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VERSTAPPEN VINCE A MONZA. LA SAFETY CAR TORNA PROTAGONISTA.

La matematica non è un’opinione. E la matematica dice che la stagione 2022 per la Ferrari, è stata, fino ad ora, come la 2019. Anno che poteva passare alla storia come un mezzo fallimento, dopo un 2018 nel quale Vettel, ad un certo punto, era il favorito per il titolo.

Ma del 2019 abbiamo un ricordo dolce, grazie al trionfo di Leclerc a Monza. E c’è da pensare che la dirigenza Ferrari contasse, alla vigilia, di ripetere quell’exploit, in un momento della stagione nel quale la F1-75 pare avere perso la straordinaria competitività di inizio stagione, e la squadra avere perso la bussola, con continui pasticci strategici.

La storia insegna che l’aria monzese fa bene alle macchine rosse, e infatti la F1-75 si presenza all’autodromo brianzolo in piena forma, con Leclerc capace di centrare una straordinaria quanto inaspettata pole, davanti a Verstappen che, nel caos delle penalità per cambio di componenti varie ed assortite, si ritrova retrocesso in settima posizione. Pure Sainz, terzo sul campo, si ritrova spedito in fondo alla griglia per cambio completo della Power Unit. 

La Ferrari ha scelto un assetto scarico, al contrario della Red Bull, e con una Mercedes che in rettilineo non va neanche a spingerla, per Charles si spalanca l’opportunità  di mettere un bel po’ di secondi fra sè e il rivale olandese, prima che quest’ultimo riesca a farsi largo e a recuperare, forte di una macchina con un passo gara superiore.

Si spengono i semafori e Leclerc scappa via, solo minimamente impensierito da Russell. Norris rimane quasi fermo, mentre Verstappen guadagna ben 3 posizioni portandosi in quarta posizione, che diventa la terza al termine del primo giro e la seconda al termine del quarto giro.

E così, dopo soli 5 giri di gara, Verstappen si trova a soli due secondi da Leclerc, mentre dal quarto, Ricciardo, in poi, il distacco è già di 8 secondi.

Al giro 9 si ferma Perez, partito anch’egli dal fondo e in difficoltà nel rimontare. Gli viene montata gomma dura, ma il freno anteriore sinistro fuma vistosamente, e delle fiamme escono dalla parte interna del cestello. Per fortuna del messicano, il problema si risolve in pochi giri.

Nel frattempo, Sainz ha rimontato furiosamente dalla diciottesima posizione e al giro 12 è già in quinta posizione. Proprio in quella tornata, Vettel si ferma con il motore rotto, e viene attivata la Virtual Safety Car. La Ferrari fa fermare Leclerc, mentre Verstappen continua. La VSC viene disattivata proprio mentre Charles sta ripartendo, e all’uscita riesce per un niente a rimanere davanti a Ricciardo, che poco dopo viene superato da Sainz, che si porta così in quarta posizione.

La fermata ha fatto teoricamente guadagnare 7 secondi a Leclerc, ma il monegasco dovrà fare molti giri con il set di gomme che ha montato. Con le gomme nuove, il ferrarista recupera qualcosa, ma il ritmo di Verstappen continua ad essere ottimo e costante, pur con gomme soft che hanno già percorso ben 18 giri.

L’olandese si ferma esattamente a metà gara per quella che sarà la sua unica sosta, montando gomme a mescola media. Il suo svantaggio dopo la fermata è di 10 secondi, ma il rivale ferrarista ha gomme che hanno già percorso più di 10 giri. E, infatti, Max inizia a guadagnare 1 secondo al giro.

Al giro 31 si ferma Sainz per montare gomma soft. Lo spagnolo, che al momento della sosta era terzo, si ritrova ottavo alle spalle di Perez e Alonso, che la loro sosta l’hanno già fatta.

Al giro 34 la Ferrari fa fermare un’altra volta Leclerc, per montare la gomma soft. Charles ha a disposizione 18 giri per recuperare 19 secondi, impresa praticamente impossibile. Anche perchè il cronometro dice che il vantaggio di Verstappen inizialmente aumenta, anzichè diminuire.

A 5 giri dalla fine, Ricciardo si ferma in mezzo alla pista, e viene attivata la Safety Car. Verstappen e Leclerc non riescono a fermarsi subito, cosa che invece fanno Russell e Sainz. I primi due si fermano al giro successivo. Ma Max ha una gomma nuova, mentre Charles no.

