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F1 2019 SINGAPOREAN GP: AN INTRODUCTION

Singapore Street Circuit 2019.

Tradotto: la ricreazione è finita. Almeno per quanto riguarda casa Ferrari. Si perché se c’è un tracciato in cui la rossa rischia di essere presa a schiaffoni è proprio quello di Singapore, tutto curve a 90° e medio-lento, il che equivale alle sabbie mobili per la rossa di Maranello.

E’ stato annunciato un aggiornamento aerodinamico volto proprio a risolvere le lacune palesate sui circuiti in cui c’è da “girare” parecchio, ma è probabile che in ogni caso una zucca non possa diventare improvvisamente una carrozza e che per la Scuderia si tratterà essenzialmente di limitare i danni e, magari raccogliere qualche dato utile nella verifica di questo pacchetto aerodinamico che possa servire per la monoposto 2020.

Singapore è, in teoria, anche uno dei circuiti preferiti di Vettel, quindi quale luogo migliore per sfoderare una prestazione degna del 4 volte campione del mondo e dimenticare l’ennesimo errore occorso a Monza. Ecco, la teoria è una cosa e la pratica, soprattutto in questo tempi bui per il tedesco di Heppenheim, rischia di essere molto più insidiosa di quanto non si possa credere. Sia per la spirale negativa alla guida e che il linguaggio del corpo non fa che palesare, e anche per la verve che il ragazzino monegasco Leclerc sta mettendo in campo e il “peso” che sta avendo all’interno del team.

Una verve che assomiglia al più classico macigno sulla carriera di un Vettel che sente calare sempre di più le sue quotazioni all’interno del mondo Ferrari. Urge una prova d’orgoglio che quanto meno tenga a bada la corsa scatenata di un Leclerc che nel giro di due settimane ha messo un ipoteca su chi sarà il primo pilota già all’inizio della prossima stagione.

Con tutta probabilità Hamilton non dovrà preoccuparsi di un nuovo duello con Leclerc, vista la scarsa competitività della rossa su tracciati di questo tipo. Ma, come in una porta girevole, esce di scnea Leclerc e rientra in gioco prepotentemente Verstappen per la lotta alla vittoria.

immagine da trailblazertour.com

Red Bull e l’olandese hanno prenotato, almeno nelle intenzioni, questo appuntamento già da mesi e si può immaginare con quale voglia si presenteranno già nelle PL1 del venerdì. Smaltite le penalizzazioni per aver introdotto la nuova PU vorranno in ogni modo arrivare alla terza vittoria stagionale, impensabile a inizio stagione. In più avranno un Albon che sta ripagando la fiducia che gli è stata accordata e in pratica corre “quasi” in casa.

E Bottas? Tutto sommato è “solo” secondo nel mondiale e ha tutto per essere della partita anche a Singapore. Ma la sensazione è che ormai il suo ruolo sia sempre di più quello del vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro.

Sempre considerando le caratteristiche dello stradale di Singapore, weekend che si annuncia duro per Renault, sempre che Ricciardo non si inventi qualcosa di particolare. Quello che per esempio potrebbe inventarsi Raikkonen, anche se, come nel caso appena citato, anche per Alfa Romeo-Sauber non sembrano esserci le condizioni minime per un risultato di livello.

Curiosità invece per quanto riguarda McLaren, Toro Rosso e Racing Point. I primi perché sono attesi ad un riscatto dopo due GP sottotono e hanno le potenzialità per farlo, i secondi perché possono anche loro sfruttare la PU Honda evoluta e i terzi perché hanno un ottimo ricordo del Gp di Baku, tracciato non così difforme da quello di Singapore. Haas e Williams candidate naturali a fare numero.

Pirelli ha scelto le mescole C3, C4 e C5, le più morbide a disposizione. Il tracciato non dà particolari problemi di usura per cui non dovrebbe essere un problema terminare la gara con un solo pit e partendo con la mescola C5.

immagine da Pirelli.com

Le scelte dei top team sono state differenti tra loro con Mercedes con 8 treni di C5, Red Bull con 10 e Ferrari nel mezzo con 9, con Mercedes e Red Bull più sbilanciate sulle C3. Gli altri team sono tutti su 9/10 treni di C3 e 1/2 di C4 e C5. Solo Williams si differenzia totalmente snobbando le C5 e scegliendo con Kubica addirittura 5 treni di C4.

