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VERSTAPPEN SBAGLIA, RECUPERA E VINCE IN FRANCIA

Dopo due anni si torna al Paul Ricard, circuito storico rientrato nel mondiale nel 2018. E, come a Montecarlo, si vede un bel pubblico sulle tribune e anche nel paddock.

Le ultime due settimane sono state contraddistinte da forti polemiche sul presunto uso di pressioni irregolari durante la gara, che sarebbero state all’origine delle gomme esplose a Baku sulle vetture di Verstappen e Stroll. Un Toto Wolff estremamente combattivo (e, probabilmente, preoccupato), si è battuto per avere chiarezza su questo tema, così come sulle ali flessibili. E la FIA gli ha risposto, con una nuova direttiva tecnica e nuovi controlli sulle pressioni, e l’aumento dei carichi statici per il controllo delle ali.

In teoria la Red Bull avrebbe dovuto essere il bersaglio di queste restrizioni, ma così non è stato. Il sabato, infatti, Verstappen coglie una  pole magistrale, con le due Mercedes a debita distanza e alle prese con problemi nel far funzionare le gomme nella giusta finestra di temperatura.

La pioggia caduta nella mattinata di domenica scombussola i parametri acquisiti dai team durante le prove relativamente alla durata delle gomme. Quando si spengono i semafori, Max spreca la pole del sabato con un errore alla prima curva. L’olandese perde il posteriore in uscita e va largo, lasciando passare Hamilton. Dietro di loro Bottas, Perez e Sainz mantengono la posizione, mentre Leclerc deve difendersi da un Alonso indiavolato.

I primi 15 giri vivono sulle lamentele di tutti per il graining e il degrado, molto maggiore di quanto ci si aspettasse, e sulla caccia ad Alonso, trasformatosi da predatore a preda, che viene superato da Ricciardo, Norris e Vettel nell’arco di pochi giri.

Anche le due Ferrari soffrono come lo spagnolo, ed è Leclerc ad aprire il valzer dei pit-stop al giro 14. E con gomma dura nuova, il monegasco inizia a volare.

I primi 4 hanno scavato un solco fra sé ed il resto del gruppo, Bottas viene incitato a prendere Verstappen, ma non riesce ad avvicinare l’olandese.

Il secondo dei primi a fermarsi è Ricciardo, che tenta l’undercut su Gasly, ma perde la posizione su Leclerc.

E’ poi il turno di Bottas, che tenta a sua volta l’undercut su Verstappen. Subito dietro si fermano Sainz e Gasly. Entrambi perdono la posizione su Leclerc e Ricciardo.

Max si ferma subito, e riesce per pochissimo a stare davanti a Bottas. Si ferma anche Hamilton, e quando esce dai box si materializza incredibilmente al suo fianco l’avversario olandese, che riesce a stargli davanti.

In testa alla corsa c’è a questo punto Perez, che viene rapidamente ripreso dagli altri tre, ma viene fermato per il pit-stop prima di essere raggiunto e potere dare fastidio alle due Mercedes.

Hamilton segue come un’ombra Verstappen, ma nemmeno con il DRS aperto riesce ad avere l’occasione per superare l’olandese. Al giro 30, il ritmo dei primi tre è troppo elevato, e a questo punto non è certo che riescano ad evitare un’ulteriore sosta.

Chi è già in crisi con le gomme è Leclerc, che viene rapidamente passato da Ricciardo, Sainz, Gasly e Norris. Per Sainz le cose non vanno molto meglio. Anche lui viene passato in tromba dalle due McLaren.

Al giro 33, la Red Bull decide di non rischiare l’undercut e ferma Verstappen per montare gomma media. A questo punto per Hamilton l’unica possibilità di vittoria è andare fino in fondo con lo stesso set di gomme, ma non sarà così facile, visto che è già vittima di un forte graining sull’anteriore sinistra.

Al giro 44 Max passa Bottas e si mette a caccia di Lewis. Con 7 giri e 5 secondi da recuperare si profila l’ennesimo miracolo di Hamilton, e l’ennesima delusione per Verstappen. Ma ormai le gomme dell’inglese sono finite, e a due giri dalla fine, alla staccata della chicane posticcia sul rettilineo del Mistral, l’olandese infila l’avversario, il quale non oppone nemmeno troppa resistenza, finendo così per vincere un gran premio iniziato con un errore clamoroso.