I giri passano, e la Safety Car non compatta il gruppo, ma, soprattutto, la macchina di Ricciardo non viene spostata. In questo modo la gara non riesce a riprendere, e finisce con Verstappen che coglie la sua undicesima vittoria stagionale, davanti a Leclerc, Russell, Sainz, autore di un’ottima rimonta, Hamilton, Perez, Norris, Gasly, il debuttante De Vries e Zhou.

Ora il calendario prevede una pausa di ben tre settimane, per riprendere in quel di Singapore, dove si ritornerà dopo 3 anni. Chissà che una delle solite gare pazze non consenta di interrompere il dominio dell’accoppiata Verstappen-Red Bull, che sta rendendo questo campionato molto simile a quelli del dominio Mercedes con l’accoppiata Hamilton-Bottas.

P.S. 1 quando in ballo c’era un mondiale per Max, si sono sbrigati a sgombrare la pista e a fare sdoppiare quelli che serviva far sdoppiare. Oggi, invece, se la sono presa comoda. Bastava, come anche ad Abu Dhabi, una bandiera rossa. Venne fatto, qualche anno fa, a Baku, quando mancavano solo 2 giri. I fischi del pubblico sono stati meritati, e la gestione sportiva del carrozzone ha rimediato l’ennesima figura barbina. Cambiano le persone, ma non i metodi.

P.S. 2 complimenti all’organizzazione, che ha chiamato nientepopodimeno che Andrea Bocelli a cantare l’inno italiano, ma poi si è scordata di far alzare il volume del microfono. 

VERSTAPPEN 10 E LODE A ZANDVOORT. FERRARI RIMANDATA AL 2023.

Ad una sola settimana dal dominio di Spa, con annessa debacle degli avversari, Verstappen invita tutto il circus alla festa organizzata in casa sua, con la partecipazione di centinaia di migliaia di fan vestiti d’arancione, e gli altri piloti a far da comparsa. Una sorta di festa anticipata per il titolo 2022.

Dopo un venerdì in sordina, con tanto di Ferrari dominanti, Max si rifà in qualifica, centrando per pochi millesimi una straordinaria pole, davanti alle due rosse, improvvisamente in difficoltà in Q1 e Q2, con le due Mercedes ben in lotta ma fregate da un testacoda dell’opaco Perez nell’ultimo giro lanciato.

Per la gioia degli avversari, il padrone di casa si è pure tenuto un treno di gomme morbide nuove da usare in gara. 

Si spengono i semafori e i primi vanno via nell’ordine senza grandi emozioni, a parte una chiusura di Sainz su Hamilton in curva 1, con conseguente leggero contatto che non lascia strascichi.

Verstappen non riesce a scrollarsi di dosso Leclerc, mentre Sainz non riesce a tenere il passo, ed Hamilton, unico dei primi partito con gomma a mescola media, inizia ad insidiarlo, ma senza diventare mai realmente minaccioso. Perez li segue ad un secondo e mezzo, mentre Russell, autore di una partenza non brillante, tallona il messicano con uguale distacco.

Dopo 10 giri le gomme soft iniziano a dare problemi. e con essi cominciano anche le fermate ai box. Tutti montano gomme a mescola media, tranne Alonso che, al giro 12, monta la gomma a mescola più dura.

Al giro 15 entrano ai box Sainz e Perez. La Ferrari commette la topica giornaliera, dimenticandosi la gomma posteriore sinistra di Sainz, il quale perde così una marea di tempo. Nel frattempo, Leclerc perde un secondo al giro e viene fatto rientrare ai box. Stavolta le gomme ci sono tutte, e il pit-stop è regolare. 

Al giro 18 è il turno di Verstappen, il quale rientra comodamente davanti al monegasco della Ferrari. Il distacco a questo punto è di 5 secondi. Sainz è precipitato in sesta posizione, a 18 secondi dal compagno. In testa alla gara, in questo momento, ci sono le due Mercedes, che non hanno ancora effettuato la sosta.

Al giro 28 Verstappen raggiunge Russell e lo passa come se fosse fermo. La differenza di velocità a DRS aperto della Red Bull rispetto a tutti gli altri è veramente impressionante. Ad Hamilton viene invece chiesto di allungare di 3 giri il proprio stint, per cercare di effettuare una sola sosta. E, infatti, quando Lewis effettua la sua sosta, gli viene montata la gomma a mescola più dura. Stessa strategia per Russell, che si ferma 2 giri dopo.

