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PEREZ VINCE LA DOMENICA TRANQUILLA IN AZERBAIJAN

Quattro settimane di stop sono lunghe, per gli appassionati di Formula 1. Mi riferisco a quelli veri, che si sono sorbiti prima le voci dell’addio di Leclerc alla Ferrari, poi l’addio vero di Meekies, del quale sa però solo l’AlphaTauri, poi i proclami di resurrezione della rossa e, infine, l’approvazione del nuovo format “all entertainment” previsto per Baku.

Insomma, se lo spettacolo non arriva dai duelli (quelli veri, non grazie alle gomme o al DRS), gli spunti per divertirsi, anzi, per ridere, non sono mancati. 

Una cosa però è risultata vera: la già citata resurrezione della Ferrari. Carletto la piazza in pole sia il venerdì che il sabato, nel nuovissimo sciotaut (cit.) per la sprint. Per la verità, anche nel 2021, con una macchina tutt’altro che buona, c’era riuscito, perchè il monegasco su questa pista tira fuori sempre qualcosa di più che fa la differenza.

E, infatti, nella gara sprint tutto torna a posto, con Perez che ha facilmente ragione del ferrarista, e Verstappen che gli è rimasto dietro solo grazie ad un buco nella fiancata provocatogli dall’arrembante Russel, che si becca anche della testa di c***o dall’olandese, improvvisamente diventato insegnante di guida pulita.

Partenza molto tranquilla da parte di tutti, con i primi che mantengono le posizioni. Poi, come ampiamente previsto, non appena può utilizzare il DRS Max svernicia Leclerc sul rettilineo principale. Il monegasco non ci prova nemmeno a resistere. Dopo due giri, è il turno di Perez. 

Le Red Bull, però, non prendono il largo, e i distacchi fra i primi 3 restano attorno al secondo.

Al giro 10, Hamilton, in preda al graining e braccato da Alonso, si ferma per montare gomme dure. Contemporaneamente, De Vries rompe la sospensione anteriore e si ferma nella via di fuga. In Red Bull decidono di fare fermare Verstappen, che stava per essere attaccato da Perez, ma la direzione di gara fa uscire la safety car solo dopo che l’olandese ha completato il suo pit-stop. Questo consente a a Perez e a Leclerc di effettuare la loro sosta scavalcando Max. 

La gara riparte al giro 14, Bastano tre curve a Verstappen per riprendersi la seconda posizione, e una curva in più ad Alonso per beffare Sainz e prendersi la quarta.

Con le gomme dure, le due Red Bull fanno subito il vuoto, rifilando più di un secondo al giro a Leclerc e tutti gli altri.

Il distacco sale fino a 16 secondi, poi si stabilizza quando il monegasco, e Alonso che lo segue, smettono di andare di conserva. Questo avviene attorno al giro 40, quando inizia la battaglia per il giro veloce, che vede coinvolti i primi 4. Ma a fregarli tutti ci pensa Russell, che si ferma al penultimo giro per montare gomma soft, e segna facilmente il miglior tempo.

La gara finisce con Perez vincitore davanti a Verstappen, staccato di 3 secondi, Leclerc a 20 secondi dall’olandese a cogliere il primo podio del 2023, con Alonso incollato agli scarichi. Seguono Sainz, Hamilton, Stroll, Russell, Norris e Tsunoda.

Stranamente, un GP a Baku senza festival del carbonio, a parte una bandella volata nelle prime curve. Sicuramente, avrà influito la stringente necessità di imbarcare il materiale integro sugli aerei, destinazione Miami.

P.S. chi scrive deve ammettere che chi parlava di una Ferrari che ha lavorato bene nelle 4 settimane di sosta aveva ragione. La SF23 vista oggi è una macchina molto migliorata, non più la quarta forza ma la seconda alla pari dell’Aston Martin, e il distacco finale dalle Red Bull non è stato drammatico come ci si sarebbe potuti aspettare. Vedremo se gli aggiornamenti previsti per le prossime gare diminuiranno ancora il gap e potranno rompere un dominio che rischia di far diventare il mondiale di quest’anno ancora più noioso di quelli dello strapotere Mercedes. 