L’edizione 2018 videro il binomio Hamilton/Mercedes assolutamente ingiocabile, con una grandiosa pole al sabato e una gara vinta in scioltezza la domenica. La sensazione è che quest’anno, con il mondiale piloti ormai “in ghiaccio” e un Verstappen con un mezzo tecnico più performante, ci possa essere una bella lotta per la vittoria, considerando anche la variabile safety car che incide molto sulle strategie.

L’inglese quasi esa-campione non vince da due GP, siamo sicuri che cercherà la vittoria con maggiore determinazione. Anche perché di fare largo alla next-gen Leclerc-Verstappen non sembra proprio nei suoi piani.

*immagine in evidenza da f1grandprix.motorionline.com

Rocco Alessandro

 

A Monza splende la stella di Charles Leclerc

Ci sono gare che rappresentano il punto di svolta di una carriera. In positivo ma anche in negativo. E oggi, 8 settembre 2019, due carriere hanno definitivamente svoltato.

Quella di Charles Leclerc, che ha vinto una gara che resterà nella storia della Ferrari e della Formula 1. Quella di Sebastian Vettel, che dopo avere subito la furbizia del compagno in qualifica, ha commesso l’ennesimo grave errore, rendendo praticamente irreversibile la crisi in cui è piombato dopo Hockenheim lo scorso anno.

E’ stato un week-end di quelli destinati a lasciarsi dietro una lunga striscia di discussioni, come piace ai nuovi padroni della Formula 1, ma anche agli appassionati, e vale la pena ripercorrerne sinteticamente gli eventi salienti.

Si comincia con le qualifiche, e in particolare col Q3. Monza è sempre stato un circuito dove sfruttare le scie è fondamentale, ma quest’anno lo è ancora di più per via della dimensione dell’alettone posteriore. E così ogni squadra con 2 piloti in Q3 aveva stabilito che essi si tirassero a turno nei due tentativi. Tutte tranne la Mercedes ovviamente, visto il ruolo conclamato di maggiordomo di Bottas.

Nel primo tentativo Leclerc si fa tirare da Vettel e segna il miglior tempo. Ma nel secondo, quello teoricamente migliore, approfitta del fatto che nessuno fra i 9 piloti in pista vuole partire per primo, e attende l’ultimo momento per mettersi davanti al compagno, facendogli perdere la possibilità di fare il suo tentativo, e relegandolo quindi alla quarta posizione. Nemmeno le due Mercedes riescono a fare il giro, e così Hamilton si accontenta della seconda posizione, e Bottas della terza.

Ma le prove libere hanno, ancora una volta, dimostrato che la Ferrari è velocissima su un giro ma fatica sul passo gara, e per Leclerc sarà durissima bissare la vittoria di Spa.

Ma Charles è Charles, e già alla partenza fa capire ad Hamilton, partito meglio, che oggi venderà cara la pelle, chiudendolo verso destra arrivando alla prima variante, e facendogli perdere la posizione su Bottas, che però, ovviamente, gliela restituisce subito.

Dietro, Vettel fa capire che non è la sua giornata, e perde la posizione su Hulkenberg, riguadagnandola però poco dopo.

Come previsto, Leclerc non riesce a distanziare le due Mercedes, che si piazzano subito fuori dalla zona DRS e non mollano di un millimetro. In quarta posizione, Vettel si avvicina a Bottas, ma al sesto giro combina un disastro di quelli destinati a non essere dimenticati: alla Ascari perde il posteriore della macchina e compie una delle sue solite giravolte. Per peggiorare la situazione, si rimette in marcia senza guardare chi arriva, e viene urtato da Stroll che gli rompe l’ala, rimediando, oltre al pit-stop per sostituirla, anche uno stop-and-go punitivo, che lo mette definitivamente fuori dai giochi.

A questo punto Leclerc sa che non potrà più contare sul compagno di squadra per tenera a bada il duo anglo-tedesco, e oggi gli avrebbe fatto forse ancora più comodo che a Spa.

Ma Charles è Charles, e continua a tenersi dietro Hamilton che, non riuscendo ad avvicinarlo, prova ad anticipare il pit-stop per tentare l’undercut, fermandosi al giro 20 per montare gomme medie. Questo costringe anche Leclerc a fermarsi: il box Ferrari, oltre a dargli un pit-stop velocissimo, gli monta le gomme più dure, che si riveleranno quelle giuste per coprire i 32 giri che rimangono.