Con le gomme dure, le due Mercedes volano, e Hamilton raggiunge Perez, ma impiega due giri per passarlo. Ma a sorpasso completato, Lewis si trova davanti Vettel appena uscito dal box, e il messicano tenta di ripassarlo, senza però riuscirci. E dopo due giri viene passato anche da Russell.

Hamilton è furibondo con Perez, che gli ha fatto perdere, apposta, molti secondi, e, ovviamente, anche con Vettel. Il box lo avvisa che sta correndo per la vittoria, e i tempi che sta facendo sembrano confermare questa possibilità.

A Verstappen viene chiesto che mescola vorrebbe per l’ultima parte di gara. La risposta è che la media non è spettacolare. Così, per togliersi qualsiasi dubbio, la Red Bull monta allo scudiero Perez la gomma più dura, per sondarne il funzionamento.

A 30 giri dalla fine, Leclerc ha soli 7 secondi di vantaggio su Hamilton, che sta rimontando velocemente. La Ferrari ferma Sainz per montare gomma dura. La stessa cosa fa Charles due giri dopo, e rientra ovviamente dietro le due Mercedes, in quarta posizione virtuale.

Nel frattempo si consuma il dramma di Tsunoda. Prima si ferma in mezzo alla pista dicendo che le gomme non sono montate correttamente. Poi gli viene detto dal box che non è vero, riparte, si ferma ai box, dove gli riallacciano le cinture, torna in pista e subito dopo si lamenta nuovamente di avere un problema. A quel punto gli viene detto di fermare la macchina, e ovviamente lo fa in un punto dove il recupero non è possibile senza Virtual Safety Car.

VSC che esce puntualmente, e questo offre a Verstappen (strano, no?) la possibilità di fare un pit-stop quasi gratis. Stranamente, anche le due Mercedes si fermano, e in questo modo consolidano il secondo il terzo posto ai danni della Ferrari, ma perdono la prima posizione.

Quando mancano 20 giri alla fine, Hamilton si trova a 12 secondi da Verstappen. Russell lo segue a 3 secondi, con Leclerc dietro a 4. La Ferrari però con le gomme dure non va, e Charles perde rapidamente terreno, mentre Sainz naviga in settima posizione.

Al giro 56 Bottas si pianta alla fine del rettilineo. La direzione gara aspetta un giro e fa uscire la Safety Car. La Red Bull fa entrare Verstappen per montare gomma soft, e l’olandese esce dietro alle due Mercedes, che non si sono fermate.  Al giro successivo, le macchine vengono fatte passare in pit-lane, e Russell ne approfitta per fare il pit-stop e montare a sua volta la gomma soft.

Si riparte al giro 60, e non c’è il tempo di godersi un duello rusticano perchè Verstappen passa Hamilton immediatamente e se ne va. Sainz supera Perez e si riporta in quinta posizione, ma su di lui pende la spada di damocle di ben due penalità, una per sorpasso con bandiera gialla su Ocon  in occasione della fermata di Bottas e l’altra per unsafe release in occasione del pit-stop conseguente.

Russell con gomma soft supera Lewis, il quale è furibondo con il suo team per la strategia che gli hanno riservato. E non è finita, perchè anche Leclerc lo passa al giro 66.

A due giri dalla fine, Perez attacca Sainz, cui la penalità di 5 secondi è confermata, ma lo spagnolo lo spinge fuori. Questo consente ad Alonso di avvicinarsi al messicano. 

Ma non succede più niente, e la gara finisce con Verstappen che coglie la decima vittoria stagionale, e la trentesima in carriera, davanti a Russell, Leclerc, Hamilton, Perez, Alonso, Norris, Sainz, Ocon e Stroll.

Tutto come da copione, quindi, compreso il fatto che la Mercedes tornasse una seria contendente per la vittoria. Questo è ciò che volevano sia loro che la FIA, quindi tutti contenti. Tranne la Ferrari, che arriva a Monza come terza forza, per la gioia dei tanti tifosi che si presenteranno all’autodromo e che, forse, quando avevano comprato il biglietto erano convinti di assistere ad un trionfo Ferrari. Non sarà così, probabilmente.

