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F1 2021 – GRAN PREMIO DEL PORTOGALLO

Dopo l’Enzo e Ferrari di Imola ecco un altro circuito “vero”, il circuito dell’Algarve. Un circuito di quelli su cui ogni pilota vorrebbe sempre correre: un mix di saliscendi, curve in appoggio e frenate con inserimento in curve a ingresso cieco.

Le somiglianze e rimandi a circuiti quali Spa o il Nurburgring si sprecano e già nel 2020 si era vista una gara spettacolare con i primi giri con asfalto umido per una leggera pioggia.

Questo sarà il teatro del confronto, il terzo di una lunga serie in questo 2021, tra i due unici contendenti al titolo: Hamilton e Verstappen.

immagine da automoto.it

Al momento la differenza tra i due la fa un “misero” giro veloce a favore dell’inglese, che è riuscito con molta fortuna e la solita, grande qualità di guida a uscire da una brutta situazione ad Imola quando per un errore ha rischiato di non portare a casa neanche un punto.

La lotta tra Red Bull e Mercedes si fa sempre più serrata e il circuito portoghese sembra fatto apposta per esaltare le caratteristiche di entrambe le monoposto.

Quasi certi che in due alpha dog sopra citati manterranno fede alle aspettative, molto più incerto sarà il ruolo svolto dai loro compagni di squadra. Entrambi vengono da una gara molto complicata che li ha visti portare a casa poco o nulla.

Perez ha la “scusante” di dover ancora adattarsi alla nuova monoposto e squadra, mostrando cose egregie in qualifica e una condotta di gara piuttosto fallosa che Marko ha già avuto modo di stigmatizzare.

Bottas invece sembra la versione peggiore mai vista da quando è in Mercedes. Uscito con le ossa rotta da Imola non tanto per il botto subito da Russell quanto per una velocità e un feeling con la monoposto davvero pessimo. Un cavallo “scosso” che sembra già avvertire la fine dei suoi giorni in Mercedes a 2021 concluso.

Bottas almeno può guardare con ottimismo al weekend di gara potendo contare sulla PU uscita indenne dal botto di Imola.

immagine da motorbox.com

Difficile fare un pronostico poichè il circuito portoghese necessita si una vettura con alta efficienza aerodinamica e stabile, con un set ottimale da trovare in fretta complicato dalla scarsa aderenza che offre l’asfalto del circuito portoghese. Questo aspetto potrebbe favorre maggiormente Red Bull rispetto a Mercedes, quest’ultima ancora meno prevedibile nel comportamento e nel trovare un set-up ottimale.

In merito alla PU, se in Mercedes riusciranno a liberare tutti i cavalli a disposizione e a far funzionare a dovere la parte ibrida, questo potrebbe rivelarsi un vantaggio per gli anglo-tedeschi, la cui PU è ancora la numero uno del lotto.

In un mondiale che si preannuncia molto serrato, i due “scudieri” sono qualli deputati a rubare punti ai rivali, diventando il vero ago della bilancia nella conquista del titolo, un pò come lo fu Bottas nel 2017 e 2018 a favore di Hamilton nei momenti di “appannamento” dell’inglese.

Portimao sarà un test importante anche per i contendenti al terzo posto nel mondiale costruttori. Una prova di maturità (Ferrari), una conferma delle ottime prestazioni fin quì mostrate (McLaren), l’occasione del riscatto (Aston Martin), una gara finalmente senza errori (Alpha Tauri).

Difficile dire chi tra queste potrà emergere. Il circuito è ancora reltivamente nuovo per tutti e probabile che tanti piloti saranno compressi in pochissimi decimi di secondo, considerando un time lap di un minuto e diciasette circa.

La Ferrari sembra essere quella più sofferente sul passo gara e potrebbe pagare dazio in un circuito in cui è più facile sorpassare rispetto ad Imola.

La Pirelli porterà le mescole più dure a disposizione e questo fattore, associato alla mancanza di grip del circuito portoghese, potrebbe mettere in difficoltà la Ferrari che ha difficoltà nel mandare in temperature le gomme.

immagine da nbarevolution.com

La logica dovrebbe imporre una McLaren favorita su Alpha Tauri, Ferrari e Aston Martin. Se per Alpha Tauri potrebbe bastare il solo fatto di non commettere errori come accaduto nei primi due GP stagionali, per Aston Martin si tratterà più probabilmente di un altro circuito in cui testare punti di forza e mancanze della monoposto.

La Alpine viene subito dopo ma e’ difficile dire cosa potrà fare. Al momento la monoposto non sembra avere particolari punti di forza, sarà interessante capire come si adatterà alle caratteristiche del circuito dell’Algarve.