F1 2023 – GRAN PREMIO DELL’AZERBAIJAN

Dopo una lunga quanto illogica pausa di quattro settimane torna il circus, definizione che di questi tempi calza proprio a pennello, della F1 con il Gp di scena sul cittadino di Baku.

Cominciamo subito con le novità introdotte dal buon Domenicali che vanno sempre più nella direzione di rendere il format del weekend un qualcosa sempre più rappresentabile attraverso una story di instagram.

Debutta il nuovo format della doppia qualifica, una al venerdì che deciderà la griglia di partenza della gara domenicale e una al sabato che invece determinerà la partenza della gara sprint.

Quindi una sola sessione di prove libere, ormai noiose, inutili e poco attrattive per il pubblico a detta del Dom&company, prevista al venerdì e poi solo attività “vera” in pista.

Ora, va bene tutto ma far debuttare un format del genere su una pista circondata da muri sembra un pò un azzardo considerando anche che per i team c’è solo una sessione di prove libere per mettere a punto le monoposto.

immagine da motori.ilmessaggero.it

Ormai andiamo sempre più nella direzione degli assetti deliberati al simulatore, volente o nolente, il che porta paradossalmente ad una minore attività in pista dato che le sessioni di prove libere sono sostituite da sessioni di qualifica più corte e con minor numero di monoposto in pista (considerando il format della Q1, Q2 e Q3) e una gara sprint breve.

Baku e gara sprint è un’equazione che sembra facilmente condurre alla safety car. Magari mi sbaglio ma il rischio di vedere una gara sprint a singhiozzo sembra elevato.

Vediamo come sarà questo “nuovo ” weekend di gara ma la sensazione è che sia solo una prova generale per un format che nei prossimi anni sarà adottato in ogni weekend di gara o quasi. Non a caso Domenicali ha parlato di “stabilizzare le cose che cambiano” per poi, intuiamo noi, renderle sempre più estese e pervasive. Quasi incommentabile la dichiarazione “Stiamo vivendo una fase molto importante di crescita caratterizzata da attenzione totale e grande rispetto nei confronti dei propri tifosi, quelli vecchi e quelli nuovi”. Fatelo voi se ci riuscite.

Esaurito il capitolo “WOW” del Dom&company, passiamo a quello ormai patologico della logorrea associata ad un personaggio alquanto singolare del mondo della F1 e che risponde al nome di Helmut Marko. Verrebbe da citare la famigerata battuta della sig.na Silvani di fantozziana memoria “Ah, anche poeta…” per rendere l’idea della capacità del manager austriaco di avere una opinione più o meno fondata su ogni scibile del mondo della F1.

Niente sfugge all’occhio attento ( e vabbè questa era gratuita e anche un pò stronza ma mi perdonerete) di Helmut che parla e straparla di tutto, regolamenti, prestazioni Red Bull, prestazioni di altre squadre, contratti di piloti vari ed eventuali, addirittura di stati d’animo di TP avversari. Una logorrea così accentuata da far venire il dubbio se dietro non ci sia un problema di salute reale, ma più probabilmente è sempre e solo la solita tattica destabilizzante del cazzaro di professione, aspetto che nella F1 attuale può fare cucrriculum più di una laurea in ingegneria.

immagine in evidenza da gpblog.com

Come si sa i rumors in F1 sono sempre tanti e se di mezzo c’è una Ferrari con le pezze al culo (se parliamo di prestazioni in pista eh…) allora è come abbandonare una carcassa alla mercè di iene e sciacalli. Si parla di un Leclerc ormai quasi mercedesidizzato, un Hamilton ferrarizzato e del solito kasino che accompagna la quotidianeità della GES, con dichiarazioni a caso della famiglia Elkann, di Vigna, Vasseur e paggetti vari ed eventuali. Già solo pensare a questa cacofonia rende l’idea di come sia una fatica di Sisifo tirare le fila di un’organizzazione come la Scuderia Ferrari.