P.S. L’errore al pit-stop di Sainz è dovuto al fatto che lo spagnolo è stato chiamato all’ultimo ma i meccanici non erano pronti (parole di Binotto). Ne consegue che ancora una volta la strategia è stata fatta in modo sbagliato, in questo caso non dando le opportune comunicazioni ai meccanici i quali, evidentemente, non hanno nessuna colpa. Il totale dei punti persi per una malsana gestione delle strategie si è fatto preoccupante, e sarà interessante vedere per quanto tempo ancora si continuerà a dire che “le strategie non sono il problema”.

P.S. 2 Se nemmeno in un circuito come Zandvoort la Ferrari riesce a tenere il passo della Red Bull, e si trova a combattere con la Mercedes, si può affermare senza tema di essere smentiti che la famigerata direttiva TD 039 abbia tarpato le ali alla rossa. A questo aggiungiamo che, probabilmente, con gli sviluppi non ci hanno azzeccato, come è costantemente accaduto negli ultimi 15 anni, ed ecco che si capisce come mai Binotto stia invocando sempre più frequentemente un controllo sul budget cap. Invocazione che, come sempre, rimarrà inascoltata, e il 2022 si concluderà come il 2013, 2017 e 2018, con la Ferrari a lottare per le posizioni dalla seconda in giù, e tanti tanti rimpianti. Auguri per il 2023.

F1 2022 – GRAN PREMIO D’OLANDA

Seconda gara del trittico post vacanziero e si va in casa del campione del mondo, nell’olandese Zandvoort.

Ad aspettare il circus ci sarà la consueta, ormai da qualche anno, marea di tifosi orange che si contraddistingue per rumore e tasso alcolico ben superiore alla media, con tutto quello che comporta, soprattutto nel male.

D’altronde se uno dei main sponsor del mondiale è una famigerata marca di birra olandese siamo pienamente in tema.

Considerando gli esiti del GP del Belgio, più che un Gp sembra una passerella d’onore quella che si prospetta per l’idolo degli olandesi che ha ridicolizzato la compagnia tra i boschi delle Ardenne.

Perfettamente assecondato da una RBR18 ipertrofica in quanto a prestazioni ha, almeno psicologicamente, messo in saccoccia il secondo mondiale di fila, ampiamente meritato.

La famigerata TD39 sembra aver dato una mano agli angloaustriaci anche se chi l’ha presa nei denti (vedi Ferrari/Mercedes), giura che la differenza vista in Belgio non dipende dalla supercazzola made in Stoccarda, ma dal fatto che per sua natura il tracciato belga obblighi le squadre a stare un pò più alte di default, date le forti oscillazioni verticali che richiede l’eau rouge.

immagine da motori.it

Sarà ma quello visto a Spa è l’inizio della fine del mondiale, che sembrava avviato ad una lotta serrata, pensiero che è presto scomparso, scusate il francesismo, come una scorreggia nel vento.

Quindi per Red Bull zero problemi in vista per Zandvoort, cosa che non si può dire per Ferrari e Mercedes. Già deprime in fatto ormai di accostare i due team quando a inizio stagione il binomio era formato da RBR-Ferrari ma tant’è.

La conformazione del tracciato olandese, con alcune curve con banking compreso tra 4° e 18° circa di pendenza, obbligherà i team ad alzare il fondo delle vetture ed ecco che uno scenario tipo Spa è quasi logico.

Al di là delle dichiarazioni più o meno sincere di Binotto e del cronico disagio delle SF75 con temperature basse, sembra che la Ferrari sia quella che più ha subito o rischia potenzialmente di subire gli effetti della direttiva 39. Le prestazioni della rossa in Belgio sono state piuttosto imbarazzanti soprattutto in gara, addirittura incalzati dalla Mercedes di Russell.

Zandvoort darà qualche risposta in più ma le previsioni non sono buone, come non lo sono per Mercedes che sembra abbiano avuto gli stessi problemi di Ferrari in termini di perdita di carico dovuto ad altezze dal suolo superiori ai livelli ottimali.

immagine da circusf1.com

Si potrebbe pensare ad un bel boomerang la TD39 per Wolff&co ma se alla fine il risultato è quello di avere una Ferrari più debole, tutto sommato va anche bene così per loro.

Per gli altri team la farò breve anche perchè Zandvoort, con tutta probabilità e al netto delle temperature che ci saranno nel weekend di gara, confermerà i pregi e i difetti visti in Belgio.