Il pacchetto di mischia degli “ultimi” arriva a Portimao con ambizioni diverse. Se per Haas vale sempre il “portare la macchina al traguardo”, per Williams e Alfa Romeo è un’occasione di riscatto dopo che i primi due GP stagionali hanno fatto vedere che qualcosa di buono può essere spremuto dalle monoposto, a patto di non infilarsi in improbabili incidenti come capitato a Russell a Imola.

Intanto, la lotta tra Red Bull e Mercedes si combatte anche fuori dalla pista. E’ fresca la notizia dell’ingaggio da parte degli austriaci di un importante membro dell’organigramma tecnico Mercedes, Ben Hodgkinson, che sarà il direttore tecnico della futura PU marchiata Red Bull.

immagine da f1-insider.com

Davvero un bel colpo per Red Bull che si assicura uno degli artefici di spicco dei successi Mercedes degli ultimi anni e in grado di dare quel know-how necessario alla realizzazione di una PU che aspira ad essere la migliore del lotto.

Mercedes non ha preso benissimo la cosa e darà battaglia per cercare di estendere il periodo di “gardening” il più a lungo possibile.

Altra grossa notizia , l’introduzione della sprint race al sabato in tre GP del 2021. La notizia è stata già approfondita sul Bring per cui non mi dilungherò se non per aggiungere che lo stravolgimento di quello che viene definita  il format storico della F1 è un passo, per qualcuno, doloroso ma necessario.

Gli utenti ai quali si rivolge Liberty Media sono giovani, giovanissimi che prediligono sempre di più e in tutti gli sport un evento che sia molto più “azione” che “narrazione”. Naturale che si cerchi delle formule di intrattenimento meno impegnative (in termini di tempo, impegno nel capire dinamiche tecniche e regolamentari) e più immediate.

I “vecchi” appassionati storceranno il naso ma è evidente che il mondo va da tutt’altra parte e del tutto probabile che la F1 a breve non sarà più quella che abbiamo imparato a conoscere e apprezzare dagli anni ’80 in poi.

Giusto tentare qualcosa di nuovo, inutile ribadire che lo sport come pura competizione sta lasciando sempre più spazio al puro intrattenimento. Che tutto ciò si possa essere un successo e portare più appeal e qualità ad un prodotto un pò logoro è tutto da dimostrare.

*immagine in evidenza da motorbox.com

Rocco Alessandro

 

 

VERSTAPPEN DOMINA AD IMOLA. MA HAMILTON NON MOLLA.

Si torna ad Imola. Dopo pochi mesi da quando questa pista leggendaria è rientrata inaspettatamente nel calendario “grazie” alla pandemia. Ma, stavolta, sarà la seconda gara in calendario, e sarà anche il luogo dove le prestazioni della prima uscita in Bahrain verranno confermate o smentite.

E le qualifiche hanno sostanzialmente dato conferme. La Mercedes ha ritrovato la competitività che sembrava persa nei test, la Red Bull è praticamente alla pari, e la Ferrari si può giocare con la McLaren il ruolo di terza forza, niente male per un team che, lo scorso anno, era letteralmente sprofondato nella parte bassa dello schieramento.

Un’ora prima della partenza Giove Pluvio ci mette del suo per rendere la faccenda divertente, e apre i rubinetti, ma solo dalla variante del tamburello in giù.
I giri di schieramento sono così abbastanza complicati, e a farne le spese è Alonso che va dritto alla Tosa e rompe l’ala.

La pioggia inizia a cadere anche sul rettilineo di partenza, e tutti quelli delle prime file scelgono gomme intermedie, tranne Gasly.

Durante il giro di schieramento, Leclerc decide di imitare quanto fece Prost nel 1991, solo qualche curva prima, uscendo alle Acque Minerali. Per sua fortuna, l’esito è differente, e riesce a riprendere subito la pista e a riguadagnare la sua quarta posizione, senza che che questo errore influenzi la sua gara.

Allo spegnersi dei semafori, Hamilton parte male e Verstappen lo affianca, tenendo poi duro al Tamburello e mandandolo sul cordolo interno. Fortunatamente per lui, l’inglese danneggia solo un’appendice dell’ala, ma il messaggio è ricevuto, e se ne ricorderà più avanti.

Poco dopo Latifi distrugge l’auto con una manovra assurda di rientro in pista, coinvolgendo l’incolpevole (questa volta) Mazepin. Nel frattempo, Leclerc si porta in terza posizione superando Perez.

Inevitabile l’uscita della SC, mentre continua a piovere, con intensità ancora più forte. 

L’auto di Latifi viene rimossa, ma nel frattempo Mick Schumacher va a muro sul rettilineo principale scaldando le gomme, e seminando detriti all’uscita del box, e la neutralizzazione si prolunga.  Pure Perez esce di pista, ma riprende la sua posizione, e verrà successivamente penalizzato per questo.