Nel frattempo, Perez aveva superato Bottas, salendo così ancora una volta sul podio e confermando l’ottima scelta fatta dalla Red Bull puntando su di lui anzichè su un giovane da passare al frullatore. 

In quinta e sesta posizione concludono le due McLaren, con Ricciardo dietro a Norris ma, per una volta, in grado di stargli vicino. Settimo Gasly e ottavo Alonso, entrambi autori di un’ottima gara. Nono Vettel, ancora a punti, e a chiudere la zona punti Stroll, rimontato dall’ultima posizione.

Pessima gara per le due Ferrari, con Sainz undicesimo e Leclerc addirittura sedicesimo. Lo sviluppo della SF21 è stato sospeso, e questo rischia di essere lo standard che vedremo da qui in avanti, con buona pace del terzo posto in classifica.

Ora si va in Austria, in casa Red Bull, per una doppia gara. Le cose iniziano a mettersi male per la Mercedes, per la prima volta nell’era ibrida. La RB16B è chiaramente superiore alla W12, e Verstappen sembra essere arrivato al punto giusto di maturazione per diventare campione del mondo. Mancano ancora tante gare, e si profila una lotta entusiasmante, giocata sul filo dei secondi.

P.S.
Nel dopogara, ai microfoni di Sky, Toto Wolff è parso piuttosto abbacchiato. L’abitudine a stravincere avendo come avversario la Ferrari, le cui furberie erano evidentemente più facili da smascherare, gli ha fatto evidentemente perdere la capacità di gestire la sconfitta. Non sono bastate le proteste per le ali flessibili e le pressioni, prontamente raccolte dalla FIA, per mettere dietro la Red Bull. Per la prima volta in otto anni, hanno di fronte un avversario tosto almeno quanto loro, da un punto di vista dell’astuzia, oltre che del patrimonio tecnico. Il team tedesco ha l’occasione di chiudere una volta per tutte la bocca a chi sostiene che negli ultimi 7 anni ha vinto facile grazie al vantaggio iniziale, vedremo se sapranno mantenere la calma o se assisteremo al declino della armata più invincibile che la storia della F1 abbia mai conosciuto.

* Immagine in evidenza dal profilo Twitter @redbullracing

F1 2021 – GRAN PREMIO DI FRANCIA

Inizia un Giugno letteralmente di fuoco per la F1, tre gare una in fila all’altra e con una variabile in più che potrebbe dare fastidio a molti team: le alte temperature atmosferiche.

Il primo Gp del trittico di Giugno è il GP di Francia sul circuito Paul Ricard.

Il circuito in sè sarebbe anche bello e divertente se non fosse che lo hanno trasformato in una sorta di parcheggio fieristico per gente sotto effetto di LSD.

Ergo, vie di fughe ampissime, tutte asfaltate e dalle improbabili colorazioni a linee blu, chicane a spezzare rettilinei infiniti e addio a quel fascino che il Paul Ricard originale possedeva.

Circuito veloce, con lunghi rettilinei e curvoni ad alta velocità,non proprio il massimo per una monoposto come la SF21H. Vero è che i miglioramenti dalle prime gare dell’anno sono stati tanti ma, in teoria, in Francia la Ferrari dovrebbe essere costretta a giocare in difesa.

Considerando la gestione gomme (soprattutto con il pieno di carburante) e il caldo che farà in gara, la domenica della Ferrari potrebbe essere davvero difficile, proprio quando c’è da difendere il terzo posto nei costruttori appena conquistato.

Molto più “serena” dovrebbe essere l’approccio della McLaren, che troverà nei lunghi rettilinei un valido alleato.

immagine da mclarenf1nation.com

Se Norris continua ad essere la roccia alla quale tutto il team si aggrappa, Ricciardo invece continua ad essere una barca in balia della onde. Anche il GP azero è stato avaro di soddisfazioni e l’australiano non arriva in Francia in una bella situazione.