Buone prospettive per Alpine che ha sempre Alonso a elevarla al di sopra delle sue possibilità, punto interrogativo sulla Aston Martin e McLaren di cui non si può mai prevedere il livello di competitività, anche se il Vettel post annuncio ritiro è probabilmente il migliore degli ultimi 4/5 anni.

immagine da formula1.it

Le “Al(ph)fa” saranno anche loro un bel mistero e mi viene da pensare che in Olanda conterà più il manico del pilota che la competitività della monoposto per arpionare qualche punto.

A proposito di piloti in forma, Albon ha dimostrato in Belgio di starci bene nel gruppo di quelli, se non bravi, almeno degni di restare in F1, cosa che ultimamente non si può dire di MIck Schumacher che il buon Steiner vorrebbe sostituire con Ricciardo.

Proprio a causa delle forti sollecitazioni di carico verticale sulle gomme, Pirelli porterà le mescole più dure a disposizione e nonostante questo ci si aspetta una gara su due soste poichè i team cercheranno di non utilizzare la mescola C1, troppo più lenta rispetto alle altre due.

Come detto Zandvoort dirà sicuramente di più sulle possibilità per Ferrari di puntare almeno alle vittorie di tappa, possibilità qusi scontata prima della sosta estiva. La sensazione è che tra errori e mancanza di competitività nella Scuderia si sia un pò persa quella fiducia che la portava a lottare con RBR ad ogni GP.

Forse per la prima volta anche gli aggiornamenti portati in Belgio non hanno funzionato a dovere ma è l’ennesima conferma di come l’atttenzione verso le rosse sia sempre spasmodica, con critiche sempre feroci nel caso le cose vadano male, soprattutto da giornalisti inglesi ed ex-piloti (sempre inglesi) che ogni tanto farebbero meglio a guardare i casini che combinano altri team.

Quello che ormai sembra fuori di dubbio è che Verstappen e Red Bull si avviano con una certa tranquillità a vincere entrambi i mondiali di questo 2022, il che certificherebbe l’apertura di un nuovo ciclo vincente dopo quello Mercedes, difficilmente scalfibile anche dal cambio di regolamento tecnico per le PU del 2026.

Insomma la ruota gira ma chi resta sempre ferma al palo o comunque a poche, centellinate vittorie resta la Ferrari. Certificato l’addio alle speranze iridate di quest’anno sembrano a rischio anche qualche ulteriore vittoria e un futuro che resta costantemente incerto, dovuto al costante trend che vede una Scuderia in difficoltà da metà campionato in poi.

D’altronde, come si faceva notare il buon Filippo Vettel nei commenti al gp belga, dal 2011 ad oggi la Ferrari ha messo a referto solo 4 doppiette, 6 se consideriamo la stagione 2010. Un pò pochine per un team con così tanta storia e ambizione. Solo quest’anno la Red Bull ne ha collezionate quattro…

Certo è che i prossimi due Gp saranno molto importanti anche per Binotto: altre due scoppole in Olanda e a Monza potrebbero vedere in bilico la sua posizione come capo del team. Rientriamo sempre nel campo della tendenza tutta italica di “gettare il bimbo insieme all’acqua sporca” ma tant’è, ci deve sempre essere un capro espiatorio.

Sarebbe però quanto meno curioso che la silente (assente?) dirigenza Ferrari prendesse una decisione tanto importante dopo mesi di colpevole mutismo, soprattutto in quegli ambienti politici della FIA nei quali Ferrari sembra essere considerata solo come portatrice di un prestigio ad uso e consumo della grancassa mediatica della FIA e non più di una seria contendente, di cui viene comprato lo stare zitti e buoni con il famoso obolo extra in quanto team “storico”. Viene da pensare che alla fin fine, finchè i conti della Ferrari S.p.a. sono in ordine, non conta poi così tanto se si vince o meno in pista. Con buona pace dei tifosi col fegato grosso che ancora ci credono.

Avranno capito anche loro che basta fare il minimo indispensabile, stare con i migliori ma non esserlo mai, lottare qualche volta ma non per tutta la stagione, nutrire l’ego del tifoso qual tanto che basta da alimentare le speranze di gloria alla stagione successiva, sul pilota che verrà, sul progettista che farà il miracolo…

*immagine da f1experience.com

Rocco Alessandro

 

VERSTAPPEN DOMINA A SPA. LA FERRARI NON SI CONFERMA MA SI CONFORMA.