La gara riparte e Lewis attacca subito Verstappen all’ingresso del Tamburello, ma, memore della partenza, molto intelligentemente non insiste. Leclerc si fa minaccioso sull’inglese, mentre Verstappen dopo solo un giro ha già 3 secondi di vantaggio.

Dietro, Norris, Gasly e Sainz ingaggiano una bella lotta, con Lando che riesce ad avere la meglio e si butta all’inseguimento del compagno di squadra Ricciardo, in quinta posizione. I due viaggeranno appaiati per una decina di giri, fino a quando Norris non si lamenterà e la squadra chiederà, col senno di poi molto intelligentemente, di scambiare le posizioni.

Davanti, Verstappen e Hamilton fanno il vuoto, staccando rapidamente Leclerc e viaggiando separati di qualche secondo.

Al giro 19 la pista è già asciutta in traiettoria, e non è più prevista pioggia. Il primo a montare gomme slick è Vettel al 22° giro.

Leclerc inizia a girare velocissimo, guadagnando 2 secondi al giro su Verstappen. Ma, soprattutto, Hamilton guadagna visibilmente sull’olandese, che, molto preoccupato, entra ai box per montare le slick seguito, al giro dopo, dall’inglese, che però subisce un pit-stop lento e non riesce a mantenere la prima posizione. Si fermano anche Leclerc e Perez, che sconta i 10 secondi di penalità.

Al giro 31 il colpo di scena: Hamilton va dritto alla Tosa a causa di un doppiato che gli lascia strada rimanendo nella traiettoria asciutta. Lewis, nella fretta sdoppiarsi, mette le ruote sul bagnato e finisce contro le barriere rompendo l’ala. Ma subito dopo Bottas e Russel sono protagonisti di un violento incidente al Tamburello. Il finlandese fino a quel momento autore di una gara pessima, arrivando ad essere doppiato dal compagno di squadra, viene attaccato e affiancato da Russell prima della variante, e si difende mantenendo la traiettoria. L’inglese allarga troppo e finisce sull’erba con effetti disastrosi per entrambi.

Gara sospesa per ripulire la pista, e i doppiati, fra i quali Hamilton, hanno così la possibilità di riportarsi in pari con gli altri. 

Si riparte con quasi metà gara da fare. Alla Rivazza, subito prima della bandiera verde, Verstappen quasi si gira ma non perde la prima posizione, mentre Norris con gomma soft brucia Leclerc che monta la media e si butta all’insegumento di Max.

Perez, buon quarto, rovina tutto girandosi alla Villeneuve e ripartendo ultimo. E così le due Ferrari sono terza e quarta.

Verstappen si allontana velocemente, mentre Hamilton inizia la sua rimonta dall’ottava posizione, sbarazzandosi di Stroll e andando poi alla caccia di Ricciardo, che raggiunge e supera senza difficoltà al primo tentativo. 

Al giro 48 inizia la lotta a quattro per la seconda posizione, con Norris, Leclerc, Sainz ed Hamilton racchiusi in pochi secondi.

Lewis attacca Carlos grazie al DRS, ma lo spagnolo tiene duro e non si fa passare. Riuscirà però al giro successivo, mentre servirà qualche giro in più per passare Leclerc e poi Norris, sempre grazie al dispositivo di riduzione del drag, senza il quale, in effetti, su questo circuito il sorpasso sarebbe impossibile, 

La gara finisce con Verstappen primo indisturbato, e Hamilton secondo e autore del giro più veloce, togliendo così a Max la soddisfazione di guidare il mondiale per la prima volta nella sua carriera. Terzo un bravissimo Norris, davanti a Leclerc e Sainz con una Ferrari che conferma il grande passo in avanti rispetto allo scorso anno. Sesto Ricciardo, anche oggi decisamente inferiore al compagno di squadra. Settimo Stroll, che ha surclassato Vettel. Ottavo Gasly, con una Alpha Tauri molto sotto le aspettative. Nono Raikkonen, sotto investigazione per avere recuperato la posizione dopo un testacoda prima della ripartenza, e decimo Ocon, di poco davanti ad Alonso, undicesimo e a Perez, che ha rovinato la buona prestazione in qualifica con una serie di errori poco comprensibili vista la sua esperienza.

Le prime due gare hanno confermato l’impressione avuta dai test, e cioè che il campionato sarà molto interessante. Hamilton e Verstappen sono decisamente superiori rispetto a tutti gli altri, ma dietro di loro i valori sono molto livellati, come hanno dimostrato le qualifiche. E’ quasi un peccato che dopo avere atteso per anni un po’ di equilibrio, questo arrivi proprio l’anno precedente il grande cambiamento. Per ora godiamoci il 2021, con in arrivo un altro bellissimo circuito, Portimao, e ci sarà nuovamente da divertirsi.