Esce dai box di poco davanti ad Hamilton, ma ha Hulkenberg da superare. Cerca di forzare i tempi e lo passa in parabolica. Questo gli toglie velocità per il rettilineo e si ritrova Hamilton incollato al posteriore. L’inglese lo attacca andando verso la Roggia e lo affianca all’entrata della variante, in quello che sembra il replay del sorpasso a Vettel al primo giro lo scorso anno.

Ma Charles è Charles, e non lascia spazio all’esterno, costringendo Lewis ad andare sull’erba e a fare la chicane nella via di fuga. Rientra in pista protestando, e la direzione corsa mostra al monegasco la bandiera bianco-nera. Alla prossima scatterà la penalità. Forse.

Al giro 28 si ferma anche Bottas per montare le gomme medie, e rientra con una decina di secondi di svantaggio sui primi due.

Hamilton resta costantemente in zona DRS, ma la Ferrari è un missile e riesce a stare davanti pur non avendo a sua volta il supporto dell’ala mobile. Al giro 36 Leclerc commette un errore alla prima variante, la taglia passando sui dissuasori ma per fortuna Hamilton non riesce ad avvicinarsi a sufficienza per tentare l’attacco. E i commissari chiudono un occhio, anzi, due.

Le gomme di Lewis iniziano a dare segni di cedimento, e Bottas gli si avvicina, riuscendo poi a superarlo quando, al 42° giro, l’inglese va lungo alla prima variante, e di fatto esce dalla lotta per la vittoria. Dopo 40 giri a difendersi dal mastino 5 volte campione del mondo, ora l’avversario è il finlandese, che è molto meno mastino ma ha gomme 7 giri più fresche. E, infatti, al 48° giro segna la tornata più veloce, e si avvicina in zona DRS, dando la netta sensazione di potere fare un sol boccone del ferrarista.

Ma Charles è Charles, e riesce a mantenerlo a distanza di sicurezza, nonostante un errore alla Ascari, subito compensato da un errore di Valtteri alla prima variante, che chiude definitivamente la questione.

Leclerc e la Ferrari vincono così a Monza, 9 anni dopo Alonso, nel tripudio delle decine di migliaia di tifosi sotto il podio. Bottas e Hamilton completano il podio, con quest’ultimo autore del giro più veloce dopo avere montato gomme soft nuove.

Al quarto e quinto posto due Renault diventate improvvisamente velocissime, con Ricciardo davanti ad Hulkenberg. Al sesto posto si piazza Albon, autore di una gara che poteva anche essere migliore, senza una manovra al limite di Sainz e una penalità per il taglio di una chicane. Lo seguono in classifica Perez e Verstappen, rimontato dall’ultima posizione nonostante un pit-stop extra per il cambio dell’ala anteriore.

Al nono posto Giovinazzi, che riesce a non combinare guai nella gara di casa. Chiude la zona punti il simpaticissimo Norris.

Poca fortuna per la Toro Rosso, con un opaco Gasly 11°, e Kvyat ritirato per rottura del motore. E solita gara pessima per le Haas, ormai sprofondate in una crisi tecnica di difficile soluzione. Non male il 14° posto di Russell, con una Williams che da diverse gare sembra riuscire a stare assieme agli avversari più diretti, anziché vederli solo in occasione dei doppiaggi.

Monza svolta di una carriera, dicevamo all’inizio. E’ curioso notare come fu proprio a Monza, nel 2008, che Vettel si mostrò al mondo per quello che sarebbe poi diventato. E sempre qui, 11 anni dopo, la sua stella sembra definitivamente tramontata. Per lui non sarà facile, d’ora in poi, convivere con un compagno come Leclerc.

Perchè Charles è Charles.

F1 2019 ITALIAN GP: AN INTRODUCTION

Back to back, da SPA a Monza.
Ma non è un momento facile, per nessuno che sia addetto ai lavori o appassionato di motorsport. Si arriva a Monza con un ragazzo in meno, morto in pista a SPA.

Tanto è stato scritto, analizzato, giustificato e alla fine, in maniera anche abusata, resta sempre il solito mantra: lo show va avanti, nonostante tutto. Hubert è morto facendo la cosa che più gli piaceva fare nella vita e da questo punto di vista si può definire più fortunato di tanti altri. Ma che fortuna ci può essere a morire a 22 anni?