In tutto ciò un Mekies che sembra ormai accasato alla Alpha Tauri sembra davvero il male minore, anche se ovviamente è l’ennesima conferma dell’ambientino proattivo e lavorativamente ed umanamente sostenibile che si è instaurato dalle parti di Maranello.

Per il resto , si riparte dalle solite certezze, con Red Bull che fa il suo campionato “on his own”, una Mercedes che riporta Allison al timone della baracca e con dichiarazioni di novità sulla monoposto e rivoluzioni nel suo organigramma, una Aston Martin che come nella famigerata storiella dovrà capire se a Baku sarà più leone o gazzella nei confronti della Red Bull.

Per gli altri sarà la solita lotteria, ancora più accentuata se pensiamo al fatto di essere a Baku e al nuovo format di gara. I muretti divideranno il grano dal loglio e in generale la gara azera darà ben poche indicazioni sul trend futuro di prestazioni di gran parte dei team.

Pensando a questo bene ha fatto la Ferrari a prevedere il suo corposo programma di sviluppo per la tappa imolese del calendario, pista ben più probante e utile, anche in questo caso, a separare il grano dal loglio degli aggiornamenti previsti. Considerando i trascorsi in questo campo, meglio non illudersi anche se, considerando l’attuale competitività della SF-23, non ci vuole molto a renderla anche solo di poco più veloce.

Buon Gp di Baku a tutti, cari VECCHI TIFOSI di F1 e siate felici e positivi che, come avete avuto modo di leggere, Domenicali ha la massima attenzione nei vostri confronti. Lo potete ben capire dai prezzi dei biglietti per gli appuntamenti di Imola e Monza. Siamo come una famiglia come quella che poteva esserlo per il fantozziano Barambani: “cari i miei inferiori!”

*immagine in evidenza da f1destinations.com

Rocco Alessandro

VERSTAPPEN DOMINA LA FARSA DI MELBOURNE. FERRARI NEL BARATRO.

Due settimane di pausa fra un GP e l’altro consentono ai giornalai e agli youtuber “esperti” di F1 di raccontarne di tutti i colori, sfruttando le voci che abilmente vengono fatte filtare da varie parti.
E così abbiamo sentito parlare di Ferrari rivoluzionata per Imola, prove libere abolite e gare con F1 e MotoGP assieme.

La pista, invece, racconta sempre le stesse cose, con Verstappen a dominare le qualifiche davanti alle due Mercedes, e le Ferrari sempre in difficoltà. Come Perez, che insabbia la sua Red Bull al primo giro buono (ovviamente a causa di un problema meccanico) e partirà in ultima posizione.

Si spengono i semafori e Verstappen viene bruciato dalle due Mercedes, con Russell già davanti alla pima curva, e Hamilton che lo passa di forza alla terza. Dove finisce la gara di Leclerc, che tenta un sorpasso impossibile all’esterno di Stroll e finisce nella ghiaia.

Esce così la Safety Car, che fa perdere a Russell il cospicuo vantaggio che in un solo giro era riuscito ad accumulare.

Dopo 4 giri la gara riparte e i primi tre si ricompattano subito, con Russell braccato da Hamilton e Verstappen che bracca a sua volta il sette volte campione del mondo.

Ma non c’è tempo per vedere un duello, perchè al giro 7 Albon, che viaggiava in un’ottima sesta posizione, sbatte e provoca un’altra safety car. Russell e Sainz vengono fatti fermare, ma subito dopo la gara viene sospesa, e la loro domenica sembra irrimediabilmente rovinata.

Si riparte dopo venti minuti con start da fermo e ancora una volta la Mercedes parte meglio della Red Bull, e Verstappen si accoda ad Hamilton, con Alonso che, dopo una prima partenza molto tranquilla, viaggia silenzioso in terza posizione.

Non appena viene abilitato il DRS, Max svernicia Lewis, che non oppone resistenza, e gli bastano poche curve per scomparire dalla sua vista.

