsi le maniche è proporre una moto ben più competitiva della attuale, altro che lamentarsi a mezzo stampa. La V4 versione 2023 è già pronta sulla rampa di lancio per cui gli altri dovranno regolarsi di conseguenza.

immagine da it.motorsport.com

Il layout della pista di Villicum sembra adattarsi bene alle Ducati per cui sono attesi nelle posizioni che contano anche Rinaldi e Bassani, con quest’ultimo voglioso di riscattare il primo vero errore di stagione in gara 2 a Portimao.

Honda e BMW faranno di tuto per essere della partita ma molto dipenderà dalla “luna” dei loro piloti, con Lecuona e Redding usciti piuttosto sottotono dalle ultime gare. La stagione sta per finire, serve finire bene per cominciare al meglio il 2023.

*immagine in evidenza da roadracingworld.com

Rocco Alessandro

MOTOGP 2022- GP DI MALESIA, SEPANG

Il sorpasso è compiuto: Bagnaia adesso è a +14 su Quartararo.

Degli eventi australiani della scorsa domenica se ne è già parlato a sufficienza quindi è necessario tuffarsi a capofitto sulla pista di Sepang che potrebbe portare Pecco sul tetto del mondo già la prossima domenica mattina. Basterebbero 11 punti di differenza per poter affrontare Valencia come una passerella invece di arrivarci con la pressione dell’esame finale.

Sarebbe bello per Bagnaia festeggiare in Malesia dove festeggiò il titolo Moto2 e soprattutto farlo in occasione dell’anniversario della morte del Sic per poterglielo dedicare.

11 punti che si traducono nell’obbligo del podio per Quartararo in caso di vittoria di Bagnaia in Malesia. Ma non mi inerpicherò con i calcoli matematici per tutte le altre combinazioni che lascio volentieri a quelli più bravi.

E non farò nemmeno il classico elenco di piloti e/o moto per discernere in merito alle loro ambizioni. Dopo venti gare direi che tutti noi abbiamo sufficienti elementi per capire cosa potrebbe o meno accadere.

Messe da parte le ovvietà vado oltre, avvisando chi legge che sta per arrivare un pippone. Chi non ne sente il bisogno (o non ne avesse la voglia) può tranquillamente evitare di andare oltre nella lettura. Grazie, tanto non mi offendo.

Il bello di scrivere qua sopra è che, non dovendo rendere conto a nessuno (non siamo testata giornalistica), non siamo obbligati a compiacere un editore piuttosto che qualcuno che ci “acquista” in edicola o ci “clicca” sul web. Possiamo dire quello che pensiamo, liberamente, senza per questo voler insultare nessuno pur di creare hype e, soprattutto, senza dover leccar culi a destra e a manca a seconda di dove tira il vento.

Perciò… avanti coi carri…

Siamo nelle condizioni di poter (forse) festeggiare il primo pilota italiano WC in sella ad una moto italiana dai tempi di Agostini e che mi tocca leggere in giro? Siamo nelle condizioni di poter (forse) festeggiare un titolo Ducati dopo 15 anni e che leggo in giro? Solo polemiche sugli atteggiamenti dei bolognesi verso i propri piloti. E soprattutto da coloro che poi “dimenticano” di far menzione dell’avviso mandato da Yamaha a Crutchlow quando aveva Quartararo nel codone proprio domenica scorsa…

Qualcuno mi ha fatto notare che Bagnaia ha vinto perché “protetto” da Bezzecchi.. A metà gara? Per un paio di giri in cui Marco non ha provato a passare e poi è pure finito ben dietro?

Peccato che gli stessi si siano dimenticati di far notare che Miller (suo vero compagno di squadra) lo abbia sorpassato due volte salvo poi essere ripassato (in modo pulito e vero) da Pecco..

Posso arrivare anche a capire che commenti del genere arrivino dall’estero, ma non li concepisco se arrivano da “casa nostra”. Ma orgoglio nazionale seppur in quantità minima ne abbiamo o no?

I team order non piacciono nemmeno a me. Li aborro ad inizio anno, li aborro per le posizioni di rincalzo, li aborro quando privano della vittoria di una gara. Ma è necessario fare dei distinguo ben precisi e ridurre alla realtà quanto succede in pista.

Una Casa investe paccate di milioni tutti gli anni e, alla fine della fiera, i piloti altro non sono che dei suoi dipendenti, di lusso ma pur sempre dipendenti. Subordinati o para subordinati poco cambia. Se una casa “decide” di puntare su un pilota è un torto? Se Ducati ha deciso di puntare su Bagnaia ne avrà diritto o no dopo che per 15 anni ha messo soldi in quantità?

Questi “contestatori” mi devono spiegare quanto sia “migliore” il comportamento di Honda e Yamaha. Per anni hanno addirittura prodotto moto adatte ad un singolo pilota pur di vincere. Ducati ha fatto una moto che va forte con tutti i piloti e non può “scegliere” il pilota con cui provare a vincere? Ma dove c’è scritto? E’ lei che mette il grano o mi sono perso qualcosa?

Non è di fatto un team order mettere sotto il culo degli altri oggetti che non riescono a farli performare e poi sviluppare gli stessi secondo le indicazioni di chi invece performa?