Tutte le parole spese servono soprattutto a chi resta per trovare una ragione plausibile a continuare quello che si sta facendo. Non valgono più per Hubert e la sua famiglia, che in maniera diversa appartengono ad un’altra categoria dello spirito, quella di chi non c’è più e quella di chi deve affrontare una vita segnata per sempre dalla casualità.

Proprio questo è il vulnus di tutta la faccenda. La casualità, l’avvenire di un fatto involontario e imprevedibile. Vale nella F1 come nella vita di tutti i giorni. Una potenziale spada di Damocle che aleggia sopra le teste di tutti. Sicuramente per un pilota di auto o moto le probabilità di andare incontro a un evento del genere aumentano ma, tutto sommato, si può morire anche banalmente cadendo dalle scale o per un improvviso aneurisma cerebrale. Nel caso di Hubert e Correa, una monoposto impossibile da evitare per il primo e una gomma forata per il secondo che, con tutta probabilità, ha reso impossibile governare pienamente la su amonoposto.

Nelle nostre vite governate dalla ragione e dalla volontà di essere artefici del proprio destino c’è sempre la possibilità del colpo di mano della sorte che può mettere fine a tutto.

immagine da rte.ie

E allora è giusto indagare, migliorare le procedure, cercare di rendere gestibile anche l’imprevedibile. Ma soprattutto è giusto continuare a correre, a rendere omaggio al Dio della velocità. Perché alla fine fermarsi eliminerebbe soltanto la possibilità di esplorare i propri limiti, di sfidare le proprie debolezze, privarsi della possibilità di decidere come plasmare i propri sogni.

Hubert lo sapeva bene e di sicuro non aveva paura di morire, perché semplicemente non la riteneva una possibilità concreta. Perché i sogni e la voglia di esplorare i propri limiti saranno sempre più forti.

E ogni pilota sarà sempre la personificazione vivente di ciò che tutti noi appassionati saremmo sempre voluto essere.

Si riparte da Monza quindi, quello che è il tempio della velocità, con la media oraria sul giro più elevata di tutto il mondiale F1. Si riparte dalla prima vittoria Ferrari dell’anno, ottenuta dal più giovane pilota ad aver mai vinto su una Ferrari.

A inizio 2019 sarebbe sembrata una follia, solo una vittoria ottenuta tra l’altro in maniera soffertissima e con una favorevole coincidenza di avvenimenti. Per Monza in tanti, soprattutto in Mercedes, hanno messo le mani avanti dando la Ferrari come super favorita per la vittoria. Considerando quello che è avvenuto a SPA non hanno tutti i torti, soprattutto in qualifica, ma sarà la gestione delle gomme in gara a decidere molto se non tutto. E in Mercedes ne hanno offerto una bella lezione nel 2018.

Ferrari dovrebbe arrivare a Monza carica come non mai ma il sentore è che la gara di SPA abbia prodotto una spaccatura tra Vettel e la squadra. La gara ” a servizio” del tedesco nei confronti di Leclerc ha definitivamente infranto il tabù del Vettel caposquadra sempre e comunque. Anche il linguaggio del corpo fa trasparire l’umore del tedesco probabilmente al minimo storico da quando è a Maranello.

Leclerc si sta affermando pilota di punta in pista e l’atteggiamento della stampa italica nei confronti dei due piloti rimarca e aiuta a creare la differenza di gradimento tra i due. Con grossi interrogativi sul ruolo che potranno avere nel 2020 e della permanenza del tedesco a scadenza di contratto, tra l’altro molto oneroso.

immagine da quotidiano.net

Vettel avrà a Monza la possibilità di riscattarsi e di vedersi restituito il “favore” elargito nella gara belga per agevolare la vittoria di Leclerc. Ma se il monegasco confermerà il suo grande stato di forma in Brianza, forse potremo assistere alla sua seconda vittoria, con conseguenze immaginabili sulla psiche del tedesco e considerando che per un pilota Ferrari vincere a Monza equivale ad entrare nella storia della scuderia.

In Mercedes non partono battuti, non lo sono mai a priori, ma sanno che devono cercare di rendere la gara delle Ferrari il più complicata possibile, non essendoci grosse speranze di ottenere la pole, per quanto visto a SPA. Con Bottas ormai “addomesticato”, il motivo di interesse principale è una eventuale lotta con Leclerc.

