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VERSTAPPEN DOMINA LA FARSA DI MELBOURNE. FERRARI NEL BARATRO.

Due settimane di pausa fra un GP e l’altro consentono ai giornalai e agli youtuber “esperti” di F1 di raccontarne di tutti i colori, sfruttando le voci che abilmente vengono fatte filtare da varie parti.
E così abbiamo sentito parlare di Ferrari rivoluzionata per Imola, prove libere abolite e gare con F1 e MotoGP assieme.

La pista, invece, racconta sempre le stesse cose, con Verstappen a dominare le qualifiche davanti alle due Mercedes, e le Ferrari sempre in difficoltà. Come Perez, che insabbia la sua Red Bull al primo giro buono (ovviamente a causa di un problema meccanico) e partirà in ultima posizione.

Si spengono i semafori e Verstappen viene bruciato dalle due Mercedes, con Russell già davanti alla pima curva, e Hamilton che lo passa di forza alla terza. Dove finisce la gara di Leclerc, che tenta un sorpasso impossibile all’esterno di Stroll e finisce nella ghiaia.

Esce così la Safety Car, che fa perdere a Russell il cospicuo vantaggio che in un solo giro era riuscito ad accumulare.

Dopo 4 giri la gara riparte e i primi tre si ricompattano subito, con Russell braccato da Hamilton e Verstappen che bracca a sua volta il sette volte campione del mondo.

Ma non c’è tempo per vedere un duello, perchè al giro 7 Albon, che viaggiava in un’ottima sesta posizione, sbatte e provoca un’altra safety car. Russell e Sainz vengono fatti fermare, ma subito dopo la gara viene sospesa, e la loro domenica sembra irrimediabilmente rovinata.

Si riparte dopo venti minuti con start da fermo e ancora una volta la Mercedes parte meglio della Red Bull, e Verstappen si accoda ad Hamilton, con Alonso che, dopo una prima partenza molto tranquilla, viaggia silenzioso in terza posizione.

Non appena viene abilitato il DRS, Max svernicia Lewis, che non oppone resistenza, e gli bastano poche curve per scomparire dalla sua vista.

Al giro 19 la situazione diventa difficile per la Mercedes. Mentre Alonso si fa minaccioso con Hamilton, il motore di Russell, che era risalito fino al quarto posto, esala l’ultimo respiro. Viene attivata per qualche giro la Virtual Safety Car, 

Quando la gara riparte, Hamilton riesce a mettere qualche secondo di distanza fra sè e l’antico rivale spagnolo, mentre Verstappen ha già scavato una voragine fra sè e l’immediato inseguitore.

Al giro 25, con un sorpasso “uao, mai visto cuesto”, Carlos Sainz supera Gasly e si porta in quarta posizione, non molto lontano dai primi tre. Stranamente, la SF23 con le gomme dure sembra funzionare bene, ma è anche possibile che i primi stiano gestendo le gomme, dovendo fare ancora 30 giri con le coperture dure che hanno montato durante la sospensione della gara.

Tutto resta tranquillo per una ventina di giri, fino a quando, alla 48a tornata, Verstappen non regala un brivido andando sull’erba alla penultima curva, perdendo di colpo 4 secondi. Ma è solo una distrazione, perchè al giro successivo segna il giro più veloce. Dietro di lui, Alonso non riesce a raggiungere Hamilton, 

A 4 giri dalla fine, Magnussen urta il muro e perde una gomma. Esce così nuovamente la Safety Car, subito seguita da una provvidenziale (per lo spettacolo) bandiera rossa.

Si riparte da fermi con due giri di gara da fare, e tutti montano la gomma più morbida. E, come prevedibile, assistiamo ad una pagliacciata, che comincia con Sainz che tocca Alonso mandandolo in testacoda, e Gasly che taglia la prima curva e rientra in pista mandando contro il muro il compagno di squadra Ocon, concludendo con un disastro l’ottima, fino a quel momento, gara delle Alpine. Dietro si scatena il caos, e la direzione gara espone immediatamente la bandiera rossa.