Al giro 19 la situazione diventa difficile per la Mercedes. Mentre Alonso si fa minaccioso con Hamilton, il motore di Russell, che era risalito fino al quarto posto, esala l’ultimo respiro. Viene attivata per qualche giro la Virtual Safety Car, 

Quando la gara riparte, Hamilton riesce a mettere qualche secondo di distanza fra sè e l’antico rivale spagnolo, mentre Verstappen ha già scavato una voragine fra sè e l’immediato inseguitore.

Al giro 25, con un sorpasso “uao, mai visto cuesto”, Carlos Sainz supera Gasly e si porta in quarta posizione, non molto lontano dai primi tre. Stranamente, la SF23 con le gomme dure sembra funzionare bene, ma è anche possibile che i primi stiano gestendo le gomme, dovendo fare ancora 30 giri con le coperture dure che hanno montato durante la sospensione della gara.

Tutto resta tranquillo per una ventina di giri, fino a quando, alla 48a tornata, Verstappen non regala un brivido andando sull’erba alla penultima curva, perdendo di colpo 4 secondi. Ma è solo una distrazione, perchè al giro successivo segna il giro più veloce. Dietro di lui, Alonso non riesce a raggiungere Hamilton, 

A 4 giri dalla fine, Magnussen urta il muro e perde una gomma. Esce così nuovamente la Safety Car, subito seguita da una provvidenziale (per lo spettacolo) bandiera rossa.

Si riparte da fermi con due giri di gara da fare, e tutti montano la gomma più morbida. E, come prevedibile, assistiamo ad una pagliacciata, che comincia con Sainz che tocca Alonso mandandolo in testacoda, e Gasly che taglia la prima curva e rientra in pista mandando contro il muro il compagno di squadra Ocon, concludendo con un disastro l’ottima, fino a quel momento, gara delle Alpine. Dietro si scatena il caos, e la direzione gara espone immediatamente la bandiera rossa.

Il tutto avviene con un solo giro da percorrere, e si attende con ansia la decisione che i clown della FIA prenderanno. Quella più ovvia sarebbe, ovviamente, terminare la gara e usare la classifica della ripartenza. E, invece, in nome dello spettacolo si decide che ci deve essere la parata finale, percorrendo l’ultimo giro dietro la Safety Car e utilizzando la classifica del secondo settore dell’ultimo giro percorso, ma con l’infuriato Alonso riportato nella sua meritata terza posizione. Dove stia scritto questo sul regolamento non è dato a sapere. Fatto sta che, da un punto di vista sportivo e regolamentare si tratta di una vera e propria pagliacciata, cosa che in realtà non stupisce proprio perchè, come detto, il circo è governato dai pagliacci.

Sainz si becca una penalizzazione di 5 secondi che lo fa imbufalire, anche se obbiettivamente è meritata. 

L’ennesima farsa che, a noi “vecchi appassionati” ha riservato la Formula 1 da quando è stata rilevata dagli americani (ma, lo ricordiamo, è guidata da un italiano), si conclude così con uno dei più bei podi della storia. Verstappen vincitore davanti ad Hamilton e Alonso (al terzo podio consecutivo), con gli ultimi due che ritornano lì assieme dopo 16 anni ancora con un motore Mercedes dietro la schiena.

Sainz, con la penalità, sprofonda in dodicesima posizione, e il quarto posto viene ereditato da Stroll. Seguono Perez, Norris, Hulkenberg, Piastri, che prende i primi punti proprio nella gara di casa, come accaduto a Webber oltre 20 anni fa. Chiudono la zona punti Zhou e Tsunoda.

Ora ci sono ben 4 settimane di pausa che serviranno ad alcuni team per recuperare un po’ della competitività mancante. Ma, c’è da scommetterci, questo non sarà sufficiente a raggiungere la Red Bull.

P.S. per la Ferrari il peggior inizio del mondiale dal 2014. E, oggi, ci si sono pure messi i piloti a commettere errori imperdonabili. Ma si può ancora fare di peggio.