Red Bull si è già tirata fuori dalla contesa in quanto sceglierà di pagare dazio cambiando la PU Honda per una nuova specifica e giocarsi grosse chance di vittoria a Singapore. Potrebbe comunque venire fuori una bella gara in rimonta dalle retrovie, considerando anche la loro gentilezza nel trattare le gomme.

Nel gruppone degli “altri”, Alfa-Sauber gioca in casa, con il grosso delle speranze riposte nel solito Raikkonen. Il GP di Monza ritrova un italiano al via ma Giovinazzi dovrà farsi perdonare il fantozziano errore di SPA, quando ha buttato via un settimo posto uscendo di pista malamente ad un giro dalla fine.

Dal punto di vista tecnico, per tutti si tratterà di viaggiare con le ali più scariche possibile cercando un grip accettabile nelle curve ad alta percorrenza e cercando la massima efficienza aerodinamica. Le PU saranno messe sotto stress viaggiando in pieno per l’80% del giro e raggiungendo velocità di punta tra le più alte in stagione. Tutti i top team dovrebbero far esordire le loro PU aggiornate, vedremo con quali esiti.

A scompaginare ulteriormente i piani dei team potrebbe esserci il meteo, non proprio accomodante per il weekend di gara. Al momento previsto un venerdì particolarmente piovoso, un sabato con bel tempo e con minaccia di pioggia in gara.

Pirelli ha scelto di portare le mescole C2, C3 e C4 per la gara brianzola. Una scelta simile allo scorso anno con una specifica di C3 e C4 più morbide rispetto al 2018. Prevedibile che i team più in difficoltà con la gestione dell’usura della gomma provino a partire con gomma C3, oppure scegliere di partire con le C4 e fare un solo pit stop per montare le C2.

immagini da F1i.com

Per quanto riguarda le scelte dei team, solo Mercedes e Ferrari hanno scelto di portare 4 set di C3 con uno dei due piloti. Tutti gli altri si attestano su 1-2 C2 e 2-3 C3. Evidente come si vogliano estrarre più dati possibili sul comportamento delle C3 in ottica gara.

Ferrari non vince a Monza dal 2010 e più volte negli ultimi anni ha dovuto subire la parata delle due MB a fine GP. Speriamo innanzitutto che sia un GP divertente e senza drammi, non più.

 

 

 

Leclerc come Schumacher nel ricordo di Anthoine

Motorsport is dangerous. Abbiamo letto questa frase infinite volte, da ieri pomeriggio. Ce ne eravamo dimenticati, noi che i GP abbiamo iniziato a guardarli in un epoca dove queste 3 parole le vedevamo concretizzarsi sugli schermi televisivi molto spesso. Mentre i ventenni di oggi queste 3 parole proprio non le conoscono. Certo, è stato un insieme di coincidenze. Certo, Anthoine stava inseguendo il suo sogno. Certo, lo sport deve andare avanti. Ma qualsiasi considerazione è inutile, di fronte ad una vita che se ne va a 23 anni, ovunque questo succeda. Il fatto che si sia su una pista non fa differenza.

Oggi a Spa, nella cosiddetta “università del motorsport”, dove c’è il tratto di pista più “da pelo” dell’intero calendario (e che non perdona anche se tutti ormai lo fanno in pieno) l’atmosfera era molto pesante. Soprattutto per chi con Anthoine era amico fin da bambino, come Charles Leclerc, che dopo la perentoria pole di ieri era il grande favorito di oggi.

Due Ferrari in prima fila, dopo un week-end sempre in cima alla lista dei tempi, ma con una disastrosa simulazione in venerdì. La SF90 è stata progettata per andare fortissimo sui rettilinei, ma non ha carico e nei tratti guidati, in questo caso il secondo, perde una vita dalla Mercedes. E, soprattutto, degrada di più le gomme.

La gara inizia quindi con tante incognite. Leclerc parte benissimo e mantiene agevolmente la prima posizione, mentre Vettel la perde a favore di Hamilton che però ripassa in tromba sul rettilineo del Kemmel. Chi ha la solita, disastrosa, partenza è Verstappen, che questa volta non riesce a tenersi fuori dai guai, affrontando la Source all’interno come se fosse solo. Purtroppo per lui, Raikkonen la pensa allo stesso modo e i due si toccano pesantemente, scatenando il caos dietro di loro. Kimi riesce a proseguire, pur con la macchina danneggiata, mentre Max termina la sua gara contro le protezioni all’Eau Rouge, a causa della sospensione anteriore destra aperta. Esce così di scena subito il pilota più atteso dalla marea di tifosi arancioni presenti sul circuito.