P.S. anche in questi giorni abbiamo visto il regolamento applicato un po’ a fantasia, con episodi simili fra loro sanzionati in modo completamente diverso. Speriamo solo che, vista la lotta per il campionato che si prospetta, i giudici della FIA si chiariscano un po’ le idee su come comportarsi, affinchè non si debba continuare a parlare di penalità applicate o non applicate.

P.S. 2 speriamo proprio di rivedere Imola, col pubblico, anche il prossimo anno. Con il CEO della Formula 1 imolese, sarebbe il minimo…

P.S. 3 sul botto fra Bottas e Russell, difficile trovare una responsabilità chiara, ma ricordiamoci che c’era una Williams che stava sverniciando una Mercedes.

 

F1 2021 – GRAN PREMIO EMILIA ROMAGNA

E chi l’avrebbe mai detto, un anno dopo, di ritrovarsi ad aspettare e commentare la seconda edizione del Gp dell’Emilia Romagna. Si pensava ad un Gp una “tantum” e invece il circus ritorna sulle rive del Santerno, con la ferma convinzione da parte degli organizzatori di restarci anche per i prossimi anni.

Si torna su uno dei circuiti dimenticati per anni dalla F1 per ragioni economiche e sempre molto apprezzato dagli addetti ai lavori in pista, in primis i piloti: l’Enzo e Dino Ferrari di Imola.

Un circuito ricco di storia e di storie stupende e tragiche, il primo vero banco di prova capire molto meglio da che parte della bilancia si indirizzerà il mondiale 2021. Il tutto ancora senza la presenza di pubblico, che per Imola è davvero un grosso rimpianto.

Archiviato il Gp del Bahrain che ha fatto capire chi è messo meglio in termini di power unit, si arriva in una pista corta , nervosa che mette alla prova la stabilità delle monoposto, in cui la potenza “pura” della power unit non è così importante quanto invece il carico aerodinamico e meccanico che ogni monoposto saprà generare.

Viene facile pensare che, per quanto visto in Bahrain, la Red Bull sia la logica favorita per il gran premio imolese. La power unit Honda sembra aver fatto quell’ultimo step evolutivo che la mette (quasi) al pari con quella Mercedes e anche il pacchetto aerodinamico della RB16B sembra essere all’altezza di quello dei giorni migliori.

immagine da tuttomotoriweb.it

Una pista come l’Enzo e Dino Ferrari sembra perfetta per l’attuale stato di forma della Red Bull, ipotizzando addirittura due vetture capaci di andare a podio. D’altro canto già in Bahrain poteva arrivare la vittoria per Verstappen, vanificata da qualche problemino meccanico di troppo e da una gran gara di Hamilton.

Anche in casa Mercedes si attende con ansia il riscontro della pista per capire se le tre settimane di pausa sono servite a migliorare la W12. E’ opinione comune che la vettura ha un gran potenziale ma vedersi annichiliti in qualifica e in riferimento alla fatica terribile con cui è arrivata la vittoria di Hamilton in Bahrain, di sicuro saranno stati giorni di lavoro febbrili a Brackley.

Due le aree sotto osservazione: la power unit che non è ancora possibile utilizzare al 100% e il retrotreno. Ad Imola sarà fondamentale avere una macchia stabile, reattiva e prevedibile sui tanti saliscendi e freante in appoggio, sarà interessante verificare se Mercedes avrà svolto correttamente i compiti a casa.

Per Ferrari è la gara di casa e l’aspetto positivo è che ci arriva in condizioni migliori rispetto al 2020. Il Bahrain ha evidenziato come la SF21H sia finalmente una monoposto che può giocarsela soprattutto in qualifica, almeno dalla seconda fila in giù. L’incognita sarà capire se sarà stato fatto un passo in avanti anche in gara, aspetto piuttosto deficitario in Bahrein.

Potrebbero aiutare le basse temperature previste per il weekend di gara, sia nell’alzare la soglia di utilizzo della power unit che in Bahrain è stata utilizzata in maniera conservativa a causa delle elevate temperature atmosferiche, sia per quanto riguarda il degrado delle gomme in gara. Anche Mercedes potrebbe beneficiare delle basse temperature per mettere alla frusta la sua power unit che dall’inizio dei test prestagionali soffre le alte temperature.

immagine da scuderiafans.com

Se i rossi riusciranno a mettere insieme una buona qualifica non dovrebbe poi essere difficilissimo portare a casa un buon risultato in gara, in quanto da sempre quella di Imola è una pista dai sorpassi difficili e anche quest’anno, safety car permettendo, dalla strategia che si prevede a singola sosta.

Si rinnova dunque il duello con McLaren e Alpha Tauri su un terreno completamente diverso. Per tutte è tre (quattro se includiamo anche la Aston Martin) sarà fondamentale la qualifica, che si prevede con distacchi molto ridotti. Il pilota potrà fare la differenza più che in altre occasioni e mettere una seria ipoteca sul risultato finale.