P.S. 2. Il caro Stefano Domenicali da CEO della Formula 1 sta mettendo in mostra un’intraprendenza che non gli avevamo visto quando guidava la Ferrari. E così da Baku vedremo due qualifiche e una sola sessione di prove libere. Prossimo passaggio: abolire anche questa e farla diventare un’altra qualifica, troveranno sicuramente qualche ordine ulteriore da stabilire.

P.S. 3. E invece di pensare a cambiare il format, dovrebbero chiedersi come mai oggi abbiamo visto dal secondo in giù le macchine viaggiare a 1-2 sec. di distanza, come avveniva prima dell’avvento dell’effetto suolo. L’imposizione dell’altezza minima da terra ha portato le squadre ad utilizzare orpelli vari per recuperare il carico perduto, ristabilendo, di fatto, la situazione che si aveva fino al 2021. Complimenti.

F1 2023 – GRAN PREMIO D’AUSTRALIA

Come cambiano le cose da un anno all’altro. Nel 2022 ci si approssimava al Gp australe con una Ferrari sugli scudi, reduce da un gp saudita perso per un’inezia ma con la consapevolezza che, forse, i tempi bui erano passati e ora era tempo di riscuotere a quel tavolo che tante volte ha visto uscire il nero e non il rosso.

Speranze, aspettative confermate di un gp trionfale, dominato dalle prove libere al giro finale, con la ciliegina sulla torta di un Verstappen appiedato dalla sua RB18. Bene, un anno fa la Ferrari toccava il punto più alto della sua parabola sportiva almeno dall’anno 2012 (per tacere del 2007-2008): macchina veloce e affidabile, Leclerc in testa al mondiale e classifica costruttori dominata.

Un anno dopo torniamo a camminare sui cocci di una squadra che perde letteralmente pezzi, in pista e ai box, una carrozza trasformata in zucca e con i topi che abbandonano la nave. Il Gp d’Australia 2023 si prospetta ben diverso rispetto a quello di un anno fa ma con la stessa litanie di domande, incazzature e speranzielle che accompagnano la rossa da lustri a questa parte.

immagine da sportal.it

La rossa arriva con una monoposto e una squadra ai minimi termini come morale e competitività. Si annunciano, come da prassi del resto, grandi aggiornamenti, un nuovo fondo che permetta di abbassare l’altezza da terra e ridurre di colpo molti dei problemi della rossa 2023, addirittura nuove forme nel telaio evoluzione della F1-75 che tanto si era distinta per coraggio e efficacia nel 2022.

Insomma, la Scuderia prova a reagire e a fare ordine nel caos che la accompagna da sempre. Alla fine sembra che dove non potè la TD039 (tra l’altro apprendiamo che è stata “sospesa” per il momento perchè “non serve più”…) ci hanno pensato i controlli al fondo piatto, il vero segreto della velocità della monoposto 2022, un fondo flessibile, sembra oltre il consentito, che riusciva a garantire carico in curva e sul dritto.

Alla fin fine, il tutto sembra risolversi in un banale “trick” non consentito dalla FIA. Ennesima conferma che anche provando a fare come Red Bull e Mercedes (quella pre 2022…), ovvero esplorando le famigerate aree grigie del regolamento, si viene scornati e si ritorna a casa con la coda fra le gambe.

Vedremo cosa proporrà la rossa a Melbourne ma non aspettiamoci chissà quali miracoli. Piuttosto c’è da interrogarsi come saremo messi a livello di budget cap da metà stagione in poi, presumendo i grossi sforzi che la Ges sta compiendo per raddrizzare una situazione al limte del ridicolo.

Lo stesso vale per Mercedes che pare rivoluzionerà anch’essa la monoposto considerata la pochezza di quella attuale. Risorse spese per recuperare, mica per vincere, e alla fine ecco che anche la sanzione comminata a Red Bull per l’affaire budget cap 2022 diventa molto più facile da gestire. Se i tuoi avversari sprecano soldi solo per cercare di salvare il salvabile, tu che sei in testa al mondiale non hai di che preoccuparti.

immagine da racingnews365.com

Unica preoccupazione forse viene da una monoposto che è una lama ma soffre di qualche piccolo problema di affidabilità ma, francamente, sembra davvero una questione di poco conto considerando l’enorme vantaggio competitivo che la RB19 si trova ad avere sulla concorrenza, e questo a causa principalmente della dabbenaggine di quest’ultimi.