L’incidente in partenza provoca ovviamente l’uscita della Safety Car, che rimane in pista per diversi giri anche a causa della fermata di Sainz. Alla ripartenza, le due Ferrari riescono a prendere un certo margine sulle Mercedes, con Leclerc che conferma di essere ben più a suo agio su questa pista rispetto al compagno di squadra.

E al dodicesimo giro Vettel inizia a subire la pressione di Hamlton, il quale però non riesce ad avvicinarsi abbastanza per tentare un attacco, chiedendo al suo team di studiare qualcosa di diverso. I meccanici Mercedes fingono un pit-stop imminente, ma a fermarsi al quindicesimo giro è il tedesco, il quale monta gomme medie, con cui dovrebbe fare 30 giri, e la cosa appare piuttosto difficile.

Al ventesimo giro Leclerc viaggia ancora sugli stessi tempi di Hamilton, che è a circa 4 secondi dal monegasco, mentre Vettel, con gomme nuove, va 1 secondo più veloce di entrambi.

Al ventiduesimo giro Charles fa il suo unico pit-stop in totale tranquillità, ed esce ovviamente dietro al suo compagno di squadra. Al giro successivo si ferma anche Hamilton, che effettua un pit-stop lento e si ritrova a 7 secondi dal ferrarista, un gap che si rivelerà complicato da colmare.

Leclerc va alla caccia di Vettel, e al giro 26 lo raggiunge. Hamilton, però, è più veloce di entrambi, e la Ferrari chiede a Seb di far passare il compagno, cosa che fa immediatamente, trovandosi poi a fronteggiare l’attacco di Lewis, al quale farà perdere altri due, importantissimi, secondi prima di essere superato senza possibilità di replica. Subito dopo, al giro 34, si dovrà fermare nuovamente con le gomme praticamente finite, per montare un set di morbide.

A questo punto, con 10 giri ancora da percorrere, la lotta per la vittoria è fra Leclerc e Hamilton. Inizialmente l’inglese non sembra riuscire a guadagnare ma a 6 giri dalla fine cambia ritmo e, con Charles ormai in difficoltà con le gomme, riesce a prendergli circa un secondo al giro.

Ma le tornate da percorrere non sono sufficienti, anche perchè ci sono diversi doppiati da superare, e Charles guadagna così la sua agognata prima vittoria tagliando il traguardo con Hamilton incollato agli scarichi. A seguire il solito incolore Bottas, e Vettel le cui gomme nuove non hanno permesso di fare meglio del quarto posto. Il tedesco ha comunque segnato il giro più veloce, portando a casa il punto aggiuntivo.

Nelle retrovie c’è stata grande battaglia per tutta la gara, e nell’ultimo giro sono successe tante cose. Dopo una gara intera condotta in una splendida quinta posizione, Norris si ferma sul traguardo proprio all’inizio dell’ultima tornata. Verrà comunque classificato 11°.  La prima posizione della serie B viene ereditata da Perez, il quale però subisce un perentorio sorpasso da Albon, che alla sua prima gara in Red Bull riesce ad ottenere il migliore risultato in carriera rimontando dall’ultima posizione.

Al settimo posto avrebbe dovuto esserci Giovinazzi, il quale però spreca un ottimo risultato sbattendo violentemente in una delle ultime curve. In quella posizione arriva quindi un sempre consistente Kvyat, davanti ad Hulkenberg, Gasly e a Stroll, i quali hanno approfittato dei guai altrui dopo una gara non propriamente entusiasmante.

Giornata difficile per Ricciardo e per le due Haas, il cui nuovo pacchetto aerodinamico pare, se possibile, peggio del precedente. Niente di nuovo per la Williams, se non che sono riuscite a terminare la gara senza essere doppiate due volte.