Per quanto visto in Bahrain, possibile che Alpha Tauri e McLaren siano più favorite di Ferrari, con Aston Martin (e soprattutto l’oggetto misterioso Vettel) che dovrà riscattare la magra figura fatta all’esordio stagionale. Anche in questo caso, ribadiamo che i piloti potranno fare davvero una gran differenza.

immagine da 7upsports.com

La Alpine forse non è proprio ascrivibile al pacchetto delle “ultime della classe” ma non sembra possa avere la forza di inserirsi nel pacchetto di mischia sopra citato. Alonso torna su una pista che lo ha visto vincere dopo uno straordinario duello con Schumacher nel 2005 e sarà di sicuro un grande bonus per la sua scuderia.

La Williams si dice sicura di poter essere molto più competitiva che in Bahrain ma non al punto di poter puntare ad un piazzamento nei primi 10, sempre che Russel non si inventi una magia in qualifica.

Alfa Romeo era stata pronosticata dagli addetti ai lavori come una possibile monoposto da centro classifica, cosa ampiamente smentita dal Gp del Bahrain. Ad Imola potrebbe esserci una buona occasione di riscatto, se i piloti sapranno metterci quel qualcosa in più. E’ risaputo che Kimi dà il meglio in gara ma questa volta serve davvero anche un gran giro al sabato.

immagine da circusf1.com

Haas porterà invece il primo e ultimo pacchetto di sviluppo del 2021. Non ci si aspettano miracoli dalla gara imolese, se non un’altra occasione per i suoi giovani piloti per imparare il mestiere di pilota di F1. Mick Schumacher arriva su una pista dove il padre ha saputo fare meraviglie, speriamo ne tragga particolare ispirazione. Per Mazepin sarebbe già un ottimo risultato concludere il weekend riducendo fortemento il numero di errori visti all’esordio.

Che tutto sia diverso rispetto alla prima gara stagionale lo conferma anche il meteo, previsto alquanto freddo per tutto il weekend e (scarse a dire il vero) possibilità di pioggia in gara. Pirelli invece porta le stesse mescole viste in Bahrain, prevedendo una sola sosta. Probabile che il 90% della gara si deciderà tra le qualifiche del sabato e una strategia efficace alla domenica. Sempre che il Maze(s)pin di turno non voglia aggiungere una variabile da safety car.

Sembra tutto apparecchiato per Verstappen, ma si era detto per il primo GP stagionale. Fondamentale sarà avere un Perez a giocarsela in qualifica in modo da poter essere in condizioni di parità nel gioco dei pit stop con Mercedes. Ma sempre con due soli primattori protagonisti: Hamilton e Verstappen.

*immagine in evidenza da iracing.com

Rocco Alessandro

 

 

AL CUOR NON SI COMANDA, MA LA RAGION S’ADEGUI

Ci stiamo ricascando! Dopo aver salutato la stagione 2020 come una liberazione, pieni di buoni propositi ci siamo riproposti di sederci sulla riva del Gange per aspettare pazientemente, senza rosicare (e senza chiedere la solita lista di epurazioni) il cadavere dei nostri nemici dicendo a noi stessi: “tranquilli e sereni aspettiamo che tanto è grassa se rivediamo il podio nel 2022”!

Con queste frasi piene di buon senso siamo stati ad aspettare prima la presentazione della rossa, e poi i test. Logica voleva che, qualunque cosa avessimo visto, a Maranello e a Sakhir, l’avremmo presa con filosofia. Con la dignità che spesso ci accompagna nella nostra passione. Ahò!!

Alla presentazione, dopo che ci era stato abbondantemente spiegato nelle settimane prima che gli sviluppi possibili erano con gettoni per il retrotreno, che sul motore era stata spesa gran parte dell’energia e della capacità dei tecnici e fino a metà novembre non ci si era dedicati ad altro, questo è stato (ed è) il refrain su molti siti: ehh ma che lavoro insufficiente! Ma il muso non potevano cambiarlo come tutti gli altri? Ma quel colore cos’è? E il verde? Verde speranza, quindi ce n’è poca!?…

E fin qui siamo sul soft, ma altri commenti sono ormai stucchevoli, nonché più ripetitivi del Nam Myoho Renge Kyo buddista. Quando si tratta di emulare le gesta di Tafazzi, lo dico, i peggiori sono i ferraristi. Si, anche io!

Se parti da meno 10 e arrivi a meno 3 sei stato più bravo di chi partiva da meno 5 ed è arrivato a meno 1, nonché di chi partiva da più 1 ed è arrivato a 0. Io ci vedo un trend positivo e confortante. Il miglioramento delle prestazioni della SF21 rispetto alla SF1000 in Bahrain rispetto al 2020 è stato per la Ferrari il più marcato tra tutti i team. Certo, come pensano in tanti, sarebbe stato bene cambiare muso e dunque filosofia. Questo però l’ha potuto fare una squadra come AlphaTauri, la quale al retrotreno non aveva nel 2020 i problemi della Ferrari. Nessuno li aveva! Dunque gli sforzi andavano indirizzati in quella direzione. E magari vedremo chi sarà avanti tra qualche gara!?