Chi continua a fare un figurone cercherà di ripertersi a Melbourne. Al momento Alonso&co non hanno una speranza che sia una di vincere una gara in condizioni “normali” ma metti che il cambio di Perez o Verstappen si rompe in gara e non in prova e allora la prima storica vittoria per la Aston Martin diventa una cosa fattibile, quasi auspicabile.

Dietro queste quattro sarà la solita rincorsa ai punti, ad una bella qualifica, a fare meno danni possibili. Tra queste sembrano farsi preferire la Alpine, Williams e Alfa Romeo ma fare una previsione diventa un esercizio di stile più difficile che cercare di immaginare la prossima cazzata tecnica o gestionale che uscirà da Maranello…

Molto dipenderà dai piloti e allora un gettone vale spenderlo per Bottas, ormai australiano di adozione che si trova molto bene nel cittadino di Melbourne quando riesce e a non stamparsi a muro in prova. Gasly ha una motivazione extra che gli viene dal suo team mate, probabilmente uno dei più antipatici mai apparsi ai box. Ad uno così sei costretto a stargli davanti anche solo per avere ancora rispetto di te stesso. Ultimo gettone per Albon, uno che in teoria valeva poco ma si sta ritagliando il suo spazio, piccolo e senza clamore ma molto meglio di tanti altri.

immagine da granprix247.com

Per gli altri sarà un gp in cui raccattare quell che si può e soprattutto quello che verrà lasciato da altri. Senza dimenticare che per chi deve recuperare, in primis Ferrari, Melbourne potrebbe diventare una sessione di test ao vivo prima di un’assurda pausa di 4 settimane grazie agli ineffabili cinesi che hanno cancellato l’ennesimo Gp causa covid…

Pirelli porterà le mescole centrali della sua gamma: C2, C3 e C4. E’ stato rifatto l’asfalto che dovrebbe avere più grip ma andrà adeguatamente condizionato essendo vergine e quindi con tempi ed evoluzione del conportamento delle monoposto da ridefinire dopo ogni sessione.

A questo proposito, l’ultima boutade che viene addirittura da Domenicali è quella di abolire le prove libere perchè di nessun interesse per il pubblico. E noi ancora ce la prendiamo a male pere seguire questa roba quì…

*immagine in evidenza da austadiums.com

Rocco Alessandro

PEREZ VINCE, VERSTAPPEN RIMONTA. LA RED BULL DOMINA ANCORA IN ARABIA SAUDITA

Che per la Ferrari il mondiale 2023 non fosse iniziato bene si era già capito. Ma che potesse proseguire di male in peggio non era, forse, tanto prevedibile. Forse. Prima le dimissioni di Sanchez, poi le voci di un Vasseur “depotenziato” e di un passaggio di Leclerc in Mercedes, prontamente smentite, manco a dirlo, dalla televisione ufficiale della squadra di Maranello.

Le voci sono voci, i fatti sono i fatti. E questi ultimi dicono che le 2 centraline disponibili per Leclerc per il 2023 sono già andate in fumo, e che su entrambe le auto hanno dovuto “per misura precauzionale” montare power unit nuove. Ma, ancora peggio, che la SF-23 si becca 6-7 decimi da Verstappen. E, quando quest’ultimo ha “problemi, problemi, problemi”, se ne becca 2 da Perez, nonostante un giro mostruoso di Leclerc. E sta dietro pure ad Alonso.

C’è poco da stare allegri, dunque. Con Leclerc dodicesimo e Verstappen quindicesimo, si spengono i semafori e Nando parte a fionda presentandosi primo alla prima curva, ma si becca immediatamente una penalità per avere posizionato la sua Aston Martin troppo a sinistra.

Al giro 4 Perez si porta in testa senza troppa difficoltà, mentre dietro Stroll si porta in quarta posizione superando Sainz, Leclerc è salito in nona posizione e Verstappen in undicesima. 