Leclerc come Schumacher, abbiamo scritto nel titolo. E spieghiamo il perchè di un accostamento che può sembrare irriverente, premesso che dei paragoni coi grandi campioni del passato spesso si abusa. Ma ci sono alcune similitudini interessanti da sottolineare. Il monegasco ottiene la sua prima vittoria a Spa, come Schumacher nel 1992. E, come Michael nel 1996, riesce a vincere a Spa con la Ferrari in una stagione difficile dal punto di vista della competitività dell’auto, tirando fuori da quest’ultima il meglio possibile. E, come allora, la prossima gara è a Monza. E Schumi quell’anno vinse. Nessuno può dire ora se la carriera di Charles sarà luminosa come quella della leggenda tedesca. A lui, di sicuro, lo accomuna la grande freddezza che gli ha permesso, con una stagione e mezza di Formula 1 alle spalle, di vincere gestendo al meglio il mezzo a disposizione su un circuito come quello belga. E, aggiungo di riuscire a dare il meglio di sé anche nelle situazioni psicologicamente più difficili. Gli è successo oggi, e gli era già successo a Baku 2 anni fa, come accadde allo stesso Michael ad Imola nel 2003.

Ciao Anthoine.

 

*Immagine in evidenza dal sito www.formula1.com

F1 2019 BELGIAN GP: AN INTRODUCTION

Ah le vacanze, le tanto agognate vacanze…

Tutti hanno bisogno di vacanze e nel “circus” hanno preso questa indicazione alla lettera: un mese di stop secco alle gare, alle quali si aggiunge anche il “divieto”, che solo a pensarci fa scappare dal ridere, di lavoro ai team che devono chiudere la sezione delle loro factory che lavorano sullo sviluppo aerodinamico delle monoposto. Libere di lavorare invece i reparti di sviluppo delle PU.

Tutto in nome del risparmio. Che considerando i soldi spesi ogni anno per far durare sempre di più i motori, studiare ali e alettine per migliorare l’aerodinamica e per andare incontro alle (spesso) inefficaci modifiche regolamentari per aumentare i sorpassi in pista, fa sembrare il tutto una farsa, e neanche ben studiata.

Ma tant’è, evidentemente occupare un mese come Agosto povero di eventi sportivi di rilievo e cercare di aumentare il proprio appeal senza avere concorrenza deve sembrare troppo facile al management della F1. A loro piacciono le sfide difficili, tipo far digerire ai fan la virata della categoria verso l’endurance, non avere la minima idea di come strutturare il regolamento tecnico per il 2021 se non introdurre parti standard e financo imporre l’eliminazione delle ombrelline, delusione ancora non smaltita del tutto. Al momento siamo al punto di avere poche idee e ben confuse.

Per fortuna ci pensano gli addetti ai lavori a regalarci spunti a volte di notevole e involontaria ilarità che, dato il mese “cazzaro” che ci ha accompagnato riproponiamo:

  • Marko decide di sostituire Gasly con Albon, un remake dello scambio Verstappen-Kvyat ma di livello sicuramente minore. Accompagnato dalla dichiarazione che “Gasly va male nel traffico. Perde posizioni e non supera”. Lunga vita a Gasly in Toro Rosso.
  • Binotto vince il premio per la dichiarazione da “Capitan Ovvio” dell’anno : “Date le gomme 2019, farei una SF90 diversa”. E ci mancherebbe altro caro Mattia. Inoltre è fortemente contrario ai pezzi standard per il 2021 oltre che ad una aerodinamica troppo semplice, “che non aiuterebbe la differenza di prestazioni tra i team”. Beh, da questo punto di vista i tifosi Ferrari non aspettano altro…
  • Andrea Stella, ingegnere di pista McLaren con un passato in Ferrari pensa che “alcuni team sopravvalutino il ruolo degli penumatici sulle prestazioni in pista”. A pensare male si potrebbe dire che il messaggio fosse indirizzato al suo ex-team, ma siamo sicuri che non fosse questo il caso…
  • Dalla querelle legata ai rinnovi dei contratti in ottica 2020 si sfila Bottas, che sembra in procinto di rinnovare con Mercedes, con Ocon libero di andare in Renault e Russell come pilota del futuro Mercedes. Peccato Ocon, neanche zerbinarti come a Monaco 2018 è servito.
  • Ricciardo ha dichiarato che uno dei motivi principali per l’abbandono della Red Bull era legato alla perdita del suo ingegnere di pista. Siamo sicuri che un certo olandese e 20 milioni di dollari non abbiano pesato altrettanto.
  • Raikkonen definisce normale l’essere stato ubriaco per 16 giorni di fila tra il Gp del Bahrein e Barcellona nel 2013. Come non amare quest’uomo. Intanto “battezza” il figlioletto Robin nella sua prima esperienza in kart. Sembra che Ferrari abbia onorato l’avvenimento regalando un frigo pieno di gelati, in ricordo dei momenti belli passati insieme al padre.
immagine da jellypages.com
  • Abiteboul propone che i team diano il loro contributo nel migliorare le piste di F1. Per Ferrari ” bisogna implementare il numero di rettilinei”
  • Tiene sempre banco le presunte voci di ritiro di Vettel entro il 2021. Questa volta rincara la dose Gherard Berger “la passione di Vettel per le motoseghe potrebbe prendere il sopravvento sulla passione per la F1”
  • No di Wolff ad un ipotetico futuro come DT Ferrari: “Mi piace vincere facile”, ha dichiarato…
  • Per Seidl, vertice del team McLaren, “Stella e Fry uomini chiave per la rinascita McLaren”. Questa si commenta da sola.
  • Isola: “Gomme dure a Spa per tirare tutto lo stint”: Esaltazione tra gli appassionati, poi uno si ricorda del fuel saving già nel giro di ricognizione e si ammoscia all’istante.
  • Pat Symonds “entusiasta dei risultati” della prova di un modellino in scala al 50% delle monoposto 2021 con gomme da 18 pollici. Perfetto, se va tutto bene sarà la solita noia.