Il motore era deficitario (per inciso io non sono del partito del motore depotenziato da FIA, se era avanti col trucco non era avanti), e le regole più stringenti varate nel 2020 lo hanno penalizzato più di altri. Aggiungiamo che avevamo una montagna di drag e lo staff è comunque riuscito nell’equilibrio generale a diminuirlo di tantissimo. Per finire, notizia recente, pare che i parametri misurati sull’ultimo stint di Sainz in Bahrain inducano ad essere più ottimisti rispetto ai test. Si parla di potenziale inespresso ma evidente, il che spiegherebbe anche le facce ben più rilassate ai box rispetto ad un anno fa.

Può questo placare l’ansia rabbiosa di quelli che “siamo la Ferrari, non ci basta arrivare secondi, terzi….”? Ovviamente no! Mi chiedo, da semplice appassionato di motorsport e di F1 in particolare: #essereRedBull, #essereMcLaren, #essereAlphaTauri ecc conta davvero meno che #essereFerrari? Il dono, il piacere e il diritto alla vittoria sono di uno solo?

Dunque, cari fratelli ferraristi, lo so che al cuor non si comanda, ma ragioniamo…siamo sicuri che coloro che hanno sbagliato con la SF1000, (e osservando i progressi sulla SF21), non siano in grado di tirarsi fuori dai guai come sono stati in grado di infilarcisi? Se è vero come è vero che dal 2014 i risultati di un team come la Red Bull che a libro paga ha quel Newey che corteggiamo da un decennio (e che partiva da quattro anni di dominio) sono stati seppur di poco inferiori a quelli della Ferrari, tutto questo sconquasso rispetto agli altri dove è? Forse che negli anni di dominio Ferrari qualcuno in Inghilterra ha additato la McLaren come una squadra di, cito: incompetenti, pellegrini, incapaci, limitati, pusillanimi, politici, e via discorrendo?

Al termine della stagione 2021 dovremmo fare la hola per un terzo posto nel costruttori. Brindare per un quarto. Restare impassibili e rassegnati per un quinto. Al limite ci riserviamo di incazzarci per un sesto.

Ma andiamo ad analizzare “l’insufficiente” lavoro della GES Ferrari:

-A fine novembre, a stagione non ancora conclusa. La Ferrari decide di rivoluzionare la PU, intervenendo su diverse aree, tra cui la turbina e il gruppo candela/iniettore. In pratica Zimmermann con Mahle studia un sistema di combustione in precamera in cui sono inseriti sia l’iniettore che la candela. Il nome di questo motore è superfast.

immagine da: formulapassion.it

Vantaggi riassunti in una migliore miscela di combustione e tempi di accensione legati alla fase di scoppio nettamente più rapidi. Una chiara volontà di fare uno step evolutivo significativo. La squadra capeggiata da Zimmermann però riscontra dati non omogenei anche se promettenti, inducendo il responsabile motori Gualtieri a optare per una soluzione simile a quella adottata da Mercedes da sempre, con separazione di turbo e compressore, ma estremizzando ulteriormente e spostando il compressore nel cassoncino di aspirazione come intervento principale. Naturalmente commentato con: adesso siamo ridotti a copiare la Mercedes (copiare noi è buono e lecito invece…).

immagine da: f1.sport.it

In aggiunta sembra che il disegno delle ali sia non troppo dissimile da quello del 2019. In pratica non si alleggerisce più nel cercare disperatamente velocità perchè il motore è in grado di fornire abbastanza potenza. Orientativamente circa 40 CV in più rispetto al 2020. La nota dolente, ma in una certa misura dispensatrice di speranza poichè risolvibile, è che ancora non si è spinta la PU per rischio affidabilità.

Il piano B però  non può essere un ripiego dell’ultimo istante, bensì una sperimentazione parallela per avere un’opzione nel caso in cui, come successo, il sistema studiato per il superfast fosse ancora da perfezionare all’avvio della stagione. Ci sarebbe tempo fino a giugno per introdurre o meno le soluzioni del superfast prima che tutto venga definitivamente freezato fino al 2024. E’ possibile che alcune soluzioni del superfast siano già inserite nella PU attuale? Può darsi! Quello che resta è tuttavia un gran lavoro che ha dato dei buoni risultati, i cui effetti si sono visti anche nella motorizzata Alfa Romeo. Haas, causa blocco dello sviluppo in ambito aero/telaio non ci da dati utili. Tanto lavoro anche sull’alimentazione con interventi al turbo compressore, per aumentare l’efficienza e il recupero dei gas di scarico. Rivisto il sistema elettronico per ottimizzare il funzionamento della parte ibrida.