Costoro che criticano Ducati perché cerca di portare via il titolo al “fenomeno” Quartararo dove erano nel 2020 quando lui guidava una Yamaha 2020 e Morbidelli gli stava davanti con una 2019 “rischiando” di vincere il mondiale prima di lui? Dove erano quando Jarvis li ha promossi entrambi nel team interno e poi ha tolto il capotecnico a Franco?

Non ho nulla contro Fabio, ma la coerenza e l’obiettività sono ormai ricordi lontani.

E lo sono anche quando si commentano gli ultimi mondiali non marchiati Marquez.

Partendo dal postulato che quando si afferma che certi campioni nascono ogni 10 anni, risulta scontato che non tutti possono chiamarsi Marquez, Rossi, Stoner, Lorenzo, Doohan etc.

Come è possibile sentire “lamenti” quando uno di questi domina perché lo spettacolo latita e poi ricevere “lamenti” diametralmente opposti quando le gare ed i mondiali sono più “combattuti” ed incerti?

Ok, Pecco avrebbe dovuto chiudere il mondiale con qualche gara d’anticipo… Dovreste essere contenti che non l’abbia fatto. Vi sta regalando il dubbio sino alla fine dandovi il gusto di guardarvi le ultime gare. Ringraziatelo, che vinca o che perda…

 

Fine del pippone e godetevi le gare….

 

 

PS.

Agevolo l’aggiornamento del confronto-punteggio eliminando tutte le altre Ducati davanti ed in mezzo ai due contendenti.

 

(immagine di copertina tratta da tuttomotoriweb)

 

F1 2022 – GRAN PREMIO DEGLI STATI UNITI

Quart’ultimo appuntamento del mondiale F1 che approda al COTA, ad Austin in Texas.

Peccato che ci si arrivi con la stagione già abbondantemente in ghiaccio, con il titolo piloti assegnato e quello costruttori che è puramente una formalità (e che comunque interessa infinitamente meno per chi guarda da casa).

immagine da lastampa.it

Nelle ultime due settimane e in coincidenza del Gp del Giappone è stato già detto/scritto tutto per cui è inutile dilungarsi su vicende che hanno portato la credibilità di questo sport(?) a livelli davvero bassi.

Questo porta inevitabilmente ad avere poca voglia di commentare anche l’immediato divenire, anche perchè non c’è davvero molto da dire.

L’attenzione (se proprio così la vogliamo chiamare) sarà puntata sulla scontata attribuzione del mondiale costruttori alla Red Bull. Bastano infatti un terzo e quarto posto per chiudere la questione, che viene da dire è stata già chiusa da tempo dalla farsa del budget cap.

Farsa che va avanti, in quanto non si conoscono ancora le famigerate “punizioni” che dovrebbero essere affibiate a Red Bull. Non vediamo l’ora di sentire quali sanzioni draconiane saranno decise…

Intanto in pista le scuderie porteranno gli ultimi aggiornamenti di stagione, tutte in ottica 2023. La pista del Cota potrebbe dare parecchie difficoltà agli ingegneri nel valutare questi aggiornamenti in quanto le irregolarità dell’asfalto texano possono creare parecchi problemi.

In particolare Leclerc dovrebbe montare la sesta PU (nuova ICE) per testare elementi che ritroverà nella PU del 2023. Cinque posizioni di penalità in griglia per lui.

immagine da motorbox.com

Ultime cartucce da sparare quindi per Ferrari, in cerca di un successo che manca dal GP di Austria, per Hamilton e Mercedes che cercano di evitare l’onta di chiudere la stagione senza vittorie (cosa che mi auguro fortemente) e Red Bull che, incassato il mondiale costruttori, ha nel COTA solo un’occasione per aggiornare in positivo le proprie statistiche.

A tal proposito viene in mente che forse l’unico motivo di interesse (siamo propri disperati eh…) sta nella lotta al secondo posto nel mondiale piloti tra Leclerc e Perez, con quest’ultimo che negli ultimi GP ha ripreso la verve di inizio stagione. Certo è che se Leclerc partirà indietro in griglia causa la penalità per cambio della PU, il messicano dovrebbe avere vita facile.

Una doppietta Red Bull nel mondiale piloti darebbe già una bella indicazione su cosa potremo aspettarci nel 2023 e negli anni successivi, almeno fino al 2026.

Le vicende degli ultimi 2 mesi non fanno però che confermare un aspetto: la totale e cronica mancanza di forza politica che la Scuderia ha ormai nel mondo della F1. Se consideriamo le due più grandi rivali, Mercedes e Red Bull, entrambe hanno ottenuto quello che si aspettavano dalle loro battaglie a colpi di carte bollate: la TD39 per Mercedes e il Budget cap “allegro” per Red Bull.

E Ferrari? Tanto strepitare per poi rimanere con un pugno di mosche. E pensare che hanno sempre in tasca un diritto di veto che assomiglia sempre più alla mano in tasca a mimare una pistola del ladro improvvisato alla cassa del fruttivendolo…

Ma anche in questo caso è inutile ribadire l’ovvio, già detto e ridetto in questo lido e altrove. Non resta che sperare in una bella gara e che la fine della stagione 2022 arrivi il più in fretta possibile, senza attendere con ansia l’inizio di quella 2023. Anche perchè basta il pensiero di un doppio GP saudita a partire dal 2024 a smorzare qualsiasi entusiamo.

*immagine in evidenza da motogp.com

Rocco Alessandro