Bene, esaurite le facezie (non tutte vere, a scanso di equivoci o denunce) si passa alla cose serie (si fa per dire eh…).

GP del Belgio, storico tracciato di Spa-Francorchamps. Tracciato completo che presenta punti di notevole velocità massima a chicane da prima marcia, con in mezzo un saliscendi impegnativo dal punto di vista dei carichi verticali e laterali sulle gomme. Una volta tracciato da “pelo sullo stomaco”, soprattutto per quanto riguarda il tratto Eau Rouge e Radillion, diventato un po’ più alla portata da quando le monoposto hanno riguadagnato un carico aerodinamico notevole come negli ultimi 3 anni.

Circuito da basso/medio carico, in cui trovare compromesso tra velocità e stabilità in curva e velocità massime in rettilineo. Nonostante si faccia in pieno per circa il 70% del tempo, i consumi non sono esagerati e un gran ruolo lo giocano MGU-H e MGU-K nel recupero di energia da gas di scarico e frenate.

Tracciato impegnativo per le gomme con Pirelli che ha indurito di uno step le gomme per il 2019 portando C1, C2 e C3, le più dure a disposizione. Tra i team di punta Mercedes ha scelto di puntare molto sulle C2, ben due set in più rispetto a Ferrari e Red Bull, con il solo Norris a copiare la scelta. In generale, un solo set di C1 per tutti (tranne Russel che ne ha due) e 2/3 set di C2.

immagine da it.motorsport.it

Come sempre, la variabilità del clima delle Ardenne potrebbe giocare un ruolo molto importante. Al momento per il weekend di gara è previsto tempo sereno o parzialmente nuvoloso, con temperature sui 20°C e più fredde per la Domenica.

Ferrari si presenta all’appuntamento belga con una nuova specifica di motore, che dovrebbe assicurare qualche cavallo in più fino ad arrivare alla soglia dei 1000cv. Se il tutto sarà stato ottenuto con un consumo di carburante almeno pari alla specifica precedente, già non proprio parca nei consumi,  potrebbe rivelarsi una bella sorpresa.

Anche Mercedes ha sviluppato una nuova PU che dovrebbe debuttare a Monza, ma qualche piccolo aggiornamento è stato già adottato sulla specifica attuale, per migliorare soprattutto l’affidabilità. Inutile dire che sono i grandi favoriti.

Red Bull ha la novità più grossa in Albon e un Verstappen che era già carico nella pausa estiva, dichiarando che Hamilton non ha niente di speciale, figuriamoci alla vigilia del GP.

Il GP del Belgio è l’ultima vittoria ottenuta da Vettel, esattamente un anno fa. All’epoca sarebbe sembrata fantascienza. E’ evidente che a Maranello riescono anche dove fallisce la più fervida immaginazione.

*immagine in evidenza da autoblog.it

Rocco Alessandro