Chi arriva in gran forma invece è Vettel, reduce da un gran secondo posto a Baku, come ai tempi belli. La Aston Martin continua ad essere una monoposto ostica e non ancora compresa a fondo ma evidentemente l’esperienza di un quattro volte campione del mondo comincia a dare risultati.

Per l’ex Racing Point ci sarà da valutare anche il caso delle pressioni gomme che impatterà un pò su tutti i team. L’incidente di Stroll a Baku (come quello di Verstappen) potrebbe essere dovuto alla troppa disinvoltura con cui i team giocano con le pressioni e i metodi di gonfiaggio degli pneumatici.

immagine da f1ingenerale.com

In tal senso è già arrivata una direttiva FIA che dovrebbe dipanare l’ennesima matassa di una delle aree grigie del regolamento tecnico. Intanto sembra già accertato che almeno 5 team su 10 hanno giocato con le pressioni delle gomme. Tra queste non ci sarebbe la Ferrari ma il condizionale è d’obbligo.

Alpine arriva alla gara di casa dopo una serie di buone prestazioni, non ultimo il sesto posto di Alonso a Baku. Essendo il GP di casa ci tengono a fare bene, vedremo come si adatteranno ad un tracciato “tradizionale” dopo due “cittadini” di fila.

Per Alpha Tauri un Gp in cui avere la prova del nove sul “nuovo” Tsunoda, che sembra cominciare a capire che i risultati ottenuti in pista sono direttamente proporzionali al suo tenere a freno il suo carattere e una lingua fin troppo lunga. Per Gasly, reduce dal podio azero, un’altra bella occasione di portare a casa punti pesanti.

Mercedes dovrà necessariamente battere un colpo al Paul Ricard dopo due GP piuttosto deludenti. La squadra e i piloti ne hanno combinate un pò di tutti i colori tra Montecarlo e Baku e il risultato è una Red Bull in fuga nel mondiale costruttori e in testa in quello piloti. Servirà tutto il talento di Hamilton per cercare di ribaltare la situazione.

immagine da planetf1.com

Quello che davvero manca in questo momento è Bottas, che dà sempre più l’impressione di essere con un piede fuori dalla squadra e anche dalla F1.

Verstappen deve ringraziare Perez (e le dita maldestre di Hamilton) se ancora conserva la testa del mondiale. In Francia è presumibile aspettarsi una Mercedes di nuovo in palla per cui l’imperativo è quello di replicare la prestazione di Baku, gomme permettendo.

Williams, Alfa Romeo, Haas in rigoroso ordine. Chissà che la fortuna non premi nuovamente uno di questi team con qualche punticino dopo il decimo posto di Raikkonen a Baku.

Tre gare e 75 e più punti in palio. Più che vincere sarà fondamentale sbagliare pochissimo, andare sempre a podio ed essere fortunati. Il caldo tornerà ad essere una variabile importante, potrebbero esserci grosse sorprese. Non sarebbe male tornare almeno per un pò ad una F1 più imprevedibile in termini di problemi di affidabilità.

Da valutare anche l’effetto della direttiva Fia in merito alla pressione delle gomme. Probabile che l’allineamento alle indicazioni della Pirelli non provocherà enormi variazioni in termini di competitività ma darà sicuramente fastidio a qualche team sulla gestione delle gomme in gara.

Qualcuno perderà qualche posizione e qualche punto molto importante, la Red Bull è avvisata.

*immagine in evidenza da F1i.com

Rocco Alessandro

 

 

F1 2021 – GRAN PREMIO D’AZERBAIGIAN

Il GP di Montecarlo, come da copione, ha offerto poco spettacolo in pista ma ha reso nuovamente incertissima la lotta per il titolo mondiale.

Complice il tragicomico ritiro di Leclerc, quello altrettanto fantozziano di Bottas e una gara davvero incolore del leader Hamilton, Verstappen si è portato a casa vittoria e primo posto nella classifica mondiale.

Quattro miseri punti dividono i due unici contendenti al titolo 2021 dopo che le prime quattro gare avevano dato la netta impressione che il pacchetto Hamilton/Mercedes fosse ben più attrezzato di quello Verstappen/Red Bull.