Il tutto avviene con un solo giro da percorrere, e si attende con ansia la decisione che i clown della FIA prenderanno. Quella più ovvia sarebbe, ovviamente, terminare la gara e usare la classifica della ripartenza. E, invece, in nome dello spettacolo si decide che ci deve essere la parata finale, percorrendo l’ultimo giro dietro la Safety Car e utilizzando la classifica del secondo settore dell’ultimo giro percorso, ma con l’infuriato Alonso riportato nella sua meritata terza posizione. Dove stia scritto questo sul regolamento non è dato a sapere. Fatto sta che, da un punto di vista sportivo e regolamentare si tratta di una vera e propria pagliacciata, cosa che in realtà non stupisce proprio perchè, come detto, il circo è governato dai pagliacci.

Sainz si becca una penalizzazione di 5 secondi che lo fa imbufalire, anche se obbiettivamente è meritata. 

L’ennesima farsa che, a noi “vecchi appassionati” ha riservato la Formula 1 da quando è stata rilevata dagli americani (ma, lo ricordiamo, è guidata da un italiano), si conclude così con uno dei più bei podi della storia. Verstappen vincitore davanti ad Hamilton e Alonso (al terzo podio consecutivo), con gli ultimi due che ritornano lì assieme dopo 16 anni ancora con un motore Mercedes dietro la schiena.

Sainz, con la penalità, sprofonda in dodicesima posizione, e il quarto posto viene ereditato da Stroll. Seguono Perez, Norris, Hulkenberg, Piastri, che prende i primi punti proprio nella gara di casa, come accaduto a Webber oltre 20 anni fa. Chiudono la zona punti Zhou e Tsunoda.

Ora ci sono ben 4 settimane di pausa che serviranno ad alcuni team per recuperare un po’ della competitività mancante. Ma, c’è da scommetterci, questo non sarà sufficiente a raggiungere la Red Bull.

P.S. per la Ferrari il peggior inizio del mondiale dal 2014. E, oggi, ci si sono pure messi i piloti a commettere errori imperdonabili. Ma si può ancora fare di peggio.

P.S. 2. Il caro Stefano Domenicali da CEO della Formula 1 sta mettendo in mostra un’intraprendenza che non gli avevamo visto quando guidava la Ferrari. E così da Baku vedremo due qualifiche e una sola sessione di prove libere. Prossimo passaggio: abolire anche questa e farla diventare un’altra qualifica, troveranno sicuramente qualche ordine ulteriore da stabilire.

P.S. 3. E invece di pensare a cambiare il format, dovrebbero chiedersi come mai oggi abbiamo visto dal secondo in giù le macchine viaggiare a 1-2 sec. di distanza, come avveniva prima dell’avvento dell’effetto suolo. L’imposizione dell’altezza minima da terra ha portato le squadre ad utilizzare orpelli vari per recuperare il carico perduto, ristabilendo, di fatto, la situazione che si aveva fino al 2021. Complimenti.

F1 2023 – GRAN PREMIO D’AUSTRALIA

Come cambiano le cose da un anno all’altro. Nel 2022 ci si approssimava al Gp australe con una Ferrari sugli scudi, reduce da un gp saudita perso per un’inezia ma con la consapevolezza che, forse, i tempi bui erano passati e ora era tempo di riscuotere a quel tavolo che tante volte ha visto uscire il nero e non il rosso.

Speranze, aspettative confermate di un gp trionfale, dominato dalle prove libere al giro finale, con la ciliegina sulla torta di un Verstappen appiedato dalla sua RB18. Bene, un anno fa la Ferrari toccava il punto più alto della sua parabola sportiva almeno dall’anno 2012 (per tacere del 2007-2008): macchina veloce e affidabile, Leclerc in testa al mondiale e classifica costruttori dominata.