Dopo 4 settimane l’università della F1 riparte con uno degli esami più difficili, la pista di Spa.

L’attesa maggiore é per capire che effetto avrà la direttiva tecnica fatta su misura per la Mercedes. E le qualifiche dicono che alla Red Bull non ha fatto nè caldo nè freddo, perchè Verstappen rifila distacchi abissali a tutti. Ma dovrà partire 14° per via del cambio del motore. Dietro di lui anche Leclerc, per lo stesso motivo. 

In pole si ritrova così Sainz, con Perez assieme a lui in prima fila, ma il distacco é notevole.

Si spengono i semafori e Sainz scatta bene, mentre Perez perde la posizione nei confronti di Alonso e delle due Mercedes. Alla fine del rettilineo del Kemmel, Hamilton attacca lo spagnolo chiudendogli la porta in faccia. Lo scontro é inevitabile, e per l’inglese é il ritiro. Al giro successivo Latifi si gira e manda Bottas nella ghiaia, provocando l’uscita della safety car. Leclerc é costretto a fermarsi per togliere una visiera a strappo infilatasi nella presa dei freni anteriore destra.

La gara riparte al giro 6, e Sainz di nuovo riesce a prendere una buona distanza su Perez, risalito in seconda posizione. A Verstappen bastano 8 giri per riportarsi in terza posizione, dietro al messicano.

Al giro 11 Max prova il primo attacco al compagno di squadra, che però non lo fa passare. Ci riesce al giro successivo, e si porta in testa alla gara, perché nel frattempo Sainz si é fermato ai box. Gli è bastato un quarto di gara per passare da 14° a primo.

Pur avendo la gomma più morbida, Verstappen riesce a girare su tempi ottimi, e chiede di estendere lo stint. Il suo compagno di squadra viene fermato prima, e rientra in pista a debita distanza da Sainz, e di poco davanti a Leclerc, che tenta di attaccarlo ma senza successo.

Al giro 15 si ferma Max e Sainz torna in testa. Ma ci resta poco perché bastano 3 giri all’olandese per sverniciarlo. E dopo 2 giri viene passato anche da Perez.

Le due Red Bull sembrano di un’altra categoria. E al giro 26 la Ferrari prova a fare qualcosa di diverso mettendo gomma dura a Sainz e richiamando Leclerc per montare gomma a mescola media con la quale dovrà percorrere gli ultimi 18 giri.

Perez viene fermato al giro 27 per evitare l’undercut, e anche a lui vengono montate gomme dure. Al giro 31 é il turno di Max, che monta ancora una volta gomma media.

Il finale di gara vive sul tentativo di rimonta di Russell, che arriva a 2 secondi da Sainz ma poi non riesce a raggiungerlo. Ma, soprattutto, la Ferrari riserva a Leclerc l’ormai proverbiale topica strategica: lo fermano a 2 giri dalla fine per fargli tentare il giro veloce (ci sarebbe voluto un miracolo, più che un set di gomme nuove, vista l’enorme superiorità di Verstappen), ma sbagliano i calcoli e il monegasco finisce dietro ad Alonso, che supera solo nel corso dell’ultimo giro, Punto aggiuntivo sfumato ma, soprattutto, Charles si becca una penalità per avere superato il limite di velocità all’entrata dei box, così da quinto viene retrocesso sesto, per la gioia del furbo Fernando che porta così a casa un ottimo risultato in una gara che per lui poteva finire dopo poche curve.

Sotto la bandiera a scacchi passano così nell’ordine Vertappen, Perez, Sainz, Russel, Leclerc, anzi no, Alonso, Ocon, Vettel, Gasly e Albon.

Ora si va a casa di Verstappen, a Zandvoort, dove l’olandese potrà fare il consueto bagno di folla ed essere festeggiato come ormai certo campione del mondo 2022, mentre nella gara successiva, a Monza, sarà la Ferrari a doversi meritare un bagno di folla. Molto difficile, considerando quello che si è visto oggi.