Adesso è il turno di Baku e del suo tracciato cittadino a metà strada tra la velocità di Monza e le stradine del Principato.

Ecco, diciamo subito che la palma del “maniavantismo” questa volta se la becca la Ferrari, che ha già dichiarato che correrà in difesa sul circuito azero.

immagine da quotidiano.net

Le simulazioni hanno dato poche speranze ai rossi di condurre una gara da protagonisti, principalmente per la presenza dei lunghi rettilinei che dovrebbero penalizzare non poco la SF21H.

Certo potrebbero esserci delle sorprese, in primis la gestione delle gomme di uno step più morbido rispetto al GP del 2019, ma in Ferrari sembrano pronti a vivere un weekend in cui dovranno cercare di mettersi alla spalle il triello Aston Martin/Alpine/Alpha Tauri piuttosto che combattere con McLaren.

Proprio la McLaren viene data come grande protagonista a Baku grazie alle velocità di punta elevate mostrate in questo inizio di stagione. Norris è gran forma e reduce dal podio monegasco, qualche dubbio in più su Ricciardo che non ha un gran feeling con la pista azera: due ritiri nelle ultime due edizioni e il famoso autoscontro con l’allora team-mate Verstappen.

Uno che di scontri a Baku se ne intende è Vettel che arriva ringalluzzito dall’ottimo weekend di Montecarlo che probabilmente (anche se lui non lo ammetterà mai) gli ha fatto capire di avere ancora qualcosa da dare al mondo della F1. Non è da meno il suo compagno Stroll che a Baku ha conquistato il suo primo podio in carriera e si è sempre fatto valere.

immagine da motorbox.com

Paradossalmente proprio la Aston Martin è l’incognita del weekend, una monoposto che nelle intenzioni doveva ricalcare le prestazioni della W11 Mercedes ma che si sta rivelando peggiore delle aspettative.

In Alpine e Alpha Tauri al momento il problema più grande sono i piloti. Se per Tsunoda, dopo gli exploit iniziali e le tante (troppe?) lodi c’è stata una netta involuzione anche caratteriale che lo ha messo nel mirino di Marko, sorprendente invece pensare ad un Alonso come l’attuale anello debole della Alpine.

Lo stesso Alonso ha più volte ammesso che al momento fa fatica a “copiare” le prestazioni di Ocon ed è in difficoltà soprattutto per un calendario che lo hanno visto correre su piste sulle quali non correva da un bel pò di tempo, guardando al GP di Francia come ad un nuovo inizio di campionato.

immagine da motorbox.com

Il GP di Monaco è stato sorprendente anche nel dualismo Schumacher/Mazepin, con il primo che ha inanellato una serie di errori che ci si sarebbe aspettati dal secondo. Baku sarà l’ennesima tappa di un campionato corso nelle ultime posizioni e valido esclusivamente come apprendistato, con l’imperativo di portare a casa un weekend con le macchine integre per entrambi.

Tra Williams e Alfa Romeo puntiamo decisamente più sulla prima che sulla seconda ma difficilmente porteranno a casa qualche punto alla fine della gara di domenica.

Dulcis in fundo, i due litiganti Mercedes e Red Bull. Come per gli ultimi appuntamenti continua il teatrino delle accuse reciproche, risposte piccate e provocazioni: ali flessibili, track limits, guerre psicologiche e tecnici “rubati”.

Non ci si fa mancare neanche il vecchio adagio del “ci aspettiamo un GP difficile” oppure “vedo i nostri avversari forti su questa pista”, niente di nuovo anche se molto noioso.

immagine da motorbox.com

Di sicuro entrambi i team dovranno elevare il loro livello di attenzione ed efficienza in gara dato che a Baku spesso e volentieri ci sono state gare “pazze” in cui cogliere l’attimo e fare le scelte giuste al momento giusto.

Probabilmente più che in altri circuiti saranno fondamentali Bottas e Perez, con il finlandese che è sempre andato molto forte in Azerbaigian.

Pirelli, come già accennato, porterà delle mescole di uno step più morbide rispetto all’ultima edizione datata 2019, questo dovrebbe far considerare ai team una strategia alternativa a quella dell’unica sosta.