Un anno dopo torniamo a camminare sui cocci di una squadra che perde letteralmente pezzi, in pista e ai box, una carrozza trasformata in zucca e con i topi che abbandonano la nave. Il Gp d’Australia 2023 si prospetta ben diverso rispetto a quello di un anno fa ma con la stessa litanie di domande, incazzature e speranzielle che accompagnano la rossa da lustri a questa parte.

immagine da sportal.it

La rossa arriva con una monoposto e una squadra ai minimi termini come morale e competitività. Si annunciano, come da prassi del resto, grandi aggiornamenti, un nuovo fondo che permetta di abbassare l’altezza da terra e ridurre di colpo molti dei problemi della rossa 2023, addirittura nuove forme nel telaio evoluzione della F1-75 che tanto si era distinta per coraggio e efficacia nel 2022.

Insomma, la Scuderia prova a reagire e a fare ordine nel caos che la accompagna da sempre. Alla fine sembra che dove non potè la TD039 (tra l’altro apprendiamo che è stata “sospesa” per il momento perchè “non serve più”…) ci hanno pensato i controlli al fondo piatto, il vero segreto della velocità della monoposto 2022, un fondo flessibile, sembra oltre il consentito, che riusciva a garantire carico in curva e sul dritto.

Alla fin fine, il tutto sembra risolversi in un banale “trick” non consentito dalla FIA. Ennesima conferma che anche provando a fare come Red Bull e Mercedes (quella pre 2022…), ovvero esplorando le famigerate aree grigie del regolamento, si viene scornati e si ritorna a casa con la coda fra le gambe.

Vedremo cosa proporrà la rossa a Melbourne ma non aspettiamoci chissà quali miracoli. Piuttosto c’è da interrogarsi come saremo messi a livello di budget cap da metà stagione in poi, presumendo i grossi sforzi che la Ges sta compiendo per raddrizzare una situazione al limte del ridicolo.

Lo stesso vale per Mercedes che pare rivoluzionerà anch’essa la monoposto considerata la pochezza di quella attuale. Risorse spese per recuperare, mica per vincere, e alla fine ecco che anche la sanzione comminata a Red Bull per l’affaire budget cap 2022 diventa molto più facile da gestire. Se i tuoi avversari sprecano soldi solo per cercare di salvare il salvabile, tu che sei in testa al mondiale non hai di che preoccuparti.

immagine da racingnews365.com

Unica preoccupazione forse viene da una monoposto che è una lama ma soffre di qualche piccolo problema di affidabilità ma, francamente, sembra davvero una questione di poco conto considerando l’enorme vantaggio competitivo che la RB19 si trova ad avere sulla concorrenza, e questo a causa principalmente della dabbenaggine di quest’ultimi.

Chi continua a fare un figurone cercherà di ripertersi a Melbourne. Al momento Alonso&co non hanno una speranza che sia una di vincere una gara in condizioni “normali” ma metti che il cambio di Perez o Verstappen si rompe in gara e non in prova e allora la prima storica vittoria per la Aston Martin diventa una cosa fattibile, quasi auspicabile.

Dietro queste quattro sarà la solita rincorsa ai punti, ad una bella qualifica, a fare meno danni possibili. Tra queste sembrano farsi preferire la Alpine, Williams e Alfa Romeo ma fare una previsione diventa un esercizio di stile più difficile che cercare di immaginare la prossima cazzata tecnica o gestionale che uscirà da Maranello…

Molto dipenderà dai piloti e allora un gettone vale spenderlo per Bottas, ormai australiano di adozione che si trova molto bene nel cittadino di Melbourne quando riesce e a non stamparsi a muro in prova. Gasly ha una motivazione extra che gli viene dal suo team mate, probabilmente uno dei più antipatici mai apparsi ai box. Ad uno così sei costretto a stargli davanti anche solo per avere ancora rispetto di te stesso. Ultimo gettone per Albon, uno che in teoria valeva poco ma si sta ritagliando il suo spazio, piccolo e senza clamore ma molto meglio di tanti altri.

immagine da granprix247.com

Per gli altri sarà un gp in cui raccattare quell che si può e soprattutto quello che verrà lasciato da altri. Senza dimenticare che per chi deve recuperare, in primis Ferrari, Melbourne potrebbe diventare una sessione di test ao vivo prima di un’assurda pausa di 4 settimane grazie agli ineffabili cinesi che hanno cancellato l’ennesimo Gp causa covid…

Pirelli porterà le mescole centrali della sua gamma: C2, C3 e C4. E’ stato rifatto l’asfalto che dovrebbe avere più grip ma andrà adeguatamente condizionato essendo vergine e quindi con tempi ed evoluzione del conportamento delle monoposto da ridefinire dopo ogni sessione.