Sorprendentemente, Perez non riesce a staccare Alonso, il quale sembra farsi rimorchiare approfittando del DRS. E la strategia funziona, perchè Russell, terzo, è già oltre i 5 secondi.

Chi se la passa malissimo è Hamilton, cui sono state montate le gomme più dure che sembrano non funzionare. L’inglese si lamenta via radio, ed è costretto a farsi sverniciare prima da Leclerc e poi da Verstappen.

Al giro 14 viene Sainz, bloccato dietro a Stroll, viene richiamato ai box per finta. L’Aston Martin ci casca e ferma il canadese, lasciando via libera allo spagnolo che prosegue per altri due giri e riesce a guadagnare la posizione.

Nel frattempo, Perez ha messo 5 secondi fra sè e Alonso, il quale si lamenta del degrado delle gomme. Il suo vantaggio su Russell è di 7 secondi.

Al giro 17 a Stroll viene detto di fermare la macchina in pista. La sua Aston Martin è posizionata in corrispondenza di un varco, ma la direzione gara decide di usare una Safety Car anzichè una Virtual. Questo consente al suo compagno di squadra di effettuare il cambio gomme in tutta tranquillità scontando la penalità e rimanendo in seconda posizione davanti a Russell. Anche Hamilton ne approfitta, e riesce a fare il cambio gomme riguadagnando la posizione su Leclerc.

Va ancora meglio a Verstappen, che ora si trova in quarta posizione a ridosso dei primi,. 

Si riparte al giro 20 con Perez che se ne va comodamente, e Russell che impensierisce per qualche curva Alonso, e poi deve preoccuparsi di Verstappen. Hamilton, l’unico con gomma a mescola media, passa Sainz.

Tempo due giri, e Verstappen fa fuori con facilità prima Russell e poi Alonso, e si porta all’inseguimento del compagno di squadra.

Inizia una battaglia a suon di giri veloci, con il distacco fra i due che si stabilizza attorno ai 5 secondi, fino a quando, al giro 39, Verstappen comunica di sentire uno strano rumore al posteriore, che gli ricorda il problema al semiasse avuto durante le qualifiche. Perez, invece, si lamenta del pedale del freno diventato lungo. Fatto sta che i due hanno quasi 15 secondi di vantaggio sul terzo..

A Max viene detto di lasciar perdere l’inseguimento al compagno e di girare un secondo più lento, cosa che non fa. A Perez viene ugualmente detto di rallentare, e il messicano ovviamente non ci sta. Così, entrambi continuano a tirare come matti.

Il box Red Bull implora Max di rallentare, e quando mancano 4 giri alla fine, e un distacco ormai incolmabile, l’olandese ha l’ardire di chiedere di potere fare il giro più veloce, in quel momento in mano a Perez. Ma decide saggiamente di lasciare perdere. Anzi no, perchè lo sigla proprio all’ultimo giro.

Finisce così con un’altra doppietta Red Bull e una meritatissima vittoria di Perez, davanti a Verstappen, ad Alonso, nuovamente sul podio, e alle due Mercedes di Russell e Hamilton. La macchina più veloce della storia della Ferrari si conferma quarta forza con Sainz sesto e Leclerc settimo. Chiudono la zona punti le due Alpine di Ocon e Gasly, e Magnussen.

Si diceva che il Bahrain fosse una pista anomala, e che il vero valore delle auto lo avremmo visto a Jeddah. E, infatti, nulla è cambiato. La Red Bull vista oggi rischia veramente di vincere tutte le gare. Appuntamento fra due settimane a Melbourne.

P.S. se hanno abbandonato lo sviluppo della F1-75 a metà stagione per sfornare la SF-23, forse hanno bisogno di uno veramente bravo, per tornare a vincere, altro che Vasseur.

P.S. 2 Alonso ha conquistato il podio numero 100. Colui che 10 anni fa veniva definito come il male della Ferrari, oggi, a quasi 42 anni, ha la soddisfazione di stare comodamente davanti alla sua ex-squadra. Chi l’avrebbe mai detto…