Curiosità soprattutto nel capire se Hamilton ha resettato il cervello dopo lo sfacelo monegasco e se Verstappen è davvero entrato in modalità “prostiana”, ovvero quando non si può vincere, non strafare e accontentarsi di quello che viene.

*immagine in evidenza da alvolante.it

Rocco Alessandro

 

 

VERSTAPPEN DOMINA A MONTECARLO. SAINZ SECONDO, HAMILTON NON PERVENUTO.

Si torna a Montecarlo. Dopo due anni, e una terribile pandemia che ha fermato il mondo intero. E si rivede il rosso. Dopo avere trascorso tre sessioni di prove libere in cima alla lista dei tempi, Leclerc riporta la Ferrari in pole proprio sotto casa sua. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco, e una disattenzione all’uscita della variante delle piscine lo fa andando a sbattere. Ci sono dubbi sul cambio, la squadra rassicura dicendo che “non ci sono danni apparenti”, ma durante il giro di formazione qualcosa si rompe (sembra un semiasse, ma dall’altra parte rispetto a quella danneggiata nell’incidente). E così i sogni di gloria di Charles svaniscono prima ancora che la gara abbia inizio. 

E Verstappen si ritrova in pole. Quando si spengono i semafori, l’olandese riesce a mantenere la prima posizione davanti a Bottas, Sainz e Norris.

I primi 30 giri trascorrono senza emozioni, poi Hamilton, fino a quel momento anonimo sesto, prova a fare qualcosa di diverso e si ferma in anticipo per montare gomma bianca. Subito dopo si ferma Bottas, che da qualche giro si lamentava delle gomme. Ma, purtroppo per lui, la gomma anteriore destra non ne vuole sapere di uscire e la sua gara finisce qui. Le cose non vanno meglio per Lewis, che si ritrova ancora dietro  a Gasly ma, quel che è peggio, dietro a Vettel che li supera entrambi con un gran giro prima di fermarsi ai box.

Si ferma anche Sainz che prova l’undercut, ma Verstappen copre la mossa ed effettua la sua sosta il giro dopo. In testa alla gara si ritrova così Perez, che si ferma però immediatamente, e torna in pista in quarta posizione, avendo così recuperato diverse posizioni.

Carlos inizia a recuperare a suon di 1 secondo al giro fino a stabilizzare il distacco sui 3 secondi, illudendo di potere impensierire Verstappen.

Al giro 58 l’olandese inizia a lamentarsi di fantomatici cali di motore, ma il vantaggio sullo spagnolo inizia ad aumentare, grazie anche al graining di cui è vittima il ferrarista. Dietro i primi due, Norris naviga tranquillo in terza posizione, davanti a Perez e a Vettel, autore di un’ottima gara.

Al giro 64, Sainz sembra avere abbandonato le velleità di vittoria, mentre Perez raggiunge Norris e, con gomme di qualche giro più nuove, sembra poterlo attaccare.

Al giro 68 si ferma Hamilton per montare gomme rosse e tentare l’attacco al giro veloce, che puntualmente riesce ad ottenere.

Poi non succede più nulla, e un GP di Montecarlo stranamente senza Safety Car si conclude con Verstappen in trionfo e, per la prima volta nella sua vita, leader del mondiale, Sainz meritatamente secondo, e Norris altrettanto meritatamente terzo. 

Quarto Perez, quinto il redivivo Vettel, sesto un ottimo Gasly e settimo un imbufalito Hamilton, il quale probabilmente avrà di che strigliare la sua squadra. Ottavo Stroll, nono Ocon e decimo Giovinazzi.

Subito fuori dai punti tre piloti il cui rendimento lascia a dir poco perplessi, se comparato a quello dei molto meno titolati compagni: Raikkonen, Ricciardo e Alonso.

Inesistenti come al solito Williams e Haas, nonchè l’ex fenomeno Tsunoda, del quale i vertici Red Bull e Alphatauri hanno smesso di parlare.