immagini da: it.motorsport.com e funoanalisitecnica

Per recuperare il carico perso col taglio diagonale del fondo, hanno dovuto alzare il differenziale di centimetri per creare un diffusore che funziona. Capisco che agli ingegneri del lunedì sembri come alzare un muro di mattoni di un ulteriore mattone (dunque che problema c’è?), ma tant’è. . I due gettoni spesi al retrotreno hanno consentito di modificare la scatola del cambio che, a sua volta, ha permesso di ridisegnare la sospensione posteriore. La scatola del cambio nel 2020, causa alleggerimento e ridimensionamento, soffriva di flessioni che si ripercuotevano sul gruppo semiassi e sospensioni posteriori.

immagine da: funoanalisitecnica.com

L’instabilità del retrotreno è stata spesso citata come il fattore di maggior disturbo per Vettel. Molto meno per Charles. La scatola è stata così irrigidita. Un lavoro previsto nel 2020 e spostato poi in avanti.

-Per quanto riguarda la parte anteriore (telaio e sospensioni) non potendo rifare il telaio e un crash test per il muso, pur essendo largo praticamente come prima, con le stesse sospensioni e senza cambio di filosofia (dunque sempre outwash) l’hanno comunque rivoluzionato stravolgendo i flussi che da lì vanno verso il corpo vettura. Anche qua orde di novelli Newey avevano mille soluzioni inedite, per le quali, sono sicuro, a Maranello la porta è sempre aperta eh! Considerato il fardello della SF1000 per quanto riguarda carico eccessivo e drag notevole, osservando il comportamento della SF21 sia nei test che in gara in Bahrain, è stato un lavoro centrato.

Certo coi poteri dati a certi ingegneri dalla Marvel si poteva fare il motorone supermegafast, il telaio in adamantio e uno chassis su cui il peggior sponsor adesivo faceva guadagnare un decimo al giro (a qualsiasi giro), e rompere il culo alla Mercedes, mentre a Max non gli facevamo toccare il podio neppure a circuito sbaraccato. Oh, io la notte me lo sogno! Poi però mi sveglio.

Ciao!

Seldon

Immagine in evidenza da:f1ingenerale.com

HAMILTON SENZA LIMITI IN BAHRAIN. E VERSTAPPEN PRENDE UNA LEZIONE.

Test dominati. Prove libere dominate. Qualifica dominata. GP dominato.
Così il pilota più pronosticato come futuro campione del mondo che la Formula 1 abbia mai conosciuto si è presentato alla stagione 2021. La sua settima. Quella che lo deve consacrare, altrimenti rischia di passare alla storia come una delle tante promesse non mantenute. E questo non è possibile se il tuo nome è Max Verstappen.

Il taglio dei costi ha portato a mantenere i telai del 2020, ma c’è stato anche un taglio del fondo. Che ha costretto le squadre a presentare macchine di fatto nuove, con buona pace del sistema a gettoni e del budget cap. E così, come sempre succede quando si cambia qualcosa nelle regole che disciplinano l’aerodinamica, qualcuno capisce meglio degli altri. E qualcun altro si perde. O, almeno, così sembra.

Dai test era parso evidente che fra quelli che avevano capito qualcosa di più c’erano Red Bull e, udite udite, Ferrari, mentre la Mercedes era parsa in difficoltà, con Hamilton stranamente autore di un numero elevato di testacoda.

E le qualifiche hanno confermato che le ex frecce d’argento non sono più su un altro pianeta, venendo staccate di quasi mezzo secondo dall’olandese volante. Ma sono sempre 2 contro 1, perchè al quarto posto anzichè Perez si presenta Leclerc, autore della solita qualifica monstre  a pochi centesimi dalla seconda Mercedes.

E la gara di Perez si complica ancora prima di cominciare, con l’auto che si spegne durante il giro di ricognizione. La partenza viene fermata, e il messicano riesce a ripartire ma si piazza per prendere lo start dai box, mentre i colleghi fanno un altro giro di formazione.

Quando finalmente si parte, Verstappen tiene la posizione su Hamilton, mentre Leclerc supera Bottas. Nel frattempo in curva 3 c’è la ormai rituale demolizione di una Haas, questa volta ad opera di Mazepin e, per fortuna, con esiti molto meno nefasti per auto e pilota. Inevitabile l’uscita della Safety Car.

Si riparte con i primi tre ingaggiati in lotta fra loro. Dietro Gasly rompe l’ala, ed esce la VSC per pulire la pista. Si riparte dopo un altro giro lento, con Bottas che approfitta del DRS per superare Leclerc, il quale riesce a tenere il passo del finandese per qualche curva, ma poi deve arrendersi alla superiorità della Mercedes.