A questo proposito, l’ultima boutade che viene addirittura da Domenicali è quella di abolire le prove libere perchè di nessun interesse per il pubblico. E noi ancora ce la prendiamo a male pere seguire questa roba quì…

*immagine in evidenza da austadiums.com

Rocco Alessandro

VERSTAPPEN FA 14 IN MESSICO. FERRARI SOTTO ZERO.

A Città del Messico l’argomento che tiene banco è sempre quello: il budget cap. Stavolta a tenere banco è la sentenza che, come ampiamente prevedibile, consiste in una bella dose di tarallucci e vino per la Red Bull. Le reazioni ai vari team principal sono da comica, ma per questo rimando agli immancabili PS.

Dopo la proverbiale quanto inutile superiorità Ferrari nelle prove libere, le qualifiche riservano la sorpresa di una Mercedes a livello delle Red Bull e di una Ferrari inguardabile. La pole va comunque a Verstappen, con le due frecce d’argento di Russell ed Hamilton a seguire, e l’idolo di casa Perez a chiudere la seconda fila. Leclerc si fa superare perfino dall’Alfa di Bottas, il che la dice lunga sulle difficoltà della rossa. Rimando anche in questo caso al PS per una considerazione sui commenti dei ferraristi a proposito della débacle in qualifica.

Si spengono i semafori e Verstappen, come al solito, parte benissimo. Russell si fa invece superare sia da Hamilton che da Perez.
Leclerc e Sainz duellano per qualche curva ma poi Charles ae la prende persa e lascia in pace il compagno.

Le due Ferrari oggi non vanno, e si staccano rapidamente. I primi 3, invece, restano racchiusi in meno di 3 secondi. Fino al giro 10, perché poi, inesorabilmente, Verstappen si allontana, anche se Hamilton partito con gomma a mescola media, prova a tenere il passo, al contrario di Perez che, invece, si ritrova ben presto a debita distanza.

Al giro 23, le gomme soft di Max iniziano a calare, come quelle del messicano, che si ferma per primo per montare gomma a mescola media. Verstappen si ferma 2 giri dopo, con una scelta ovviamente identica. Ad Hamilton viene detto di continuare per almeno altri 6 giri.

Al comando ci sono quindi le due Mercedes, con Russell staccato di 5 secondi dal compagno. Ma Max gira 1 secondo più veloce.
Al giro 29 si ferma Leclerc per montare gomma media. Si ferma anche Hamilton, per montare gomma dura, evitare l’undercut da parte di Perez e tentare di andare fino in fondo. Lewis era contrario a questa scelta e voleva continuare.

Cosa che fa Russell, al comando, che non si vuole fermare e chiede al suo box di montare la gomma soft per il finale di gara. Ma non viene accontentato e al giro 35 si ferma per montare gomma dura.
Al giro 38 Perez raggiunge Hamilton che, come prevedibile, si lamenta delle gomme, al pari del suo compagno. Verstappen è ormai lontanissimo, ma in Mercedes sono sicuri che le sue gomme non dureranno fino alla fine.

E si sbagliano, perché Max arriva alla fine senza problemi con oltre 10 secondi di vantaggio su Hamilton, che ha continuato a lamentarsi per tutta la seconda parte di gara e, almeno, è riuscito a tenere a bada l’idolo di casa Perez, che sale sul podio per il tripudio del pubblico.