Dopo 5 gare la Red Bull è in testa ad entrambi i campionati, per la prima volta nell’era ibrida. La Mercedes è sembrata, nel Principato, molto al di sotto dei suoi standard. La prossima gara sarà in quel di Baku. Di nuovo un circuito cittadino, ma con caratteristiche totalmente diverse. Vedremo se per le frecce d’argento Montecarlo sarà stata solo l’annuale battuta d’arresto, o qualcosa di più serio.

P.S. in questo week-end è sembrato che il mondo, o, almeno, una parte di esso, sia tornato alla normalità. Al di là del risultato sportivo, le cose più belle sono state il ritorno sulle stradine del Principato e quello del pubblico, anche se solo al 40% della capienza. Il fatto che la gara non sia stata eccitante come al solito può, per una volta, passare in secondo piano

P.S. 2 La gara di Sainz è stata a dir poco solida. La Ferrari può contare sulla coppia di piloti più forte di tutti, e, probabilmente, anche una delle più interessanti di tutta la sua storia. Ora c’è di nuovo una macchina onesta, lontanissima parente della sciagurata SF1000. Qualche soddisfazione potrà arrivare, da qui alla fine dell’anno. Sempre che si eviti di commettere leggerezze come quella che ha escluso Leclerc dalla lotta odierna.

* Immagine in evidenza dal sito formula.com

F1 2021 – GRAN PREMIO DI MONTECARLO

Le stradine del Principato più famoso del mondo tornano ad ospitare il circus della F1 dopo il forzato stop del 2020 per il dilagare della pandemia Covid-19.

Ad ogni nuovo appuntamento sul tracciato monegasco si rinnovano gli interrogativi in merito alla sensatezza di far correre quelle che ormai sono diventate delle bisarche su strade che in certi punti a malapena ne consentono il passaggio in fila indiana.

Questione annosa, a maggior ragione se si pensa all’impossibilità di sorpassare anche in presenza di problemi tecnici che su altri tracciati porterebbero al ritiro, come Ricciardo che riuscì a vincere nel 2018 con la parte ibrida della sua PU ko per due terzi di gara.

Probabilmente, al netto degli interessi commerciali in ballo che sono sempre tanti e hanno il peso maggiore in tutta la vicenda, si avrebbe nostalgia del GP di Montecarlo proprio nel momento in cui non si corresse più.

Anacronistico, spessissimo poco spettacolare e con un risultato praticamente congelato dopo il primo passaggio alla saint devote ma, alla fin fine, tutti ad aspettare un errore, una toccatina alle barriere, un tentativo di soprasso insensato che si conclude con una macedonia di carbonio.

L’attesa dell’inaspettato che alla fine illude spesso il vero appassionato di F1, soprattutto negli ultimi anni dove l’imprevisto è sempre meno…previsto.

Quest’anno dovrebbe tornare anche il pubblico, seppur in forma ridotta e con le consuete regole sul distanziamento sociale ma è comunque un invito e un inizio di “normalità”.

Si arriva nel Principato con il binomio Mercedes/Hamilton in fuga rispetto a quello Red Bull/Verstappen. Gli ultimi due GP hanno dato la sensazione che la Mercedes abbia risolto gran parte dei suoi problemi e che consenta al pilota inglese di sfruttarla con la naturalezza dei giorni migliori.

immagine da masterx.iulm.it

Al contrario, nel box austriaco serpeggia sempre più il nervosismo e una sensazione di impotenza derivante dall’avere un pacchetto inferiore a quello di Brackley. Hai voglia a prendertela con i track limits e quant’altro: Verstappen ha fatto capire chiaramente che, soprattuto in Spagna, non ne aveva per contrastare Hamilton.

Un bel cambio di prospettiva dal primo GP stagionale quando tutto sembrava giocare a favore dell’olandese.

A Montecarlo ci  si giocherà tutto o quasi in qualifica. Verstappen potrà giocarsi una bella carta a patto di evitare errori che negli anni passati non ha lesinato sulle stradine monegasche.

Anche Hamilton dovrà stare attento a non cadere nelle trappole della q1 e q2 quando sull’ultimo tentativo disponibile per fare il tempo c’è sempre una potenziale bandiera gialla che pende come una spada di Damocle.