Qualche giro dopo è il turno di Norris superare Charles, che è già in evidente difficoltà con le gomme.

Alonso è il primo a fermarsi al giro 12 per montare le medie. Al giro successivo è la volta di Norris e Leclerc, che rientrano poco davanti a Nando.

Hamilton spiazza la Red Bull anticipando il pit-stop per montare gomme dure. Verstappen decide di non imitarlo, perchè diversamente avrebbe perso la posizione sull’inglese, che con gomma nuova vola. Si fermerà al giro 18, e rientrerà ben dietro a Lewis, e, montando nuovamente gomma media, dovrà rientrare ai box un’altra volta. 

A metà gara, l’olandese si riporta sotto ad Hamilton, con quest’ultimo che si lamenta via radio di non riuscire ad andare più veloce. Per questo, decide di fermarsi per prevenire un possibile undercut, e montare ancora gomme dure. Si ferma anche Bottas, che perde 8 secondi per una gomma rimasta. incastrata.

Verstappen non segue la strategia di Hamilton, il quale, nel frattempo, sceglie traiettorie tutte sue in curva 4, esibendosi in tagli magistrali, che sollevano le ovvie proteste di Max. La direzione gara prima fa sapere che i “track limits” non valgono per la domenica, poi si ricrede e richiama l’inglese, il quale ovviamente protesta a sua volta.

L’olandese si ferma poi al giro 40 per montare, con un pit-stop velocissimo, gomme dure nuove. Con 16 giri da fare, inizia la caccia, che si concluderà a 5 giri dalla fine quando Lewis va largo in una curva e si troverà Max a meno di 1 sec. Il quale, con una manovra aggressiva, lo supera in curva 4, ma esce largo, e il box gli chiede di restituire la posizione per prevenire un’eventuale (possibile, non certa) penalità. Ma non ci sarà un’altra occasione, e Hamilton si porta a casa la prima vittoria dell’anno.

Il podio è ovviamente completato dal solito Bottas, mai in gara, seguito a distanza da Norris, con una Mc Laren che si conferma terza forza del mondiale. Al quinto posto Perez, rimontato dall’ultima posizione, cosa ormai abituale per lui in Bahrain. Sesto Leclerc, il massimo possibile con questa Ferrari, ma comunque sempre meglio dello scorso anno. Seguono Ricciardo e Sainz, entrambi interessati a conoscere le loro nuove auto, più che al risultato finale. Nono il debuttante Tsunoda, che conferma così tutto il buono che si dice di lui. Decimo Stroll con un’Aston Martin che è l’ombra della Racing Point della fine della scorsa stagione.

Risultato sotto le aspettative per l’Alfa Romeo, fuori dai punti dopo che Raikkonen aveva navigato nei primi 10 per buona parte della gara. 

Notte fonda per Alpine, dopo un buon inizio di Alonso, ritiratosi a metà gara quando era già precipitato in classifica, e, come ampiamente previsto, per Williams e Haas.

Infine, un pensiero per Sebastian Vettel. Peggio di così la sua avventura post-Ferrari non poteva cominciare. Fuori in Q1, penalizzato per mancato rispetto delle bandiere gialle, sempre nelle retrovie in gara e, dulcis in fundo, una tamponata da principiante ad Ocon per la quale ha chiamato in causa un inesistente cambio di linea da parte del francese. L’idea di rimanere a casa con la famiglia, se mai l’avesse avuta, non sarebbe stata sbagliata.

La prima gara è solo la prima gara. Ma se tanto ci dà tanto, a giudicare dal recupero fatto dalla Mercedes fra i test e la gara vera, c’è da credere che assisteremo ad una ripetizione delle stagioni 2017 e 2018 con una macchina blu al posto di quella rossa. Ma con una importante differenza, che potrebbe farci divertire un po’ di più: il pilota che la guida.

Appuntamento nella nostra Imola fra 3 settimane.

P.S. abbiamo visto Hamilton tagliare molto di più di quanto abbia fatto Max in occasione del sorpasso. La scelta di Red Bull di non rischiare una penalità, per poi avere una seconda occasione, è stata molto intelligente, così come la scelta di Max di ubbidire. Resta il fatto che l’interpretazione dei track limits per come è stata fatta oggi equivale più o meno a posizionare, in una gara di sci, i pali in modo diverso a seconda di chi scende, o, meglio, del momento in cui scende. E’, ovviamente, inaccettabile.

P.S. 2. Vorrei che fosse chiaro che quella del P.S. precedente non è un’adombrare un qualche favoritismo nei confronti di Lewis, ma semplicemente il rimarcare il fatto che i limiti della pista sono limiti della pista e vanno rispettati sempre, non a seconda del giorno o, ancora peggio, del momento della gara. Poi ognuno la legga come vuole e si faccia la propria idea.

* Immagine in evidenza da Twitter