P.S. Si è molto discusso sulla direttiva TD 39 entrata in vigore proprio a Spa, citata in premessa e chiesta dalla Mercedes per ridurre il famigerato porpoising, che “può creare danni permanenti ai piloti”. Si diceva che questo avrebbe avvicinato la Mercedes stessa a Red Bull e Ferrari, le quali avrebbero perso due decimi. E invece, non inaspettatamente, la Red Bull non solo non ha perso, ma ha pure guadagnato rispetto al resto del gruppo, mentre ad averci rimesso è, abbastanza evidentemente, la Ferrari, che ora è praticamente pari a Mercedes quanto a prestazione. Si può certamente dire che una gara non è sufficiente per trarre conclusioni, ma c’è da scommettere che, purtroppo, le prossime gare non cambieranno la situazione e il rischio concreto è quello di vedere un finale di mondiale simile a quello del 2013, quando, sempre a causa di un cambio di regolamento, in quel caso riguardante le gomme, Vettel e la Red Bull vinsero le ultime 9 gare. E, guarda caso, anche allora a rimetterci fu la Ferrari, e a guadagnarci fu la Mercedes. Corsi e ricorsi storici.

P.S. 2: a proposito di topiche Ferrari, va citato anche l’errore commesso in qualifica, quando a Charles sono state montate gomme nuove per tirare la scia al compagno. Ma un errore, o due, o tre, o quattro, possono capitare, no?

* immagine in evidenza dal profilo Twitter @F

F1 2022 – GRAN PREMIO DEL BELGIO

Finite le ferie riparte il mondiale F1 da quello che è il Gp per antonomasia, il GP del Belgio sul tracciato di Spa-Francorchamps.

Tracciato che quest’anno ha subito diverse modifiche delle quali la più macroscopica riguarda la curva forse più famosa del mondo del motorsport, la sequenza Eau Rouge-Radillion.

Le modifiche riguardano più le vie di fuga e la superficie che il layout vero e proprio, con lo spianamento dei dossi di cui si erano lamentati i piloti, un nuovo cordolo per la prima salita in curva più filante rispetto al passato e una via di fuga più grande.

immagine da auto.everyeye.it

All’esterno di tre curve, Bruxelles, Blanchimont e La Source,  è stata riposizionata la ghiaia, con i piloti che dovranno fare molta più attenzione ai track limits e a cercare il limite delle loro monoposto.

Vedremo se questi cambiamenti avranno ridato alla pista belga quell’alone di sfida vera per i piloti che negli ultimi anni si era decisamente persa.

Il Gp del Belgio segna anche l’inizio della direttiva 039, quella pagliacciata voluta da Mercedes in merito al porpoising e alla flessibilità del fondo piatto. Ferrari e Red Bull l’hanno da sempre osteggiata e non si dichiarano particolarmente preoccupati della eventuale perdita di prestazione. Di sicuro tutta la vicenda, gestita in maniera assolutamente irrituale in termini di regolamento e con una grancassa mediatica di dubbio gusto, fa capire come il potere politico di Mercedes sia ancora preponderante all’interno della FIA.

Tornando al GP, per Ferrari si tratta  del post disastro ungherese e sarà interessante capire come si muoveranno gli uomini di Maranello. Forse la lunga pausa ha fatto bene, aiutato a calmare le acque e far riflettere sulle criticità emerse, con l’obbligo che le imbarazzanti decisioni strategiche del Gp di Ungheria non ricapitino.

immagine da motorbox.com

La Scuderia dovrà vedersela con la nuova direttiva e cercare di essere competitiva su un tracciato che in teoria dovrebbe vederla ben figurare. A complicare le cose potrebbe esserci (il condizionale è d’obbligo)  l’introduzione di una nuova ICE e un nuovo ibrido per Leclerc, in modo da avere un’altra ICE fresca per il finale di campionato e che costerebbe solo 5 posizioni di penalità in griglia, considerando che Spa è una pista dove i sorpassi non sono impossibili.

Dall’altra parte delle barricata Red Bull arriva con un corposo vantaggio in entrambe le classifiche ma non per questa molla il colpo, omologando un nuovo telaio più leggero per combattere il peso eccessivo della RB18.

Anche per loro Spa sulla carta è una pista amica e ci si aspetta una competizione serrata tra le due contendenti del mondiale 2022. Verstappen viaggia sul velluto forte dei suoi 80 punti di vantaggio, vederemo se Perez riuscirà a tornare sui livelli di inizio campionato dopo una serie di GP in cui ha fatto molta fatica.