Quarto Russel, quinto, seguito, a quasi un minuto, da Sainz, con a ruota Leclerc. Settimo un ottimo Ricciardo. Nonostante una penalità di 10 secondi. Ottavo Ocon, nono Norris e decimo Bottas. Da segnalare il solito magnifico Alonso, migliore degli altri per quasi tutta la gara e poi costretto all’ennesimo ritiro a pochi giri dalla fine.

Con la sua quattordicesima vittoria stagionale, Verstappen stabilisce il nuovo record superando Schumacher (2004) e Vettel (2013), fermi a 13. Fra due settimane il Circus farà tappa ad Interlagos per la penultima gara, e Max potrà facilmente mettere a segno la quindicesima, perché di avversari, quest’anno, non ne ha più.

P.S. 1: Horner che fa la vittima accusando la FIA di avere penalizzato il welfare Red Bull, Wolff che si dice soddisfatto della sentenza, Seidl che dice che è ora che quelli della Red Bull smettano di raccontare balle e, infine, Binotto che accusa la FIA di esserci andata troppo leggera e che Verstappen si meritava la perdita del mondiale 2021. E’ evidente che ogni dichiarazione si porti dietro un certo tipo di vissuto, e che, alla fin fine, abbiano tutti fatto la figura dei burattini comandati da un burattinaio che aveva ben chiaro cosa dovesse accadere in questi due anni. Burattini fino ad un certo punto, però, perché alla fin fine tutti ci guadagnano tanti soldi da questa situazione.

P.S. 2, Dopo le prove, abbiamo sentito Leclerc e Sainz parlare di qualcosa di strano al motore, e Binotto dire chiaramente che quella di Città del Messico è una pista difficile, e che qualche volta non si riesce a mettere tutto assieme. Traduzione: i piloti non hanno fatto un buon lavoro. In Ungheria era colpa della macchina (e Charles diceva il contrario), qui no (e sempre Charles ha detto il contrario). Meglio che si mettano d’accordo prima di farsi intervistare. Ma, soprattutto, è bene che il team principal inizi a chiedersi perchè, dopo avere ripetuto per due anni che l’obiettivo era il 2022, i tifosi si trovano davanti ad una stagione che sembra la 2019 al contrario. Oppure la 2013, fate voi. E dopo entrambe ci ricordiamo bene che stagioni ci furono.

P.S. 3.  Abbiamo avuto 7 terribili anni di dominio Mercedes, poi un 2021 eccitante, e ora un 2022 con il più grande dominio di un pilota mai visto in Formula 1. Auguriamoci di non vedere questa solfa fino al 2025, con tutto il rispetto per il grandissimo talento di Verstappen, a cui non conviene uno scenario del genere, perché alla storia potrebbe passare il fatto che ha vinto il primo mondiale grazie a Masi, e gli altri guidando un’astronave fatta da Newey. Hamilton sa bene cosa voglia dire.

F1 2022 – GRAN PREMIO DEL MESSICO

Seconda gara back to back nel continente americano per il Circus che passa dal Texas a Città del Messico per il GP del Messico sul circuito intitolato ai fratelli Rodriguez.

Messo in cascina anche il titolo costruttori e in attesa delle fantomatiche sanzioni che la FIA deve comunicare a Red Bull per lo sforamento del budget cap, il Gp del Messico vedrà il grande idolo di casa Perez cercare di togliere una vittoria già opzionata dal suo compagno di squadra e cercare di riprendersi il secondo posto nel mondiale piloti.

Vedremo se l’aria (rarefatta) di casa darà quel surplus in più al pilota messicano e anche quanto Red Bull (che è sempre attenta alle questioni di… marketing) vorrà strizzare l’occhio al sempre numeroso pubblico presente in circuito.

immagine da mexicodailypost.com

Il GP del Messico è per sua natura atipico in termini di condizioni ambientali che i team troveranno, con meno downforce generato dal corpo vettura, turbo della PU che dovrà girare a regimi più alti per compensare la perdita di potenza del motore termico causata rarefazione dell’aria e qualche problema in più in termini di raffredamento del corpo vettura e dei freni.