In ogni caso, la logica impone che siano loro due a giocarsi pole e vittoria, con qualche residua possibilità per i loro team mate.

Le buone prestazioni Ferrari nell’ultimo settore del circuito del Montmelò hanno riacceso le speranze di chi spera di vedere una Rossa competitiva per il podio a Montecarlo.

Io non sarei così ottimista perchè rispetto a quel settore guidato cambia molto: asfalto, sconnessioni, setup della monoposto, mescola di gomme. Potrebbe andare bene ma anche rivelarsi una doccia fredda.

A Montecarlo serve tanto grip meccanico e la capacità di assorbire il più possibile le asperità dell’asfalto. Il pilota può metterci tanto del suo ma le differenze non possono essere abissali, per cui vedrei la Rossa in grado di fare bene ma, se i piloti di Mercedes/Red Bull non si buttano fuori a vicenda, molto difficile andare a podio.

immagine da autosport.it

Leclerc sarà carico a pallettoni sulle strade in cui è nato e cresciuto ma potrebbe non bastare. Occasione invece per Sainz, con una weekend pulito e senza errori di stare subito a ridosso del suo compagno di squadra.

McLaren si presenta con una livrea dal sapore “Le mansiano”, di sicuro di gran effetto ma il grosso del lavoro lo faranno i suoi piloti, con Ricciardo che con il tracciato monegasco ha un feeling particolare e un Norris che ormai guida quasi con un top driver. Occasione di riscatto nei confronti della Ferrari dopo la scoppola rimediata in Spagna.

immagine da mclaren.com

Alpha Tauri rischia di diventare l’incompiuta del mondiale 2021: potenziale elevato ma gestione dello stesso in pista e ai box davvero pessimo in certe occasioni. Tsunoda deve darsi una calmata e Gasly azzeccare finalmente un weekend senza sbavature. Fare tutto ciò a Montecarlo sembra il posto peggiore ma lo junior team Red Bull non ha molta scelta.

Curiosità nel vedere se Vettel e Alonso, in teoria top driver delle loro scuderie, sapranno dare quel qualcosa in più in un tracciato che li ha visti vincere e fare gare degne di essere ricordate.

Le loro quotazioni sono piuttosto in calo negli ultimi due Gp, soprattutto il tedesco, e continuare a prenderle da Ocon e Stroll anche a Montecarlo non sarebbe ben augurante per il proseguio della stagione.

Per Williams e Alfa Romeo vale più o meno lo stesso: Russell e Raikkonen sono chiamati a fare i miracoli in qualifica nella speranza di prendere poi qualche punto in gara. Soprattutto il finlandese deve farsi perdonare qualcosa e tenere a bada un Giovinazzi che ormai lo mette dietro con regolarità al sabato. Nel caso c’è sempre lo yacht disponibile…

immagine da reddit.com

Per Mazepin questo GP è un bell’esame. Occasioni di andare a muro sono praticamente infinite per uno che ha commesso errori gravi in ogni GP fin quì disputato. Immaginiamo che i bookmakers non quotino neanche più un eventuale passaggio a muro.

Anche per Schumacher junior un bell’esame di maturità, in un tracciato dove suo padre è stato spesso quello che più ha ricordato da vicino Senna. Si aspettano tutti zero errori e una gara ordinata, è tempo di crescere più velocemente di qualsiasi tabella di marcia.

Dato il degrado praticamente nullo delle gomme sull’asfalto monegasco, Pirelli porterà le mescole più morbide a disposizione, con strategia, al netto delle safety car comunque molto probabili, di una unica sosta.

Il meteo dovrebbe assicurare un weekend completamento asciutto, con temperature intorno ai 20°C, quindi condizioni praticamente ideali.

Come sempre, il GP di Montecarlo fa storia a sè, è solo una tappa di questo lunghissimo mondiale. Ma potrebbe segnare decisivamente le sorti della classifica piloti verso l’ottavo sigillo di Hamilton. Verstappen deve cercare di portare a casa la vittoria, altrimenti avrà qualcosa in comune con la Scuderia Ferrari: anche quest’anno di vince l’anno prossimo.

*immagine in evidenza da eurosport.it

Rocco Alessandro