Mercedes si aspetta molto da Spa. In primis vorrà valutare l’effetto del “avvelenamento dei pozzi” di Ferrari e Red Bull grazie alla direttiva 039 e in secondo luogo capire se gli ultimi aggiornamenti funzioneranno anche sulla pista belga. In tal caso potrebbero rientrare nella lotta per la vittoria.

McLaren e Alpine arrivano a Spa nel pieno delle manovre di mercato piloti per il prossimo anno. In realtà molto è già successo con la “fuga” di Alonso verso Aston Martin e il gran rifiuto di Piastri a prendere un sedile per il 2023 essendosi già accordato con Mclaren.

immagine da mclaren.com

Un incrocio di interessi piuttosto intricato di cui ha fatto le spese Ricciardo, che ha annunciato ufficialmente la conclusione del suo rapporto con McLaren alla fine di quest’anno, con un anno di anticipo. Al momento l’australiano non ha trovato ancora un sedile per il 2023 per cui non si esclude un suo futuro lontano dalla F1 anche se lui dichiara che ha ancora tanto da dare.

Anche Alfa Romeo vive momenti complicati con l’incombere dell’Audi a partire dal 2026. In Alfa non c’è fretta, anche perchè in Audi vogliono avere nero su bianco la certezza di una regolamento tecnico in materia di PU che sia di loro gradimento (dove l’abbiamo già vista questa cosa?) prima di ufficializzare l’ingresso in F1, ma comunque è palese che questi giorni sono molto importanti per il futuro prossimo di una scuderia che cambierà di nuovo pelle dopo Stellantis.

In casa Alpha Tauri esordio di Lawson nelle PL1 al posto di Gasly, forse prove tecniche per un possibile approdo in F1 nel 2023, dato che dove c’è Marko nessun pilota è al sicuro a meno che non si chiami Verstappen.

Anche la Haas non si fa mancare fibrillazioni di mercato in termini di piloti con il posto di Schumacher in bilico e le sirene di Steiner verso Ricciardo, così come la Williams che dovrebbe avere un nuovo pilota nel 2023 ma Latifi tiene duro, sicuro di potersi ancora giocare delle buone carte per restare.

Da evidenziare anche la scelta della Haas di concedere a Giovinazzi due turni di PL nei Gp di Monza e Austin, anche queste forse prove tecniche di line up piloti per il 2023 con uno Schumacher sempre più sottopressione.

Il tutto, nell’estate più calda di sempre, con l’incertezza meteo che a Spa è una costante. Rischio pioggia nel weekend che potrebbe scompaginare i calcoli di tutte le scuderie e far tornare le streghe nella testa degli uomini di Maranello.

Pirelli porterà le tre mescole centrali della gamma, C2 C3 e C4. Da valutare il comportamento delle gomme con i nuovi tratti riasfaltati e possibili temperature atmosferiche basse, in stile Ungheria 2022 per intenderci.

Riparte dunque il mondiale che, considerando i due mondiali piloti e costruttori in “ghiaccio”, sembra più una prova generale per il 2023. Una prova di forza in pista e fuori, con Ferrari che va a caccia delle vittorie di tappa e di sviluppare il più possibile la PU prima dei congelamenti previsti fino al 2025.

Mercedes la sua battaglia fuori dalla pista l’ha già vinta con la direttiva 039 e l’obbligo per il 2023 di alzare i pavimenti laterali delle monoposto di 15 mm. Vedremo quali saranno gli effetti in pista di una direttiva nata con l’esigenza di mettere una toppa al progetto W13 ampiamente fallimentare.

In ottica 2026 le propettive non sono rosee, con la Fia che pur di avere nuovi costruttori sta smantellando il regolamento tecnico sulle PU fino ad oggi adottato. ICE depotenziata, eliminazione del MGU-H e più energia da estrarre dal MGU-K senza però, per il momento, prevedere degli accumulatori più grandi di quelli attuali di 4 megajoule. E Ferrari che tanto ha investito e sta investendo nella tecnologia superfast della sua ICE che vedrà vanificati i propri sforzi a partire dal 2026.

Quello dei regolamenti è un argomento difficile da trattare ma tutto indica che, per compiacere i nuovi costruttori, si butti a mare molto di quanto già fatto. E con la Ferrari, nonostante il diritto di veto ecc ecc, a fare il vaso di coccio ancora una volta. Ci sbaglieremo sicuramente ma l’impressione è che il presente sia incerto, il futuro ancora di più.

*immagine in evidenza da rossomotori.it

Rocco Alessandro