Ragionando in questi termini viene da pensare che le monoposto che riescono a generare tanto downforce saranno quelle favorite, e questo mette in pole sia Red Bull che Ferrari, con la prima che si fa preferire per una maggiore efficienza aerodinamica e l’accoppiata ibrido-turbo superiore rispetto a Ferrari. Dovrebbe venire un pò meno una delle armi principali del team campione del mondo, ovvero la velocità in rettilineo a DRS aperto, dato che l’ala posteriore non incide granchè a livello di DRS chiuso/aperto.

Il GP di Austin ha confermato un Verstappen sempre sul pezzo, una Mercedes in ascesa e una Ferrari bella al sabato e non un granchè alla domenica. In Messico le cose potrebbero cambiare soprattutto per Mercedes che potrebbe risentire di una downforce meno accentuata rispetto ad altre piste. Il pronostico comunque va sempre e comunque a favore della Red Bull.

immagine da motorbox.com

Intanto una possibile spiegazione della rossa “bella di sabato” viene, manco a dirlo dalle conseguenze della famigerata TD39. L’introduzione della TD39 sembra abbia in parte compromesso il bilanciamento aerodinamico della SF75, con conseguente irrigidimento delle sospensioni per cercare di porvi rimedio. Questo però ha indirettamente compromesso l’ottima gestione gomme che la rossa aveva dimostrato prima della sosta estiva, con il suo apice nel GP d’Austria.

Pirelli porterà le stesse mescole viste ad Austin e sarà da verificare su una pista front-limited quale sarà il degrado delle gomme anteriori, a fronte anche di una pista che migliorerà sensibilmente col passare delle sessioni di prove libere.

Tornando al discorso budget cap, sono attese decisioni ufficiali entro questo venerdì, giusto per dare il pretesto per qualche polemica in più.

Notizia fresca invece l’approdo definitivo di Audi in F1 in collaborazione con la Sauber. Non è ancora chiaro chi avrà le quote di maggioranza ma immaginiamo che Audi non vorrà essere solo un semplice sparring partner, l’ambizione è quella di arrivare a vincere per cui faranno sul serio fin da subito.

immagine da cadenaser.com

Per il resto vedremo in che modo i commissari di gara si renderanno ridicoli nel dipanare le inevitabili diatribe che si avranno nel weekend di gara. Difficile fare peggio del trattore in pista a Suzuka, dello specchietto di Alonso e della “Strollata” di Austin ma si sa che non c’è mai un limite al peggio.

*immagine in evidenza da alvolante.it

Rocco Alessandro

VERSTAPPEN DOMINA A SPA. LA FERRARI NON SI CONFERMA MA SI CONFORMA.

Dopo 4 settimane l’università della F1 riparte con uno degli esami più difficili, la pista di Spa.

L’attesa maggiore é per capire che effetto avrà la direttiva tecnica fatta su misura per la Mercedes. E le qualifiche dicono che alla Red Bull non ha fatto nè caldo nè freddo, perchè Verstappen rifila distacchi abissali a tutti. Ma dovrà partire 14° per via del cambio del motore. Dietro di lui anche Leclerc, per lo stesso motivo. 

In pole si ritrova così Sainz, con Perez assieme a lui in prima fila, ma il distacco é notevole.

Si spengono i semafori e Sainz scatta bene, mentre Perez perde la posizione nei confronti di Alonso e delle due Mercedes. Alla fine del rettilineo del Kemmel, Hamilton attacca lo spagnolo chiudendogli la porta in faccia. Lo scontro é inevitabile, e per l’inglese é il ritiro. Al giro successivo Latifi si gira e manda Bottas nella ghiaia, provocando l’uscita della safety car. Leclerc é costretto a fermarsi per togliere una visiera a strappo infilatasi nella presa dei freni anteriore destra.

La gara riparte al giro 6, e Sainz di nuovo riesce a prendere una buona distanza su Perez, risalito in seconda posizione. A Verstappen bastano 8 giri per riportarsi in terza posizione, dietro al messicano.

Al giro 11 Max prova il primo attacco al compagno di squadra, che però non lo fa passare. Ci riesce al giro successivo, e si porta in testa alla gara, perché nel frattempo Sainz si é fermato ai box. Gli è bastato un quarto di gara per passare da 14° a primo.

Pur avendo la gomma più morbida, Verstappen riesce a girare su tempi ottimi, e chiede di estendere lo stint. Il suo compagno di squadra viene fermato prima, e rientra in pista a debita distanza da Sainz, e di poco davanti a Leclerc, che tenta di attaccarlo ma senza successo.

Al giro 15 si ferma Max e Sainz torna in testa. Ma ci resta poco perché bastano 3 giri all’olandese per sverniciarlo. E dopo 2 giri viene passato anche da Perez.

Le due Red Bull sembrano di un’altra categoria. E al giro 26 la Ferrari prova a fare qualcosa di diverso mettendo gomma dura a Sainz e richiamando Leclerc per montare gomma a mescola media con la quale dovrà percorrere gli ultimi 18 giri.

Perez viene fermato al giro 27 per evitare l’undercut, e anche a lui vengono montate gomme dure. Al giro 31 é il turno di Max, che monta ancora una volta gomma media.

Il finale di gara vive sul tentativo di rimonta di Russell, che arriva a 2 secondi da Sainz ma poi non riesce a raggiungerlo. Ma, soprattutto, la Ferrari riserva a Leclerc l’ormai proverbiale topica strategica: lo fermano a 2 giri dalla fine per fargli tentare il giro veloce (ci sarebbe voluto un miracolo, più che un set di gomme nuove, vista l’enorme superiorità di Verstappen), ma sbagliano i calcoli e il monegasco finisce dietro ad Alonso, che supera solo nel corso dell’ultimo giro, Punto aggiuntivo sfumato ma, soprattutto, Charles si becca una penalità per avere superato il limite di velocità all’entrata dei box, così da quinto viene retrocesso sesto, per la gioia del furbo Fernando che porta così a casa un ottimo risultato in una gara che per lui poteva finire dopo poche curve.

Sotto la bandiera a scacchi passano così nell’ordine Vertappen, Perez, Sainz, Russel, Leclerc, anzi no, Alonso, Ocon, Vettel, Gasly e Albon.

Ora si va a casa di Verstappen, a Zandvoort, dove l’olandese potrà fare il consueto bagno di folla ed essere festeggiato come ormai certo campione del mondo 2022, mentre nella gara successiva, a Monza, sarà la Ferrari a doversi meritare un bagno di folla. Molto difficile, considerando quello che si è visto oggi.

P.S. Si è molto discusso sulla direttiva TD 39 entrata in vigore proprio a Spa, citata in premessa e chiesta dalla Mercedes per ridurre il famigerato porpoising, che “può creare danni permanenti ai piloti”. Si diceva che questo avrebbe avvicinato la Mercedes stessa a Red Bull e Ferrari, le quali avrebbero perso due decimi. E invece, non inaspettatamente, la Red Bull non solo non ha perso, ma ha pure guadagnato rispetto al resto del gruppo, mentre ad averci rimesso è, abbastanza evidentemente, la Ferrari, che ora è praticamente pari a Mercedes quanto a prestazione. Si può certamente dire che una gara non è sufficiente per trarre conclusioni, ma c’è da scommettere che, purtroppo, le prossime gare non cambieranno la situazione e il rischio concreto è quello di vedere un finale di mondiale simile a quello del 2013, quando, sempre a causa di un cambio di regolamento, in quel caso riguardante le gomme, Vettel e la Red Bull vinsero le ultime 9 gare. E, guarda caso, anche allora a rimetterci fu la Ferrari, e a guadagnarci fu la Mercedes. Corsi e ricorsi storici.

P.S. 2: a proposito di topiche Ferrari, va citato anche l’errore commesso in qualifica, quando a Charles sono state montate gomme nuove per tirare la scia al compagno. Ma un errore, o due, o tre, o quattro, possono capitare, no?

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @F